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  1. Il termine ordinanza è una derivazione della parola ordine nel suo significato di “collocamento, disposizione ordinata di più cose secondo un criterio organico e ragionato, rispondente a fini di praticità, di opportunità, di armonia, etc.” Come ben sappiamo “ordine” e “ordinanza” sono termini molto legati all’ordinamento (altra parola derivata) militare. Ad esempio l’Ufficiale d’ordinanza che, in passato, era un ufficiale di grado inferiore addetto a un generale o ad un ammiraglio. In Marina con il termine ordinanza si intendeva il militare addetto al servizio personale di un ufficiale. Con tale termine fu anche designato il militare che aveva analoghe mansioni nell’esercito e nell’aeronautica, per il quale in seguito prevalse la denominazione di attendente. In ambito militare il servizio svolto dalle ordinanze rappresenta una tradizione risalente nei secoli. Lo ritroviamo in particolare al tempo dei cavalieri medioevali assistiti nelle armi, nel governo dei cavalli o nelle fatiche dell’accampamento da un domestico di giovane età, lo scudiero. Per quei tempi si trattava di una cosa assolutamente normale e praticamente indispensabile. Nel tempo tali militari hanno assunto anche altri compiti e denominazioni diverse, quali valletto, servente, saccardo, trabante, camerotto, attendente e, appunto, ordinanza. In Marina, per l’assistenza agli ufficiali presero e poi mantennero la denominazione, etimologicamente originaria, di ordinanze che ne sottolineava le mansioni rivolte a tenere in ordine tutto ciò che riguardava le quotidiane incombenze personali dell’ufficiale. Con il tempo il termine è stato sostituito da quello di attendente, tant’è che anche nel regolamento di disciplina per i corpi militari della Marina venne infine così riportato. Ma in Marina, si sa, il rispetto per le tradizioni è un elemento su cui si fonda l’intera esistenza della forza armata, spesso anche in barba ai cambiamenti lessicali imposti dai nuovi regolamenti (ad esempio vedi ora i sottufficiali chiamati marescialli invece che "capi" ma che con quest’ultima definizione restano intesi da chi li ha conosciuti come tali). Il termine ordinanza è un’altra di queste tradizioni rimaste nella memoria di chi le ha vissute nonostante siano state da tempo consegnate alla storia e a nostalgici ricordi.
  2. Rostro

    la fine dei guerrieri

    Non so se qualcuno ha letto il libro di Valerio Massimo Manfredi “Il mio nome è nessuno – il ritorno” C’ è una frase che rappresenta bene quello che sta accadendo ai nostri guerrieri: “Le navi hanno un’anima e una voce, e quando affondano salutano con un ultimo gemito straziante il loro comandante, prima di morire.” Il Marconi non sta affondando ma è consapevole della morte che lo attende in modo così spietato. Forse ha cercato nel Vento e nel Mare due fedeli compagni per rendere il suo destino meno sofferto. Lo so, le mie sono solo romanticherie, ma a me, come a Totiano, piace pensarle queste cose, e tutta questa triste storia mi ha fatto tornare in mente il commovente film di De Robertis “I fantasmi del mare”
  3. Rostro

    la spia italiana

    Il cumulo delle pene sarebbe di 50 anni ma operato il criterio moderatore previsto dall'art. 78 c.p., in sede di esecuzione la pena complessiva da scontare non potrà superare i 30 anni
  4. Rostro

    la spia italiana

    La dichiarazione del difensore riportata dai giornali è questa: “Walter Biot è determinato, è una battaglia per lui ma anche di civiltà giuridica affinché nessuno possa essere giudicato con prove segrete - ha detto dopo la sentenza il suo legale - Siamo passati da 30 anni a 20 anni: questo significa che più si approfondisce e si ragiona su come questo processo ha fatto spostare la bilancia della giustizia verso la ragion di stato più che verso lo stato di diritto, più le pene si riducono. E siamo solo in primo grado", conclude Roberto De Vita”. Sarebbe interessante capire cosa intende il difensore per “prove segrete”. L’Ufficiale è stato arrestato in flagranza di reato mentre consegnava documenti segreti a funzionari russi. A questo punto posso ipotizzare che la difesa, allo scopo di far valutare alla Corte l'effettiva importanza di quei documenti ai fini della rilevanza della condotta, abbia chiesto, inutilmente, di svelarne il contenuto ma abbia ottenuto un diniego motivato dal segreto di Stato.
  5. Rostro

