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malaspina

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Risposte pubblicato da malaspina

  1. Chiedo agli esperti Comandanti che hanno operato/operano a bordo di battelli, ma anche a chi a conoscenza in materia e può darmi un chiarimento.

     

    Il 19 marzo 1971 a La Spezia fu una giornata per me memorabile perchè ebbi l'occasione di salire a bordo del TOTI prima e poi sul TORRICELLI, non aperti al pubblico, ma la guardia a bordo mossa a compassione di un giovinetto che stava da lungo tempo con la bocca aperta in banchina ad ammirare quelli "squali".

    Quello che mi colpì scendendo nel locale dei due battelli fù un profumo particolare, forse dovuto a cablaggi, vernici o batterie. Da quel momento quell'aroma rimase impresso nella mia memoria olfattiva e ovunque trovassi una minima traccia di quel profumo mi fermavo a "sniffarlo" con evidente stupore e preoccupazione di chi assisteva alla scena.

    Poi durante la leva quel poco tempo trascorso sul TORRICELLI: nuovamente quel profumo.

    Purtroppo nelle mie successive visite sul PELOSI, due volte sul LONGOBARDO ed anche sul DANDOLO musealizzato, non ho più incontrato questo aroma.

    Forse sui SAURO viene utilizzato del materiale che non ha più quelle caratteristiche olfattive; ma perchè allora non più sul DANDOLO musealizzato. Ho pensato proprio perchè in disarmo da tempo ha perso quell'odore.

    Ma allora come mai l'ho riscontrato forte ed intenso sull' ARGONAUTE, sul l'ESPADON musealizzati ed anche sul LE REDOUTABLE ex nucleare anch 'esso musealizzato?

  2. Anche io ho letto il libro a cui fa riferimento Totiano, che ti avvince in modo totale e mentre lo leggevo immaginavo se potessimo arrivare su uno dei nostri battelli adagiati sul fondo. Sono avido di sapere quale sia la condizione dell'interni. Ma ci saranno ancora locali "asciutti" su qualche smg. affondato?

    Grazie per tutto quello che è stato detto sullo Scirè, tante cose le sapevo, ma altre vanno ad arrichire le mie conoscenze.

    Confermo la presenza del tagliareti dello Scirè al museo di La Spezia insieme ad un tubo porta SLC, mentre la mitragliera si trova a guisa di monumento in un parco comunale di Pistoia, città che donò la Bandiera di Combattimento al glorioso battello.

    Un ultima domanda: poco tempo fà ho sentito che durante un esercitazione alcune unità USA, hanno "agganciato" lo Scirè con dei cavi. Vi risulta? Che danni ha subito lo scafo?

  3. Auspico che siano immediatamente sottoposti a corte marziale quindi congedati con disonore dal Reggimento e , dopo il dovuto periodo di detenzione ,dalla Marina Militare.

    Nessuna indulgenza con chi disonora il San Marco, la Marina e la Patria.

     

     

    Condivido pienamente il pensiero di Xabaras: i bambini con le caramelle, lo fanno da bambini; questi rappresentano una Forza Armata e una Nazione.

    Ricordate cosa disse il Comandante Todaro quando l'ammiraglio tedesco lo criticava riguardo al suo interesse verso i naufraghi de Cabalo "Noi abbiamo duemila anni di storia da rappresentare!."

  4. Ricordo bene quei momenti, mi sentii molto colpito da quella videnda, anche per la vicinanza della mia città al luogo della tragedia.Nei giorni successivi mi feci portare dal mio babbo a Livorno a vedere al porto alcune navi della nostra Marina li dislocate per questa vicenda.

    Mi ricordo la nave appoggio incursori CAVEZZALE e il dragamine LARICE.

     

    ONORE AI CADUTI DELLA MELORIA, ONORE ALLA FOLGORE!

  5. Mmmmh!

    Questo è uno degli argomenti che sarebbe meglio non approfondire....

    Prima o poi si arriverebbe ad un punto oltre il quale non sarebbe il caso di discuterne sulle pagine di un forum.

    Ovviamente la mia è una considerazione strettamente personale.

     

     

    Scusa Comandante, ma non riesco a prender il motivo per cui questo argomento dovrebbe essere ostico ad un forum come il nostro.

  6. Una domanda curiosa per chi ha avuto modo di salire a bordo del PRIMO LONGOBARDO: come si chiama la riproduzione in bronzo della statuetta etrusca che fa bella mostra di se fissata sulla paratia esterna del quadrato ufficiali del LONGOBARDO?

