Totiano* Inviato 22 Agosto, 2014 Segnala Share Inviato 22 Agosto, 2014 ispirato da questo blog http://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=21941&hl=scorpene ho fatto una ricerca ed è emerso un annuncio che a suo tempo mi era sfuggito. vi riporto uno dei tanti articoli che ne parlarono e, nella farrispecie, quello del Daily mail non line al link http://www.dailymail.co.uk/news/article-2519202/US-Navy-launches-drone-submerged-sub-revolutionary-cruise-missile-appears-surface-like-snorkel.html US Navy launches first drone from a SUBMERGED sub via a giant snorkelBy James Nye The U.S. Navy has successfully launched an unmanned aerial drone from a submerged submarine for the first time - signaling a significant escalation in the military's UAV capabilities. Six-years in the planning, the all electric drone is fired from the submarine's torpedo tube in a specially customized Tomahawk cruise missile casing dubbed a 'Sea Robin'. Once the Sea Robin reaches the surface, it bobs on the surface resembling a buoy - only to spring open to allow the UAV to be electrically ejected skywards and extend its folded wings outwards and take flight. Unmanned: This time lapse photographic series reveals how the Sea Robin system surfaces to unleash the XFC unmanned aircraft Designed and constructed by the US Naval Research Laboratory (NRL), the submarine test of the eXperimental Fuel Cell Unmanned Aerial System (XFC) was conducted in August off the coast of the Bahamas. Launched from the Los-Angeles class nuclear powered attack submarine USS Providence, the Sea Robin drone system is able to be deployed to any submarine or surface ship in the navy with cruise missile capability without modifications to the boats. Sea Robin: The system took six-years to perfect and this zoomed-in picture reveals how the XFC unmanned aircraft is vertically launched The XFC contains a fuel cell that allows it stay in the sky for more than six hours and flies at low altitude and is designed for reconnaissance and surveillance missions - but armed versions are only a matter of time. During the first test flight, after the Sea Robin opened, the XFC successfully flew and beamed back video feed to USS Providence for hours before it returned to the Naval Sea Systems Command Atlantic Undersea Test and Evaluation Center (AUTEC), on Andros Island in the Bahamas. 'This six-year effort represents the best in collaboration of a Navy laboratory and industry to produce a technology that meets the needs of the special operations community,' said Dr. Warren Schultz, program developer and manager, NRL. The Launch Canister System (LCS), also known as Sea Robin, shoots to the surface tethered by fiber optic cables. Once afloat, the Sea Robin would deploy the eXperiemental Fuel Cell (XFC) (pictured)– a stealthy foldable, fuel-powered UAV Traditional launch: A Tomahawk Black IV cruise missile is successfully fired from the submarine, USS Pasadena (SSN-752) off the coast of southern California on March 26, 2007 'The creativity and resourcefulness brought to this project by a unique team of scientists and engineers represents an unprecedented paradigm shift in UAV propulsion and launch systems.' The announcement of this flight comes as the public begin to question the ethics and future of the military's use of drones. Indeed, Amazon founder and CEO Jeff Bezos declared this week that one day he hopes his company will begin delivery packages across the United States by drones instead of by ground delivery services. Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
dott.Piergiorgio Inviato 22 Agosto, 2014 Segnala Share Inviato 22 Agosto, 2014 beh, non credo dovrebbe imbarazzare (almeno professionalmente ) che un articolo Navale in certa stampa brit passi inosservato... comunque, ho sempre considerato gli UAV da ricognizione come la "terza componente" (le altre due sono il Vulcano ed il Vulcano Scout) di quello che nell' altro articolo che hai postato è definito "disruptive technology" quindi ho un certo interesse negli UAV, specie a larga autonomia (e raggio) in quanto restituirebbero alle Navi Incrociatori la perduta capacità di aeroricognizione (il problema di R&S risiede nell' avere ali ripiegabili, catapulte e un sistema di recupero (forse opzionale in un contesto mediterranneo)); quindi considero l' idea buona non solo per sottomarini e sommergibili, ma anche in superficie (con degli opportuni adattamenti); anche se in genere quanto vola è meno discreto di quanto sta sotto la superficie del Mare, quindi potrebbe essere compromissoria nei riguardi della discrezione propria di un sommergibile. Saluti, dott. Piergiorgio. Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
serservel Inviato 24 Agosto, 2014 Segnala Share Inviato 24 Agosto, 2014 L'idea è la realizzazione sarebbe certamente una buona cosa, ma ho un dubbio riguardo il non-recupero dei doni, infatti credo sarà impossibile dopo il loro lancio; questo potrebbe comportare anche il lasciare delle tracce, se il drone è costruito con materiali che ne permettono la galleggiabilità (come immagino). Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
