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Lefa

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Ciao a tutti,

volevo segnalare questo link all' AUVAC (Autonomous Undersea Vehicle Applications Center), dove si può trovare una ricchissima raccolta di questi mezzi molto interessanti.

 

http://auvac.org/resources/browse/configuration/

 

:s55:

 

[edit]

 

Link aggiornato: http://auvac.org/explore-database/browse-database

Modificato da Lefa
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davvero notevole, anche se non sono riuscito a trovare qualcsa (i pluto ad esempio).

 

ti andrebbe di realizzare una piccola guida sugli AUV, Lefa? quattro righe su cosa sona, per cosa sono impiegati, per cosa potrebbero essere impegati e le modalità di controllo da remoto... :s02:

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Non ci sono i Pluto perchè non rono AUV bensì ROV (la differenza sta nella trasmissione dei dati, i ROV sono controllati in tempo reale via cavo, gli AUV sono preimpostati e navigano autonomamente o semi autonomamente con controllo senza fili).

Anche i ROV sono interessantissimi, dopo che ho giocato con lo Gnom Standard di COMSUBIN mi sono innamorato, ho più volte pensato di iniziare a costruirne uno.

Vedrò di scrivere due righe, anche se il tempo libero che ho lo sto impiegando nella ricerca degli avvicinatori e dei midget.

Modificato da Lefa
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Sinteticamente:

 

i vantaggi che derivano dall’impiego delle macchine al posto dell’uomo in ambiente subacqueo, sia in ambito civile che militare, ha spinto intorno agli anni 60’ a creare una famiglia di mezzi così detti UUV (Unmanned Underwater vehicles) atti a fornire informazioni e a interagire con l’ambiente sommerso al posto dell’uomo.

Gli UUV si possono dividere in due grandi famiglie: i ROV (Remotly Operated under water Vehicle) e gli AUV (Autonomous Underwater Vehicle). Vengono anche definiti in maniera generica UUV i sistemi siluriformi che impiegano i sottomarini come ausilio sonar per la navigazione o per individuare mine e altro.

Le due categorie si differenziano principalmente, come accennato poco sopra, per il controllo e la trasmissione dati: i primi sono collegati via cavo con la superficie e manovrati via joypad (spesso prelevati dal mondo ludico) da un operatore davanti a uno schermo (o con un paio di occhiali appositi); i secondi invece sono più complessi, essi infatti si muovono indipendentemente su un percorso prestabilito (talvolta vengono guidati da particolari reticoli di boe e satelliti e sono dotati di sistemi che permettono la decisione indipendente della rotta) senza essere collegati con la piattaforma lanciante, collezionano i dati e li inviano periodicamente tramite satellite o li conservano fino alla fine del percorso.

Ambedue i tipi vengono ampiamente sfruttati in diversi campi sia civili che militari, fra i quali la ricerca scientifica, il lavoro subacqueo, la mappatura dei fondali, l’esplorazione, l’ispezione, la scoperta, la classificazione, il recupero e a quanto pare vengono utilizzati anche per scopi offensivi (come i loro cugini che svolazzano UAV).

Le due le famiglie di veicoli possono essere dotati di differenti configurazioni a seconda del lavoro che devono svolgere, si va dagli arti meccanici per l’interazione col fondale ai sonar ad alta frequenza o a scansione laterale per la mappatura, dai siluri ai sistemi di fuoriuscita dai sottomarini sinistrati (famoso l’URF Sevedese), dalle videocamere ad alta definizione alle cariche per far brillare le mine o ai sensori oceanografici.

I design come anche le dimensioni sono variabili, si va da una spanna a svariati metri.

I maggiori utilizzatori di questi mezzi sono il settore scientifico (ricerca varia e vasta), quello petrolifero (mappatura e ispezione) e quello militare (recupero, sorveglianza, ispezione, scoperta); gli ultimi due settori in particolare contribuiscono al loro sviluppo in maniera decisa, essendo campi nei quali vengono mosse ingenti quantità di denaro e intorno ai quali orbitano diversi interessi.

Sono le esigenze della circostanza a determinare l’impiego di ROV o di AUV: I ROV sono vincolati da più cavi, la presenza della treccia limita il suo utilizzo come anche la sua portata, allo stesso tempo però permette una progettazione che non debba tenere conto del risparmio energetico permettendo l’impiego di luci potenti e arti meccanici prensili.

