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marcellodandrea

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  1. Vedo di farla più breve del capitolo precedente, almeno spero 🙂 Dunque, il "mulino" (qui sotto indicato dalla freccia, proprio sopra lo scalandrone) nel viaggio di andata verso il Polo, c'era o no? E' un aggeggio piuttosto grosso, con 4 pale altrettanto grosse. Lo vedete qui nella nave vera, dopo il ritorno dal Polo. Qui le pale sono indicate dalle frecce su un grosso modello, il dettaglio è tratto da questo sito e il modello è grande, lungo circa 2 metri (modello che a mio parere ha alcuni errori, il colore dei salvagente, lo scalandrone sul lato sinistro, coffe e colombieri bianchi, per dirne tre evidenti). Ma vi indico questa foto perché poi ci serve per decifrare una foto storica successiva: Allora, in ordine cronologico per quanto posso sapere, ci sono due foto della nave nel giugno 1899 a Christiania (cioè Oslo e prima di caricare l'attrezzatura per la spedizione) dove il "mulino" è chiaramente assente. Una è questa, è piccola, va salvata e ingrandita per vedere bene. L'altra non la ritrovo in rete, vi metto questo dettaglio che ho già usato qui. Mi sembra chiaro che il "mulino" non ci fosse. Però qui la nave è ancora senza le attrezzature per la spedizione, insomma poteva essere ancora in corso di allestimento anche per altre cose, quindi la mancanza del mulino è poco significativa. Nel diario del Duca, a pg 28 del capitolo II c'è una stampa tratta dalle medesime foto, e ugualmente il mulino non c'è. Un'altra foto riferibile all'inizio, diciamo così, è questa, con l'equipaggio della Stella Polare prima della partenza e la nave ancora senza le attrezzature per la spedizione. Il mulino ovviamente non c'è. Passando al diario del duca degli Abruzzi, vediamo, in ordine di successione, questa foto, su Wikipedia in grande formato, dove il mulino chiaramente non c'è (c'è, pressappoco nella stessa posizione apparente, un picco di carico, una gru insomma, che parte dalla base della maestra e si sporge in avanti, da non confondere con il mulino). Qui la nave è completamente attrezzata ed è in viaggio. Nel diario è stampata nel capitolo II, tra le pagine 24 e 25. A pg 31 del diario c'è un'altra foto, presa questa volta a Tromso prima della partenza. Anche qui il mulino non c'è. Ritroviamo una stampa della nave alla pg. 62 del capitolo IV, e ugualmente non c'è il mulino. Stando al diario, è il 1 agosto 1899. A pg 66 del cap. IV c'è un'immagine   di uno degli orsi bianchi uccisi durante la spedizione (praticamente sparavano a tutto quello che si muoveva, orsi, foche, trichechi, uccelli, senza il minimo scrupolo, questa almeno la sensazione che ho leggendo il diario: la cosa è ancora più urtante, per usare un eufemismo, dal momento che viene ripetuto diverse volte che gli orsi non attaccavano mai ma si allontanavano non appena vedevano la nave - e ci credo, direi io...) . La stampa è interessante perché a sinistra, proprio sul bordo, c'è una struttura verticale che potrebbe essere uno dei piloni del mulino. Stando al diario, è il 4 agosto 1899. Tra pg 68 e pg 69 del cap. IV c'è una foto grande, con la Stella Polare inclinata sul fianco destro e stretta per la prima volta tra i ghiacci. Se ingrandite l'immagine, si nota una pala del mulino proprio nella medesima posizione che vi ho indicato nella foto del modello di 2 metri, all'inizio di questo post (ecco perché ci aiutava a decifrare una foto). La data è il 5 agosto, credo. Proprio alla fine del cap IV, o immediatamente prima del cap. V, c'è una tavola grande, con la nave ferma mentre viene scaricata dai materiali. Non vedo il mulino, mentre si vede bene il picco di carico (ma attenzione, potrebbe esserci, dietro l'albero di maestra, però SENZA le pale - cioè, intendiamoci, a me sembra proprio che NON ci sia, ma mi sembra strano che lo abbiano montato, poi smontato, poi montato di nuovo...). A pg 84 del cap V, finalmente, il mulino si vede molto bene e, da qui in poi (qui per esempio durante l'inverno) , è sempre presente in tutte le foto, comprese quelle del ritorno a casa. In quest'ultima che metto, sempre tratta dal diario e riferita al momento della partenza per il ritorno a casa nell'agosto 1900, il mulino c'è, ma mancano le pale, appunto (pg 250 del cap. XV). Allora, concludendo, non so se durante il viaggio di andata verso il Polo, nel luglio 1899 quando voglio ambientare il mio modellino, il mulino era montato oppure no Prima di partire non c'era. A cominciare dalle foto dell'agosto 1899, c'è, o con le pale o senza, ma probabilmente c'è sempre (anche quando non si vede perché mancano le pale ed è nascosto dall'albero di maestra come dicevo prima). Tuttavia, la foto a cui faccio riferimento per il mio modello è sostanzialmente questa. E qui il mulino sicuramente non c'è. La nave ha incontrato i primi ghiacci sul mare nel luglio 1899. E dall'agosto compare il mulino nelle foto. A mio parere, perciò, mettere o non mettere il mulino nel luglio 1899 (con i ghiacci intorno alla nave ANCORA in navigazione, così vorrei fare il diorama con il modello) diventa una questione di testa o croce. E' antipatico arrivare a questa conclusione ma non ho altri elementi per decidere. Ho cercato sul diario ma non si fa cenno ad un eventuale montaggio del mulino nel periodo luglio-agosto. Penso di poter dire con certezza che il mulino alla partenza (giugno) non era montato e forse neppure in luglio, ma lo era in agosto, quando la nave viene bloccata per la PRIMA volta dal ghiaccio e da lì in poi rimane montato. Il mulino è un elemento "decorativo", modellisticamente parlando, carino da vedere. Ma se poi, durante la navigazione del luglio, non c'era, allora è semplicemente sbagliato. Ok, ci penso su un po' e magari chiedo lumi a qualcuno che può saperne più di me di storia e architettura navale. Vediamo che consigli possono darmi. -- ciao 🙂 Marcello d'Andrea
  2. No, guarda meglio, quello è il trinchetto. Su questa nave era piuttosto arretrato, se confronti il disegno all'inizio di questo wip. Sempre nel disegno, il "mulino" è esattamente in corrispondenza dello scalandrone laterale, a centro nave, davanti alla maestra appunto.
