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zezzabibbi

Comune di 2a classe
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Risposte pubblicato da zezzabibbi

  1. R.I.P. e onore ai caduti. Mi chiedo se la considerevole pubblicistica e ricerca storiografica relativa alla "più grande tragedia dell'Italia sul mare" come è stata giustamente definita sopra, sia esaustiva e completa di tutti i fatti e antefatti che hanno determinato il triste epilogo che conosciamo. Ci sono aspetti, valutazioni, approfondimenti e anche testimonianze scritte che dovrebbero ancora essere disaminate con il corretto metodo della ricerca storica?

  2. On 27/12/2020 at 12:28, malaparte said:

    Se aggiungi qualche nota di presentazione e valutazione lo inserisco in biblioteca.

    Si, volentieri. Il libro, di facile e scorrevole lettura, nasce dal mio interesse per le biografie dei nostri sommergibilisti della Seconda guerra mondiale decorati di medaglia d'oro al v.m. In particolare mi sono chiesto quali tratti del loro carattere personale, quali esperienze di gioventù o insegnamento avessero potuto influire sulla formazione del loro carattere "eroico". Per farlo ho rivisitato le notizie sulle loro famiglie di provenienza, i luoghi e le scuole di prima infanzia, il carattere pedagogico dell'insegnamento ricevuto in casa e nel loro primo ambiente. Poi ho rivisto, grazie alla disponibilità all'Ufficio Storico della M.M. il cui personale è sempre gentile e collaborativo, gli annuali del periodo di accademia e dei vari corsi cui parteciparono. Tra l'altro ho individuato delle vere "annate d'0ro", durante le quali a sedere sui banchi furono in stretto contatto personaggi del calibro di Arillo, Borghese, Pelosi, Fecia di Cossato eccetera. Il risultato di questa breve ricerca è sorprendente, perché il tratto comune che ho trovato tra loro  è stato l'irrefrenabile Amor di Patria e il radicato senso del dovere da assolvere. Il libro, come detto, è leggero. Non sono uno storico ne un ricercatore professionista, con qualche modesta esperienza in campo editoriale e giornalistico. Naturalmente, per gli amici di Betasom che volessero leggerlo, sono disponibile ad un invio gratuito (a mezzo posta) a condizione che facciano un contributo alla nostra Associazione. 

  3. Cfr "Atlantis", diario di Ulrich Mohr, naufrago della nave corsara tedesca salvato dal "Tazzoli" al comando della m.o.v.m. Carlo Fecia di Cossato (dicembre 1941): 

    Natale. Uno dei nostri ragazzi s'è dato da fare per costruire una specie di albero natalizio, il secondo da quando abbiamo lasciato la Germania, mettendo insieme un manico di scopa, pezzi di filo e carta colorata. Siamo tutti pieni di nostalgia, tutti i nostri pensieri concentrati nel ricordo dell'altro Natale passato alla Kerguelen e della tomba che ora sembra così pateticamente remota. Eppure tanto lontani, perché adesso ci troviamo nel mezzo del golfo di Biscaglia, dove il blocco inglese concentra le sue forze migliori. Tedeschi e italiani, cantiamo tutti insieme le nenie e le canzoni natalizie. E mentre ascolto il canto cerco di indagare l'ironia del fato....Noi, quelli dell'Atlantis, abbiamo navigato per più di centomila miglia. Riusciremo a rivedere il vecchio amico Hein fermo sui gradini di casa?...Ho un brivido di freddo quando ripenso al Tirranna...E' la notte di Natale. Il Tazzoli approfitta dell'oscurità per navigare in superficie, ma un curioso aereo inglese lo localizza e parte all'attacco..."Immersione!" Andiamo giù così rapidamente, che quasi cado a terra. "Immersione!" Anche il mio morale s'immerge in un'ansia profonda. Le bombe dell'aereo scuotono terribilmente lo scafo del Tazzoli. L'effetto sul morale è per tutti deleterio, benché, fortunatamente le bombe manchino il bersaglio. Lo scontro dura parecchie ore, ho quindi tutto i tempo di coltivare verso i sottomarini una illimitata antipatia. Come si può fare la guerra quando c'è il pericolo di morire a ogni momento in un sarcofago già bell'e pronto? 

