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Risposte pubblicato da Totiano

  1. In tutte le Marine del mondo raramente un progetto nasce a se stante, è il frutto di una continua evoluzione. Anche in questo caso penso che la base di partenza e lo sviluppo delle tecnologie abbiano seguito il loro corso, prendendo spunto  dai disegni hanno prima modificato il Bario e, sulla base delle esperienze acquisite anche dagli ExUSA arrivati in Italia con le modifiche GUPPY, affinato il progetto dei Toti.  

    Ho anche un'altra convinzione: considerando che solo alla fine del 1954 Gabler ebbe l'incarico di progettare nuovi battelli tedeschi a seguito della caduta delle restrizioni, penso che stesse mutuando quanto la Germania  fece prima della 2GM, ovvero costruire all'estero per mantenere il know how ed essere "pronti alla bisogna".

  2. Ben approdato a Betasom! Se cuoi raccontaci un po di te nella sezione benvenuto.

    Veniamo ai quesiti: l'allora colonnello del GN Fulvio Ruzzier fu effettivamente parte molto attiva in questo trasferimento di tecnologia. La prima traccia dei "Toti" sembra comparire nel programma navale del  1958 ma gia dall'adesione alla NATO (1949) e successivo programma navale del 1950 c'era il progetto di recuperare almeno uno dei 3 "Tritone" sugli scali a Monfalcone e ammodernare Giada e Vortice. Peraltro se nel 1957 gia si impostava il SSN Marconi, l'idea di un piccolo SSK doveva gia circolare da tempo.

    Mentre su Giada e Vortice si impiegò tecnologia americana, sul Calvi fu applicata la tecnologia tedesca e, per quanto il risultato si dimostrasse fallimentare, fu  un comunque ottima base per addestrare gli equipaggi dei Toti, battelli che impiegarono la stessa tecnologia per gli impianti di propulsione.  

    Il disegno che riporti , in effetti, gia inizia a ricordare la disposizione interna dei futuri battelli che saranno impostai da Italcantieri a metà anni 60, anche grazie al know how non totalmente scomparso per la costruzione di alcuni tipo XXIII, anche se sono concettualmente ancora molto vicini ai Typ 201 e 205.

  3. Difficile capire dove inserire questa notizia: La Marina cilena ha schierato i suoi battelli per monitorare le attività dei pescherecci cinesi. L'articolo, che proviene da una rassegna stampa sulle Marine Mercantile del mondo (Maasmond Maritime), segnala che la marina cilena ha dislocato   uno dei suo battelli tipo Scorpène nella sua zona economica esclusiva  vicino alle isole di Juan Fernández, (davanti alle coste cel Cile centrale) per prevenire fenomeni di spesa illegale che, evidentemente, non sono cosi sporadici. vi riporto l'articolo integrale 

     


     

    Citazione

     

