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Nè Vela Nè Motore: Energia Solare


malaparte

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I velieri moderni da competizione sono poi diventati delle macchine assai sofisticate costruite con materiali preziosi come le fibre di carbonio e titanio e si sono visti anche dei bulbi in uranio impoverito. Per essere eco-compatibile un veliero non basta che sia a zero emissioni ma dovrebbe non incorporare tutto ciò che ha a che fare con idrocarburi e petrolchimica, a cominciare dai materiali di costruzione, escludendo perciò legni esotici e pregiati, ahimè spesso provenienti dalle ultime foreste pluviali, nonché resine e polimeri vari, le fibre di carbonio, i metalli non convenzionali, spesso inquinanti eccetera. Andrebbero invece impiegati soltanto materiali recuperabili e riciclabili come l’alluminio e le sue leghe, il vetro e il legno non solo in massello ma anche sotto forma di compensato e pannelli truciolari, utilizzando per le vele, il sartiame, i cavi in generale e il cordame per le manovre correnti le fibre di origine vegetale come juta, cotone e raion (che è cellulosa), eliminando nylon, dacron, terilene eccetera perché di origine petrolchimica.

 

(Citato dal primo link)

Va bene l'ecologia e tutto, ma se si parla di truciolare per applicazioni nautiche e di vele e sartiame in fibre vegetali, comincio ad avere un piccolo sospetto che lo scrivente non abbia molta pratica di cosa voglia dire costruire una barca e soprattutto navigarci sopra :s03:

Sì d'accordo, fino a cent'anni fa tutte le manovre erano di canapa et similia: infatti le navi disalberavano e naufragavano :s10:

Concordo solo sulla necessità di bandire il dacron :s01:

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non solo in massello ma anche sotto forma di compensato e pannelli truciolari, [/uNQUOTE]

 

ricordo di avere letto tempo va dei gavoni, o meglio, di un gavone...(non so neanche se si possa pluralizzare..).ma ho idea di che si tratti, (ma lo immagino dal contesto), come di una specie di contenitore, insomma, un comò ; credo che un gavone di truciolare (non so di che siano fatti ora...) non getterebbe nello sconforto nessun vero appassionato. Sul timone in cartongesso magari avanzerei francamente dei dubbi, ma non mi pare che l'ipotesi sia ancora stata avanzata, - il che non tranquillizza me, che non c'entro,ma magari quelli che c'entrano sì.- Sulle cime in fibre vegetali ricordo da altro topic:

 

"...il fasciame veniva un tempo connesso tramite legature in fibra di cocco e impermeabilizzato con diverse mani di olio di pescecane e resina..."

 

Avevano poco da fare i supponenti Marco Polo e Vasco da Gama. Delle navi cucite degli Achei parlava già Omero, e non é mai stata una cartata di chiodi arruginiti a garantire la tenuta di uno scafo.

Pietro Janni ("Il mare degli antichi", Edizioni Dedalo, a mio avviso testo imperdibile) sostiene una tesi assai gustosa. Che sarebbe questa: quando (più o meno siamo al tempo dell' Iliade) si diffuse prepotentemente la tecnologia del fasciame connesso con sistemi più "aggiornati" (parelle e caviglie di legno, o, al limite, chiodi) la certezza che i sistemi vecchi fossero più affidabili condusse a questo compromesso curioso: una parte dello scafo veniva assemblata con la nuova tecnica, un'altra parte col sistema delle legature.

Finalmente, direte. E non direi proprio. Perché la suddetta tecnica mista prevedeva che fosse l'opera morta (murate, impavesate, tutto ciò che sta sopra il galleggiamento, che é sì importante per la sicurezza della nave ma che non é tuttavia strutturale) ad essere inchiodata o incavigliata; l'opera viva, che é la tua assicurazione sulla vita, veniva messa insieme con le buone, vecchie e sane legature che non avevano tradito mai nessuno. [/uNQUOTE]

 

Per il resto taccio, che non ne so nulla.

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(Per carità, imponiamo il silenzio sull'affare del timone in cartongesso, non sia mai che leggendo qui gli venga un'idea... :s01: )

 

Il truciolare, anche se destinato ad impieghi non strutturali, mi pare disadattato per sua natura all'imbarco: è infatti sensibile all'umidità, è una sorta di spugna secca che appena prende acqua si gonfia e si sfalda. Inoltre ha un peso specifico improponibile.

Quanto alle fibre vegetali, una scotta di canapa alle prese con un winch durerebbe, a parer mio, abbastanza poco, a meno che per ecologia non si debbano sbarcare anche i winch :s10:

 

L'ecologia è un approccio sano e necessario: ma questo tipo di proposte radicali per me vanno a detrimento della causa, non a suo favore, perché danno ragione a quelli che pensano che ecologia corrisponda col tornare a vivere nelle grotte. Esistono modi per costruire barche più ecologiche (la fibra di vetro può essere ricavata da vetro riciclato se non sbaglio, ed una resina epossidica perfettamente ecocompatibile è già disponibile) anche senza rinunciare ai progressi che han reso l'andar per mare piacevole e sicuro.

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Mi sono permesso di celiare, Signora, perché penso anch'io, come Secondo, che l'ecologia sia una gran bella cosa, ma gli ecologisti di mestiere é bene che forniscano elaborazioni di dati e fondali di riferimento, lasciando fare le barche agli architetti navali e le pere cotte ai peracottari. Altrimenti finiscono come quell'architetto che chiedeva il montaggio di "molle di ottone" su una poltrona di suo disegno (sentita in diretta con le orecchie che m'ha fatto mammà).

