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Febea

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Risposte pubblicato da Febea

  1. Approfitto della giornata di oggi, 13 dicembre, così carica di magia, per aggiungere questa canzone di De Gregori 

     

    Santa Lucia
    Santa Lucia, per tutti quelli che hanno occhi
    E un cuore che non basta agli occhi
    E per la tranquillità di chi va per mare
    E per ogni lacrima sul tuo vestito
    Per chi non ha capito
    Santa Lucia per chi beve di notte
    E di notte muore e di notte legge
    E cade sul suo ultimo metro
    Per gli amici che vanno e ritornano indietro
    E hanno perduto l'anima e le ali
    Per chi vive all'incrocio dei venti
    Ed è bruciato vivo
    Per le persone facili che non hanno dubbi mai
    Per la nostra corona di stelle e di spine
    E la nostra paura del buio e della fantasia
    Santa Lucia, il violino dei poveri è una barca sfondata
    E un ragazzino al secondo piano che canta, ride
    E stona perché vada lontano
    Fa che gli sia dolce anche la pioggia delle scarpe
    Anche la solitudine
  2. 13 hours ago, malaparte said:

    Per qualche misterioso collegamento, mentre poco fa lavavo il pavimento, non so perché mi è venuta in mente questa canzone che mio padre mi cantava di domenica mattina nel lettone... mi pare che ancora non sia presente nella rassegna. Celebre la versione di Cochi e Renato, ma non è quella che ricordo io....

     

     

    Cara Valeria,

    che  dolce ricordo hai riportato… e mi commuovo un po’ perché anche per me è legato al mio papà che  ogni tanto me la canticchiava. Grazie

  3. Se stiamo insieme, Riccardo Cocciante

     

    Ma quante storie

    ho già vissuto nella vita

    e quante programmate chi lo sa

    sognando ad occhi aperti

    storie di fiumi

    di grandi praterie senza confini

    storie di deserti

    e quante volte ho visto

    dalla prua di una barca

    tra spruzzi e vento

    l'immensità del mare

    spandersi dentro

    e come una carezza calda

    illuminarmi il cuore

    E poi la neve bianca

    gli alberi gli abeti

    l'abbraccio del silenzio

    colmarmi tutti i sensi

    sentirsi solo e vivo

    tra le montagne grandi

    e i grandi spazi immensi

    E poi tornare qui

    riprendere la vita

    dei giorni uguale ai giorni

    discutere con te

    tagliarmi con il ghiaccio

    dei quotidiani inverni

    no non lo posso accettare

    Non è la vita che avrei voluto mai

    desiderato vivere

    non è quel sogno

    che sognavamo insieme fa piangere 

    eppure io non credo questa sia

    l'unica via per noi

    Se stiamo insieme

    ci sarà un perché

    e vorrei riscoprirlo stasera

    Se stiamo insieme

    qualche cosa c'è

    che ci unisce ancora stasera

    Mi manchi sai

    mi manchi sai

    E poi tornare qui

    riprendere la vita

    che sembra senza vita

    discutere con te e consumar così

    i pochi istanti eterni

    no non lo posso accettare

    che vita e restare qui

    a logorarmi in discussioni sterili

    giocar con te

    a farsi male il giorno

    di notte poi rinchiudersi

    eppure io non credo questa sia

    l'unica via per noi.

    Se stiamo insieme

    ci sarà un perché

    e vorrei riscoprirlo stasera

    Se stiamo insieme

    qualche cosa c'è

    che ci unisce ancora stasera

    Mi manchi sai

    mi manchi sai...

  4. Per Irene :wub:

     

     

     

    C. Baglioni, Avrai

     

