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Ocean's One

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  1. Certamente non è una bella scoperta, ma varrebbe la pena investigare meglio. Oltre al libro Kargero, su molte fonti si trovano citate le armi singole, non solo per lo Sciré ma in generale per la serie Adua. Mi viene quindi da pensare che le binate siano state installate successivamente, quando la minaccia aerea era più sensibile. Tu Fabio stai riproducendo il battello all’epoca di Alessandria, vero? Da lì all’affondamento ad Haifa passano molti mesi, durante i quali è possibile che siano state installate le binate. Del resto, ho capito che ad Alessandria il battello fosse un po’ sovrappeso e per questo non avesse la dotazione completa dei siluri. Aggiungere peso, anche se poco, con le Breda binate non aveva quindi molto senso. Ad Haifa invece il battello trasportava i Gamma e non gli SLC, quindi il peso contava meno. Non so, forse è solo per autoconvincermi che non dovrò rifare le Bredine, ma qualche ulteriore verifica la farei…
  2. @S513 Certamente no, specie se il modello ha le stesse caratteristiche e funzionalità di ciò che si riproduce. Lo possi dire per esempio per le auto R/C, che hanno regolazioni di assetto anche molto complesse e pari a quelle vere, ma naturalmente lo dico per i sommergibili R/C, specie se ad immersione statica. Come sa bene chi li usa, non è affatto facile bilanciare un modello per bolla zero e bilancio zero in immersione: posizione e capacità della/e cassa/e, posizione ed entità della zavorra vanno aggiustate accuratamente. Il massimo della fedeltà sarebbe avere due casse per regolare anche l'assetto longitudinale, cosa che succede raramente e solo per i modelli veramente grossi, ma già il tema trattato da @andreavcc è meritevole (cilindro ventilato). In effetti, avere un pistone interno che si espande non è il massimo del realismo, perché comprime l'aria interna a livelli che non ci sarebbero mai in un battello vero (0,2-0,3 bar!!!). Invece, la soluzione del cilindro ventilato Andrea è bellissima come concetto. (Chiedo però conferma a lui che si tratti proprio di quello che descrivo qui: fra le molte varianti, potrei prendermi una cantonata.) Il battello diventa leggermente positivo con una piccola cassa/sacca, che non modifica più di tanto la pressione interna ma consente al battello di arrivare a quota periscopica. Da lì, aspirando con uno snorkel, il battello esaurisce la grossa cassa principale immettendovi aria esterna, di nuovo senza modificare la pressione interna e senza limiti teorici al volume del cilindro di zavorra, non essendo quest'ultimo vincolato a limiti di pressione. Il problema della linea di galleggiamento sarebbe risolto senza problemi, ma naturalmente questa soluzione sarebbe abbastanza pesante dal punto di vista costruttivo. Però concettualmente è quella che darebbe più soddisfazioni: assomiglierebbe molto all' U-boot che, dopo essere arrivato in affioramento, immette aria nelle controcarene per acquisire il completo assetto emerso. Modellismo = riproduzione della realtà. __________ EDIT: per chi è curioso sui vari sistemi di immersione per i modelli, vi consiglio l'ottimo thread del nostro amico @andreavcc
  3. Andrea, se tu guardi la prima foto del mio post con il modello aperto, vedi che gli ultimi 20 cm della struttura interna sono un vero spreco di spazio: i motori inutilmente lontani, con lo spazio a loro poppavia malamente sfruttato per metterci solo due servi; sarebbe invece stato giusto mettere i motori prossimi al tappo di fondo (o addirittura solidali con esso, con i servi messi sotto/sopra ai motori oppure di traverso, per minimizzare la lunghezza impegnata. Ormai invece è tutto incollato e rifare adesso questa costruzione è molto difficile. In aggiunta, nella parte centrale la struttura è stata pensata con pareti ed elementi longitudinali, spaziati giusto giusto della larghezza delle due batterie al piombo inizialmente previste, e non con le classiche ordinate tonde unite fra loro dai tondini filettati. Tutte le attuali pareti rendono impossibile il montaggio del pistone da 825 cc (che comunque ci starebbe al mm nel migliore dei casi), ma anche del 750 cc. Sostituire la sola porzione prodiera della struttura con quella nuova ad ordinate + tondini è però macchinoso, per i tagli e le giunzioni in opera, e comunque con i motori messi così non ci sarebbe lunghezza sufficiente per il pistone, visto che non si può sbilanciare quest'ultimo troppo verso prora. Infine, nella parte prodiera del WTC, ora inaccessibile, sono stati incollati dei risalti che fanno da guida per l'inserimento della struttura interna. Questi sono praticamente inamovibili (a meno di atti vandalici!), ma sono incompatibili con le prime ordinate tonde della nuova struttura, senza considerare che anche il bloccaggio a vite dovrebbe essere perfettamente allineato. Come vedi, ci sono molti problemi e la vera soluzione è solo di smontare e rifare quasi tutto, con buona pace dello scafo esterno già incollato. (Naturalmente non lo facciamo...) ________ Invece, giusto per sognare, ecco una soluzione non semplice ma molto elegante. Il Typ VII aveva le controcarene esterne, che davano spinta aggiuntiva? Bene, facciamolo anche sul modello! Mettiamoci lì dentro due palloncini RCABS, in modo da non aver bisogno dell'immenso pistone interno ma solo di uno più piccolo, o meglio di una sacca. Così, oltretutto, riprodurremmo il funzionamento del battello vero, il che sarebbe ancor più gratificante. Ma naturalmente, questi sono solo sogni...
