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Telemaco

Comune di 2a classe
  • Numero contenuti

    17
  • Iscritto

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Su Telemaco

  • Compleanno 21/01/1945

Contact Methods

  • MSN
    capo_45@hotmail.it
  • Website URL
    http://
  • ICQ
    0

Profile Information

  • Gender
    Male
  • Location
    Vicenza
  • Interests
    Sono un modellista navale e i Vascelli in particolare, sono la mia passione. Amo scrivere recensioni storiche, sopratutto storie del mondo marinaresco. Non da ultimo vi dico che ho amato volare e se potessi, lo farei ancora oggi. Per chi ancora non mi conosce, scoprirà che sono un grande sostenitore dell'Aviazione di Marina alla quale ho appartenuto per più di ventanni, ed in fine, amo anche i dolci declivi dei mieri amati Colli Euganei dove sono nato, come amo la semplicità delle cose.

Previous Fields

  • Indirizzo Skype
    alvaro45a21
  • Indirizzo Email Pubblico
    a.bellotto45@virgilio.it

Telemaco's Achievements

  1. Telemaco

    Western Australian Maritime Museum

    Febea… come giustamente hai sottolineato, gli australiani, loro malgrado e nonostante le attenzioni che possano avere verso l’esteriorità del mondo, sono i fautori di una giovane nazione, intelligente, che cerca di allargare i propri orizzonti costruendo, giorno dopo giorno, la loro storia. Sarebbe illogico che non fosse così, sono ancora un popolo ibrido perché non hanno tradizioni. Se solo pensiamo che ogni popolo trae la propria forza dalle radici del passato, e, attraverso le azioni di oggi le proietta nella vita del domani, come una sorta di interposizione tra quelle stesse radici e il futuro trainante degli avvenimenti; viene spontaneo il chiedersi se non sono proprio quelle radici che non sono facili da estirpare, per poterne crearne delle nuove. La storia delle genti ci ha insegnato che ad ogni conquistatore è importato di più impossessarsi di un territorio, esportando semmai le proprie debolezze, piuttosto che insediarvi una civiltà. Lo stesso Colombo non è stato un conquistatore accorto, ed è stato un cattivo amministratore di quelle conquiste. I primi insediamenti inglesi che si sono avuti in quelle lontane terre di Oceania, sono stati creati per dei galeotti; l’Australia infatti era considerata una terra inospitale e adibita a colonia penale. Altro che civiltà; se oltremodo consideriamo che la cultura degli aborigeni era di natura semplice e ancora allo stato brado, le cui tradizioni erano in prevalenza dedite alla sopravvivenza e che tale è rimasta anzi, nel tempo, si è quasi estinta per lasciando il posto ad altri popoli, ad altre razze che hanno portato con sé le loro ataviche tradizioni. L’Australiano di oggi si deve ancora affermare come popolo, ecco perché ogni piccola cosa la fanno propria… anche se dovesse sembrare povera e insignificante, purché questa contribuisca ad accrescere il loro recente passato... al contrario di noi che, nostro malgrado, ci stiamo proiettando verso un futuro nebuloso. Forse, oggi come oggi, la vecchia Europa da troppo per scontata la superiorità della propria saggezza, dimenticandosi la ponderazione… basta guardarsi attorno. A volte mi sembra di capire che non siamo poveri di ricchezze, ma per la troppa cultura, stiamo diventando un povero paese che sta andando alla deriva, proprio a causa delle troppe frivolezze alle quali diamo troppa importanza o ancor peggio, agli egoismi. Voglio sperare, che la mi sia solo un’illazione… non vorrei che un giorno qualcuno dicesse: te lo avevo detto. Il mio non è catastrofismo, è solo quello che si osserva affacciandosi alla finestra del mondo. (quanto sarebbe meglio se si pensasse un po’ di più al sacrosanto AMORE) :s10: C.te Telemaco
  2. Telemaco

