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Uso Dell'inglese Nel Forum


Alagi

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Da un po' di tempo ho notato che - nelle varie discussioni sul nostro forum - vengono sempre più utilizzate parole, terminologie e sigle tratte dall'inglese anziché dall'italiano.


Ora, se un termine in una lingua straniera è assolutamente necessario per far comprendere con precisione un concetto, ben venga il suo impiego: però mi sembra che ultimamente si stia esagerando... L'ultimo e più recente esempio (risalente a ieri) è tratto dalla sezione "Quiz - personaggi", ove leggiamo la seguente indicazione:


" (...) partecipò alla ww1 e ww2, comandò due cruiser, 2 divisioni di submarine, 3 flotille submarine, (...) ".


Fermo restando che ognuno è libero di fare come preferisce - ci mancherebbe! - personalmente mi sembra però davvero troppo (oltre che ridicolo), anche perché in innumerevoli altri post siamo costretti a leggere "destroyer" invece di "cacciatorpediniere", "guided weapons" anziché "armi teleguidate", "combat aircraft" invece di "velivolo da combattimento" ecc. ecc. ...


Siamo arrivati al punto di dover addirittura leggere (testuale): "La portaerei Cavour, dell'Italian Navy".


Poi, se proprio si devono usare delle sigle, al posto di "ww1" e "ww2" perché non usare i corrispondenti italiani "1a g.m." e "2a g.m."?


La mia impressione è che - spesso - questo modus operandi dipenda da sconsiderati "copia e incolla" da siti in inglese, o dalla mancanza di volontà, quando un piccolo sforzo consentirebbe di tradurre perfettamente in italiano taluni termini inglesi.


Non credo sia un problema di ignoranza, perché quasi sempre l'uso di queste parole è logico e contestuale al ragionamento ma - sinceramente - mi sembra che certi eccessi andrebbero evitati, per facilitare chi non sa l'inglese e per non esporre al ridicolo non soltanto chi li scrive, ma un intero topic e, di conseguenza, tutto il forum.


Modificato da Alagi
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beh, nel caso del quiz, usare la denominazione inglese (americana) dei comandi di flottiglia è corretto, trattandosi appunto di un Ufficiale della USN, un po' meno "Cruisers". ww1 e ww2 sono comode scorciatoie stenodattilografiche alla tastiera (che tralaltro, differisce da quella delle macchine da scrivere proprio nello scambio tra la W e la Z...)

 

sul lessico tecnico, beh, credo che sai che mantengo la distinzione tra radiolocalizzatore e radiotelemetro, per la felicità di diversi C.ti che mi tengono nel mirino :laugh:

 

sui CCTT moderni, si potrebbero versare fiumi di parole (a prescindere dal caos globale sulla tipologia delle Navi...) e comunque, l' uso di "caccia" non mi convince molto, anche se ha senso nel contesto di una Nave da difesa aerea d' aerea <---fate voi :wink: in quanto appunto è un cacciatore sia in senso areonautico che in senso venatorio :rolleyes: e in ogni caso, hai un idea di cosa significherebbe chiedere al Parlamento "servono nuovi Distruttori" ? :tongue:

 

Concordo sulla stigmatizzazione del termine "Italian Navy" fuori contesto linguistico...

 

... d' altro caso, esistono ancora tracce del mal uso di un secolo fa di tradurre in Italiano persino i nomi di Navi (il caso più clamoroso per la sua persistenza è il "Szent Istvan" noto a troppi Italiani come "Santo Stefano"....)

 

Saluti,

dott. Piergiorgio.

 

EDIT: sostituito, dopo ponderazione :rolleyes: "concorso" con "quiz"....

Modificato da dott.Piergiorgio
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:rolleyes: e in ogni caso, hai un idea di cosa significherebbe chiedere al Parlamento "servono nuovi Distruttori" ? :tongue:

Difatti, la traduzione italiana di "destroyer" è "cacciatorpediniere".

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articolo 739 dell'ordinamento militare (ex art. 43 c.d.m.): in servizio è obbligatorio l'uso della lingua italiana, tranne nei casi di servizio a carattere internazionale.