  3. Le materozze di resina di numerosi figurini (dipinti anni fa) sono spesso a sezione quadrata o rettangolare e sono molto comode per fare di tutto. In questo caso ho rivestito un pezzettino di plastica per montare un casottino che copre il primo boccaporto del ponte di coperta della nave. Lì sotto c'è una scala che va sottocoperta e una copertura era logica. Che questo casottino ci fosse va dedotto da una singola foto esistente che lo mostra. La foto è questa (ed è tratta dal diario del viaggio) ma su questo sito è visibile (quasi) ad alta risoluzione. Si noti in basso, proprio davanti l'albero, il casottino in questione, aperto sul lato posteriore (verso poppavia). Non si vedono portelli di chiusura (quello aperto a destra è una specie di mezzo portello e non so come spiegarlo. Tuttavia mi sembra logico che fosse aperto dietro (è il lato più protetto) e che ci fossero dei portelli a chiusura. Nei modelli che vedo in rete questo casottino non c'è, salvo in uno dove il portello è situato lateralmente, sul fianco destro: ma la foto mostra l'apertura dietro e così anche io l'ho messa dietro. Lungo l'albero di trinchetto ho cominciato a mettere la parte bassa delle manovre correnti del trinchetto, appunto. Come dicevo, devo metterle ora o poi non sarà più possibile. Ma devo trovare il modo di simulare l'accumulo di cordami sulla cavigliera, in questa scala è piuttosto complicato ma vedo di inventarmi qualcosa (spero). Per finire ho messo alcune false sartie. Mi servono per trovare le misure degli ingombri sui ponti del materiale per la spedizione (cioè per non mettere troppa roba che vada a interferire con le sartie). Poi le toglierò e metterò quelle definitive. Queste sono fissate con una puntina microscopica di vinavil. E ora veniamo ad un altro problema. La presenza - o l'assenza? - delle "pale eoliche" (una specie di mulino, che dava energia alle pompe di sentina e forse a qualche altra cosa immagino) situate proprio davanti all'albero di maestra. Il mio modellino è ambientato nel viaggio di andata, nell'estate del 1899. Anche se in tutti i modelli che ho visto (sempre ambientati nel viaggio di andata, quindi con il pieno carico di attrezzature) il mulino c'è sempre, in realtà io non sono tanto convinto che fosse montato durante il viaggio di andata. Beh, vedo di capirci qualcosa, magari mi sbaglio... 🙂 ciao Marcello d'Andrea
  4. E quindi ecco un aggiornamento in tempo reale. Ho aggiunto le gruette per le imbarcazioni a centro nave, sempre in filo metallico. La gruetta a lato del trinchetto è situata subito dopo la 4a sartia dell'albero. Ho dipinto anche le estremità degli alberi in bianco e messo in posto il "barile" d'osservazione (bianco pure lui stando alle foto) in cima alla maestra. Per sistemare la prima gruetta correttamente (dopo la 4a sartia) ho riportato con il lapis la posizione delle bigotte (delle sartie) di trinchetto sui parasartie anteriori. Ora viene il difficile. Bisogna sistemare sui ponti (almeno un po' del)le attrezzature che portavano per la spedizione al Polo (sui ponti ci sono altre 4 scialuppe oltre le 6 ai lati, poi i canili, le slitte, i cajaki, le casse di viveri etc.), senza che queste intralcino l'andamento delle sartie basse e dei paterazzi ai parasartie laterali e mettere pure le manovre interne dei pennoni (che dopo non sarebbe più possibile mettere). In un modello di dimensioni maggiori metterei prima le sartie, i paterazzi e gli stragli, poi le masserizie sui ponti e infine i pennoni con le loro manovre, ma qui dovrò procedere a rovescio, dall'interno (le manovre dei pennoni) verso l'esterno (per ultime le sartie)... 🙂 ciao Marcello link ai miei modelli navali
  5. Grazie di seguire il topic, ma la costruzione non è così celere come sembra. Come ho detto all'inizio, ho cominciato questo modellino un paio di mesi fa, e quindi non ho fatto altro che inserire le varie fasi - fino al punto in cui sono arrivato oggi - a distanza di qualche giorno per dare il tempo a chi fosse interessato di leggerlo un po' per volta. Da qui in poi comunque spero che gli aggiornamenti siano in tempo reale, più o meno ... 🙂 ciao grazie Marcello
  6. Allora aggiorniamo a dove sono effettivamente arrivato fino ad ora. Rispetto all'ultima foto, ho aggiunto le gruette delle imbarcazioni ai lati del cassero (mancano quelle ai lati della coperta), le battagliole, i salvagente, le scalette. Battagliole e scalette sono fotoincisioni Regiamarinamas (AF 038), non ci sono fotoincisioni dedicate ovviamente, così ho scelto quelle che gli assomigliavano di più tra quelle che avevo disponibili. I salvagente sono di filo metallico, così come le gru delle scialuppe. (cliccare sulle foto per ingrandire) Dalla coperta al cassero sale una sola scaletta sul lato destro della nave (non due). mentre le battagliole sono metalliche e rigide, i corrimano delle scale sono fatti da un candeliere a basso e una semplice corda che sale fino alla battagliola in alto. Ho aggiunto anche la chiesuola di una campana accanto al portello di destra. Il corrimano delle scalette si vede bene qui: (dettaglio di foto da rivista tedesca d'epoca: la Stella Polare a Tromso al ritorno dal polo, 1900) Ho cominciato a preparare la basetta con alcune mani di impregnante, via via lucidate. Prima della lucidatura finale però devo far fare la bacheca al di sopra. Per ora è tutto, ciao alla prossima 🙂 Marcello d'Andrea link ai miei modelli navali
  7. Stella Polare post 1901-1911, servizio nella Regia marina Qui il problema, più che altro, è datare correttamente le foto. La più certa è qui linkata, non tanto per il sito web di provenienza (spesso poco accurato per le date in verità), ma per il fatto che la fruitrice della cartolina (una certa signora Adele, come scritto sul lato destro 🙂 ) ha annotato la data sulla foto stessa (il che però ci dice solo quando la cartolina è stata spedita, non quando la foto è stata scattata). L'aspetto generale è il medesimo. In compenso il fumaiolo e le maniche a vento sembrano decisamente grigio scuro. Un dettaglio interessante e diverso dal passato è che, se si ingrandisce molto e si schiarisce un po', i fregi sulla poppa della nave appaiono nettamente più scuri dello scafo, scuri quanto la cornice con il nome. Per capire cosa intendo senza tornare indietro, si confronti rapidamente con questa che è sicuramente dell'inverno 1899-1900, dove i fregi sono dello stesso colore della nave. Si noti anche il colore scuro di coffe e colombieri. Altre foto sono le seguenti: Questa foto qui in grande formato, è datata al 1915/16 (sul sito di agenziabozzo.it, lo stesso della foto precedente, è datata al 1900, ma per le ragioni qui esposte credo che sia corretta la data più tarda). Si osservi il fumaiolo e le maniche a vento grigio scuro e, soprattutto, i fregi di poppa molto scuri, come la cornice del nome. I salvagente non sono più bianchi (forse arancio?). Si noti anche coffe e colombieri scuri. Una terza foto è sul web ma ho ricevuto una versione un po' più grande dal museo navale di La Spezia. Come al solito qui metto solo un piccolo dettaglio ma significativo. Secondo il museo la foto è stata presa sicuramente a La Spezia e quindi dopo il ritorno dal polo. E' possibile perciò che faccia riferimento al periodo di servizio presso la Regia marina. Si noti, di nuovo, il colore molto scuro dei fregi a poppa e, a sinistra, il riflesso chiaro sulle maschette della coffa di maestra: ma le altre foto mostrano tutte le coffe molto scure, ritengo perciò che questo sia solo un riflesso di luce e non un colore bianco applicato