    Il Faro Di Alessandria

    GM Andrea E' stato davvero un piacere fare la tua conoscenza sul piano sociale e intelletuale, devo dire che la conferenza di sabato scoprso, giorno 14, per la presenrazione del Libro "OSISSEA DI UN SOMMERGIBILISTA" è stata per davvero molto interessante, come lo sono stati alcuni interventi dei presenti che hanno posto delle domande pertinenti, ivi compreso quel signore, ex pilota dell'Aeronautica, di cui non ricordo il nome e che ha posto il dito su alcune figure di marinai italiani, accennando anche a Garibaldi... forse non molti sanno che fu un marinaio di comprovate capacità marinaresche, quel tanto che poteva vantarsi di avere doppiato il famigerato capo Horn. infatti, in qualità di comandante del brigantino Carmen, nel Gennaio del 1853, salpò da Collao alla volta di Valparaìso in Cile, dove imbarcò pannelli di rame, poi veleggiò alla volta di Islay nella provincia peruviana di Arequipa, dove completò il carico imbarcando balle di lana grezza e finalmente, mise la prora a sud verso l’america meridionale, puntando verso l’estremo lembo della cordigliera delle Ande diretto a Boston. Bene... storia a parte, sarà un piacere chiecchieraare davanti ad uno spritz, grazie dell'invito, alla prossima. Un saluto. C.te Telemaco
  3. Telemaco

    Il Faro Di Alessandria

    Alfabravo 59 Il tuo interessamento per quando è accaduto al Maestrale, è lusinghiero, nel senso che hai messo il dito su un fenomeno di non poco conto. Ti dirò… pur non essendo un ingegnere navale che ha studiato i comportamenti dei natanti semisommersi e le relative forze idrodinamiche alle quali sono soggetti, comunque, ho studiato costruzione navale e le relative leggi fisiche, da ciò, quello che posso asserire è questo: il Maestrale è dotato di due eliche a cinque pale reversibili, dietro le quali agiscono due timoni sospesi semicompensati, e, data la superficie esposta, sono di grande effetto, ne consegue che anche a basse andature gli effetti sulla manovrabilità si fanno comunque risentire… ovviamente la risposta nelle manovre è più lenta, semmai è soggetta ad una maggior isteresi, tuttavia, i timoni hanno risposto sufficientemente ai comandi. Ti dirò: in condizioni normali di funzionamento, la classe Maestrale possiede una manovrabilità eccezionale, addirittura è in grado di ruotare attorno al proprio asse centrale e la dimostrazione di quanto ho appesa detto, l’ho avuta in Canada nel giugno del 1985, proprio di fronte alla piazza di Toronto, quando il Maestrale ha dato spettacolo di maestria effettuando un simile manovra e non solo, ma dopo aver girato la prora di 180° il Comandante ha dato un colpo d'elica in avanti e uno all’indietro accostando la nave dolcemente alla banchina. Fu una manovra da manuale. A questo punto i marinai senza alcuno sforzo hanno gettato i cavi in banchina, dieci minuti e la nave era ormeggiata, sotto gli occhi di un pubblico visibilmente meravigliato e che alla fine applaudì, mentre i rimorchiatori canadesi sono rimasti a guardare. … ed ora, signori miei, lasciatemi dire ancora una cosa: io ritengo che questi battibecchi che io definisco di carattere, tecnico, non siano utili a nessuno. Ciascuno di noi ha esposto le cose assecondando le proprie prerogative; non vorrei che per aver pubblicato una foto, anche se in modo lecito, si creassero delle inimicizie… forse sarebbe meglio sotterrare l’ascia di guerra, pensando che ciascuno di noi è il fedele custode di esperienze che non hanno eguali. Personalmente considero chiusa la faccenda, soprattutto per il buon nome di Betasom, votando e ottemperando con serenità ed eleganza, alle migliori tradizioni della nostra Marina… wiva quindi il mare e in alto i cuori, confidando che Eolo, sospinga un alito di vento che rassereni e raffreddi gli animi di tutti, come sempre imperiosi. Una forte stretta di mano a tutti. Un saluto. C.te Telemaco. :s20: :s20: :s20:
  4. Telemaco

