Aquiloni di mille metri.
Così le grandi navi correranno con il vento
Progetto di un ingegnere tedesco. Riduce le spese fino al 35%
LONDRA  Un aquilone, un gigantesco aquilone piazzato a prua di una nave mercantile per catturare il vento e risparmiare combustibile.
Un'idea bislacca da ritorno al passato sentenziarono gli esperti: «"Non può funzionare, lei è matto", mi dissero; ma nessuno fu in grado di spiegarmi perché no». Aveva poco più di vent'anni l'ingegnere tedesco Stefan Wrage quando cominciò a cercare un finanziatore per la sua idea: oggi ne ha 33 e mentre racconta gli inizi, il suo sistema SkySails è in fase di avanzata sperimentazione nel Mare del Nord. E ha giàtrovato una societàdi navigazione, la Beluga Shipping, che l'ha comprato e l'anno prossimo lo installeràsu una sua grande nave.
Non è un sogno romantico, ma un preciso e freddo conto economico: la voce combustibile rappresenta la metàcirca del costo di esercizio di un cargo e si è calcolato che sfruttando l'energia eolica una nave che proceda a una velocitàmassima di 15 nodi può abbattere la spesa di circa il 10-35% nell'arco di un anno, a seconda delle condizioni meteo. Su un mercantile da 90 metri si trasformerebbe in un risparmio annuale di 280 mila euro.
Da quando nel XIX secolo comparvero i primi bastimenti a vapore, le vele sono state consegnate alla storia. Ci fu solo un tentativo di riutilizzarle a fini commerciali, negli anni Settanta, subito dopo lo «choc petrolifero»: ma gli ingegneri giapponesi e danesi alzarono bandiera bianca di fronte all'antieconomicitàdi piazzare a bordo alberi tanto grossi da reggere la velatura necessaria a spingere le moderne navi da migliaia di tonnellate.Lo SkySails ha bisogno solo di cavi che lo proiettano fuori bordo, tra i 100 e i 300 metri sopra il livello del mare, dove i venti spirano con una potenza del 50% superiore; l'imbragatura è assicurata a prua della nave con un cavo di traino.
Qui finisce la parte «facile»: il problema del giovane inventore tedesco era come governare l'aquilone e permettere alla nave di manovrare. I primi esperimenti nel Baltico con piccole imbarcazioni furono disastrosi, tanto che nel 2002 Stefan Wrage quasi affondò sotto i debiti: 100 mila euro. Ma poi il prezzo del greggio ricominciò a correre e con il barile a 60 dollari qualcuno pensò che investire nel progetto poteva valere la pena. L'Oltmann Gruppe ci mise 10 milioni e Herr
Wrage tirò fuori un sistema di pilota automatico computerizzato che ha dato ottimi risultati.
Le ultime prove sono in corso sulla Beaufort, una vecchia nave da 55 metri per 800 tonnellate, armata con un aquilone da 160 metri quadrati. L'anno prossimo il debutto commerciale con la Beluga, con l'obiettivo di mettere in mare fino a 1.500 mercantili a vento in dieci anni. Wrage è convinto di poter equipaggiare anche una superpetroliera con il suo aquilone: «Ce ne vuole uno da mille metri quadrati». «Sono scettico, l'industria è per natura conservatrice», ha detto al Guardian Edwin Lampert, della Marine Engineers Review. Può andare bene ma solo con una nave piccola, dice John Carlton del
Lloyd's Register. Giàuna volta gli hanno dato del matto, meglio non sbilanciarsi.
Guido Santevecchi
19 settembre 2006