    Chiaramente chi risponde esattamente verrà premiato solo con un plauso. Ma è un modo per far sapere a loro Comandanti, che quel bronzetto lo portai in dono al comando di quel battello nella mia prima visita nel 1994. Con soddisfazione ebbi modo di tornare a bordo di quel battello nel 1999 e con sorpresa vidi che nonostante grandi lavori di manutenzione al sommergibile, che avevano comportato lo sbarco di notevoli materiali di bordo, compresa la statuetta in argomento, al momento di riallestire il battello essa fu collocata a paratia come e dove era prima dell'inizio dei lavori.

    Questo mi conferma che se i marinai sono superstiziosi i sommergibilisti lo sono in modo esponenziale.

  7. Su di un mensile livornese ho trovato questa cruda verifica sulla vicenda dell'azienda Cosmos, prodruttrice di sommergibili d'assalto ora chiusa.

    Nel comprensorio della fabbrica ridossato al muro di recinsione si può ancora vedere un battello in costruzione.

     

     

    gli orfani (traditi) della CosmosDocument Actions Solo per alcuni di loro la possibilità di mettere a frutto le esperienze acquisite

     

    Subito dopo il passaggio a livello di Salviano, è sparito anche il sommergibile stilizzato che per decenni indicava la presenza della più straordinaria ed atipica "fabbrica" di Livorno, quella Cosmos dei mezzi d'assalto subacquei inventata con ottimi risultati- anche economici- dall'ex Decima Mas ingegner Pucciarelli. Della gente in tuta blu - sui Midjet e sui Chariots erano arrivati a lavorarci più di cinquanta specialisti- s'è persa ufficialmente ogni traccia, anche se ogni tanto una Gola profonda del sindacato si fa sentire sulle cronache locali. Gli orfani della Cosmos, proprio perchè fabbricavano piccoli sottomarini e mezzi d'assalto, quindi "robaccia" secondo l'etica pelosa delle sinistre locali, non hanno diritti, tanromeno quello di portar a casa pane e companatico per la famiglia. La stessa etica pelosa ovviamente non contesta chi, sul porto, carica e scarica casse d'armamenti e carrarmati, o ha fabbricato e continua a fabbricare in quel di Coteto i più micidiali siluri che la tecnologia mondiale abbia mai ideato: Si sa, pecunia non olet:, basta che sia politicamente corretta. Per loro, zitti e lavoro: per quelli della Cosmos, anche le paginate sui grandi media nazionali, in una roboante e diffamatoria spy story a puntate. Eppure gli orfani della Cosmos ci sono ancora, sopportano in silenzio e anche coloro che non sono stati in grado di aiutarsi da soli -e ce ne sono- andrebbero aiutati non solo con la carità di facciata del sindacalismo un tanto al chilo. Hanno lavorato per anni ed anni, alcuni per decenni, con la stessa dignità e lo stesso grado di innocenza di chi ha saldato bulloni al cantiere Orlando o costruito carburatori alla Spica. Non hanno venduto, loro, strumenti di morte: e se li hanno fabbricati, l'hanno fatto come chi costruisce lattine di birra o barchette di vetroresina. Per fortuna però, buona parte di loro ha saputo mettere a profitto la specializzazione acquisita nel fare gli scafi dei Midjet e ha trovato altri lavori, a conferma che chi davvero è bravo difficilmente resta sul lastrico anche quando la fabbrichetta "salta". E specialmente non resta sul lastrico quando "salta" come la Cosmos, in un intreccio ancora tutto da chiarire, con accuse di trucchi contabili e scalate interne, falsi di bilancio e strane manie di dirigenti con la vocazione di usare il computer aziendale non solo per i conti in banca ma anche per i filmini non proprio edificanti, servizi segreti veri e servizi segreti fasulli, più ammiragli ingenui finiti nella pània e tycoon italo-argentini su cui scaricare accuse di ogni genere, compresa quella di aver fatto illeciti affari in quell'intricato big game internazionale dell'operazione "Oil for food" con l'Iraq di Saddam Hussein. In attesa che si pronuncino i tribunali- ammesso che si possa un giorno arrivare a un definitivo chiarimento per merito dei magistrati- cerco oggi di mettere insieme un pò di notizie raccolte dalle varie