    Il Faro Di Alessandria

    C.te Totiano, la tua domanda è pienamente lecita, per quanto riguarda la fonte delle mie informazioni ( ministeriale ) mi risulta essere tale. D’altro canto, sono anni oramai che non sono più in servizio attivo, quindi mi devo affidare per quanto mi è stato riferito. Comunque, lungi dal voler polemizzare, ma quando una nave entra in bacino di carenaggio, magari semplicemente per pulire la carena, come ben sai, è alla mercé dello sguardo di tutti: arsenalotti, ditte private, curiosi, manovalanze varie, palombari, marinai… per non parlare delle riviste specializzate che pubblicano i dati tecnici e foto di qualsiasi nave, come è già avvenuto con la nuova portaerei Cavour. La stessa Marina ha messo a disposizione dati e disegni, basta osservare quanto è stato riportato nella scheda tecnica del sito del Ministero. Non aggiungo altro, se non il fatto che il Forum di Betasom, da la possibilità ai propri ASSOCIATI, di esporre fatti e curiosità di cultura strettamente legati al mondo marinaresco, nel quale, la stragrande maggioranza di noi ha militato per anni, gioco forza, è lecito pensare e aspettarsi, che lo spettro delle notizie sia di ampio respiro in un panorama di così vasto interesse. Nel tuo ultimo intervento hai concluso dicendo… “spero di essere stato chiaro” … molto teutonico, ma chiaro. Un saluto a tutti. Telemaco.
  5. Telemaco

    Il Faro Di Alessandria

    C.te Totiano, per quanto riguarda le foto, si, mi appartengono, ecco perché mi sono permesso si pubblicarle e comunque, allo stato attuale delle cose, il Maestrale, oggi è una nave che è stata posta in disarmo, quindi si può dire che quelle foto oramai appartengano alla storia di quella nave, come molte altre sue caratteristiche tecniche, peraltro già esposte sia nelle riviste specializzate che dalla Marina stessa. Oramai possono essere considerate di dominio pubblico e non costituiscono più un segreto. (a tal proposito, oltremodo vorrei specificare che il Comando di allora, non pose alcun veto sul fatto che si potesse o meno scattare delle foto… chiunque avrebbe potuto farlo, come molto lo fecero, quindi…??? Oggi è come custodire il segreto di Pulcinella) Comprendo che il C.te Totiano, in qualità di controllore del sito, si preoccupi di salvaguardarne il buon nome, niente da dire; se la politica del Forum è questa, mi allineo. Ma almeno, prima di sopprimere una delle foto… diciamo che avrebbe dovuto avvisarmi; se non per altro, per un puro fatto di cortesia professionale, magari inviandomi una meil personale, motivandone il perché. Non voglio polemizzare, è solo per porre l’accento sulla libertà di espressione, che non vuole certo andare oltre i limiti del consentito, né andare contro le prerogative del Forum. Dopotutto, nessuno di noi, penso, sia uno sprovveduto che pubblica le cose per il semplice gusto di farlo e senza tener in debito conto la sicurezza. Nel mentre, così facendo, sembra proprio che io sia irresponsabilmente andato oltre al seminato e non mi sembra questo il caso. Dunque… larga sentenza al buon senso delle cose e all’etica di chi dirige. C.te Telemaco.
  6. Telemaco