  4. Grazie Marco di aver accorpato le discussioni. Se posso, ti chiederei anche di cambiare il titolo di questa in "Robbe U47 - conversione per immersione statica". Così ci focalizziamo proprio sul tema principale. Senza impegno, quando puoi. Grazie.
  5. Regalino per il mio amico Fabio. Due Bredine da 13,2 su affusto a scomparsa.
  6. Fabio, il polistirolo purtroppo non funziona, perché se lo metti all’interno della struttura stagna comunque non ti fornisce alcuna spinta aggiuntiva. Invece, per l’errore progettuale, ti devo dire che è effettivamente tale per un modello, ma loro l’hanno fatto per rimanere fedeli al battello reale. Pensa infatti ad un vero Typ VII, che disloca 870t in immersione e quasi 770t in superficie: la differenza, ovvero la riserva di spinta, è circa il 12% a cui si somma il contributo delle controcarene, che sul modello invece non hanno alcuna funzione. Quindi, un modello di 10 kg fatto allo stesso modo dovrebbe imbarcare 1,2 kg di acqua, che è di nuovo il 12% del suo peso. Magari questi si riducono a 800g con qualche trucchetto, ma certamente non a 300g! Quindi, il modello “realistico” richiede il sistema di immersione “realistico” di quella capacità, che però è macchinoso da fare. invece, se si imbroglia e si realizza uno scafo stagno più piccolo di quanto sarebbe su un battello vero, e tutto sotto il galleggiamento, allora il modello funzionerebbe meglio e con meno acqua di zavorra. Ma questo è riferito evidentemente al solo modello, senza nessun legame con il battello vero. Ma loro invece volevano rimanere fedeli ad ogni costo…
  7. Un grazie di cuore anche da parte mia. È stata una grande soddisfazione dare il simulatore in mano a cotanta gente, ed averli visti nuovamente calati in quella realtà, con tanto di ordini formali e procedure prontamente rispettate. Poi, come è stato scritto, io mi sono allontanato, lasciando i veri sommergibilisti nel loro ambiente. Certo, mi piacerebbe sapere qualcosa in più di quello che è successo sul Toti, ma capisco che questi momenti appartengano a chi ha veramente vissuto quell’esperienza, e quindi li lascio a loro. Invece, vorrei spendere qualche parola sul Dr. Iezzi, curatore del Toti che ho conosciuto di persona in quell’occasione. Persona appassionata, disponibile, che certamente risulta un’ottima guida in tutte queste situazioni. Ma non solo, direi. Per farlo conoscere anche a chi non era presente, eccovelo in un estratto dal programma “Splendida cornice”. Nonostante gli interventi della simpatica Geppi lui ha cercato di mantenere sempre l’aria da buon divulgatore che la situazione richiedeva.
