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ammiraglia88

Guardiamarina - S*
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Tutti i contenuti di ammiraglia88

  1. ammiraglia88

    Il Vespucci a Venezia

    Eccomi qui! Come anticipato qualche giorno fa, ad inizio ottobre sono andata a salutare il Vespucci e con l'occasione a visitare il San Marco. Dovevamo partire in 6, ma con l'approssimarsi della data la nostra splendida Marina aveva pubblicato le date e gli orari di visita delle due navi e ... (riassumendo) due mie amiche sono partite il lunedì appositamente per andare a visitare il Vespucci. Io e le altre 3 invece, per impegni vari (e di lavoro) potevamo andare solo il mercoledì. Quelle andate in avanscoperta il lunedì era la prima volta che vedevano da vicino la Regina dei Mari e sono rimaste impressionate (positivamente). Si sono fatte tre ore di fila, per essere le prime della fila, ma dicono che ne è valsa la pena. 😉 Io non avevo dubbi! Il mercoledì invece siamo arrivate a Venezia noi (restanti) 4. 😎 Eccoci alla "porta d'ingresso" che si presentava agli antichi naviganti! Ma girandosi verso il mare ... 😍 In lontananza ecco due belle navi! Ci siamo incamminate verso quello spettacolo di navi! Un saluto al mio amato Vespucci ... E poi via, subito, al San Marco per verificare gli orari di apertura al pubblico e la situazione della fila. Un'occhiata generale, prima di mettersi in fila. Prime della fila, non primissime ... avevamo davanti 6 persone (per dovere di cronaca) 😉😊 Comunque siamo salite con il primo gruppo (una ventina di persone alla volta). La visita purtroppo è stata velocissima e con un "accompagnatore" che però non ci ha dato spiegazioni. Io ero praticamente in fondo al gruppo perchè procedevo lentamente per poter guardarmi intorno e ammirare più cose possibili. Il capo gruppo non l'ho più visto perchè il gruppo è in realtà diventato una fila di persone ed essendo in fondo ... non lo vedevo più. Questo fatto di non essere riusciti a stare in gruppo (forse riconducibile alla post pandemia ... infatti era obbligatorio indossare la mascherina) è stato deludente. Non ho sentito alcuna spiegazione e si è trattato di un giro veloce a "guardare" e basta! Un vero peccato! Una delle mie amiche, che era davanti, ha detto che il marinaio ha comunque informato che se si voleva si poteva chiedere. Se l'avessi saputo mi sarei preparata, "studiavo" a casa 🙂 e poi ne parlavamo a terra con le mie amiche mentre attendevamo l'apertura al pubblico. Ricordavo che sul San Giorgio, qualche anno fa, si saliva sempre a gruppi di una ventina e il marinaio addetto ci spiegava tutto mano, a mano, che si percorrevano i corridoi e i vari locali. Peccato che sia stata una visita così veloce e poco "istruttiva". Maledetto Covid! Sul ponte esterno non c'era nemmeno l'elicottero e nessuna camionetta (che ti dà di più l'idea delle proporzioni). In compenso la vista dal ponte di comando ... Nonostante tutto è stata comunque una bella esperienza. Ora che ci penso, non ho ancora scritto alla nostra Marina (al sempre attento Ufficio relazioni con il pubblico) per ringraziarli di queste opportunità che ci dà. Sono dell'idea che sia utile informarli anche delle cose positive (spesso agli uffici, in generale, si pensa di scrivere quando qualcosa non va). La comunicazione è sempre importante. Vi saluto e lo faccio subito!
  2. ammiraglia88

    Il Vespucci a Venezia

    Mercoledì sono andata in gita a Venezia, dovevo rivedere il "mio" Vespucci 😉 Sapevo che non era visitabile, ma il San Marco sì e quindi era comunque una buona occasione per prendermi un giorno di ferie. Appena scarico le foto mi rifaccio viva ... riemergo (dagli impegni) e vi dico con calma come è andata. 👍
  3. ammiraglia88

    Il Vespucci a Venezia

    pirati della .......... acqua 😡 forse non l'aveva vista? 😜😂😂
  4. Non ho trovato la notizia ... che vi sia sfuggita? 🤨 Nel Notiziario della Marina (avete visto che magnifico? Con quelle splendide foto pubblicate come sfondo degli articoli) di febbraio 2022 (scusate, ma sono sempre in arretrato con la lettura), c'è un particolare articolo dedicato ai nuovi sottomarini. Ci sono anche molte cose "tecniche" ... tutte per voi! Vi do il link dove potete leggere un estratto (sito della nostra Marina ovviamente): https://www.marina.difesa.it/media-cultura/editoria/notiziario/Pagine/2022_02.aspx Guardate che foto ...
  5. ammiraglia88

    Addio a PIERO ANGELA

    Piero ... il "grande" Piero Angela ... quante cose ho imparato grazie a lui, quanta "voglia di sapere" ci ha fatto emergere, quanto rendeva facili anche le cose più difficili ... doveva farci capire i concetti e farci conoscere "il mondo " (come si dice da bambini: il mondo ... per intendere "tutto"). Non aveva limiti: scienza, tecnologia, natura, e tanto altro ancora; nessun argomento era escluso! Dovevamo imparare anche le cose difficili, che lui riusciva a rendere facili per noi! Grazie, Piero!
  6. ammiraglia88