  4. Lorenzo nacque a Tortona il 22 ottobre 1906 in una famiglia dell’alta borghesia piemontese che abitava a Pinerolo in piazza Montebello n. 2. Il padre Gerolamo era Procuratore del Re della Provincia, una personalità stimata e di alto prestigio sociale che teneva molto all’educazione dei suoi due figli maschi. Il ragazzo fu fin da piccolo abituato ai principii della fermezza nelle decisioni assunte, all’impegno nello studio, come anche il fratello maggiore di quattro anni che appena terminati gli studi si arruolò nell’Esercito e al massimo rispetto dell’autorità paterna e dell’obbedienza al Re sovrano.

    L’Eroe trascorreva le giornate sui libri di latino e greco del Liceo Classico, difficilmente gli era consentito di frequentare altri ragazzi che non fossero dell’ambiente sociale della sua famiglia e forse per questa ragione si sviluppò nel suo animo il forte desiderio di vivere una vita avventurosa, fuori dei canoni abituali.

    A 17 anni Lorenzo, conseguì in anticipo la licenza classica (1) e chiese ai genitori di potersi arruolare in Marina.

    Gli fu concesso, anche perché in quel tempo i giovani rampolli dell’alta-media borghesia italiana e quelli appartenenti alla nobiltà vicina a Casa Reale, erano favorevolmente avviati all’Accademia Navale di Livorno, in alternativa alle classiche destinazioni di Modena e Torino nell’Esercito. In Accademia Navale fu presentato dalla sua professoressa Maria Piglini.

    I cinque anni di Livorno furono per il giovane Lorenzo la prima vera e straordinaria esperienza di vita, nella quale per le sue capacità di applicazione e di adattamento alla vita di mare fu subito notato dai superiori. Si classificò 13mo nella prima classe dell’anno accademico 1920/21 e 21mo l’anno successivo.  Nell’anno accademico 1928/29 è ammesso al Corso superiore per Ufficiali di Vascello. Tra i suoi colleghi c’è Salvatore Pelosi, con il quale condivise tutti gli anni di scuola navale.

    Non appena licenziato dall’ Accademia con il grado di Guardiamarina, fu inviato al distaccamento San Marco di Tientsin, in Cina, e successivamente imbarcato sull’esploratore “Libia” a Shanghai.

    L’esperienza in Cina segnò profondamente il carattere dell’Eroe che non riuscì a dimenticare l’Oriente, anche perché in loco aveva conosciuto la futura moglie che parlava fluentemente diverse lingue ed era addetta all’Ambasciata d’Italia. Nel 1937 la sua fermezza fu premiata e fu nuovamente inviato presso il governo cinese con incarichi speciali del Ministero degli Esteri.

    Un uomo fermo nelle sue decisioni, come detto al limite dell’ostinazione. Quando il 27 giugno 1940, da comandante del sommergibile “Liuzzi”, comprese che la morte gli era accanto, rifiutò le suppliche dei suoi uomini Gaetano Tosti Croce e Alessandro Bonaca che l’invitarono più volte ad abbandonare il battello che stava affondando. Lui rifiutò e sprofondò nell’abisso con la sua unità.

    Un gesto che a molti oggi potrà apparire suicida ma non lo è, perché in quel supremo impulso Lorenzo Bezzi mostrava tutta la fermezza d’animo e forza spirituale con le quali era cresciuto: virtù che aveva radicato nell’animo,  per l’educazione ricevuta in famiglia e poi in Accademia Navale.

    Lasciò la moglie e due bambine, la prima aveva un anno e mezzo, la seconda non ebbe il tempo di conoscerla.