    Chilean Navy Deploys Submarine to Monitor Chinese Fishing Vessels

    pesca cinese.jpg

    In the depth of the South Pacific Ocean, a Chilean submarine has been keeping tabs on Chinese fishing vessels to halt illegal, unreported, and unregulated (IUU) fishing. In late December, the Chilean Navy said it had deployed one of its Scorpène class submarines in its exclusive economic zone (EEZ), in the vicinity of the Juan Fernández Islands, off the coast of central Chile, to monitor and control the passage and activities of the Chinese fishing fleet. The archipelago, part of Chile’s territory, is a protected area for its rich biodiversity, which received the UNESCO biosphere reserve designation in 1977. According to the Chilean Navy, the Chinese fishing vessels transit yearly through Chile’s EEZ, coming from Ecuador’s Galápagos Islands on their way to the Strait of Magellan to prey on squid and other species, wreaking havoc on fisheries. “The deployment of the Chilean Navy’s Scorpène submarine is mainly aimed at giving a geopolitical message, to tell the Chinese government directly: ‘You are crossing our EEZ, we allow you to pass through because there is freedom of transit, the law of the sea allows it, but we are not going to let you carry out illegal activities within our sea. We are going to protect our resources,” Milko Schvartzman, An Argentine IUU fishing and environmental crime investigator, told Diálogo on January 23. “There is a public message to society: to tell the population that the Chilean Navy is fulfilling its duty in protecting its territory.” The Scorpène-class diesel-electric submarine is a conventional attack submarine, built for defense and with the capacity to sink other ships, Chilean news site BioBio reported. The Chilean Navy has four submarines: two Scorpène class and two U-209 class.IUU fishing by foreign fishing vessels, including China and Russia, has been a prevalent and enduring threat to the security of the Juan Fernández Islands for many decades, particularly because of the islands’ remoteness, Naval News reported.As a maritime state, Chile has nearly 2 million square kilometers of ocean, making it the 10th largest EEZ in the world, BioBio reported.“With regard to the vessels audited by the Navy, you can see an almost perfect line, a parade of hundreds of kilometers of about 90 vessels, one after the other in a caravan, and all of them were Chinese,” Schvartzman said. “Many of them were boats that fish south of the Galápagos Islands, off the Ecuadorian or Peruvian EEZ. Sometimes they come to the edge of Chile’s EEZ to fish for giant Humboldt squid; then a large portion crosses into the South Atlantic.”“A very rapid escalation [of fishing] is an environmental bomb,” Schvartzman added. “If from one day to the next there is a very intense and uncontrolled exploitation of a species, it will generate a problem in the ecosystem, because there is no physical limit at the maritime boundary. What happens outside that geographic boundary immediately affects what happens inside.”

    High Seas Treaty 
    In January 2024, Chile became the first country in the world to ratify the Biodiversity Beyond National Jurisdiction Treaty (the High Seas Treaty). The agreement seeks to designate 30 percent of the world’s oceans as protected areas, allocate more money to marine conservation, and safeguard access to and use of marine resourcesChile not only is the first country to ratify the High Seas Treaty, but the South American country also offered to host the Treaty Secretariat in Valparaíso, clearly demonstrating its focus on advancing environmental and marine conservation“In this case, Chile is literally being a champion in environmental conservation on the high seas, Schvartzman concluded. “It’s an example we wish would happen with the rest of the governments


     

     

  4. La ditta olandese Optics11 sta promuovendo in maniera "importante" i propri prodotti con particolare riferimento ai sensori a fibre ottiche, in grado di sostituire gli attuali sensori sonar evitando campi elettromagnetici, alti voltaggi ecc.

    Ecco il link alla pagina degli impieghi "Defence"  Defense - OPTICS11 Fiber Optic Sensing Solutions

    Francamente non sono in grado, con cosi pochi dettagli, di capire quanto sia performante, ma sembra davvero interessante. In grado di lavorare anche su lunghe distanze come sbarramenti costieri piuttosto che il monitoraggio delle infrastrutture sottomarine, cosa ne pensate?

     

     

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  5. Dal sito della Marina al  link Al via il progetto NUT - Marina Militare (difesa.it) apprendiamo che una ricerca che monitorerà i cambiamenti fisiologici e microbiologici dei sommergibilisti in attività operativa

    Confinamento e isolamento sono aspetti critici per chi si avventura negli abissi oceanici o nello spazio. Ma cosa succede quando uniamo le forze per affrontarli insieme?

    L'Agenzia Spaziale Italiana, l'Università di Firenze, la Marina Militare e l'Aeronautica Militare hanno dato vita ad un progetto scientifico denominato NUT (dal nome della Dea del cielo, dei corpi celesti e dell'acqua) per esplorare i confini della vita umana in ambienti estremi.

    Collaborando al monitoraggio microbiologico e fisiologico dell'equipaggio di un sottomarino in attività operativa e degli astronauti che partecipano alla missione Ax-3, cercheranno di aprire nuove strade per migliorare le condizioni di vita di chi si trova ad affrontare sfide estreme.

