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La prua della motonave "Vulcania", gemella della "Saturnia" dell'armatore Lussignano poi triestino Cosulich, 1927, in bacino di carenaggio.
Le due navi da 24.000 tonn. di S.L. dell'epoca antecedente al "Rex" ed al "Conte di Savoia", sopravissute alla seconda guerra mondiale.
Varo5
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Una delle persone che potrebbe sapere della questione è un iscritto dal nick name (nostromodiroma). Lui è stato imbarcato sul V.Veneto per parecchi anni, oltre a ciò è anche nostromo! Te lo consiglio. Magari prova a inviargli un MP. Io ora gli mando un messaggio sulla posta di servizio.
Comunque se è stata aggiunta un'ancora credo sia stato fatto nei lavori di trasformazione che il Veneto ha subito parecchi anni fa.
Attendiamo l'intervento di "nostromodiroma" che certamente si farà vivo per raccontarci le modifiche dei grandi lavori.
Grazie Navy i tuoi interventi dalle mie parti sono gradevoli ed utili per "tirare fuori" particolari che resterebbero dimenticati.
Varo5
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Come puoi osservare al varo del "Vittorio Veneto" non sono ancora sistemate le cubie e tutte quelle ancore hanno un altro scopo.
I vari hanno il percorso ben definito e non dipende dalla nave ma dalle ostruzioni che la nave incontra (meglio dire che non deve incontrare) a fine percorso.
Il cantiere dove è stato varato il Vittorio Veneto ha poca acqua alla fine dello scalo e deve fermare la nave ad una determinata distanza per evitare che la nave si incagli sulla costa opposta. Le ancore sono pronte ad essere date fondo prima di fare danni.
Lo scalo di Castellammare ha lo specchio d'acqua dopo lo scalo molto ridotto. Io conosco bene quel cantiere. le 6 ancore affondate tutte insieme hanno lo scopo di fermare lo scafo.
Il cantiere di Trieste metteva 2 ancore sole ma non le mai adoperate perché dietro lo scalo c'è il vallone di Muggia molto ampio. Monfalcone vara con le catene o per riempimento del bacino.
Le catene vuol dire che la nave appena fatto il "saluto" (galleggia) entrano in tensione due cavi (uno per lato) che trascina ciascuno un mucchio di catene ammassate. Queste si sciolgono trascinate sul terreno e fermano la nave.
Varo5
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Io ho sempre creduto che l'incrociatore "Vittorio Veneto", costruito a Castellammare di Stabia nel 1967, avesse due ancore di posta. Una in cubia laterale aperta a sinistra nave ed una in cubia chiusa sul dritto di prora.
Niente a destra nave. Ho la foto del "Vittorio Veneto" che posto quì sotto e non solleva dubbi. A destra cubie non ci sono.
Io ho fatto plurime uscite in mare durante le prove di velocità e pure durante le prove di tiro. Sono andato a vedere più volte la scia di poppa delle eliche, bellissima! ritenendo una ottima mano del disegnatore che ha fatto il piano di costruzione, ma non sono andato mai all'estrema prora a vedere la manovra delle ancore.
Il "Vittorio Veneto" che entra nel canale di Taranto - non ha cubia a destra nave.
le ancore del "Vittorio Veneto" di sinistra nave e dritto di prora.
In un Museo di Londra ho acquistato il volume "WARSHIPS" - From The Galley To The Present Day - grosso volume di 256 pagine con tantissime foto delle navi del passato e del presente di allora (2006) con rilegatura cartonata da gran biblioteca, dimensioni 24 x 32. Il volume è con la copertina esterna spessa lucida con foto di due navi (che si ripetono sul cartone rilegato. Davanti è l'immagine della portaerei inglese di allora "Invincible" con lo sky jump, e sul retro è una bella immagine del "Vittorio Veneto" che potete vedere postata quì sotto:
La vista dall'alto non lascia dubbi c'è la terza ancora a destra sistemata in una normale cubia aperta come quella di sinistra, solo sistemata più a prora. Le immagini postate quì sotto lo confermano. Sono tutte ricavate dal detto volume. L'ultima immagine è quella completa del libro su descritto e che si autodefinisce "This superb book .... back cover the Italian helicopter cruiser Vittorio Veneto.
Quando e perché e stata sistemata la terza ancora in cubia aperta a destra? Io non lo sapevo. La "Garibaldi" non ha l'ancora a destra.