 

Potrebbero inserirlo anche nell'ordinamento dei giornalisti...

 

...pensieri seccati di uno che non sopporta gli anglicismi/francesismi/fate voi inseriti sempre più spesso ed ingiustificatamente nella lingua italiana.

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Potrebbero inserirlo anche nell'ordinamento dei giornalisti...

 

...pensieri seccati di uno che non sopporta gli anglicismi/francesismi/fate voi inseriti sempre più spesso ed ingiustificatamente nella lingua italiana.

 

alcuni giornalisti dovrebbero prima fare pace con Dante e Manzoni! ma soprattutto tornare a fare il lavoro per cui sono utili: riportare notizie senza pendenze di interesse privato o politico. :wink::biggrin:

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Al di là del fatto che wwi e wwii sono utili per ricerche internet e quindi vengono (forse) più naturali dei corrispondenti italiani, condivido quanto espresso dal Cte Alagi. Aggiungo inoltre che parole straniere andrebbero scritte in corsivo, a meno che non siano di uso comune e da considerarsi acquisite nella lingua italiana.

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"La portaerei Cavour, dell'Italian Navy".

Perdonami Alagi,

Sicuramente condivido ogni tua singola parola... :smiley19: permettimi però di dire che non dovevi ... :blink:

si, non dovevi "svelare" che Navy possiede una poraterei... :blink::rolleyes::biggrin::laugh:

Sai quanti mi chiederanno di farci un giretto??? :wacko:

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Condivido al 100% quanto evidenziato da Alagi

 

 

da base artica, marco

 

 

......................... :smiley19::smiley19: !

 

semo o no a casa nostra ??

 

parliamo come mangiamo :biggrin: e ..beviamo :smiley27: .

 

saluti marco

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Condivido anch'io quanto detto da Maurizio, anche se mi preme sottolineare che spesso vedo traduzioni alquanto creative e fantasiose di termini stranieri coniati per identificare oggetti e situazioni specifiche, che sarebbe meglio riportare nella lingua originale piuttosto che lanciarsi in pindariche interpretazioni nostrane.

 

In questo senso mi vedo allineato con Massimiliano che suggerisce l'uso del corsivo per evidenziare l'utilizzo del termine estraneo al nostro idioma ma preciso e indicato rispetto al contesto affrontato.

 

Noto comunque anch'io una crescita preoccupante (se non sbaglio dovrei scrivere esclalation), dell'uso di termini stranieri, probabilmente indotta dall'utilizzo sempre più frequente dei mezzi di comunicazione sociale (anche in questo caso avrei dovuto scrivere social networks), che avvicinano i giovani alle lingue più diffuse e utilizzate nelle reti telematiche (ancora, web ovvero internet!).

 

Meno male che ci siamo ancora noi vecchietti a difendere la nostra italianità... :doh:

Modificato da sertore
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Nei quiz risulta talvolta normale, visto che cercando foto affini al quesito ; per non sbagliare a scrivere il nome dell'unità o luogo , personaggio; o chi che sia. VIene quasi naturale il copia e incolla della didascalia. Purtroppo il modno è anglofono e pure le descrizioni l' 80% delle volte lo sono.

 

Buona GIornata SB

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E' un altro vizio da perdere, assieme a quello di pubblicare link ad articoli e contenuti esterni al forum senza un riassunto per quelli che, avendo una connessione lenta, non hanno voglia o tempo di attendere l'apertura di una pagina esterna che può anche essere particolarmente pesante e quindi lunga da caricare.

 

Nello specifico, l'uso di termini inglesi alla moda al posto di quelli italiani ancora ben vivi e vegeti ma meno "smart" ( :laugh:) denota una ricerca di originalità e impatto informativo che possiamo benissimo lasciare agli strilloni dell'informazione di massa. Non ne abbiamo bisogno, non dobbiamo attirare allocchi al baraccone adeguandoci all'imperativo categorico del sembrare "up to date" con l'uso improprio di termini stranieri.