    Avrebbe potuto scegliere la prigionia, la vita, ma la rifiutò con orgoglio e sdegno. Per questo il suo supremo Sacrificio non deve essere dimenticato e merita rispetto e onore.     

     

    (1) Presumibilmente al Lice Classico G. Peano di Tortona

     

    LORENZO BEZZI.jpg

  5. Spezzino di famiglia ligure, Livio Piomarta entrò in Accademia a quattordici anni, poco più che bambino. Nato in una città dove il mare e la Marina sono elementi costitutivi della vita sociale dei residenti, il ragazzo manifestò subito una forte predisposizione per l’elemento acquatico e le attività sportive in mare, anche perché assistito da un fisico solido e robusto.

    Le notizie sulla prima infanzia dell’Eroe sono scarse e sembra incredibile che il mistero che da molti decenni gravita sulla scomparsa per cause ignote del sommergibile “Guglielmo Marconi”, con il quale Livio e tutti i suoi marinai si inabissarono in pieno Atlantico in un periodo ricompreso tra il 28 ottobre e il 4 dicembre del 1941, si sia estesa post mortem alla figura del Comandante e dell’intero equipaggio.

    Paradossalmente sono assai più numerose le notizie relative alle varie caserme, associazioni, luoghi e monumenti nominati a questa “sconosciuta” figura dell’eroismo italiano, compresi i sottomarini moderni che portano il Suo nome, che quelle che riguardano la vita e la tragica morte di Livio Piomarta.

    Si conoscono le date e le assegnazioni del Servizio prestato, naturalmente, ma non ci sono documenti certi o fotografie in divisa del Capitano di Corvetta e perfino il sito internet del Quirinale, alle pagine delle onorificenze, mostra una foto in borghese di un uomo sorridente ma dal punto di vista storiografico, quasi sconosciuto.

    piomarta.jpg

  6. Il passaggio in Accademia Navale era, per la maggioranza degli uomini della Regia Marina, una condizione preliminare di fondamentale effetto formativo. Oltre al superamento dell'esame di ammissione e la sana e robusta conformazione fisica, erano previsti altri requisiti per l'ammissione ai Corsi dell'A.N. o, viceversa, esistevano cause (anche non ufficiali) di non ammissibilità?  

  7. On 1/3/2007 at 01:26, GM Andrea said:

    Titolo: Il Principe Nero - Junio Valerio Borghese e la X MAS

    Autori: Jack Greene - Alessandro Massignani

    Casa editrice: Mondadori

    Anno di edizione: 2007

    Pagine: 302

    Dimensioni: 24x14

    Prezzo originale: Euro 19,00

    Reperibilità : facile

     

    Recensione:

     

    Ricordate Dervis Fontecedro? DISGUSTORAMA - DISGUSTOMATICO.

    Questo recentissimo volume, pubblicato in Italia dopo una prima edizione per il pubblico anglosassone, si propone come l'ennesima fonte di "verità " sul Com.te Borghese.

    Il libro si risolve in una biografia in cui si tratta ampiamente della storia dei mezzi d'assalto. Tuttavia debbo rilevare con disappunto e tristezza la spaventosa serie di imprecisioni, se non castronerie, che non mi aspetto certo da "storici" di professione e tanto meno da Mondadori.

    Tanto per passare una bella mezz'oretta, ve le elenco tutte, o meglio solo quelle sfuggite al mio setaccio. Se avete il coraggio di leggerlo pure voi potete sicuramente aggiungere qualcosa.

    Premetto che, in generale, dal libro non esce quasi nulla sull'aspetto umano di Borghese; nulla si dice sui suoi anni in Accademia, sulla sua formazione e su tante altre cose. Tanto meno, ma è solo un esempio, si parla di episodi molto importanti come la morte di Bardelli.

    I grassetti sono miei. Il testo tratto dal libro è fra virgolette.

    Iniziamo dal

     

    RISVOLTO DI COPERTINA

     

    - "la X MAS (...) si avvaleva di assaltatori subacquei (...) che marciavano sul fondo marino". Marciavano???

