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Ocean's One

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  1. Grazie, Fabio. Le foto utili sono ormai diverse, attendiamo ancora gli effetti di quanto "seminato". Ad ogni modo, per i disegni precisi ci sarà ancora tempo, perché serviranno solo all'atto di costruire il modello. In questa sede cerco invece i dati più precisi sulle capacità delle casse, e vi devo dire che ho trovato qualcosa di molto utile. Ringraziando @gepard , che mi ha messo a disposizione l'ottimo "I Mezzi d'Assalto della Xa Flottiglia MAS" di Spertini-Bagnasco, ho potuto ricavare le quote dal disegno di F.Harrauer a pag.137, relativo ad un mezzo Serie 100. Sulla base di quel disegno ho ricostruito questo schema quotato della Cassa Assetto AV (anche la cassa AD ha dimensioni identiche) Abbiamo quindi 63 litri di capacità, ovvero 126 litri per le due casse. Inutile dire che la cosa mi fa molto piacere, visto che assomiglia molto ai 128L calcolati da @S513 dall'altro disegno o ai 127-130L che avevo stimato io basandomi su considerazioni di stabilità. Molto bene. Solo che... questo vale per il Serie 100! Io mi sarei invece concentrato sul Serie 200, che è quello di Venezia e dei disegni dell'ANB, ma penso anche quello di Milano (ed anche della cassa rapida indipendente conservata presso ANMI Milano, che prima o poi vado a misurare di fino...). Fra l'altro, sono certo che l' SLC Serie 200 abbia una sola elica e non due controrotanti, per cui la realizzazione del modello sarebbe semplificata con questa versione. Ma col 200 non avremmo più certezze per le casse! Come possiamo fare?
  2. Ocean's One

    Ho chiuso il cerchio: Teseo Tesei

    @magico_8°/88 Fabrizio, grazie dell'apprezzamento. E' doveroso ristabilire la verità, come dici tu. Purtroppo, come avviene sempre, "the winner takes it all" e la storia la scrivono sempre i vincitori. Mi dispiace non aver preso più foto dei siluri, ma come hai capito mi stavo dedicando ad argomentare le mie tesi e non ho avuto tempo. Ti confermo però che i due ordigni erano certamente più lunghi di 3,30 m già senza testata. Quindi, direi no "M.T.S.M." ma MAS. Ci starebbe il -452, come dici tu. Leggo poi del triste destino di questo MAS, della ridenominazione "X-MAS" (regalo di Natale? ) e dell'approssimazione con cui tutta questa informazione viene gestita. Ma, se leggi bene l'articolo, non c'è solo la confusione sulla incorporazione del MAS nel Museo, ma anche dell'altro: un barchino scambiato per un MTS?!? L'hai visto anche tu? O tempora, o mores!
  3. @S513 Grazie della verifica sui Navimodellisti Bolognesi. Ora vediamo; potremmo anche acquistarle la tavola, ma aspettiamo di vedere se arriva altra documentazione. Vedo tutta la Base attiva in questa ricerca, e qualcos'altro ho già ricevuto in privato. Grazie ancora a tutti. In merito all'assenza di piani costruttivi, io invece direi che ci sono, ma sono parziali. La struttura base del siluro era già definita da prima, quindi saranno stati solo i componenti aggiuntivi ad essere stati progettati. Fra l'altro c'è stata una continua evoluzione, volta anche a correggere i difetti. Mi verrebbe da dire che solo la serie 200 abbia avuto una configurazione abbastanza standard. La tavola di ANB è infatti del "200" di Venezia. ___________ Sulle casse abbiamo appurato che le due di