sull'albero in quel punto). (dettaglio di foto, Stella Polare a La Spezia in data post 1901 C'è poi un'ultima foto, pubblicata sul libro di A. Rastelli: Le navi del Re, Sugar ed. 1988, che non è rigorosamente datata. IL libro riporta, però, l'autore della foto, Oscar Parkes, che fu un membro della Royal Navy e un famoso artista e fotografo navale. Nel 1900 aveva 15 anni, perciò reputo assai probabile che la foto da lui presa della Stella Polare fosso sensibilmente più tarda, forse anche di una diecina di anni. Per questo motivo e per il fatto che la battagliola della piattaforma sopraelevata è fasciata di canapa e i salvagente sono scuri, penso che la foto si riferisca comunque al periodo di servizio nella Regia marina, ben oltre il 1902. Qui si vede meglio che le punte bianche dell'alberatura ci sono ancora tutte (compresa l'asta di fiocco), ma non si vedono i fregi. Complessivamente, perciò, darei queste caratteristiche: opera morta: bianco o grigio chiaro come in precedenza alberatura: legno naturale con punte degli alberi bianche, come in precedenza. Boma probabilmente legno naturale. dettagli: fumaiolo e maniche a vento grigio scuro; fregi di poppa, cornice e nome della nave molto scuri (oro scuro? bronzo?) - ipotesi: salvagente scuri (arancio?) e fasciatura di canapa delle battagliole alte nell'ultimo periodo di servizio presso la regia marina. NOTA: a mio parere, i fregi della nave sono stati colorati in oro scuro o bronzo solo dopo la spedizione polare, appunto durante il servizio nella Regia marina. Stella Polare 1911- 1922 (circa), comune di Roma, Fiumicino opera morta e dettagli: nero (salvagenti a poppa bianchi) alberatura: bompresso nero, il resto non presente Un'altra foto, presente anche sul sito della proloco di Fiumicino, è questa. Stella Polare post 1922- 1925 circa, 1925 - 1945 circa, La Spezia La nave viene trasferita a La Spezia e , stando a quanto mi dicono al Museo navale, viene esposta sotto forma di parte della poppa e altre parti (presumo anche la prua) dopo il 1925. Al Museo non mi sanno dire che cosa sia successo alla nave prima del 1925, le cronache parlano di un incendio ma non ho altre informazioni. Ho ricevuto una foto dal museo navale che mostra la poppa della nave esposta al museo: è completamente nera (con vernice molto degradata) , deduco perciò che anche altre parti, prua compresa, siano rimaste in nero. Stella polare post 1945, Milano Durante la guerra i reperti esposti furono distrutti dai bombardamenti, salvo evidentemente lo sperone e il bompresso, che furono trasferiti a Milano, al Civico Museo navale didattico. Non ho notizie di questo periodo e non so in quali colori fossero i reperti. Successivamente tutte le collezioni furono prese in carico dall'attuale Museo della scienza di Milano. Le foto si trovano in rete. Ho una foto del 1973 dello sperone, verniciato così come è oggi. Nell'ultimo restauro del 2002/03 sono stati lasciati i colori precedenti in base ad uno studio stratigrafico che ha documentato la sola presenza del bianco e dell'oro - il nero non lo hanno trovato, né alcun colore sottostante. Considerando che la nave è stata sicuramente verniciata in bianco (o grigio) e poi in nero, l'assenza di colori sottostanti il bianco a mio parere indica che i pezzi - forse dopo la guerra - furono ripuliti e sverniciati completamente, prima di essere restaurati e riverniciati in bianco/oro. *********************************************************** Qui finisce il piccolo studio che ho fatto. Se i miei scopi fossero stati più specialistici ovviamente avrei dovuto muovermi di persona e visitare ogni singolo museo, ma per il piccolo modello che sto facendo penso che siano sufficienti. E' davvero un peccato che il film di Calcina del 1901 sia quasi sicuramente andato perduto (non ho esaurito ogni speranza, ma siamo vicini...) . Invito tutti di nuovo a farmi presente eventuali foto e documentazioni in contrasto con le mie ipotesi. In ogni caso grazie di aver letto fino qui 🙂 Ora riprendiamo con il modellino 🙂 ciao a presto Marcello d'Andrea
  8. Stella Polare 1899-1900, spedizione al Polo Nord opera morta : bianco (o grigio chiarissimo) opera viva: verde medio alberatura: tutto in legno naturale, con parte terminale di tutti gli alberi (compresa asta di fiocco e pennone di randa) e l'intero boma bianchi. In pratica, una specie di "corona" di punte bianche che avvolgeva l'intero profilo scuro dell'alberatura della nave, forse a scopo di maggiore visibilità (ma in realtà non so la ragione). dettagli: fumaiolo dello stesso colore della nave con parte terminale nera, maniche a vento dello stesso colore della nave con interno rosso, fregi (di prua e di poppa) dello stesso colore della nave, salvagenti bianchi, scudetto sabaudo a poppa (rosso con croce bianca), cornice e nome della nave di colore molto scuro (oro scuro o bronzo?). Il dettaglio della foto seguente è preso da internet, è una versione a bassa risoluzione di una foto che, su richiesta, è disponibile ad alta risoluzione presso il Museo della Montagna di Torino. Questa foto (nave piegata sul lato destro) fa riferimento all'agosto 1899. Le frecce rosse indicano tutti i dettagli che ho elencato sopra. Nella foto ad alta risoluzione le parti bianche sono molto chiare e definite. Mia modesta opinione, escluderei che coffe e colombieri siano bianchi (il tono leggermente più chiaro del colombiere di gabbia di trinchetto è probabilmente dovuto al riflesso della luce). Ho un'altra foto ad alta risoluzione, presa con la stessa angolazione, ma relativa al momento in cui la nave fu abbandonata per l'inverno (la nave è piegata sul lato sinistro) che mostra gli stessi dettagli e la medesima colorazione. Solo per capire, inserisco questo minuscolo dettaglio ad alta risoluzione della seconda foto (inverno 1899) (non posso pubblicare le foto ad alta risoluzione senza autorizzazione). Come si vede, la punta del pennone di randa (per fare un esempio) è senz'altro bianca. La coffa e il colombiere di mezzana sicuramente no. Per completezza, devo dire che due foto della nave prima della partenza, prese a Christiania (l'attuale Oslo) nel giugno 1899, hanno una illuminazione un po' strana e sembrano far intravedere tra vari riflessi luminosi sull'alberatura, un paio di colombieri più chiari (gabbia di trinchetto e maestra). La prima è quella linkata sopra. L'altra (un dettaglio) la inserisco qui perché non la ritrovo su internet. La differenza rispetto al boma (indubbiamente bianco) è sensibile, anche se qualche dubbio può rimanere. Però - ATTENZIONE - nelle foto citate sopra ad ALTA risoluzione i colombieri e le coffe di trinchetto e maestra sono scurissimi come quello di mezzana (mentre quello di gabbia di trinchetto resta un po' più chiaro). Che dire, può darsi che in porto a Oslo (Christiania) nel giugno 1899 il colombiere di maestra fosse bianco? Sinceramente non so dirlo, ma