    Infodoc

    Nel sito della nostra Marina vedo questo evento: domenica 4 settembre 2022 ore 18:30 Roma - Museo Villa Giulia concerto "Banda all'Opera" Dopo due anni di sospensione causati dalla pandemia, riprende la collaborazione artistica fra la Marina Militare e il MIBAC. La Banda Musicale della Marina riprende a esibirsi presso il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia ogni prima domenica del mese, in occasione delle aperture gratuite al pubblico.
  7. Ho scoperto solo ora questa fantastica discussione. 👏 Due cose al volo, ma ci tornerò ... ora è tardi e non riesco a vedere (ed assaporare) i filmati e nemmeno a rileggere con calma il tutto ... dicevo, due cose al volo, ora. Partendo dall'inizio: emozionante questa descrizione (che cito solo in parte per non occupare spazio) ... tutta, dall'inizio alla fine. Concordo sul fatto che le navi (e battelli) hanno un'anima! Come ti capisco quando dici che tu "capisci" il Sauro. Pensavo di esserci solo io, letteralmente innamorata di una nave, e colpita dalla Vespuccite ... la Vespuccite la definisco una sana malattia, ma è una copertura per non dire apertamente che sono "pazza" ... d'altronde come si fa a definire sana una malattia? Mi consola quindi vedere (e leggere) che c'è qualcuno che mi potrebbe fare compagnia. 😉 Bellissimo vedere l'arsenale di La Spezia e quegli immensi bacini a gradoni. Sempre ottimi artigiani i "nostri" arsenalotti. Vedendo le foto finali ... il Sauro è tornato uno splendore. Sembra un battello appena varato! Ottimo lavoro. Appena riesco torno in questa discussione per godermi lo spettacolo (filmati e foto e rileggere attentamente l'emozionante racconto iniziale). Grazie a tutti e grazie agli arsenalotti e a coloro che hanno contribuito a far risplendere il Sauro.
  8. ho fatto un po' di caos ... volevo riprendere la foto e poi commentare ... Che è 'sta roba? (per dirla spontaneamente e brutalmente) 😉 Ma veramente è esistita una "cosa" simile? Ma sono portelloni per i cannoni (come sui vascelli?) Ma riusciva a stare a galla una "roba" simile? 😯
  9. Che è 'sta roba? (per dirla spontaneamente e brutalmente) 😉 Ma veramente è esistita una "cosa" simile? Ma sono portelloni per i cannoni (come sui vascelli?) Ma riusciva a stare a galla una "roba" simile? 😯
  10. Correva l’anno 2000, così iniziano le belle storie … e questa è quella che vi devo raccontare. 😉 Per “rispondere” al titolo di questa discussione, affermo con certezza che la nave che ho potuto visitare e che mi è piaciuta di più è stata la Fregata Maestrale. Lasciamo giustamente a parte i velieri, che potrebbero portare via “il palco” alle altre belle navi che abbiamo (o avevamo, visto che il Maestrale è andato in disarmo pochi anni fa). Le mie conoscenze navali (e soprattutto tecniche) sono ridotte e quindi non fa molto testo la mia idea, però … per fare due chiacchiere ci può stare. Solo per informazione (e per non fare torto alle altre) avevo avuto modo di visitare anche il San Giusto, il San Giorgio, il Bergamini e nave Galatea (lasciamo a parte appunto Vespucci, Palinuro e il Todaro). Altre “belle” e interessanti navi! 👏 Come dicevo all’inizio, quella però che mi ha colpito di più è certamente la nave Maestrale. L’ho potuta visitare, inaspettatamente, nel 2000 recandomi a La Spezia in occasione della festa del patrono della città, quando l’Arsenale Militare Marittimo, viene aperto al pubblico. Avevo saputo solamente che era presente (era a casa!) la nave scuola Amerigo Vespucci. Dovevo pertanto cogliere quell’occasione. Non potevo lasciarmi sfuggire il mio primo incontro, da anni atteso e sognato, con questo affascinante veliero che mi aveva ammaliato fin da bambina! Si è dimostrata poi una giornata memorabile per vari eventi per me nuovi ed inconsueti: ho potuto assistere alla cerimonia dell’alzabandiera nei pressi della Porta Principale; sono salita per la prima volta sul Vespucci; ho ammirato quegli storici ed immensi bacini di carenaggio a gradoni; dirigendomi verso la banchina scali (lungo quelle sorprendenti chilometriche strade interne) ho scoperto officine, falegnamerie e vari laboratori. Mi stavo proprio immergendo in questo mondo navale che conoscevo limitatamente! Un viaggio quindi per me speciale! L’Arsenale mi offriva una ulteriore sorpresa! C’erano altre navi visitabili e … non potevo certo perdermi questa altra opportunità. Alla banchina scali, alla fine di una lunga camminata, mi si sono presentate ben tre “belle” fregate. Che emozione vedere quelle navi “dei film” (viste solo nei film o sui libri!) e che bello scoprire che erano tutte visitabili! Era impensabile tornare nel mio amato Trentino senza prima mettermi in fila per vederne almeno una! Era il Maestrale! Già il fatto di poter salire su una nave “grigia” (inimmaginabile!), e farlo io “trentina montanara”, è stato entusiasmante. Se pensi al giro appassionante che ho fatto a bordo, passando sotto quella peculiare rosa dei venti, salendo e scendendo scalette “da marinaio”, potendola ammirare in tutta la sua lunghezza, la vista dal ponte di comando … doveva nascere un affetto particolare per lei! Il Maestrale è stata anche una “bella nave” con una lunga e onorata carriera! Esteticamente aveva caratteristiche che la rendono unica e che purtroppo non si usano più nei moderni progetti costruttivi. Le fregate moderne … mi sembrano degli origami, così spigolose, così tutte solo grigie. In seguito le ho dedicato questo breve scritto, che vi propongo, perché riassume la bellezza del Maestrale: A NAVE MAESTRALE Che bella nave sei! Non c’è paragone con le nuove fregate che mi ricordano … una nave fatta con l'origami! Sono così spigolose, così insignificanti e fredde! Ho un particolare ricordo di te, forse perché sei la prima “nave grigia” che ho potuto “toccare con mano”. Mi sei piaciuta subito tantissimo. Che linea hai, che bello quell’abbinamento di nero e grigio e che peculiare quella rosa dei venti che mostri sul tuo fianco. Mi avevi accolta entrando da poppa. Il marinaio addetto a condurre “per mano” noi civili ci aveva fatto poi salire sulla scaletta esterna di sinistra. Che emozione passare vicino a quella rosa dei venti e poterti ammirare nella tua grandezza. Ero entrata in plancia comando, una breve sosta, e poi … giù dalla scaletta di dritta, fino a soffermarmi sul tuo ponte di volo, vicino a quel distintivo a terra: F570, dove consenti agli elicotteri di appontare. Mentre sto scrivendo rivedo, ancora, quel percorso … che esperienza! Che emozione quella vista di te e del mare dalla tua plancia comando, da quella immensa vetrata! Per visitarti ho fatto circa tre ore di fila, saltando pure il pranzo! Era il mio ultimo pensiero! Ero talmente emozionata che la fame non la avvertivo! Cara “mia” “vecchia” ed affascinante fregata, sei legata a ricordi intensi. In quel mitico giorno era la prima volta che io, trentina montanara: entravo in Arsenale e da quelle sue possenti mura; potevo assistere all’alza bandiera; incontravo il mio amato Vespucci; approdavo nel "mondo della Marina" perché, sbarcata dal Vespucci, salivo per la prima volta anche su una nave “grigia”. Caro Maestrale sei proprio particolare! Dopo 33 anni di onorata carriera il riposo è meritato! Però quanto mi dispiace sapere che non navigherai più e che la tua Classe viene sostituita da quelle fregate più moderne che, purtroppo, moderne lo sono anche esteticamente! Nave Maestrale, ora fai parte della storia, sarai ineguagliabile e resterai sempre tra i miei ricordi più cari!
  11. ammiraglia88