    Il Faro Di Alessandria

    Febea, a mio modesto parere, il faro, oltre ad essere un valido strumento che è stato posto in essere dall’intelligenza dall’uomo, come hai già sottolineato anche tu, esso ha contribuito allo sviluppo della navigazione, che nei secoli, ha descritto la storia dell’uomo. E’ stato attraverso l’utilizzo pratico, che da esso ne deriva, se l’uomo a superato i limiti che la natura gli ha imposto, e non per evidenziare le sue incapacità, semmai, per conferirgli una maggior libertà di azione. Evidenziando quei confini naturali, quali moniti di sicurezza, l’uomo ha stabilito proprio la sua capacità di riuscita e ampliare le sue vie di comunicazione. Proprio attraverso il faro, l’uomo ha stabilito un insediamento dove poter reperire dei contatti… se l’uomo fosse stato un timoroso, non avrebbe avuto inventiva, senza la quale, non avrebbe creato le sue opere. Il grande faro di Alessandria, per secoli, ha indicato la rotta ai temerari, che sin dall’antichità, si sono avvicendati nelle aree circostanti; oltremodo, le acque di accesso al porto, erano e sono tutt’ora insidiose. Quei fondali infatti, a causa delle correnti sottomarine sospinte dalle burrasche, spesso, spostano i grandi banchi di sabbia variando le profondità marine, che peraltro, possono creare dei problemi alla navigazione. Ed è il caso che è intersorso alla Fregata Maestrale nel 1984. Ecco in breve, un piccolo Reportage sull’accaduto... si stava navigando in linea di fila per entrare nel canale ad Alessandria d’Egitto, davanti a noi erano già transitate alcune altre unità tra cui l’incrociatore Vittorio Veneto. Probabilmente, dato il ripetuto passaggio delle navi in quel medesimo punto, un relitto sul fondo deve essersi in qualche modo spostato, sta di fatto, che il Maestrale ha colluso con entrambe le eliche. E’ stata una questione di attimi, si è sentito uno fremito invadere tutta la poppa. Fortunatamente, la nave è riuscita a disincagliarsi da sola e ad approdare in porto. Subito dopo l’attracco, i sommozzatori di bordo si sono immersi per appurare il danno. Morale della favola, il Maestrale ha dovuto rientrare in Italia navigando a basso regime di giri e con un elica sola. Messo in bacino, ha dovuto sostituire entrambe le eliche. Allego qui un paio di foto che ne sottolineano il grave danno. Un saluto Telemaco.
  7. Telemaco

    Cerco Informazioni

    ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^ Ciao C.te Marcuzzo... interessanti queste spiegazioni sulla Nave Salvataggio Proteo, molto precise, mi aguro che saranno utili ad Alagi per la stesura del suo memoriale sull'innominato. Un saluto Telemaco
  8. Telemaco

    Fregata Lanciamissili Euro

    Gentile Sig. Paola... oggi per la prima volta ho letto questa discussione da lei aperta il 16 di giugno di quest'anno, ancora quando io non mi ero iscritto al Forum di Betasom... ebbene: ho apprezzato come tutti il disegno della fregata della Classe "Maestrale" Se mi consente vorrei aggiungere quanto segue e cioé: conosco molto bene quel tipo di fregata, in particolare modo la capo stipite "Maestrale" a bordo della quale, a cavallo degli anni 80, vi ho trascorso quasi tre anni e sono stati gli anni più belli che potessi trascorrere a bordo di una nave grigia. A quei tempi, ricoprivo l'incarico di "Capo Hangar" e mai, in tutti gli anni che ho trascorso in Marina, ho raccolto e vissuto, innumerevoli soddisfazioni come quelle che mi hanno accompagnato sul ponte di quella nave. Con tutto il dovuto rispetto, mi permetto di aggiungere una foto, scattata dal sottoscritto, di quella magnifica fregata. Sono certo che saprà apprezzarla e mi scuso se in qualche modo mi sono intromesso così all'improvviso. VELOCE E VEEMENTE come il motto che ne ha sempre caratterizzato la sua attività, altrettanto, silente, mi dileguo porgendoLe i miei Omaggi. Un saluto Telemaco. :s10: Fregata lanciamissili "MAESTRALE F570"
  9. Telemaco

    U-boot 571 (storia Di Enigma)

    ERICH TOPP U-552... è vero, non si dovrebbe dimenticare nessuno di coloro che persero la vita in quelle ed altre simili circostanze, bisognerebbe che ogni generazione nè parlasse al fine ultimo di scongiurare tali follie. Condordo con te per quanto hai espresso, ma aggiungo anche, che per quanto riguarda noi marinai, che siamo stati sul mare, chi come te nei battelli e chi come me nei cieli... rivedere queste pagine di verità, serve solamente a coltivare l'interesse per la storia, niente di più e nessuna polemica anzi: forse parlandone tra di noi, è come rinverdite il rispetto che ciascuno di noi ha verso quegli uomini di mare e non. Alla prossima... Un saluto Telemaco.
  10. Telemaco