assetto/compenso vengono azionate con pompa elettrica e quindi servivano per fare l'assetto, durante l'avvicinamento e tendenzialmente prima dell'azione. Durante quest'ultima, invece, era più utile la cassa di rapida immersione, con apertura rapida dello sfogo d'aria per la discesa e successivo esaurimento con le bombole di aria compressa. Fra l'altro, penso che le due modalità d'utilizzo siano ben distinte e difficilmente sovrapponibili. Infatti, in completa emersione con le casse assetto vuote, non sarebbe nemmeno possibile allagare la cassa rapida perché questa si trova sopra al galleggiamento. Il galleggiamento è quindi garantito dalle due sole casse assetto/compenso, che forniscono tutta la spinta necessaria. In questa situazione si potrebbe addirittura lasciare aperti lo sfogo d'aria e la presa a mare della cassa Rapida Immersione, che si comporterebbe da semplice struttura a libera circolazione senza sortire effetti, allagandosi quando il mezzo scende ed esaurendosi alla risalita. Invece, l'utilizzo più sensato che vedo potrebbe prevedere l'allagamento delle casse assetto per l'80-90% (tenendosi un 10% per i travasi per bilanciare), ma con cassa rapida immersione vuota: l'SLC rimarrebbe in leggero affioramento con la testa degli operatori fuori dall'acqua, praticamente "appeso" alla cassa rapida. Poi si lavora solo su quest'ultima: non appena viene allagata, si perdono una trentina di kg di spinta e si può scendere, moderatamente (*) negativi. (*) si vorrebbe che sia una discesa moderata, ma SLC era piuttosto scorbutico e talvolta non è avvenuto... Io lo vedrei così, e questo sarebbe il modo giusto di riprodurre il comportamento dell'SLC in un modello. Assetti: emerso, affioramento (appoppato), immerso neutro o appena negativo. Indispensabile un controllo assetto longitudinale. Se non due casse distinte, sul modello servirebbe almeno una zavorra mobile. Direttore, tastierista, voi come la vedete?
  4. Anche se non ho il libro e non ho letto l'episodio in questione, la cosa comunque è molto interessante. A prescindere dalla corrente, probabilmente era prassi che il maiale fosse leggermente pesante, perché vederlo sfuggire e risalire a pelo d'acqua avrebbe compromesso l'intera missione. A questo punto mi viene da dire che la cassa di rapida immersione dovesse arrivare fino ad una decina di chili negativi proprio per questo motivo. _______ p.s. Io sto iniziando a farmi l'idea su come venissero usate le due casse compenso/assetto insieme alla cassa rapida. Ma ne vogliamo già parlare o prima aspettiamo i numeri finali sulla capacità delle casse?
  5. Ocean's One

    Ho chiuso il cerchio: Teseo Tesei

    Avevo due mani da una spanna cadauna! Ho cercato di prendere il diametro dal lato della testa e ti dirò che mi sembravano molto più vicini a due spanne e due dita (450 mm) che a due spanne e mezza (533 mm) Da questi calcoli “precisissimi” potrebbe aver ragione il Dir, magari sono del MAS 452… _________ p.s. Ma, mi chiedo, un superesperto di siluri come @magico_8°/88 magari potrebbe aiutarci?
  6. Fabio, non prendertela, una svista capita a tutti. Anche perché nella descrizione della formula tu il pi.greco l’avevi messo. Solo che poi lui ti ha fatto “Ivan il matto” e tu l’hai perso… Invece, i numeri che tiri fuori ora sembrano molto sensati. Aspettiamo ulteriori verifiche, ma per ora alla via così.