    - "Dopo aver guidato la X MAS in importanti operazioni nel Mediterraneo, Borghese la trasformò nel centro di raccolta di tutti quegli italiani che desideravano lottare contro l'avanzata del socialismo e del comunismo" Eh???

    - "Soprannominato il Principe Nero, all'indomani dell'8 settembre..." Il nomignolo mi pare sia del dopoguerra.

    - "all'indomani dell'8 settembre 1943 egli trasferi la propria base operativa nell'Italia settentrionale" Perchè, prima La Spezia stava al sud?

    - " (...) continuò a guidare i suoi uomini in violenti raid antipartigiani". Li guidò lui? Ma per piacere.

     

    E ora il testo. Tenetevi forte e considerate che gli autori sono "storici navali".

     

    Pag. 2: "divenne (...) comandante di un esercito privato che, al pari dei capitani di ventura medievali, lottava più per ambizione personale che per il sogno di gloria di un governo". La tesi dell'esercito privato e dell'ambizione personale è ormai superata da un decennio.

    Pag. 8: "tra gli incarichi che gli furono assegnati ce ne fu (...) un altro sulla nave reale Colombo". Nave scuola, altro che nave reale.

    Pag. 9: la sigla MAS significava "motoscafo antisommergibile (...). In qualche caso fu utilizzata anche la denominazione Motobarca armata SVAN". Che guardacaso è la vera origine del termine MAS!

    Pag. 17: "Giorgio Giorgis e Carlo Magottini" No, è Margottini. Errore ripetuto anche nell'elenco dei nomi.

    Pag. 43: " (...) commissione formata dai capitani di fregata Catalano Gonzaga di Cirella e Giuseppe Moschini (...)." Catalano è parte del cognome. Il nome proprio era Gaetano. Studiare!!!

    Pag. 50: "l'Ambra del capitano di fregata Mario Arillo". Era capitano di corvetta.

    Pag. 52: parlando dei CB e della loro sorte, del CB16 si dice solo che fu "preso dagli Alleati". Se si ignora la verità  scomoda, male. Se la si nasconde, peggio.

    Pag. 55: capi del SIS sarebbero stati gli "ammiragli di divisione" Lais, Lombardi e Maugeri. Erano contrammiragli!

    Pag. 56: secondo gli autori la vicenda della scoperta di Marceglia e Schergat per colpa delle sterline fuori corso sarebbe una "interessante rivelazione" del libro di Maugeri "From the ashes of disgrace". Non mi pare proprio, le fonti sono numerosissime.

    Pag. 59: al comando dei mezzi d'assalto c'era l'amm. De Courten, "responsabile anche dei sommergibili". Ma quando mai. Era sommergibilista, ma non era a capo di MARICOSOM, bensì dell'Ispettorato Armi Subacquee, che era un'altra cosa.

    Pag. 61: parlando della fine dell'Iride, si accenna al "comandante del Monte Gargano, l'ammiraglio di divisione Bruno Brivonesi". Secondo loro un AD comandava una nave ausiliaria? Brivonesi era responsabile di MARILIBIA. Uffa!

    Pag. 67: "il capitano Giorgini..." No, si dice "il capitano di fregata Giorgini" o "il Comandante Giorgini".

    Pag. 68: parlando del Gondar e della sua fine, si dice che "Toschi era un prigionero assai irrequieto e tentò la fuga in continuazione, finchè riuscì a raggiungere il Portogallo". Qualche annetto di peripezie in India è cosa da poco, non meritevole di una riga....

    Pag. 87: "lo stretto di Gibilterra si era trasformato in una trappola ancora più mortale per i sommergibili dell'Asse (come ha ben raccontato il film U-Boot 96) eppure Borghese, per due volte di seguito, era riuscito a superarlo". A parte che evidentemente la storia si basa sui film (per quanto ottimi!), non conta che decine e decine di battelli italiani passarono indenni lo Stretto?

