Alagi Posted June 25, 2009 Report Share Posted June 25, 2009 (edited) titolo: The Battleship Fuso (serie "Anatomy of the ship) autore: Janusz Skulski editore: U.S. Naval Institute, Annapolis anno: 1998 pag. 320, 800 disegni al tratto e numerose fotografie in b/n, rilegato dimensioni: 26 x 24 prezzo: variabile, reperibile soprattutto tramite amazon & abebooks reperibilità: media Dopo i volumi dello stesso autore relativi alla nave da battaglia Yamato e all'incrociatore pesante Takao, la sempre valida serie "Anatomy of the ship" presentò poi quello riguardante la corazzata Fuso, un'unità che - insieme alla gemella Yamashiro - sul finire della prima guerra mondiale costituì la prima classe di "dreadnoughts" interamente progettate e costruite in Giappone. Con un armamento principale costituito da dodici pezzi da 356mm su sei torri binate, il profilo di queste navi da battaglia assunse connotazioni molto particolari dopo un grande ciclo di lavori svoltosi verso la metà degli anni Trenta, con il raggruppamento degli scarichi delle caldaie in un unico fumaiolo, l'eliminazione dell'albero a tripode e l'installazione di un torrione molto sviluppato in altezza e dal disegno piuttosto complesso. Fuso e Yamashiro furono sicuramente unità solide ed equilibrate anche se la non eccezionale velocità massima raggiungibile (24 nd) non rese mai determinante il loro impiego nel corso della seconda guerra mondiale. Entrambe andarono perdute il 25 ottobre 1944 nello Stretto di Surigao (Isole Filippine), durante uno degli scontri facenti parte dell'insieme di azioni navali noto come "Battaglia di Leyte". Questo bel volume di J. Skulski segue in via del tutto analoga l'impostazione degli altri due che lo avevano preceduto, ed il vasto materiale iconografico risulta quindi di ottima qualità. Un testo completo ed esauriente precede - come di consueto - la sezione fotografica, cui fanno seguito centinaia di disegni di ogni genere, che costituiscono il tradizionale "piatto forte" di questa fortunata e interessantissima serie. Le viste esterne e in pianta presentano i diversi aspetti della Fuso tra l'entrata in servizio e la seconda guerra mondiale, le sezioni trasversali sono chiare ma al tempo stesso ricche di particolari ed il torrione - probabilmente l'elemento distintivo più caratteristico dell'unità - é "sviscerato" in ogni suo aspetto anche con l'utilizzo di dettagliatissimi disegni in prospettiva molto ben realizzati. Molto interessante il profilo che, alle pagg. 92/93, presenta le sistemazioni delle varie antenne radio installate sull'alberatura dell'unità. Numerose pagine sono dedicate all'armamento ed alle apparecchiature per la direzione del tiro: molto valide , in particolare, le tavole relative ai telemetri ed alle installazioni binocolari fisse per il servizio di vedetta. Non é stato possibile, come spiega l'autore nella prefazione, reperire sufficiente documentazione originale giapponese riguardante l'apparato motore, e questo particolare aspetto della Fuso non ha quindi trovato spazio all'interno dell'opera. The Battleship Fuso si conclude con parecchie pagine dedicate ai velivoli imbarcati, alle motolance di servizio e a numerosissimi elementi dell'allestimento (candelieri, osteriggi, portelleria, ombrinali ecc.): dettagli sotto certi aspetti secondari ma senz'altro molto utili tanto per i modellisti quanto dal più generale punto di vista della completezza documentale. Il volume si inserisce sicuramente in una fascia editoriale di elevate caratteristiche anche se alcuni suoi aspetti potevano, a nostro avviso, venire curati con maggior precisione. Ci riferiamo - in particolare - a qualche tavola contraddistinta da una grafica un po' troppo pesante (il cannone da 80mm alle pagg. 174/175 e le viste degli idrovolanti imbarcati), alla mancanza di immagini del periodo bellico nonché alla qualità di alcune riproduzioni fotografiche. Infine, le legende di alcune viste esterne - probabilmente per motivi di impaginazione ed impostazione grafica - sono state stampate su pagine successive a quelle dove si trovano le tavole cui sono riferite, e ciò provoca qualche difficoltà nell'esame delle tavole stesse. Si tratta nel complesso di un'opera altamente raccomandabile che, insieme ai citati altri due volumi di J. Skulski, costituisce un eccezionale "trittico" relativo ad importanti unità della Marina Imperiale Giapponese. All'interno della sovracoperta é stata stampata una tavola che, nella scala 1/500, presenta il lato dritto e la vista in pianta della Fuso nella seconda metà del 1941. Edited June 26, 2009 by Totiano Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Odisseo Posted June 26, 2009 Report Share Posted June 26, 2009 ... questo ce l'ho ! :s02: Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
malaparte* Posted July 20, 2009 Report Share Posted July 20, 2009 (edited) Ehm....Alagi.....so che non mi puoi sentire perché sei in ferie....ma prima o poi tornerai.... Mentre sistemavo l'indice mi sono accorta che questa recensione....l'avevi già postata esattamente due anni fa, il 3 giugno del 2007! :s68: Dato che è identica, ma che quella vecchia ha i famosi problemi di grafica con gli accenti, metto il link in indice a questa più recente. Edited July 20, 2009 by malaparte Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
lazer_one* Posted July 20, 2009 Report Share Posted July 20, 2009 Ho visto questo libro tra quelli contenuti in questo sito http://military-machine.blogspot.com/search/label/Warship Lazer_ :s02: ne Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Secondo Marchetti Posted April 16, 2010 Report Share Posted April 16, 2010 Vorrei prendere il disegno in prospettiva del torrione della Fuso che ho trovato in questo libro come sfondo per la copertina della mia tesi (naturalmente specificandone l'origine nel risvolto). Che dite, chiedo il permesso scritto alla casa editrice o posso farne a meno? Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
