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Corto Maltese

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Risposte pubblicato da Corto Maltese

  1. A mio avviso questa è forse l'ultima occasione per affrontare i molti problemi irrisolti del forum e della neonata "associazione". Ciò potrà chiaramente avvenire a condizione che vi sia una reale e costruttiva disponibilità, da parte del Direttivo, a superare, con il contributo di tutti gli utenti e degli associati, le criticità riscontrate. I miei personali precedenti non inducono all'ottimismo ma sarei ben felice di ricredermi.

  2. Io possiedo tutta la serie dei sommergibili che è appunto la mia specializzazione: se non ricordo male dovrebbero essere una decina. Tra parentesi devono essere state pubblicate almeno due serie di queste cartoline poichè alcune recano l'ancora bianca all'interno mentre in altre è colorato di giallo. :wink:

     

    Stefano sono sicuramente di più: posseggo alcune cartoline della serie e 15 ritraggono battelli :wink: .

  3. Ma Nicola! tu sei quasi nella mia squadra, ce fai, tifi contro?!

     

    Mio buon Lefa conosci la mia classe di appartenenza quindi sai che gli "anta" oramai mi fanno l'occhiolino (circostanza che non posso dimenticare). Oltre ad una questione anagrafica però il secondo, insuperabile, problema che mi impedisce di aderire alla tua posizione è che la censura formulata presta il fianco ad una osservazione tranchant ben sintetizzabile nella seguente domanda retorica: chi ci obbliga a seguire discussioni che riteniamo noiose? Nessuno risponderebbe il nostro Odisseo :laugh: . Anch'io comunque manifesto il mio vivo apprezzamento per lo sprezzo del pericolo che hai dimostrato cantando fuori dal coro. Un abbraccio :wink:.

  4. Nel 1927 l’USRM diede alle stampe una interessante monografia dal titolo “Il contributo dato dalla R. Marina allo sviluppo della radiotelegrafia”. Curata dall’Amm. Ernesto Simion l’opera, pur perseguendo finalità propagandistiche oltre a quelle storico/divulgative, risulta molto interessante ricostruendo gli stretti rapporti che legarono l’inventore italiano alla Regia Marina. Nella seconda immagine che hai postato, presente anche sul volume citato, Marconi si trova a bordo del Rimorchiatore R8.

     

     

    2vki13q.jpg

     

     

    Allego, a beneficio degli amanti dell’Africa subsahariana, una pianta del 1908 documentante la portata delle stazioni RT della Regia Marina presenti in Somalia:

     

     

    2q9dzwi.jpg

  5. Mi complimento, innanzitutto, con Marcello per l'esaustiva e interessante recensione.

     

    Da parte mia, alcune considerazioni "fotografiche", già evidenziate - in parte - dalla recensione cui fa riferimento Marcello pubblicata sul numero di aprile 2012 di "Storia militare".

     

    Ferma restando la buona (e in taluni casi ottima) qualità delle riproduzioni fotografiche, è necessario evidenziare le notevoli scorrettezze e maleducazioni poste in essere dall'autore del volume in relazione all'apparato iconografico.

    Nella stragrande maggioranza dei casi, le illustrazioni sono state scannerizzate da opere originariamente pubblicate in Italia, con particolare riferimento a In guerra sul mare e a Le navi da battaglia classe "Littorio" 1937-1948, entrambe dell'Editore Albertelli e dovute al notissimo com.te Erminio Bagnasco (a "quattro mani" con A. De Toro per il volume sui "Littorio"); ulteriori fotografie rivengono da un altro conosciuto volume della medesima serie dell'Editore Albertelli (La mimetizzazione delle navi italiane 1940-1945).

    Il problema è che per nessuna di queste fotografie è stata citata la fonte (volume e/o collezione di provenienza), non tanto in violazione di un eventuale diritto di copyright, quanto a detrimento di una correttezza, di una signorilità e - last but not least - di una "professionalità" che dovrebbero contraddistinguere gli autori di questo e di altri settori dell'ambito storico-navale: i possessori delle foto (e l'editore originario) sarebbero stati solo ben lieti che la fonte originaria venisse citata... nessuno ha mai realizzato guadagni miliardari da queste operazioni quando, anzi, la corretta citazione delle fonti va solamente a vantaggio della qualità documentale di un volume che fa della componente iconografica uno dei suoi aspetti preminenti e fondamentali.