    Pag. 97 "il capitano di vascello Bruno Falcomatà". Aaaahhh! Capitano medico, grazie.

    Pag. 98 di De Courten si dice che "all'indomani dell'armistizio del settembre 1943, egli divenne ministro della Marina". Dopo il 25 luglio, semmai. 4 in storia.

    Pag. 106: si parla di Alessandria. "Durante la navigazione verso Lero, lo Scirè ebbe un solo imprevisto [l'avvistamento di un smg nemico, ndr]". E i segnali in chiaro col Donath da parte del semaforo di Capo Peloro?

    Pag. 107: circa lo Scirè a Lero prima di partire per Alessandria, si dice che "il comandante della base pretese di vedere una dimostrazione (...)." Si riferisce all'Amm. Luigi Biancheri, che non era comandante di Lero, ma di MARIEGEO.

    ibidem: sempre riguardo Alessandria si cita il "capitano di corvetta " Durand de la Penne. Era TV! E poi il "marinaio scelto" Mario Marino, che invece era sottufficiale.

    Pag. 112: l'attacco alla Valiant è narrato unicamente sulla base della relazione di Durand de la Penne. Bianchi, chi era costui?

    Pag. 113: Questa è bella. Si dice che de la Penne "nell'abbordare la nave, andò a cozzare contro la carena e finì sul fondo, circa 13 metri più sotto". Trascinò poi nel fango del fondale il maiale finchè "urtò infine contro la carena della corazzata". Come ha fatto a sbatterci? Ma non era 13 metri sotto? Si, infatti ci si informa che "fissò la carica in posizione centrale, circa 4,5 metri sotto la nave". Ci avete capito qualcosa? Io no.

    Pag. 117 si dice che al momento dell'esplosione sotto la Queen Elizabeth l'Amm. Cunningham era "in plancia". O forse in coperta?

    Pagg. 118-119 Si dice che de la Penne, interrogato, avrebbe descritto minuziosamente i dettagli dell'assalto fornendo "un resoconto completo". Si citano come fonti documenti d'archivio inglesi. Francamente (se vero) lo ignoravo. Sentite però il commento: "alcuni hanno parlato di tradimento sebbene, col senno di poi, forse sarebbe più corretto definirlo un eccesso di esuberanza, come testimonia il fatto che oggi c'è una corazzata della marina italiana che porta il nome dell'ufficiale". Ora, se fosse vero, non sarebbe certo un "eccesso di esuberanza". Mah! Per inciso poi il sillogismo degli autori non regge, visto che la nuova ammiraglia italiana porterà  l'infame nome Doria, principe dei traditori :s68:. Anzi no, mi sbagliavo, l'ammiraglia è la corazzata Durand de la Penne, coi suoi poderosi 381...cari i miei storici navali.

    Pag. 124: il "sottufficiale" Luciano Favale della X era in realtà  Sottocapo.

    Pag. 130: "Visintini, per inciso, dal 1943 al 1945 fece parte del gruppo degli uomini gamma dela X MAS all'epoca in cui questa operò nell'Italia settentrionale sotto il comando dell'Rsi". PER INCISO, cambiate mestiere. Tanto più che poche pagine dopo si dice giustamente che Visintini morì a Gibilterra prima dell'8 settembre.

    ibidem: "I posti chiave all'interno della X MAS, in ogni caso, erano occupati da discendenti di famiglie nobili, il che permise loro di conquistarsi l'appoggio degli ufficiali di alto grado". Ma che dicono?!? Cavagnari era figlio di un farmacista! Arillo era nobile secondo loro? E Tesei? E Toschi? E Forza? Ignoranza crassa. Nel 1940 i posti chiave dello Stato Maggiore, altro che della X, erano apertissimi ai "borghesi".

    Pag. 137: parlando di Visintini e della sua morte, si dice che "la guerra portò altre sventure alla sua famiglia" e si narra dell'esodo dall'Istria. E la morte del fratello aviatore, pure lui MOVM?

    Pag. 146: si cita il "battaglione Buttazzoni" (sic). NP, caso mai.