    Avrai sorrisi sul tuo viso come ad agosto grilli e stelle

    storie fotografate dentro un album rilegato in pelle

    tuoni d'aerei supersonici che fanno alzar la testa

    e il buio all'alba che si fa d'argento alla finestra

    Avrai un telefono vicino che vuol dire già aspettare

    schiuma di cavalloni pazzi che s'inseguono nel mare

    e pantaloni bianchi da tirare fuori che è già estate

    un treno per l'America senza fermate

    Avrai due lacrime più dolci da seccare

    un sole che si uccide e pescatori di telline

    e neve di montagne e pioggia di colline

    Avrai un legnetto di cremino da succhiare

    Avrai una donna acerba e un giovane dolore

    viali di foglie in fiamme ad incendiarti il cuore

    Avrai una sedia per posarti ore

    vuote come uova di cioccolato

    ed un amico che ti avrà deluso tradito ingannato

    Avrai avrai avrai

    il tuo tempo per andar lontano

    camminerai dimenticando

    ti fermerai sognando

    Avrai avrai avrai

    la stessa mia triste speranza

    e sentirai di non avere amato mai abbastanza

    se amore amore avrai

    Avrai parole nuove da cercare quando viene sera

    e cento ponti da passare e far suonare la ringhiera

    la prima sigaretta che ti fuma in bocca un po' di tosse

    Natale di agrifoglio e candeline rosse

    Avrai un lavoro da sudare

    mattini fradici di brividi e rugiada

    giochi elettronici e sassi per la strada

    Avrai ricordi di ombrelli e chiavi da scordare

    Avrai carezze per parlare con i cani

    e sarà sempre di domenica domani

    e avrai discorsi chiusi dentro mani

    che frugano le tasche della vita

    ed una radio per sentire che la guerra è finita

    Avrai avrai avrai

    il tuo tempo per andar lontano

    camminerai dimenticando ti fermerai sognando

    Avrai avrai avrai

    la stessa mia triste speranza

    e sentirai di non avere amato mai abbastanza

    se amore amore amore avrai

  5. Povia, T'insegnerò

     

    Ti insegnerò a nuotare

    Così vedrai che il mare saprà chi sei quando l'abbracci

    E sulle sue onde ti farà dormire

     

    Ti insegnerò che dare è meglio che avere

    Perché se non ti aspetti niente

    Ciò che ti arriva lo saprai godere

     

    Ti insegnerò che avrai coraggio

    Soltanto quando avrai paura e che la felicità

    Se la vuoi si trova

    Ricordati che vola solo chi osa

    Diglielo tu al mondo come si fa

    Diglielo tu al mondo come si fa

    Dagli un motivo per cambiare qualcosa

    E usa l'ironia che l'ironia ti consola

    che te ne frega dai pure del tu

    Dagli del tu a chi vuoi tu ..e tutto il mondo sarà una casa

     

    Ti insegnerò a stirare e ai tuoi 18 anni mi stirerai il vestito

    Ti prenderò la mano e sopra una carrozza ti porterò a ballare

    Perché sarò il tuo re e non dimenticare che nelle scelte umane un re si può sbagliare

    E se succederà ti prego non lo odiare

     

    Solo così vedrai che la felicità…

    Se la vuoi si trova, ricordati che vola solo chi osa

    Dimmelo tu amore come si fa,

    dimmelo tu amore come si fa

    dammi un motivo per cambiare qualcosa

    e ascoltali i consigli poi però fai da sola

    E che te ne frega dai pure del tu

    Dagli del tu a chi vuoi tu e tutto il mondo sarà una casa… casa..casa

     

    Avrai coraggio solo se avrai paura

    rimpianti ed i rimorsi sono la stessa cosa

    E se in un momento strano della tua vita

    Senti che stai per cambiare

    Bè, allora è l'ora

    Bacio

  6. F.De Gregori, Un guanto

     

     

    Un guanto precipitò da una mano desiderata

    va a toccare il pavimento del mondo in una pista affollata.

    Un gentiluomo, un infedele lo seguì con lo sguardo.

    E stava quasi per raggiungerlo, ma già troppo in ritardo,

    e stava quasi per raggiungerlo, ma troppo in ritardo.

    Era scomparsa quella mano e tutta la compagnia

    e chissà se era mai esistita.

    Era scomparsa quella mano e restava la nostalgia

    e il guanto e la sua padrona scivolavano via

    e il guanto e la sua padrona pattinavano via.

    Sotto un albero senza fiori si struggeva l'amore amato.

    Il guanto era a pochi passi, irraggiungibile e consumato.

    In quella grande tempesta d'erba, non era estate, nè primavera.

    E non sembrava nemmeno autunno però l'inverno non esisteva.

    E non sembrava nemmeno autunno perchè l'inverno non esisteva.

    Quando un uomo da una piccola barca con un mezzo marinaio

    vide qualcosa biancheggiare.

    Un uomo da una piccola barca, sporgendosi sul mare:

    era il guanto che rischiava di annegare,

    era il guanto che rischiava di affondare.

    Fu un trionfo di conghiglie, un omaggio di fiori

    per il guanto restituito alla banalità dei cuori,

    ad una spiaggia senza sabbia, a una passione intravista

    ad una gabbia senza chiave, ad una stanza senza vista,

    ad una gabbia senza chiave, ad una vita senza vista.

    E intanto milioni di rose rifluivano sul bagnasciuga.

    E chissà se si può capire.

    Che milioni di rose non profumano mica

    se non sono i tuoi fiori a fiorire,

    se i tuoi occhi non mi fanno più dormire.