fonti nazionali e internazionali, prima di tutto per salvare almeno l'onore degli orfani traditi della Cosmos. Prima di tutto, le notizie su Giangrandi, il tycoon italo-argentino che è stato descritto come il Satana satrapesco dell'intera vicenda. Da quello che ho potuto leggere, Arturo Giangrandi non solo non è stato condannato per l'operazione "Oil for food" - come è avvenuto con grande scandalo per il figlio del segretario generale dell'ONU Kofi Annan a conclusione dei lavori della commissione Volcker- ma ha contribuito a fornire prove circostanziate sulle operazioni legittimamente svolte e su quali sono state, al di fuori dalla sua gestione, le vere devianze. Sarà che Giangrandi l'ho conosciuto di persona, e mi ha spiegato parecchie cose a quattr'occhi, dandomi l'impressione di non essere certo San Francesco ma nemmeno quel satrapo satanico che è stato descritto; sarà che ho conosciuto anche alcuni dei tecnici della Cosmos, gente di levatura internazionale nel proprio lavoro ma di tale ingenuità commerciale da rasentare l'assurdo; fatto è che pur con tutta la prudenza che deve guidare un cronista non certo di primo pelo, mi sentirei di mettere una mano sul fuoco sulla legittimità degli atti che conosco di Giangrandi & C. E di condanne, come ho detto, non ce ne sono state: nè in America, dove il nostro continua tranquillamente a lavorare con una delle imprese più importanti nel settore del movimento terra, nè in Europa e in Medio Oriente, dove di "Oil for food" si è occupato con cospicui, ma a quanto pare più che leciti guadagni, visto che l'operazione (per quanto deviata in alcuni suoi settori) era ed è rimasta fino alla fine un'operazione lecita. Di Giangrandi posso dire anche di più: che viene spesso a Livorno, dove possiede un delizioso appartamento in Venezia cher gli viene regolarmente messo a soqquadro dalle due figlie, entrambe da sempre in Italia. Nessun tribunale gliel'ha sequestrato, eppure è proprietà nota e registrata. Se può valere qualcosa... Tra gli orfani traditi della Cosmos, ci sono anche i più bravi, che hanno dovuto abbandonare i sottomarini e i Charfots- ossia lo sviluppo dei famosi "maiali" della X Mas- ma hanno fatto tesoro delle poroprie tecnologie e oggi lavorano, faticosamente ma con crescenti soddisfazioni-nel settore delle camere iperbariche sia civili che militari. Non faccio nomi, perchè non gradiscono ed ho preso precisi impegni malgrado non ci sia niente da nascondere: ma nella Dres Galeazzi, che opera in un modesto magazzino in affitto nella zona industriale del Picchianti, lo spirito e le capacità degli orfani della Cosmos hanno trovato modo di essere proficuamente impegnati. Uno di loro mi ha spiegato che in sostanza la tecnologia dei sottomarini e delle camere iperbariche ha parecchi punti in comune, primo di tutti la resistenza alla pressione -negli uni esterna, nelle altre interna- che si determina nell'utilizzo. Così la Dres Galeazzi sta lentamente recuperando quote di mercato e prestigio- subì l'impatto mediatico immeritato ma devastante della tragedia ospedaliera con numerosi morti quando in un gruppo di pazienti dentro una camera uno accese sconsideratamente un accendido in ambiente saturto di ossigeno- rilanciando le capacità tecniche dei bravi ex-Cosmos sia in Europa che altrove. Personalmente mi auguro anche che, camere iperbariche a parte, il patrimonio tecnologico più specifico della Cosmos nella progettazione e costruzione dei piccoli sottomarini non vada disperso. Non è detto che i mezzi subacquei di quel tipo debbano essere solo strumenti bellici: oggi la Scienza, l'Ambiente, la Ricerca subacquea dei giacimenti di petrolio o di gas eccetera, hanno bisogno di mezzi sofisticati e sicuri per scendere nelle profondità marine. Chi possiede capacità progettuali e tecnologie costruttive in questo campo vale molto; e in un paese come il nostro dove sembra si sia perduta ogni possibilità di mantenere picchi d'eccellenza imprenditoriale, bisognerebbe potergli fare ponti d'oro invece che nasconderli nei buchi neri della cattiva coscienza pubblica.