non vedo una logica nel fare bianchi due colombieri su quattro. A proposito della foto seguente si noti, anche, già che ci siamo, la forma delle coffe, tutte e tre sicuramente complete. (ma prego chiunque abbia, eventualmente, una spiegazione logica, di farla presente qui, si capisce 🙂 ) Infatti, foto ad alta risoluzione a parte, il colombiere e la coffa di mezzana sono sicuramente scuri anche ripresi da altra angolazione, si veda questa foto dal diario del duca (poppa vista dall'alto, luglio 1899, la nave incontra i primi ghiacci). Le frecce rosse indicano la coffa di mezzana (molto scura) e il boma (bianco). I fregi dovrebbero essere bianchi (se il colore dello scafo è bianco, come sembra - è proprio bianco anche in una foto ravvicinata della poppa da destra, presa prima della partenza, con gli ufficiali e il costruttore Colin Archer, foto che mi ha inviato il museo de La Spezia) si osservi anche questa foto, presa al ritorno della nave (salvare, ingrandire e schiarire l'immagine). Oltre i fregi, è ben visibile anche lo scudetto con la croce bianca. Che l'interno delle maniche a vento sia rosso è un'ipotesi ragionevole, basata su questa copertina della rivista "La Tribuna illustrata" (I principi di Piemonte in visita alla nave prima della partenza). Si noti, comunque, l'errore del disegnatore che ha piazzato una scaletta verso proravia su quel lato della piattaforma sopraelevata (a destra della manica a vento), mentre è dall'altro lato e verso poppa. Il colore verde dell'opera viva risulta ugualmente dal retro copertina di un'altra rivista d'epoca, La Domenica del Corriere, che si trova facilmente su internet. Per quel poco che può valere, anche in questo disegno colorato tutte le coffe e i colombieri sono in legno naturale. Stella Polare 1900-1901, ritorno La nave si direbbe colorata, abbastanza ovviamente, allo stesso modo che alla partenza, ma il fumaiolo sembra grigio scuro in tutte le foto che conosco (4 o 5), di cui due prese a Barcellona nel gennaio 1901, le altre a La Spezia. Anche il boma sembra più scuro, ma molti pennoni erano stati utilizzati per costruire le baracche sul ghiaccio e forse questo era stato sostituito. Qui si situa il cortometraggio del 1901 "La Stella Polare del Duca degli Abruzzi", girato da Vittorio Calcina, noto cineasta dei primi del secolo al servizio della casa reale. Purtroppo, una mia ricerca presso la Cineteca nazionale, l'istituto Luce, il Museo della Montagna ha dato esito negativo. Ho chiesto ad un collega di mia moglie, che insegna all'università di Roma, di aiutarmi a cercarlo se possibile. Ma temo seriamente che sia andato perduto. Completerò queste note con il prossimo messaggio, relativo alla fase finale della vita della nave. ciao 🙂 Marcello d'Andrea PS - naturalmente se avete aggiunte, note o correzioni documentate, siete ampiamente bene accetti, si intende ! 🙂 🙂 🙂
  9. Grazie a tutti quelli che seguono questo topic. Se avete osservazioni da fare, o notate qualcosa che a me sfugge, vi prego di intervenire (il lavoro in equipe è il bello dei forum) 🙂 Dunque, veniamo alla colorazione dell'alberatura e, per estensione, di altri dettagli. In particolare: alberatura e pennoni, fumaiolo e maniche a vento, scalette, fregi a prua e poppa, scudetto araldico sempre sul quadro di poppa, cornice con il nome della nave, salvagente. Quelli che ho elencato sono particolari che, nei vari modelli sul web (nei musei o di privati, e in più quello Hachette) vedo realizzati in vario modo. Però nelle foto storiche mi pare di vedere colorazioni diverse da quelle proposte dai modelli. Fino a questo punto del modello, più o meno, consideravo la colorazione del reperto conservato al museo della scienza di Milano (sperone di prua e bompresso della Stella Polare) una prova certa che lo scafo fosse verniciato in bianco, i fregi fossero dorati e il bompresso (e forse altri alberi) bianco. Poi ho realizzato che la nave, dal 1911 al 1922, donata al comune di Roma ed esposta a Fiumicino, era stata disalberata e ridipinta completamente in nero (metterò più avanti i link a queste due foto). Cioè, ho avuto di fronte al naso le due foto note della nave a Fiumicino tutta nera per un po' di tempo, ma mi ci è voluto circa un mese per realizzare che, se prima era dipinta di nero, i colori del reperto di Milano non erano originali. Ecco perché ho cominciato a guardare meglio le foto storiche. Ho contattato il museo della scienza di Milano, poi alcuni funzionari del Museo della montagna di Torino, dell'Istituto idrografico militare, del Museo tecnico navale di La Spezia. Tutti mi hanno risposto rapidamente fornendomi le informazioni che avevano e alcune foto, anche ad alta risoluzione, della nave. Metto perciò qui di seguito le mie conclusioni e qualche dettaglio tratto dalle foto storiche. L'elenco è lunghetto, anche questo lo inserirò in un paio di messaggi distinti. Cominciamo dall'inizio **************************************** Jason 1888, spedizione in Groenlandia opera morta: legno naturale molto scuro o più probabilmente nero alberatura: presumo legno naturale scuro dettagli: fumaiolo grigio scuro con parte terminale nera e due bande molto chiare a metà altezza; coronamento di prua e poppa molto chiaro Jason 1892, spedizione in Antartide NOTA: esiste un fotomontaggio di questa foto pubblicato su una rivista italiana d'epoca, nel quale sono stati tolti i pennoni di maestra e le bandiere norvegesi (sostituite con bandiere italiane). La foto è però indubbiamente la stessa e la nave è il Jason, non la Stella Polare. opera morta: come 1888 alberatura: come 1888 dettagli: fumaiolo chiaro con parte terminale nera, maniche a vento come il fumaiolo; coronamento di prua e poppa molto chiaro Un bel modello del Jason (datato come aspetto al 1881) si trova a questo link di un museo norvegese. Le immagini sono discrete e salvandole ingrandite si vedono molti dettagli. Non saprei, però, perché il modello sia stato dipinto come la Stella Polare (scafo bianco e opera viva verde), dal momento che le uniche foto che conosco del Jason lo mostrano con lo scafo nero. In un quadretto sempre nel medesimo museo la nave è colorata in modo più simile alle foto. Jason gennaio 1899, cantiere di Larvik La foto (pg 16, cap. II del diario del duca degli Abruzzi) mostra i lavori di adeguamento e modifica fatti al Jason per "trasformarlo" nella Stella Polare. I lavori furono progettati da Colin Archer, noto architetto navale, lo stesso che aveva costruito il Fram (ingrandire la foto al massimo nel link prima di salvarla, per poterla osservare bene). opera morta: bianco alberatura: legno naturale, punte degli alberi bianche dettagli: fumaiolo grigio scuro **************************************** Nel prossimo messaggio (ora è tardi e vado a dormire...) illustrerò quello che credo di aver capito sulla colorazione della Stella Polare durante la spedizione del 1899-1900. ciao 🙂 Marcello d'Andrea