    Pag. 147: secondo loro Ferraro si era "arruolato come volontario nella Marina". Falso. La Sua storia militare è più complessa.

    Pag. 153: si cita il Smg. "Leonardo da Vinci", chiamato poi semplicemente "il Leonardo". No, semmai "il da Vinci".

    Pag. 154: "l'ammiraglio di divisione Romolo Polacchini". Sono innamorati del grado di AD. Polacchini era contrammiraglio.

    ibidem: il grado di contrammiraglio fa proprio schifo agli autori. Varoli Piazza diventa per miracolo "ammiraglio di squadra". Olè.

    Pag. 157: Si cita all'inizio del capitolo Dennis Mack Smith, per il quale il corpo volontario "più famigerato e feroce era la X Mas". Ah, questi storici inglesi! Peccato che ci sono pure quelli italiani che danno loro corda...

    Pag. 158: l'8 settembre, il trasferimento (consegna) della flotta a Malta, l'affondamento della Roma sono liquidate in 7 righe 7. Non una parola sul travaglio della scelta e sull'influenza che tali avvenimenti ebbero su molti marinai.

    Pag. 159: "l'ammiraglio di divisione Umberto Rouselle" era, tanto per cambiare, contrammiraglio.

    ibidem magari si poteva aggiungere che "il principe Aimone di Savoia" era anche ammiraglio, responsabile dei MAS? Così, tanto per spiegare per quale motivo Borghese chiamo proprio lui la sera dell'8 settembre.

    Pag. 162: circa la scelta di Borghese di continuare a combattere, non una parola per le vere motivazioni (mantenere l'Onore). Si liquida il tutto con l'ambizione personale.

    Pag. 163: il Smg. Torelli diventa "Torrelli".

    ibidem: Mario Arillo era "forse il secondo sommergibilista più noto in Italia". Il primo era Borghese? Ne dubito, vista la segretezza delle sue missioni. E i vari Fecia di Cossato, Gazzana Priaroggia, Romei, Todaro etc etc etc? (senza nulla togliere ad Arillo naturalmente, ma pure le sue missioni erano segrete).

    Pag. 165: per entrare nella X della RSI "non era obbligatorio essere soldati di marina". I soldati stanno nell'esercito, grazie. Bastava dire "marinai".

    Pag. 172: dopo l'arresto di Borghese e la rivolta della Spezia, "per punizione, i due battaglioni della X Mas responsabili dell'arresto di Bedeschi e Tortora furono mandati al fronte". Era esattamente quello che volevano. Altro che punizione.

    Pag. 176: "l'ammiraglio di divisione Giuseppe Sparzani" era - indovinate! - contrammiraglio.

    Pag. 178: secondo gli autori, MARIASSALTO il 19 maggio '44 attaccò il Bolzano e il Gorizia, e il 22 giugno '44 (!) l'Aquila. A questa missione, dicono, partecipò de la Penne (falsissimo). Tutto sballato.

    ibidem: Sergio Nesi sbarcò un sabotatore "nei pressi del Conero (dove d'erano ancora alcune batterie costiere nemiche che la flotta di Persano aveva affrontato durante la campagna di Lissa del 1866)". Eeeehhhh???? Gli italiani nel 1866 sparavano dalle Marche su Persano?!?!? Boh.

    Pag. 180: "Borghese fece delle aperture agli Alleati, in particolare alla Marina italiana del sud, prospettando un suo eventuale passaggio dall'altra parte della barricata". Questo non mi risulta proprio. Collaborazione anti-slava si, ma passaggi dall'altra parte proprio no.

    Pag. 196: il "tenente di vascello Luigi Ferraro" era STV.

