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Non capisco appieno il senso dell'intervento di Sandrored.
Lo condivido ma non capisco le finalità che intende raggiungere.
Certo i militari italiani si ritrovarono (in quella come in moltissime altre missioni internazionali) nella stessa situazione dei militari subito dopo l'armistizio dell'otto settembre 1943.
Non sparare più agli alleati ma non sparare neppure agli ex alleati; in seguito si sarebbero dati ordini precisi che però mai sarebbero arrivati e questa confusione dei comandi ha sempre provocato danni, nel 1943 e poi in varie missioni del dopoguerra.
Ma i nostri ragazzi a Mogadiscio (secondo me) non attesero gli ordini che sarebbero dovuti arrivare da lontano; essi spararono, spararono e spararono; con i fucili, con le mitragliatrici e con i cannoni (forse anche con qualche altra cosa).
Si parla (giustamente) dei caduti e dei feriti italiani ma mai si riferisce che (probabilmente) i morti somali (miliziani, civili e bambini) sono stati tra settanta e ottanta e che i feriti furono centinaia.
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Grazie per la info, Danilo.
Ricordavo superficialmente questa discussione e pensavo trattasse solo del Marconi e del Fermi.
Di nuovo grazie
Peppe
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Salve Comandanti.
Probabilmente l'argomento è di già stato trattato ma io non sono riuscito a trovarlo.
Da sempre si afferma che il transatlantico Leonardo da Vinci fosse stato progettato con la predisposizione per un eventuale sistema di propulsione nucleare. Nei primi anni sessanta venne annunciata la probabile conversione della nave a propulsione nucleare e ciò non avvenne (come oggi tutti scrivono) causa gli elevati costi di esercizio che l'unità aveva, per via della struttura dello scafo. Si afferma che il liners era stato progettato basandosi su quello dell'Andrea Doria, il cui profilo causava un elevato consumo di carburante su una nave di maggiori dimensioni come il Leonardo da Vinci.
Le mie domande sono queste:
- non era invece questo (il maggior consumo) un motivo valido per passare alla propulsione nucleare?
- sarebbe stato così semplice passare alla propulsione nucleare?
- in cosa consisteva la predisposizione?
- la mancata conversione non sarebbe forse riconducibile alle stesse motivazioni della mancata realizzazione del Enrico Fermi e del Guglielmo Marconi?
Grazie
Peppe - F21
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Furono recuperate le artiglierie (principali o secondarie) delle ex unità austroungariche?
Avranno pensato ad un eventuale riutilizzo nelle batterie costiere o eventualmente immagazzinate per poi armare unità mercantili requisite?
Peppe - F21
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Stavo pensando, da puteolano, che a Tsushima furono utilizzati cannoni costruiti dalla nostra Armstrong; sia su unità costruite in Italia (tipo Garibaldi) che su qualche unità costruita in Inghilterra.
Un bel titolo.
Peppe - F21
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Non riesco a capire in che senso?
Il trasporto KT16 (per la Regia Marina Monte Cengio) si trovava nel Mediterraneo e quindi non poteva in nessun modo raggiungere la Base di Betasom.
F21
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Grazie Danilo.
Avevo di già scaricato questa bella foto ma..... non riesco più a trovarla.
Da tempo ormai, per il noto motivo, sono scomparse le vecchie foto dal Forum.
Servirà per un articoletto sulle navi posacavi della Pirelli e naturalmente citerò la relativa fonte.
Ciao
Peppe - F21
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Per Comandante Totiano.
Potresti rimettere la foto del Millelire quale deposito lattice per la Pirelli.
Grazie - F21
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Riprendo questo post per inserire una foto di Taranto che ho "rubato" dal Gruppo "Regia Marina" su Facebook.
Il cannone trasportato dal pontone potrebbe essere un Krupp 400mm, ex Castore o Polluce, diretto all'isola di San Paolo per armare la batteria Vittorio Emanuele II?
Grazie
Peppe - F21
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Salve Comandanti, avrei una domanda da porgere.
