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Sondaggio: La Rivista Marittima Deve Cambiare Formato?


chimera

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Ieri nella sala delle macchinette del caffè, dove sono ordinatamente esposte le riviste a cui siamo abbonati, è comparso il numero di marzo 2013 della Rivista Marittima. Approfittando della pausa caffè gli ho dato un'occhiata. Nelle primissime pagine, con mia grande, piacevole sorpresa ho trovato questo "pezzo" del Direttore, C.V. Patrizio Rapalino:

 

cambioformato.jpg
Pensando se raccogliere la proposta di esprimere una mia valutazione, raccogliendo l'invito del C.te Rapalino, o meno, ho deciso di estendere la discussione qui, nel Quadrato Ufficiali della Base.
Perché non inviare, invece dell'opinione di un singolo, che lascia tutto sommato il tempo che trova, la sintesi di cosa ne pensano i C.ti della base, amanti di "cose di mare", profondi conoscitori di storia navale ed affezionati lettori della Rivista?
Quindi cari C.ti, bando alla timidezza, voi che cosa ne pensate?
La discussione è aperta.....
Ciao,
C.
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sono d' accordo, anche se andrei enormemente cauto su un eventuale arrivo in edicola (ammetto che risolverebbe enormi problemi di procurement mio, ma giustamente mi preoccupo dei resi....) e sulla foliazione (a parità di costo, si devono inevitabilmente ridurre le pagine)

 

e per amor del Divino, NON quest' anno... avere un annata di due formati molto diversi e' un casino qua (e sospetto anche nei quadrati delle Navi meno grandi....)

 

per quanto mi riguarda, in caso di aumento dello spazio disponibile per articoli, sto valutando se e come vedere per una possibile contribuizione attiva (e gratuita).....

 

Saluti,

dott. Piergiorgio.

Modificato da dott.Piergiorgio
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sono iscritto alla rivista dal lontano 1976, posso dire di essermi affezionato al suo formato. spezzo una lancia a favore dell'attuale formato, trattandosi di una pubblicazione distrivbuita esclusivamente via posta, il cambio di formato inciderebbe sul prezzo di spedizione, facendo lievitare i costi, comunque molto contenuti rispetto a altre riveste sopratutto quelle vendute in edicola.

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Purtroppo, non ho titolo per inviare un messaggio relativo al sondaggio perché, a partire da quest'anno, non ho più rinnovato l'abbonamento a quella che un tempo era la pubblicazione più autorevole e ben fatta, in Italia, nel campo navale.

Mi abbonai nel 1976, a diciassette anni di età e ancora liceale, attratto da tematiche e articoli che - all'epoca - in parte non comprendevo magari appieno, ma che trovavo comunque affascinanti e approfonditi e che giocarono (perlomeno sino agli anni Novanta) un ruolo non indifferente nella mia formazione tecnica, professionale e editoriale.

Dopo trentasei anni di militanza, non me la sono sentita di rinnovare più l'abbonamento, e non certo per il suo (ridottissimo) costo: non lo ho rinnovato perché, da più di una decina d'anni a questa parte, alla "Rivista Marittima" è iniziato un tracollo qualitativo di cifra talmente catastrofica che mi porta a fare mia la frase un noto personaggio della storia nazionale quando disse: "Abbiamo sopportato abbastanza. Ora basta!".

A mio parere, non è possibile che sulla rivista dove scrissero i Brin, i Riboty, i Bonfiglietti, i Fioravanzo, i Cocchia, i Bargoni, i Giorgerini, i Salvadori e i Bagnasco (e tanti altri che, per evitare un lungo elenco, è impossibile citare) compaiano a decine articoli vergognosamente scopiazzati da Wikipedia, infarciti dalla prosopopea autoreferenziale di pianificatori aziendali tecnicizzati e distanti dal mondo sia attuale sia soprattutto "storico" della Marina, in massima parte privi di interesse per il lettore dalla preparazione medio-alta e tutti permeati da una "tendenza al ribasso" nei contenuti, nella forma e nell'iconografia veramente triste e dolorosa per chi - come noi - è stato o è in servizio in Marina e ha sempre avuto a cuore la qualità di quello che, un tempo, era uno dei migliori "biglietti da visita" della Forza Armata e una sua proiezione d'immagine di grande peso dottrinale e qualitativo.

Si è scelto di far diventare la "Rivista Marittima" un Insider Magazine come quelli delle banche o delle industrie di cosmetici? Benissimo, è una libera scelta dello Stato Maggiore e di questo non si può far colpa al com.te Rapalino che - tra l'altro - è militare in servizio e non può certo esporsi più che tanto. Però, se nell'ambito di questa scelta devono venire privilegiati articoli insulsi o assurdi o - peggio - scritti dal raccomandato o dalla raccomandata di turno, mi trovo allora costretto a citare un altro personaggio nazionale, quando diceva "Io non ci sto!".

Negli scaffali del mio box ci sono numerosi fascicoli della "Rivista Marittima" ancora avvolti nel cellophane e mai letti: e questo la dice lunga... Come lo diceva lunga la battuta che girava due o tre anni fa (quando la rivista aveva un ritardo di 12 [dodici] mesi nei tempi di consegna): "Cosa c'è di peggio che non ricevere la Rivista Marittima?" - Risposta: "Riceverla!".

Se proprio si volesse fare un sondaggio, bisognerebbe chiedere ai lettori non già se apprezzerebbero un cambio di formato (del tutto irrilevante se i contenuti fossero di qualità, visto lo standing della readership di riferimento), ma se apprezzano proprio gli attuali contenuti... Ma temo che i risultati sarebbero apocalittici e ne nascerebbe un'autentico cahier de doléances da far tremare i polsi.

In questo ambito, l'ennesimo riferimento a un'eventuale uscita in edicola della "Rivista Marittima" - anche in un nuovo e più accattivante formato - è quanto meno fuori da ogni logica, velleitario e tale da far dubitare se alla Direzione della rivista si abbiano presenti i costi di distribuzione e quelli collegati a far stampare la pubblicazione - per soli e meri motivi di diffusione capillare - non già nelle attuali 4.000 o 5.000 copie, ma in almeno quattro o cinque volte tanto.

Forse, sarebbe opportuno scrivere in questo senso al com.te Rapalino (che, tra l'altro, è validissimo e stimato autore e - ripeto - non credo abbia colpe dirette in questo stato di cose, tra l'altro avendo ereditato una situazione pregressa già tragica quando ha assunto la direzione della "Rivista Marittima") ma - sinceramente - temo che sarebbe del tutto inutile, come pestare l'acqua nel mortaio. Acqua (di mare) che, ahimè, nelle pagine della rivista è sempre più difficile trovare.

Ad esclusione dei collaboratori della "Rivista Marittima" ancora in vita tra quelli citati più sopra, tutti gli altri - in aggiunta ad una schiera ancora più vasta e non nominata - si stanno rivoltando nella tomba.

 

Maurizio Brescia

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Concordo parzialmente con Alagi, e pur essendo l' ultima annata in mio possesso quella del 2009, e quindi non avendo nozione di come possa essere o meno peggiorata la situazione negli ultimi tre anni, il parere di Alagi e', per motivi noti, qualificato, ma venendo ai singoli punti più salienti:

Personalmente reputo che in una pubblicazione non a scopo di lucro sia fisiologica una proporzione di articoli di favore (chi scrive occasionalmente e' l' "exit strategy" per declinare richieste di "far suonare il cuGGino" ai concerti antagonisti....), che comunque si distinguono senza enormi difficoltà. Il problema diventa quando, appunto, esce dai limiti fisiologici...

