La Rivista Marittima fa da oltre cinquant’ anni parte del mio quotidiano, della mia routine di lettura ed aggiornamento; non sarà sempre il massimo ma le ho sempre attribuito un certo grado di serietà, per il vaglio che ritenevo venisse fatto sulle collaborazioni, e pur non non essendo un organo ufficiale della MMI in generale ritengo ne abbia rappresentato le spinte e gli umori se non proprio il pensiero.
La Rivista Marittima ha avuto alti e bassi, anche per le vicende economiche che riguardano tutte le istituzioni, colpite da tagli indiscriminati, ed è stata soggetta a cambi e critiche, riflesse anche in questa sede.
Nei giorni scorsi ho ricevuto con il consueto ritardo il numero di febbraio, e sono trasecolato per un articolo , sotto l’ introduzione “Storia e Cultura Militare “ di taglio molto revisionista e molto elogiativo dei risultati della 2^ GM
Quando ormai molti decenni fa ho frequentato l’Accademia Navale ho avuto la fortuna di avere non solo insegnati eccezionali, ma anche che gli stessi, tutti reduci dell’esperienza della 2^GM ci trasmettessero la loro esperienza, con franchezza.
Le analisi ricorrenti riguardavano le carenze della nostra Marina, ed uno dei temi, relativi alle artiglierie, riguardava l’inefficacia del nostro tiro navale, con fenomeni pregiudizievoli quali l’ eccessiva dispersione delle salve, la mancanza di cariche a vampa ridotta, le artiglierie che avevano affusti multipli a culla unica, con negative ripercussioni sia sul tiro che sulle strutture, ecc. ecc.
Non voglio, al momento entrare nei dettagli, sempre molto interessanti e sempre fonte di scoperte, anche se ampiamente ed autorevolmente già trattati, ma sono rimasto basito quanto l’autore dell’ articolo, che non cito per non infierire, pontifica in controtendenza affermando, e concludendo, che la dispersione del tiro rispondeva ad una precisa ( ed indovinata) dottrina della Regia Marina…..…
Giustamente la MMI e la Rivista Marittima, non sono responsabili né si identificano nelle affermazioni degli autori, ma forse, definendo l’ organo una rivista tecnica di settore e non un periodico di informazione dove certe libertà sono quasi scusabili, una certa valutazione - se non selezione – a volte non guasterebbe .. soprattutto nel caso di un revisionismo inappropriato a 70 anni da un conflitto ormai metabolizzato …
Rimango per il momento fedele agli insegnamenti ricevuti, ed all’ esperienza acquisita in anni di servizio e di studi navali, sempre grato a coloro che si sono comunque sacrificati, anche se non avevano i mezzi, anche se il successo non è stato dalla loro parte …
Forse di fronte a certe affermazioni, si potrebbe aprire una nuova discussione sulla' argomento, ma anche, e più opportunamente - se l' autore è ancora presente nel nostro sito - riprendere una buonissima serie di interventi e spiegazioni sul tiro navale che sono stati un vero trattato