E comunque, se questa tendenza nei media continuerà, presto farà sensazione il giornalista che scriverà "un gruppo di esperti" al posto di "un team di esperti" o (orrore massimo) "una task force di esperti".

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Penso che una lingua viva si evolve continuamente e si arricchisce senza problemi di parole nuove o straniere.

Ciò è un bene quando queste effettivamente servono ad esprimere concetti nuovi.

Il Devoto Oli, apprezzato vocabolario della lingua italiana, spiega anche come mettere al plurale correttamente le parole straniere importate nella nostra lingua.

Ci sono però due comportamenti sbagliati i quali sono stati ben evidenziati da Alagi e da Secondo Marchetti.

Il primo segnala l'uso ingiustificato di parole straniere al posto di italiane con lo stesso significato, quindi la parola straniera non esprime nessun concetto nuovo.

Il secondo individua una moda, un vezzo dei parlanti di oggi, i quali si vestono di modernità parlando una lingua che somiglia ad un fritto misto. Cercando di sembrare moderni e tecnologicamente avanzati si finisce per confessare una scarsa conoscenza e rispetto della propria lingua.

Una volta accertato che le lingue si evolvono per loro natura e fanno proprie parole straniere senza tanti drammi (si pensi a parole come sciabola, camion, computer ecc. entrate nella nostra lingua ed accettate da tutti), cos'è che oggi disturba? Penso sia la velocità con cui entrano nuove parole, più di quelle che naturalmente siamo capaci di assorbire, come dire: la lingua assorbe ma lentamente, mentre il mondo di oggi avanza rapidamente, forse troppo per alcuni.

Ciao,

Antonio

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Questo è quello che diceva la PFM, anni fà, sul problema dei barbarismi

 

http://www.youtube.com/watch?v=sconk2zXiw0

 

Cerco la lingua
La lingua che scorre
Che e dolce
Che rotola magica e folle

Dentro il cevello
E nella saliva
Rivolta le note
Spalanca la gola
Nei linguaggi delle strade delle osterie
Nell'inchiostro dei dialetti che non vien via

Cerco la lingua
Arrossata dal vino
Sbiancata dal sale
E dal fumo orientale

Dentro nei libri
E nelle canzoni
Rivolta il pensiero
E l'accento straniero
Alfabetto fatto di musica
Suono acceso sotto la cenere

Cerco la lingua
La lingua che scorre
Che e dolce
Che rotola magica e folle
Frasi fatte di musica
Suono acceso sotto la cenere

Lingua che mai ci metta a disagio
Che cambi ritmo
Che si lasci spezzare
Accarezzare
Che ci aiuti a dire le cose!

Modificato da Iscandar
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Un amico una volta mi ha fatto notare che l'italiano ha, non mi ricordo più quante esattamente, migliaia di parole. E' una delle lingue con più parole ed ognuna ha uno specifico significato quindi è opportuno usare la più adatta, perchè certamente tra quelle migliaia ce n'è una migliore di un'altra.

 

Da allora ogni tanto apro il vocabolario e ... curioso un po'. Spesso mi ritrovo a cercare tra i sinonimi e così ho scoperto :rolleyes: che effettivamente molte volte con una sola parola si può esprimere un concetto che altrimenti richiederebbe una frase!

La stessa cosa l'ho notata nei libri di Clive Cussler. Mi sono chiesta come faceva a "catturarmi" anche solo con poche frasi ... spesso vengono usate parole che da sole descrivono già la situazione, intendo dire che quella specifica parola ti fa già immaginare l'intera scena ed è solo una parola!

Quindi ... ben venga l'italiano!

 

Molti giornalisti e conduttori di telegiornali e programmi dovrebbero prima di tutto fare un corso di italiano, sia per i tempi dei verbi che usano, sia per le parole ... la tv dovrebbe insegnare e non "far disimparare" :blink:

E tornando a noi e al titolo di questa discussione ... se non sono strettamente necessarie, le parole starniere è meglio non usarle.