    Infodoc

    Sul settimanale OGGI, già in edicola (del 28/07/2022), c'è un servizio interessante sulle navi della nostra Marina Militare. Ve lo consiglio! Buona visione.
  12. ammiraglia88

    Infodoc

    MOSTRA NAVE AMERIGO VESPUCCI - LA PIU' BELLA DEL MONDO - dal 3 agosto al 30 ottobre 2022 vi copio parte di una e-mail che ho ricevuto in merito alla prossima mostra a Livorno. Guardate la galleria fotografica (il secondo link), ci sono alcune foto particolari! Buon vento! Oggetto: mostra Amerigo Vespucci “La più bella del mondo” Buongiorno, abbiamo il piacere di informarvi che si terrà a Livorno, una mostra dedicata all’Amerigo Vespucci, la nave scuola della Marina Militare Italiana, al Museo della città , Bottini dell’Olio, dal 3 agosto al 30 ottobre 2022. Intitolata “La più bella del mondo” ,la rassegna fotografica declinata in una cinquantina di foto, di Maki Galimberti e Massimo Sestini, vuole mostrare un volto inedito del celebre veliero, varato nei cantieri di Castellammare di Stabia nel 1931. Qui il comunicato stampa https://www.comune.livorno.it/articolo/mostra-fotografica-dedicata-alla-nave-scuola-amerigo-vespucci-piu-bella-del-mondo e qui una galleria di foto https://www.comune.livorno.it/comunicazione/sala-stampa/mostra-fotografica-sulla-nave-scuola-amerigo-vespucci
  13. Incredibile! Non riesco a credere a quello che leggo ... vedo solo ora! Proprio l'altro giorno, ignorando questo avviso e soprattutto non conoscendo i problemi di salute, ho pensato al "nostro" Alagi e a quando l'avevo sentito, anni fa, al telefono grazie al Vespucci (foto storiche). Per poco non ci eravamo anche incontrati (in occasione di una mia partenza, in ferie, con una nave da Crociera da Savona). Non ci sono parole per descriverlo ... era proprio la rappresentazione perfetta di quando vi dico che in Betasom ci sono ... "enciclopedie umane". Una volta l'avevo anche, scherzosamente, assimilato al personaggio Perlmutter dei romanzi di Clive Cussler. E' quell'uomo particolare, un appassionato e super esperto dell'ambiente marinaresco. Ecco, quando pensavo a Maurizio me lo raffiguravo come Perlmutter (mi ricordo che in un romanzo, Perlmutter, alla domanda specifica di informazioni su un naufragio, aveva chiuso un attimo gli occhi e in "due minuti" si era arrampicato sulla scala della sua mega libreria e aveva preso, al primo colpo, il libro dove esattamente si parlava di quell'evento). Per me Maurizio era come Perlmutter ... In internet (ora al volo) trovo: "Possiede la più vasta raccolta di libri al mondo sui naufragi di imbarcazioni famose e no ed è un esperto di storia della marina mercantile. La sua collezione è invidiata da tutti i collezionisti e da tutti i musei ma lui non la cederebbe per nulla al mondo. I suoi libri sono comunque a disposizione di tutti quelli che, per un motivo o per un altro, hanno bisogno di consultarli. " Ovviamente questa è la descrizione del personaggio del romanzo di Clive Cussler, ma sono certa che non dista molto da quella del "nostro" Maurizio. La Base rimpiange un personaggio unico! Sentite condoglianze ai parenti di Maurizio.
  14. ammiraglia88

    Un nuovo quiz?