    la spia italiana

    Il principio del libero convincimento del giudice nel valutare le prove, peraltro già limitato dall’obbligo di motivazione delle sentenze, può portare ad esiti differenti o addirittura opposti. Ecco perché il nostro sistema giudiziario prevede generalmente tre gradi di giudizio. Questa forma di discrezionalità, direi inevitabile negli esseri umani, viene in tal modo temperata per garantire che il margine di errore sia il più limitato possibile. Il nostro ordinamento prevede, inoltre, la possibilità di correggere eventuali errori sfuggiti a tale sistema di garanzie attraverso un ulteriore grado di giudizio straordinario: la revisione della sentenza di condanna (art. 630 cod.proc.pen.). A titolo di esempio, tra i casi previsti da questo articolo, la revisione può essere chiesta qualora, dopo l’irrevocabilità della sentenza, emergano prove nuove che dimostrino l’innocenza del condannato (il caso dell’omicidio plurimo di Erba per il quale i due imputati furono condannati all’ergastolo ne è il caso più recente avendo i loro legali presentato istanza di revisione, condivisa anche dal Procuratore generale, che verrà discussa il prossimo marzo presso la Corte di Appello di Brescia).
  6. Rostro

    la spia italiana

    Da quanto letto nelle notizie riportate nel link posso ipotizzare che la Procura ordinaria abbia contestato all’Ufficiale i reati previsti dagli articoli 257 e 319 del codice penale. L’art. 257 si intitola “Spionaggio politico o militare” e prevede la pena non inferiore ad anni quindici di reclusione L’art. 319 riguarda il reato di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e prevede la pena da quattro ad otto anni di reclusione. La pena richiesta dal Pubblico Ministero potrebbe derivare da un calcolo ragionato che, tenuto conto delle pene previste per i due suddetti reati, sia giunta al totale complessivo di 18 anni di reclusione. Mentre il processo ordinario non si è ancora concluso, il Tribunale militare ha invece già giudicato in primo grado l’Ufficiale per una serie di reati militari che, sempre dalla lettura del medesimo link, dovrebbero essere i seguenti: art. 86 Rivelazione di segreti militari, a scopo di spionaggio; art. 88 Procacciamento di notizie segrete, a scopo di spionaggio; art. 89 bis Esecuzione di disegni, introduzione in luoghi di interesse militare a scopo di spionaggio; art. 93 Procacciamento o rivelazione di notizie di carattere riservato e art. 94 Comunicazione all'estero di notizie non segrete nè riservate -del codice penale militare di pace. Reati tutti estremamente gravi tant’è che il Pubblico ministero militare aveva chiesto l’ergastolo (previsto come pena dal primo di tali reati). Il Tribunale militare ha invece ritenuto di condannare l’Ufficiale alla pena complessiva di “soli” 30 anni di reclusione. Detto questo, e rifacendomi a quanto avevo già scritto nel mio precedente post, le due giurisdizioni, quella ordinaria e quella militare hanno ritenuto di procedere separatamente non ravvisando, almeno sino ad ora, una connessione tra i reati contestati all’Ufficiale che giustificasse la riunione dei due procedimenti. Ciò significa che si può ragionevolmente prevedere l’ipotesi di due giudicati, uno ordinario ed uno militare, che in teoria potrebbero anche porsi in contrasto tra loro (tanto per intenderci, assoluzione per uno e condanna per l’altro). Comunque, entrambe le sentenze potranno essere impugnate davanti alla Corte di Appello (rispettivamente ordinaria e Militare) il cui giudizio potrà a sua volta essere impugnato con ricorso in Cassazione (competente per entrambe le giurisdizioni, ordinaria e militare). Qualora si arrivasse a due sentenze di condanna entrambe irrevocabili (cioè esauriti tutti i gradi di giudizio previsti), nel momento in cui le pene saranno messe in esecuzione la Procura competente (quella ordinaria per entrambe le pene) emetterà un provvedimento di esecuzione pene concorrenti (previsto dagli artt. 663 e 665 cod.proc.pen.) nel quale la pena complessiva (derivante dalla somma di quella ordinaria e di quella militare) non potrà superare i trenta anni di reclusione dovendo applicarsi il criterio moderatore previsto dall’art. 78 del codice penale. Con ciò spero di aver sciolto alcuni dubbi e perplessità di alcuni di voi, compreso quello che, in caso di condanna irrevocabile, l’Ufficiale dovrà restare ospite delle patrie galere per un lungo periodo di tempo, sicuramente molto superiore ai quattro, cinque anni paventati da qualcuno.
  7. Rostro

    Quiz: Indovina Il Personaggio

    E’ proprio lui. Nato a Chambéry, entrò nella Regia Scuola di Marina di Genova dalla quale uscì guardiamarina di 2ª classe nel 1846. Nel giugno 1860, in seguito alla cessione della Savoia alla Francia entrò a far parte della marina imperiale francese. Nell'aprile 1861 si dimise dalla marina francese e fu riammesso nella marina italiana. Nel 1865 prese il comando della pirocorvetta "Magenta" con la quale effettuò la prima circumnavigazione del globo (a vela) ad opera di una nave militare italiana. A te la mano
  8. Rostro