 

Per quanto riguarda le scopiazzature dalla Wikipedia (disclaimer: sono parzialmente attivo nella 'pedia) concordo pienamente sul criticare la scopiazzatura di articoli (di cui mi piacerebbe avere una lista e i numeri in questione....), ma devo al contempo fare notare che persino RID attinge al (vastissimo) archivio iconografico della WP, e questo non dipende tanto dalla 'pedia, quanto del corrente clima (ed avidità...) sulle cosiddette proprietà intellettuali, e, devo dire, che un articolo della stessa RID (sul Sidewinder...) era larghissimamente scopiazzato dalla WP e da un sito *NON* opensource (designation-systems.net)

 

sul punto "tendenza al ribasso, devo dire, però, che Non considero il degrado della RM legato al vero o presunto degrado intellettuale del Paese; anche pubblicazioni tecnico-professionali militari e Navali di altri paesi risentono di un degrado qualitativo che non reputo si possa attribuire solamente al clima di "guerra tiepida" (in assenza di termini migliori) col terrorismo islamico.

 

e visto che ne ho accennato implicitamente... reputo superfluo far notare che a differenza delle pubblicazioni specialistiche sulla Difesa, le riviste di FFAA hanno vincoli particolari (ed ovvi) su quanto puo' essere scritto di natura tecnico-professionale militare.

 

Non capisco, con tutta la mia buona volontà, cosa intende Alagi con "prosopopea autoreferenziale di pianificatori aziendali tecnicizzati e distanti dal mondo sia attuale sia soprattutto "storico" della Marina" a meno che non si riferisca ad articoli discutibili posteriori al 2009. Potresti elaborare un po' meglio su questo ?

 

Una mia prima proposta verso la soluzione dei problemi sollevati da Alagi sta nella mia risposta precedente, se uno la legge bene (Navy60 ed il Dir credo si ricordano di certi miei ragionamenti ed argomentazioni ;) )

 

Per il resto, resta che il lavoro da fare per il rimodernamento ed ampliamento della comunicazione esterna della MMI è ancora molto, ed il ruolo di ßsom dovrebbe essere non marginale.

 

Saluti,

dott. Piergiorgio.

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Non capisco, con tutta la mia buona volontà, cosa intende Alagi con "prosopopea autoreferenziale di pianificatori aziendali tecnicizzati e distanti dal mondo sia attuale sia soprattutto "storico" della Marina" a meno che non si riferisca ad articoli discutibili posteriori al 2009. Potresti elaborare un po' meglio su questo ?

Riferito al solo anno 2012, ecco un elenco di articoli su tematiche di management aziendale, politica internazionale spesso non connessa a situazioni marittime e valutazioni concettuali di vario tipo che - s'intende da un punto di vista personale - non trovo di alcun interesse:

 

Gennaio 2012

S. Marchione - Risk management

 

Febbraio 2012

U. Gori - la spada dell'intelligenza: dal materiale all'astratto

G. Olimbo - Il nuovo regime giuridico per il trasporto marittimo di HNS

 

Marzo 2012

A. Corneli - Putin atto secondo

C. Carpentier de Gurdon - L'Italia e l'Europa viste dall'India

M. Raglianti - Le competenze comunicative del leader

 

Aprile 2012

E. Ferrante - Isolario geopolitico

 

Maggio 2012

A. Corneli - Cambia la Francia: cambierà l'Europa?

M. Iacopi - verso un mondo multipolare

G. Faggioni - La flotta mercantile svizzera

R. Ferraro - Guerra e pace nel pensiero contemporaneo

 

Giugno 2012

A. Corneli: India: alla ricerca del proprio destino

F. Sanfelice di Monteforte: L'immigrazione e le sue complessità

R. Giocondo: Il semipresidenzialismo francese

A. Grigoletto: Le dismissioni dei beni della difesa

 

Luglio 2012

M. Baldacci: Secolarizzazione e Islam politico in Asia centrale

G.C. Ruggeri - La produzione dei modelli climatici a livello globale

 

Agosto-settembre 2012

A. Corneli - L'Europa tra Scilla e Cariddi

M. R. Mè - L'evoluzione della strategia nazionale del Presidente Obama

G. Mangano - Democrazie incompelte nella primavera araba

M. Iacopi - Crisi siriana: cause storiche

E. Nencioni - Formazione e cambiamento, intelligenza e propositività

 

Ottobre 2012

A. Bebler - Sicurezza regionale nell'Europa sudorientale

S. Sali - La Turchia e la Siria di Bashar el Assad

S. Cera - La situazione in Egitto dopo le elezioni presidenziali

G. Gagliano - Social network, Alterglobal e controvertici

M. Raglianti - Leadership, la sfida del domani

 

Novembre 2012

F. Sanfelice di Monteforte - Il'italia e la ricerca della "massa critica"

C. Bettini - Valutazione del rischio e revisione dello strumento militare

M. Baldacci - Afghanistan: la new silk road è già old?

M. Iacopi - L'isola del mondo

 

Dicembre 2012

A. Corneli - Obama rieletto ma la sfida è subito in salita

U. Gori - Cyberspazio e relazioni internazionali

G. Olimbo / F. Cocozza - Democrazia e sviluppo socio-economico

 

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Mi sembra che basti, o - meglio - che basti e avanzi.

Modificato da Alagi
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sicuramente la RM, aveva abituato bene i suoi lettori, con articoli di un certo spessore. però onestamente non si può incolpare la RM se attualmente siamo in un tempo di stanca, non esistono più due blocchi contrapposti, alla continua ricerca di nuovi mezzi e/o sistemi. la cantieristica mondiale langue, tutti rivedeno i programmi di nuove costruzioni, con tendenze al ribasso, nessuna ditta si lancia più in costosi programmi autofinanziati, senza la certezza che qualcuno li acquisti. non essendoci nuovi mezzi, non vi è bisogno di nuove dottrine d'impiego su cui discutere. Inutile pubblicare articoli di storia, ci pensano altre riviste ed il boleetino d'archivio. L'unica cosa di cui si può parlere è la politica internazionale, che comunque non è che non interessi del tutti il personale della MM in servizio, ricordiamoci che ad un ufficiale della MM si chiede anche di essere un po un diplomatico. onestamente rimpiango i vecchi articoli della RM, oggi la sfoglio piuttosto svogliatamente, rispetto alla bramosità di una volta.

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sicuramente la RM, aveva abituato bene i suoi lettori, con articoli di un certo spessore. però onestamente non si può incolpare la RM se attualmente siamo in un tempo di stanca, non esistono più due blocchi contrapposti, alla continua ricerca di nuovi mezzi e/o sistemi. la cantieristica mondiale langue, tutti rivedeno i programmi di nuove costruzioni, con tendenze al ribasso, nessuna ditta si lancia più in costosi programmi autofinanziati, senza la certezza che qualcuno li acquisti. non essendoci nuovi mezzi, non vi è bisogno di nuove dottrine d'impiego su cui discutere. Inutile pubblicare articoli di storia, ci pensano altre riviste ed il boleetino d'archivio. L'unica cosa di cui si può parlere è la politica internazionale, che comunque non è che non interessi del tutti il personale della MM in servizio, ricordiamoci che ad un ufficiale della MM si chiede anche di essere un po un diplomatico. onestamente rimpiango i vecchi articoli della RM, oggi la sfoglio piuttosto svogliatamente, rispetto alla bramosità di una volta.