    Che forte ... cosa sarebbe successo se ... Massima libertà alla fantasia, ovviamente con un contesto storico che è (era) reale ... non sarebbe per me perchè sono ignorante in storia (come in tante altre cose 😉 ) però ci sarebbe da imparare molto! Mi vengono in mente i quiz delle navi, che mi avevano colpito all'inizio: da un particolare della foto, grazie agli interventi dei Comandanti esperti e/o appassionati, si apprendevano tradizioni, storia, particolarità di quello Stato o di quella Marina. 👏 Il tutto anche grazie alle "esclusioni" (non è x perchè y farebbe così invece che così).
  15. Grazie mille! Avevo visto le risposte già tempo fa, e anche il sig. Gianguido, ma non avevo avuto modo di "entrare" per ringraziarvi ... anche a nome suo! Buon vento!
  16. Ho appena finito di leggere un interessante e particolare libro. Avevo letto una vecchia recensione nel Notiziario della Marina che mi aveva incuriosito. Ve la allego come immagine . Il libro è: "Caimano 69 - sabbia e polvere" – di Mario Chima Il mio parere. Il libro è stato scritto da “uno di loro”, un ardito incursore! Sono proprio “arditi”! Senza nulla togliere agli altri uomini e donne della nostra Marina Militare, sicuramente arditi anche loro, chi più e chi meno, nel loro “settore”, ma questi è proprio giusto definirli: Forze Speciali. Dopo una dura selezione iniziale per riuscire a guadagnarsi l’ambito “basco verde”, ci saranno costanti severi addestramenti, saranno richiesti disciplina, forza, dedizione, lucidità, prontezza, efficienza e professionalità. Alla base di tutto questo non c’è mai il singolo che si vuole distinguere, che vuole “farsi vedere”, ci sono “solitari insieme”. Ognuno con il suo “coppio” e tutti facenti parte comunque del gruppo. Il gruppo esiste solo perché ci sono i singoli che lo compongono! I singoli sono però umili, non si vantano della loro preparazione o del fatto che fanno parte delle Forze Speciali, perché non si devono mai sentire (o credere di essere) preparati a sufficienza. Queste caratteristiche peculiari si percepiscono dalla lettura dei racconti di missione, perché si riesce a partecipare con il gruppo alle azioni, non sono vantate dall’autore che anzi non si “dà arie” e ci mostra solo uomini (mariti e padri). Molto particolari e non certo da “super eroe” sono anche le descrizioni della natura e dell'ambiente, ci mostra proprio il lato “umano” degli incursori (pensieri, paure, come ogni essere umano). Una delle tante belle descrizioni/riflessioni che fa è quella in cui paragona due situazioni in cui si è trovato: la prima gli si è presentata quando “i nemici” gli hanno sparato contro e sul loro mezzo sono rimasti i buchi dei proiettili … come nella Settimana Enigmistica sembrava che unendo i punti si potesse comporre un disegno! La seconda, in un momento di ricerca di relax, necessario dopo una missione pericolosa, stava guardando le stelle. Anche qui gli è venuto spontaneo cercare di unire i punti … ma questa volta stava guardando le stelle e il risultato finale (il disegno) era … la VITA! Non vi svelo altro … Personalmente avrei preferito parlasse di più dell’ambiente marino, dell’acqua, come ha fatto nelle prime pagine … ma resta comunque un interessantissimo libro! Storie vere, e di persone umili, e non romanzi di fantasia!
  17. Mi è stata fatta una "bella domanda" da parte di un navigatore del web che è "incappato" nei miei scritti. Io, non essendo esperta, gli ho dato una prima risposta. Vi proporrei il quesito ... così imparo anche io una cosa nuova e verifico se l'altra l'ho detta correttamente. So che voi siete appassionati ed esperti e quindi ... vi giro la richiesta. Ovviamente al sig. Gianguido che mi ha scritto segnalerò questa pagina, così potrà seguire la discussione (gli ho già "pubblicizzato" il forum nei giorni scorsi! 😉 ). La domanda è: "da Torino ho assistito il 10 giugno allo streaming della Festa della Marina con la consegna della Bandiera di Combattimento a Nave Marceglia. Dopo l'Alzabandiera (poco dopo il minuto 2:07) ho sentito i due comandi "Volta !" e "Rientra !": posso prendermi la libertà di chiederle di spiegarmi il significato di questi due comandi ? Con ovvio interesse e rispetto per la Marina, la ringrazio per il tempo che vorrà dedicare a questa mia curiosità e la saluto cordialmente." Io gli ho risposto dicendo che RIENTRA, (detto con parole mie 😇 ) si usa per: "Rientra si usa per dire che "il comando", "l'attenti", sono terminati. Si dà libertà ai presenti. Di solito è usato quando si rendono gli onori, o durante l'alza o l'ammaina bandiera. E' come dire che "la cerimonia" è terminata." Rimane quindi la domanda riguardo invece al "volta!" ... Chi di voi ci sa aiutare e ci può delucidare su questo?
  18. E' sempre uno spettacolo! Grazie mille per le belle foto! 😍👏
  19. Mi è stata appena segnalata questa interessante notizia: a Livorno la nave Vespucci, ormeggiata al molo Capitaneria – Sud del porto di Livorno, sarà aperta alle visite a bordo in favore della popolazione sabato 25 e domenica 26 giugno dalle 10 alle ore 13. Sabato 2 luglio avrà inizio la Campagna d’istruzione per i 143 allievi che compongono la “prima classe” dell’Accademia Navale di Livorno di cui 13 stranieri provenienti da 6 Paesi esteri. Altre informazioni e diverse belle foto le potete trovare nel sito Qui Livorno.it in particolare a questa pagina: https://www.quilivorno.it/news/cronaca/la-vespucci-in-porto-a-livorno-fino-a-domenica-ecco-gli-orari-per-visitarla/
  20. ammiraglia88