    U-boot 571 (storia Di Enigma)

    Caro LONGOBARDO... certamente che ho veduto il film U-96 e mi associo a quanto da te asserito e cioè: non solo narra una parte della storia di quel battello, ma ne avidenzia quasi ossessivamente com'era la vita a bordo. Di qulunque sottomarino si tratti, la vita che si conduceva all'interno in quei meandri angusti freddi e umidi e anche maleodoranti, ha rappresentato una follia dell'uomo... come è, la follia della guerra in se stessa. Dal punto di vista storico culturale tutto piò avere il suo fascino, ma non certo per chi le ha vissute. Un saluto.
  11. Telemaco

    U-boot 571 (storia Di Enigma)

    ERICH TOPP U-552... si, capisco il tuo punto di vista, infatti: tutto è discutibile. Se la storia fosse raccontata da un solo e vero storico, forse sarebbe quella vera, ma come sappiamo, non sempre essa tappresenta la verità. L'bietiività è sempre legata e rapportata allo stato d'animo di chi la scrive... nel mio scritto non ho voluto giustificare nulla, tutt'altro. E per rispondere, spero, in modo più esaustivo a quanto tu hai già detto, voglio sottolinearti che molti altri comandanti di U-boot si sono comportati egregiamente, come Reinhardt Hardegen, comandante dell'U-123 che durante l'operazione "Rullo di tambuti" raccolse i supertiti del mercantile inglese "Tweed" (come puoi osservare dalla foto qui riportata) o come nel caso del comandante dell'U-48, Herbert Schultze, che sollecitò l'Ammiragliato londinese di inviare dei soccorsi ai naufraghi di un mercantile che aveva affondato, dando loro le coordinate geografiche. Ad ogni buon conto... conosco molto bene la vicenda dell'U-156 e a tal proposito ti rispopndo aggiungendo di seguito quanto la storia realmente riposta e che io ho riassunto in questo modo... ... Nel corso di un conflitto quando si parla di eroi, normalmente ci si riferisce ad una azione militare andata a buon fine con la distruzione del nemico, esponendo l'esistenza di che compie l'azione a degli estremi incondizionati. Esistono però anche altri tipi di eroe e di eroismi. A volte quello che nasce dal profondo dell'animo umano, a prescindere dalle proprie convinzioni politiche o di parte, può favorire delle azioni di diverso aspetto. Eroe è anche colui che pone la propria vita al servizio di un ideale, anche se non è il proprio. Costoro sono quegli eroi che tengono in una mano la coscienza e nell'altra la bandiera del proprio paese, e non sono certo dei cavalieri del male ma semplici uomini coraggiosi. Or bene, questo è il caso del capitano di corvetta, Werner Hartenstein, comandante dell'U-156 che una notte di settembre del 1942 affondò una nave da trasporto inglese il "Laconia" che stava trasportando militari inglesi con le proprie famiglie, ciò implica che a bordo vi fossero 80 civili fra cui donne e bambini, e ben 1800 prigionieri di guerra italiani. Poiché le azioni di notte si svolgevano per la maggior parte in superficie, dopo l'attacco, Hartenstein sentì le grida di aiuto, così pensò di prestate loro soccorso e segnalò via radio al suo comando quanto stava accadendo; certamente