E' vero, ma la storia, (o meglio, la "grande storia"), l'iconografia corretta e ricca, argomenti magari più "popolari" ma di maggior interesse ecc. sono elementi a cui si può attingere a piene mani anche e soprattutto in momenti di "stanca" come gli attuali. Anzi: proprio perché si vive un momento di "stanca", bisognerebbe fare qualcosa perché a questa "stanca" ci si potesse opporre.

E invece, si precipita ancora di più in un buco nero senza fondo.

 

Aggiungerò, inoltre, che tra i numerosi lettori della rivista (civili e militari) con cui ho dibattuto di questi argomenti non ne ho trovato uno - dicasi uno! - a cui interessino gli argomenti di cui, ad esempio, all'elenco pubblicato nel mio ultimo post.

Modificato da Alagi
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A me piace il formato tradizionale, è portatile, rigido e si legge a una mano, il passaggio all'A4 se non cambiano anche la grammatura di pagine e coperta risulterebbe in una rivista po' floscia (tipo RID per intenderci).

Se proponessero di passare all'A4 garantendo un'adeguata rigidità del risultato sarei comunque sfavorevole perchè perderei la portabilità.

Sui contenuti invece occorre un'inversione, anche se esprimo giudizi in merito, quest'anno NON ho rinnovato l'abbonamento.

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Io sono abbonato a RM da oltre 25 anni e mi sento di condividere la perplessità sull'elevato numero di articoli privi di relazione con le 'cose' di Marina. Reagisco omettendo di leggere molte pagine.

Detto questo, preferisco senz'altro il mantenimento dell'attuale formato.

Di piu' facile consultazione, di piu' facile archiviazione (provate a mettere in verticale una rivista tipo RID...), di immediata riconoscibilità, di tradizione.

Tuttavia, dovesse cambiare formato ne manterrei l'abbonamento.

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Sulla esistenza o meno di due blocchi contrapposti, dipende dalla visione che si ha della politica statunitense pre-Obama e delle sue conseguenze, ma in mancanza di recensioni e/o citazioni da essi, assumo, sulla base dei titoli, che non pochi articoli siano catalogabili nella categoria "geostrategia" e riguardanti possibili flashpoints quindi IT per la RM ed i suoi lettori; e onestamente, quando vedo un titolo come L'Italia e l'Europa viste dall'India devo per forza assumere che Alagi abbia letto e constatato un bassissimo (se non addirittura dannoso) livello qualitativo. (e va da se' che articoli come quello del Gagliano di ottobre 2012 li dovrei leggere per poter gudicare, per motivi noti, per me rientra nella categoria "panorama tecnico-professionale" (avendo perso il conto dei controvertici in cui sono stato in varia misura coinvolto...)

 

Forse la presenza di articoli di analisi politica è veramente un residuo della guerra fredda, quando la contrapposizione politica restringeva il campo delle "mazzette" (nel senso di giornali sottobraccio, o da far ritirare dall' ordinanza all' edicola) a disposizione degli Ufficiali....)

 

Sono d' accordissimo sul fatto che articoli sul management aziendale hanno poco a che spartire con le FFAA, per motivi estremamente ovvi.

 

Sulla storia Militare e Navale, credo di essere stato il primissimo a porre pubblicamente la questione della storicizzazione della IV Guerra di Libia, quindi materiale ce ne starebbe, se non fosse, che come accennato qua, si profila la V Guerra di Libia... la Storia della Marina Italiana non si è certo conclusa con la II GM (anzi, un articolo storico che avrebbe altissimo interesse storico-professionale sarebbe uno sull' episodio De Cristofaro-Mig libici del 1973....) ed in ultima analisi, non voglio certo sorpassare il diretto interessato in originalità delle ricostruzioni post-facto, ma sto da un po' chiedendomi se senza la celebre rilettura eretica del Cernuschi si sarebbe arrivato oggi al Vulcano....

 

Concludendo, mi sento di proporre di ampliare la proposta di Chimera di mandare una sintesi comune a firma ßsom sul formato della RM proponendo, visto come si sta evolvendo la discussione, di associarci una sintesi di critica costruttiva dei problemi di contenuto ed editoriali ?

 

Saluti,

dott. Piergiorgio.

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(...) quando vedo un titolo come L'Italia e l'Europa viste dall'India devo per forza assumere che Alagi abbia letto e constatato un bassissimo (se non addirittura dannoso) livello qualitativo (...)

A monte del livello qualitativo, ciò che io contesto a questi articoli è la scarsa attinenza con argomenti di maggior interesse navale - sia tecnico, sia storico - sia la loro tediosa pedissequità (o pedissequa tediosità).

Purtroppo, come ho detto, certe cose proprio esulano da ogni mio interesse, e non riesco a leggerle.

E quando i lettori cominciano a saltare a piè pari interi articoli (e altri, in questa sede, mi sembra lo abbiano detto più o meno esplicitamente...), per una rivista è un segnale davvero brutto.

E' come quando si smette di aver rapporti con la consorte (o fidanzata che sia): è indice di qualcosa di ancora più profondo che non va, e la separazione diventa ineluttabile.

Modificato da Alagi
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Concludendo, mi sento di proporre di ampliare la proposta di Chimera di mandare una sintesi comune a firma ßsom sul formato della RM proponendo, visto come si sta evolvendo la discussione, di associarci una sintesi di critica costruttiva dei problemi di contenuto ed editoriali ?

Beh, in effetti, Piergiorgio, l'obiettivo era proprio quello. L'ho presa un pò alla larga per evitare appunto critiche non costruttive e/o flames. Mi sembra però che la discussione per ora si stia dipanando in maniera si critica ma, a mio avviso, molto costruttiva. Quindi..... avanti tutta!!

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Il mio parere sarà di modesto aiuto perché mi sono "avvicinata" al mondo navale da poco, fatta eccezione del mio amore verso il Vespucci che invece è di lunga data. :wub::blush::rolleyes:

Le conoscenze perciò sono limitate anche in considerazione che “vado avanti” lentamente e non aiuta il fatto che qui in Trentino è difficile approfondire le conoscenze verso le cose marittime. :wink:

 

Sono abbonata alla Rivista Marittima da diversi anni e, non lo nascondo, non sono mai riuscita a leggere l'intera rivista. Pensate che all’inizio, questo ve lo confesso per farvi sorridere, dai primi numeri ritagliavo solo diverse belle foto di navi per custodirle gelosamente in un album :rolleyes: e poi apprezzavo soprattutto i supplementi. :smiley19: Gli articoli trattavano spesso cose "tecniche" che non conosco e perciò non capisco o che, di conseguenza, trovavo un po' "difficili".

 

La cosa che però mi dà soddisfazione, è che all'inizio dell'abbonamento praticamente leggevo solo alcuni dei supplementi, mentre negli ultimi anni, pur non essendo in grado di affrontare tutti gli articoli, la quantità di quelli che mi attiravano è andata crescendo. Segno (per me) che qualche conoscenza in più l’avevo.

Ultimamente, complice forse anche il poco tempo a disposizione, sono pochi gli articoli che mi ispirano e che leggo. :sad:

C’è da dire che io, proprio per la mia ignoranza, mi sto dedicando di più alle cose che “mi fanno conoscere” l’affascinante mondo marittimo, pertanto evito le trattazioni di strategia, di politica, quelle che parlano dei conflitti tra Stati, delle situazioni degli altri Paesi …

 

Arrivo ora alla domanda iniziale: il formato.

Dato che non la considero una rivista “da spiaggia”, la vedo molto bene così come è. Sembra quasi un libro; dà l’idea di un prodotto serio e che non ha scopi commerciali (la pubblicità una pagina sì e una no), appare proprio come un qualcosa di istruttivo, una cosa che non esaurisce l’utilità dopo il mese d’uscita.