  10. Beh, provo a fare le cose per bene, ma poi posso anche sbagliare... Gli amici dei forum mi hanno spesso aiutato a correggere gli errori e a "decifrare" i dettagli più complicati. Andiamo avanti... ho sistemato meglio la prua, montando l'asta di fiocco, che era inchiavardata ad un grosso blocco di legno (qui un cubettino di resina sagomata). Poi ho preso in esame la zona della timoneria a poppa. Il direttore del Museo del mare di Tortona mi ha gentilmente inviato alcuni disegni Navimodel della timoneria, corretti per quello che posso vedere dalle foto e che mi hanno aiutato non poco a "decifrare" questa parte. Ho aggiunto comunque un dettaglio che si vede nelle foto storiche, ad esempio questa: (foto aggiunta a scopo discussione modellistica - Stella Polare 1900 viaggio di ritorno, accanto ad un iceberg) Si nota, dietro il marinaio in piedi a poppa, una ruota posta in verticale. Presumo fosse (non ce n'è traccia in nessun modello né in alcuno dei piani che ho visto, compresi quelli Navimodel) una sorta di verricello per filare cavi a mare. Poi ce ne sono altri due di verricelli a poppa (uno è proprio a sinistra del marinaio, coperto dal sacchetto di tela - ma in altre foto si vede scoperto), ma li sistemerò in seguito. Il timone è una fotoincisione residua del Lusitania (ho fatto il Titanic in 1:350 e qualcosa è rimasto), ma come diametro era quasi corretto, così l'ho utilizzato. Il resto della timoneria, gli osteriggi e due coppie di bitte ai lati della piattaforma sono di plasticard. Qui la freccia indica un oblò ugualmente assente in piani e modelli, ma ben visibile nelle foto storiche. Ho fatto l'argano a motore con un mix di tondini di plastica e altro. Ho poi ridipinto l'interno delle maniche a vento in rosso, perché una illustrazione de "La Tribuna illustrata" del 1899 che documenta la visita dei principi di Piemonte alla nave a Oslo prima della partenza li mostra dipinti, appunto, in rosso (con i principi c'erano disegnatori e fotografi, avranno visto bene immagino come era fatta la nave). (immagine aggiunta a scopo discussione modellistica) L'alberatura è di tondini metallici di vari diametri ripresi direttamente dai disegni in scala, incollati con attack. Le fasciature dei colombieri e le teste di moro sono di carta ugualmente indurita in attack e lisciata. Le crocette sono in striscioline di plasticard, le coffe sono fatte con tre strati di carta incollata insieme con cianoacrilato e lisciata. Si incollano prima gli alberi di trinchetto e mezzana, sono i più lontani e si possono allineare meglio. Poi si incolla la maestra, in mezzo tra gli altri due si allinea altrettanto facilmente (così facendo, tra l'altro, si regola meglio anche l'altezza degli alberi, che ho sistemato inserendo nei fori dei minuscoli pezzettini di plastica a misura: la coffa di maestra infatti deve risultare leggermente più in alto delle altre due, mentre l'albero più alto è quello di trinchetto). Qui gli alberi sono tutti dipinti in legno naturale scuro (fondo a smalto marrone medio e lavaggi graduali con bruno van dick a olio). Aggiungo una cosa il giorno dopo aver scritto questo post Mi ero dimenticato di specificarlo), riguardo la FORMA DELLE COFFE. Ho fatto le coffe tutte COMPLETE. Questo perché in tutte le foto storiche le coffe sono, appunto, complete. Non so dire perché nei disegni Navimodel (e forse in altri disegni) così come in molti modelli che ho visto (compreso quello Hachette), le coffe di maestra e mezzana siano incomplete, arrivando solo fino al colombiere senza coprire l'intera crocetta. Così non è, ci sono foto più che sufficienti a stabilire senza ombra di dubbio che TUTTE le coffe coprissero l'intera crocetta. ***************************************+ A questo punto mi sono fermato e ho cominciato a valutare bene le foto storiche, perché la COLORAZIONE DELL'ALBERATURA per come la vedevo sui modelli (alberi in legno naturale con tutte le coffe, crocette e colombieri bianchi, o addirittura tutta l'alberatura bianca) mi sembrava molto DIVERSA da quella che vedevo nelle foto. Ma vi parlo di questo nel prossimo post 🙂 ciao Marcello d'Andrea link ai miei modelli navali
  11. A questo punto ho cominciato ad interessarmi della colorazione della nave nel 1899, cioè al momento in cui volevo situare il modello. Dovendo mettere il tavolato del ponte, ero obbligato a colorare la nave ora, prima di mettere la decal, così da sistemare, poi, ogni altro dettaglio. In rete ci sono diversi modelli, da musei, concorsi, o semplicemente di privati e infine c'è quello Hachette ben noto immagino, che hanno solo un piccolo problema: sono più o meno diversi, nella colorazione (o nella presenza/assenza) di svariati dettagli, dalle foto storiche. Questo almeno a me sembrava, così ho cominciato una piccola ricerca per vedere se riuscivo a conoscere meglio la situazione: ho contattato perciò il Museo della Scienza di Milano, il Museo della Montagna di Torino (con le collezioni del Duca degli Abruzzi), il Museo tecnico navale di La Spezia e qualche altro ente, oltre a cercare lumi sulla nave sotto bandiera originaria norvegese (la baleniera Jason) in musei norvegesi. Intanto il colore dell'opera morta. In tutti i modelli è bianco, e bianco è certamente anche il pezzo di sperone di prua conservato al Museo della Scienza di Milano. Quel reperto è stato restaurato nel 2002/3 ripristinando i colori già presenti sicuramente in una foto del 1973 (sperone e bompresso bianchi, fregi oro) e proviene dal Civico Museo Didattico Navale (sempre di Milano) che lo aveva preso in carico dopo la II guerra mondiale dal museo di La Spezia. Il personale del Museo mi ha informato che una loro stratigrafia ha accertato la presenza solo di vernice bianca; al di sotto non c'era niente. Ma la Stella Polare, negli anni dal 1911 al 1921 circa, è stata disalberata e riverniciata completamente di nero dal comune di Roma per essere esposta, come nave-museo, a Fiumicino. E a La Spezia la poppa della nave è stata conservata fino alla II guerra mondiale, appunto verniciata di nero. Presumibilmente anche la prua, ivi conservata, era nera, prima di arrivare a Milano. E il nero dovrebbe essere stato dato sopra la vernice precedente, chiara, della spedizione del 1899-1900. Dove è finita quella vernice? Beh, probabilmente è stata grattata via prima di essere restaurata a Milano dopo la guerra. Ma allora su quale documentazione è stata applicata la vernice perfettamente bianca allo scafo e al bompresso, e quella oro ai fregi? Per farla breve, le foto storiche del 1899-1900 parlano di uno scafo sì bianco o grigio molto chiaro, ma con fregi dello stesso colore della nave (cioè NON dorati, ma bianchi o grigi), targhetta e nome della nave molto scuri (forse oro scuro). Visto che parliamo di colorazione, aggiungo che rispetto ai vari modelli in giro i salvagente a ciambella non sono MAI