Io vivo con la testa girata all'indietro, Signora, e avendo perso molto tempo a studiare come potevo le proprietà dei materiali che si usano per la costruzione delle barche, mi sono persuaso che la costruzione in lamellare di legno può ancora reggere assai bene e presentare addirittura qualche vantaggio.

Non sono l'unico matto al mondo, esiste addirittura una associazione delle barche da lavoro a vela latina, e e'é persino un fiorente mercato del restauro delle barche d'epoca (e pazienza se poi su quelle barche ci troverebbe quasi esclusivamente personaggi da reality) ma alle barche cucite degli Achei non si torna (grazie per la citazione: vedo che i topi continuano a rimestare in soffitta). Il lamellare non puoi farlo con la colla di pesce, e per il tranciato occorrono alberi, non torsoli di cavolo.

Insomma si tratta di ragionare, e chi parla di truciolare sulla barche (nulla impedisce di fare i gavoni o i canterani in truciolare, basta usare l'epossidica come colla e accettare che pesino una tonnellata l'uno) non dimostra di farlo a sufficienza.

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  • 1 year later...

Comunque sia, a quanto pare la ricerca procede

 

catamarano1.jpg

 

 

questo è Turanor PlanetSolar, skipper Patrick Marcheasseau, capoprogetto Gerhard Beinhauer

Partito il 27/9/10 da Monaco per il giro del mondo; la rotta cercherà di restare i 30 gradi di latitudine per per sfruttare al massimo l'energia solare

 

catamarano2.jpg

 

Costo sui 13 milioni di euro, può raggiungere i 12 nodi

 

catamarano3.jpg

 

 

 

Ve la passo come l'ho presa da National Geographic, marzo 2011

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Con 93,5 kW?!?!?! :s12: :s12: :s12: :s12: :s12: :s12: :s12:

 

 

Non lo so, apposta ho detto che come l'avevo letta, così la passavo. Qualcosa di vero ci sarà pure...

Qui alcune altre indicazioni, da Blitz (che dà un altro progettista e velocità ancora maggiore)

http://www.blitzquotidiano.it/ambiente/tur...-solare-565417/

 

È salpata lunedì 27 settembre dal porto di Montecarlo la Tûranor PlanetSolar, la più grande nave al mondo che va ad energia solare. Il catamarano, che batte bandiera svizzera, effettuerà la prima circumnavigazione del pianeta con il solo uso dell’energia solare. La scopo della missione è quello di acquisire e migliorare le conoscenze nell’ambito della mobilità solare e del suo sviluppo.

 

L’imbarcazione è lunga 31 metri, larga 15 e con una superficie totale di pannelli fotovoltaici di 537 metri quadrati. Il giro del mondo durerà circa otto mesi, toccando le coste orientali e occidentali del Nord America, oltre che Cancun (Messico) durante la conferenza mondiale sul clima, Sydney, Singapore e gli Emirati Arabi Uniti.

 

Il fondatore del progetto, Raphaël Domjan, 37 anni, fa parte dell’equipaggio, composto da sei persone. La prima tappa è la traversata dell’Atlantico, con meta finale Miami. Il catamarano è stato costruito dai cantieri navali di Kiel, in Germania ed è capace di raggiungere una velocità di 14 nodi. Il nome Tûranor deriva dal Signore degli anelli di Tolkien e significa “Il potere del Sole”.

 

 

 

Altre info in rete, ovviamente, abbondano....

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  • 2 weeks later...

ho da poco abbandonato il settore in cui lavoravo (con diversei soddisfazioni) da anni, quello dei materiali compositi avanzati, e da poco lavoro in una azienda che sviluppa e commercializza sistemi elettronici per impianti ad energie alternative, lavoriamo molto con il fotovoltaico, e sono stato coinvolto già diverse volte in progetti di imbarcazioni i cui cantieri volevano dotare di pannelli fotovoltaici, ultimamente anche imbarcazioni da competizione, difatti ci si sta già orientando su speciali film adesivi,sottilissimi, con prestazioni simili ai famosi pannelli fotovoltaici che si possono vedere un po ovunque sui tetti delle case.

Il solare sta diventando sempre più una realtà. Mi chiedo solo se sarà la fine di tante bellissime livree che componevano le sponsorizzazioni delle imbarcazioni.

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Ciao a tutti :s03:

... ci si sta già orientando su speciali film adesivi,sottilissimi, con prestazioni simili ai famosi pannelli fotovoltaici che si possono vedere un po' ovunque sui tetti delle case.
Ciao corazzata_littorio non mi risulta che la "tecnologia cristallina" sia stata eguagliata o superata in efficienza da tecnologie differenti da essa compresi i film di cui parli a parte tecnologie "militar/spaziali" molto sofisticate e costose non disponibili al "comune mortale", ma ciò è un'altra storia!

 

 

Il solare sta diventando sempre più una realtà...
E' vero! Ma le azioni del nostro governo vanno purtroppo in tutt'altra direzione. :s05:

 

Comunque mi piace di più questo ibrido da 12m diesel/elettrico a "solo" 600.000$:

10303_3110850519.jpg

 

Cordiali saluti :s01:

Skipjack

Modificato da SKIPJACK
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