Poi ovviamente se dovesse cambiare "veste" non sarebbe vincolante ... piuttosto che una bella scatola ma vuota, preferisco una scatola normale che abbia però un bel contenuto!

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allora, confortato anche da un confronto su alcune tematiche fuori ßsom con Alagi, dico quali sarebbero le mie opinioni su come rilanciare la RM:

 

la più audace è quella di proporre una rivista "parafulmine" ove dirottare gli articoli di cui viene "richiesta" all' esterno della Marina la pubblicazione (spero di non esplicitare cosa intendo) spostandoci anche i fondi per le prebende annesse agli articoli pubblicati, al limite, mantenendo alla RM un mero fondo "rimborso spese di ricerca" limitato al personale MMI. Qualcuno obietterà che il livello qualitativo potrebbe risentirne, però per esperienza personale conosco l' alto livello qualitativo della produzione intellettuale di gente motivata e convinta (motivazioni non necessariamente ideologiche, si badi bene)

 

Un altra cosa interessante che merita di essere valutata, è quella di fare (parzialmente) come il BdA, ossia pubblicare (anche) online (gratuitamente) i numeri pubblicati (non nascondo che qui ho un obiettivo conflitto d' interessi... chi sarebbe il primo ad avviare il mass-DL ? :biggrin: )

 

Come già fatto notare, una funzione degli organi "ufficiali" di una FFAA è anche quella di avviare la ricerca storica sui conflitti, che in non pochi casi andrebbero "incoraggiati" attraverso un "calcio d' inizio" delle stesse FFAA, specialmente qui in Italia ove non esiste una chiara definizione delle durata del segreto militare (siamo onesti, se Storia Militare o RID pubblicherebbero articoli sulla IV Guerra Libica o altri fatti d' arme recenti, il rischio di graticola e' altissimo....)

 

Sugli articoli tecnico-professionali, la RM (e credo le altre riviste di FFAA) sono il giusto complemento a RID, anche considerando la necessità di saper leggere tra le righe; mentre sul pensiero Navale (e militare) io sono da sempre dell' opinione che sono argomenti che, colle dovute cautele, vanno dibattuti anche fuori dai Quadrati (ed "interquadrati"); Sono ancora molto, anzi moltissimo, sorpreso nel constatare che il livello qualitativo generale della comprensione del pubblico generico Italiano delle cose militari sta avendo miglioramenti sorprendenti che andrebbero incoraggiati.

 

Alagi et.al. sottolineano che gli articoli discutibili vengono saltati a piè pari; e difatti noto (applicandolo solo al 2009) che la "compartimentazione" per tema degli articoli agevola, e non poco, questa procedura.

 

Ricordo, sul pdv. pubblicazione in edicola, un episodio altamente istruttivo: ad una fiera del Libro di Napoli (Galassia Gutemberg) gli spazi delle (allora) tre FFAA erano uno accanto all' altro; lo spazio dell' AMI era letteralmente preso d' assalto da giovini e meno giovini, e gli avieri letteralmente lanciavano a destra e sinistra intere annate della Rivista Areonautica in omaggio con sorrisoni soddisfatti a 32 denti a cui faceva contraltare il disappunto del personale MMI ed EI il cui unico interessato agli stand (ed ai Libri...) era il sottoscritto.... questa scena a cui ho assistito vale quanto interi scaffali sul tema comunicazione e propaganda, credetemi.

 

Credo di aver detto più che a sufficienza per stasera... principalmente sui pro e contro di una maggiore diffusione (in edicola) rispetto a una pubblicazione più dietro le quinte ma incisiva, credo.

 

Saluti,

dott. Piergiorgio.

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Ho notato con piacere che i sommari sono online dal 2013... anche se mi servirebbero proprio per un articolo di dicembre 2012:

 

La logistica dei combustibili durante la guerra di Libia
Ciro Paoletti

 

In attesa che il mio nodo di procurement viene risolto, mancando il sommario online ed essendoci state ben quattro guerre di Libia, qualcuno puo' specificare di quale si tratta ?

 

Saluti,

dott. Piergiorgio.

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Concordo con Alagi, anche se, per motivi forse anche 'sentimentali', ho rinnovato l'abbonamento (che faccio, piu o meno, dall'epoca da lui citata....)

 

Faccio una provocazione: a fronte di tutti questi articoli di cui (concordo) non si capisce l'utilità ma soprattutto lo 'stare' sulla Rivista, è possibile che le nuove unità multiruolo, di cui il CSM ha parlato in recentissime interviste, non siano MAI state prese in considerazione, o oggetto di un dibattito, sulla Rivista stessa?

 

Ecco, questo è quello che manca davvero. Che la Rivista torni ad essere 'l'organo', seppure anche informale, del dibattito della e sulla MM.

 

Oggi è diventata, più o meno, una rivista 'generalista';: e a quel punto, ci si compra Limes o Internazionale, che sono anche fatte meglio.

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Madmike, io ho la netta impressione che il dibattito alla fine approdato a nulla sulla polifunzionalità durante la progettazione del Cavour (da cui alla fine è emerso una Npa troppo classica, salvo la rampa automezzi laterale) abbia pesato su questo...

 

.. e onestamente, non è che si puo' mettere molto nero su bianco sull' "organo ufficiale" sulle implicazioni delle artiglierie "vulcanizzate", che non sono esattamente gradevoli per Stati Uniti e regno unito (tanto per cambiare...), specie considerando il loro controllo "indiretto" del procurement e sviluppo della MMI attraverso autorità esterne alla MMI troppo "compiacenti" (più chiaramente di cosi' non mi va di scrivere, scusate)

 

Per il resto, concordo pienamente che la RM deve essere l' "organo" della MMI, e non solo.

 

Saluti,

dott. Piergiorgio.

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Madmike ha pienamente ragione quando evidenzia che la RM non è più l'organo deputato al dibattito e al confronto anche acceso di idee. Lo era persino in regime dittatoriale.

Faccio un esempio banale, estraneo alla sempiterna querelle sul tipo di navi di cui dotarci.

Nel febbraio del 1940 il giovane CC Giorgio Giobbe - caduto l'anno dopo a Malta - pubblica sulla RM l'articolo Il veliero scuola. Forte della sua fresca esperienza di comandante al corso in Accademia, biasima il sistema (tuttora in vigore) delle navi scuola Vespucci e Colombo. Giobbe lamenta che a bordo l'allievo non è pienamente responsabilizzato in quanto, in fin dei conti, la nave è sempre saldamente nelle mani dello stato maggiore e dell'equipaggio.

Propone quindi un sistema alternativo: armare ogni estate una buon numero di piccoli velieri, con un tenente di vascello a far da comandante, pochissimi marinai e il resto allievi a fare sul serio i turni di guardia. Tutti in mare per due-tre mesi, e arrivederci.

La proposta, complice anche la guerra, cadde nel vuoto, ma se ho riesumato questo articolo - ma gli esempi analoghi potevano essere dozzine - è per porre un quesito: è verosimile, possibile, ipotizzabile oggi che sulla RM un ufficiale (ma forse anche un civile) pubblichi un articolo in cui si critica lo status quo?

Quello che fece grande la RM fu proprio la possibilità per i Buonamico e i Bernotti di fare proposte, analizzare criticamente la situazione, confrontarsi a volte anche in modo acceso. E ora?

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ipotizzabile oggi che sulla RM un ufficiale (ma forse anche un civile) pubblichi un articolo in cui si critica lo status quo?

 

beh, tra parentesi hai messo anche quanto più interessa a me...

