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L' Ultima Lettera Dal Kursk


Charlie Bravo

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Tutti sappiamo della struggente storia dell'ultima lettera del Capitano Dimitriy R. Kolesnikov. Eccola :

 

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"E' troppo buio qui per scrivere ma cercherò di farlo alla cieca. Sembra che non ci siano speranze, 10 - 20%.

Cercheremo di continuare a sperare che qualcuno leggerà questo.

Qui c'è la lista del personale che è nel nono compartimento e cerca di uscire.

Saluti a tutti. Non disperatevi.

Kolesnikov"

 

La vicenda del Kursk e del Capitano Kolesnikov (Capitano-Tenente, secondo il nomenclatore russo, TV) si è impressa profondamente nella società russa ed è stata ripresa da un popolare gruppo musicale (DDt, parole del poeta cantante Yuriy Shevchuk) con la canzone "Kapitan Kolesnikov" di cui si trovano vari video. Questi mi paiono significativi :

 

http://rutube.ru/tracks/1265573.html?relat...f8572fe150a3e17

 

http://russianmusicvideos.blogspot.com/200...kolesnikov.html

 

992380kolesnikov150.jpg

Капитан Колесников

 

Le foto arrivano da Military Photos.

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Impressionante! :s12:

Nel leggere quelle poche righe non mi pare di sentire disperazione, eppure in quei momenti, con poca luce, consci della situazione ... da ammirare! :s57:

Onore a tutto l'equipaggio.

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Non sapevo dei DDT. magari qualche comandante esperto di russo (so che ce ne sono)può darcene un traduzioine....

Che un gruppo con un nome così indicativo (rock rock rock, almeno così pare...poi magari si chiamano Denis, Dobroj e Tania....) abbia fatto una canzone su un tema così...e con una musicalità così tendenzialmente "folk" ( si usa ancora questa parola?),...

 

Charlie, io la vedo anche in Audioteca Militare, ma essendo il tema molto delicato ( c'è anche quella lettera, che non avevo mai visto) lascio a te la scelta.

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...e con una musicalità così tendenzialmente "folk" ( si usa ancora questa parola?),...

... penso di si, o almeno non vedo perchè no.

Poi, visto che ho dato un'occhiata su Google per ascoltare qualcos'altro di questi DDT, direi che - a parte la lingua - somigliano molto ai gruppi di country-rock americano.

In ogni caso, bella la lettera ed il video, grazie CB.

Ciao.

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....

Charlie, io la vedo anche in Audioteca Militare, ma essendo il tema molto delicato ( c'è anche quella lettera, che non avevo mai visto) lascio a te la scelta.

 

Ciao Malaparte, grazie per il suggerimento; appena in grado invio un post ad hoc in Audioteca.

 

P.S. questo gruppo anche negli altri pezzi simili a quello sul Kursk non mi dispiace affatto. Se non ho frainteso negli anni '80 si dedicava alla versione sovietica del rock...

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Ciao Malaparte, grazie per il suggerimento; appena in grado invio un post ad hoc in Audioteca.

 

P.S. questo gruppo anche negli altri pezzi simili a quello sul Kursk non mi dispiace affatto. Se non ho frainteso negli anni '80 si dedicava alla versione sovietica del rock...

 

As you like. Personalmente, ma ripeto personalmente, preferisco il primo video, non perché più struggente, ma perché più polemico...

Questo rock a ritmi da balalaika è per me sorprendente.

Ma io non me ne intendo.

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Molto toccante e commovente.. certo che la loro fine mette i brividi..

E sono anche certo che una vera verità non verrà mai detta...

 

Grazie Charlie Bravo..

 

Onore a quei ragazzi..

ciao

marco

 

Una verità non ufficiale ma abbastanza quotata esiste...in Italia se ne è occupato il buon Minoli evidenziando come sul relitto recuperato vi fosse un evidente foro circolare sulla fiancata di dritta che poteva ricondursi ad un siluro americano MK48...forse partito dal sottomarino Memphis...Vedi Sito

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Della teoria prospettata da Minoli ne abbiamo gia parlato in altre discussioni su betasom. per quanto affascinate rigurgito di guerra fredda è davvero poco attendibile per chi è del settore....