I Cantieri Armstrong di Pozzuoli, seppure impiantati dal 1886, iniziano a produrre artiglierie qualche anno dopo e le corazzate Re Umberto saranno le prime ad avere loro artiglierie, ovvero prodotte in Italia e non acquistate in Inghilterra.
Parliamo naturalmente del periodo aureo post 1880, data che segna la fine del periodo velico e l’inizio delle corazzate a torri.
Prima della classe Re Umberto la Regia Marina aveva costruito le due unità classe Duilio, le due classe Italia e le tre classe Di Lauria, e tutte erano armate con cannoni costruiti dalla Armstrong casa madre inglese.
Sappiamo pure che la DANDOLO (a differenza della gemella DUILIO) venne rammodernata ed al posto dei vecchi quattro pezzi da 450/20 ad avancarica furono montati quattro pezzi a retrocarica da 254/40 (quasi identici ai pezzi montati sui contemporanei classe Garibaldi e classe St. Bon) costruiti a Pozzuoli.
Da varie fonti, compreso un volume edito dalla stessa Armstrong, risulta costruito a Pozzuoli anche un solo pezzo da 431/27 per la corazzata ANDREA DORIA che in totale ne montava quattro in due torri binate.
Ora chiedo….
Il pezzo costruito a Pozzuoli era l'ultimo, ovvero il ventesimo, di tutti quelli forniti dalla Armstrong per le cinque unita’ delle classi ITALIA e DI LAURIA?
Oppure questo pezzo da 431 era stato costruito a Pozzuoli perchè doveva sostituire qualche bocca da fuoco esplosa o comunque andata fuori uso sulla DORIA?
Graditi riscontri per i quali anticipatamente ringrazio.
Peppe - F21
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Salve
Unicamente per segnalare questo progetto (tesi di laurea) per me alquanto strano... sempre che non se ne sia di già parlato.
https://www.politesi.polimi.it/bitstream/10589/94185/19/Testo%20Tesi%20finale.pdf
Un PDF da scaricare.
Ciao
Peppe - F21
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Salve.
Ne stanno parlando un po tutti.
Anche a vanvera, qualche fonte dice: Ripescati (sic) i corpi di 71 marinai......
Ricordiamo che questo battello trasportava due sommergibili tascabili inglesi (chariot) con i quali doveva attaccare gli incrociatori pesanti presenti a La Maddalena.
Salve - F21
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Nel giugno 1943 una relazione del Genio Militare Italiano ufficialmente riferiva:
"... data la colossale proporzione dei lavori fatti e di quelli ancora in corso, e l'importante funzione che verrebbe a svolgere questo caposaldo in caso di emergenza, sarebbe opportuno venisse esaminata la possibilità di sostituire l'armamento da 75 con altro più potente da 90, ed oltre..."
La qual cosa avrebbe però richiesto grandi lavori di adattamento ed ulteriori tempi di messa in opera.
Oramai si avvicinava la fine della partita.
Grazie
Peppe
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Grazie per i complimenti, non meritati, che fanno sempre piacere.
Ciao Peppe - F21
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Per gli appassionati di difesa e fortificazioni costiere il primo studio completo sui Bunker di Cuma.
http://giuseppe-peluso.blogspot.it/search/label/83%20I%20Bunker%20di%20Cuma
Questo il Link all’articolo presente sul mio blog dedicato ai Campi Flegrei.
Blog senza scopo di lucro e senza pubblicità.
Ciao
Peppe - F21
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Grazie a tutti, ed in particolare a Lorenzo Colombo e Danilo Pellegrini, per le copiose risorse fornite.
E' ciò che cercavo.
Ciao
Peppe F21
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Ho aperto questo "post" incuriosito dalle pesanti accuse mosse da Tassinari in un libro che stavo leggendo.
Lungi da me voler avallare le sue accuse.... volevo solo capire ed aprire una discussione su di un argomento che m'era sembrato abbastanza grave per il buon nome della MARINA.
Potrei scannerizzare il libro di Tassinari per riportare qualche episodio che egli ritenne dubbio... ma non so se posso farlo........o sia utile farlo.