    Visitare Le Navi Della Marina

    A Livorno la nave Vespucci, ormeggiata al molo Capitaneria – Sud del porto di Livorno, sarà aperta alle visite a bordo in favore della popolazione sabato 25 e domenica 26 giugno 2022 dalle 10 alle ore 13.
  21. Recentemente ho scoperto un vecchio scritto, apparso online come "racconto di vita militare". Ve lo propongo perchè è scritto in modo molto simpatico e ... scoprirete anche di quando lo sceicco ... non aggiungo altro, vi lascio la sorpresa! Buona lettura! "Un marinaio d’acqua dolce" Dopo il servizio militare svolto nella Capitaneria di Porto più prestigiosa d’Italia, i pochi mesi di disimpegno erano trascorsi tra le pagine dei numerosi testi per il concorso da Ufficiale Commissario della Marina militare e le solite serate con gli amici. Beh, vincendo il concorso avevo almeno avuto un posto di lavoro e un po’ di gratificazione personale, essendo riuscito ad emergere dal magma della disoccupazione dopo solo pochi mesi di inattività. Alla fine, anche per la Marina e non solo per l’università, non dovevo essere poi così male. La stessa benevolenza mi venne riservata dopo l’anno trascorso in Accademia, per il corso di formazione militare e professionale, benché a mio vantaggio giocò senz’altro il timore, tipico di ogni burocrazia, di discostarsi dal giudizio dei predecessori. In un paese dove si va avanti per raccomandazioni, toccare il “capoclasse” poteva significare farsi nemico il suo augusto e santo protettore benché, per quel che mi riguarda, il mio aveva lo stesso nome impiegato da Ulisse con Polifemo. Ora, però, ero alla mia prima destinazione di servizio, il mio primo vero imbarco! La prima dimostrazione della mia inesperienza l’avevo avuta nel momento in cui, per cambiare una lampadina dell’alloggio di bordo - o “camerino”, nel gergo marinaro - avevo fatto chiamare il maresciallo “Capo carico”, nientepopodimeno che Sua Eccellenza il “capo magazziniere”, l’essere supremo dell’alto e basso voltaggio. Presentandosi, in ritardo, con la smorfia di chi ti parla con rispetto del grado inversamente proporzionale alla stima della persona, riferì con l’ironia che l’anziano usa con la recluta “poteva chiamare anche il Comandante, magari interessa anche a lui avere conto dello stato delle lampadine del suo camerino”. Quella volta mi servì per tenere a mente che in tutte le comunità esiste un sistema di divisione dei ruoli e dell’autorità che, se non si apprende a scuola, è bene imparare al più presto, nelle lezioni in presa diretta, interattive ed interdisciplinari che ti dà la vita. La nave, la bellissima nave scuola della Marina italiana, “la nave più bella del mondo” come viene spesso indicata dai media (per i marinai semplicemente “il Vespucci”), nel periodo in cui giunsi a bordo stava facendo gli ultimi ritocchi nel salone di bellezza, come si addice alle belle signore. Infatti, nei quattro, cinque mesi tra una campagna e l’altra, la nave veniva affidata alle cure di maestri carpentieri ed abilissimi meccanici, per riprendere forma e luccicore appropriati, come accade alle dame di rango, che ti fanno comprendere che, certamente, il tempo non può essere imprigionato, ma può comunque subire qualche misura cautelare. A dispetto della lucente bellezza della primavera e dell’estate, nei mesi di manutenzione, la nave era sporca e sbattuta, pur lasciando scorgere sempre il suo potenziale di signore ammaliatrice. In quel periodo, il personale era condannato ad un lavoro duro e senza alcun compiacimento immediato, almeno fino ad aprile, quando la nave ricominciava a navigare, per l’ambientamento del nuovo equipaggio. Come nave più anziana della Marina, era anche la nave ammiraglia del Comandante in Capo. Cosicché, talvolta - e sempre più frequentemente, con l’avvicinarsi della bella stagione - veniva chiesto alla gente di rifarle il maquillage, addobbandola di tutto punto, per qualche cerimonia. I colleghi ufficiali – canaglie! ... ma detto con simpatia – non avevano tardato ad inserirmi nel “turno di sciarpa”, di ufficiale d’ispezione. Affidato alle cure dell’ufficiale più anziano del turno, avevo ricevuto poche ma significative direttive: “ti fai lunedì e mercoledì con me fino alle otto di sera, poi venerdì inizi da solo. Alle 8 di mattina si fa l’alzabandiera (i comandi sono “alzabandiera!”, “volta!”, “rientra!”) al tramonto l’ammainabandiera (“ammainabandiera!”, “in bando!”, “rientra!”). Ti devi informare alla centrale operativa del Comando in capo sull’orario preciso e…attento, che come nave più anziana tutti si regolano su di te. Per l’equipaggio colazione alle sette, pranzo alla mezza, cena alle sette. Capito?” Ecco, tutto qui, il mio completo passaggio di consegne. La mia prima guardia “in solitaria” mi vide compagno di un equipaggio ridotto, per la licenza natalizia, e di una pioggia battente e continua. La maggior parte della giornata la passai, quindi, sotto coperta, a parte le cerimonie dell’alza e ammaina bandiera, ma solo perché per farla al coperto avrei dovuto alzare e ammainare la bandiera usando l’albero di natale. La guardia successiva cadde nel giorno in cui l’ammiraglio comandante in capo aveva organizzato, sulla “sua” nave, la santa messa, con saluti natalizi e scambio delle solite “cortesie d’uso”. In assenza del comandante della nave, il bastone di comando era finito nelle mani del comandante in seconda (comunemente detto “il Secondo”), un piccoletto genovese, baffuto e con l’aria del tombeur de femme un po’ “vorrei ma non posso”. Come capo dello spaccio di bordo, aveva fatto cospicui acquisti di gadget di scarsa qualità, oggettivamente brutti, anzi di una bruttezza inversamente proporzionale alla bellezza della titolare del negozio da cui venivano acquistati e che, non c’era dubbio, impiegava il suo