Dönitz ben sapeva che l'affondamento di una nave in cui si trovavano dei soldati italiani non avrebbe certo fatto piacere ai propri alleati e la cosa avrebbe potuto avere delle conseguenze anche sul piano politico perciò, decise di inviare altri due U-boot sul luogo dell'accaduto per dare man forte con i superstiti. Intanto Hartenstein prestò i primo soccorsi e cercò per quanto possibile di tenere unite le lance stracariche dei poveri superstiti e non solo, mandò anche via radio un messaggio in inglese sulle frequenze d'onda internazionali e su quella dei traffici commerciali accludendo le coordinate geografiche. Il testo era il seguente:... QUALSIASI NAVE VERRA' IN SOCCORSO DEI NAUFRAGHI DEL LACONIA NON ATTACCHERO' A PATTO DI NON ESSERE ATTACCATO DA NAVI O AEREI... HO RACCOLTO 193 UOMINI... 4° 52' S 11° 26' W SOMMERGIBILE TEDESCO. Non giunse nessuno e per altri due giorni Hartenstein continuò a reggere una situazione per lui poco felice... nella coperta dell'U-boot vi erano accalcate 310 persone tra inglesi italiani polacchi, le donne e i bambini furono ricoverate sotto coperta e ricevettero assistenza medica. Giunsero anche altri U-boot inviati da Dönitz, l'U-506 e l'U-507 che si distribuirono ciascuno quel carico di sofferenza umana, prodigandosi a distribuire loro viveri e caffé e curando per quanto possibile i feriti, specie gli italiani che durante la sciagura si erano scontrati con i loro aguzzini polacchi. Alle 11.25 del quinto giorno apparve un quadrimotore, B-24 Liberator, con le insegne degli Stati Uniti. Il comandante Hartenstein al fine di eliminare eventuali malintesi fece da prima ricoprire il pezzo da 105 con una bandiera in cui campeggiava una croce rossa e fece trasmettere un messaggio all'aereo in alfabeto morse, in inglese, ... QUI' SOMMERGIBILE TEDESCO CON NAUFRAGHI BRITANNICI A BORDO STOP C'E' UNA NAVE DI SOCCORSO IN AVVICINAMENTO ?? ma non ricevette alcuna risposta, al punto che un ufficiale britannico chiese il permesso di trasmettere un messaggio in chiaro, al fine che non vi fossero maleinterpretazioni da parte del pilota... UFFICIALE DELLA RAF VI PARLA DA SOMMERGIBILE TEDESCO, SUPERSTITI DEL LACONIA A BORDO SOLDATI CIVILI DONNE E BAMBINI. Nessuna risposta. Il B-24 Liberator se ne andò per ritornare più tardi, alle ore 12.32, si avvicinò lentamente e con somma sorpresa del comandante Hartenstein, aprì il vano di carico e sganciò due bombe nelle vicinanze. Un marinaio tedesco tagliò la fine di traino delle lance per evitare che queste fossero colpite al posto del sottomarino, ma al secondo passaggio il Liberator ne sganciò altre ed una colpì in pieno una lancia uccidendo quasi tutti; al terzo passaggio sganciò una bomba di profondità che scoppiò vicino alla camera di manovra provocando gravi danni al battello e seminando il terrore alle donne e i bambini sotto coperta. Alcuni uomini corsero ai pezzi di artiglieria ma Hartenstein proibì loro di toccarli... forse sarebbe stato peggio, ingaggiare un combattimento avrebbe significato aggiungere altro danno a quello già provocato dall'aereo. Hartenstein non ebbe altra scelta che interrompere i soccorsi e rientrare per i danni subiti, oltretutto era nella impossibilità di immergersi poiché l'acqua che era filtrata attraverso una lesione prodottasi nello scafo, aveva danneggiato le batterie che stavano emettendo cloro. Intanto l'aereo esaurite le bombe se ne era andato e Hartenstein dovette lasciare i profughi al loro destino. Il giorno dopo arrivarono due navi francesi che raccolsero i superstiti. 