  7. Direi che c’è solo una piccola sbavatura: hai lasciato via il pi.greco...
  8. Ecco il mio prossimo passo. Ho calcolato quanto le tre condizioni di scafo emerso (Casi 1, 2 e 3) generino momenti ribaltanti e quanto questi incidano sulla stabilità globale. Dopo aver valutato i tre bracci B delle sezioni ipotizzate come emerse, eccovi i loro tre momenti ribaltanti, ottenuti dal prodotto di spinta x braccio. (n.b. qui in realtà si tratta di mancanza di momento raddrizzante per mancanza di spinta in alto, ma l'effetto è equivalente) Dunque, ragioniamo. In condizioni di scafo cilindrico ancora completamente immerso, avevamo un momento raddrizzante totale MRaddr(tot) = 86,5 kgm e un momento ribaltante totale MRibalt(tot) = 74 kgm la cui differenza ci dà ancora 12,5 kgm di margine per far emergere una piccola porzione dello scafo cilindrico. Quindi: CASO 1) = OK Qui serve compensare ulteriori 7,5 kgm di momento ribaltante. 7,5 < 12,5 => lo scafo cilindrico ha sufficienti risorse di stabilità Lo scafo può emergere per ulteriori 30 litri Lo scafo può emergere per 3,5 cm di altezza sopra il pelo libero. CASO 2) = NO Serve compensare ulteriori 24,5 kgm di momento ribaltante. 24,5 > 12,5 => lo scafo cilindrico NON ha sufficienti risorse di stabilità Se anche disponessimo di casse cosi grandi da consentire questo livello di emersione, l'SLC risulterebbe sbandato. CASO 3) = NO Ancor peggio del caso 2) Qui serve compensare ulteriori 41 kgm di momento ribaltante. 41 > 12,5 => lo scafo cilindrico NON ha sufficienti risorse di stabilità Se anche disponessimo di casse cosi grandi da consentire questo livello di emersione, l'SLC potrebbe anche capovolgersi fino a disarcionare gli operatori. _________ CONCLUSIONI. La situazione limite è molto vicina al CASO 1). Teoricamente avremmo ancora 5 kgm di margine sul momento ribaltante, ma mi terrei un po' di sicurezza per considerare anche la cesoia, i morsetti, il cavo posti nella cassetta attrezzi in alto sopra allo scafo. A questo punto, il limite sulla massima emersione è dato dalla stabilità. E' sufficiente che le casse assetto abbiano spinta sufficiente per raggiungere la condizione limite del CASO 1), con operatori a bordo. Per farlo, le casse devono devono vincere: - la perdita di spinta per operatori emersi = 90 kg (vd. valutazioni di @gepard ) - la perdita di spinta di 50 kg di strutture esterne dello scafo a libera circolazione, poste sopra al galleggiamento = 50/8 = 7 kg - i suddetti 30 kg di perdita di spinta del volume interno del corpo cilindrico, CASO 1), ora emerso = 30 kg In totale, 90+7+30 =127 kg, arrotondiamo a 130 kg. Con questa capacità delle casse, l'SLC riuscirebbe ad immergersi ed emergere, con equipaggio, fino alla condizione limite del CASO 1). Di più, come abbiamo visto, sarebbe inutile, causa rischio di sbandamento (CASO 2) Ora dobbiamo valutare l'effettiva capacità delle casse dell'SLC, confrontandola con questo requisito Osservazioni accessorie: @Totiano aveva ragione: la foto dell'SLC in completa emersione con equipaggio è un fake. Ma nessuno aveva dubbi sul suo "fiuto"... La completa emersione SENZA equipaggio è invece il CASO 1) alleggerito di 90 kg, che corrisponde grossomodo al CASO 2). 30+90 = 120 kg, molto vicino ai 115 kg qui stimati. La foto dell'SLC in galleggiamento altissimo, contenuta nella documentazione di @S513 , si può invece spiegare supponendo che sia stata montata una sola sottobatteria e non due. Rispetto al CASO 2) infatti, mancano ancora circa 350 kg, ovvero proprio il peso di un cassone batteria. (Ma magari era la foto di un prototipo ancora in fase di messa a punto?). _________ Tutto torna. Ora dobbiamo solo cercare dove siano i supposti 130 kg di capacità delle casse di zavorra. Cogitiamo...