ascendete come incentivo all’acquisto. Quel giorno, quindi, la nave più bella del mondo poteva avvalersi dell’opera dell’ufficiale d’ispezione meno marinaio del mondo, talmente poco salmastro da evitare perfino il sale a tavola. L’attività di un ufficiale d’ispezione, per chi aveva la buona sorte di contare poco o nulla nell’economia della nave, poteva anche essere considerata un’attività riposante. Non avendo gran che da fare nelle ordinarie occupazioni, il servizio poteva anche essere considerato un’ottima scusa per sfuggire a quel poco e generalmente molto diluito, lavoro da fare. L’unità smantellata e cantierata, di fatto consegnata all’esperienza delle ditte appaltatrici ed agli operai dell’arsenale (che la città chiama “arsenalotti”), poteva diventare il palcoscenico su cui intrattenere le reclute nei racconti della campagna navale appena conclusa o, in alternativa, un luogo ben riscaldato, adatto all’ospitalità, in cui trovare un cantuccio in cui rannicchiarsi e riposare. Per gli ufficiali, poi, un comodo posto a sedere nel circolo più bello del mondo, il “quadrato ufficiali”, si trovava sempre e le belle poltrone accoglienti erano sempre disponibili a ricevere anche sederi poco gallonati. La ripetitività della vita di bordo rendeva l’imprevedibile un fatto estremamente remoto e la calda routine, anche se immersa nelle acque fredde del nord, forniva un ottimo viatico per palpebre sempre più inclini a serrarsi. Tuttavia, non era così per me. In una Marina che faceva ancora del denaro contante il sovrano mezzo di pagamento, essere il cassiere di bordo comportava un onere notevole e non permetteva di allentare il ritmo e l’attenzione, anche perché, una volta usciti dalla cassa, per errore, i soldi non sarebbero ritornati indietro, se non passando, come una specie di monopoli, dalla via delle mie tasche. Così il servizio di ufficiale d’ispezione si veniva a trasformare in una piccola variante del lavoro ordinario in cui, oltre ad essere disponibile per le esigenze amministrative, dovevo anche essere, per quel giorno, il parafulmine della nave e l’oggetto perpetuo delle incazzature del Secondo perché – ovviamente – se qualcosa non andava come doveva andare, la responsabilità non cadeva su chi i servizi doveva organizzarli (cioè lui stesso) ma su chi, magari pochi minuti prima, aveva ricevuto in consegna un mazzo di chiavi, una busta sigillata, insieme al privilegio di indossare la tradizionale sciarpa azzurro Savoia, fino alle otto del giorno successivo. In definitiva, la giornata – per quel che mi riguardava – diventava una pessima imitazione dei “giochi senza frontiere” in cui il concorrente si esercitava in una operazione apparentemente semplice, ma con svariati handicap, come un fondo unto e scivoloso, secchiate d’acqua gelida addosso, trabocchetti improvvisi, e via così. Quantomeno, a tacere degli handicap derivanti dal dover chiudere e riaprire di continuo la cassa perché chiamato a svolgere importanti attività di supervisione generale (“Comandà è arrivato nu’ pacco ‘e moschettoni. Che facimm? Chiamamm o’ nostromo?” - risposta - “Ma no, che dici…chiamiamo il medico ...”) il mio handicap era di evitare che la sciarpa si incastrasse in ogni possibile angolo della segreteria amministrativa, in cui si trovava la cassa e quello, ben più rischioso, di evitare di inzupparmi nei frequenti passaggi in coperta, per le frequenti ed inattese chiamate di servizio. Tra queste, la chiamata nitida dell’altoparlante “l’Ufficiale d’ispezione nel camerino del comandante in seconda!” Chiudo il registro di cassa, con disappunto, perché interrompere le registrazioni significava dovere riprendere un lavoro mal digerito e sempre lasciato in fondo, per sincero disgusto. Ripongo i documenti pagati in cassaforte, chiudo il tutto (…porcamiseria, la sciarpa si è incastrata nella cassaforte!), chiudo la segreteria e mi presento al “secondo”: Comandi comandante! Senti, tra un’oretta arriverà il comandante in capo con gli ospiti… Si, comandante, è sulle consegne giornaliere. Bene, fammi sapere se fuori c’è lo sceicco. Comandi, Comandante! (espressione da ebete, celata per non sembrare sempre quello che non sa mai un accidente di quello che gli succede intorno) … Ogni tanto, dicevo tra me e me, la professione scelta può presentare quel briciolo di avventura in più. Se avevo scelto la professione di marinaio, per poter vivere una vita meno sedentaria e un po’ più da corsaro, una ragione doveva esserci e, ogni tanto, qualche piccolo assaggio di avventura, arrivare. Grandi emozioni stavano per irrompere nella mia vita e questo doveva essere un primo modesto assaggio. Dopo aver ritoccato per bene la bella uniforme, mi misi di vedetta sulla pedana del barcarizzo, scrutando in lontananza (diciamo un centinaio di metri) cercando di scorgere il corteo di mercedes o limousine che certamente avrebbe preceduto l’arrivo del principe arabo. Nessuna domanda (che avrebbe risolto il problema senza strascichi) su che cosa ci facesse uno sceicco musulmano ad una cerimonia natalizia nel freddo della Spezia e arrivando prima dell’ammiraglio, da cui avrebbe dovuto, invece, essere accompagnato o, quantomeno, ricevuto? Va bene che Papa Woytila aveva avviato, con gli incontri di Assisi, un più stretto dialogo ecumenico, va bene il clima di distensione dopo la guerra fredda, va bene tutto ma, che diamine! anche al tutto c’è un limite! Quindi…scruta cinque, scruta 10 minuti…non si vede nessuno. “L’ufficiale d’ispezione nel camerino del comandante in seconda!” – tuona l’altoparlante. Comandi, comandante. Ero qui fuori. Alla buon’ora. Quindi? Quindi che cosa, comandante? Le sarei venuto a riferire non appena avessi scorto le macchine, comandante. Le macchine di che cosa? Degli invitati, comandante. Ma gli invitati