    La "fonte" primaria citata dall'autore è invece - nientepopodimenoche - il "Naval History and Heritage Command" dell'U.S. Navy (ossia l'equivalente statunitense dell'Ufficio Storico della M.M.) e, visti i più che positivi rapporti da tempo intrattenuti con quell'ente dell'U.S. Navy, ci siamo presi il tempo di contattare direttamente la Marina degli Stati Uniti chiedendo se mai disponessero di quelle immagini.

    La risposta è stata ovviamente negativa e - anzi - visto che l'autore (americano) di Regia Marina Roma ha "indebitamente" utilizzato il credito del "Naval History and Heritage Command", quest'ultimo si è riservato la possibilità di agire in sede legale contro l'autore, per quello che - in poche parole - è un "millantato credito" posto in essere, tanto più, a copertura di una violazione del diritto di copyright nei confronti di un altro editore.

    A ciò si aggiunga (ed è stato con certezza appurato anche questo) che una quindicina di foto di Regia Marina Roma non scannerizzate dai volumi sopra citati, rivengono dalla collezione di un noto - e molto anziano - collezionista italiano, il cui credito l'autore americano (e chi, dall'Italia, gli ha fornito tali immagini) ha evitato accuratamente di citare...

     

    Purtroppo, da alcuni anni una certa pubblicistica statunitense (non tutta: l'USNI, ad esempio se ne guarda bene) si diletta in questo genere di scorrettezze, realizzando con poca fatica e spesa opere soprattutto "iconografiche" che - nella loro versione originaria - hanno invece richiesto un grande lavoro di ricerca documentale e valutazione tecnico-storica da parte degli autori (solitamente europei).

    Senza contare, inoltre, l'instaurarsi di un modus operandi sicuramente scorretto, che depone soltanto a sfavore di chi così si comporta.

     

    Certo che, ovviamente, "copiare" è molto più facile che realizzare dal nulla qualcosa: evidentemente - da questo punto di vista - il Sig. Steve Wiper è molto più cinese che americano. :biggrin:

     

    Le stesse riflessioni potrebbero valere anche per il volume della Seaforth che hai recensito recentemente? Qualora mi confermassi la notizia eviterò di comprarlo (scelta già adottata per il volume qui recensito). Grazie.

     

    Analogamente valida la scelta delle fotografie, riprodotte nelle massime dimensioni rese possibili dalle peraltro non elevate misure del libro; a questo proposito appare curioso - soprattutto per le immagini di unità italiane, ma anche per numerose fotografie di navi di altre Marine - il "credito" che le attribuisce alla collezione di L. Van Ginderen quando, per contro, sono ben conosciuti il fotografo che le ha realizzate e la collezione o archivio di effettiva provenienza.

     

    EDIT: http://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=39299&st=0&p=404071&&do=findComment&comment=404071

  6. Sul sito dell'archivio fotografico dell'Istituto Luce, fra le 271 immagini associate alla Base Atlantica, ci sono queste dove si vede il monumento, alcune credo fossero state inserite da Nicola ma sono sparite:

     

    Purtroppo Imageshack ha cancellato molte delle immagini che avevo caricato in quanto eccedevano i limiti di spazio a mia disposizione...

  7. Bel libro, posseggo la prima edizione.

    Alla luce di nuovi fatti ed articoli scritti bisognerebbe, parlare un pò estesamenet delle nostre artiglierie che molto spesso vengono un pò bistrattate, specialmente i grossi calibri.

     

    Non ti nascondo Fassio che una approfondita monografia sui grossi calibri della Regia Marina non mi dispiacerebbe affatto. Anche perché a ben vedere non mancherebbero collegamenti con il Benaco (mi riferisco ai pezzi da 305 portati sul lago di Garda nel corso della Prima Guerra Mondiale).

     

    Ma Nicola, anche se con le artiglierie non eravamo proprio all'avanguardia (i 203, i 152 e i 120 a culla unica, i 100/47 Skoda del 1907 e via enumerando), compensavamo con il radar, la telemetria per la direzione del tiro, gli ecogoniometri o sonar, la tenuta del mare (seaworthiness), ....

