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Digitale Canon.
Ho buttato on line le foto in fretta e furia (allo stesso modo in cui le ho fatte, ma, trovandomi la nave davanti agli occhi all'improvviso, ho recuperato al volo la macchina fotografica), appena 15 minuti dopo averle scattate, quindi senza le correzioni di cui necessitano. Più avanti cercherò di sostituirle.
Sulle differenze digitale pellicola/diapositiva, nulla da aggiungere a quanto già detto da Gichiano.
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Complimenti per la rapidità. Mi par di capire che vada ad attraccare al molo Rinascita. Spero di poter passare domani a fare qualche foto, ma certo quelle tue in manovra sono veramente interessanti.
Si esattamente, al Molo Rinascita. Dovrebbe rimanere fino a mercoledì, almeno secondo quanto riportato dai quotidiani locali.
Grazie per i complimenti, mi fa piacere abbiate apprezzato :s01:
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Nave Garibaldi in manovra a Cagliari il 4 ottobre 2009, praticamente quasi in diretta.
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da bae artica , marco
ho fatto una tabella excel ma non so come metterla in visione :s68: :s14: .
mi date una mano a capire come fare x metterla in visione, io ho cominciato a mettere in tale tabella alcuni sommergibili dove tengo della documentazione.
saluti marco
Prova a fare uno o più screenshot del foglio di excel, così puoi pubblicarlo in formato jpg.
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Ciao, devo fare una piccola precisazione, la serie CP 2000 è del 1979/80 io andai a Brindisi a prendere la CP 2059 primavera 1979. Grazie e non dispiacerti
Saluti
Ma no, nessun dispiacere, andavo a memoria. Grazie per la precisazione :s01:
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Da inesperta :s18: mi permetto di fare questa osservazione: le barrique di cui sopra mi sembrano quasi tutte nuove (tranne quella dei carabinieri) e molto ben tenute: sbaglio? :s19:
Complimenti (sebbene forse siano superflui per un fotografo della tua levatura) per le foto: bella luce e particolari nitidi.
Più o meno è così: la Dante Novaro (CP 313, nata con motorizzazione Isotta Fraschini sperimentale: un suono inconfondibile) ha almeno 25 anni, la 2056 qualcosa in meno. Una particolare curioso: notare la scaletta utilizzata per salire a bordo della 313 quando questa si trova ormeggiata al pontile galleggiante.
Come sempre, grazie gichiano :s20:
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Il grassetto è mio: complimenti al Sig. Pinna!
Inoltre, Da Noli e Vivaldi all'epoca dei fatti erano impiegati in tutt'altra operazione, a una trentina di miglia dal punto di affondamento della Roma: un po' distanti per essere considerati di scorta o "di appoggio" a questa nave. :s14: :s07:
Mi trovo costretto a citarmi:
omissis
:s03:
Ma no Maurizio, che dici mai? Non vedi che sono articoli di fattura pregevole? :s03:
OT: mi raccomando, quando vieni giù, fammi un fischio, ci tengo. :s02:
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Il Comune di Quartu ha restaurato e reso visitabile il nuraghe a ridosso di Faldi, che era stato trasformato, con l'aggiunta della copertura, per l'installazione di un telemetro. Le casermette sono in completo disfacimento ormai: speriamo non la decisione non arrivi troppo tardi... Parte delle attrezzature (fotoelettriche) erano conservate nei magazzini della Marina, ma ora anche quelle aree sono state dismesse, quindi non so che fine possano aver fatto. Speriamo che si riesca un minino a preservare Prunas, visto che ricade ancora in zona militare.
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Peccato sia rimasto poco di quella batteria, mentre è abbastanza ben conservata quella di Boggio. Fino a pochi anni fa, prima di una "ristrutturazione" da parte del comune di Pula, su un muro di una casermetta si poteva ancora leggere il motto: D'ACCIAIO I CUORI COME I CANNONI - VIVA IL RE VIVA IL DUCE.
