Non volevo tediarvi troppo con i miei sproloqui anche perché la recensione di Andrea è veramente esasustiva. Il libro è scorrevole e di rapida lettura considerate le sue 101 pagine. Ribadito che l'opera merita assolutamente di essere acquistata (e riletta) vorrei tuttavia rivolgere una breve ed affettuosa "critica costruttiva" all'Autore. Leggendo le pagine di questo diario si ha infatti spesso la sensazione che l'Autore abbia omesso molti interessanti aspetti della sua esperienza in marina. Se il Sig. Bellocci mi potesse ascoltare lo pregherei di non negarci, ad esempio, la gioia di poter leggere qualche pagina in più (nel libro vi sono solo 4 facciate dedicate all'argomento) sulla sua vita a bordo del sommergibile Jalea magari descrivendoci lo svolgimento di un'ordinaria giornata a bordo. In genere i singoli capitoli appaiono comunque molto brevi, il racconto si concentra nella descrizione di singoli episodi con una certa marginalizzazione del contesto (militare) in cui maturarono. Per quanto riguarda le fotografie riprodotte, a parte qualche errore di impaginazione nelle didascalie, rilevo una lacuna che personalmente mi piacerebbe vedere colmata. Riguarda l'assenza di un'immagine del cannoniere Lucchiari Domenico, amico di Belloci, deceduto in seguito alle ferite riportate sulla R.N. Roma in occasione dell'affondamento. Non sono un iconolatra ma ritengo che completerebbe l'opera consentendoci, unitamente alle parole del suo "paterno" amico, di ricordare un uomo che ha donato la propria vita per la Patria guardandolo dritto negli occhi. Corto Maltese
P.s.: Mi resterà sempre una curiosità...ma il secondo capo della Cavour avrà letto questo libro?