stati a settori bianchi e rossi, ma solo completamente bianchi (almeno nel 1899-1900, mentre in seguito compaiono anche più scuri, forse in arancio chiaro) e che lo scudetto di poppa, che vedo verniciato in blu con la croce rossa in molti modelli, era senza alcun dubbio (così compare anche su una copertina della Domenica del Corriere del 1899) lo stemma sabaudo rosso con croce bianca (direi quasi ovviamente, dato che fu applicato su indicazione del Duca degli Abruzzi). Di conseguenza ho dipinto la nave in grigio chiaro, il ponte in legno medio compreso il trincarino come da foto storiche, ho montato i salvagente dipinti solo in bianco. Per i fregi e altro sullo specchio di poppa utilizzerò delle decals apposite date le minuscole dimensioni. A questo livello non avevo ancora chiarito il colore dell'alberatura, quindi al bompresso ho dato momentaneamente il primer grigio chiaro. Si noti che nel modellino ho messo un solo accesso per una scaletta che sale dal ponte di coperta sul lato destro del cassero. Dalla coperta al cassero infatti c'era una sola scaletta (due foto storiche, sul diario di viaggio del Duca, lo dimostrano), e non due scalette come proposto nel modello Hachette. Qui ho già messo la decal del tavolato sui ponti. Ho aggiunto le due gru di capone e una serie di boccaporti al centro della coperta Il fumaiolo è fatto con carta arrotolata intorno ad un'anima di tondino in legno del diametro adeguato. La carta è incollata con attack e poi lisciata. Ho aggiunto una base circolare di plastica, Anche il rinforzo a metà è di sprue stirato, mentre il tubo esterno di scarico vapore è di filo metallico. Come per quelli sulla coperta, ho preparato a parte gli osteriggi sul cassero (in legno rivestito di plasticard). e la cavigliera a pie' d'albero di trinchetto poi ho montato tutto, comprese le maniche a vento (tondini di plastica piegati a caldo. Qui ho momentaneamente dipinto l'interno delle maniche a vento in nero, ma poi ho cambiato idea (ne parlerò più avanti). Ho aggiunto altri dettagli. L'argano orizzontale subito dietro al castello, l'argano verticale che alloggia sopra il castello e due grosse bitte singole per i passacavi di prua. La catena di ottone (qui dipinta in nero) è un dono di un mio amico che lavora in oreficeria. A sinistra dell'argano si nota la scaletta di accesso al castello. Ci sono alcune foto che la mostrano ma è impossibile capire di che colore fosse, anche se non era bianca (quindi forse legno medio). Per finire questa parte, un abbozzo del diorama finale, con un grosso iceberg (nella foto momentaneamente è solo un pezzo di corteccia d'albero) di poppa alla nave. Intorno ci saranno acqua e lastroni di ghiaccio (anche qui da due foto tratte dal diario del Duca - ricordo a chi volesse leggerlo e consultare le foto, che il diario è disponibile on line digitalizzato, l'indirizzo l'ho segnalato nel primo messaggio di questo topic). ciao alla prossima 🙂 Marcello d'Andrea
  12. ciao a tutti un po' in ritardo rispetto all'inizio della costruzione, apro questo wip dedicato alla Stella Polare, nave utilizzata dal Duca degli Abruzzi nel 1899-1900 per un tentativo di raggiungere il Polo Nord. Per evitare di fare un messaggio troppo lungo dividerò il lavoro svolto fino a qui in due o tre messaggi, inseriti a distanza di qualche giorno l'uno dall'altro, giusto per dare il tempo di leggere. Purtroppo fino ad ora non ho avuto molto tempo e ho dovuto ridurre questa attività al minimo. Prima di iniziare ho raccolto il materiale disponibile in rete e sulle riviste che avevo a portata di mano. Per cominciare mi sono letto il diario del Duca, disponibile in rete a questo indirizzo: https://archive.org/stream/4SCSUP11313/4SCSUP11313NOR#page/n53/mode/2up Il diario contiene numerose foto della nave con informazioni preziose per la riproduzione. Non tutto però è chiaro e per completare la ricerca ho dovuto ricorrere a vari musei, di cui vi darò nota. Il profilo e la pianta della nave contenuti nel diario sono (quasi) di fantasia, completamente diversi dalle foto della nave vera. Per realizzarla, ho utilizzato un disegno trovato in un numero della vecchia rivista "Modellistica Navi" degli anni '80 che, confrontando con le foto, sembra abbastanza corretto. Per la costruzione ho utilizzato il solito mio sistema con diversi strati di compensato sovrapposti. fino ad ottenere la sagoma corretta. Lo scafo è stato rivestito di plasticard da 0.5 mm sulle fiancate, 0.25 sui ponti. Ho scelto di farlo inizialmente anche con una parte di chiglia 8cioè, non proprio alla linea di galleggiamento ma più in basso) perché ero incerto se ambientarlo in navigazione o stretto fra i ghiacci della baia di Teplitz dove la nave passò l'inverno polare. Ho sistemato la latrina di prua (a destra) e un deposito di materiali vari (di prua a sinistra), una serie di scalmotti interni alle murate del ponte, i capodibanda, gli incintoni, i rinforzi esterni dello scafo nello spazio tra il capodibanda e il primo incintone al di sotto. Ho sbagliato, qui, la forma del ponte di castello (la parte posteriore angolata), mi sono fidato dei disegni e dei modelli: in realtà il profilo è arcuato, l'ho corretto più avanti. Ho sistemato il dritto di poppa con il timone (una parte, ovviamente) e lo sperone di prua, di cui ho ugualmente sbagliato la forma. Anche questo è stato corretto in seguito. Sulla fiancata ho aperto due fori circolari, subito posteriori alla latrina/deposito, di cui però ignoro la funzione (nelle foto la murata è molto sporca al di sotto, evidentemente serviano a scaricare qualcosa). A sinistra della foto si nota un occhio di cubia con il bordo in filo metallico. Per finire i volumi principali, ho aggiunto la piattaforma sopraelevata sul cassero, sempre in legno rivestito di plasticard. Ho aggiunto a prua due passacavi aperti e inciso gli alloggi per le gru di capone, ho corretto il profilo posteriore del ponte di castello facendolo semicircolare come era in realtà (dalle foto storiche ovviamente), ho aggiunto i parasartie sulle fiancate (in questa nave sono doppi, in un certo senso), ho sistemato infine la piattaforma posteriore della timoneria a poppa, aggiungendo la scaletta di accesso ai vani centrali della nave e la balaustra sul coronamento di poppa. Infine ho messo il bompresso (tondino metallico). Si nota lo sperone sempre di forma sbagliata, me ne sono accorto più avanti, poi l'ho corretto. Da qui in poi ho cominciato la verniciatura, perché per riprodurre il tavolato del ponte ho utilizzato una parte delle decals che mi erano state fatte a suo tempo per un altro modello. Sono decals quasi trasparenti che posso quindi utilizzare per riprodurre tavolati di diverse tonalità di legno. In questo caso, sempre foto alla mano, il ponte sembra piuttosto scuretto. Ma questa fase la rimando al prossimo messaggio. Ciao a presto Marcello d'Andrea
  13. marcellodandrea

