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danilo43

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  1. danilo43

    Quiz Foto: Le Altre Forze Armate

    Dovrebbe trattarsi della comune carabina Mauser 98 k 7,92x 57 EDIT l'avevo fatta troppo facile non considerando che l'arma è dotata di caricatore ...dovrebbe trattarsi invece del fucile Schmidt Rubin mod.1889 http://www.exordinanza.net/schede/SR1889.htm
  2. danilo43

    Quizz Foto: Unità Militari

    Hai ragione, io lo conoscevo sotto l'aspetto dell'ultimo refitting. E' l'ex yacht Eros, successivamente Marine Nationale A.D. 227 - A.D.196 e scorta convogli P.140, ribattezzato Incomprise, ceduto alla Kriegsmarine dal governo di Vichy e trasformato radicalmente diventa UJ 2216. Lo ho trovato qualche giorno fa per risolvere l'ultimo quiz, ravanando tra i relitti del Mar Ligure, dove affondò praticamente davanti alla tua ex abitazione. L'aspetto al quale mi riferivo è questo, dal sito del nostro Marpola. http://www.marpola.it/racconti di immersioni/Relitto del KT di Sestri Levante/Immersione sul KT 2015.htm
  3. danilo43

    Quizz Foto: Unità Militari

    Perlomeno nella versione qui presentata, direi proprio di no !
  4. danilo43

    Quiz: Indovina Il Luogo

    Siamo in prossimità dell'ansa di un corso d'acqua, struttura a 5 alveoli. Oggi l'ambiente è totalmente stravolto, ma potrebbe essere il Dora I a Trondheim.
  5. danilo43

    Quiz: Indovina Il Luogo

    Escluderei la Francia o sbaglio ?
  6. danilo43

    Quizz Foto: Unità Militari

    OK, il timone era comunque tuo ma, così, la risposta è più corretta !
  7. danilo43

    Quiz: Indovina Il Relitto

    Grazie Moreno, effettivamente non è stato facile rintracciarlo. Ora un'altra prua in fondali molto più modesti. Così si presenta oggi. Ma quando lo trovai, una quarantina di anni fa, il relitto era ancora vergine (con la campana in bella vista ) e l'alto fumaiolo svettava integro sullo scafo, tanto da poterlo penetrare !
  8. danilo43

    Quizz Foto: Unità Militari

    E' esatto, ma come si chiamava nel periodo che correttamente hai individuato ?
  9. danilo43

    Quiz: Indovina Il Relitto

    Avrei un paio di candidati. Non mi quadra del tutto la profondità ma la prua potrebbe essere quella del p.fo Ischia a Punta Chiappa.
  10. danilo43

    Quiz: Indovina Il Relitto

    Mar Ligure?
  11. danilo43

    Quiz: Indovina Il Relitto

    Vuoi dire che la parte più alta del relitto si trova a quota -87 oppure ti riferisci alla profondità del fondale ?
  12. danilo43

    Quiz: Indovina Il Personaggio

    Un Umberto Nobile insolitamente baffuto . A che anni risale la foto?
  13. danilo43