 

Inoltre, come si colloca, dal pdv dibattito, una rivista, con i moderni (e non esattamente sicuri) mezzi di comunicazione ? questo dibattito su un quotidiano passerebbe almeno 1 giorno per la disseminazione, e su un periodico mensile (considerandolo come un protocollo store-and-forward) saremmo arrivati a questo punto del dibattito circa in autunno.... ed è per questo che caldeggio i dibattiti di politica militare e procurement qui su ßsom; i problemi ci sono stati in quanto moderare un forum in rete non è per niente comparabile al redigere delle rubriche pagina di lettere al direttore e discussioni (Alagi, scusa se ti tiro in mezzo, ma a mia conoscenza sei l' unico che ha conoscenza diretta di entrambe le attività: quindi mi farebbe piacere il tuo parere tecnico informato...)

 

Non escludo (avendo avuto modo di farmi un idea della sua forma mentis attraverso i suoi scritti) che il CV Rapalino miri proprio a questi commenti in modo da avere un solido sostegno per rimettere in carreggiata la RM (e, a margine, sul regime dittatoriale, rammento ai presenti che negli anni '30 la Rivista Militare venne chiusa) ma non dimentichiamoci che ha altre funzioni proprie di un organo, che non è tanto un "dare la linea" quanto di dare una voce per diffondere ed esprimere l' opinione, che attenzione, non significa fare un pronunciamiento ma porre all' attenzione e far capire problemi ed esigenze (apprò di funzioni di organo, nota marginale, che fine ha fatto, diciamo da meta' della decade scorsa, la sezione "movimenti negli alti gradi" ?)

 

a questo punto, la discussione formato e diffusione, rientra nel dibattito nostro, in quanto, se si vuole un ampia discussione non limitata agli "addetti ai lavori" quanto anche ai "cultori della materia", e anche al pubblico generale (ricordiamoci che uno dei rimodernamenti non più rimandabili è quello dell' intero comparto CIMIC e relazioni col mondo civile) e, parlando con franchezza, sto ottenendo risultati insperati nel far capire le FFAA e la Marina in un ambiente notoriamente difficile (che però ha non pochi punti di contatto nella forma mentis di base) ma non posso fare tutto da solo.... Una RM diffusa in edicola, a prescindere dal formato, e assumendo ripristinato il contenuto qualificativo è gia' un progresso considerevole, ma di quanto, considerando il considerevole cambiamento delle forme di comunicazione degli ultimi dieci-quindici anni ? a me sembra un punto difficile da valutare.

 

Saluti,

dott. Piergiorgio.

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Ripeto: il formato (che a me personalmente piace, ma sono un noto romantico) è ininfluente. Così come la diffusione in edicola, che avrebbe i problemi, peraltro, segnalati da Alagi (Rivista Aeronautica e Rivista Militare non hanno MAI avuto numeri soddisfacenti dalla distribuzione in edicola: perchè fondamentalmente soffrono degli stessi problemi).

 

O si cambia passo, tornando come detto a quello che la rivista era, o è destinata a morire di inedia.

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ed è per questo che caldeggio i dibattiti di politica militare e procurement qui su ßsom; i problemi ci sono stati in quanto moderare un forum in rete non è per niente comparabile al redigere delle rubriche pagina di lettere al direttore e discussioni (Alagi, scusa se ti tiro in mezzo, ma a mia conoscenza sei l' unico che ha conoscenza diretta di entrambe le attività: quindi mi farebbe piacere il tuo parere tecnico informato...)

 

Il problema dei forum è che situazioni di flame o di polemica in rete sorgono inaspettatamente e i moderatori si trovano costretti a intervenire a giochi fatti, talvolta con provvedimenti che devono essere drasticamente chirurgici.

Per una rivista è diverso, perché è la Direzione che decide a priori gli argomenti da trattare e pubblicare, e può filtrare il contraddittorio che da questi nasce, beneficiando - tra l'altro - dei tempi lunghi della pubblicazione (mensile nel caso della "Rivista Marittima").

Quindi, le due situazioni non sono comparabili e - a mio avviso - pensare di poter gestire con il medesimo modus operandi due realtà così diverse è errato e, all'atto pratico, sarebbe foriero di gravi problematiche.

 

 

 

Non escludo (avendo avuto modo di farmi un idea della sua forma mentis attraverso i suoi scritti) che il CV Rapalino miri proprio a questi commenti in modo da avere un solido sostegno per rimettere in carreggiata la RM (e, a margine, sul regime dittatoriale,

Speriamo che sia così, anche se "chi vive sperando, muore ecc. ecc."

 

O si cambia passo, tornando come detto a quello che la rivista era, o è destinata a morire di inedia.

 

Non posso che sottoscrivere quanto sopra: tutto il resto (dibattiti, aperture, verso l'esterno, maggiore pluralismo negli interventi ecc.) potrebbe seguire solo se la "Rivista Marittima" torna all'antico: così com'è, è sgradita alla stragrande maggioranza dei suoi lettori, che - altrettanto in maggioranza - sono di vecchia data e di "lunga navigazione".

 

-------------------------

Aggiungerò che da ex della Marina Miltare, da collaboratore della testata e da operatore del settore pubblicistico-navale non posso che essere dispiaciuto dai risolini, dalle battute e dai giudizi sostanzialmente negativi che - ormai da anni - girano negli ambienti ove trova diffusione la "Rivista Marittima" e ove, un tempo, era considerata una fonte primaria, una sede autorevole e un indubbio polo di interesse.

Anni fa, tutti aspettavamo con trepidazione l'arrivo del nuovo numero. Oggi, purtroppo, non più.

Modificato da Alagi
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Bene C.ti, grazie prima di tutto dei vostri autorevoli e apprezzati contributi di pensiero. Direi che è giunto il momento di sintetizzare il risultato di questo interessante sondaggio.

Da quanto è emerso chiaramente in questa discussione, il tradizionale formato della Rivista Marittima non sembra essere l'elemento più urgente da cambiare per il rilancio della pubblicazione. Anzi, se l'esigenza di cambiare formato nascesse da un ipotesi di vendita in edicola della Rivista, probabilmente la spesa non varrebbe l'impresa, come ci saggiamente fa notare il C.te Alagi. Del resto l'attuale formato, oltre a essere quello preferito dai tradizionalisti ha altri vantaggi, correttamente sottolineati nei vari contributi alla discussione, tra i quali quello di essere facilmente riponibile nelle librerie, facilmente trasportabile e compatibile con le cassette della posta dove viene inserita dai postini senza doverla piegare o sgualcire.

Il vero problema della Rivista Marittima non è quindi il formato, che tutto sommato piace, bensì l'attuale taglio editoriale, fortemente indirizzato verso argomenti di attualità e di geo-politica che non incontrano l'interesse di coloro i quali, amanti di"cose navali", seguono da tanti anni la rivista sottoscrivendone l'abbonamento. E questo è un punto non da poco. Se è vero che la Rivista "vive" grazie a poche migliaia di abbonamenti, una progressivo distacco degli abbonato dalla rivista stessa ne aumenterebbe le spese passive per l'editore (la MMI) che, in periodo di difficoltà economiche come questo, potrebbe essere costretto a rinunciare alla sua pubblicazione. Da qui l'idea della sua distribuzione in edicola dove però, fatti salvi gli enormi costi di distribuzione, si verrebbe a trovare in competizione con altre ben più diffuse e blasonate pubblicazioni di geopolitica, quali Limes o Internazionale, e contro questi "mostri sacri" poco potrebbe fare un formato più visibile ed attraente.