malaparte* Posted April 16, 2010 Report Share Posted April 16, 2010 Personalissima opinione: FALLO. Punto. Se quelli che scrivono tesi dovessero ogni volta chiedere il nulla osta alle case editrici, i laureati sarebbero davvero pochini. Tranquillo. E facci sapere.... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Secondo Marchetti Posted April 16, 2010 Report Share Posted April 16, 2010 (edited) Personalissima opinione: FALLO. Punto. Se quelli che scrivono tesi dovessero ogni volta chiedere il nulla osta alle case editrici, i laureati sarebbero davvero pochini. Tranquillo. E facci sapere.... Grazie per la prontissima e confortante risposta :s01: Edit: ecco qui pressapoco quel che avrei in mente :s45: In corsivo un passaggio del racconto La corazzata Tod e in times uno dell'articolo Quell'oscuro ultimo viaggio. Ricordo che il titolo della tesi è "Il giornalismo di Dino Buzzati e la Guerra sul mare". Ci tengo ad usare questa immagine della Fuso anche se una del Trieste sarebbe più appropriata. Sono convinto che Buzzati si fosse ispirato a quella nave per dare una struttura alle sue corazzate apocalittiche che compaiono nelle opere che ho citato; in alternativa ho anche in serbo una sovrapposizione fra questo disegno ed un particolare del quadro "I maghi d'autunno" :s21: Edited April 16, 2010 by Secondo Marchetti Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
malaparte* Posted April 17, 2010 Report Share Posted April 17, 2010 Bellissima!!! :s20: :s20: E decisamente inquietante....Ma davvero era così? Voglio dire, sembra uscito dalla penna, pardon, dal Rapidograf di certi SERI cartoonisti che si occupano di incubi.... Comunque, la mia risposta non era solo una battuta: da quel che so, se citi i riferimenti, e non riporti più del 15% del testo ( e questo non è proprio il caso :s03: ) non hai problemi, anche se certi editori minacciano la mannaia del boja. A me è capitato di leggere una tesi che era in pratica un riassunto di un mio libro :s03: (ma ero citata, e il testo era stato rielaborato :s21: ) che ho trovato in questo libro come sfondo per la copertina della mia tesi ( OT : ma da voi potete fare copertine "personalizzate"? Nel senso che qui (almeno in Emilia, da quel che vedo) è obbligatoria una rilegatura "seria" ed uniforme per tutti. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Alfabravo 59* Posted April 17, 2010 Report Share Posted April 17, 2010 (edited) Non era una bella nave, ma quell' alto torrione aveva un suo fascino! Mi ricorda una pagoda, come qualcuno l' ha definita proprio quì sul Forum. Edited April 17, 2010 by Alfabravo 59 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
malaparte* Posted April 17, 2010 Report Share Posted April 17, 2010 Incredibile. Non avevo mai visto una cosa così. Non so come reagisse in caso di mare mosso o cose del genere, ma incredibile. Un agglomerato di Lego. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Secondo Marchetti Posted April 17, 2010 Report Share Posted April 17, 2010 OT : ma da voi potete fare copertine "personalizzate"? Nel senso che qui (almeno in Emilia, da quel che vedo) è obbligatoria una rilegatura "seria" ed uniforme per tutti. A dire il vero il regolamento della mia facoltà in proposito (perché il regolamento in certe cose riesce ad essere proprio cretino, cit. dal mio Autore) non lo conosco; l'anno scorso ho presentato una prima pagina con un'illustrazione ed era piaciuta molto, quindi ne ho dedotto che, a parte i crismi della formula, in copertina ci possiamo mettere quel che ci pare. Naturalmente tutto passerà per il vaglio del relatore, prima. Se quell'immagine riesce inquietante, significa che ottiene esattamente lo scopo per la quale l'ho immaginata :s01: Quel disegno mi ha impressionato fin dalla prima occhiata, proprio perché si direbbe un'opera di fantascienza ed invece è "solo" un perfetto disegno prospettico di una nave realmente esistita. Come già detto, secondo me c'è qualche grado di parentela fra la Fuso e certe navi fantasma di Buzzati, basta vedere l'illustrazione di copertina de "Il Buttafuoco" che è presa da una tavola di "Poema a fumetti" (riprendo l'immagine postata da GM Andrea) Tornando alla realtà, quel torrione credo detenga ancora il primato d'altezza per le strutture del suo genere, alzandosi a 44 metri sulla linea di galleggiamento. Era il risultato di una "stratificazione" costruita a più riprese attorno al tripode prodiero, che ne era la struttura portante; le prime piazzole vennero aggiunte nel 1925, l'aspetto definitivo lo prese con la prima modernizzazione degli anni '30 (tutto questo viene spiegato a dovere nel libro di Skulski, con tanto di disegni per ogni configurazione). Quanto alla sua fine, ci sono diverse ipotesi: su questo libro si dice che durante l'ultima battaglia ha ceduto ed è crollato, sul lungo articolo che si trova sul sito dedicato alla Nihon Kaigun Vedi qui si dice che, in seguito all'esplosione del deposito munizioni che ha spaccato in due la nave, la metà prodiera, proprio per il peso del torrione, si è subito capovolta, restando comunque a galla ancora abbastanza a lungo, tanto che gli incrociatori americani la presero sotto tiro fino a che non si decise ad affondare. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
bussolino Posted April 17, 2010 Report Share Posted April 17, 2010 da base artica, marco in cartoncino 1:200 http://www.kartonbau.de/wbb2/search.php?se...1152&page=3 saluti marco ps .........naturalmente non mia :s10: , non sono poi tanto pazzo :s03: Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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