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Iran:primo Sottomarino Autoprodotto


Marco U-78 Scirè

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Sono occorsi dieci anni, e' della classe Ghadir

 

TEHERAN, 28 NOV - L'Iran ha annunciato oggi il varo del primo sottomarino prodotto nel Paese, della classe Ghadir. Le forze navali iraniane, alle quali e' affidato in particolare il pattugliamento delle acque del Golfo e dello Stretto di Hormuz, disponevano gia' di tre sommergibili della classe Kilo, acquistati anni fa dalla Russia, e di alcuni mini-sottomarini. Sono occorsi dieci anni per la progettazione e la produzione del sommergibile

 

fonte:ANSA

 

 

mah..... :s14: :s14: :s14:

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E pensare che nel 1965, la Marina iraniana dello Scià di Persia si addestrava con noi italiani.(ho un amico che è rimasto negli USA dopo la rivoluzione islamica). Chissà ora dove imparano l'arte?

ad majora

xtgold

:s06: :s14: :s45:

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Beh, francamente non mi sembra un battello che possa spostare gli equilibri navali nella regione! :s03:

 

Sarei più preoccupato se l'Iran ampliasse la sua flotta di Kilo.

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Reinhard Hardegen Inviato il Ieri, 11:16 PM

Beh, francamente non mi sembra un battello che possa spostare gli equilibri navali nella regione!

 

Sarei più preoccupato se l'Iran ampliasse la sua flotta di Kilo.

 

Concordo. Vabbè che i piccoli si infiltrano meglio, ma non avrà grande raggio d'azione e autonomia.

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D'accordo con Reinhard e con Totiano in particolare per i colpi di fortuna. Se possiamo rifarci alla storia i midget anche sfornati in centinaia di esemplari non sembrano mai avere avuto un gran successo di impiego.

Azzardando qualche ulteriore considerazione si può riflettere sul fatto che midget di questo tipo hanno una autonomia molto ridotta il che li espone a frequenti soste in porto o presso qualche eventuale ausiliaria rendendoli, alla luce del tipo di ricognizione possibile oggi, molto vulnerabili. Potrebbero essere impiegati come versione singolare e tipicamente locale delle CAPTOR :s01: nello stretto di Hormuz ma in quel caso scommetterei molto molto poco sulla loro sopravvivenza.

 

PS se invece lo scopo fosse quello di impensierire i CVBG / CVSG ( ma qual'è l'ultima versione ? ) forse hanno ragione quei furbastri dei cinesi che pensano (non che siano i primi ...) all'impiego di IRBM in quella funzione.

Modificato da Charlie Bravo
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premettendo che sono solo ipotesi personali, direi che sono la tipologia ideale da impiegare a Hormuz per bloccarlo. in quei basi fondali il sonar ha seri problemi e oltretutto sono una seria limitazione operativa per i grossi nucleari (ricodate la collisione recente in zona di un SSN?). non scommetterei anch'io molto sulle possibilità di sopravvivenza ma, tornando indietro di 60 e rotti anni, chi avrebbe scommesso sulle vite di DeLaPenne e C?

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... ma, tornando indietro di 60 e rotti anni, chi avrebbe scommesso sulle vite di DeLaPenne e C?

 

Acuta osservazione caro Dir. Che agli amici americani potrebbe mettere qualche brivido. Per un Gruppo Navale Hormuz è un problema almeno fino a quando non arriva il via libera senza restrizioni. Poi comunque anche le varie operazioni di sminamento condotte da Hai Phong in avanti hanno dimostrato, nonostante l'evolversi delle tecnolgie, di essere sempre molto lunghe e laboriose.

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Concordo assolutamente con le vostre osservazioni sulla possibilità di impiego di questo battello per bloccare lo stretto di Hormuz.

 

Tuttavia credo che L'Iran in caso di conflitto punterà essenzialmente a interrompere il traffico marittimo attraverso questa importante via marittima per un periodo di tempo sufficiente a consentire un incremento del prezzo del petrolio, tale da esercitare pressioni in grado di interrompere il conflitto, e consentire al regime di sopravvivere, e caso mai dare un ulteriore giro di vite in senso reazionario.

 

Di conseguenza dal punto di vista iraniano quello è importante è la capacità di "comprare tempo" e il blocco di Hormuz è proprio quello che gli serve, a prescindere dalle perdite che ciò possa comportare loro. In un ipotetico conflitto con gli USA il tempo sarebbe un fattore a vantaggio degli iraniani.