  9. Cari amici, vorrei condividere con voi quanto vissuto negli ultimi episodi delle mie vacanze, accomunati dal grande denominatore che vedete nel titolo. Tutto iniziò l’anno scorso a Marina di Campo, città natale di Teseo Tesei. Avevo cercato insistentemente un monumento a Lui dedicato, per poi scoprire che una nuova opera sarebbe stata installata soltanto diversi mesi più tardi. Naturale quindi che quest’anno ho chiuso il cerchio e sono ritornato a Marina di Campo, per rendere i dovuti onori. Il monumento, disegnato da Luca Polesi, è un SLC stilizzato ed ha un’impostazione molto moderna, ma secondo me non fuori luogo. Celebrare l’ingegno e la determinazione di Teseo Tesei attraverso la sua “creatura” mi sembra una scelta più che condivisibile. _________ Ma non è tutto. Nel miei viaggi sui luoghi dell’Eroe ho toccato anche Malta, visitata all’inizio di quest’anno . Ve ne parlo solo ora perché volevo che il mio tributo fosse completo, inclusa la visita a Marina di Campo. Ho visitato Malta nell’ambito di un viaggio organizzato, che prevedeva una giornata a La Valletta con una ricca visita al museo di Forte Sant’Elmo, che si trova a brevissima distanza dall’Ingresso del Grand Harbor, dove i nostri Uomini diedero la loro vita per la Patria. inizio quindi con l’esterno dell’antico Forte. Qui si trova anche uno dei pezzi di artiglieria che, molto probabilmente, ha aperto il fuoco contro i nostri MAS della Decima. Il museo copre un periodo storico molto più ampio della sola 2GM, partendo dal Grande Assedio del 1565 e passando dai Cavalieri e dall’occupazione francese in diverse sale a tema. La parte della 2GM è ampia ed incentrata sulle gesta a difesa dell’Isola. È presente, anche se incompleto, il Gloster Gladiator “Faith”, del trio Fede, Speranza e Carità che difese l’isola nei primi difficili mesi di guerra. Ho scoperto che i Maltesi hanno una venerazione sconsiderata per la petroliera Ohio dell’operazione “Pedestal” (ovvero la nostra battaglia di Mezzo Agosto), perché i rifornimenti apportati salvarono letteralmente l’isola disperata nel terribile 1942. Oltre a filmati, ricostruzioni, crest ed anche merchandizing (ma, no, la T-shirt dell’Ohio non l’ho presa!!! ) ci sono alcuni pezzi di pregio, fra cui la campana della portaerei Indomitable, colpita gravemente proprio in quel periodo. Fin qui, me l’aspettavo. La guida, molto preparata sul periodo antico, teneva sulla 2GM un atteggiamento molto “albionico”, celebrando Malta sopravvissuta e vincitrice della guerra insieme agli Alleati. Ci sta, lei è Maltese e la sua gente è stata salvata... Invece, ci sta un po’ meno che venga distorta l’immagine del nemico parlando della Malta 2. Fra i reperti recuperati dal MAS 452 viene messo in bella vista il fascio littorio, ritengo per lanciare un chiaro messaggio su chi dei belligeranti fosse dalla parte della ragione. Per giunta, l’oggetto è esposto come un trofeo, in un crest con data relativa alla cattura del suddetto MAS. Va bene, posso anche accettare che si voglia ancora infierire sul “nemico”, dopo 80 anni e anche di fronte ad un pubblico di italiani. Quello che però non ho accettato è stato il commento sui seguenti pezzi: Sembrano siluri da 450, forse prelevati da un MAS catturato, qualcuno li riconosce? Incredibilmente, la guida li ha definiti come i “maialini” usati dagli italiani nel fallito attacco. Basta. Sono intervenuto. Al quarto giorno di visita la guida già mi conosceva bene, inoltre non lasciavano dubbi il mio giubbotto Marina Militare e le mie precedenti domande “tecniche” su Gloster Gladiator, Ohio e Pedestal. Ergo, ho educatamente chiesto alla guida se potessi spiegare io la Malta 2. Lei ha acconsentito, dimostrandosi addirittura interessata a conoscere una verità