    Quizz Foto: Unità Militari

    Era già stato detto : appartenente a un Paese europeo...
  14. danilo43

    Quizz Foto: Unità Militari

    Non mi risulta che abbia mai portato questo nome.
  15. danilo43

    Quiz: Indovina Il Relitto

    Mercantile o militare?
  16. danilo43

    Quizz Foto: Unità Militari

    Non Royal Navy, ma ea iscritta nei ruoli della marina mercantile britannica prima di essere ceduta e inquadrata nella Marina militare di un altro Paese.
  17. Facendo seguito all'articolo sul relitto di Punta Salvore, precedentemente postato nella sezione "Le Navi", spero susciti il vostro interesse anche questo mio dettagliato resoconto di un naufragio occorso in Adriatico nei primi anni dell'ottocento http://www.italianshiplover.it/storia/la-busa-del-bastimento-un-toponimo-derivato-da-un-naufragio/
  18. Ritenendo doveroso farlo conoscere agli amici della nostra Base, a seguire, riporto il solo testo di un mio recentissimo articolo. Per poterlo visionare integralmente, completo di iconografia e video, vi rimando al sito http://www.italianshiplover.it/storia/finalmente-identificato-il-relitto-di-punta-salvore/ dove è stato pubblicato in anteprima. Nel novembre 2020, tramite l'associazione AIDMEN (1) - di cui ero, all'epoca, socio - venni contattato da un archeologo e ricercatore subacqueo sloveno di Capodistria: il dr. Danijel Germek, interessato ad avere un mio parere sulla possibile identità di un relitto che presumeva correttamente, come si scoprirà inseguito, essere di origine italiana. Il dr. Germek è un profondo conoscitore dei fondali e relitti che si trovano sul versante orientale dell'Adriatico, e al contempo, nella sua veste di studioso di storia militare, un vero "topo di biblioteca", assiduo frequentatore di archivi croati e sloveni, tali ultimi fonti inimmaginabili di documenti inediti riguardanti la Regia Marina, introvabili anche negli archivi dell'USMM. Da allora abbiamo instaurato un nutrito scambio di corrispondenza e una proficua condivisione di dati che ci ha portato, non senza difficoltà, ad identificare l'unità in questione Si tratta di un rimorchiatore armato, della lunghezza di circa 25 m, affondato al largo di Punta Salvore, conosciuto localmente con il nome fittizio di "Adriana". Il relitto, più volte ispezionato da Germek, presenta in coperta munizionamento tedesco Flak 20 mm, facilmente riconoscibile e bossoli in alluminio del non comune calibro 26,5 x134 mm, sia esplosi che integri, che il comandante Stecol dell'associazione Betasom, esperto del settore e membro del CESIM, sito specifico per lo studio delle munizioni, mi ha confermato essere cartucce per pistole lanciarazzi Leuchtpistole LP 42 o LP 34, normalmente impiegate per richiesta di soccorso. Questo munizionamento mi ha inizialmente spinto a credere che potesse effettivamente trattarsi di un mezzo italiano requisito e, nello specifico, del nostro rimorchiatore per uso locale N.90, ex austroungarico T 106, costruzione n° 688 dello Stabilimento Tecnico Triestino - Cantiere San Marco, del 1918, dichiarato perduto proprio in quelle acque e motorizzato con una macchina alternativa da 400 c.a. (2) Malgrado Danijel avesse notato al suo interno la presenza di un motore diesel, visibile distintamente in due bellissimi video da lui pubblicati in rete (3), ritenevo che si potesse trattare di un gruppo elettrogeno ausiliario, imbarcato, a posteriori, sul N. 90, per supplire al fabbisogno di energia elettrica di bordo, qualora l'unità non si trovasse in navigazione, come alternativa a quella generata da una dinamo asse o da una calderina. Non avendomi però del tutto