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Yacht di lusso Nero, charme vintage e tecnica evoluta
pubblicato: domenica 16 agosto 2009 da Rosario Scelsi in: Barche
Il Nero è uno yacht di lusso lungo 90 metri che unisce lo charme dei vecchi vascelli alla tecnologia d’avanguardia. Questo panfilo dei cantieri Corsair consegna ai fortunati ospiti un quadro idilliaco, per una vacanza all’insegna del benessere
A dispetto del look vintage, la sua costruzione risale al 2008. I sistemi elettronici che ne governano la dinamica sono la prova tangibile della freschezza di un progetto che non nasconde le sue attenzioni per un’utenza di alto lignaggio.
Grazie alla spinta di due motori Caterpillar da 2333 hp ciascuno, questo gioiello con scafo e sovrastruttura in acciaio può muoversi a una velocità di crociera di 16 nodi. Ma tutto passa in secondo piano rispetto alla sua bellezza, dovuta al designer Neil Taylor. Il prezzo è su richiesta.
http://www.deluxeblog.it/post/9173/yacht-d...tecnica-evoluta
Sito ufficiale: http://neroyacht.com/
:s03:
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Senza andare tanto lontano, appena qualche anno fa, su una nota rivista di subacquea, un diving pubblicizzava delle immersioni tecniche sulla Roma...
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Un capolavoro, complimenti sinceri ed un giro di Spalletti per festeggiare l'evento :s53:
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Onori al Comandante Marcuzzo (ed alla Guardia Costiera).
Non riesco ad aggiungere altro, se non un ringraziamento per aver condiviso il reportage di questa tua esperienza, col timore di sporcare un thread così bello.
Anzi no, una cosa (leggera) la posso scrivere: sapendo che ci sono delle così belle colleghe, mi iscrivo anche io alla Guardia Costiera Ausiliaria :s03:
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«La mia scommessa? Ho individuato il relitto della Corazzata Roma»
di Giovanni Maria Bellu
Questa è la storia di una passione e di una ricerca. È anche la storia di un uomo, Fernando Cugliari, che negli ultimi quattro anni ha speso molti giorni per una di quelle imprese che, quando riescono, ti danno la gloria, ma quando falliscono ti fanno apparire un illuso. Ed è anche il racconto di una scommessa. L'oggetto della ricerca è un tesoro sottomarino. Non un forziere pieno di dobloni, ma una gigantesca massa di ferro che, da 66 anni, giace in fondo al mare tra la Corsica e l'Asinara. La «Corazzata Roma» - questo il nome dello strano tesoro - affondò il 9 settembre del 1943, il giorno dopo l'armistizio. Morirono in 1393, i superstiti furono 620. Cugliari s'imbatté nella «Roma» mentre curiosava tra i forum dei ricercatori di relitti. «Lo chiamavano “mistero” - ricorda - ma, a dire la verità, l'aspetto che mi parve più misterioso fu il mancato ritrovamento del relitto: pochi naufragi hanno avuto una tale quantità di testimoni». Il naufragio in effetti avvenne sotto gli occhi degli equipaggi di altre due corazzate, tre incrociatori, otto cacciatorpediniere, il meglio della Marina militare dell’epoca. Dopo aver fatto rotta verso La Maddalena senza più sapere chi era il nemico, il comandante della flotta ebbe l’ordine di tornare indietro. I tedeschi, che occupavano l’isola, se la presero a male e lanciarono i loro caccia. La confusione era tale che i nostri marinai, quando videro gli aerei, pensarono che fossero angloamericani. Fatto sta che i caccia della Luftwaffe colpirono a morte la corazzata Roma alle 15,52 del 9 settembre 1943 mentre si trovava nel punto mare individuato dalle coordinate 41°08' Nord e 08°09' Est. La sua agonia fu anche documentata con una serie di foto scattate dall'incrociatore «Attilio Regolo».