Un ipotetico scenario di utilizzo di un ROV è la ricerca o l’ispezione con interazione di punti sui quali ci si porta con un appoggio dalla superficie, sarebbe sconveniente usarlo per fare ad esempio la mappatura batimetrica di un vasto fondale piuttosto che un’operazione di sorveglianza sotto il ghiaccio, come sarebbe sconveniente usare un AUV per ispezionare un relitto localizzato o per fare del lavoro subacqueo di interazione.

L’AUV viene impiegato per compiti dove si richiede principalmente un largo raggio di azione senza la costante guida di un operatore, la flessibilità del moto e della decisione autonoma lo rendono adeguato a svolgere compiti come la sorveglianza e la raccolta di informazioni, dalla batimetria agli ospiti poco graditi. Gli AUV fungono anche da MTE (Mobile Target Emulator).

Essendo veicoli autonomi deve fare i conti col consumo energetico, la progettazione è concentrata sull’efficienza idrodinamica e sull’ottimizzazione del rapporto fra propulsione, sensori e batteria al fine di esprimere l’autonomia voluta, per questo non è un veicolo sul quale montare sistemi illuminanti per l’ispezione visiva o arti manipolatori.

 

Questo è il ROV col quale mi sono divertito io :s15: :

 

GN-Standard.jpg

 

Questo è l’AUV col quale vorrei divertirmi :s44: :

 

6.jpg

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ottimo lavoro, Lefa, davvero sintetico ed esauriente. :s20: :s20: :s20:

avrei forse meglio specificato, per gli AUV, che è l'autonomia e non il raggio di azione il target (alcuni vengono impiegati come "sentinelle", altri per la mappatura di fondali.... (ma sono sicuro che lo sai meglio di me :s02: ).

 

solo un discorso nn mi è mai stato chiaro: l'interazione con l'AI dell'AUV: mentre quest'ultimo è in missione lo scambio di dati è in un'unica direzione?

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Non per forza.

Gli AUV nascono per lavorare indipendentemente svolgendo un percorso programmato a priori e tutti i piccoli sistemi "low cost" come ad esempio quelli delle università funzionano su questo principio, scambio di dati a una via (se dotato di trasmissione radio o satellitare) altrimenti nessuno scambio, i dati vengono storati nell'hd della macchina e vengono prelevati dalla stessa alla fine del percorso.

L'evoluzione cerca di implementare lo scambio binario, alcuni AUV sono infatti dotati di boa radio trasmittente che permette sia di ricevere che di inviare, altri sono controllati tramite impulsi sonori, altri ancora vengono operati dentro reticoli di boe non collegate al mezzo.

Solitamente i sistemi a "due vie" sono quelli costosi di medio grandi dimensioni che pochi istuti di ricerca possono permettersi, sono maggiormente diffusi nell'ambiente militare (vuoi che il Manta dotato di siluri che ho postato sopra non sia super controllato? secondo me non lo mollano un istante :s10: ).

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Esagerato si, ma non troppo! :s01:

Io credo che il NURC sia visitabile, potrebbe essere un "hot spot" interessante da aggiungere alla lista dei luoghi per i prossimi raduni.

 

http://www.nurc.nato.int/about/howtogethere.htm

 

Abbiamo cominciamo dal Muggiano.... ci spostiamo di qualche passo al NURC con rapida scorta al Baglietto (che è sempre in tema)....poi ci porti nell'Arsenale e infine chiudiamo il golfo in bellezza al Varignano! :s20:

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Ciao Lefa, grazie per la segnalazione e le spiegazioni. Confesso che queste innumerevoli diavolerie mi confermano che appartengo irrimediabilmente ad un'altra epoca dove pure non mancavano.

Il secondo pensiero è: "Ma se pubblicano allegramente su internet questi giocattoli, cos'avranno mai nei cassetti sotto chiave."

Il terzo pensiero è : "Ecco perchè non ci sono più le collisioni in mare per dare un'occhiata!" ... arriveremo al punto che ci sarà un AUV che terrà d'occhio un altro AUV e tutti staranno comodamente a terra davanti a un PC sorseggiando vodka o whisky ( o birra cinese ... ) :s03: :s03: :s03:

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  • 11 months later...

Su richiesta del Dir. posto un interessante articolo trovato girovagando in rete ... CLICCA QUI !