     

    Pagg. 198-199: Questo passaggio merita di essere evidenziato. Di Ferraro si dice che dopo il 25 aprile "completamente armato e camuffato aiutò i partigiani locali della brigata Stella Rossa a mettere in atto rappresaglie e attacchi contro le colonne tedesche in ripegamento". A parte che la brigata si chiamava Stella e non Stella Rossa, ciò è completamente falso. Gigi Ferraro non si camuffò mai: in divisa della X fino al 30 maggio '45 fece da intermediario tra tedeschi e partigiani, salvando vite umane le gli stabilimenti Marzotto. Non attaccò mai i tedeschi (nè i partigiani) e tanto meno organizzò contro loro rappresaglie. Ciò è gravemente lesivo della Sua memoria e al riguardo mi faccio immediatamente promotore di azioni legali contro gli autori, uno dei quali - valdagnese!!!! - queste cose dovrebbe saperle. Vergogna.

     

    Pag. 204: parlando del processo a Borghese, si dice che i tribunali romani erano "più conservatori" di quelli milanesi, "in parte perchè Roma era stata dichiarata città aperta nel corso della guerra e come tale non aveva subito le più aspre lotte partigiane". Ah no? E Via Rasella, il rastrellamento nel ghetto, le Fosse Ardeatine etc etc???

    Pag. 209: Oscar della Storia. Udite udite: "ricordiamo che il referendum del 1948 aveva decretato la fine della monarchia". :s20: :s20: :s20:

    Pag. 211: ci si informa che nel dopoguerra "l'Istria, e Trieste in particolare, aveva una forte presenza di italiani". Ma dai! Scopro ora che Trieste è in Istria, e che c'era una "forte presenza" di italiani; ne deduco che la maggioranza era slava.

    Pag. 216: la nave da guerra egiziana El Amir Farouk, affondata dai mezzi d'assalto israeliani, "era un vecchio avviso di 1441 tonnellate di stazza lorda". Non si usa il dislocamento per le unità  da guerra?

    Pag. 230: si parla del periodo caldo in Alto Adige. I nazionalisti tedeschi "attaccavano rappresentanti e simboli italiani (come le cassette da lettere negli uffici postali)". Vale a dire, facevano saltare in aria qualche cassetta della posta. Ah si, e poi anche qualche carabiniere e qualche alpino. Ma quel che conta è il servizio postale.

    Pag. 251: il "generale Casardi" posto a capo dei Servizi Segreti era un ammiraglio.

    Pag. 255: Borghese è stato sepolto a Santa Maria Maggiore, "in Vaticano". Ma mi faccia il piacere! E poi si dice che al funerale c'erano "le guardie svizzere"! Non so se ridere o piangere

     

    Uno dice arrivato alla fine: aaaaah, è finita.

    Eh no! Mancano le note, che come al solito sono accatastate in fondo e non a piè pagina, sennò la lettura diviene troppo agevole. E mo' beccateve pure le perle delle note.

     

    Pag. 263: si dice che le memorie di Maugeri (con risp. parl.) non sono state pubblicate in Italia. Falso, furono pubblicate 30 anni dopo con molti tagli.

    Pag. 267: gli autori dicono di avere tratto le informazioni biografiche su De Courten da (testuale) "uno di quei libriccini semindipendenti che oggi popolano un panorama editoriale attento ad argomenti poco noti. In questo caso si tratta di un ordine di battaglia della marina e di una lista di ammiragli, da prendere tuttavia con cautela. Anche gli autori del presente volume si sono avventurati su questo cammino!". Il punto esclamativo è loro, che candidamente confessano di non saperne nulla dell'argomento, di trarre informazioni note anche ai sassi come la vita di De Courten da libercoli da quattro soldi, di non fare riferimento alle tonnellate di (seria) bibliografia sull'argomento...e se ne vantano!

    Pag. 270: testuale, "i granatieri costituivano il reggimento della guardia reale". Nella seconda guerra mondiale?

    Pag. 273: si dice che la piscina di Valdagno impiegata dai Gamma dal '43 al '45 era stata utilizzata "sin dal 1940". Nemmeno questo mi risulta.

     

     

    MORALE: 19 euro e due giornate buttati. Aridatemi i soldi.