  8. Ed eccomi con un po' di calcoli, che mi piacciono tanto. Prima però vorrei fare il punto della situazione, come ho già condiviso con @Marco60 La criticità principale è che il modello è già assemblato e quindi il montaggio di un pistone Engel è problematico. Occorrerebbe riposizionare i motori, spostandoli verso poppa e/o girandoli con un riduttore come qualcuno ha già fatto, ma con gli astucci elica già incollati in posizione è un problema. Servirebbe anche la sostituzione completa della struttura per accogliere il nuovo pistone, ma nemmeno questo è semplice perché occorre tagliare quella vecchia al punto giusto e realizzare una nuova costruzione molto solida, perché viene stressata dal tiro della vite prodiera. Inoltre, andrebbero rimosse le guide già incollate in fondo al WTC, ora chiuso a prora, ma questo non è possibile ed è quindi molto difficile realizzare una nuova struttura interna che rispetti gli allineamenti. Unito tutto ciò al costo del pistone e della lavorazione, Marco ed io concordiamo che sia una strada poco praticabile. A questo punto, Marco si sarebbe accontentato di ripristinare la funzionalità dinamica, ma io e Luigi (modellista) abbiamo proposto una soluzione intermedia, che vorrei discutere con qui voi. Infatti, Luigi ha trovato in rete la foto di un U47 modificato con sacca espandibile + pompa peristaltica, soluzione poco invasiva che consentirebbe di mantenere la struttura interna originale, evitando i problemi di cui sopra. Il prezzo da pagare è una capacità della sacca di immersione molto inferiore: se il pistone Engel aveva 750cc (e in diversi addirittura raccomandano 825cc per rispettare fedelmente la linea di galleggiamento), la sacca può avere solo 250-350 cc di capacità, se realizzata opportunamente per sfruttare al meglio lo spazio interno. Quindi si tratta di una "coperta corta": il modello può galleggiare fedelmente ma non immergersi in modo statico, oppure avere la capacità di immergersi da fermo ma galleggiare troppo basso sull'acqua. Delle due, la prima alternativa non dispiace a Marco, che lo userà in un laghetto con poca visibilità e non pensa di immergersi in profondità, avendo inoltre un modello intrinsecamente sicuro, che per immergersi ha ancora bisogno dell'azione dei timoni in velocità, ma che riemerge quando si toglie motore. In pratica, è ciò che si dice un "semi-dinamico": un battello che si appesantisce un po' per facilitare l'immersione dinamica, ma poi ha bisogno della velocità per immergersi completamente. Questa soluzione richiede qualche calcolo, per capire quanto l'appesantimento dato dalla sacca di zavorra aiuti l'immersione dinamica, che è invece piuttosto difficile con il modello originale, che ha troppa voglia di rimanere a galla così com'è. Ecco quindi l'immagine dello scafo aperto, con la demarcazione dei due toni di grigio che indica la linea di galleggiamento (evidenziata in rosso) e tutte le misure che ho dedotto io. Come vedete (ERESIA!) il WTC esce sopra alla linea di galleggiamento. Come ben sanno il mio amico @andreavcc e diversi altri, far emergere un volume stagno come il WTC comporta una forte spinta e quindi impone una grossa capacità della cassa di zavorra per farlo immergere. Di solito, il WTC viene mantenuto tutto sott'acqua, ma i signori della Robbe hanno incautamente fatto la scelta opposta. Ecco quindi che, dalle info in rete, la conversione statica richiede grossi pistoni di 750/825cc di capacità (qui assumo 800cc idealmente necessari). Bene, ma di questi 800cc quanti sono imputabili alla porzione di WTC da estrarre dall'acqua? Vedete che la porzione emersa ha un'area di 6,75 cm2, che moltiplicata per una lunghezza di 80 cm arriva a ben 540cc! Quindi, degli 800cc del pistone, ovvero dei suoi 800g di incremento di peso, ben 540g sono "spesi" solo per far immergere il WTC nei primi 16 mm di discesa. Grande inefficienza. Dopodiché, la rimanenza di 800-540 = 260 g, basta per far immergere tutta la rimanenza dell'opera morta (scafo + torretta + accessori). Quindi, se ci accontentassimo ti tenere il galleggiamento alla linea verde, 16 mm più in alto del giusto, basterebbero 260cc per immergersi in modo statico, usando una semplice sacca allagabile senza molte complicazioni. Certo, questo non è ciò che Marco desidera, perché il suo primo obiettivo è navigare emerso con un galleggiamento che appaghi l'occhio. Ma anche in questo caso la piccola sacca da 300cc sarebbe benefica, perché ridurrebbe da 800 a 500 i grammi di spinta idrostatica da vincere, favorendo l'immersione dinamica. (poi, magari speriamo di arrivare anche a 400cc per la sacca...) Ma se poi, per un caso fortuito, Marco usasse il modello in piscina con buona visibilità, allora potremmo fornirgli un secondo set di zavorra fissa, più pesante di 500g, che faccia galleggiare il modello alla linea verde. Quest'ultima non è verosimile, ma a quel punto Marco si godrebbe il modello immerso in modo statico con soli 300cc di sacca, per manovrare a bassissima velocità e godersi la bellezza di un modello immerso che si comporta da vero sommergibile, senza più voglia di riemerger spontaneamente. Insomma, con la coperta corta si può decidere: "testa" o "piedi", a seconda dei casi. Non ottimale ma probabilmente proponibile, vista la situazione. Si attendono commenti. Ciao!