che, probabilmente, nessuno le aveva mai illustrato nei giusti termini. Aperte dal web alcune foto dei veri SLC, ne ho spiegato i dettagli, già noti a parte del pubblico (bravi, Italiani!). Ho tenuto anche a rimarcare che la Malta 2 avrebbe potuto benissimo essere un successo, come lo fu l’attacco a Suda da parte di barchini similari contro l’incrociatore York. I militari italiani non erano dei puri incoscienti, non erano delle “squadre suicide” che attaccavano “nonostante Malta avesse i radar” (che, comunque, vorrei vedere a beccare un MTM o un SLC...). I nostri erano gente preparata e dotata di immenso coraggio, che fu fermata solo da una serie di sfortunati eventi, prima fra tutte il maldestro crollo della campata del ponte dove si sacrificarono Tesei e Pedretti. Quando poi ho citato che questi stessi “maiali”, inventati proprio da Tesei, furono i protagonisti della grande impresa di Alessandria, quella ventina di Italiani presenti si è illuminata: diversi di loro già lo sapevano, avevano una conoscenza pregressa dei fatti “della Valiant”, letti sui libri o visti nei film. Insomma, la Storia rimane nelle menti e nei cuori; l’orgoglio italico ne è emerso, e non importa se allora eravamo dalla parte sbagliata! __________ Infine, abbiamo visitato il barchino. In effetti, la guida avrebbe voluto riprendere lei la spiegazione, ma prima mi ha prudentemente chiesto se quello fosse un MAS. Al mio scuotere della testa, ha convenuto che proseguissi io. Questo barchino non è uno degli esemplari dell’azione, andati tutti distrutti, ma un MTM catturato in seguito. I miei compatrioti hanno fatto mille domande sul funzionamento del mezzo, sul rilascio del pilota con lo zatterino, sulla carica e sul sistema di detonazione, ma anche sul motore a benzina, qui estratto dallo scafo ed appoggiatovi sopra (ma perché?) Eccovi un paio di foto, ma solo un paio: la presentazione mi ha portato via quasi tutto il tempo... __________ Al termine della visita mi sono preso un momento tutto per me. Un minuto di raccoglimento alla vista di ciò che rimane del vecchio Ponte di Sant’Elmo. Ora c’è un nuovo ponte a campata unica, costruito pochi anni fa, ma nel mezzo rimane il basamento con parte delle colonne che sorreggevano il vecchio ponte a due campate, dove trovarono la morte il Magg.G.N. Teseo Tesei ed il suo secondo uomo, 2º Capo Palombaro Alcide Pedretti. Le due colonne sono ormai a pezzi, ma negli anni cinquanta erano ancora abbastanza integre ed unite dai due tiranti ad “X”, quasi a celebrare quella Decima che tanto diede in questa sfortunatissima impresa. Onori a tutti Loro. Onori a Lui.
  10. Come ho scritto, i dati delle batterie sono molto interessanti. Abbiamo due sottobatterie da 60V - 170Ah cad. In pratica, possiamo pensare alle normali batterie da auto 12V-50 Ah allestite in quattro serie da cinque. Totale 20 batterie per gruppo, totale 300 kg contando 15 kg/batteria. Una volta la resa delle batterie era minore di adesso, ma si tratta pur sempre di piombo e mi sono tenuto qualche margine, come l’amperaggio in eccesso e i moduli da 50Ah, quando avrebbero potuto essere da 85Ah, per esempio. Ad ogni modo, questo è solo per fare una verifica dei pesi, perché la documentazione già dice 350 kg/sottobatteria, ovvero 700 kg totali. Non poco! Il maiale era fatto per metà di batterie, ma ce lo potevamo aspettare. _________ Calcolo ora il momento raddrizzante (*) che queste batterie danno, con il loro baricentro messo a 10 cm sotto l’asse. MRaddr(Batt) = 700 * 0,1 = 70 kgm (*) p.s. per i pignoli, questo è il momento raddrizzante massimo, quello effettivo è quello massimo moltiplicato per il seno dell’angolo di sbandamento) C’è poi il momento raddrizzante del motore, che è anche lui a 10 cm sotto l’asse per via del