convinto questa prima identificazione al contempo presi in considerazione anche un altro rimorchiatore, il Romital, impostato nel 1940 per la Società Romital di Bucarest nel cantiere Felszegy, di Trieste-Muggia, requisito all'inizio della guerra, mentre si trovava ancora in fase di allestimento, e varato nel 1944, sotto amministrazione e bandiera tedesca. Non essendo ancora chiare dalle immagini che mi erano state fornite le linee dello scafo e pensando a quelle di un classico rimorchiatore dell'epoca, inizialmente esclusi la possibilità che si potesse trattare di questo mezzo - propulso di due motori diesel Sulzer da 240 hp cadauno - sia per l'aspetto della poppa, di forma squadrata, sia per le diverse circostanze e per il luogo di affondamento (4). Secondo alcune fonti il Romital, dopo essere stato requisito durante l'occupazione tedesca e assegnato all'Armatore Deutsche Mittelmeer Reederei di Amburgo, il 20 dicembre 1944 venne attaccato in Adriatico, a Punta Salvore, da aerei nemici e fatto incagliare per evitarne l'affondamento e quindi distrutto, il giorno seguente, da caccia-bombardieri inglesi. Quando, recentemente, Danijel mi ha inviato un'immagine del relitto realizzata con il suo side scan sonar ho tuttavia avuto la certezza che il relitto di Punta Salvore non potesse essere quello del rimorchiatore N. 90 il quale presentava una classica poppa tondeggiante. La poppa, inequivocabilmente, quadra del relitto scansionato mi ha fatto quindi riprendere in considerazione il Romital. Analizzando nuovamente e con maggiore attenzione i due video realizzati da Danijel, esaminando la documentazione, tedesca e britannica, rintracciata - in parte da Danijel negli archivi di Washington (MOK Italien - Triest), Londra (RAF Operations Record Books) e in parte da me presso gli archivi tedeschi (KTB Adria) - siamo quindi giunti alla conclusione che gli elementi disponibili consentono di giungere ad un'identificazione certa del relitto ed una più puntuale ricostruzione degli accadimenti che hanno contrassegnato le ultime ore di vita del Romital. Il Kriegstagebuch (KTB) n. 0569 Kriegstrasporten Italien - Haupstelle Triest riporta in data 21.12.1944 una versione alquanto diversa da quella comunemente nota che ritengo, vista l'autorevolezza della fonte, la più aderente alla realtà dei fatti, e che qui di seguito propongo tradotta in italiano: "La notte tra il 20 e il 21.12.[1944 n.d.r.], il rimorchiatore Romital in rotta da Cittanova a Trieste è alla deriva per un'avaria alle macchine. Verso l'alba incappa nel banco di mine all'altezza di Salvore. Alle 1100 l'equipaggio, tramite un imbarcazione della locale Capitaneria di Porto, viene sbarcato a Pirano. Segue alle 1330 un attacco di quattro cacciabombardieri che affondano il rimorchiatore. Per iniziativa del locale comando navale viene messo a disposizione per le operazioni di soccorso il rimorchiatore Bravo III, giunto nel porto di Salvore. Il rimorchiatore Chirone della ditta Tripcovich che era stato incaricato dal Comando Trasporti Marittimi per effettuare le operazioni di soccorso e salvataggio, a causa del maltempo e del forte vento di bora, non fu in grado di arrivare in tempo per condurre tali operazioni". Il possibile malinteso circa le modalità dell'affondamento del Romital può avere tratto origine dal fatto che, stando a quanto riportato nel KTB tedesco n. 0545 del 30.9.44, il rimorchiatore venne danneggiato, in quella data, da un attacco aereo, e quindi fatto arenare in costa presso Cittanova per evitarne l'affondamento; ma si tratta di due eventi diversi. Il rimorchiatore verrà infatti prontamente ripristinato