  9. Alla via così, Fabio! E’ uno sporco lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare…
  10. Fatta una prima analisi del modello di @Marco60, gentilmente trasferito o dal Dir settimana scorsa. Il mio modellista Luigi ed io abbiamo fatto le prime valutazioni, condivise proprio stamattina con il proprietario Marco. Ci sono un po’ di calcoli da fare, quindi ve ne parlerò nel prossimo post. Per intanto, ecco un po’ di foto del modello aperto, con la struttura interna rigorosamente da scatola di montaggio, a parte le piccole migliorie apportate da Marco (sistema di chiusura e servo stagno esterno per timoni AV. Più avanti gli altri commenti. PS @Totiano Ci sono due discussioni su questo modello, che sarebbe bello unire. La più recente è questa, l’altra è Conversione ad immersione statica Robbe U47. Il titolo giusto sarebbe però quest’ultimo, perché più generale. Cosa si può fare? Ti ringrazio
  11. ... e naturalmente, l'Italico Ingegno veniva celebrato ancora una volta in questa brillante esecuzione.
  12. Quindi ci si appiattisce sull’ignoranza. E’ la regola del giorno d’oggi.
  13. A me le Lambo piacciono tantissimo e direi che questa pellicola metallizzata aggiunge indubbiamente un certo fascino. Però, mi chiedo… era proprio il caso di dimostrare al mondo di non sapere come si scrive U-boot? (ah, già, ma spesso non lo sa nemmeno la gente comune, quindi per il marketing va benissimo!)
  14. Carissimo Andrea, buongiorno. Purtroppo non ho aggiornamenti in merito. Nell'ultimo mese mi sono dedicato al simulatore Toti, che a brevissimo partirà per la nuova campagna addestrativa al Nautico di Ravenna, ed anche ai Nautilus, ma solo nella loro forma convenzionale. In aggiunta, una volta partito il Toti, giungerà dalle mie parti il Robbe U-47 di @Marco60 , bisognosi di interventi per l'immersione statica. Quindi è ancora un'agenda piuttosto piena. Spero comunque di partire prima o poi con i lavori per il "CB", iniziando con qualche file per la stampa 3D. Tempi non brevi, quindi, ma faremo il possibile, io e Luigi. Sigillatura delle stampate 3d: vero, un primer sarebbe più elastico e non crackerebbe. Ti devo dire però che questa resina è molto vetrosa e resistente, ma soprattutto che per queste parti a libera circolazione non mi preoccupo della tenuta stagna, ma solo dell'assorbimento di acqua nelle zone non protette: se ci fosse anche qualche piccola fessura nella parete, l'acqua penetrata nella stampata sarebbe una minima quantità, che praticamente non incide sul bilanciamento. Per l'applicazione, invece, c'è Luigi... (vi dirò a tempo debito, ora non so bene neanch'io.)
  15. Ed infatti ci siamo visti. Come concordato, oggi Fabio S513 è passato da me per mostrarmi il modello dello Scirè e per provare il simulatore nella sua ultima versione. Abbiano speso un paio d’ore manovrando il battello nella modalità di simulazione massima: Fabio ha assunto la sua canonica posizione alla Tastiera Assetto, mentre io mi sono messo ai Timoni Orizzontali. Sarebbe stato bello avere anche un timoniere verticale; in sua mancanza, diciamo che abbiano un po’ trascurato la navigazione, muovendoci a casaccio, tanto il mare è vasto… Invece, abbiano provato tutte le manovre e le diverse condizioni di assetto. Alla prima immersione abbiamo bilanciato il battello con le casse Compenso e Assetto, poi abbiamo rifatto l’assetto quando ci siamo appesantiti sotto al termoclino ed infine, dopo una risalita ed un bel disimpegno, ci siamo posati sul fondo manovrando le casse compenso, per poi alleggerirci e “ridecollare”. Lascio a Fabio i commenti, ma in prima battuta direi che il simulatore ha avuto il placet del nostro tastierista, che ringrazio ancora per l’autorevole partecipazione. Tornati in superficie con le batterie un po’ scariche, abbiamo fatto un po’ di snorkel per ricaricarle, con un mare forza 2-3 che dava un minimo si fastidio, ma neanche troppo. Il mare si è poi ingrossato nella seconda simulazione: abbiamo provato una forte resistenza nella navigazione in superficie, con abbondante cavitazione già sopra i 6-7 nodi. In aggiunta, il sottoscritto non aveva alzato lo snorkel e così un’ondata ha invaso le induzioni e fatto spegnere i Diesel!!! Male per la mia dimenticanza, ma bene per il realismo del simulatore, direi. La stessa cosa quando la canna snorkel è finita sott’acqua, spegnendo i DD.GG. e causando una forte depressione nello scafo, prontamente indicata sul display. Insomma, abbiamo provato tutte le funzionalità aggiuntive sviluppate in questo periodo, con buoni risultati. Il realismo è garantito, ma chiaramente questa è la versione per i “professional” e non per l’utente comune. Comunque, potete immaginare la soddisfazione? Peccato che mancasse il terzo: Marco Totiano, ci volevi anche tu! Eccoci in camera di manovra: Ed ecco l’ultima funzione aggiunta: un piccolo (e poco invasivo) indicatore di carica delle batterie, proprio di fianco al contagiri elica.
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