    Siamo pronti a scoprire cosa riserva il futuro!

     

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  6. Titolo: IL MISTERO DEL FALCONE

    Autore: Alessandro FULCHERIS

    Casa editrice: Ass. Culturale Il Foglio

    Anno di edizione: 2021

    Pagine: 150

    Dimensioni(cm): 22,5 x 15

    Prezzo originale: 14 euro

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    Romanzo di 3 giovani che negli anni 80 vivono una "strana" avventura sull'Argentario che ha, sullo sfondo, il da Vinci di Gazzana Priaroggia e la Folgore che combatte ad el Alamein. 

     

    La sinossi di amazon (per dirne una) non rende giustizia e qualsiasi accenno a quanto succede nel libro rischia di essere un clamoroso spoiler, e sarebbe un peccato perchè l'Autore, basandosi su storie vere quali la battaglia di El Alamein, e l'affondamento del transatlantico britannico, adibito a trasporto truppe e prigionieri,  Empress of Canada (21.517 tsl), 330 miglia a sud-ovest di Capo Palmas, ha inventato una storia quasi plausibile e, di certo, avvincente.

    C'è all'interno della storia la giovinezza dell'autore e i luoghi dove ha vissuto, ma raccontati con gradevole freschezza. Il resto del racconto riesce a tingersi di giallo e diventa davvero interessante. 

     Come ho detto, di piu non si può raccontare senza rovinare la lettura.

     

    Una nota al nostro Marpola: avresti dovuto recensirlo, con una prefazione come la tua.... 

  7. Corretto Danilo, a te la palla. è effettivamente la stazione segnali di Porto Corsini che, tristemente, vanta il primo morto della 1^GM (seppur conteso con altre località). Negli anni 70 divenne anche Mariradar fino alla parziale cessione (un paio di stanze sono ancora della Marina) alla Lega Navale di Ravenna. Per chiarire sui nomi, Marina di Ravenna ha assunto l'attuale nome negli anni 20, prima era Porto Corsini su entrambi i lati del Canale   

  8. Sembra che il comando delle operazioni in Mar  Rosso sarà  a guida italiana. Copio da Analisi Difesa al link Operazione Aspides: all’Italia il comando della forza in mare – Analisi Difesa ma è un po su tutte le testate.


     

    Citazione

     

    Operazione Aspides: all’Italia il comando della forza in mare

    A integrazione e aggiornamento di quanto pubblicato nelle prime ore del 2 febbraio circa gli sviluppi e il comando dell’Operazione Aspides varata dall’Unione Europea nel Mar Rosso, ieri il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha reso noto che “l’Unione Europea ha chiesto all’Italia di fornire il Force Commander dell’Operazione Aspides nel Mar Rosso (l’ammiraglio che esercita il comando imbarcato degli assetti navali ed aerei che partecipano all’operazione – NdR).

    L’importanza e l’urgenza dell’Operazione Aspides, che contribuirà a garantire la libera navigazione e la sicurezza del traffico commerciale nel Mar Rosso, hanno indotto la Difesa italiana ad assicurare immediatamente il proprio sostegno. Si tratta di un ulteriore riconoscimento dell’impegno del Governo e della Difesa e della competenza e professionalità della Marina Militare” si legge nella nota del ministro.

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    In tali circostanze l’ammiraglia della forza navale di Aspides potrebbe quindi essere la FREMM Martinengo (nella foto sopra), attualmente nell’area di operazioni, ma non è da escludere l’invio di uno dei due cacciatorpediniere tipo Orizzonte .

    Questa mattina l’Alto Rappresentante dell’Ue Josep Borrell ha dichiarato che “nel Mar Rosso continuano gli attacchi alle navi: per questo motivo abbiamo deciso di organizzare una missione navale che garantisca la massima protezione della navigazione. Molti Paesi parteciperanno”, lasciando intendere che altre nazioni della Ue si uniranno a Italia, Francia, Germania e Grecia che hanno messo in campo una fregata e assetti aerei.