1350 furono gli italiani che persero la vita, e con loro 241 britannici e 73 polacchi. il Transatrantico Laconia l'U-bbot 156 con le scialuppe al traino sempre l'U-boot 156 con i supertiti in coperta il comandante Werner Hartenstein L'U-156 di Hartenstein come pure gli altri due U-boot vennero poi affondati in altre azioni. Come si venne a sapere alcuni anni dopo, il pilota americano aveva ben inteso cosa stava succedendo a bordo dell'U-boot, ma dalla base antisommergibili di Ascensione, ricevette comunque l'ordine tassativo di rientrare armarsi e compiere la sua missione, poiché il sommergibile poteva comunque costituire un pericolo per le navi in zona. A questo punto delle storia viene lecita una domanda..."può un ufficiale discernere se un ordine sia da eseguire oppure no? Può l'intelligenza di un uomo, anche se costretto dalle circostanze, avere la possibilità decidere se sia giusto compiere una azione così inverosimile"? Se è vero che gli ordini non si discutono è altrettanto vero che chi li emana, spesso, non ne è l'esecutore materiale, e che non sempre vige la regola dell'assolutismo... ed è questo alla fine il dilemma che da sempre ha costituito un limite tra l'uomo e le sue conflittualità primordiali. Se è pur vero che non sempre l'uomo è padrone dei suoi sentimenti, è sempre pur vero che può essere fiero delle sue azioni. Ciò che da sempre contraddistingue l'essere umano, dal non esserlo, è il segno che esso lascia dietro di lui. Proprio a seguito di questo fatto, cioè a dire: lo sconsiderato attacco verificatosi a danno dell'U-156, Karl Dönitz, fu per così dire, costretto a prendere una decisione che avrebbe costituito motivo di odio e di altrettante conseguenze, e che divenne tristemente celebre, e la trasmise, in codice, a tutti i suoi addentellati per mare: OGNI TENTATIVO DI SALVARE GLI EQUIPAGGI DELLE NAVI AFFONDATE E' VIETATO DA OGGI... TALE DIVIETO SI APPLICA PARIMENTI AL RIPESCAGGIO DI UOMINI IN MARE E AL LORO IMBARCO SU LANCE A RADDRIZZAMENTO DI IMBARCAZIONI CAPOVOLTE E AL RIFORNIMENTO DI CIBI E ACQUA... TALI ATTIVITA' SONO IN CONTRADDIZIONE CON L'OBIETTIVO PRIMARIO DELLA GUERRA... CIOE' LA DISTRUZIONE DI NAVE NEMICHE E DEI LORO EQUIPAGGI. Bene questo è quanto, spero di essere stato esauriente e non di meno cito la tua ultima frase: ....sicuramente, alla fin dei conti, furono sempre i "liberatori" a comportarsi come dei veri "pirati" senza scrupoli per le loro vittime, ma....torniamo sempre da capo...."loro" hanno vinto....e "loro" hanno avuto il diritto di raccontare la storia come meglio gli è convenuta.... Un salutissimo... e benvenga il dibattito. Ciao Telemaco
  12. Telemaco

