Allego un mio scritto del dicembre '03, che avrei voluto divulgare, riguardante l'R12 di Ortona, con scheda e piccola cronistoria.
Spero di essere utile.
Faccio presente di essere un grosso appassionato della WWII, in particola modo delle vicende delle nostre forze armate, nonchè un ottimo cliente degli uffici storici della MM, AM, EI, e quindi dotato di una discreta biblioteca al riguardo, che naturalmente, è a disposizione per qualsiasi richiesta.
Titoli proposti
Un sommergibile dimenticato
Adesso
Attualmente nel cantiere realizzato nei pressi della stazione ferroviaria di Ortona da chi sta effettuando i lavori di realizzazione della seconda galleria sotto il colle del Castello Aragonese, seminascosto dall’ombra di un pino, un occhio attento può notare la sagoma della torretta di un sommergibile.
A un ispezione visiva ravvicinata la torretta non appare in buone condizioni, presentando zone con estese ossidazioni del metallo dovute alla completa mancanza di una qualsivoglia forma di manutenzione conservativa.
Fino al settembre 2002
Questa torretta faceva ‘bella’ mostra di sé ai piedi della collina sottostante la Passeggiata Orientale, nei pressi del raccordo di Via Marina con la strada di collegamento alla stazione ferroviaria, (### Fonte a mare), in uno spazio ricavato dallo sgombero delle macerie del ristorante ‘Il Faro’, il quale venne seppellito da una delle numerose frane del dopoguerra fortunatamente senza vittime ### data della frana #### il cane salvò tutti…
Come monumento dedicato dal Comune di Ortona ai Caduti del mare ### lapide ###
Ma la sua storia viene da lontano
Dopoguerra
Nel dopoguerra il sommergibile R12 venne utilizzato come deposito combustibile ed ancorato alla banchina Mas del porto di Ancona identificato dalla sigla G.R. 523.
Venne radiato dal naviglio nel 1974, venduto all’asta, e acquistato dalla ditta Romiti,(demolizioni navali) con sede operativa ad Ortona
La torretta venne acquistata o data in dono dalla Romiti al Comune di Ortona per realizzare un monumento ai caduti del mare e posizionato come sopra ricordato, mentre lo scafo fu demolito.
Notizie storiche e tecniche della Classe
In passato alcuni sommergibili oceanici operanti da Betasom (Base sommergibili a Bordeaux),
vennero utilizzati, previe modifiche, per poter trasportare materiale strategici quali zinco,stagno, caucciù, dall’Estremo Oriente dove erano disponibili, per ricostituire le scorte necessarie.
Il trasporto di quanto sopra, (circa 140 tonnellate/viaggio), significava comunque forte logorio dei battelli e dei relativi equipaggi, distogliendoli dal non numeroso gruppo di sommergibili italiani operanti da Bordeaux contro il traffico oceanico degli alleati.
Per cui vennero progettati i sommergibili classe R (tipo Cavallini) in grado di trasportare 600 tonnellate di materiale a viaggio:sicuramente un deciso passo in avanti.
Di questa classe solo due entrarono in servizio: Remo e Romolo ambedue persi nel luglio del 1943 durante il loro trasferimento da Taranto a Napoli, il primo ad opera del sommergibile britannico United, il secondo ad opera di un aereo (fonti inglesi).
Gli altri sommergibili erano in costruzione negli scali dove l’armistizio dell’8 settembre 1943 li colse in diversi stadi di realizzazione:
R3-R6 Cantire Tosi-Taranto
R7-R9 C.R.D.A.- Monfalcone
R10-R12 Cantire O.T.O. - La Spezia
CARATTERISTICHE
Dislocamento(tonnellate): 2201,30/2606,75
Dimensioni(metri): 87x7,8x6,13
Armamento: 3 mitragliere da 20mm, con 7200 colpi
Equipaggio: 5 ufficiali, 56 tra sottufficiali e comuni
Velocità: max in superficie 14 nodi
Max in immersione 6,5 nodi
Autonomia in superficie : 12.000 miglia a 9 nodi
“ “ immersione : 6,5 miglia a a6,5 nodi
110 miglia a 3,5 nodi
Proposta
Sarebbe auspicabile che quello che resta di questa classe di sommergibili (i più grandi realizzati in Italia a tutt’oggi), possa essere salvato, e magari donata alla M.M., che potràposizionarla davanti alla palazzina della futura Capitaneria di Porto di Ortona.
Occorreranno certamente interventi di ristrutturazione della torretta prima che la ruggine renda vano qualsiasi tentativo, ma non credo che questi possano essere talmente dispendiosi da non poterli realizzare.
Bibliografia:
Alessandro Turrini e Ottorino Ottone Mozzi, Sommergibili italiani, Tomo 2, U.S.M.M.
A cura di U.S.M.M.,Navi Militari perdute, volume 2, U.S.M.M.
Giorgio Giorgerini e Augusto Nani., Almanacco storico delle navi militari italiane 1861-1995, U.S.M.M.