La costruzione del Platino è stata una cosa esaltante, ogni problematica che si presentava l'affrontavo con impegno, ho imparato notevoli cose sull'elettricità ( diodi relè resistenze ecc. ecc. non ne parliamo poi sull'idraulica) emergeranno sicuramente in seguito.
La struttura in legno è stata scelta per la rapidità dei lavori per poi trasformarlo in uno stampo e quindi lo scafo definitivo in resina.
Ma era troppo bello e non volevo aspettare, quindi ho annegato la balsa del rivestimento in due strati di vetroresina interni e due esterni avendo l'accortezza di non lasciare parti in legno esposte, non avevo certo problemi di peso.
Lo scafo è diviso in vari compartimenti stagni ognuno dei quali alloggiava meccanica ed elettronico, su due di questi ho sistemato delle pompe per imbarcare ed espellere l'acqua, un'esperienza unica.
Alla prima prova di galleggiamento, ho avuto fortuna, tutto bene, avevo però calcolato tutte le spinte positive dei vari compartimenti e di conseguenza la zavorra.
Per l'immersione potevo imbarcare una quantità d'acqua che potevo controllare con dei pressostati regolabili, l'assetto poi lo mantenevo con i timoni di profondità, nel modello si nota che sono fuori scala appunto per questa necessità.