Tra l'altro Tassinari, ma questa è una mia impressione, non sembra ben ferrato su tattica e argomenti militari, meno ancora su quelli relativi alla Marina.
Ho comprato il suo libro perchè è uno dei pochi che esplicitamente menziona Pozzuoli (la mia città) quale sede del Centro Addestramento degli Operatori dell'ORI e dell'OSS.
Anche in queste notizie ho trovato delle inesattezze o delle esagerazioni.
Grazie a tutti per i contributi forniti su questo argomento
Peppe - F21
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Tassinari, un eroico incursore/spia addestrato dagli alleati, più volte ne accenna nei suoi scritti.
Tassinari riferisce che il Platino, con equipaggio italiano ma al servizio dei servizi segreti sia della OSS-SIM (USA - Italia Governo del Sud) sia della OSS - ORI (USA - Italia CNL) la maggior parte delle volte sbagliava nel calcolare i punti di sbarco degli incursori.
Questi sbagli, confermati anche da altri operatori di missioni segrete, costarono quasi sempre la vita degli incursori stessi.
Secondo Tassinari questi sbagli non potevano essere il frutto di semplici errori del direttore di rotta, come ebbe a giustificarsi nel dopoguerra l'ex comandante del battello diventato nel frattempo ammiraglio.
Nel caso posso fotocopiare le pagine del libro scritto da Tassinari.
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Sui siti russi ho trovato sempre articoli e foto interessanti.
Le tabelle ed i database (specialmente delle unità minori ed ausiliari) presenti in lingua russa sono insuperabili.
Generalmente il traduttore di Google restituisce buoni risultati in lingua italiana.
Ciao
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Sia Ennio Tassinari nel suo libro sull’ORI (Organizzazione della Resistenza Italiana) sia altri autori italiani e stranieri (sempre agenti segreti nell’ambito della predetta Organizzazione affiliata alla OSS americana) affermano esplicitamente la discutibile condotta del sommergibile Platino che effettuò varie operazioni di sbarco agenti/incursori sulla costa adriatica (nel corso della cobelligeranza).
Praticamente il sommergibile invece di sbarcare gli agenti sulla costa romagnola metodicamente li sbarcava nel Veneto oppure in Istria dove regolarmente erano ad attenderli repubblichini o tedeschi. Questo causò l’arresto, la tortura e la morte di quasi tutti gli incursori trasportati da questo sommergibile. A differenza di tutti gli altri che in altre operazioni raggiunsero i partigiani ed il nord Italia con mezzi diversi.
Tassinari aggiunge che nel 2001 (per caso e per altri motivi che ora non indico) si trovò ad intervistare l’ammiraglio Vittorio Patrelli Campagnani, al tempo comandante del Platino.
A domanda precisa l'ammiraglio rispose che il luogo degli sbarchi li decideva l’ufficiale di rotta e non il comandante del battello!
Possibile?
Il comandante di un sommergibile avrebbe dovuto accorgersi e sapere che quelle coste non facevano parte della Romagna o comunque avrebbe dovuto essere al corrente del prefissato luogo di sbarco?
Chi di voi conosce di più sull'argomento?
Chi potrebbe dare qualche giustificazione all'ex comandante?
Grazie - Peppe - F21
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Ho letto con molto interesse il Dossier di Storia Militare, relativo ai Mezzi Corazzati Italiani dal 1945 al 2015.
Finalmente una completa opera che tratta con competenza un periodo (forse perché recente e senza grossi fatti d’arme) trascurato dalla maggior parte degli autori di cose militari.
Ricordo che negli anni ’60 e ’70 qua e là rubavo notizie (circa la composizione dei reparti e circa il loro equipaggiamento) da riviste come “Aviazione & Marina” e poi trascrivevo il tutto in quadernoni che ancora conservo.
Ero affamato di notizie ed avrei voluto conoscere nei particolari la composizione di ogni reggimento, di ogni battaglione e di ogni compagnia… di quanti cingolati si componesse e di quanti carri di servizio (recupero – gru – pionieri – etc.) disponesse ed il rapporto tra carri e VTT sia nei reparti meccanizzati che in quelli corazzati.