     

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    GM Andrea

     

  8. Siamo certi che si tratti del Comandante? Mi sembra troppo alto... (però  il pastrano è il suo). Per un confronto della sua statura (era un uomo di corporatura robusta e normale), vale questa foto scattata a Betasom di ritorno da una missione atlantica, in cui mi sembra di riconoscere l'amm. Erich Raeder (il più alto), l'amm. Angelo Parona che nel settembre 1941 lasciò il comando all'amm. Romolo Pollacchini.  Il primo a sn non è Grossi?pdf312.jpg.18151c0bd15b8525c58bb57d2c2ad7de.jpg

  9. Mi è capitato di ricostruire su carta nautica il percorso seguito dal sommergibile Liuzzi (comandante m.o.v.m. CC Lorenzo Bezzi) che lo portò al tragico incrocio con una formazione inglese su coordinate 33°36' N 27°27' E (fonte inglese). Ebbene, considerati due fattori certi:

    1) il battello ricevette l'ordine di rientro alla base (con navigazione in superficie) nella serata del 25 giugno 1940 quando si trovava in acquee antistanti Famagosta (est di Cipro) 

    2) il primo avvistamento oculare da parte inglese avvenne il 27 giugno 1940 alle h. 18,28 

    come è possibile che la velocità del Liuzzi lungo le circa 400mnn del tragitto fosse avvenuta a una media di 9K, quando il mezzo ne contava 18K in superficie?

    Di converso, il gruppo dei ct inglesi che andarono all'appuntamento sulle anzidette coordinate (Dainty, Decoy, Ilex, Defender e Voyager) salpò da Alessandria alle ore 6h del 27

    giugno 1940, quindi percorse le circa 220 mnn alla velocità non lenta di circa 20K.

      

  10. Titolo: CARLO E AMALIA. L'ultima missione del comandante Carlo Fecia di Cossato

    Autore: Alfredo MorettiI

    Casa editrice: stampa autoprodotta (youcanprint)

    Anno di edizione: 2019

    Pagine: 139

    Dimensioni: 15 x 20

    Prezzo: euro (PDF gratis per soci betasom)

    Reperibilita: facile

     

    Recensione:

     

    Vorrei segnalare, se posso, che a seguito di un lavoro di ricerca durato diversi anni ho potuto scrivere un libro sulle molte ragioni che spinsero la m.o.v.m. Carlo Fecia di Cossato a compiere il tragico gesto. A causa del coinvolgimento di persone i cui eredi sono tutt'ora in vita, ho ritenuto il caso di tenere riservato il loro cognome, fermo restando che i fatti e le circostanze riportate sono assolutamente veritiere. Il libro è romanzato, proprio per consentire una descrizione dell'accaduto in chiave non strettamente storico-descrittiva ma nelle conclusioni si potranno trovare tutti i riferimenti. Il libro è "Carlo e Amalia. L'ultima missione del comandante Carlo Fecia di Cossato", autore Alfredo Moretti, ISBN 978-88-31621-78-6 ed è reperibile in rete o nei circuiti Feltrinelli, Lbs, eccetera. 

    Sarei felice di scambiare opinioni dopo la lettura con gli interessati all'argomento. Grazie.

  11. Mi associo ai complimenti per il film di Riccardo Breve perché a parte la ricostruzione di una vicenda storica non molto conosciuta, ha saputo umanizzare molto la toccante fine di Carlo Acefalo e del rientro della salma in Patria. In particolare ringrazio l'autore per le immagini subacquee della sua prima "missione" sull'isolotto che mi hanno tolto un dubbio che avevo, perché effettivamente il fondale corallino che circonda Bar Moussa Kebir si interrompe bruscamente e il fondale precipita nella fossa oceanica (la media della profondità del Mar Rosso è appunto di 400/500 metri). Ciò spiega in primis perchè l'impatto con la barriera fu particolarmente brusco e in secundis perchè il battello (di cui era stato tentato comunque il recupero) scivolò repentinamente sul fondo.

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