La Rivista Marittima per venire incontro alle esigenze dello "zoccolo duro" dei propri lettori ha urgente bisogno semplicemente di ridivenire se stessa. Anzi, di tornare alle origini quando le sue pagine erano un apprezzato forum di argomenti navali nonché fiorente palestra d'idee di tanti pensatori navali (in divisa o in borghese) anche nel periodo in cui la libertà d'idee non fu certo stimolata o tollerata.

Tanto assodato, mi rivolgo al nostro apprezzato Presidente perchè prenda in considerazione di far giungere, nei modi e con la forma che ritenga più adeguata, questo nostro piccolo contributo di pensiero alla Direzione della Rivista, non per polemica ma per l'attaccamento che tutti noi, romantici ed affezionati lettori, proviamo per la Rivista Marittima.

Un grazie a tutti coloro che hanno contribuito a questa discussione ed un saluto a tutti i comandanti della base

Ciao,

C.

Modificato da chimera
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Ecco: io non ho partecipato al "sondaggio" perché leggo RM troppo saltuariamente per "metter becco".

Ma ora che "les jeux sont faits" approvo non solo totalmente, ma "fuggo in avanti": chi mai ha avuto l' idea di cambiare il formato, quando le riviste attualmente "potenziali concorrenti" (volenti o nolenti) tipo Limes o simili, hanno adiottato alla nascita il formato Rivista Militare???? Cioè il pratico, simpatico formato "libro"?

( io semmai - e qui smazzo le carte... farei in modo di usare un format appena più piccolo (pochi mm), che possa essere più facilmente fotocopiato in A4... :wink: senza danno al diritto d' autore, che io amo!!! :tongue: - d'altra parte, gli appassionati fotocopiano un articolo che a loro serve, mica mercanteggiano nei mercatini del riuso le fotocopie integrali delle RM del 1998 o annate vicine... :laugh: )

Ma, come TUTTI hanno detto, il formato è l' ultimo dei problemi...

PS: complimenti a Chimera per l' ottima sintesi

Modificato da malaparte
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Mala, è vero che la mia raccolta si ferma al 2009, ma fino a quell' annata reputo che ci sta sufficiente bordo per fotocopiare senza tagliare fuori nulla... stampa e rilegatura non sono il mio campo tecnico, ma reputo che si capisca che si deve minimizzare il "truciolato" (per dire) e il formato, a quanto ne so, influenza questo costo più della foliazione...

 

Per il resto, concordo con chimera, e mi associo alla sua proposta di inviare alla RM il risultato. questo dibattito (che è una richiesta di articoli più cogenti e sede di dibattito)

 

Saluti,

dott. Piergiorgio

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Anche se CHIMERA ha dichiarato "chiuso" sostanzialmente il Topic da lui iniziato, mi accingo ad esprimere le mie valutazioni sulla RIVISTA MARITTIMA.

 

Ho letto con attenzione ed interesse tutti i vs pareri, ma in specialmodo quelli del mio Frà Maurizio/ALAGI e debbo dire che son sostanzialmente daccordo. Contrariamente a lui, però, io ho rinnovato anche per il 2013 l' abb.to più che altro per motivi sentimentali e con la speranza che il numero che arriva sia migliore del precedente...

 

In particolare io passerei al formato "A4" SOLO nell' ipotesi di risparmiare sui costi di stampa. In caso contrario l' attuale formato a me va benissimo.

 

Il punto son i CONTENUTI. Schematizzo per amor di brevità i miei "desiderata".

 

Per quanto riguarda gli ARTICOLI veri e propri darei maggior spazio a quelli di contenuto tecnico navale, storico navale e politico navale ed eviterei quelli citati dal mio Frà nel suo post n° 7 perchè a mio parere "snaturano" lo spirito del Periodico. Nella sez. storica della R.M. potrebbero trovare posto gli articoli del BOLLETTINO d' ARCHIVIO dell' U.S.M.M.

 

La R.M. è anche costituita da numerose (troppe...) RUBRICHE. Ecco quelle che manterrei:

 

1) Maggior spazio a LETTERE al DIRETTORE.

2) La Rubrica MARINE MILITARI dovrebbe esser presente in tutti i numeri.

3) Un adeguato spazio dovrebbe esser dedicato alla MARINA MILITARE come ai "vecchi tempi" in cui eran riportate le consegne e le radiazioni di Unità, le esercitazioni e le missioni estere, i movimenti negli Alti Gradi, le missioni Vi-Pe e quanto altro.

4)MARINE MERCANTILI

5)RECENSIONI di pubblicistica navale.

 

Tempo fa il C.te RAPALINO aveva proposto di "bimestrare" la R.M. Concordo con lui anche perchè forse in tal modo si potrbbe tornare ai pregevoli SUPPLEMENTI in forma cartacea e non più "on-line"

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Tanto assodato, mi rivolgo al nostro apprezzato Presidente perchè prenda in considerazione di far giungere, nei modi e con la forma che ritenga più adeguata, questo nostro piccolo contributo di pensiero alla Direzione della Rivista, non per polemica ma per l'attaccamento che tutti noi, romantici ed affezionati lettori, proviamo per la Rivista Marittima.

Un grazie a tutti coloro che hanno contribuito a questa discussione ed un saluto a tutti i comandanti della base

Ciao,

C.

 

Grazie a Chimera per avere iniziato e condotto il dibattito.

Certamente a breve sarà possibile far avere alla Direzione questi contributi, dettati tutti dall'interesse se non dall'affetto per una testata di così grande prestigio.

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  • 1 month later...

:ohmy: Sul numero di Giugno 2013, giunto in anticipo rispetto a quello di Maggio :wacko: ...c'è nientepopodimeno che una POESIA (! :wacko: !) dedicata alla COSTA CONCORDIA...

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:ohmy: Sul numero di Giugno 2013, giunto in anticipo rispetto a quello di Maggio :wacko: ...c'è nientepopodimeno che una POESIA (! :wacko: !) dedicata alla COSTA CONCORDIA...

Qualcuno porti i sali al C.te Alagi!!! :laugh: :laugh: :laugh:

Modificato da chimera
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numero di Giugno 2013, giunto in anticipo rispetto a quello di Maggio :wacko:

 

Mi ero "stupita" e "spaventata" anch'io all'inizio, poi per fortuna ho letto subito la comunicazione agli abbonati, nella primissima pagina, e ... attenderemo fiduciosi l'arrivo del numero di maggio!

Di certo nel frattempo hai visto anche tu quella nota, giusto? :wink:

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la rivista marittima è di tutti, tutti coloro che amano ed onorano la Marina (per me da quasi 50 anni): in un momento di crisi, e di autoreferenzialità è inutile abbandonarsi a commiserazioni: sentiamola nostra ed inondiamola di proposte e di collaborazioni!!!! certamente in questo forum esistono le capacità e le potenzialità, e certamente possono essere lo stimolo per una ripresa di collaborazioni di qualità dall'interno" dell' istituzione

rimbocchiamoci le maniche e diamo, ciascuno per il suo, il nostro contributo

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Pellicano, sulla crisi si è già discusso qui in altro thread (a cui ho partecipato poco, in quanto non avevo le ultime annate della RM, che quando sono arrivate, mi è bastata un occhiata per capire dove risiedeva il problema; riducendo la foliazione a 160 pagine era inevitabile che la percentuale non riducibile di articoli "di favore" superasse il livello di guardia (sono sicuro al 400% che appena ottenuti i 10 G€ uno dei primi provvedimenti sarà di ripristinare la foliazione almeno alle 200 pagine del 2009)

 

sulla tua idea di avanzare proposte di collaborazioni, non mi esprimo per l' ovvissimo conflitto di interesse.... (a parte che coll' attuale foliazione, articoli a mia firma sarebbero più dannosi che utili, anche se riconosco che una delle cause della mia prolissità è l' assumere che chi legge non ha grandi competenze in materia)

 

Saluti,

dott. Piergiorgio.