ed affonderà, come indicato, qualche mese dopo, pochi giorni prima del Natale 1944. Da una più accurata analisi dei filmati ho rilevato che i motori sono due, sicuramente Sulzer 6 cilindri in linea, gli stessi installati sul Romital, ma di minor potenza (270 hp) e dimensioni, ma della stessa geometria rispetto a quello maggiore e più recente da 600 hp della foto allegata. Da notare che questo motore presenta due filtri (nafta o olio?) anziché uno solo, ma sostanzialmente identici a quello singolo ripreso nel video. Allego gli screenshot delle due macchine dove si possono notare gli iniettori e le valvole di spurgo sulla testata, anch'esse dello stesso aspetto di quelle dei motore costruito dalla Fabbrica Macchine Sant'Andrea di Trieste su licenza Sulzer e installato dal cantiere Felszegy nelle M/n Otranto e Brio nel 1952. Nel fermo immagine di seguito riportato si nota un fumaiolo troncato alla base, di forma ovoidale, linea più moderna rispetto a quella classica cilindrica che connotava gli apparati a vapore alimentati da caldaie. Al suo interno sono visibili due tubi di scarico maggiori, quelli delle macchine principali, più altri di minor dimensione, probabilmente degli ausiliari. La cala indicata come carbonile nel secondo video di Danijel, pubblicato qui sotto, ovviamente non lo è, dato il diverso tipo di combustibile impiegato. La stessa cala è però rilevabile anche nelle poche immagini conosciute del Romital che purtroppo lo ritraggono ancora in fase di allestimento, privo delle sovrastrutture ciò rendendo impossibile altri confronti che, tuttavia, possiamo ritenere ormai non più indispensabili per il riconoscimento del relitto, stante la coincidenza delle linee dello scafo e le certezze acquisite con riferimento agli apparati di propulsione imbarcati. Alla luce di quanto sopra si può quindi ritenere finalmente risolto, grazie alla sinergia di appassionati Ship Lovers, un altro, piccolo, "mistero" che assillava da tempo gli amici e i colleghi che abitano sull'altra sponda del nostro Adriatico. Per una miglior comprensione di quanto ho succintamente esposto vi invito a visionare lo splendido video, che si aggiunge a quello già segnalato, che Danijel Germek ha realizzato il 24 marzo 2022 in condizioni eccezionali di visibilità. Con grande soddisfazione il 28 marzo 2022, alle ore 11.57 ho quindi ricevuto dal Dr. Germek il seguente messaggio: [A seguito tua comunicazione ...] Non ho dormito stanotte. Partiti in mare con la nebbia. Rientrati con lo scirocco. Freddo cane, però con l'animo allegro ed il cuore colmo di gioia. Relitto: larghezza 6 m, lunghezza oltre 26 m. Lamiere saldate. Confermo il Romital Gli Inglesi hanno scritto bene il loro rapporto! Danijel Danilo Pellegrini Note: (1) Associazione Italiana di Documentazione Marittima e Navale. (2) Navi militati perdute, USMM, Roma, 1965, pag. 152 da cui si evince che "il rimorchiatore N 90, fra l'11 e il 16 settembre, non è noto se a Pola od a Fiume fu catturato dai tedeschi in circostanze non note. Risulta affondato a Capo Salvore per urto contro una mina nel febbraio 1944". Il rimorchiatore N. 90 altri non era che l'ex rimorchiatore austroungarico T 106, costruito a Trieste dallo Stabilimento Tecnico Triestino-Cantiere San Marco. (3) cfr https://www.youtube.com/watch?v=e4VigSxnEdM e https://www.youtube.com/watch?v=KWJryTYzE8E (4) Tra i vari siti che riportano la medesima versione circa la perdita del Romital cfr. http://www.carbonaio.it/cantiere navale felszegi di muggia - trieste.htm e https://www.naviearmatori.net. (5) Crediti immagine di copertina: cantiere Felszegy-Muggia.
  19. danilo43