    Sogno o son desto ?????

    va beh, grazie, ma io volevo mettere l'accento sul fatto che in realtà quella foto è abbastanza facile da decifrare, basta guardare la piccola barca a vela palesemente "finta" sul lato destro per capire che è un modello, oppure l'eccessivo spessore di tutto il cordame (sarebbe quasi invisibile se fosse vero). Inoltre, il sito dove l'avevo messa è dedicato a modelli di navi, NON a foto storiche delle medesime. Non sono il solo che ci mette foto ambientate, in b/n o a colori. La cosa stupefacente è proprio questa, non la mia presunta bravura (il modellino, in realtà, non è gran che, l'ho fatto molti anni fa ed erano gli albori delle fotoincisioni).
  14. marcellodandrea

    Sogno o son desto ?????

    Le foto le faccio io. Ma tutta la vicenda è molto umoristica, a pensarci bene.
  15. ciao a tutti spulciando casualmente su un forum relativo alla Regia Marina, mi sono imbattuto in questo. Lascio a voi ogni commento, preciso che - ovviamente - non voglio dire "guardate quanto sono bravo", ma semmai "guardate quanto si può essere superficiali nel valutare una foto". Questa è la foto (lL'ULTIMA DELLA SERIE DI FOTO SULL'ELENCO A SINISTRA) di un mio modello di moltissimi anni fa dell'icr. Pola, riprodotto come era a Napoli nel 1938 in occasione della rivista H (questo è anche l'unico posto dove io abbia mai pubblicato quella foto e le altre relative al modello, quindi - credo - NON c'era alcuna possibilità di equivoco). http://www.modelshipgallery.com/gallery/ca/it/Pola-400-ma/index.htm E ora confrontate questo: https://miles.forumcommunity.net/?t=9418387&st=60 a centro pagina circa, il messaggio del 9/01/2015 e anche il messaggio immediatamente successivo. Mah...
  16. ciao Pennabianca, scusa se ti disturbo, volevo chiederti se per caso avevi a disposizione il profilo delle ordinate della nave da esplorazione Stella Polare (1889). Vorrei fare una scenetta con il modellino in scala 1:350 (il modellino è lungo poco più di 13 cm) sul pak, e le forme dello scafo sotto la linea d'acqua sono difficili da replicare solo dalle foto. Grazie comunque

    Marcello d'Andrea

    1. pennabianca

      pennabianca

      Carissimo Marcello buon giorno amico mio, mi dispiace ma purtroppo della Stella polare non so proprio nulla, prova a fare una ricerca in rete se per caso qualche amico l'ha costruita. Mi dispiace proprio. Ciao e buon lavoro

      Pennabianca (Roberto).

  17. ciao, un sacco bellino il tuo modello, bravo 🙂 Ma è un kit o una autocostruzione?
  18. marcellodandrea

    Rn Roma,1942

    ciao Giampyg bel modello, complimenti. Per la mimetica della parte alta hai studiato un po' le foto disponibili (intendo, cercando di farla simile almeno a quelle parti che si vedono in foto)? Potrebbe essere utile qui avere qualche foto del tuo modello più ravvicinata sui dettagli mimetizzati, anche perché non si capiscono bene, così distante, i colori che hai usato.
  19. cari amici purtroppo, a dispetto del titolo "invitante", non sono qui ad annunciarvi un nuovo modello in cantiere, ma solo una ricerca per un ipotetico, futuro modello. Conoscerete la Stella Polare, ex mercantile norvegese Jason (1881), acquistato da Luigi Amedeo di Savoia per il suo tentativo (non riuscito) di raggiungere il Polo Nord. Avevo una mezza intenzione di realizzarla in scala 1:350, considerando che in rete si trovano, oltre che la monografia di Amedeo di Savoia a questo link https://archive.org/details/4SCSUP11313/page/n1 anche numerose fotografie della nave e, infine, ugualmente molte foto dei vari modelli realizzati, un po' con tutti i dettagli necessari (almeno più che sufficienti per la scala 1:350, con il modello lungo circa 13 cm...). Il problema è che nella monografia citata sopra, c'è un disegno (in profilo e in pianta) della nave e nel testo ugualmente ci sono delle misure, ma se utilizzo il disegno per riscalarlo non torna più niente, in pratica la lunghezza non torna con la larghezza. Neppure il profilo della monografia qui sopra è uguale, ad esempio, a quello utilizzato dalla Hachette per il suo modello in legno edito a fascicoli che, a vedere le foto, ha le murate (i fianchi) molto più diritte e parallele e il capodibanda (il profilo in sostanza) molto più diritto e parallelo alla linea d'acqua (in effetti molto più somigliante alla nave nelle fotografie storiche di quanto non sia il disegno della monografia). In breve, c'è qualcuno che ha il disegno Hachette o altri piani di diversa origine che io possa confrontare con quello della monografia? E anche le misure di lunghezza (dello scafo) e larghezza ovviamente. (sì, so che qui nel forum c'è un topic dedicato alla Stella Polare della Hachette, ma non visualizzo più alcuna foto o disegno). Grazie davvero a tutti :-)
  20. marcellodandrea