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il problema non è essere prolissi, si può anche "occupare" un' intero numero con un dibattito interessante .... non per fare il nostalgico, ma risalendo a (molti) decenni addietro esisteva un punto di raccordo tra storia, esperienza, spivolatura ed interesse delle giovani leve ... i dibattiti spesso avevano uno spunto a bordo, nelle ore di guardia, dove c' erano persone che ricordavano le proprie esperienze, anche di guerra vista la relativa vicinanza del periodo. C' erano stimoli, i mezzi di comunicazione ed approfondimento non erano tanti, ed i pochi che riuscivano, magari a corrente alternata, a proporre rivisitazioni od aggiornamento trovavano audience e venivano "divorati".

In accademia le lezioni di storia navale erano spessi episodi di vita vissuta, con gli stessi testimoni

tutto questo costituiva un' iniziazione culturale, a cui oggi si dovrebbe far fronte in altro modo, e qui una maggiore pubblicizzazione di canali paralleli, non ultimo il nostro forum, troverebbe un ruolo importante

la stessa RM non può ignorare che esistono forum e dibattiti in sedi non istituzionali, ma certamente vicine ....

Credo si debba (magicamente?) riaccendere una fiammella, tra necessità delle giovani leve professionali, che non siano autorefernziali ed autocelebrative, e disponibilità di persone, come quelle che frequentano questo forum che sono archivi viventi e memorie storiche.

Con queste divagazioni sono sempre più convinto della necessità di un' azione di forza, se no la redazione, con poche opzioni, farà riscorso a quello che sempre meno dispone. recensioni, "refritti", sintesi di tesi di laurea 8quando va bene) ecc ecc, sino alle stesse poesie.

meglio essere didattici e prolissi che ... il vuoto

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Sulla poesia, bisognerebbe leggerla prima di gudicare; credo che su Cadorna una poesia valga più di una monografia di 1000 pagine su Caporetto, per intenderci.

 

Ho già fatto notare che la quantità di "articoli di favore", come li chiamo io, è fisiologica in una pubblicazione di un Ente dello stato (quale è una FFAA) e se è possibile ridurre la foliazione, è difficile ridurre il numero di raccomandazioni provenienti da ministri, sottosegretari ecc. che sollecitano ed insistono per il favore di pubblicare il lavoro del "giovane e promettente collaboratore/parente/funzionario di partito" (e con questa esplicitazione spero che si chiuda il punto "articoli di favore")

 

Sulla funzione propra di organo che dici te, il punto è che si deve recuperare non poco ritardo sul fronte comunicativo, sia interno che esterno (chi scrive sa per constatazione diretta che esiste un ampio margine di dialogo e critica construttiva colla sinistra antagonista...) e reputo che alcune delle rubriche intermittenti (se non soppresse) sono più indicate per il web che per una rivista mensile (non sempre puntuale...) e ci sono circostanze in cui "la linea" andrebbe modificata giorno per giorno (non che si debba fare un "contrordine, compagni !", ma, ad esempio, una Nave oltremare in circostanze in cui la sicurezza delle comunicazioni militari pare dubbia, l' utilità di pagine web pubbliche diventa evidente; un commento o pubblica notizia da Palazzo delle ancore sulla situazione locale aiuta.) e francamente, oggi non si puo' fare affidamento alla stampa generalista per cose di questo tipo.

 

Il dibattito comune è una bella gatta da pelare; a meno di barricarsi in una intranet isolata (rinunciando alla componente esterna e al contribuito di SM e gente su Navi in mare) i recenti sviluppi sull abuso da parte di una precisa maggiore potenza delle comunicazioni pubbliche internazionali impongono serie cautele nei dibattiti e riduce, e non di poco, l' azione di eventuali "think tanks".

 

concludendo, non è solo la RM, ma l' insieme delle comuncazioni interne ed interne che va amalgamato, e bene.

 

Saluti,

dott. Piergiorgio.

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  • 3 weeks later...

:ohmy: Sul numero di Giugno 2013, giunto in anticipo rispetto a quello di Maggio :wacko: ...c'è nientepopodimeno che una POESIA (! :wacko: !) dedicata alla COSTA CONCORDIA...

 

La RM non è nuova a trattare di arte, come ad esempio - mi dicono - per i pittori di marina.

La poesia è una forma di arte, anche se, stavolta, si tratta di un caso inedito per la RM. Almeno a mia memoria.

La propongo ai C.ti non abbonati:

 

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Tratto da: Rivista marittima - giugno 2013 (pag. 100 - 102)
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Non nascondo di essere perplesso.

Quanto pubblicato dal com.te Chimera mi porta a tre ordini di considerazioni:

- E' vero che la manovra dell'innominabile comandante della Costa Concordia viene definita, ritengo eufemisticamente, "evitabile"; tuttavia, accomunare il disastro del Giglio a quelli del Titanic e del Lusitania mi sembra quanto meno opinabile. Gli affondamenti dei due liners inglesi hanno una loro epica tragicità, in parte dovuta ad una serie di concause riferibili anche allo "stato dell'arte" della tecnica della navigazione di un secolo fa: inoltre, i due comandanti - sicuramente meno responsabili di quello della Costa Concordia nella perdita delle loro unità - non abbandonarono la nave prima del tempo mettendo in pessima luce tutta la marineria del loro paese di appartenenza.
Si tratta comunque di un'opinione che, anche perché riferita ad una tematica artistica, va rispettata in quanto espressa da una persona preparata e bene addentro al settore pubblicistico-editoriale.

- Non sono un "professional" nel campo della letteratura e della poetica, ma - se devo essere sincero - la poesia, oltre che troppo lunga non mi sembra particolarmente accattivante dal punto di vista dell'estetica letteraria e della metrica. Temo che Ungaretti o Montale, al cui stile mi sembra l'autrice abbia voluto riferirsi, avrebbero inorridito al riferimento ad una "bottiglia di champagne" in una poesia in italiano. Senza contare che, nel varo delle navi battenti bandiera italiana, di solito si usa il più classico (e autarchico :biggrin::laugh:) spumante. :happy:

- Infine, sull'opportunità - o meno - di pubblicare sulle pagine della Rivista Marittima contributi di questa peculiare e, sotto taluni aspetti, sconcertante tipologia mi avvalgo della facoltà di non rispondere.

Modificato da Alagi
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Non nascondo di essere perplesso.

 

- Infine, sull'opportunità - o meno - di pubblicare sulle pagine della Rivista Marittima contributi di questa peculiare e, sotto taluni aspetti, sconcertante tipologia mi avvalgo della facoltà di non rispondere.

:unsure: CONCORDO :wacko: ...

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non mi sembra particolarmente accattivante dal punto di vista dell'estetica letteraria e della metrica.

Più che altro, diciamolo, anzi lo dico io assumendomene la responsabilità, è di una bruttezza imbarazzante: banalità linguistica e contenutistica difficilmente raggiungibile... Tre pagine (tre!) sprecate. Non ho proprio capito il richiamo a Conrad e Melville. Lasciamoli stare, per carità!
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Ad esclusione dei collaboratori della "Rivista Marittima" ancora in vita tra quelli citati più sopra, tutti gli altri - in aggiunta ad una schiera ancora più vasta e non nominata - si stanno rivoltando nella tomba.

Cara Valeria, ora si rivoltano anche Conrad e Melville.

