Ho la fortuna di esssere buon amico di un comandante della Grimaldi, attualmente imbarcato sulla GRANDE COTONOU. gemella della GRANDE TEMA. Attualmente fa la linea East Coast USA - W Africa e proprio in questi giorni ha iniziato la serie di scali africani. Ho pensato che sarebbe stato interessante sentire il suo parere su quanto avvenuto sulla GRANDE TEMA e gli ho mandato via mail l'articolo apparso sul Gazzettino. Ecco la sua risposta.
Ho letto quanto scritto dal Gazzettino circa il fatto accaduto alla GRANDE TEMA.
Normalmente, come sa, i giornalisti tendono ad ingigantire le notizie per creare una sorta di scoop del quale potersi vantare e magari avere qualche bonus in più dai loro capi redattori.
Sì, le confermo che il rischio clandestini qui in West Africa è altissimo, ma lo è ancor di più quello dei pirati del quale, però, nessuno parla; eppure ci sono stati, in questo caso sì, equipaggi sequestrati, comandanti e direttori di macchina perfino uccisi, abbordaggi con sparatorie ecc ... ma di questo, ripeto, non ne parla nessuno. Peccato!
In questo caso, il vero scandalo, come le dicevo, è che è stata data una notizia senza senso. Comunque i fatti, come li abbiamo saputi noi qui, si sarebbero svolti nel modo seguente.
La TEMA ha preso sì i clandestini, ben quattro, ma non sono saliti a bordo per “le vie normali”; si sono invece arrampicati su per la rampa. Le rampe di queste navi servono, quando sono aperte a caricare/scaricare merce, ma quando sono chiuse, sono delle vere e proprie scale e nicchie dove potersi nascondere. Noi abbiamo delle procedure che attuiamo ad ogni partenza da ogni porto africano che sia esso ad alto, medio e persino a basso rischio clandestini. Guardiamo dappertutto, controlliamo la nave in tutti gli spazi esistenti e quando dico “tutti”, sono veramente TUTTI.
Partendo da Lagos, io normalmente faccio rimanere il posto di manovra sia di prora che di poppa (maggiormente quello di poppa) presidiato, in modo che i miei guardino e si facciano notare da chi è sulle canoe e barchette varie che gironzolano passando a breve distanza dalla nave in uscita dal canale.
Potrebbe essere successo che questi quattro sventurati siano riusciti a salire sulla GRANDE TEMA durante l'uscita nel canale di Lagos, avvicinandosi alla “spiaggetta” che si trova in corrispondenza della rampa di poppa. Da lì, poi, avrebbero potuto arrampicarsi lungo la rampa usandola come scala senza che chi era a poppa se ne accorgesse. Peggio sarebbe stato se il posto di manovra fosse già stato privo di persone … e forse è accaduto proprio questo, ma chi lo può dire???
Le dico questo per certo perché è solo da lì che si possono prendere i clandestini, e non dall'interno come ha voluto far credere il giornalista.
La rampa di questa classe di navi, cui appartiene anche la GRANDE COTONOU, si ferma (quando è chiusa) ad un ponte sul quale le porte stagne che danno all'interno sono lucchettate. Quindi l'equipaggio ha notato la presenza dei quattro solo dopo essersi lasciato alle spalle definitivamente Lagos, ossia dopo alcuni giorni.
Che sia una bufala lo rivela anche il fatto che il giornalista scrive che i quattro sono stati scoperti al largo delle coste marocchine. FALSO!!! I clandestini portano con sé a malapena qualche cosa da mangiare e da bere. Difficilmente stanno rintanati a lungo. Se sono saliti a Lagos, saranno usciti allo scoperto sicuramente dalle parti di Tema/Abidjan, che da Lagos distano più o meno tre giorni. Essere stati scoperti al largo delle coste marocchine avrebbe significato questi si sarebbero dovuti portare dietro un carretto di provviste, non poche e semplici cose. Spero di essere riuscito a farle capire il concetto.
Volevo ricordare una cosa. Dall'Africa, e soprattutto da Lagos, non si imbarca nulla, e tanto meno macchine e containers come ha affermato lo “scoopista” (se mi concede il termine).