    Anche in caso di massiccia adesione ad Aspides, come auspicato da Borrell, occorrerà valutare quali contributi verranno offerti da altri partner UE: navi, aerei o solo personale per lo staff del quartier generale dell’operazione che secondo molte fonti potrebbe essere a Larissa in Grecia, con un ammiraglio di divisione greco alla testa dell’operazione.

    Le decisioni dovrebbero venire ufficializzate al vertice dei ministri degli Esteri della UE il 19 febbraio ma ieri il ministro degli esteri e vicepremier italiano, Antonio Tajani, non ha dato per scontato che il quartier generale di Aspides possa venire assegnato alla Grecia e quindi ubicato a Larissa.

    “Per la sede del comando della missione Aspides vedremo, Grecia o Francia non importa, e poi potrebbe esserci una rotazione, l’importante non è chi avrà il comando ma quello che farà la missione” ha detto Tajani a Bruxelles aggiungendo che l’Italia è “un Paese votato alle esportazioni: il 40% dell’export marittimo passa dal Canale di Suez. E’ nostro interesse fare di tutto per proteggere le navi mercantili. Sarà una missione difensiva: non attaccheremo gli Houthi nello Yemen”.

    La partita per il comando della missione sembra quindi restare aperta tra Grecia e Francia. La UE potrebbe avere interesse ad assegnare il comando ad Atene portandola così a far parte dell’operazione dopo che il 22 dicembre scorso aveva annunciato l’adesione all’operazione a guida statunitense Prosperity Guardian inviandovi una fregata, come affermò il ministro della Difesa Nikos Dendias, lo stesso che nei giorni scorsi ha candidato la Grecia alla guida di Aspides.

    La Francia non sembra però voler accettare un ruolo subalterno nella missione (anche se, qualora l’operazione Aspides dovesse prolungarsi, sarebbe lecito attendersi una rotazione del comando della forza in mare con cadenza semestrale che coinvolga almeno Italia, Francia e Germania) e a tutela del suo rango di principale potenza militare e navale dell’Unione e nell’area operativa di Aspides può addurre diverse concrete motivazioni.

    Innanzitutto la sua fregata (FREMM) Languedoc è stata tra le prime navi (con quelle anglo-americane) e l’unica di una Marina della Ue ad intercettare droni Houthi, peraltro diretti contro la nave militare della Marine Nationale non contro mercantili in transito.

    Inoltre, per rifornire la nave di missili Aster il ministero della Difesa francese ha organizzato un efficiente trasferimento da parte dell’Armée de l’Air e de l’Espace di munizioni Aster 15 (nella foto sotto  il lancio da una FREMM francese) dalla Francia continentale alla base aerea di Gibuti (BA 188) a bordo di un aereo da trasporto A400M.

    Infine, sempre nel settore logistico, la Francia  è l’unica nazione della Ue a disporre di basi navali nella regione: quella di Abu Dhabi (emirati Arabi Uniti) e soprattutto la base navale di Gibuti, a poche decine di miglia dalla costa yemenita controllata dagli Houthi, che ospita a tempo pieno un centinaio di militari e civili per assistere le navi militari in transito ma che può essere rapidamente rafforzata.

    Le dichiarazioni di Borrell di questa mattina sembrano indicare che il dibattito sul comando di Aspides è ancora aperto. “Spero che si possa trovare un accordo il 19 febbraio, nel prossimo Consiglio Affari Esteri e che la missione cominci ad essere operativa a fine mese, perché lì la situazione è critica. Le navi non passano più per il Canale di Suez, fanno il giro dell’Africa, il che comporta più tempo, più costi e più rischi per tutti.