La prua del "Vittorio Veneto" vista dall'alto. si distingue l'ancora in cubia a destra nave ed il penzolo iniziale di catena che è trattenuto con una bozza. Non era e non c'è l'argano indipendente per questa ancora che è di riserva, subordinata all'unica catena già impegnata con l'ancora del dritto di prora.
L'immagine del "Vittorio Veneto" sulla back cover e sul cartone del "superb book" inglese.
Varo5
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Prima del viaggio inaugurale la nave "Australia" ha fatto le prove di velocità sul miglio misurato
da Punta Chiappa a Portofino, dove si trovano i segnali di riferimento. Questi due riferimenti sono costituiti da due alti pali che, visti sovrapposti dal goniometro della nave, corrispondono a due linee parallele di inizio e fine del percorso misurato. La rotta della nave sarà angolata secondo l'angolazione geografica dei riferimenti, attentamente controllata dal goniometro di plancia.
I plurimi tempi di percorso saranno eleborati per definire la velocità media.
didascalia: la virata della "Australia" dopo superato il "riferimento" di Punta Chiappa davanti a Camogli - Recco, per fare il percorso inverso.
Il battesimo del mare della "Australia" - il varo è avvenuto a Trieste il giorno 21 maggio 1950 - sotto la gemella "Neptunia" il 1 ottobre 1950.
Le prove di velocità sono state fatte anche a Trieste ma i fondali del mare non superano i 20 metri.
La massa d'acqua che si trascina dietro la nave in velocità fa attrito sul fondo e viene rallentata di poco. Le velocità che si riscontrano a Trieste sono sempre qualche decimo di miglio in meno.
Varo5
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Guardate bene la cubia del "San Marco" da restare esterefatti !
La nave gemella "San Giorgio" ha la cubia identica.
Varo5
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Aldo ma anche la parte idraulica è in coperta esposta alle intemperie?
Questi macchinari sono azionati da motori elettrici sotto coperta per gli argani ed in coperta per i verricelli. Le colonnine con le manopole per i comandi sono in coperta sia per gli argani che per i verricelli, per l'immediatezza operativa in caso di problemi.
Se la corrente elettrica è in alternata a distribuzione con voltaggio elevato, la Garibaldi (se ricordo bene) ha 470 Volt, sotto coperta c'è un trasformatore
(470 - 220) per avere il motore elettrico a 220 V. così pure le gru delle imbarcazioni e le altre gru in coperta, ventilatori, ecc.
Le cucine che erano mie pure quelle avevano il trasformatore 470 - 50 V.
Questi trasformatori disseminati per i corridoi della nave sono di un ingombro indecente.
Varo5
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26 giugno 2012
tragedia del giglio
Concordia, causa
contro i progettisti
Genova - Lo studio legale americano John Artur Eavens presenterà una denuncia alle autorità americane nei confronti della Carnival - la società che controlla la Costa Crociere - e dei suoi architetti e progettisti navali perché, secondo gli avvocati, ci sarebbero errori di progettazione nella “Concordia” che avrebbero fatto risultare instabile la nave nel caso di falle al di sotto della linea di galleggiamento, come è poi avvenuto dopo l’urto con lo scoglio all’isola del Giglio lo scorso 13 gennaio.
Lo annuncia lo stesso studio legale che assiste alcuni cittadini americani e di altri paesi che erano a bordo della nave naufragata al largo dell’isola toscana. La denuncia, dicono gli avvocati, riguarda l’errata progettazione non solo della “Concordia” ma anche di altre navi da crociera della Carnival.
Da SHIPPINGONLINE
Questo proprio non ci voleva! E come spiegarlo alla gente comune che la filosofia costruttiva di FINCANTIERI è più o meno la medesima dei cantieri navali del resto del Mondo?
Io ho previsto che la "Costa Concordia" aveva una altezza metacentrica nulla e l'ho chiaramente scritto nella mia nota "NOTA 3 - SBANDAMENTO SBAGLIATO" nel messaggio #63 del mio topic in oggetto.
Più dettagliato è il mio intervento nel mio topic "La Stabilità della Nave ed il Momento d'inerzia" in relazione alla situazione di stabilità della "Costa Concordia", e Vi invito a trasferirsi per leggere spiegazioni più ampie.
Varo5
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Varo, se sei d'accordo unirei la tua discussione a quella dedicata alle catoline, per non disprdere questo bellissimo patrimonio!
la discussione con cui unirei è questa: http://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=27053&st=570
Fai pure totiano hai da parte mia sempre "carta bianca" per questi movimenti. Tu sai meglio gestire
le situazioni migliori di postazione.