    Quiz: Indovina Il Personaggio

    A distanza di due settimane ancora calma piatta… Provo a soffiare un “refolo di vento” che dia lo spunto per un tentativo di individuazione: Il nostro personaggio fece parte di due Marine e fu protagonista della prima circumnavigazione del globo ad opera di una nave militare italiana.
  9. Rostro

    Quiz: Indovina Il Personaggio

    Ecco il nuovo personaggio Non dovrebbe essere difficile
  10. Rostro

    Quiz: Indovina Il Personaggio

    Assomiglia ad un giovane Sergio Nesi ma non era sommergibilista e non mi risulta che fu coinvolto nella progettata missione dei minisommergibili su New York. Pertanto direi Eugenio Massano.
  11. Rostro

    Mostra Visentini al MOSA di Taranto

    Sono andato a vedere la mostra al MO.S.A. e sono rimasto piacevolmente sorpreso dal fatto che c'era tanta gente. La mostra si è tenuta all'interno di un rifugio antiaereo recentemente ristrutturato che ha reso ancor più suggestiva la vista dei reperti donati dai famigliari all'Associazione "Unione degli Istriani" (i fratelli erano nativi di Parenzo) che li ha catalogati con cura ed esposti con targhette identificative. Nonostante gli spazi ridotti del rifugio avessero persino creato una fila fuori, dove caldo estivo e sole cocente avrebbero scoraggiato chiunque, appassionati ma anche famiglie con figli di varie età non hanno voluto perdere questa occasione per conoscere da vicino i fratelli Visintini ed il significato del loro sacrificio. Ecco alcune foto che ho scattato: L'ingresso del rifugio antiaereo
  12. Oggi 22 maggio ricorre il 136° anniversario dell'inaugurazione del ponte girevole di Taranto, uno dei monumenti simbolo della città dei due mari. Proprio il 22 maggio 1887, infatti, il ponte girevole fu inaugurato nella sua prima versione con il nome di ponte Umberto Cataldo in onore del sovrano e del santo patrono della città. Nel 1958 fu sostituito dall'attuale ponte san Francesco di Paola. (se ne è parlato qui http://www.betasom.it/forum/index.php?/topic/48609-altre-curiosità-sul-canale-e-sul-ponte-girevole-di-taranto/ ) Quel primo ponte, “ardita opera di nazionale industria”, come ci ricorda la lapide murata sulla spalla sul lato città vecchia, avrebbe unito le due sponde del canale che era stato nel frattempo completato il 14 aprile 1886 dopo tre anni dall’inizio dei lavori. Non era stata impresa facile. Si era dovuto mettere in secco il vecchio fosso e sacrificare il ponte in muratura di porta Lecce a suo tempo fatto costruire da Ferdinando I di Borbone. Come se non bastasse la città era stata colpita dall'alluvione del 14 settembre 1883 che aveva complicato ancor di più le cose. Alla fine però le ture che avevano chiuso il canale per consentire i lavori furono rimosse e il passaggio dell'acqua colmò in circa dodici ore l'antico fossato, dando così inizio alla storia del "Canale navigabile" di Taranto. Dopo pochi anni dal suo completamento però si manifestarono alcuni seri problemi. Beninteso, il Genio militare aveva svolto con grande perizia il proprio lavoro grazie all’ingegno ed alle capacità del capitano Giuseppe Messina. Il Comune, però, aveva trascurato la manutenzione delle aree di sua pertinenza che sovrastavano le opere militari. Nel 1897 comparvero alcune preoccupanti lesioni nel grosso muro di contenimento del tratto nord del canale che, alla fine dell’anno 1899, si aggravarono a seguito di un ulteriore cedimento dello stesso muro attiguo al ponte girevole. Si procedette così a tamponare le lesioni e a rinforzare i muri di sponda le cui basi furono allargate e fatte poggiare su “palificate”. Ma cosa aveva prodotto quelle lesioni in una struttura che avrebbe dovuto assicurare una solidità a tutta prova? Qual è quell’elemento senza il quale non ci sarebbe vita sulla terra ma che allo stesso tempo è capace di provocare spaventosi disastri? L’acqua, che con stillicidio lento ed inesorabile, in modo subdolo e nascosto riesce ad infiltrarsi in ogni piccola crepa o anfratto, agendo indisturbata fino a compromettere la resistenza di strutture apparentemente indistruttibili. Subito verrebbe da pensare che fosse stata l’acqua di mare nel canale a compromettere dal basso la stabilità delle sponde. E invece no. Fu l’acqua piovana che, infiltrandosi dall’alto, aveva infradiciato le strutture fino a farle sgretolare. La Marina intervenne rappezzando alla meglio le sponde ma di più non poteva fare. I lavori necessari per risolvere alla radice il problema competevano all’Amministrazione comunale perché l’area al di sopra di quelle opere militari era di sua pertinenza. Venne pertanto stipulata una convenzione secondo la quale il Comune avrebbe dovuto occuparsi della manutenzione delle aree soprastanti le strutture militari del canale navigabile vicino al ponte allo scopo di far cessare le infiltrazioni di acque piovane che avevano determinato le lesioni ed il crollo del grande muro di sostegno. Il Comune, però, o sottovalutò il problema o, come spesso accade, non ritenendolo urgente ne rimandò la soluzione in attesa di tempi migliori. Ciò innescò un lungo contenzioso legale che in entrambe le fasi di giudizio vide il Genio prevalere sull’Amministrazione comunale. Alla fine la vertenza fu composta bonariamente con i buoni Uffici della Prefettura di Lecce. Ma l’Amministrazione comunale continuò a temporeggiare fino a che il mattino del 29 ottobre 1904 l’alto muro di sostegno crollò per un tratto lungo 55 metri, trascinando con sé nel canale l’antistante banchina. Il relativo muro di sponda divenne talmente pericolante che fu necessario demolirlo parzialmente. I lavori di ripristino furono complessi. L’allora direttore del Genio di Taranto, Colonnello ingegnere Vincenzo Monaco, predispose un progetto che prevedeva l‘impiego di cassoni a perdere ad aria compressa lunghi dai 12 ai 15 metri e larghi da 3,60 a 5,50 e spinti alla profondità di 8.13 m. dal livello medio del mare per raggiungere il banco di argilla resistente. I lavori vennero affidati alla Ditta fratelli Borini di Torino. Il Colonnello Monaco La costruzione delle fondazioni del muro di sponda del canale navigabile di Taranto su progetto del Colonnello Monaco fu tra le prime applicazioni in Italia della moderna tecnica dei cassoni pneumatici a perdere. Prima dei lavori nel canale l’Ufficiale si era scrupolosamente documentato sulla costruzione del Ponte Cavour sul Tevere a Roma nell’anno 1905, a cura dell’Impresa Vitali che aveva adottato la stessa innovativa tecnica costruttiva. Per concludere va detto che i muri di sponda del canale sono oggetto di lavori di manutenzione anche in quest’ultimo periodo. Il tempo passa, la struttura invecchia ed è soggetta ad un continuo e scrupoloso monitoraggio. Tuttavia, grazie alla perizia dei suoi progettisti, di coloro che li hanno degnamente seguiti nelle opere di ristrutturazione e consolidamento, e delle maestranze impegnate nei lavori, continua a svolgere con efficienza il suo compito donando a cittadini e turisti la possibilità di godere di una delle passeggiate più suggestive al mondo.
  13. Rostro