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affrontando da una diversa angolazione il problema, io reputo, restando in ambito indoeuropeo, che le lingue latine (o romanze, che dir si voglia) siano molto più versate alla comunicazione umanistica, mentre quelle germaniche siano più portate alla comunicazione tecnica (se ci si fa caso, la massima parte dei mix linguistici citati qui è attorno a termini tecnici...)

 

Saluti,

dott. Piergiorgio.

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Ieri sera al tg5 si è accennato allo stesso discorso ... l'inglese che sta "invadendo" l'italiano ... o è l'argomento di moda :laugh: o qualcuno ne ha piene le tasche :biggrin: oppure ... che qualcuno sbirci in Betasom? :ph34r:

Mi è sembrata proprio una strana casualità, :dry: ma forse è proprio solo quello!

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Dovrei quotare tutti quanti, ma non ne sono capace.

Di lingua Italiana, non credo di poter dare lezioni, e nemmeno consigli.

Giusto trent'anni fa, fresco fresco al terzo anno di ingegneria navale, a Genova,

ho iniziato a frequentare le Lezioni del Prof. Alberto Lomeo.

L'esame aveva il titolo aulico " Tecnologia della Nave": struttura, impianti, nomi e cognomi di oggetti e parti della Nave.

Il sant'uomo ( santo perchè aveva a che fare con trenta besughi, di cui metà appena arrivati dai Corsi Normali GN di Livorno, e l'altra metà come me, nati borghesi per soffrire a lungo), si dilungava nello spiegarci, come se allora lo potessimo capire, come fosse ricca la nostra lingua , e come fosse povera invece quella "Albionica".

Chi ha la rarissima "Malattia del Ferro" come me, sa che ogni singolo particolare della struttura di una nave ha un suo nome in Italiano, mentre con lo stesso "verso" in Inglese si indicano, malamente, anche tre oggetti diversi.

Non possiamo farci nulla: è così!

Adesso, a cinquant'anni passati, inizio ad intravvedere come una lingua che specifichi BENE un oggetto sia essenziale per fare ragionare in modo preciso.

Altrimenti diventiamo tutti dei biscazzieri: "scommetto, che avrà voluto dire questo...."

Penso, e credo fermamente, che un forum sia nato per comunicare.

E non serve essere stato un RT per sapere che la precisione nel passare il messaggio è l'essenza stessa della Comunicazione.

Personalmente posso mettere a disposizione qualche "sacro testo" scannerizzato agli inizi del Secolo passato ( quando noi vecchietti siamo nati, per intenderci) per fare vedere, anzi toccare con mano, quanto il miglior Italiano Tecnico possa polverizzare qualsiasi lingua straniera.

A parte , per chi ha avuto la fortuna di usare la loro "Documentazia", quella Russa.

A voi la palla. Chi non è d'accordo si faccia sotto.

Buon week end.

Modificato da Redstorm
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Un amico una volta mi ha fatto notare che l'italiano ha, non mi ricordo più quante esattamente, migliaia di parole. E' una delle lingue con più parole ed ognuna ha uno specifico significato quindi è opportuno usare la più adatta, perchè certamente tra quelle migliaia ce n'è una migliore di un'altra.

 

Da allora ogni tanto apro il vocabolario e ... curioso un po'. Spesso mi ritrovo a cercare tra i sinonimi e così ho scoperto :rolleyes: che effettivamente molte volte con una sola parola si può esprimere un concetto che altrimenti richiederebbe una frase!

La stessa cosa l'ho notata nei libri di Clive Cussler. Mi sono chiesta come faceva a "catturarmi" anche solo con poche frasi ... spesso vengono usate parole che da sole descrivono già la situazione, intendo dire che quella specifica parola ti fa già immaginare l'intera scena ed è solo una parola!

Quindi ... ben venga l'italiano!

 

Molti giornalisti e conduttori di telegiornali e programmi dovrebbero prima di tutto fare un corso di italiano, sia per i tempi dei verbi che usano, sia per le parole ... la tv dovrebbe insegnare e non "far disimparare" :blink:

E tornando a noi e al titolo di questa discussione ... se non sono strettamente necessarie, le parole starniere è meglio non usarle.