 

In caso di crisi i Kilo, insieme ai Ghadir, alle batterie missilistiche poste lungo il litorale, ai missile fast attack boat ed alle mine renderebbero Hormuz una versione moderna dei Dardanelli della Prima Guerra Mondiale. Non mi vorrei trovare nei panni del comandante di un gruppo navale che dovesse operare da quelle parti. Per di più in caso di danni a qualche capital ship i bacini più vicini sarebbero forse a Diego Garcia... :s06:

 

In sostanza gli americani dovrebbero vincere la guerra, ed in tempi brevi, gli iraniani dovrebbero semplicemente non perderla troppo rapidamente!

 

Quindi i Ghadir potrebbero essere dei battelli a basso costo, e diciamocelo pure "spendibili", per il loro tipo di strategia.

 

Che ne pensate?

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Caro Reinhard mi hai anticipato di un soffio con le tue considerazioni e ipotesi. In effetti l'argomento "Hormuz" si prospetta interessante e denso di implicazioni viste anche le ricorrenti voci di possibili interventi in quell'area.

Partendo dalla questione tempo sarebbe interessante sapere quanto a lungo il sistema economico mondiale potrebbe resistere senza sconvolgimenti con il blocco di Hormuz; questo non solo dal punto di vista degli approvvigionamenti ma anche da quello del prezzo del barile che già ora sfiora i 100 dollari.

Un'altro aspetto è quello dell'inizio dell'ipotetico conflitto. Se avvenisse con un attacco a sorpresa da parte del "partito blu", e con tutta probabilità sarebbe prevalentemente un attacco aereo e missilistico, le componenti che hai citato del "partito arancione" (FAC, SS, batterie costiere e in pratica tutto quanto identificabile e in posizione certa) sarebbero distrutte o gravemente inibite ad operare. A quel punto anche azioni di minamento su scala significativa sarebbero difficilmente attuabili e resterebbero, alla disperata, le mine a temporaneo galleggiamento o alla deriva la cui presenza causerebbe in ogni caso seri problemi. Quanto ai Ghadir a parte l'affidabilità che in questa sede diamo per buona hanno come primo forte limite la necessità di rientrare spesso molto in porto (non credo si possa andare oltre i 4-6 giorni) o farsi assistere da una unità ausiliaria cosa che li rende molto vulnerabili. Teniamo poi conto che nell'ipotetica situazione la parte del leone la farebbero le forze aeree e i lanci di missili.

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Caro Charlie, circa la questione tempo credo che la storia ci possa essere d'aiuto, se non altro per avere un'idea di massima.

 

L'ultima guerra in cui il mondo arabo fu unito e utilizzò l'arma del petrolio come forma di pressione a livello internazionale fu, se non erro, la guerra del Kippur dell'ottobre 1973.

 

Il conflitto durò 18 giorni ed iniziò bene per gli arabi, prima di prendere una piega più favorevole ad Israele. Le nazioni arabe esercitarono l'arma del "ricatto petrolifero" nel momento in cui le forze israeliane erano sul punto di dilagare in Egitto, riuscendo a far imporre ad Israele un cessate il fuoco che, tra l'altro, alla fine favorì l'Egitto...

 

Di conseguenza possiamo affermare che in quella circostanza l'effetto petrolio produsse contraccolpi nel giro di 15 giorni. Tenendo conto che oggi la situazione sarebbe diversa, in quanto non tutti i paesi arabi interromperebbero l'esportazione di greggio in caso di conflitto, ma tenendo presente anche che il consumo mondiale di petrolio è notevolmente superiore a quello degli anni '70 (CINA), un'ipotesi ragionevole sarebbe quella di assumere 1 mese come tempo massimo per chiudere la partita.

 

Per quanto riguarda gli effetti del potere aereo e missilistico sarei più cauto nel ritenere neutralizzabile, tramite unicamente attacchi dal cielo, il dispositivo difensivo iraniano.

 

L'Iran proprio perchè deve tentare di resistere 1 mese alla bufera si limiterebbe ad eseguire azioni di sea denial scegliendo il tempo ed il modo degli attacchi, esponendo alla reazione nemica solo una parte delle proprie forze e per un tempo limitato.

L'Iran, per il resto della durata della guerra, si limiterebbe a preservare, nei limiti del possibile, la sua capacità bellica salvaguardandola dagli attacchi (presumibilmente aerei) del nemico.

 

Circa l'efficacia del bombardamento aereo o missilistico come arma suprema, sono ormai 20 anni che in occidente, siamo infatuati da questo paradigma, che rende la nostra strategia sempre più prevedibile. Israele ne ha fatto recentemente le spese in Libano, quando ha tentato di riprodurre, con scarso successo, la tattica utilizzata dalla NATO in Kosovo contro le milizie di Hezbollah, che sono riuscite a preservare una credibile capacità bellica dalle bombe intelligenti dell'IAF.