 

Data l'autorevolezza dell'interlocutore non mi resta che approfondire da "ignorante" l'argomento...mi interrogherò anche su come la televisione riesca a condizionare il mio pensiero... :s03:

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  • 1 year later...
Una verità non ufficiale ma abbastanza quotata esiste...in Italia se ne è occupato il buon Minoli evidenziando come sul relitto recuperato vi fosse un evidente foro circolare sulla fiancata di dritta che poteva ricondursi ad un siluro americano MK48...forse partito dal sottomarino Memphis...Vedi Sito

 

 

Un trafiletto apparso sulla rivista Marinai d'Italia (n. 9/10 del settembre/ottobre 2011 pag. 28) ha riacceso il mio interesse sull'argomento soprattutto se si considera l'autorevolezza dell'estensore dell'articolo:

 

snc00212m.jpg

 

Mi colpisce soprattutto l'ultimo inciso in cui l'Amm. Pagnotella ricorda come permangano "ancor oggi molte circostanze ed evidenze che fanno pensare anche ad altre cause (collisione con altro battello, fuoco amico accidentale ecc.)". Ci sono novità in merito o tutto tace?

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Anch'io vorrei poter dire di essere ancora un velista :s03: :s03: . Peraltro non mi sono sfuggite le fotografie apparse su questo forum che ti ritraggono (credo ad Ancona) con l'Ammiraglio Pagnottella :s02: quindi, visti gli ottimi rapporti e considerato che difficilmente riuscirò a presenziare ai prossimi avvenimenti, perché non gli chiedi di partecipare alla discussione? Sarebbe davvero un bel regalo per tutta la Base ...

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Questa è uno di quelle storie tristi di cui, con tutta probabilità, non verrà mai raccontata la verità.

Concordo con l’Ammiraglio quando scrive che le possibilità riguardo la vera causa dell’affondamento possono ancora essere molteplici.

Certo è che chi scrive che è stato un Mk-48 americano, per giunta portando come prova il buco trovato sullo scafo, non conosce i siluri (o forse non li conosco io..).

Mi risulta infatti che non esistano siluri da 533 a carica cava ma solo a testa dirompente e il buco trovato sul relitto non è certo compatibile con un’arma dirompente.

Sono due tipi di danno differenti: le armi pesanti hanno molto potenziale esplosivo e sono dotate di trasduttori inferiori e superiori che, sentendo la vicinanza all’obiettivo esplodono sopra o sotto lo scafo, facendo in modo che vi sia acqua in mezzo da sfruttare per aumentare l’efficienza dell’esplosione (principio di in comprimibilità dei liquidi); le armi leggere sono prevalentemente armi antisom e hanno poco potenziale esplosivo, devono quindi rivolgersi ad altri metodi per infliggere danni apprezzabili, ovvero quello di aprire un buco nello scafo con una carica direzionale in modo che la pressione faccia il resto.

I sottomarini non hanno siluri leggeri (certo non sarebbe impossibile incapsularne uno in un cestello da 533), li hanno le unità che danno la caccia ai sottomarini, navi, aerei ed elicotteri. Quel buco tuttavia non si può certo ignorare, fuoco amico?

E’ ormai appurato che in zona c’erano due SMG americani e anche uno inglese, che seguivano da vicino le manovre russe: non sarebbe la prima volta che un sommergibile USA collide con uno russo durante un tallonamento, inoltre la ritirata al raddobbo di uno dei due SMG americani, non ricordo quale, prima in Norvegia per una toppa provvisoria e poi in UK per riparazioni più lunghe e al coperto, sembra proprio alimentare i pensieri degli irriducibili retroscenisti (magari ha solo fatto un po' di grattapanza per confondersi col fondo..).

La Russia impedì il recupero della parte prodiera (tagliata per il recupero) del sottomarino da parte del team internazionale che si è occupato del salvataggio, l'atteggiamento russo che tende sempre a tenere le cose per se e a ritardare le eventuali umiliazioni pubbliche contribuisce senza dubbio alla formazioni di teorie che vanno contro quelle ufficiali.