Aldo - Varo5
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Arrivo in ritardo per festeggiare i 45 anni del nostro amato "TOTI" ed ho letto il link della notte del trasporto attraverso la città di Milano, da via Toffetti al Museo della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci".
Per essere presente ho fatto 450 Km. in andata ed altrettanti per il ritorno in treno. Non ho prenotato l'albergo conoscendo gli alberghi vicini al tragitto che doveva fare il "TOTI" durante la notte.
Ho saltato non solo l'albergo ma anche la cena.
Le difficoltà erano moltissime ma sono state tutte previste. Smontaggi preordinati e rimontaggi appena il convoglio era passato. Il "Toti" era senza la vela che era tolta e portata su un carro separato a seguire lo scafo. Lo scafo era così alto che sono state smontate le linee elettriche dei tran, filobus e perfino del treno. Semafori stradali smontati di corsa e rimontati subito dopo il passaggio. Ponti sulla strada dove sotto erano canali che potevano sprofondare per il peso di 450 tonnellate al passaggio di "E.T.".
In piazza "5 Giornate" (credo) è stato necessario girare il convoglio. Eravamo pigiati come nel Metrò in ora di punta comprese carrozzine con neonati a vedere "Enrico", ma erano le 2 di notte.
I giornali milanesi hanno scritto che hanno seguito "E.T." nel percorso notturno 100.000 persone.
Io ero tra di loro ed ho visto davanti a me cinque suore nella loro divisa, a passo di bersagliere seguire il convoglio in discesa lungo il viale Regina Margherita. Erano le quattro del mattino.
Varo5
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Caro Stefano (Argo 75) - Ho bisogno del tuo aiuto.
Ho fatto un messaggio sulla "COSTA CONCORDIA" con riferimento al messaggio #217.
Ho seguito i suggerimenti per postare la mia risposta con la copiatura della parte in riferimento.
Controllata la presentazione in "anteprima" e riscontrata buona ho fatto "l'invio" ed anziché apparire in coda agli altri messaggi il mio elaborato è scomparso.
La domanda è: ho pigiato involontariamente qualche tasto sbagliato? e quindi cancellato, oppure è nascosto da qualche parte e non riesco a ripescarlo?
A rifarlo non ho problemi ma devo sapere se è cancellato oppure nascosto a dare fastidio e quindi da toglierlo di mezzo.
Un'altro problema che credo ti interessi personalmente.
Ho avuto in prestito, per vederla, una serie di spilli da bavero di società veliche ed altro. Si tratta di "guidoni" anche stranieri di plurime Nazioni
(mi pare siano 53 pezzi).
Sono oggetti previsti da Betasom ma mi pare sia vuoto completamente.
Fammi un messaggio se ti interessano e come trasferisci le immagini sul tuo sito. Ho visto che ti hanno tolto i miei ricordi del Toti ti posterò altri.
Ciao Stefano. Aldo (Varo5)
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Al Museo della scienza a Londra c'è una notevole esposizione di grandi modelli in vetrine separate dove è stato interessante vedere come vengono realizzate le attrezzature per la manovra delle ancore e ormeggi. Quì ho potuto vedere la differenza che viene realizzata su modelli in scala 1:200 e questi visti a Londra in scala 1:50. Ho fotografato i modelli nella realizzazione di questo dettaglio, anziché nel loro assieme, per la precisione esecutiva di questa parte.
La materia era di mia competenza in Cantiere e quindi conosco professionalmente la realizzazione di questo "servizio" navale nei suoi dettagli più nascosti. Sono rimasto meravigliato che nella bravura esecutiva modellistica, ci sia anche tanta "competenza della materia".
La nave militare ha sempre argani che sono più pericolosi a manovrare le catene, in confronto con le navi mercantili che hanno verricelli più facili da manovrare ma più imgombranti.
In questo caso sono tre ancore e tre argani. quindi sotto si trovano tre pozzi catene.
Talvolta il pozzo è unico ma deve essere diviso in tre parti con pareti non stagne ma che assicurino la divisione funzionale dello spazio.
Navi più piccole o economiche hanno due ancore in cubia ed una di riserva. In questo caso le catene sono sempre due mentre l'ancora di riserva può essere sistemata in coperta a prua (HMS Belfast) oppure l'ancora in cubia con il penzolo di cima. Un pezzo di catena corto con accessori d'unione alle catene e trattenuta con una bozza. Vedi il post "Ancore e cubie" dove ho postato molte foto di ancore e catene anche del "HMS Belfast" con modalità d'impiego.