     

    Era la notte di quel brutto giorno, i guanti erano sconfinati,

    come l'incubo di un assassino o i desideri dei condannati.

    Dietro al guanto maggiore la luna era crescente

    e piccoli guanti risalivano la corrente

    e piccoli guanti risalivano la corrente.

    Fino al Capo dei sogni e alla riva

    del letto dell'innocente che dormiva.

    Un mostro sconosciuto osservava non osservato

    sopra a un tavolo il guanto incriminato

    sopra al tavolo un guanto immacolato.

     

    E il guanto fu rapito in una notte d'inchiostro

    da quel mistero chiamato amore

    da quell'amore che sembrava un mostro.

    Inutilmente due nude mani si protesero a trattenerlo.

    Il guanto era già nascosto dove nessuno può più vederlo,

    il guanto era già lontano quanto nessuno può più saperlo.

    Oltre la pista di pattinaggio e le passioni al dì di festa

    e le onde di tutti i mari.

    E il trionfo nella tempesta e le rose nella schiuma.

    Il guanto era volato più alto della luna.

    Il guanto era volato più leggero di una piuma.

     

    Oltre il luogo e all'azione e al tempo consentito,

    e all'amore e le sue pene.

    Il guanto si era già posato in quel quadro infinito

    dove Psiche e Cupido governano insieme

    dove Psiche e Cupido sorridono insieme.

  7. Grazie Comandanti!

    Abbiamo molto gradito i vostri auguri e pensieri affettuosi: li conserverò con piacere insieme ai biglietti di felicitazioni che abbiamo ricevuto. :smile:

     

    Permettetemi di aggiungere di seguito il testo di una famosa, e datata, canzone perché mai, come in questo momento, mi ha toccato il cuore.

     

     

     

    Avrai di Claudio Baglioni

     

    "Avrai sorrisi sul tuo viso come ad agosto grilli e stelle

    storie fotografate dentro un album rilegato in pelle

    tuoni d'aerei supersonici che fanno alzar la testa

    e il buio all'alba che si fa d'argento alla finestra

    Avrai un telefono vicino che vuol dire già aspettare

    schiuma di cavalloni pazzi che s'inseguono nel mare

    e pantaloni bianchi da tirare fuori che è già estate

    un treno per l'America senza fermate

    Avrai due lacrime più dolci da seccare

    un sole che si uccide e pescatori di telline

    e neve di montagne e pioggia di colline

    Avrai un legnetto di cremino da succhiare

    Avrai una donna acerba e un giovane dolore

    viali di foglie in fiamme ad incendiarti il cuore

    Avrai una sedia per posarti

    ore vuote come uova di cioccolato

    ed un amico che ti avrà deluso tradito ingannato

    Avrai avrai avrai

    il tuo tempo per andar lontano

    camminerai dimenticando

    ti fermerai sognando

    Avrai avrai avrai

    la stessa mia triste speranza

    e sentirai di non avere amato mai abbastanza

    se amore amore avrai

    Avrai parole nuove da cercare quando viene sera

    e cento ponti da passare e far suonare la ringhiera

    la prima sigaretta che ti fuma in bocca un po' di tosse

    Natale di agrifoglio e candeline rosse

    Avrai un lavoro da sudare

    mattini fradici di brividi e rugiada

    giochi elettronici e sassi per la strada

    Avrai ricordi di ombrelli e chiavi da scordare

    Avrai carezze per parlare con i cani

    e sarà sempre di domenica domani

    e avrai discorsi chiusi dentro mani

    che frugano le tasche della vita

    ed una radio per sentire che la guerra è finita

    Avrai avrai avrai

    il tuo tempo per andar lontano

    camminerai dimenticando ti fermerai sognando

    Avrai avrai avrai

    la stessa mia triste speranza

    e sentirai di non avere amato mai abbastanza

    se amore amore amore avrai"

  8. Dal calendario 2012 (ormai al termine) dell'Accademia Navale:

     

     

    - Non giudicar la nave stando a terra;

    - In tempo di tempesta ogni scoglio è porto;

    - Di fronte al mare la felicità è un'idea semplice (J.C. Izzo);

    - Preparati al mare prima di entrarvi;

    - Il buon marinaio si conosce al mal tempo;

    - Il mare non ha paese nemmeno lui ed è di tutti quelli che lo sanno ascoltare (G. Verga);

    - In mare è meglio prevedere che provvedere;

    - Il mare unisce i paesi che separa (A. Pope);

    - Loda il mare e tienti alla terra;

    - Ognuno sa navigar quando è buon vento;

    - Il mare non è mai stato amico dell'uomo. Tutt'al più è stato complice della sua irrequietezza (J. Conrad).

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