Gentile Amica,

se ti è capitato di leggere , visto il tuo genere preferito, qualche Libro dei primi di Tom Clancy, oppure di Patrick Robinson, e se hai avuto la fortuna di trovarlo anche in lingua originale, hai per caso avuto avuto la stessa delusione che ho provato io?

Intendo dire: se lo hai letto prima in Inglese e poi in Italiano, hai scoperto anche tu che metà del successo, al di là della bellezza della storia raccontata, era dato dalla bravura del traduttore?

La solita frase " two running, hot straight and normal..." tradotta bene in Italiano, ha uno spessore differente.

Te li senti arrivare addosso!

Oppure no?

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Un amico una volta mi ha fatto notare che l'italiano ha, non mi ricordo più quante esattamente, migliaia di parole. E' una delle lingue con più parole ed ognuna ha uno specifico significato quindi è opportuno usare la più adatta, perchè certamente tra quelle migliaia ce n'è una migliore di un'altra.

 

Da allora ogni tanto apro il vocabolario e ... curioso un po'.

Che diotibenedica...le parole non sono numericamente accertabili, diciamo che si può arrivare sulle 250.000 (infatti mi fanno ridere quelli che rimangono sconvolti dalla quantità di parole del giapponese o del cinese... lo so, è una battuta!) La cosa terrificante è che da uno studio recente (prendetelo con le molle, vado a memoria) risulta che gli studenti UNIVERSITARI italiani ne usano circa 3000... A pelle, per quel che vedo e sento in uno dei migliori istituti tecnici della regione (classifica LUISS 2012)credo ne usino meno. Molto meno.

 

, sa che ogni singolo particolare della struttura di una nave ha un suo nome in Italiano, mentre con lo stesso "verso" in Inglese si indicano, malamente, anche tre oggetti diversi.

Non possiamo farci nulla: è così!

Però a quanti pare gli inglesi tra loro si intendono (e ottengono...) .

Magari dipende dal fatto che la lingua inglese ha avuto uno sviluppo più o meno omogeneo da alcuni secoli (ho detto più o meno!), mentre qua, per quanto riguarda la tecnica, non ci fossero stati i mai abbastanza santificati manuali Hoepli di fine sec.XIX (che sono stati determinanti sulla storia linguistica d'Italia) saremmo ancora a confonderci?

Il fatto è che in campo tecnico (ANCHE tecnico...diciamo scientifico in generale) l'italiano come lingua cOMUNE non esisteva, e ha dovuto essere "creato a tavolino" fondendo i vari dialetti e linguaggi (il mitico toscano non poteva essere utile a tutto! in Toscana non c'erano zolfatare, abetaie...nè era famosa per gran cantieri navali...)

E mi guardo bene dall' entrare nel merito del linguaggio tecnico navale...

Modificato da malaparte
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La solita frase " two running, hot straight and normal..." tradotta bene in Italiano, ha uno spessore differente.

Te li senti arrivare addosso!

Oppure no?

 

 

E mi guardo bene dall' entrare nel merito del linguaggio tecnico navale...

A mio avviso, il linguaggio tecnico navale italiano, come pure il "gergo navale" della nostra lingua hanno un loro indubbio fascino.

E' chiaro che - nello specifico ambito navale - gli scrittori e gli autori anglosassoni sono, in media, molto precisi e preparati.

Il problema, per l'editoria italiana, è quello dei traduttori, che si cerca sempre di pagare poco (e che quindi sono spesso persone volenterose ma per nulla addentro alle tematiche del volume che stanno traducendo). Poi, sempre per risparmiare, le case editrici evitano spesso di avvalersi della figura del "consulente editoriale", ossia di un professionista del settore che rivede - in senso tecnico e lessicologico - l'opera del traduttore.

Modificato da Alagi
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riguardo il lessico navale, quando ci fù l'unificazione delle varie marine italiche, l'ammiraglio preposto, non ricordo chi fosse, scelse di usare quello della marina partenopea. Ciò causò a reazione negativa da parte degli ammiragli piemontesi, costretti ad andare a lezione dallo sconfitto.

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