    U-boot 571 (storia Di Enigma)

    Bollazero, la tua foto di ENIGMA è ancora più bella e sprcifica di quella mia. hai fatto bene a metterla a disposizione. Bravo. Hèi Longobardo... le foto dell'U-534 sono davvero interessanti, parlo dal punto di vista storico-culturale s'intende, comunque sono belle foto ed è un peccato che un simile cimelio si abbandonato a se stesso, invece di essere tenuto come monito alle generazioni future. Se mi permetti vorrei spezzare una lancia a favcore di quegli eroi e non perché hanno servito bene il loro paese, ma per quel senso del dovere che è andato altre gli scopi di conquista dei loro mandanti... ...Non vi è dubbio alcuno che dal punto di vista della tenacia e delle capacità e sopratutto dal punto di vista dell'abnegazione e attaccamento al dovere, questi mezzi, ovvero chi li governava, ha senz'altro dimostrato di avere dei grossi buchi sotto il naso... questo è un vecchio detto che sottolineare una sorta di stima, per il significativo spessore che questi uomini hanno dimostrato di fronte alla storia sottomarina. Comprensibilmente, molti tra i lettori potranno non condividere questo concetto... ma mi sia semplicemente consentito sottolineare che nessuno vuole fare un processo all'intenzione. Questi uomini, che poi si identificano ciascuno col proprio mezzo, l'U-Boot, proprio per il carattere individuale degli scontri che hanno sostenuto e per ciò che di umano anch'essi hanno sofferto, per la Germania Nazista sono stati degli eroi, per le loro vittime sono stati dei pirati, per altri ancora dei fanatici assassini, ma per degli strateghi sono stati dei geni. Certo nessuno biasima nessuno, forse quello che si dovrebbe biasimare è la guerra in se stessa e tutto ciò che ha rappresentato. Un lontano giorno, Claus Bergen, scrisse: "L'oceano, non lascia traccia alcuna del destino di uomini e navi. Ne croci ne fiori che segnalino i luoghi ove riposano i mille eroi che giacciono nelle loro bare d'acciaio infrante"... Gli U-Boot, costituirono per la Germania la più importante arma navale, e il solo fatto che essi non abbiano potuto coronare la vittoria finale, è da attribuirsi alle forze sempre più preponderanti degli alleati e alla loro peculiare vulnerabilità. Questi mezzi e i loro equipaggi erano denominati "i lupi Grigi" proprio per la caratteristica del colore grigio del battello. Essi non hanno mai desistito dal compiere il proprio dovere, e solo perché sono stati dei combattenti di prim'ordine. Forse una parte delle responsabilità per le loro aggressività è da attribuirsi proprio alla specificità di questi mezzi che va ben oltre all'orizzonte del potere politico. La loro invisibilità gli permetteva di non rispettare le regole del gioco, essi colpivano e fuggivano, come i predoni che mordono e fuggono a similitudine dei Commando che operano a terra. Eppure anche loro hanno sofferto le amarezze degli scontri sopportandone il peso con pazienza e con una dose non comune di stoicismo che non ha eguali. Nella seconda guerra mondiale di U-Boot ne furono affondati ben 962 e 33.000 uomini si inabissarono con essi. Quale che sia la differenza tra il diritto-dovere di combattere per il proprio paese e la moralità che ne sottolinea le azioni... bhè: questa è una sottile linea di confine che si sa esistere ma che nessuno sa dove cominci ne dove finisca. A questo punto della vicenda, bisogna ricordare che esistevano anche delle norme cosiddette sul "diritto di preda", che consistevano in talune modalità di comportamento delle unità militari di superficie e che dovevano essere applicate nei confronti dei rispettivi belligeranti. Norme che gran parte delle potenze riconoscevano ma che in realtà vennero presto dimenticate. Queste stabilivano che una nave da guerra poteva fermare qualsiasi mercantile sparando un colpo a proravia della nave bersagliata e, qualora l'unità risultasse neutrale doveva essere lasciata libera di andare, in caso contrario, sia la nave sia il carico erano dichiarati preda di guerra, l'equipaggio ed eventuali passeggeri erano considerati come ostaggi; se non c'era la possibilità di fornire loro un proprio equipaggio alla nave catturata, queste poteva essere affondata, ma comunque tutto il personale navigante andava salvaguardato. Ma come si sa, la guerra ad oltranza impone sempre delle scelte quanto mai discutibili e di certo i sommergibili non si prestavano all'applicazione di queste norme, tanto più perché non potendo emergere non potevano nemmeno essere espletare, ragion per cui, come vedremo dalla storia, ciò che è accaduto è proprio questo e i fatti che ne seguirono parleranno da soli. Per finire allego quì la foto del Capitano di Corvetta "Fritz Julius Lemp" comandante dell'U-110 l'U-boot 110 di Lemp (in semiaffioramento) avvicinato dal cacciatorpediniere "Bulldog" H91
  13. Telemaco

    U-boot 571 (storia Di Enigma)

    Ciao Longobardo, eccoti una foto di ENIGMA, scusa non volevo soffiarti l'idea, ma ho appena provato a vedere se ne sarei stato capace, così ti do una dritta di come devi fare. Allora: appena sopra questo riquadro dove si scrive, ci sono delle piccole icone... subito dopo la faccina che ride, la seconda verso destra per intendersi, se ci passi sopra col mause ti dice "inserire immagine" bene, cliccaci sopra e si aprirà una finestra dove inserirai lìindirizzo esatto di dove si trova la foto, poi dai conferma e il gioco è fatto. Questa che vedi, è una foto del decifratore recuperato a bordo del smg. di Lemp, si tratta dell'U-boot 110, il battello della vera storia sul recupero di ENIGMA. Spero di esserti stato utile. Ora però attendo la tua foto, così potremo fare un confronto. Un saluto. Telemaco
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