Nel topic ANCORE E CUBIE ai messaggi #70 sono i disegni della bozza per tenuta di sicurezza e smontaggi e al #99, #166, #174 e seguenti sono le catene del "HMS Belfast" in bella posta. Ci sono anche i disegni di tutti i tipi di ancore.
Per cpmpletamento posto un disegno di come è fatto un argano, che tutto stà sotto coperta, e del verricello salpancore della nave "Australia" che tutto stà in coperta.
Varo5
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... e alle cui vicende nel 1940 è dedicato un saggio nel numero di giugno 2012 del Bollettino d'Archivio dell'USMM:
Grazie GM Andrea per la postazione del lungo saggio dedicato ad un fatto d'arme che non conoscevo. L'ho letto completamente con interesse e piacere. Varo5
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La prua del piroscafo "Toscana" in partenza da Trieste per l'Australia. Per Trieste ormai è un simbolo denominata "la nave dei due esodi", perchè è stata impiegata per il trasporto degli Esuli prima dall'Istria verso i porti italiani e poi dall'Italia verso l'Australia, dove hanno trovato ospitalità e lavoro non trovati nella Madrepatria.
Per questi viaggi australiani la "Toscana" ha subito notevoli modifiche trasformandola da nave da carico in nave passeggeri, ovviamente non di lusso. Lo stesso trattamento è stato fatto alle navi commerciali: "Fairsea" "Castel Felice" "Castel Verde" "Aurelia" "Flaminia" "Toscanelli" e qualche altra.
L'immagine della "Aurelia" si vede che è una nave da carico trasformata in nave passeggeri.
La nave "Aurelia" trasformata da cargo in nave porta emigranti
Evidentemente erano tanti gli esuli che nel 1951 hanno inserito le tre "Australia","Oceania" e "Neptunia" costruite appositamente per gli emigranti, ma dignitose nell'ospitalità a bordo.
Le navi erano dotate di una ridotta prima classe arredata opportunamente. La motonave "Oceania" gemella dell'"Australia" e della "Neptunia"
La nave "Oceania" del Lloyd Triestino gemella dell' "Australia" e "Neptunia"
Il traffico degli emiganti è stato tale da non bastare le tre "Australia" e nel 1963 furono sostituite dalla coppia "Galileo Galilei" e "Guglielmo Marconi" di circa 27.000 tonnellate di stazza lorda ciascuna.
Le navi per l'Australia del Lloyd Triestino "Galilei" e "Marconi" in porto a Genova
La "Galileo Galilei" in arrivo a Sydney
Affiancate alle "Australia" e gemelle la Flotta Lauro aveva messo in servizio le navi "Roma", "Sydney" e "Surriento" e nel 1966 le sostituiva con le più grandi e veloci
L'"Angelina Lauro" a Sydney
L'"Achille Lauro" che affonderà nell'oceano Indiano come nave crociera
Dopo un florido decennio (per le Società di navigazione) il flusso migratorio si concluse ed il traffico aereo fece il resto. Cercherò di postare almeno parte delle altre navi impiegate a questo immane traffico, purtroppo poco conosciuto.
La sola "Toscana" ha portato in Australia circa 15.000 persone.
e ci hanno passato anche il francobollo commemorativo !
La "Toscana" quando era nave ospedale durante il conflitto
NB: Immagini gentilmente concesse dall'Autore Paolo Valenti dai suoi libri, recensiti nella BIBLIOTECA DEL QUADRATO: "TOSCANA - La nave dei due esodi" e "Storia del Cantiere Navale di MONFALCONE"
Varo5
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Dal calendario inglese 2012 trovo al mese di gennaio 2012 la foto di questa fregata che deve essere attrezzata per i mari polari come impianti di riscaldamento, perché devono affrontare temperature adatte al clima polare.
Non gli usuali meno dieci gradi sotto lo zero, ma - 40 °C o forse di più.
In questo caso è interessante vedere tutta la nave a poca distanza dai ghiacci polari antartici.
Varo5
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Anch'io ho una cartella porta fogli perforati, con immagini di tutto rispetto ed ho trovato il luogo adatto dove postarla.
Varo5
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Per il solito caso fortuito mi sono capitate tra le mani una ventina di stampe, ovviamente non a colori, perché mostrano le navi militari italiane ante prima guerra mondiale. Ciò vuol dire fatte 100 anni fa.