La teoria della perdita di combustibile dallo Shkval mi pare anch’essa plausibile (non è la prima volta che un SMG affonda per l’esplosione di un’arma nei tubi) ma non spiega il buco sul lato di dritta.

Trascurando tutte le possibilità più o meno plausibili che vorrebbero trovare la causa dell’affondamento, trovo davvero incredibile lo sforzo internazionale che è stato fatto per il recupero, un lucido esempio di ingegnosità umana.

A questo proposito segnalo alcuni immancabili libri, che trattano le questioni inerenti all’avvincente storia del recupero del relitto:

 

- ‘The salvage of the Kursk’, Bakker e Walder, SMIT Salavage, 2003 (con prefazione di Spassky)

- ‘Rising the Kursk’, Offringa, Lipstick publishing, 2004 (scritto con la Mammoet, DVD incluso)

- ‘Go get a woolly hat: an account of the recovery of the Kursk submarine’, Ladd, AuthorHouse, 2009 (il resoconto molto interessante di uno dei sommozzatori inglesi imbarcati sulla Mayo)

Modificato da Lefa
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In effetti se qualcuno giustificasse in modo credibile quel foro e l'incidente occorso negli stessi giorni (una strana coincidenza a ben pensarci) al battello americano anch'io archivierei la pratica. Nei volumi che hai segnalato si accenna a qualche ipotesi sulle ragioni dell'affondamento o trattano solo del recupero?

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Si parla del recupero e di tutto il meccanismo che si è attivato per la vicenda, non si fanno ipotesi approfondite (forse qualcosa in 'go get a woolly hat') ne si analizza il relitto, sono tutti resoconti tecnici dei fatti.

Il primo libro lo puoi comprare sul sito della SMIT, 19.95+12 di spedizione, arriva rapidissimo con precisione dutch, parla solo ed esclusivamente delle operazioni di recupero e del ritorno a casa, oltre ovviamente a introdurre le dinamiche dell'incidente. Foto bellissime e disegni tecnici.

Il secondo è scritto per la Mammoet, io l'ho comprato per circa 9€ comprese ss, nella top 3 del rapporto qualità/prezzo dei miei scaffali. Oltre a trattare i temi del primo libro ma con più disegni tecnici e foto, la maggior parte del volume (un'ottantina di pagine) è dedicato alle interviste dei personaggi chiave dell'operazione (Spassky, Helmens e moltissimi altri), in più c'è un DVD allegato con un documentario di una 40ina di minuti e tutte le interviste ai personaggi, almeno una ventina.

Il terzo ha un taglio diverso, se cerchi in google libri c'è parte del volume pubblicata.. :s02:

 

Una domanda che mi frulla in mente: ho letto diverse cose sull'argomento ma non ho mai trovato alcun riferimento ad una collaborazione con la MMI. A Taranto non ho potuto non notare, nella sala storica di scuolasom, un modellino del Kursk donato dalle vedove dell'equipaggio. Che significato ha quel dono? la MMI offrì il suo aiuto ai tempi dell'incidente?

 

IMG_5531.jpg

Modificato da Lefa
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Una domanda che mi frulla in mente: ho letto diverse cose sull'argomento ma non ho mai trovato alcun riferimento ad una collaborazione con la MMI. A Taranto non ho potuto non notare, nella sala storica di scuolasom, un modellino del Kursk donato dalle vedove dell'equipaggio. Che significato ha quel dono? la MMI offrì il suo aiuto ai tempi dell'incidente?

 

Può forse esserci un collegamento con il progetto Global Partnership?

Modificato da Corto Maltese
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niente di tutto questo.

L'Anteo e la sua squadra fu resa immediatamente disponibile ma non fu richiesta, come non lo furono le altre unità in zona tra cui l'LR5. solo dopo diversi ggiorni, com enoto, fu autorizzato l'intervento di team stranieri.

 

il modelllo è li perchè nel 2001 si tenne a Taranto il raduno internazionale sommergibilisti ed erano presenti anche alcune rappresentanti (credo le vedove, io ero altrove per motivi di servizio) dell'equipaggio che donarono il modello del Kursk e una fialetta dell'acqua del mar di Barents dove il battello era affondato

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