Chiusa con successo in Proud Manta 11 la prima sperimentazione operativa di glider durante un’esercitazione militare Il test è stato condotto dal NURC, il centro di ricerca NATO della Spezia

Dal 24 gennaio all’11 febbraio, nel mar Ionio, al largo di Catania, tre glider, veicoli autonomi sottomarini (Autonomous Underwater Vehicles - AUV), hanno dato per la prima volta il proprio contributo ad una esercitazione militare. Nel corso di Proud Manta 11, infatti, è stato sperimentato con successo dal NURC, il centro di ricerca NATO di La Spezia, l’impiego di questa tecnologia per la raccolta in tempo reale di dati ambientali tridimensionali decisionali utilizzabili nel supporto alle decisioni e operativo nella pianificazione delle operazioni. A differenza di altri AUV dotati di sistemi propulsivi propri, i glider sono in grado di muoversi come veri e propri alianti, mutando la distribuzione della propria massa interna ed alternando cicli di immersione a cicli di emersione, riuscendo così a rimanere in mare anche per lunghi periodi di tempo. Con il supporto della Marina Militare Italiana, due glider per acque poco profonde (ribattezzati dagli scienziati Greta e Zoe) e uno di profondità (chiamato Noa) sono stati calati in mare dalla nave Levanzo e hanno quindi operato autonomamente per più di 18 giorni, con la supervisione remota da parte di una “Command and Control room” ubicata alla Spezia, in grado di captare via satellite Iridium, i segnali da loro inviati ogni tre ore circa, durante la fase di emersione. Muovendosi in un’area vicina ma non del tutto coincidente con quella dell’esercitazione, senza interferire perciò in alcun modo con i mezzi in essa impegnati, i tre glider sono riusciti a offrire un quadro costante, preciso e completo dei parametri oceanografici della zona e hanno permesso così a tutti i soggetti coinvolti di ottimizzare la pianificazione operativa, mitigando l’impatto delle incertezze ambientali...(Continua...)

Modificato da Subbuster_ITA
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Adorabile tecnologia!

 

Uniamo a questo? http://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=33676

 

 

Per me non c'è problema !!! A discrezione del moderatore !!!

 

hai perfettamente ragione Matteo, la trovo affascinante da molto tempo (credo di averla "scoperta" a fine anni 90, quando era ancora qualcosa di pionieristico)

 

ho provveduto ad unire i post, se credete cancello il superfluo...

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Cancella pure tutto il superfluo!

 

Io per queste cose vado matto, ho aggiornato il link al AUVAC del post iniziale, siccome hanno rinnovato il sito il link vecchio era inattivo. La nuova veste grafica permette una fantastica ricerca filtrata, ad esempio, se filtro per 'harbor protection' escono 9 sistemi e fra questi c'è un glider, nella relativa scheda c'è un ottimo video che mostra il principio 'dell'aliante' con comunicazione satellitare.

 

Video: http://auvac.org/configurations/view/53?from_search=1

 

Quelli usati dal NURC in Proud Manta sono invece questi: http://www.webbresearch.com/electricglider.aspx

 

Lo stesso produttore, propone un AUV con un'autonomia di 40.000Km o 5 anni (!!)... :s23:

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Dipende dal tipo di propulsione! questa è una diavoleria, si chaimano thermal engine (mi viene da tradurre con motore termico, ma non è assolutamente ciò che si intende in italiano con m.t.) e sono dei motori in grado di assorbire il calore dell'acqua tramutando quella poca energia in un momento per il moto.

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  • 1 month later...

Un sistema è questo:

Energia dal gradiente termico oceanico

 

Sfruttare il gradiente termico oceanico significa sfruttare la differenza di temperatura tra le acque marine superficiali e le acque marine profonde. Un gradiente termico di 20 °C è sufficiente per produrre energia elettrica in maniera economicamente conveniente, utilizzando la tecnologia OTEC (Ocean Thermal Energy Conversion).

 

Il calore delle acque superficiali fa evaporare il liquido di lavoro (ammoniaca o acqua), fungendo così da sorgente calda per l’alimentazione di un ciclo a vapore, con turbina e generatore elettrico. Le acque di profondità aspirate dal fondo fungono da sorgente fredda, che raffredda i vapori e li fa tornare allo stato liquido, chiudendo così il ciclo.

 

otec.jpg

 

Esistono alcuni impianti operativi, caratterizzati però da basse potenze e da elevati costi di realizzazione. Possono essere realizzati lungo le coste oppure su piattaforme galleggianti.

 

Non lo vedo però tanto adeguato per le ridotte dimensioni dei veicoli in questione...

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