riduttore. Stimo 50 kg di peso. MRaddr(Mot) = 50 * 0,1 = 5 kgm Infine, la carica. Dal disegno in sezione, essa (o esse) sono appoggiate sul fondo è il loro baricentro è a 5 cm sotto l’asse MRaddr(Carica) = 230 * 0,05 = 11,5 kgm La somma dei tre momenti raddrizzanti fa 86,5 chilogrammetri. MRaddr(tot) = 70+5+11,5 = 86,5 kgm Questa è la riserva di stabilità del mezzo. I momenti ribaltanti di equipaggio e di tutta l’altra “roba” emersa non devono eccedere questo limite, pena lo sbandamento del mezzo. Dalle ipotesi di @gepard dei 170 kg degli operatori, 90 kg sono fuori dall’acqua e il loro baricentro è circa 60 cm sopra all’asse del siluro. Quindi ne nasce il momento ribaltante: MRibalt(Oper) = 90 * 0,6 = 54 kgm Contribuisce allo sbandamento anche il peso delle strutture di scafo emerso: paraonde, lamiere di cassetta strumenti, cassa rapida, bombole di riserva, cassetta attrezzi con attrezzi. Diciamo 50 kg ad altezza 40 cm dall’asse. Il momento ribaltante degli accessori è: MRibalt(Acces) = 50 * 0,4 = 20 kgm Notate che non ho ancora fatto emergere alcuna parte dello scafo cilindrico. Nella situazione attuale, il momento ribaltante totale è di 74 chilogrammetri: MRibalt(tot) = 54+20 = 74 kgm Come vedete, ci stiamo ma abbastanza a pelo! abbiamo 86 kgm di momento raddrizzante e 74 di ribaltante. Sì pretendessimo di far emergere anche parte dello scafo cilindrico, perdendo quindi il suo contributo di stabilità, il momento ribaltante totale potrebbe eccedere il limite ed il mezzo diventare instabile. Ma questo quando succederà, con precisione? Prossimo calcolo...
  11. Assolutamente rilevante, @Iscandar ci sono 230 kg di tritolite (mix di tritolo + pentrite), che verrebbero esattamente compensati da un metro di scafo, visto che la spinta di quest’ultimo è di 233 kg/m. In realtà la lunghezza della testa sarà un po’ di più, credo 1,20-1,40 metri, per compensare anche il peso del “ferro” che c’è attorno. La carica era quindi neutra o meglio appena appena negativa, ma risultava comunque gestibile dal secondo uomo senza sforzi insostenibili. Ma anche il battello risultava abbastanza neutro sia prima che dopo lo sgancio della carica, come è giusto che sia. (P.S. ho sentito invece che i mini-sommergibili giapponesi, una volta lanciati i due siluri diventavano troppo positivi e facevano un’emersione non voluta, con tutte le conseguenze del caso.) ____________ Next steps del lavoro. @S513 Di casse avremo modo di parlare intensamente; lasciami elaborare i due disegni che hai mandato e ne tirerò fuori in po’ di numeri, da cui fare ipotesi sull’utilizzo delle varie casse. Tuttavia, ora è sorta un’opportunità inattesa, visto che sulla tua documentazione ho trovato anche il peso delle batterie, da cui calcolare le capacità dell’SLC di autoraddrizzarsi con a bordo gli operatori. Calcolo, cogito, ergo posto! Ci sentiamo a brevissimo.
  12. Beh, però hai lasciato scritte le cineserie...
  13. Ocean's One

    Fuori 1

    Io pensavo ad un’altra cosa, che avrebbe anche potuto starci: una bambolina di gas sulla nave, che ne sprizza una grande quantità davanti al modello fermo poco prima che arrivi il siluro. Poi accensione e fuoco, o con il siluro, o con una scintilla nascosta generata sulla nave stessa. Del resto, si vede che è una deflagrazione da gas/carburante e non una detonazione da esplosivo. Se però vogliamo pensare male, allora io direi che anche la velocità del siluro è stata accelerata! Insomma, a noi modellisti “storici” piace ancora credere che la realtà si possa riprodurre, e non generare...
  14. Fabio, il tastierista è il depositario della scienza dell’assetto. Quindi concordo sui tuoi due si! (Domani mi metto a fare qualche conto sulle casse. Ciao!)
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