    Rn Roma,1942

    La mimetica in questione fu una soluzione temporanea di breve durata intercorsa tra il grigio integrale dell'allestimento e la mimetica finale. Una foto più grande è qui (clicca sulla foto per ingrandire, poi schiarisci dopo averla salvata così evidenzi la mimetica) (prove in mare intorno Trieste, inverno-primavera 1942; nella foto originale c'è un cavo prodiero al rimorchiatore, che è stato cancellato): http://www.naviearmatori.net/ita/foto-244416-4.html http://www.naviearmatori.net/ita/foto-203190-4.html http://www.naviearmatori.net/ita/foto-203189-4.html http://www.naviearmatori.net/ita/foto-203188-4.html http://www.naviearmatori.net/ita/foto-138113-4.html Riguardo i commenti a questa foto, si tratta molto probabilmente della Roma e non del V. Veneto, se non altro (data la distanza) per similitudine (la stessa mimetica particolare) con le precedenti. Comunque, si nota la prora rialzata, tipica della Roma. Nelle foto precedenti si vede bene, in alcune, anche la forma delle vetrature della plancia, che sono diverse da quelle del V. Veneto. http://www.naviearmatori.net/ita/foto-73653-4.html Non so dirti nulla invece sulle tonalità della mimetica. Purtroppo non ho mai fatto questa nave e perciò non la conosco in modo approfondito. Consiglio anche questo lungo tutorial, curato in modo molto preciso: https://www.modellismopiu.it/modules/newbb_plus/viewtopic.php?mode=viewtopic&topic_id=121763&forum=156&start=0&viewmode=flat&order=0 ciao e buon lavoro Marcello d'Andrea
  21. marcellodandrea

    Varo Esploratore Mirabello 1915

    Ho scritto ai cantieri Werf Gusto, sperando che abbiano conservato gli archivi dei cantieri Smulders. Vediamo cosa rispondono
  22. ciao bussolino stai ancora cercando quanto chiedevi nei post qui sopra? Io ho un po' di materiale. Fammi sapere.
  23. marcellodandrea

    Lcm Ex Usa

    grazie Danilo, ho visto e confrontato Le foto del portale Difesa sono chiare e mi sembra che la versione sia diversa. In particolare, mi sembra che sia quella riprodotta dalla Trumpeter in questo modello in scala 1.35 e non quella che ha proposto l'Airfix in 1:72. Purtroppo, comunque, le foto del Portale Difesa non mi sembrano sufficienti (e non sono molto dettagliate) per riprodurre il mezzo in una certa epoca, considerando che lo abbiamo utilizzato per parecchio tempo mi sembra. Presumo infatti che tra epoche diverse ci siano stati degli aggiornamenti o modifiche, probabilmente anche rispetto ai mezzi originali americani. Bene, vedremo in futuro, per ora lascio tutto in attesa. Grazie e scusate di nuovo se ho messo in questa sezione un topic a carattere un po' "misto" tra navi reali e modelli, ma in ogni caso l'aspetto che mi interessava di più ora era la disponibilità di documentazione sulle imbarcazioni reali.
  24. marcellodandrea

    Lcm Ex Usa

    ciao a tutti qualcuno sa dirmi cortesemente se la Marina Italiana nel dopoguerra ha utilizzato questo mezzo da sbarco? Scusate se inserisco qui un link ad un modellino, ma faccio per chiarire senza alcun dubbio che cosa intendo. Mi piacerebbe riprodurlo se lo avessimo utilizzato anche noi. Il problema è però che non trovo notizie e neppure foto di questi mezzi con livree italiane (anche se so che abbiamo utilizzato alcuni mezzi simili di produzione ex USA). Forse potete aiutarmi a chiarire la questione rapidamente. ciao grazie a tutti.
  25. marcellodandrea

    Varo Esploratore Mirabello 1915

    Giusto pochi giorni fa, grazie ad un contatto con il curatore del Museo Marittimo di Chiavari a cui avevo chiesto notizie in merito, ho potuto sapere anche io che il cantiere di costruzione del pontone Cesare era quello citato da Danilo qui sopra. Presumo anzi che sia stato lui all'origine della notizia, arrivata poi a me tramite il curatore del Museo. In effetti il post qui sopra è antecedente alla mia indagine ma purtroppo non me ne ero accorto. Comunque è vero, il sito del cantiere riporta tre pontoni costruiti per l'Italia tra il 1911 e il 1912 di aspetto molto simili se non identico - insieme ad altri che si assomigliano tutti, a dir la verità, si confrontino le foto alla pagina https://werf-gusto.com/?page_id=12732%C2%A0 Restando al Giulio Cesare, a questo punto, escludendo alcune foto chiaramente riferibili ai pontoni Taranto e Spezia (chiaramente perché è il sito del cantiere che le identifica come tali) devo cercare di capire quali altre foto sono del pontone Cesare e quali no, tra la quarantina che ho raccolto in tutti questi mesi. Ecco perciò una possibile strategia: escludere intanto le foto prese a Taranto, o con navi in allestimento che siano situabili a Taranto. Domanda: il pontone Giulio Cesare è rimasto sempre a Genova? In altre parole, le foto prese alla Spezia sono riferibili al pontone Spezia e non al Cesare? Mi chiedo se tutto questo sia necessario. Se i tre pontoni erano uguali, ai fini di una ricostruzione modellistica non avrebbe molta importanza utilizzare una foto o l'altra, ad esclusione del problema delle date. Il Cesare è sopravvissuto fino a pochi decenni fa e immagino che fosse un po' diverso nei dettagli rispetto al 1916. Non posso sapere quanto siano cambiati i pontoni nel corso degli anni, e quindi sarebbe comunque opportuno utilizzare foto diciamo non oltre la seconda guerra mondiale. Il modello del pontone Cesare in scala 1:100 presente nel museo di Chiavari, ad esempio, dovrebbe essere datato agli anni '70-'80 del 900 e potrebbe non essere del tutto attendibile per una ricostruzione del pontone nel 1916. Possibile che non si possa trovare un disegno del pontone? Disgraziatamente il modellista che ha fatto il modello al museo di Chiavari è deceduto anni fa e non ha lasciato disegni rintracciabili, ma da qualche parte li avrà presi (beh forse li ha presi al cantiere di costruzione, che nel frattempo ha definitivamente chiuso). Idea: quando ho fatto il modellino del ct Audace ex Kawakaze, ho cercato i piani di costruzione ai cantieri di Glasgow dove era stato costruito, ma mi hanno risposto che non sapevano dove fossero i vecchi piani. Poi, casualmente, li ho trovati al museo di Greenwich, mentre cercavo quelli del Bethia/Bounty (hanno pure quelli). Non sarà che i disegni del pontone sono finiti nell'archivio di qualche museo marittimo olandese?
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