Carissimi,
purtroppo il resoconto finale di quella triste guerra parla da solo; i numeri sono inconfutabili ma molte considerazioni vanno fatte.
I nostri equipaggi non erano affatto impreparati; i vari episodi di eroismo, ma anche tutta l'attivitàdei nostri battelli lo dimostra.
Tutti quei ragazzi sono caduti non per l'impreparazione ma solo per la schiacciante predominanza del nemico che, dopo anni di affinamento, riuscì ad individuare le tattiche vincenti cogliendo i punti deboli di questi strumenti eccezionali ed utilizzando i nuovi strumenti tecnologici (RADAR) ed mezzi aerei in maniera massiccia (fu questa la vera arma vincente).
Quindi non parlerei di impreparazione (almeno per quello che riguardava i sommergibili; per le navi la cosa era molto diversa e forse in quel campo eravamo veramente non pronti).
Il vero problema era incentrato sulle strategie d'impiego di questi mezzi. Nonostante fossimo la Marina Militare con il maggior numero di battelli operativi, all'inizio della guerra le nostre tattiche di ingaggio erano poco efficaci.
Come ha scritto Bagnasco in vari libri, l'impiego dei mezzi era praticamente basato sul concetto della "boa" ferma ed in agguato, pronta ad aggredire la preda al sua passaggio.
Questa tattica, in quello scenario, si rivelò presto inadeguata e poco efficace.
Grazie alla collaborazione tedesca, ma anche grazie alla geniale flessibilitàdei nostri comandanti, riuscimmo presto ad aggiornare le nostre procedure ... ma forse era giàtardi. Ad ogni modo in tutte le occasioni che si sono presentate, i nostri Comandanti hanno operato in maniera esemplare meritando l'ammirazione dei Tedeschi ma anche del nemico.
Quei ragazzi sono caduti perchè il nemico era più forte ed era dotato di mezzi, quantitativamente e qualitativamente, superiori.
Chissàcome sarebbe finita quella guerra se fossimo stati più attenti alle innovazioni tecnologiche, putroppo sottovalutate per scarsa lungimiranza (mi riferisco allo Snorkel progettato dall'ing. Pericle Ferretti, giàpronto e funzionante nel 1918, ma poi stranamente abbandonato; idem posssiamo dire per il RADAR di scoperta navale).
Per non parlare dell'assurda mancata collaborazione tra forze navali ed aeree italiane che, di fatto, ci ha fatto sempre combattere in svantaggio (anzi, la cosa spesso fu paradossale, in quanto i nostri aerei arrivavano sempre così in ritardo che trovavano le battaglie giàconcluse ed attaccavano le navi alleate mentre recuperavano i nostri superstiti, costringendole a desistere ed ad abbondonare i nostri ragazzi al loro destino).
Nonostante tutto ... abbiamo reso la vita molto difficile agli inglesi in Mediterraneo ed abbiamo fatto la nostra parte in Atlantico.
Ovviamente questo è il mio modesto parere; su queste cose sono stati versati fiumi di inchiostro e forse non si arriveràmai ad un'analisi veramente definitiva ed obiettiva.
Del resto per la storia ... 50 anni non sono nulla.
CIAO