Non ricordavo di averle né ricordo quando le ho comperate. Sono certamente una rarità in quanto sono veramente cartoline con al retro le solite righe da cartolina con il rettangolino per il francobollo.
Le immagini rappresentano le nostre navi di quei tempi:
1 - La Regia Nave Andrea Doria alla boa vista da prora
2 - La R.N. Andrea Doria in velocità
3 - La R.N. Andrea Doria alla boa vista da poppa
4 - La R.N. Giulio Cesare alla boa
5 - La R.N. Giulio Cesare alla boa vista da poppa
6 - La R.N. Duilio vista da poppa
7 - La R.N. Dante Alighieri
8 - La R.N. Dante Alighieri
9 - La R.N. San Marco in movimento
10 - La R.N. San Giorgio
11 - La R.N. SanMarco
12 - La R.N. Francesco Ferruccio
13 - La R.N. Napoli
14 - La R.N. Roma in velocità
15 - La R.N. Nino Bixio
16 - La R.N. Augusto Riboty
17 - La R.N. Bari
18 - La R.N. Brindisi
19 - La R.N. Generale Papa
20 - La R.N. torpediniere
21 - La R.N. Aurora (yacht reale)
22 - La R.N. San Giorgio
Le cartoline centenarie si fermano al numero 16. Le altre sono vecchie ma di data più recente.
Le navi "Bari" e "Brindisi" non sono navi italiane, ma navi cedute all'Italia col trattato di pace.
Il "Brindisi" è il "Saida", costruito a Monfalcone nel 1914 con dislocamento di 3500 tonn.
Il "Bari" non l'ho individuato e credo non sia austroungarico ma germanico o altro. Chi è in grado di individuarlo ?
Varo5
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Grazie Varo ma purtroppo non credo sia questo il caso, le proporzioni possono trarre in inganno.
Credo che sia un'antica ancora di galeone, di quelle col fuso in legno (ormai sciolto) il ceppo ha il diametro di una palma ed è molto lunga, almeno quattro metri, la marra della parte non interrata non c'è più, sarebbe stato un buon indizio..
Di ancore antiche non so davvero nulla, spagnola, portoghese, inglese.. non saprei. Precisamente si trova ad Antigua, che ha una grande tradizione inglese.
Dall'immagine non si capisce la grandezza di quell'ancora e sono sorpreso dei quattro metri. L'ancora monumento che hai postato invece mi è familiare perché è l'ancora Ammiragliato nelle sue forme primitive ed ha mantenuto il ceppo di legno per tanto tempo. Varo5
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Non vorrei sparare a "schiovere" ma mi pare di ricordare che ne abbia due da 7.000 t.
Concedetemi il beneficio del dubbio!
C.
E' un fatto sicuro, la Micoperi ha due gru che solleva 7.000 tonnellate.
Varo5
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Qualcuno può aiutarmi a ottenere qualche informazione su questa ancora, come età approssimativa e magari provenienza geografica. E' spiaggiata ai caraibi.
Ritengo che sia un ancorotto fatto in casa di qualche pescatore. Sotto l'acqua deve essere la traversa che la tiene in quella posizione, altrimenti sarebbe caduta di fianco e non servirebbe a nulla.
Simula l'ancora ammiragliato.
Varo5
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Una domanda... Io ricordo una Micoperi con gru da 13.000 tn.... ricordo male o era la stessa e le 13.000 erano riferite alla portata complessiva?
Non mi risulta che una "Micoperi" abbia una gru da 13.000 tonn. Sono d'accordo con Melekhin - Varo5
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NAVE POSACAVI
La foto mostra l'armamentario dei rulli a prora di una nave posacavi.
Evidentemente non si tratta di funi di acciaio da tiro ma cavi elettrici sottomarini come condotte di elettricità o tubi flessibili di limitate dimensioni.
La seconda foto mostra la stiva che contiene il cavo da sfilare in mare per molti kilometri durante la navigazione.
Varo5
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Ancora una volta grazie e complimenti per il comandante Varo5, trovo oltremodo interessanti questi dietro le quinte.
In questo caso però mi lascia esterrefatto che nessuno avesse provveduto a misurare un parametro così importante e fondamentale per un sottomarino e comunque indispensabile per qualsiasi applicazione di batterie ad alta capacità.