 

Applicando questo ragionamento ad una nazione come l'Iran, che vuole imporsi inequivocabilmente sulla scena mondiale, credo che per questo motivo a Washington hanno più di un dubbio sulla possibilità di chiudere il conflitto guerreggiato senza "spiacevoli imprevisti". che avrebbero un effetto devastante sul prestigio americano nella regione.

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complimenti a entrambi, analisi interessante e approfondita!

 

Adesso però vi inserisco una interessante variante: Un intervento della Cina invisibile ma tangibile a difesa dell'Iran (ovviamente in cambio di privilegi sul petrolio). diciamo una serie di battelli Cinesi che patttugliano in oceano indiano sulle rotte per Hormuz affondando le petroliere in transito...

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Forse ho letto troppi libri di Patrick Robinson, ma credo che se si prospettasse una crisi del genere, gli USA agirebbero preventivamente e non con la loro componente missilistica...molti Ghadir sarebbero misteriosamente inservibili al momento del bisogno...non dimentichiamoci che vengono spesi milioni di dollari all'anno per addestare corpi speciali esattamente a incarichi come questi!

 

Per quanto riguarda l'intervento della Cina invece è un altro paio di maniche...quei kilo nell'Oceano indiano farebbero paura a chiunque, anche se credo che, pur potendo fare parecchi danni al traffico petrolifero e anche a qualche unità militare, alla lunga non avrebbero molte chances di sopravvivenza..

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Assolutamente d'accordo che il potere aereo e missilistico non sia risolutivo in tutti i contesti come ad esempio la presenza di bersagli puntiformi e molto mobili (v. Libano, op. terrestri); nel mio scenario mi riferivo unicamente alla soppressione di ciò che può mettere a rischio il libero passaggio nello Stretto. D'accordo anche con R.Hunter sull'impiego degli incursori in particolare per la designazione bersagli e l'interruzione della catena C3. Considero che un Kilo in porto sia più agevolmente neutralizzabile nel contesto ipotizzato (che non è più occulto) con un attacco di BGM o comunque missilistico. Si potrebbe creare una situazione in cui sia garantita la libera circolazione via mare nell'area ma non via sia il controllo del fronte terrestre e nemmeno interessi averlo.

Relativamente alla questione petrolio rispetto agli anni '70 è diverso il fabbisogno (come si diceva Cina, India e cosiddetti Paesi Emergenti) ma rispetto a quell'epoca si sono diversificate anche le fonti (Sudan, America Latina, sfruttamento dei giacimenti bituminosi del Canada, Mare del Nord e aree ex sovietiche ora aperte al mercato) però è vero che l'occidente, e non solo, non può scampare a lungo di fronte a un simile sconquasso. Nel caso di chiusura di Hormuz ci sono stime di un prezzo che salirebbe in breve a 130 - 140 dollari al barile con quel che ne consegue. Non per nulla piuttosto in sordina si sono messi in opera alcuni oleodotti per aggirare il problema.

Non penso che la Cina si esporrebbe dal punto di vista militare impiegando direttamente proprie forze. Almeno fino a quando la situazione (mancanza di petrolio e crollo dei commerci con l'Occidente) non mettesse seriamente a repentaglio la propria stabilità e potere interno. Certamente si godrebbe lo spettacolo e appoggerebbe politicamente (veto ONU), logisticamente e con intelligence l'Iran mettendo in atto qualsiasi strategia ad ostacolo del "partito blu". Mi immagino ad esempio delle belle manovre in grande stile a ridosso di Taiwan ma senza arrivare al punto di rottura o una serie di larvati ricatti economici e finanziari nei confronti della UE.

Modificato da Charlie Bravo
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Caro Totiano, la variante che proponi è intrigante, ma penso che per l'immediato futuro debba essere confinata nei libri di Patrick Robinson o di Micheal Dimercurio.

 

Sono d'accordo con l'opinione di Charlie. La Cina non metterebbe a repentaglio il suo potenziale navale, attualmente in una delicata fase di crescita, se non vi fossero delle minaccie ben precise al suo equilibrio interno.