arriveranno tra mezz’ora. Che cosa sei stato a fare fino ad ora? Sono stato sul barcarizzo per eseguire il suo ordine. Il mio ordine, quale? Quello di dirle quando sarebbe arrivato lo sceicco. La descrizione di una risata è sempre un fatto problematico, degno di studi prolungati ed assidui, come quelli, forse meno intensi, degli esperti che si sono occupati dell’interpretazione del sorriso di monna Lisa. Tutti sappiamo ridere, ma nessuno di noi sarebbe in grado di descrivere, se lo potesse vedere in istantanea, il proprio viso, le proprie smorfie, nell’atto di ridere. Ogni descrizione, perfino quella più accurata, lascerebbe sempre insoddisfatti. Immaginiamo il dolore che si prova, anche fisicamente, nel tentare di interpretare una risata altrui. I radiocronisti riescono a rendere l’idea delle azioni che vedono dipanarsi sul campo di gioco, agli ascoltatori che, tramite le loro voci, fanno guidare la loro immaginazione, ognuno interpretando poi a suo modo l’immagine descritta. Cercherò di fare lo stesso esercizio. Il Secondo alzò il baffo sinistro in una espressione incredula, resa ancor più esplicita dalla circostanza che non poteva aprire bocca nella tipica “faccia ad imbuto” che assumono tutti gli increduli, perché il lato destro della bocca ospitava un mezzo toscano (acceso). Quindi, sigaro a destra, labbro e baffo lievemente sollevato a sinistra, sguardo intento ad osservare i miei occhi, che inizialmente esprimevano la fierezza di chi si aspetta di essere decorato sul campo, ma che pian piano declinavano verso il basso, come quello di chi, liberandosi da un bisognino leggero leggero, sopra una qualsiasi pietra miliare stradale, si accorge solo mentre stanno arrivando due carabinieri a cavallo che la pietra è in realtà una lapide, che il praticello intorno è invece un curatissimo giardino e che sulla pietra non c’è alcuna distanza in kilometri, ma è invece riportata, in caratteri d’oro, la scritta “Al padre della Patria – luogo sacro”. Riepilogando la sequenza…sguardo a me…sguardo al sigaro…sguardo a me…sguardo intorno (a cercare testimoni o un possibile spirito folletto oppure la telecamera di “scherzi a parte”) …sguardo a me. Sigaro e sguardi. Sguardi e sigaro. Crescente accigliatura della fronte, sigaro e sguardo, io che comincio a fare un moderato movimento all’indietro, sigaro e sguardo…attenzione! Mano al sigaro, un’ombra di bavetta all’angolo destro delle labbra e, pian piano, come il rotore di un biplano della seconda guerra mondiale, orgoglio dell’industria autarchica nazionale, piano piano…. Uah…Uahha…Uah Uahhaha…Uahhahaha. Uahhahahahaha. A questo punto sopraggiunse il maresciallo dell’antistante segreteria comando che aveva capito, nella sua consumata scaltrezza di uomo avvezzo ai pettegolezzi dello Stato Maggiore, che si trattava di un fatto sugoso per i commenti di radio prora”. Il Comandante proseguiva intanto il suo Uahhahahahà (con l’accento, che fa più fico) … Uah Uah Uah hahahahà… Il tempo parve fermarsi. La Nave mi sembrò una selva di orecchie tese a suggere ogni attimo di quel ridere sguaiato. Penso che anche le gru del porto militare fermarono nel vuoto i loro carichi, i carabinieri all’ingresso fecero circolare i mezzi in entrata ed in uscita facendo il gesto di chi chiede solo silenzio. Un tempo infinito condensato nei pochi secondi che passarono tra l’ultimo Uahhà e la voce del comandante che si domandava ma questo è l’ufficiale d’ispezione? Questo qui aspettava che lo sceicco arrivasse con la macchina in corteo! Babbeo! (temo che in quel preciso istante anche la terra, per contribuire al massimo silenzio, smise di ruotare sul suo asse) Io non sapevo più dove guardare. Scelsi di penetrare con lo sguardo le finestre del magazzino che si scorgevano attraverso l’oblò del camerino. Lo “sceiccco” è la tenda a righe rosse e blu che doveva essere montata sul cassero! Ma chi ce l’ha mandato questo? – fece rivolto al maresciallo che sembrava con la mente prendere appunti da trascrivere su di un invisibile taccuino e che, alla domanda, ammiccò con il viso di chi scansa ogni responsabilità. Il dio dei commissari, dopo essersi divertito alle mie spalle, si mosse a pietà e volle mandarmi un aiuto. Scorsi dall’oblò un riflesso rossastro e me ne venni con un calmo, rilassato, atono ma fermo ... Comandi comandante! La tenda è montata da mezz’ora, come può ben notare dal suo stesso oblò. Ci sono altri comandi? Silenzio. Corpo sull’attenti, colpo di tacco. Dietro front e via, mentre nella mia testa risuonavano, ma con la mia stessa voce le parole “Scemo! Scemo! Scemo!” Giuseppe Sfacteria Fonte: https://www.difesaonline.it/racconti-di-vita-militare/un-marinaio-dacqua-dolce
  22. Penso che a qualcuno potrebbe interessare sapere che la Campagna Addestrativa del Vespucci sta per iniziare. 😍 Vi riporto alcune informazioni che ho trovato nel sito della nostra Marina Militare. L'Amerigo Vespucci, dopo la consueta sosta manutentiva invernale, è pronta a solcare i mari e spiegare le grandi vele di tela olona per intraprendere la tradizionale Campagna d’Istruzione le tappe: Partenza da Livorno il 2 luglio - Imbarco allievi 1ª classe Accademia Navale Sosta Palermo 6 – 9 luglio - 30° anniversario stragi mafiose Sosta Tunisi 12 – 15 luglio Sosta Lisbona (riserva Cadice) 28 – 31 luglio Sosta Casablanca 6 – 9 agosto Sosta Trapani 23 – 24 agosto Sosta Malta 27 – 30 agosto Arrivo 3 settembre Taranto - Sbarco allievi