«Cominciai a mettere assieme i dati disponibili. Ne trovai molti sul web e altri attraverso l'aiuto di un ammiraglio in pensione. Esaminai le mappe dei campi marini minati e ricostruii la velocità della nave. Alla fine individuai sei o sette target». Cinque anni prima, nel giugno del 2001, Cuglieri con un Rov (Remote operating vehicle) della società «Nautilus» di Vibo Valentia aveva individuato e filmato, a largo di Portopalo di Capo Passero, il relitto della cosiddetta «nave fantasma». Ma, questa volta, un normale Rov non era sufficiente. «Il fondale era profondo non meno di500 metri. Pensai di fare una verifica preliminare con un ecoscandaglio». Era l'ottobre del 2006. I risultati di quella spedizione artigianale, realizzata con una piccola barca presa in affitto, furono incoraggianti. In uno dei target apparve la sagoma di un grosso oggetto, ben distinto dalle rocce del fondale, che presentava la caratteristica colorazione rossastra dalle masse ferrose. «All'epoca – ricorda Cugliari - non conoscevo ancora le coordinate registrate al momento dell'affondamento. Le conobbi in seguito. C'erano i gradi e i primi, ma mancavano i secondi. In sostanza individuavano un cerchio con una circonferenza di un miglio marino, poco meno di due chilometri. Il mio target era al suo interno».
Nelle imprese dei sognatori è necessaria la fortuna. E nel caso della ricerca della «Roma» non c’è stata. Era l'ottobre del 2007 quando arrivarono a Porto Torres - base operativa della nuova spedizione - due tecnici svedesi con un super-Rov in grado di raggiungere 500 metri di profondità. Fu calato in maree sul monitor di bordo cominciarono a scorrere le immagini degli abissi. Ma, quando il Rov giunse a metà del suo percorso, lo schermo divenne nero. «Lo tirammo su e scoprimmo che le lampade erano implose. Dovemmo rinunciare». Tuttavia anche da quella sfortunata spedizione arrivò una conferma. «durante la discesa - spiega Cugliari - il sonar segnalò la presenza di una grossa massa. Sempre nel punto-mare dove l'ecoscandaglio l'aveva già individuata».
Siamo ai giorni nostri. E alla ragione per cui Fernando Cugliari ha deciso di rendere pubblico proprio oggi il suo racconto. Ma prima, è necessario annotare che, nel dicembre del 2007, ci fu un nuovo tentativo, sempre col Rov svedese. «Il mare al solito non era buono e la barca scarrocciava. Abbiamo potuto lavorare poche ore. Ma ugualmente una conferma è arrivata. Appena raggiunto il fondale, il Rov ha inquadrato un giubbotto di salvataggio compatibile con quelli dell’epoca del naufragio». Non è necessario essere esperti di Rov ed ecoscandagli - è sufficiente aver letto da ragazzi «L'isola del tesoro» - per immaginare le rivalità che possono scatenarsi tra i detective degli abissi. Ed ecco la scommessa. «Alcuni giorni fa - racconta Cugliari - ho letto che proprio oggi, primo settembre, la società francese «Comex» effettuerà una spedizione per individuare il relitto. Ho avuto rapporti con loro tempo fa, ho comunicato le 'mie' coordinate. Hanno risposto che, in quel punto- mare,non avevano trovato niente. Chissà, forse davvero non c'è niente.O forse, in quella prima spedizione, anche loro non hanno avuto fortuna. Chissà. Ma ho deciso di rendere pubbliche le coordinate: latitudine nord 41°,09’, 870”; longitudine est 08°, 39’, 090”. Individuano il luogo dove si potrebbe trovare il relitto con un'approssimazione di due-trecento metri. La “Comex” si dice molto sicura di trovarlo. Ecco, se lo trovasse proprio là, avrei vinto una scommessa».
01 settembre 2009
http://www.unita.it/news/italia/87851/la_m..._corazzata_roma
Quelle coordinate, scritte correttamente su google Earth, portano ad un punto che ha una profondità di 439 metri.
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Nel frattempo, almeno un altro team estero si sta dando da fare per il ritrovamento, con la speranza di battere sul tempo Scavelli ed i Francesi.
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Onori ai caduti del Regio Sommergibile Scire'.
Un grazie ed un bravo a Stefano anche da parte mia, per la lodevole iniziativa.
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[CUT]La cosa che mi pare assurda è che una situazione da definire in privato sia sfociata in una crisi generale che ha coinvolto l'intera base, con le conseguenze che oggi vediamo. [CUT]Infatti. Una situazione da definire in privato
Quanto espresso da Hunter mi trova pienamente consenziente.
Sono completamente d'accordo anche io.
Ed aggiungo: Dir devi restare al timone. :s02:
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Dall'articolo, pubblicato nell'edizione cartacea, si capisce qualcosa di più: la mina è stata trovata dentro il porto commerciale, il siluro è stato scaricato vicino a marina piccola da un peschereccio.