    Licio Visintini: La Sua Corrispondenza

    Ricordo a tutti che il prossimo 2 giugno 2023, organizzato dalla Mostra Storica dell'Arsenale di Taranto (MO.S.A.), vi sarà all'interno di un Bunker ristrutturato nell'Arsenale di Taranto un'esposizione di cimeli dei fratelli Visintini. L'ingresso sarà libero dalle ore 10,00 alle ore 19,00 senza prenotazione. http://www.betasom.it/forum/index.php?/topic/48727-mostra-visentini-al-mosa-di-taranto/&tab=comments#comment-537318 Lo stesso giorno si terrà sempre in Arsenale nelle sale del MO.S.A. una mostra fotografica curata dal prof. Oreste Serrano (Presidente dell'Associazione Treni Storici Puglia) su "Il sistema dei trasporti di Marinarsen Taranto dal vapore al motore termico 1884 - 2023. Anche in questo caso ingresso libero dalle ore 10,00 alle ore 19,00 senza prenotazione.
  14. Rostro

    Quiz: Indovina Il Personaggio

    Un'unità della Marina militare statunitense porta il nome della trasvolatrice Amelia Earhart ma non è un battello… E' una nave appoggio, progettata per il trasporto di munizioni, cibo, rifornimenti, carburante etc. per le unità navali statunitensi e degli alleati Continuiamo la ricerca...
  15. Rostro

    Quiz: Indovina Il Personaggio

    Giusto. E' Giuseppe Pisanelli. Delle vicende politiche e delle fasi salienti relative alla nascita dell'Arsenale di Taranto ho parlato qui: http://www.betasom.it/forum/index.php?/topic/48207-il-vinzaglio-nella-cruna-dellago/ e qui http://www.betasom.it/forum/index.php?/topic/48634-la-travagliata-nascita-dellarsenale-di-taranto/ A te il giuoco Massimiliano
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