Come spesso accade l'esperienza è stata maestra, ma sarebbe bastata qualche misurazione in fase progettuale e di assemblaggio/prova delle batterie per facilitare enormemente il compito del progettista a cui è venuto a mancare un fondamentale parametro.
Immagino che il grande margine che, per forza di cose avrà dovuto tenere, abbia avuto come effetto collaterale un certo sovradimensionamento della ventilazione e del relativo rumore.
Infatti questa è la mia convinzione e può darsi che abbia influito almeno in parte ad aumentare il rumore che era già oltre i limiti come avevo già constatato.
Varo5
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Che spettacolo!
Non posso non notare l'eleganza di questa M/N... non come quelle che solcano i mari oggi.... si, si lo so più profitto ecc... ma con questa "vecchia Signora" è tutta un'altra cosa... dico bene Varo?
Hai detto bene Navy60. Erano navi eleganti e non cassoni giganteschi, e credo si viaggiasse meglio.
Io ho viaggiato anche con navi minori e ti garantisco era come essere a casa. Una cordialità da vecchi amici, invece ci eravamo appena conosciuti.
Le navi minori hanno un ambiente familiare. Tranne i momenti di lavoro (pochi) ero sempre con loro.Avevo una cabina da passeggeri ma servito nel quadrato Ufficiali e le serate assieme come se fossi stato uno di loro.
Partito da Livorno il Comandante, dopo avermi chiamato per farmi vedere la famosa isola di Montecristo, mi ha detto questa sera alle otto siamo a Nizza. Dopo cenato vada passare la serata a Nizza e rientri non dopo le due perché partiamo prima delle sei.
Il Comandante mi dice: "a poppa distribuiscono i caschi coloniali costano poco, comperi uno e se lo tenga sempre in testa anche quando il cielo è annuvolato. Ha notato che io sono claudicante, è stato un colpo di sole, ero senza casco in un giorno tutto annuvolato.
A Casablanca, vada a vedere la cattedrale ma attento al portafoglio, sono molto lesti da queste parti.
Sono stato indirizzato otre alla visita di Casablanca ad Algeri, Dakar, Freetown, Monrovia ed altre città minori.
Una sera mi chiamano con l'altoparlante: "Venga in plancia che all'orizzonte è apparsa la prima stella della Croce del Sud. Un altro giorno mi chiamano all'altoparlante venga nella stazione radio che al tasto Morse è sua moglie, trasmette con una chiarezza sorprendente.
Con una nave passeggeri il trattamento è ottimo, ma niente di tutto questo è possibile.
Ero solo in mezzo alla folla.
Varo5
Le Ancore Del Vittorio Veneto - Ha Due O Tre Ancore A Prora ?
in Tecnica
Inviato · Modificato da Varo5
Grazie Nostromodiroma per le informazioni che mi ha dato. L'apparenza inganna recita un vecchio adagio e questa volta è stato una conferma. Pareva molto strano l'aggiunta di una terza ancora.
Io ho conoscenze professionali su questo servizio, so che la M.M.I. ha un tabulato che prescrive la terza ancora solo per navi di dislocamento pari o superiore alle 45.000 tonn. e quindi ero stupefatto per una terza ancora su un incrociatore leggero.
Vi mostro il celeberrimo "Belfast" al varo e si notano due cubie a destra ed una a sinistra. Il dislocamento del Belfast che definisce il peso dell'ancora da imbarcare è circa 11.533 tons ben maggiore di quello del nostro "Vittorio Veneto", ma strano anche per quel dislocamento.
non ci sono dubbi che il Belfast aveva tre ancore in cubia.
Il Belfast che è a Londra non ha tre ancore in cubia, una non è stata eliminata ma è stata sistemata all'estrema prora (di riserva), come si vede in questa immagine, ed è stata eliminata la catena ben più pesante dell'ancora con la cubia.
Il fatto è avvenuto durante i grandi lavori di rimodernamento per allargare il bridge al fine di imbarcare apparecchiature di nuovo tipo pesanti che hanno richiesto l'alleggerimento prodiero.
Tornando al nostro "Vittorio Veneto" e riguardando la sua foto non molto chiara, pare che l'asta della bandiera di bompresso sia una bozza di catena tesa a trattenere un'ancora, perché l'asta detta non può stare in quella posizione con la nave navigante in velocità, ma sistemata nella sua posizione di riposo ben stretta da opportune staffe.
Gli inglesi ragionano con navi d'uso oceanico mentre noi ragioniamo con il nostro più tranquillo Mediterraneo. Ma anche lui talvolta non scherza.
Varo5