Niente – al massimo qualche notizia riferiva i reggimenti che componevano le divisioni o le brigate autonome. Solo nel 1971 con il servizio militare nelle trasmissioni (ero al classificato nella sala Telex del Comando V° Comiliter di Padova) raccolsi segretamente tutti i nominativi dei reparti.
Allora da solo mi diedi a studiare quale potesse essere la migliore composizione di ogni battaglione corazzato, meccanizzato, motorizzato….. e la composizione migliore che potesse avere una brigata oppure una divisione italiana.
Anche tutto questo raccolto in quaderni di cui oggi mi vergogno di conservare.
Ora, grazie a Storia Militare, è tutto più chiaro e mi permetto di fare le seguenti riflessioni dopo aver letto gli innumerevoli e continui cambiamenti subiti dai vari reparti nel tempo.
- Reparti esploranti che vengono assegnati alle divisioni, poi smembrati tra i vari battaglioni, poi passano ai reggimenti e di volta in volta da GED (Gruppo Esplorante Divisionale) passano alla consistenza di Compagnia o anche di plotone.
- Plotoni anticarro che vengono assegnati di volta in volta a battaglioni, reggimenti, poi alle brigate, poi li ritroviamo dipendenti da battaglioni, poi di nuovo dai reggimenti…
- Plotoni e compagnie del Genio, delle Trasmissioni che subiscono gli stessi passaggi dispositivi a seconda dei periodi, dei capi di Stato Maggiore, etc. etc
Praticamente nel tempo ogni divisione ha sempre avuto lo stesso numero di corazzati, di trasporti truppe, di pezzi anticarro, di carri esploranti…….. nel tempo sono cambiati solo i protagonisti. Ovvero prima gli Sherman, poi gli M26, poi gli M47. Poi gli M60, poi i Leopard e così via.
Praticamente di volta in volta l’allenatore (ovvero il programmatore dello Stato Maggiore) ha utilizzato il 2-5-3 oppure il 4-3-3 oppure il 3-4-1-2 e via di seguito, ma utilizzando sempre undici giocatori (ovvero carri e cingolati). Solo che di volta in volta aveva il trio Altafini-Sivori-Canè, oppure il trio Lavezzi-Cavani-Hamsik oppure il duo Insigne-Higuain (così potrete riconoscere per quale squadra forse tifo).
Sarebbe piacevole aprire discussioni su queste composizioni (quelle delle unità militari) e su quale potesse essere la preferibile.
Io personalmente sono sempre stato favorevole alla composizione adottata con i grandi cambiamenti del 1975.
Inoltre ricordo che da ragazzo mi rammaricavo che l’Italia annoverasse poche Divisioni, pochi aerei e poche navi; e questo perché paragonavo il tutto con il precedente periodo bellico.
Ora mi son reso conto che negli anni ‘50 e anni ’60 abbiamo posseduto più aerei e più corazzati di molte grandi nazioni.. ..anche se mal distribuiti. Con oltre 5.000 veicoli M113 non siamo riusciti a meccanizzare tutti i reparti di fanteria.
Due soli appunti al Dossier:
1 – L’utilizzo di troppi termini inglesi – anche quando sarebbe stato possibile riferire in italiano.
2 – La mancanza di Profili a colori. Sono un grande appassionato di questo genere di disegni. Ne ho pieno il computer ma difetto nei profili di tutti i veicoli di quest’ultimo dopoguerra. Eppure le varie mimetiche adottate, le missioni all’estero etc etc potrebbero offrire spunti interessanti.
Ciao – Peppe – F21
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Auguri a tutti i Comandanti ed ai loro cari.
Buone Feste
F21 - Peppe
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A Napoli pronta per una rivista navale.
dal sommergibile F17 - foto di Antonello Goi
in I Sommergibili
Inviato
Salve Totiano.
Non so dove tu abbia preso la foto dell F21.
Essa appartiene al fu mio zio Peluso Enrico marinaio volontario dal 1929.
Della foto che hai pubblicato possiedo ancora il negativo.