    Quizz Foto: Unità Militari

    Europeo, successivo all'Elettra, costruito anch'esso in un cantiere scozzese.
  20. Un nome, a me sconosciuto, finito come tanti nell'oblio della Storia. "Il filibustiere del Carnaro”: biografia del marinaio Gino Pontipò, co-inventore dei MAS https://www.liberoquotidiano.it/articolo_blog/blog/andrea-cionci/31043412/-il-filibustiere-del-carnaro-prima-biografia-sul-marinaio-gino-pontipo-coinventore-dei-mas.html "Beato quel paese che non ha bisogno di eroi". Difficile trovare una frase storica più stupida di quella di Brecht, dato che gli eroi stanno al culto della Patria come i santi alla religione: sono d egli esempi, dei modelli realmente vissuti da seguire e da cui trarre ispirazione. Quelle vite particolari, estreme, a volte, che ci dicono: "è possibile essere così, potete farlo anche voi". Salutiamo quindi con favore una biografia interessante, quella di Marco Montipò, saggista di storia locale che ha scritto il libro "Gino Montipò Il filibustiere del Carnaro" già presentato al Vittoriale di d'Annunzio. L'autore, incuriosito per l'omonimia, ha ricostruito la storia di questo grande marinaio che purtroppo, per troppo tempo, è rimasto nel dimenticatoio. Classe 1879 e originario di Sassuolo (MO), allo scoppio della Grande Guerra era un marinaio di professione che, già reduce della Campagna di Libia 1911-1912, nel 1916 venne prescelto per prendere parte a un progetto leggendario: lo sviluppo dei MAS . Il marinaio modenese non solo fu tra i fautori di queste unità navali da guerra, ma fu proprio lui a fornire l'idea di munire i MAS di congegni lanciasiluri trasformandoli, in questo modo, in imbarcazioni per incursioni. Nel febbraio del 1916, infatti, mentre collaudava a Brindisi queste nuove unità navali, Montipò espose agli alti comandi le proprie considerazioni facendo notare quello che doveva essere modificato. Gli armamenti, secondo Montipò, erano la parte carente dei MAS e lanciò quindi l'idea di munirli di congegni lanciasiluri:"Navigavano bene, la velocità era buona, anche l'autonomia era rilevante, di circa otto ore, ma l'armamento appariva insufficiente: un cannoncino, posto lassù sulla copertura della prua, su quei gusci instabili, non dava certo affidamento e non poteva essere preciso". Ne fu interessato il comando in capo e fu approvato la proposta di Montipò di munire i MAS di congegni lanciasiluri, fissati ai bordi ”. Dopo questa sostanziale modifica, i MAS vennero impiegati nelle incursioni nei porti nemici divenendo il terrore dell'Impero asburgico. Montipò , nel giugno del 1916, salpò con i Mas da Brindisi in direzione di Durazzo. La prima azione di questi “arditi del mare” fu eccezionale e si concluse con l'a fondamento delle navi nemiche. Già da quell'impresa emerse il coraggio e il valore del marinaio modenese che, non solo venne decorato con una medaglia al Valor militare, ma finì citato nel rapporto redatto dal comandante della spedizione, tenente di vascello Alfredo Barardinelli. Si legge: “La condotta degli equipaggi, che già nelle due azioni precedenti avevano dato prova di abilità e calma non comune, è stata questa volta superiore ad ogni elogio. I sottufficiali, comandanti, specialmente il capo timoniere di 1ª classe Montipò Gino, hanno coadiuvato i tenenti di vascello con grande freddezza e perizia”. Montipò, quindi, fu l'ideatore, il collaudatore, colui che diede il battesimo del fuoco ai MAS , trasportò Rosselli e Paolucci per l'affondamento della Viribus Unitis. Venne così considerato “il primo comandante dei MAS” e il suo legame con queste unità, infatti, fu profondo e costellato di primati. Dopo il conflitto, nonostante la strada spianata per una brillante carriera militare, volle essere congedato perché sosteneva: “La guerra era finita e non me la sentivo più di fare il crocierista ”. La vita del marinaio, infatti, lo costringeva a stare per mare tantissimo tempo. Solo pochi anni prima, infatti, rimasero lontano dalla terraferma ben due anni. Imbarcato sulla Regia Nave Varese, sotto il comando del Duca degli Abruzzi, in