Ovvio che una volta scoperti a bordo siano stati messi in una cabina, ma contrariamente alle consorelle più piccole, tipo GRANDE BENIN, questa classe non ha una vera “cabina clandestini”, ma solo cabine normali.
Lagos, poi, è l'ultimo porto che si scala in West Africa e quindi se non si fa una ricerca anticlandestini approfondita è ovvio che poi esca la sorpresa.
Io penso che una volta in arrivo dalle parti della costa inglese, i quattro, visto che non avevano nulla da perdere, abbiano forzato la porta della cabina e si siano impadroniti di qualcosa, magari divellendo qualche suppellettile della cabina stessa per usarla come clava.
Sia i filippini che noialtri, quando siamo minacciati, pensiamo bene di farci i fatti nostri, e quindi ecco perché si sono barricati tutti nel ponte di comando da dove hanno chiesto aiuto via radio alle autorità inglesi.
Quindi, in conclusione, lo “scoopista” ha usato il termine "nave dirottata"...ma io direi: dirottata da chi? Questa persona sa la differenza che c'è tra un dirottatore ed uno sventurato che minaccia qualcuno con un bastone? Non credo si trattasse di sbarre di ferro, anche perché non ne abbiamo a bordo.
Le uniche cose vere che ha scritto sono i dati della nave: lunghezza, tonnellaggio, compartimento di iscrizione. Usando la parola ... anzi il parolone “colosso del mare” mi ha fatto anche sorridere. Cosa dire allora di una nave, vero colosso del mare, come la TA'KUNTAH, di proprietà della Pemex (Petroleos Mexicanos), attualmente utilizzata come storage ship nel golfo di Campeche in Messico? E’ una 380 mila (confermo: trecento ottanta mila tonnellate....altro che 71 mila e spiccioli), qualcosa come come 365 metri di lunghezza circa e di circa 60 di larghezza e che a pieno carico aveva a bordo più di 4.500.000 barili di greggio! Io su quella storage ship ci sono stato e quindi mi lasci (anche qui) passare il termine ... colosso. Da scarica era semplicemente mozzafiato. Una montagna, verrebbe da dire. Meno male che ci si arrivava in elicottero, altrimenti glielo raccomando a salire per lo scalandrone! Bei tempi quelli! Parlo del 05 marzo del 2002, quando sono salito a bordo per la prima volta come 1° ufficiale addetto alla sicurezza delle operazioni.
Questo è il mio pensiero su come credo siano andate veramente le cose. Certo, l'intento dei quattro era quello di arrivare in Nord Europa, non importa dove, e scappare a terra a nuoto, ma quello che più mi fa specie, è che davanti ad un'arma da fuoco, ovviamente c'è poco da fare; però (almeno io) davanti ad un bastone, non mi tiro indietro.
Come ho già detto, dipende sempre da chi si ha a bordo. I Filippini di natura sono paurosi, così come molte altre persone. Ma se ai clandestini fossero stati dati un paio di ceffoni, non ho dubbi che sarebbero venuti a più miti consigli. Infatti, davanti alle forze inglesi intervenute, (ovviamente armate), non hanno potuto far altro che arrendersi senza opporre la minima resistenza; del resto che potevano fare? Inoltre "brandendo" (come scrive sul Gazzettino questo pseudo giornalista) le spranghe di metallo, come mai non hanno rotto i finestroni sul lato di poppa del ponte di comando? Sarebbero entrati agevolmente e, forse, cercato veramente di dirottare la nave.
Mi creda, quando leggo cose simili mi viene solo da ridere al pensiero di come una realtà possa essere stravolta e distorta in questo modo.
Sarebbe come dire, per chi come me ha la passione per il tuning, che organizza o partecipa a gare clandestine. Se per strada trovo uno scapestrato che crea un incidente e magari mio malgrado mi trovo coinvolto, vedendo la mia macchina elaborata ecco comparire lo scoop .... “gara clandestina di auto truccate sulla tangenziale finita in tragedia” .... e non penso di dire fandonie!