Caro Charlie, circa la questione tempo credo che la storia ci possa essere d'aiuto, se non altro per avere un'idea di massima.
L'ultima guerra in cui il mondo arabo fu unito e utilizzò l'arma del petrolio come forma di pressione a livello internazionale fu, se non erro, la guerra del Kippur dell'ottobre 1973.
Il conflitto durò 18 giorni ed iniziò bene per gli arabi, prima di prendere una piega più favorevole ad Israele. Le nazioni arabe esercitarono l'arma del "ricatto petrolifero" nel momento in cui le forze israeliane erano sul punto di dilagare in Egitto, riuscendo a far imporre ad Israele un cessate il fuoco che, tra l'altro, alla fine favorì l'Egitto...
Di conseguenza possiamo affermare che in quella circostanza l'effetto petrolio produsse contraccolpi nel giro di 15 giorni. Tenendo conto che oggi la situazione sarebbe diversa, in quanto non tutti i paesi arabi interromperebbero l'esportazione di greggio in caso di conflitto, ma tenendo presente anche che il consumo mondiale di petrolio è notevolmente superiore a quello degli anni '70 (CINA), un'ipotesi ragionevole sarebbe quella di assumere 1 mese come tempo massimo per chiudere la partita.
Per quanto riguarda gli effetti del potere aereo e missilistico sarei più cauto nel ritenere neutralizzabile, tramite unicamente attacchi dal cielo, il dispositivo difensivo iraniano.
L'Iran proprio perchè deve tentare di resistere 1 mese alla bufera si limiterebbe ad eseguire azioni di sea denial scegliendo il tempo ed il modo degli attacchi, esponendo alla reazione nemica solo una parte delle proprie forze e per un tempo limitato.
L'Iran, per il resto della durata della guerra, si limiterebbe a preservare, nei limiti del possibile, la sua capacità bellica salvaguardandola dagli attacchi (presumibilmente aerei) del nemico.
Circa l'efficacia del bombardamento aereo o missilistico come arma suprema, sono ormai 20 anni che in occidente, siamo infatuati da questo paradigma, che rende la nostra strategia sempre più prevedibile. Israele ne ha fatto recentemente le spese in Libano, quando ha tentato di riprodurre, con scarso successo, la tattica utilizzata dalla NATO in Kosovo contro le milizie di Hezbollah, che sono riuscite a preservare una credibile capacità bellica dalle bombe intelligenti dell'IAF.
Applicando questo ragionamento ad una nazione come l'Iran, che vuole imporsi inequivocabilmente sulla scena mondiale, credo che per questo motivo a Washington hanno più di un dubbio sulla possibilità di chiudere il conflitto guerreggiato senza "spiacevoli imprevisti". che avrebbero un effetto devastante sul prestigio americano nella regione.