 

Allo stesso tempo credo che i cinesi non si farebbero sfuggire l'occasione per poter far testare ai loro amici iraniani qualche loro sistema d'arma. L'esperienza che potrebbero acquisire nei paraggi di Hormuz poterebbe essere molto utile nelle acque di Taiwan. :s06:

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E a proposito di sistemi d'arma c'è da ricordare che la corvetta israeliana Hanit venne appunto danneggiata da un missile cinese fornito ad Hez dall'Iran. Purtroppo non posso trattenermi in questo momento ma abbiamo messo in campo diversi ragionamenti interessanti che avremo modo di approfondire.

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Amici,

 

provate a dare un'occhiata con Google Earth alla base navale di Bandar Abbas in Iran. E' ormeggiata in bella vista gran parte della flotta di superficie iraniana e, credo, anche tre bei sottomarini classe Kilo........

 

Fatemi sapere se ho preso un abbaglio :s02:

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hai proprio ragione, e si vede anche il Ghadir ad una esremità delle banchina...

 

quello che mi ha sempre colpito dela base è la "promiscuità" del porto, dove la parte commerciale e quella militare sono praticamente insieme....

 

Certo che non sembra una flotta molto operativa, con tutte le unità in porto. forse la foto ha becato un turno di licenza

 

Hai ragione Reinhard, è una tesi da romanzo ma i what if nascono così, no? e hai anche ragione sul test di armi cinesi: credo non sia di molto tempo fa un articolo di avvicinamento delle due potenze asiatiche.

 

c'è un altro fattore destabilizzante: diversi stati arabi, primo fra tutti l'UAE, ha manifestato l'intezione di dotarsi di una flotta subacquea. il nostro S 1000 e i vari concorrenti sono stati progettati proprio per questo promettente mercato. quale probabilità dareste ad uno scontro tra UAE (per ora filo occidentali) e Iran?

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Per sto rammaricando per essere alle strette col tempo vista la discussione interessante :s68:

... sarebbe interessante sapere se quell'assembramento è per loro inevitabile (logistica/stato di efficienza) o solo dovuto alla situazione tranquilla ... Fino a un paio di anni fa però almeno due dei Kilo iraniani per problemi di batterie, manutenzione carente e addestramento non ottimale erano considerati non operativi ed erano in corso contatti con la Russia per una modernizzazione e nel contesto di un ciclo di grandi lavori. Non so perchè ma questa faccenda mi ricorda la Libia con i Foxtrot ... Se lo stato dei battelli è effettivamente quello potrebbe essere significativo delle capacità complessive della Flotta iraniana. Se le cose stanno ancora così una parte del nostro what if ha avuto risposta...

Quanto allo scontro UAE e Iran non credo sia probabile almeno nel breve termine. Votati al martirio si ma fino a un certo punto ...

Tornando alla minaccia su Hormuz probabilmente una combinazione di guerra di mine (chissà se hanno la possibilità di aviolanci da quelle parti ...) e batterie missilistiche mobili terrestri probabilmente darebbe del filo da torcere. Mi rifaccio sempre alle esperienze israeliane in Libano l'estate dello scorso anno. Ad esempio i C-802 cinesi già forniti all'Iran (a proposito turbogetto francese ... ed è simile all'Exocet ) lanciabili da terra hanno una portata di 120 km che considerati i 40 chilometri scarsi dello Stretto consente un bel margine di manovra anche a ridosso dei centri abitati dove è più difficile individuarli ( salvo accecamento elettronico di tutta l'area tanto per non sbagliarsi ovviamente :s03: ).

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Se devo scegliere tra Iran ed UAE, dico Iran senza dubbio.

 

Le forze armate iraniane sono "battle tested", a seguito della decennale guerra con l'Iraq. Inoltre la marina iraniana ha anche messo insieme un pò di "esperienza" durante le schermaglie con il naviglio militare americano negli anni 80'. :s05:

 

Non credo che una Marina si possa costruire dall'oggi al domani, limitandosi semplicemente ad acquistare sistemi d'arma ed corsi di addestramento.

 

Ovviamente uno scontro limitato ad Iran ed UAE non sarebbe ipotizzabile, però potrebbe essere un buon casus belli per un conflitto allargato su base regionale. Tra qualche anno nei dintorni di Hormuz potrebbero esserci più sottomarini che petroliere.......

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Caro Charlie, sono d'accordissimo sulla pericolosità dell'accoppiata mine (soprattutto aviolanciate) e batterie missilistiche mobili.

 

Tuttavia c'è una ulteriore minaccia che andrebbe approfondita (anche se al momento non ho sufficienti informazioni a riguardo) ed è quella degli aliscafi d'attacco. Qualche tempo fa ricordo bene di essermi imbattuto in un comunicato che riportava il test da parte dell'Iran di un aliscafo d'attacco con "spiccate capacità stealth". Ricordo anche che era anche allegata una foto del giocattolo...

