Ho finito la lettura di questo bellissimo libro due sere fa.
E' sicuramente una delle più belle autobiografie di ammiragli mai lette, in ogni pagina si distingue la personalità dell'autore, un personaggio anticonformista ed "antisistema". Una razza rara nel nostro paese, oggi come allora.
Una delle parti più interessanti dell'opera è quella relativa alla Battaglia di Pantelleria, soprattutto per le polemiche mosse al racconto di Da Zara, soprattutto da parte di Martino Aichner nel suo libro "Il Gruppo Buscaglia" che ho avuto modo di leggere alcuni anni fa.
Il motivo del contendere fu l'attribuzione del merito dell'affondamento del cacciatorpediniere britannico Bedouin, che venne colato a picco dall'S 79 pilotato da Aichner, dopo che l'unità era stata gravemente danneggiata dai cannoni dell'Eugenio di Savoia e del Montecuccoli. L'argomentazione di Aichner, sostenuta da una lunga documentazione prodotta da questi, dopo aver contattato tra l'altro gli ufficiali superstiti dell'unità inglese, fu che il caccia era in condizioni di poter manovrare (sebbene a ridottissima velocità). Quindi l'azione da egli portata a termine non fu semplicemente la somministrazione di un colpo di grazia ad un'unità immobilizzata (e quindi ascrivibile in gran parte come un successo della Marina), ma la distruzione di un bersaglio vivo a tutti gli effetti. Aichner, inoltre rincarava la dose, sottolineando le inesattezze relative ai successi vantati da Da Zara.
A mio avviso questa polemica fu del tutto deleteria in quanto, non fece altro che gettare benzina sul fuoco delle annose polemiche tra Marina ed Aeronautica, vive fino a non moltissimi anni fa.
Dopo aver letto il libro di Da Zara pubblicato, è bene precisarlo nel 1949, posso dire che la sua descrizione degli eventi di Pantelleria è onesta ed in buona fede. E' vero che egli confonde il Cairo per un incrociatore classe Birmingham, cosi come confonde due caccia di scorta per ulteriori due incrociatori nemici, tuttavia gli eventi che narra sono quelli che egli ebbe modo di osservare dalla plancia dell'Eugenio di Savoia, lanciato a 30 nodi contro l'avversario ed piena in azione di cannoneggiamento, e quindi soggetti a notevoli errori di apprezzamento. Lo sbaglio, grave, di Da Zara è stato quello di non rettificare il suo racconto dopo che furono resi disponibili resoconti più accurati, anche di parte inglese, di quanto accadde il 15 giugno 1942. L'attacco aerosilurante di Aichner ebbe modo di colare a picco definitivamente l'unità nemica (l'unica nave da guerra affondata dagli aerosiluranti italiani), tuttavia ciò accadde proprio mentre le navi della Settima Divisione era tornate nelle sue vicinanze. Di conseguenza, anche se il siluro dell'S 79 fosse andato a vuoto, il Bedouin (che sviluppava pochi nodi) non sarebbe sfuggito agli incrociatori italiani.
Mezzo Giugno fu indiscutibilmente una vittoria dell'Asse, nella quale sia la Regia Aeronautica che la Regia Marina svolsero bene il loro compito, mostrando come si sarebbe dovuta combattere effettivamente la guerra in Mediterraneo sin dall'inizio del conflitto.