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    L’Ue deve essere presente lì, non può lasciare che altri risolvano il problema. Ma la missione sarà strettamente di protezione e non interverrà in missioni militari di attacco terrestre” ha detto Borrell ribadendo anch’egli che “Aspides è uno scudo puramente difensivo, solo per proteggere le navi dagli attacchi. Il nostro fine non è condurre alcun tipo di attacco, ma solo difendere. Non intendiamo condurre alcuna operazione a terra, ma solo proteggere la navigazione in mare”.

     

     

     

     

  9. Articolo da Marinelink. anche le marine dle cd terzo mondo si stanno dotando di battelli, anche per il costo relativamente basso di quelli piu anziani come età o come porgetto. Certo non è un vicino accomodante il Dragone con cui avranno a che fare ma un battello, come noto, è sempre un ottimo deterrente. La scelta è probablmente ancoa in corso ma in circolazione ci sono diversi 209 e Agosta appetibili o, volendo, credo che la Turchia possa essere molto competitiva, piu della Corea del Sud

     


     

    Citazione

     

    Philippines Plans to Buy Submarines to Defend Sovereignty in South China Sea 

    Philippines President Ferdinand Marcos Jr has approved the third phase of the military's modernization, which includes the purchase of the country's first submarine, in order to defend its maritime sovereignty in the disputed South China Sea.Navy spokesperson for the West Philippine Sea, Roy Trinidad, said on Thursday the third phase of modernization reflected a shift in strategy away from internal to external defense."We may not be a large navy...but we would have a navy that will take care of our territorial rights and sovereignty," Trinidad said. The third phase of the modernisation plan, which underwent revisions to make it more attuned to the country's needs, is estimated to cost 2 trillion pesos ($35.62 billion) and will be implemented over a period of several years, said Trinidad.The announcement comes at a time of growing tensions with China over territorial disputes in the South China Sea. Manila refers to that part of the South China Sea within its exclusive economic zone as West Philippines Sea.Trinidad could not immediately say how many submarines the Philippines intend to acquire, but he said, "definitely more than one.France, Spain, Korea and Italy have shown interest in supplying the Philippines with submarines, he said.Southeast Asian neighbors like Indonesia and Vietnam already have submarine programs.While the first and second phase of the military's modernization plan were "land centric", said Trinidad, the third phase will seek, among others, to boost military capabilities on the West Philippines Sea. Defense Secretary Gilberto Teodoro said last month acquisitions under the third phase will focus on an array of capabilities, ranging from domain awareness, intelligence, deterrence capabilities in the maritime and aerial space. Beijing and Manila have traded sharp accusations in recent months over a succession of run-ins in the South China Sea, where each have overlapping sovereignty claims, including charges that China in December rammed a ship carrying the Philippine armed forces chief of staff. China claims most of the South China Sea, parts of which are also claimed by the Philippines, Brunei, Malaysia, Taiwan, Vietnam and Indonesia. An international tribunal in 2016 invalidated China's claim in a ruling on a case brought by the Philippines, which Beijing rejects.

     

     

     

  10. Grazie Fabio, 

    si, stiamo ancora cercando di sistemare alcune cose (che non vogliono sapere di andare a loro posto, come quelle che hai segnalato). E' possibile che a breve dovremo pensare a un nuovo frame. Grazie per le segnalazioni e, se avete altra da segnalare non esitate!

  11. Ho spostato in attualità/navigazione, Valeria, mi è sembrato più appropriato.

    A prescindere dai guadagni delle compagnie, si potrebbe dire che una nave come questa consuma circa 1/3  in meno di 2 navi che abbiano la stessa capacità di passeggeri a parità di tecnologia. 

    Poi, se vogliamo fare un po di polemica con gli ambientalisti, magari basterebbe boicottassero le crociere di questo genere ma, come per tante altre belle intenzioni, temo non accada.

    Ciò detto non è il tipo di crociere che amo e navi del genere sono solo un "ghiotto bersaglio"....Ma ovviamente è una opinione personale

     

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