  23. 1) Ogni tanto in effetti è utile "fare un fischio" e vedere chi risponde all'appello 😉 Io sono la prima che, purtroppo, risponderà con calma (solo per colpa del poco tempo, non certo per la volontà). 2) Concordo ... qualità e non quantità! Anche se magari farebbe più effetto il numero, ma è meglio 10 post utili e seri piuttosto che 100 "ciao" e basta! Forse, mi viene ora da pensare (ma è anche tardi e potrei sbagliarmi), uno ha timore a dire qualcosa perchè pensa di sbagliare. Proprio per l'alta serietà e preparazione dei vari Comandanti. Ricordo una classica frase che ricorreva (e che spesso viene spontaneo dire): "ho una domanda stupida da fare" E la risposta del nostro Dir. era sempre: "non ci sono domande stupide". Ed è vero! Uno domanda perchè ignora e perchè vuole capire, quindi non c'è stupidità! Da una domanda può scaturire veramente una discussione interessante. Magari anche da "poco" si può innescare una utile discussione. Potremmo provarci. 3) Peccato escludere le navi a vela ... ma sono d'accordo che la vincitrice sarebbe troppo scontata. 😍
  24. Complimenti per i “primi” 20 anni di Betasom. Dico i primi perché certamente ce ne saranno degli altri! Sono iscritta da diversi anni, ma non dall’inizio e sono fiera di farne parte (come dico in queste occasioni: ne faccio parte ma da “studente”, non da esperta e non da persona preparata che può “insegnare” agli altri). Proprio questa è una delle peculiarità che avevo notato subito, prima ancora di “buttarmi” e chiedere di potermi iscrivere. Quando vi seguivo da “lettrice anonima” ho sempre ammirato i Comandanti che fanno parte, ed hanno fatto parte, di questo forum. Persone da stimare per la loro preparazione, la loro competenza e soprattutto la loro passione. Persone che “impiegavano” (e impiegano) il loro tempo per dare un loro contributo alle varie discussioni, per confrontarsi con gli altri e per dare modo agli “allievi” come me di imparare. Accanto allo scopo primario, al motto di questo “battello - forum”: “Per non dimenticare”, ora c’è anche una Associazione. Basterebbe solo questo per rendere l’idea della serietà e della tenacia dei partecipanti, alcuni ovviamente encomiabili! Un grazie e una marea di complimenti! Gli impegni di casa, lavoro, familiari (intesi a volte anche verso i genitori anziani), mi (e ci) “portano” via una marea di tempo. E’ tempo che scorre veloce e che cerchiamo di rincorrere e sono impegni che hanno la priorità sul resto. A questo ci aggiungo un po’ di troppa burocrazia nella vita, troppe carte, moduli, procedure, in cui dobbiamo sperperare ore preziose! Tutto è diventato sempre più frenetico, sempre più “dovuto” e magari “subito”; è tutto un rincorrere le cose. Ma in che Mondo stiamo vivendo? Perché dobbiamo sempre e solo “perdere tempo” così? Alla fine, con tutte questo correre, poi ci manca quasi il fiato e sfiniti non riusciamo a trovare il tempo per dedicarci alle nostre passioni, alle cose che ci fanno stare bene e che ci danno soddisfazione. Ogni tanto riesco ad impormi di fermarmi un attimo (solo un attimo) e di fare spazio anche “al resto”, a cose piacevoli. Non è facile, e anche voi certamente lo avete provato, e spesso sono combattuta perché mi pare che nel “prendermi un po’ di tempo per me” io tralasci altre incombenze, ma ogni tanto bisogna farlo! Ho creato e gestisco due siti web amatoriali, da autodidatta e senza pretese e uno per pura passione, diciamo pure innamoramento del magnifico Vespucci (la nave scuola della M.M.), a cui ho dedicato negli anni molto del mio tempo … tempo “rubato” al resto, tempo “ritagliato” nei fine settimana, ma mai sprecato! Ho avuto tante soddisfazioni e mi hanno dato tanto sotto molti aspetti. La passione che era alla base era (ed è) più forte di tutto! Dico tutto questo per dire che … vi capisco! Il forum è un impegno non da poco sia per chi lo gestisce, sia anche un po’ per chi vi partecipa. Negli ultimi due anni, come dice giustamente il nostro Comando, altri problemi si sono messi in mezzo ed hanno bloccato la fervente attività di incontri reali. Per questo però non dobbiamo scoraggiarci. Le persone ci sono e … Betasom c’è e ci sarà! E’ importante che resista anche a questa tempesta. Gli “utenti” che seguono ci sono, anche se non sono identificati perché non sono iscritti, però chi legge e chi vi consulta c’è … questa enciclopedia umana c’è! Vi ricordate? Qualche qualche anno fa vi avevo definiti così! Proposte al momento non ne ho, ed ho già chiacchierato anche troppo! Ci tenevo però a sottolineare che Betasom è un forum particolare, eccezionale, non è un “semplice social” in cui uno manda “due saluti”. Per questo ovviamente è “tenuto vivo” da veri appassionati che “spendono” tempo per confrontarsi con altri appassionati … e questo richiede appunto tempo! Tempo che spesso è tiranno … ma se per un po’ c’è un mare calmo, questo non vuol dire che l’equipaggio e l’imbarcazione stiano affondando! Assolutamente no! Si tratta probabilmente di un momento di calma, causata appunto da vari fattori esterni. Ricordatevi che il motto è: “per non dimenticare” Ha fatto bene il “nostro Comando” a fare un estremo riassunto (bilancio) di venti anni e mandare un messaggio per sentire chi è pronto a muovere! Prepararsi quindi per la nuova immersione per continuare la missione! Ora veramente mi fermo! Essendo anche fusa a fine giornata e dal tardo orario direi che è proprio il caso. Non ho idee, al momento, da proporre, ma di certo nei prossimi giorni ci penserò. Anche se … Betasom mi pare già perfetto così come è! Complimenti e … lunga navigazione!
  25. Ho letto poco fa il messaggio e ... un po' allarmata ho pensato subito di inviare un mio semplice e veloce saluto. 😉 Si è sempre di corsa e si dice: "faccio tra un po'", "faccio dopo" ... e intanto il tempo vola! Per evitare, quindi, tutto questo, al momento mi limito a questo veloce messaggio. Ci risentiamo a breve con "due parole" di più. Ho solo "dato un ping" ... un "singolo impulso sonar" (come disse il Comandante nel film Caccia a ottobre rosso) ... un segnale che ci sono! A presto!
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