Cari amici, vorrei condividere con voi quanto vissuto negli ultimi episodi delle mie vacanze, accomunati dal grande denominatore che vedete nel titolo.
Tutto iniziò l’anno scorso a Marina di Campo, città natale di Teseo Tesei.
Avevo cercato insistentemente un monumento a Lui dedicato, per poi scoprire che una nuova opera sarebbe stata installata soltanto diversi mesi più tardi.
Naturale quindi che quest’anno ho chiuso il cerchio e sono ritornato a Marina di Campo, per rendere i dovuti onori.
Il monumento, disegnato da Luca Polesi, è un SLC stilizzato ed ha un’impostazione molto moderna, ma secondo me non fuori luogo.
Celebrare l’ingegno e la determinazione di Teseo Tesei attraverso la sua “creatura” mi sembra una scelta più che condivisibile.
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Ma non è tutto.
Nel miei viaggi sui luoghi dell’Eroe ho toccato anche Malta, visitata all’inizio di quest’anno .
Ve ne parlo solo ora perché volevo che il mio tributo fosse completo, inclusa la visita a Marina di Campo.
Ho visitato Malta nell’ambito di un viaggio organizzato, che prevedeva una giornata a La Valletta con una ricca visita al museo di Forte Sant’Elmo, che si trova a brevissima distanza dall’Ingresso del Grand Harbor, dove i nostri Uomini diedero la loro vita per la Patria.
inizio quindi con l’esterno dell’antico Forte. Qui si trova anche uno dei pezzi di artiglieria che, molto probabilmente, ha aperto il fuoco contro i nostri MAS della Decima.
Il museo copre un periodo storico molto più ampio della sola 2GM, partendo dal Grande Assedio del 1565 e passando dai Cavalieri e dall’occupazione francese in diverse sale a tema.
La parte della 2GM è ampia ed incentrata sulle gesta a difesa dell’Isola.
È presente, anche se incompleto, il Gloster Gladiator “Faith”, del trio Fede, Speranza e Carità che difese l’isola nei primi difficili mesi di guerra.
Ho scoperto che i Maltesi hanno una venerazione sconsiderata per la petroliera Ohio dell’operazione “Pedestal” (ovvero la nostra battaglia di Mezzo Agosto), perché i rifornimenti apportati salvarono letteralmente l’isola disperata nel terribile 1942.
Oltre a filmati, ricostruzioni, crest ed anche merchandizing (ma, no, la T-shirt dell’Ohio non l’ho presa!!! ) ci sono alcuni pezzi di pregio, fra cui la campana della portaerei Indomitable, colpita gravemente proprio in quel periodo.
Fin qui, me l’aspettavo.
La guida, molto preparata sul periodo antico, teneva sulla 2GM un atteggiamento molto “albionico”, celebrando Malta sopravvissuta e vincitrice della guerra insieme agli Alleati.
Ci sta, lei è Maltese e la sua gente è stata salvata...
Invece, ci sta un po’ meno che venga distorta l’immagine del nemico parlando della Malta 2.
Fra i reperti recuperati dal MAS 452 viene messo in bella vista il fascio littorio, ritengo per lanciare un chiaro messaggio su chi dei belligeranti fosse dalla parte della ragione. Per giunta, l’oggetto è esposto come un trofeo, in un crest con data relativa alla cattura del suddetto MAS.
Va bene, posso anche accettare che si voglia ancora infierire sul “nemico”, dopo 80 anni e anche di fronte ad un pubblico di italiani.
Quello che però non ho accettato è stato il commento sui seguenti pezzi:
Sembrano siluri da 450, forse prelevati da un MAS catturato, qualcuno li riconosce?
Incredibilmente, la guida li ha definiti come i “maialini” usati dagli italiani nel fallito attacco.
Basta.
Sono intervenuto.
Al quarto giorno di visita la guida già mi conosceva bene, inoltre non lasciavano dubbi il mio giubbotto Marina Militare e le mie precedenti domande “tecniche” su Gloster Gladiator, Ohio e Pedestal.
Ergo, ho educatamente chiesto alla guida se potessi spiegare io la Malta 2.
Lei ha acconsentito, dimostrandosi addirittura interessata a conoscere una verità che, probabilmente, nessuno le aveva mai illustrato nei giusti termini.
Aperte dal web alcune foto dei veri SLC, ne ho spiegato i dettagli, già noti a parte del pubblico (bravi, Italiani!).
Ho tenuto anche a rimarcare che la Malta 2 avrebbe potuto benissimo essere un successo, come lo fu l’attacco a Suda da parte di barchini similari contro l’incrociatore York.
I militari italiani non erano dei puri incoscienti, non erano delle “squadre suicide” che attaccavano “nonostante Malta avesse i radar” (che, comunque, vorrei vedere a beccare un MTM o un SLC...).
I nostri erano gente preparata e dotata di immenso coraggio, che fu fermata solo da una serie di sfortunati eventi, prima fra tutte il maldestro crollo della campata del ponte dove si sacrificarono Tesei e Pedretti.
Quando poi ho citato che questi stessi “maiali”, inventati proprio da Tesei, furono i protagonisti della grande impresa di Alessandria, quella ventina di Italiani presenti si è illuminata: diversi di loro già lo sapevano, avevano una conoscenza pregressa dei fatti “della Valiant”, letti sui libri o visti nei film.
Insomma, la Storia rimane nelle menti e nei cuori; l’orgoglio italico ne è emerso, e non importa se allora eravamo dalla parte sbagliata!
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Infine, abbiamo visitato il barchino.
In effetti, la guida avrebbe voluto riprendere lei la spiegazione, ma prima mi ha prudentemente chiesto se quello fosse un MAS.
Al mio scuotere della testa, ha convenuto che proseguissi io.
Questo barchino non è uno degli esemplari dell’azione, andati tutti distrutti, ma un MTM catturato in seguito.
I miei compatrioti hanno fatto mille domande sul funzionamento del mezzo, sul rilascio del pilota con lo zatterino, sulla carica e sul sistema di detonazione, ma anche sul motore a benzina, qui estratto dallo scafo ed appoggiatovi sopra (ma perché?)
Eccovi un paio di foto, ma solo un paio: la presentazione mi ha portato via quasi tutto il tempo...
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Al termine della visita mi sono preso un momento tutto per me.
Un minuto di raccoglimento alla vista di ciò che rimane del vecchio Ponte di Sant’Elmo.
Ora c’è un nuovo ponte a campata unica, costruito pochi anni fa, ma nel mezzo rimane il basamento con parte delle colonne che sorreggevano il vecchio ponte a due campate, dove trovarono la morte il Magg.G.N. Teseo Tesei ed il suo secondo uomo, 2º Capo Palombaro Alcide Pedretti.
Le due colonne sono ormai a pezzi, ma negli anni cinquanta erano ancora abbastanza integre ed unite dai due tiranti ad “X”, quasi a celebrare quella Decima che tanto diede in questa sfortunatissima impresa.
Onori a tutti Loro.
Onori a Lui.