Da quegli avvenimenti sono passati tanti anni. Quasi mezzo secolo.
Un’eternità. Cosa rimane di essi? Cosa resta di quei ragazzi allora appena
ventenni?
Dell’emblema sullo scudetto, simbolo della Morte con la rosa in bocca, è
rimasta solo la rosa, ricordo profumato della loro dedizione alla Patria, senza
ricerca di compensi, senza remore.
Dei loro barchini, dei loro Mezzi subacquei non vi è più traccia.
Sul mare rimane soltanto la loro bianca scia, che sparisce, sempre più tenue
con il tempo.
Nel cielo, nel vento, rimane ancora la loro canzone: ”Decima Flottiglia
nostra…”, anch’essa sempre più flebile e lontana.
Fra non molto, tutto sarà sparito.
Rimanga almeno il ricordo, a testimonianza di
una generazione irripetibile e certamente, per i nostri giorni, incomprensibile.
(dal libro “Decima Flottiglia nostra...” di S. Nesi)