quell'occasione prese parte agli esperimenti di Guglielmo Marconi in cui si distinse per competenza. Il Duca degli Abruzzi, nel momento di congedarlo scrisse: “Ha disimpegnato per 2 anni continui il servizio alla stazione RT tipo Marconi con zelo e intelligenza sia come maneggio degli apparati che come ricezione al rivelatore anche con sovrapposizioni di trasmissioni”. In quel viaggio marinaresco la Regia Nave Varese venne inviata anche negli Stati Uniti durante l'esposizione in Virginia, prima colonia americana, che festeggiava i suoi 300 anni. I marinai italiani, tra cui Montipò, presero parte a diverse regate internazionali dove si affrontavano le marine degli altri paesi. Anche in quel caso, la Regia Nave Varese vinse queste gare sportive raccogliendo i complimenti del Ministro della Marina italiano Carlo Mirabello: “Ho preso conoscenza con viva soddisfazione dei particolari relativi alla vittoria brillante riportata dalla Varese nelle regate corse ad Hampton Roads” . Da civile si dedicò fin da subito alla costituzione delle associazioni reducistiche come quella degli ex-combattenti di Modena, fondata nel gennaio del 1919, e quella dei marinai, fondata il giorno di Santa Barbara del 1921. Dal 1922 al 1947, Montipò ricoprì la carica di Comandante dei Vigili Urbani di Modena e anche in questa qualità si fece apprezzare tant'è che ricevette encomi solenni e fu trattenuto in servizio anche quando ebbe raggiunto l'età massima di servizio perché, a detta del Sindaco di Modena, nel 1945, a guerra appena conclusa, Montipò "era insostituibile". Anche in questo caso Montipò rappresenta una rarità: è difficile trovare Eroi della Prima e della Seconda Guerra Mondiale che, esaltati durante il Regime Fascista, in epoca repubblicana trovarono nuovi così tanta riconoscenza e ammirazione dai Amministratori che, nel caso di Modena, provenienti dalle file comunista partigiano. Montipò prese parte, infatti, anche alla Seconda guerra mondiale e, per quanto non più giovane, non volle rimanere seduto in un ufficio o nelle retrovie, bensì al comando di MAS, un caso più unico che raro. Egli, infatti, risulta l'unico marinaio che prese parte ad entrambi i conflitti al Comando di un MAS. Gli venne affidato il comando del MAS 519 che faceva parte della X° squadra inquadrato nella II° Flottiglia MAS. Per un periodo comandò anche l'intera squadriglia. Anche in quel conflitto, nonostante l'età, riuscì a farsi valere e venne nuovamente decorato con una croce di guerra al valore con la seguente motivazione:"Comandante di MAS e per breve tempo Comandante di squadriglia MAS, nel 1° e 2° anno del443 1940- partecipava a numerose missioni di guerra e scorte a convogli in acque ins ogniate dall'avversario. In circostanza dava prova di coraggio, abnegazione ed elevato senso del dovere Mediterraneo 6/10/1940 - 6/9/1942”. Una vita eccezionale che attraversò, da protagonista, i due eventi bellici più significativi del XX° secolo.
  21. danilo43

    Quizz Foto: Unità Militari

    L'avvistamento della "proboscide" a prua è stato determinante ... Ora uno splendido yacht che all'epoca della foto batteva bandiera militare.
  22. danilo43

    Quizz Foto: Unità Militari

    Cercavo fra i posareti ma in realtà è una nave posacavi Bullfinch class. Dal mio testo di riferimento pare il Bullhead.
  23. danilo43

    Quizz Foto: Unità Militari

    Non ti sbagli, è proprio il Regele Ferdinand, varato nel 1928 dai Cantieri Pattison a Napoli per la Marina romena. Catturato dai russi nel settembre 1944 e inquadrato nella flotta del Mar Nero. Radiato dal naviglio dell'URSS nel 1951 e restituito alla Romania dove venne demolito.
  24. danilo43

    Quizz Foto: Unità Militari

    Che sia facile non discuto .... mi pare però che non mi siano scappati contrassegni utili all'identificazione , anzi direi ...
  25. danilo43

    Quizz Foto: Unità Militari

    Per l'esattezza sono da escludere le sisterships in quanto in quel periodo Aiax era l'unica unità di classe a trovarsi in Egeo. Ecco il prossimo:
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