dott.Piergiorgio Inviato 24 Agosto, 2014 Segnala Share Inviato 24 Agosto, 2014 Difatti alcune tipologie di droni sono intese come "monouso"; il punto non sta tanto nel non lasciare tracce del proprio passaggio, quanto nel non farsi scoprire; e un drone ad ala fissa, per quanto piccolo e discreto, è per sua stessa natura meno discreto di un sommergibile, dovendo essere costantemente in moto in un ambiente trasparente a pressochè tutte le frequenze. Saluti, dott. Piergiorgio. Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Ocean's One* Inviato 24 Agosto, 2014 Segnala Share Inviato 24 Agosto, 2014 Argomento molto interessante, che in effetti potrebbe aprire nuovi scenari. Condivido i dubbi sulla discrezione del sistema, a cui però vorrei aggiungere un secondo aspetto meritevole di chiarimento. Infatti, mi sembra di capire che la capsula "Sea Robin" non sia una semplice boa destinata a portare in superficie il drone e a lanciarlo dopo aver raggiunto un assetto di galleggiamento verticale. Non ci vogliono 6 anni per sviluppare una boa, ne' del resto serve che la boa resti vincolata al sottomarino addirittura con un cavo a fibre ottiche, per trasferire i pochi bit relativi alle istruzioni di lancio. Qui la necessita' è diversa e riguarda la ricezione delle informazioni di ritorno inviate dal drone. Viene detto che addirittura è stato trasferito un segnale video, che per forza di cose richiede frequenze elevate per "contenere" tutta l'informazione necessaria. Queste frequenze (dalla VHF in su) possono al massimo passare qualche metro di acqua dolce e sono assolutamente non idonee a raggiungere un sottomarino immerso. Necessariamente, si deduce che la boa galleggiante Sea Robin è in realtà la ricevente del segnale, che poi provvede a trasferire al sottomarino mediante un efficiente cavo a fibre ottiche (e in quanto "estensione" del battello viene addirittura definita "snorkel"). Qui nasce il problema: il sottomarino deve trascinarsi per tutto il tempo questo galleggiante, con seri vincoli sulla sua manovra visto che, oltretutto, la boa è fatta per galleggiare verticale e non per muoversi orizzontalmente al traino del battello (a meno che non ci dicano tutto, cosa molto probabile). In aggiunta, la boa galleggiante è un altro fattore a discapito della discrezione del sottomarino, vista la limitata lunghezza del cavo di connessione. Comunque, i sei anni di sviluppo non sono certo pochi e immagino che si sia fatto di tutto per mimimizzare questi problemi. Voi cosa ne pensate? Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Totiano* Inviato 25 Agosto, 2014 Autore Segnala Share Inviato 25 Agosto, 2014 come ogni novità non puo che essere interessante e non credo sia solamente una "moda". quanto esprimi si evince abbastanza facilmente dal testo, sono gli scenari che rimangono più vaghi, probabilmente perché, nella migliore tradizione americana, mettono il sistema a disposizione del comandante dandogli la massima autonomia di impiego. E' sicuramente un vincolo portarsi appresso la boa e il cavo i collegamento (non troppo diversamente da quanto accade per la cortina trainata) ma sono i risultati che si possono ottenere in relazione alla situazione tattica quello che conta. Semplificando: saranno impiegati in mezzo all'oceano per una ricerca a largo raggio, per un controllo del territorio dove sbarcare/recuperare forze speciali o per una verifica del target di un missile? Ho l'impressione che ci troviamo di fronte allo stesso dubbio nei nostri avi a fine del 1800: "bello questo giocattolo, questo ... sommergibile. Ma come lo impieghiamo?" Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
lazer_one* Inviato 25 Agosto, 2014 Segnala Share Inviato 25 Agosto, 2014 ... un cavo a fibra ottica per ROV con guaina in kevlar (forza di trazione elevata) è lungo 2000 metri... Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Totiano* Inviato 25 Agosto, 2014 Autore Segnala Share Inviato 25 Agosto, 2014 credo si possa aggiungere alla discussione anche questo, ne avevamo gia accennato in altro thread. E' un'idea della Gabler presentata a metà dello scorso decennio se ben ricordo... Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
dott.Piergiorgio Inviato 26 Agosto, 2014 Segnala Share Inviato 26 Agosto, 2014 Constato che ho ancora buone capacità maieutiche Il prototipo concettuale ha dei difetti evidenti, forse risolvibili con ali ripiegabili, ma direi, in ambito catapulte, che se non vedo molta utilità di un lancio di una capsula lanciadroni da un tubo lanciasiluri di superficie (al massimo circostanze tattiche che richiedono distanza tra il punto di lancio del drone e la Nave) il reciproco vale, e credo di più, in ambito subacqueo. Sull' impatto generale di queste innovazioni, a medio-lungo termine, forse è stato imprudente sciogliere i Dipartimenti; l' accento che si da' sempre di più alle capacità di ricognizione costiera e di infiltrazione del Naviglio sottomarino reimporrebbe la necessità di pattugliamento e difesa ASW (e non solo) costiera, antico problema qui da noi, risolvibile con Naviglio sottile (a questo punto, non posso non rilevare l' apparentemente bizzarra idea di rimpiazzare i pochi Atlantic rimasti con 16 EH.101 da pattugliamento ASW...) Inoltre, partendo dai due previsti rimpiazzi di Pedretti e Marino, si potrebbe sviluppare un ottimo "mulo di razza" multiuso.... e in ultima analisi, un sottomarino costiero (diciamo, tra 150 e 350 tonnellate e 2-3 tls da 324) potrebbe avere una notevole silenziosità, ed essere un ottimo deterrente per malintenzionati (uso non a caso questo termine) che mirano a colpire la costa o attraverso la costa. Saluti, dott. Piergiorgio. Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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