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Pur dalle neghittose cime dolomitiche mi pregio riportare il seguente saggio del M° F.M. Sardelli sui canoni fondamentali della poesia moderna (da Proesie, vol. I)

Sottolineo la corrispondenza perfetta coi canoni 3 (pittura), 4 (gabbiani/bambini) e 9 (ispirazione tratta dalla cronaca), oltre al resto naturalmente.

 

Come diventare poeti contemporanei (o odierni)

  1. Poiche' la poesia classica con i suoi metri, ritmi, forme, retorica, e' stata fortunatamente distrutta da un centinaio d'annetti, il poeta moderno dovra' scrivere in semplice prosa con l'unica accortezza di andare spesso a capo.
  2. In assenza di qualsiasi norma metrica e ritmica, i versi si formano col sistema Randazzo (grazie al quale si va a capo a c***o).
  3. Sarebbe opportuno che il poeta moderno fosse di sesso femminile, ossigenato e molto truccato, e che possibilmente si dilettasse di pittura floreal-informale (o decoupage), sussidii assai utili all'affinamento della sua sensibilità poetica.
  4. Il poeta moderno avrà cura d'osservare che nei suoi componimenti compaiano con una certa frequenza i seguenti lemmi: anima, blu, infinito, gabbiani
  5. Dovrà il poeta moderno, se di sesso maschile, indossare una giacca a quadri, avere il collo cinto da un foulard e non consentire mai che le forbici attentino ai capelli che crescono nella regione occipitale.
  6. Avendo ben chiaro il poeta moderno d'esser rimasto l'unica coscienza vigile di questo crudo mondo, egli assumerà negli incontri pubblici, durante le letture, nelle interviste, l'aria più seria e sofferente possibile.
  7. Il poeta moderno, riflettendo che Virgilio, Tasso e Leopardi hanno già espresso in forme sublimi i grandi concetti universali che stanno alla base della vita umana, trarrà la sua ispirazione da soggetti più moderni come urgenza della pace nel mondo (o della guerra), frastuono di traffico automobilistico, conquista della luna, gara di motocross, fame nel mondo/Madre Teresa (ma anche Papa va bene), televisione, cibi geneticamente modificati (dove andremo a finire), gabbiani.
  8. Per ottenere il massimo dell'originalità e tentare cosi' di distinguersi dagli altri poeti moderni, il poeta moderno dovrà fuggire qualsiasi metro, conoscenza delle forme, strutture sintattiche, grammaticali e logiche, potendo egli inventare liberamente neologismi (secondo il sistema Randazzo), deformare le parole secondo il suo estro creandone nuove o innestandone vecchie tra loro, introdurre cacofonie, trascrizioni dei suoni più vari come quello del missile, del citofono dopo la pioggia, dell'autobus, del rutto.
  9. Per non corrompere la purezza della propria Weltanshauung e per non inquinare le veritiere percezioni che gli son porte dalla sua profonda sensibilità, il poeta moderno dovrà lasciar fluire i propri pensieri sulla carta così come vengono, conscio del fatto che solo in tal modo la sua poesia conserverà intatta la grandezza delle proprie intuizioni. Esempio: se il poeta moderno fosse rimasto turbato dai terribili fatti di sangue che avvengono nel mondo e volesse che da questo suo vibrante sentimento scaturissero versi immortali, basterà' che scriva sul foglio, di getto, le parole che ha udito al telegiornale ("guerra", "bambini", "sangue", "morti", etc) e le misceli - sempre secondo il sistema Randazzo - con i soliti termini poetici di repertorio (anima, infinito, occhi, scavare, gabbiani, etc). Ne verrà fuori un meraviglioso carme di forte attualità: "Guerra / che scavi / nel profondo dell'anima / negli occhi / di un bambino / come un gabbiano / nell'infinito / insanguinato". Per quanto possa sembrare prodigioso, il risultato artistico-espressivo non cambia se si mescolano le parole in altre combinazioni. Esempio: "Anima / insanguinata / d'un bambino / che scava / nella guerra / con gli occhi / d'un gabbiano", e cosi' via.
  10. Essendo qualsiasi struttura logico-sintattica del tutto molesta per gli alti scopi del poeta moderno, dovrà egli curarsi soltanto del puro suono delle parole, assemblando secondo il suo estro ora le sibilanti, ora le affricate, ora le flatulenti o le smandrappate. Anche raggruppare le parole sul foglio secondo determinate forme grafiche costituisce un formidabile ausilio espressivo: molto apprezzate sono le poesie a fiore, a ombrello aperto (se parlano di pioggia), a mitragliatore (se parlano di guerra), a rondine, a gnu, ad autoscuola, a gabbiano.
  11. Sebbene il poeta moderno rifiuti come leziosa ogni forma e struttura antica, pure egli non rinuncerà all'impiego intensivo d'arcaismi ed apocopi, trovando nettamente più poetico scrivere "stillano" anzichè "gocciolano" e "volar" anzichè "volare". Esempio: Odi nell'infinito / mille gabbiani volar / sui cilestrini lidi; oppure: D'ostro arcan / le tue guance eburnee / sembran gabbiani / che volan / nell'infinito, etc.
  12. Dovrà infine il poeta moderno lamentarsi dell'insensibilità della nostra era materialista ed aridamente tecnologizzata in cui la fantasia e la poesia sono oppresse ed in cui il poeta e' costretto a doversi dimolto frugare per pubblicare le proprie opere a sue spese presso la Tipografia "Denaro & Arte" di Malaguti Bruno e Bargigli Renzino, lamentandosi, durante l'esazione dei 780 euri per il volume in brossura "I Gabbiani dell'anima", che l'arte e' ormai vilipesa e che l'opera sarebbe dovuta apparire nei Meridiani Mondadori se non fosse stato per quell'operazioncina d'ernia che l'ha bloccato due mesi e allora hanno preso Luzi ma anche lui cià' poco da ridere, tanto il Nobel glielo stirano.
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Mi associo alla standing ovation per il M° Sardelli (che mi onora della sua amicizia) e, ahimè, mi trovo costretto a ricitarmi:

(...) se nell'ambito di questa scelta devono venire privilegiati articoli insulsi o assurdi o - peggio - scritti dal raccomandato o dalla raccomandata di turno (...)

Ecco, appunto.

Modificato da Alagi
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Dopo lettura diretta, di cui ringrazio Chimera, sono dell' opinione che il suo posto naturale starebbe nel Notiziario della Marina (apprò, esiste ancora ?) a prescindere da eventuali connessioni, amicizie o conoscenze dell' autrice. Quindi concordo con Malaparte che sono 3 pagine su 160 sprecate. (e lo sarebbero state anche con una foliazione di 200 o 232 pagine..)

 

Però va detto che Rapalino ha mantenuto bene in mente la ferma condanna senza se e senza ma all' innominabile, a prescindere dalle circostanze (su cui non faccio illazioni) intorno alla pubblicazione della poesia.

 

Saluti,

dott. Piergiorgio.

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Licenza poetica.

:unsure: Mettiamola così... :wacko:

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  • 2 months later...

Carissimi C.ti,

come preannunciato dal Direttore nei precedenti numeri della RM, sul fascicolo di ottobre è stato pubblicato un questionario rivolto ai lettori della pubblicazione.

Lo posto, di seguito, per i lettori saltuari e per coloro che non avessero ancora ricevuto il numero di ottobre:

 

f1hr.jpg
oo8p.jpg
Non resta che aderire con entusiasmo a questa bella iniziativa della direzione della RM illudendosi (ma compiacendosi dell'idea) che essa, forse, è anche un po' merito nostro.... :smile:
Ciao,
C.
Modificato da chimera
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