La mina era sotto la poppa di questo rimorchiatore in disarmo.
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Il fatto è che di campi minati ne sono stati posati davvero parecchie su estensioni considerevoli, quindi qualche ordigno può essere sfuggito alla bonifica. Quelli che si trovano attualmente, giacciono sul fondo a causa di malfunzionamenti avvenuti nel momento della posa. Con sempre meno frequenza, ai pescherecci a strascico capita di agganciare una mina od un carrello nel sacco, però non è un evento da escludere del tutto.
Senza contare "il materiale" che viene fuori dai fondali del poligono di Teulada, ma questo è un altro paio di maniche :s02:
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Grazie per il tuo lavoro e la condivisione, Red.
Il monumento, al trivio di Paradiso, dovrebbe trovarsi nel punto 45°51'52.73"N 13° 9'47.25"E, secondo le indicazioni trovate in rete e secondo le tue foto. Spero di non aver sbagliato troppo.
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Una mina antinave adagiata sul fondale all'imboccatura del porto di Cagliari avvistata dai sommozzatori dell'associazione Nova di Capoterra
Un siluro finito nelle reti di un peschereccio che lo ha trasportato fino al porticciolo di Marina Piccola. I due ordigni bellici, funzionanti e minaccia invisibile nel Golfo degli Angeli, sono stati recuperati martedì e ieri per poi essere messi in sicurezza dagli artificieri della Marina che nei prossimi giorni li faranno brillare. Se fossero esplosi avrebbero potuto provocare un disastro.
Giovedì 30 luglio 2009 09.10
http://unionesarda.ilsole24ore.com/Articoli/Articolo/136834
L'articolo fa un po' di confusione tra il porto di Marina Piccola ed il porto di Cagliari. Penso che il porto in questione sia effettivamente quello commerciale, infatti, da questa mattina, ci sono una 800 della Guardia Costiera e due gommoni coi lampeggianti in funzione, intenti a sorvegliare la zona vicino all'imboccatura.
Sarebbe interessante sapere se il siluro è italiano o inglese...
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Onori al marinaio Zanardo.
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Caro Moreno,
non è proprio facile darti una spiegazione dettagliata.
Comunque puoi fare così : dall'uscita dell'autostrada
" Redipuglia-Ronchi dei Legionari" recati a Monfalcone
e quindi nel piccolo piazzale della Staz.F.S.,continua
dritto,andando verso Trieste,per ancora 300 o 500 metri;
lì chiedi e comunque dovrebbero esserci dei cartelli che
indicano "Zona Sacra-Q.85 E.Toti"
Dovrai trovare un parcheggio per la macchina,ma non è
proprio un problema;ti porterai poi a piedi per un piccolisssimo
tratto di strada e passarai in un piccolo tunnel della ferrovia-
Da lì proseguirai verso Q.Toti.
Da quel piccolo tunnel,oggi sistemato,allora iniziavano a salire
le truppe che seguendo il sentiero di guerra si portavano alla
Quota.
Grazie.
Un caro saluto
Gianni
Grazie per le foto Red, come sempre ci porti dei frammenti importanti della storia d'Italia.
Su google earth ho trovato un segnaposto Quota Toti 85, in coordinate 45°48'25.27"N 13°33'23.82"E. Ti risulta che sia corretto? Mi sembra combaciare con le indicazioni da te fornite.
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Non è proprio insolito, considerando i costi di hosting e le dimensioni delle immagini postate. Molti forum utilizzano questa modalità. :s01:
Se riscontri delle difficoltà, parlane apertamente in questa sezione, in modo da ricevere l'aiuto necessario.
Navi A Cagliari
in Le Navi
Inviato
Alcune vecchie foto, scattate con una macchinetta automatica, quando ero in tenera età :s03:
Prima visita in assoluto della Garibaldi a Cagliari: dovrebbe risalire alla seconda metà degli anni 80. La nave rimase in rada, appena fuori dal porto.
Queste immagini, invece, si riferiscono ad una visita successiva.
Le ultime due sono del marzo 1990, quando la nave fu visitabile per la prima volta (in quella occasione la visita era riservata ai soli soci ANMI).