     

    :laugh: :laugh: . Questo però mi spinge a pensare che "mancò la pecunia non il valore": per uscire in mare con simili "articoli" ci vuole del coraggio :Italy:

  8. 2j4eyki.jpg

     

    Titolo: Le Armi delle Navi Italiane nella Seconda Guerra Mondiale

    Autore: E. Bagnasco

    Editore: Ermanno Albertelli Editore Parma

    Anno: Prima edizione 1978; Ristampe 2003 e 2007

    Prezzo: € 20

    Reperibilità: Facile

    pagine: 200

    formato: 24 x 17,50

     

     

    Con l’opera in oggetto il Comandante Bagnasco contribuisce a colmare una lacuna della pubblicistica navale italiana che, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, non ha certamente subito il fascino di questo argomento, forse anche in ragione del fatto che la documentazione tecnica necessaria per la compilazione di simili volumi, in quanto originariamente classificata, risulta di non semplice reperibilità per la consultazione e lo studio. Pertanto chi non avesse la fortuna di possedere, nella propria raccolta privata, manuali specifici in argomento troverà, in questa agile monografia, un importante punto di riferimento accompagnato, come di consueto, dalle ottime immagini appartenenti alla collezione dell’Autore (il quale spero prenda in considerazione la possibilità di realizzare una nuova pubblicazione dedicata alle armi delle navi italiane nella Prima Guerra Mondiale*).

     

     

    *Francesco non ti consento di fare battute sul fatto che in molti casi non si noterebbe la differenza :laugh:

     

    Errata Corrige: Devo segnalare a pag. 114 un errore laddove l’A. riferisce che nel 1940 la Regia Marina avrebbe posato 25.839 mine mentre ufficialmente l’USMM dichiara che “fino a tutto gennaio 1941 ne erano state posate circa 17.000” (fonte USMM, “La Guerra di Mine”, Roma 1988, pag. 54).

  9. - autore/i: Erminio Bagnasco

     

    - titolo completo: UNITA' VELOCI COSTIERE ITALIANE

     

    - anno di edizione: 1998

     

    - eventuale indicazione dell'edizione: terza edizione

     

    - pagina dove è stata riscontrata l'imprecisione: pag. 153

     

    - descrizione dell'imprecisione: Nella didascalia relativa all'immagine pubblicata si riferisce che la M/n Città di Agrigento sarebbe stata "affondata [...] il 20 luglio del 1943" mentre l'episodio deve farsi risalire al 20 luglio 1942

     

    - correzione della medesima:

     

    - fonti utilizzate per segnalare i dati corretti: USMM, "Navi Mercantili Perdute", Seconda Edizione, Roma 1977, pag. 153 (ironia della sorte...)

  10. Ho letto ed apprezzato molti dei suoi libri senza omettere di sottolineare, anche su questo forum, alcuni passaggi che non mi hanno convinto. Ovunque sia ora spero possa comprendere che quelle critiche in fondo sono un esplicito riconoscimento alla sua capacità di stimolare ed attrarre l’attenzione del lettore. Un abbraccio Francesco e, se ti è possibile, porgi le mie condoglianze alla famiglia. Nicola

  11. Sopra e sotto il Lago sopravvivono diverse testimonianze del bellicoso passato che ha segnato queste terre di confine...Con riferimento alla Grande Guerra vorrei però ricordare che prestano ancora servizio, oltre al Mincio, i piroscafi Zanardelli e Italia. Lo scorso fine settimana, con supremo sprezzo del pericolo, pensando agli ospiti privi del c.d. "piede marino" :s68: , ho partecipato ad un matrimonio che prevedeva un pranzo con annessa crociera a bordo di quest'ultimo ...grazie a Dio la giornata è stata splendida, un Benaco assai clemente si è presentato al nostro cospetto liscio come l'olio consentendoci di abusare della pazienza e della gentilezza del personale di bordo (che ringrazio):

     

     

     

    t517ao.jpg

     

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    2wq4j14.jpg

     

    Se qualche modellista un giorno dovesse uscire di senno e decidere che l'unico scopo della sua vita è riprodurre questo piroscafo si ricordi che posso fornire ampia documentazione fotografica del mezzo (sala macchine compresa) :s02:

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