     

    Il "Midget", celebre minisommergibile della Cosmos

     

    Ultima modifica 03-11-2005 11:52 scaduto

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

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  8. Non so se sono ancora in tempo a dare questo suggerimento: in tal caso mi sembra che abbia fatto un bel quadro di completamento il suggerimento di Lugher, a questo aggiungerei anche dei camisacci e berretti da far provare ai giovani che si avvicinano allo stand.

    Sappiamo bene che il fascino della divisa ha il la sua percentuale, per loro vedersi con la bella divisa del marinaio (non quell'anonima Seb, che va bene per i sottufficiali anziani e ufficiali) sarebbe sicuramente una bella soddisfazione ed incentivo.

    Per quanto mi riguarda la mia passione è nata, oltre che per gli insegnamenti del mio babbo ex leone della Divisione San Marco, in particolare perchè ero attretto dal solino blù che spiccava sulla elegante e scanzonata divisa del marinaio.

  9. Hai centrato in pieno lo stato d'animo di questo personaggio: non c'era enfasi nel raccontare le sue vicende: il rischioche ha corso nel coinvolgere la sua famiglia nell'operazione villa Carmela, la tensione nell'aspettare il rientro degli operatori dalla missione.

    Del presente era particolarmente amareggiato di non aver ricevuto una decorazione adeguata all'impegno che aveva profuso per la Patria.

    Sappiamo bene come vanno queste cose nell'Italia del dopoguerra, ogni commento è superfluo.

  10. Certe volte da un inconveniente automobilistico hai la possibilità di conoscere persone straordinarie.

    Era il 31 dicembre 1994 e mi stavo recando con la mia famiglia a Savona a trascorrere il capodanno da amici.

    Intorno a Genova nel punto più critico, pieno di gallerie e senza corsia di emergenza, e traffico intensissimo, erano le 1900 circa, la mia auto palesava problemi di centralina con spegnimento del motore per lunghi interminabili secondi, mettendo in serio rischio di incolumità noi e gli altri automobilisti.

    Quindi arrivato alla benemeglio all'uscita di Pegli, mi fiondo fuori dall'autostrada, almeno se l'auto si ferma non corro il rischio di essere investito.

    Ovviamente il problema si ripresenta sempre più grave, tanto da farmi decidere di accostare quando mi trovo sull'Aurelia per fare il punto della situazione.

    Scendo e apro il cofano motore tanto per dare un occhiata senza speranza, intanto è iniziato anche a piovere intensamente.

    In quel momento mi si affianca un auto e abbassando il finestrino un signore di una certa età distinto, mi dice che se voglio mi ospita volentieri nella sua autorimessa.

    Rimango un attimo a riflettere, e lui di rimando "Guardi che è gratis, la ospito volentieri".

    Forse da buon genovese aveva pensato che mi fossi attardato nella risposta per paura di farmi "spennare".

    Scendo in folle con l'ausilio del freno di stazionamento nel garage, che era un autorimessa e noleggio auto, del signore che gentilmente mi offre anche il telefono per avvisare il mio amico savonese.

    Mentre siamo in attesa del mio recuperatore, parlando del guasto alla mia auto, vede la vetrofania delle repubbliche marinare e corona turrita sul lunotto della mia Alfa 90, mi chiede se sono della Marina.

    Orgogliosamente come sempre faccio notare che essendo in congedo sono iscritto all'ANMI e quello è il nostro simbolo.

    A quel punto il signore mi dice "Anch'io ho appartenuto alla Regia Marina, ma da civile: infatti collaboravo con la Decima Mas."

    A quelle parole nella mia teste fu come se esplodesse qualche cosa, mi feci davanti al signore e con fare indagatorio chiesi "Come nella Decima? Ma come si chiama Lei."

    Tranquillamente mi rispose "Sono l'ignegner Antonio Ramognino:"

    Da quel momento per me niente aveva più valore e interesse, iniziammo a parlare di interssi comuni: Villa Carmela, i gamma, il siluro da lui progettato e altro.

    A niente valevano i richiami dei miei e del mio amico oramai giunto da tempo a prendermi.

    A fatica e malincuore lasciai l'Ingegner Ramognino, contento come mai di aver avuto il guasto alla macchina, altrimenti chissà se avrei avuto occasione di conoscere questa persona che ha fatto una bella fetta di storia dei nostri mezzi d'assalto.

  11. Anche a Cecina in provincia di Livorno alcuni anni fa degli appassionati costruirono un minisom monoposto.

    Ma furono seriamente diffidati dalle autorità della locale delegazione di spiaggia ad entrare in acqua.

    Tutt'ora lo si può ammirare a secco all'ingresso del porticciolo turistico di quella località. Devo ricercare una foto che gli ho fatto e poi la invio.

  12. Frugando nella mia memoria ricordo che era molto alto sull'acqua, quindi privo di molte apparecchiature di bordo. Come ho gia  detto era completamente coperto di ruggine e la lunghezza forse si aggirava sui 40-50 metri. Sicuramente non copriva tutta la superficie dell'edificio a cui era affiancato e che tutt'oggi esiste.

    Purtroppo non riesco a ricordare altro: a tutti quelli che chiedo nessuno è in grado di darmi la pur minima informazione.

  13. Chiedo un aiuto a tutti voi.

    Nel 1975 quando ero inservizio nella Marina, mi ricordo di aver visto piu volte all'interno delle vasche San Vito nell'arsenale di la spezia, lo scafo completamente arrugginito di un battello ridossato ad un edificio senza accesso da terra.

    Purtroppo quando si è giovani spesso non siamo previdenti e non ho mai avuto l'occasione di fotografarlo. Ora a distanza di anni mi logoro non riuscendo a capire di che sommergibile si sia trattato, ho chiesto in vari sedi di questo quesito (ANMI, AIDMEN, Sommergibili ecc.) ma nessuno mi ha mai dato risposte in merito.

    C'è qualc'uno tra noi che è a conoscenza di questo fatto?

    Graize e apresto.

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