 

Se questa cosa avesse un minimo di fondamento non sarebbe un bella notizia. Data la limitata estensione del tratto di mare, basterebbero pochi minuti ad un aliscafo per giungere a portata di tiro per un missile a guida semi-attiva, lasciando al bersaglio un ridottissimo preavviso. Questa minaccia moltiplicherebbe il numero delle batterie missilistiche mobili, soprattutto nel caso di un attacco combinato in forze...

 

Inoltre penso che l'Iran possa beneficiare di una eventuale joint-venture in questo settore con la Cina. L'aliscafo d'attacco, soprattutto se stealth, sarebbe un'arma tipicamente orientale nella sua filosofia: economica, letale, producibile in massa, spendibile...

 

Che ne pensi al riguardo?

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Ciao Reinhard, la presenza di numerosi aliscafi (se operativi...) complicherebbe il quadro tattico però la prima discriminante sarebbe la loro dipendenza da specifiche strutture portuali. Penso ai nostri P 420 con le loro capacità di rischieramento, ma quelli erano dei gioiellini... Una volta in mare c'è poi da considerare che quello che può mettere in campo il "partito blu" come ESM/ECM/AEW è tale da poter ragionevolmente limitare di molto la potenzialità di tali mezzi. Fatte salve eventuali azioni di sorpresa con basso stato di approntamento però non molto probabile in quella specifica zona. Parlando di cinesi e aliscafi mi vengono poi in mente le decine di Hu Chwan (siluranti e non missilistici) forniti ai tempi di buona memoria dalla Cina all'Albania e incombenti sui nostri stretti ma che non impensierivano più di tanto ...

Propongo questo brevissimo filmato che mi ha fatto comprendere mio malgrado perchè l'impiego un velivolo in determinate condizioni può essere più utile di una unità di superficie per quanto velocissima :

 

http://jumpcut.com:80/view?id=C009AF727552...F89000423CF037A

 

a patto che l'attaccante riesca a salvarli da operazioni di controaviazione naturalmente. D'altra parte la Stark venne colpita più o meno così.

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Ciao Charlie, le tue argomentazioni tecniche mi trovano sostanzialmente d'accordo, tuttavia vorrei rilanciare la questione da un altro punto di vista.

 

Se osserviamo i conflitti combattuti a partire dalla prima guerra del Golfo, questi sono stati accomunati dalla caratteristica che il partito blu ha sempre iniziato per primo le operazioni, mentre gli arancioni stavano in attesa della tempesta.

Inoltre in tutti i casi il partito blu aveva una schiacciante superiorità su quello arancione.

 

Di conseguenza si è sempre verificata la situazione che il più debole ha lasciato l'iniziativa al più forte, che ha potuto scegliere il tempo e la modalità della prima mossa, una tattica, questa, assolutamente suicida.

 

Aggiungo, inoltre senza dilungarmi troppo, che agendo in questo modo il partito blu si assicurava un notevole capitale di credibilità, quindi di tempo utile per terminare le operazioni, presso le proprie opinioni pubbliche, piuttosto refrattarie al rombo dei cannoni. Infatti in tutti i casi considerati ogni operazione bellica è stata preceduta da un lungo periodo di acclimatazione delle opinioni pubbliche, durante il quale viene fatta accettare, almeno in buona parte, l'idea dell'inevitabilità dell'azione di forza. Iniziare quindi "il lavoro sporco" con una bella serie di attacchi (missilistici, aerei,....) adeguatamente reclamizzati dai mass media, può far diffondere nell'opinione pubblica l'idea che l'affare può essere liquidato in breve tempo e rendere più accettabile il prosieguo delle ostilità, volgenti verso "l'inevitabile vittoria finale"....

 

Venendo quindi al caso iraniano, immaginiamo che il regime voglia giocarsi la partita in maniera diversa e che giochi di anticipo, una volta capito che le ostilità siano inevitabili. Immaginiamo che l'Iran dia il via ad una massiccia offensiva, non finalizzata alla vittoria della guerra guerreggiata ovviamente, con i sottomarini, con i missili, con gli aliscafi d'attacco e con le mine. E supponiamo che metta a segno qualche buon colpo, del tipo una fregata ed un caccia affondati ed una portaerei danneggiata seriamente.

 

Credo che l'effetto sui paesi della regione possa essere non indifferente. L'idea di una nazione araba che lotta e "vince" contro i super-tecnologici blu potrebbe sedurre una vasta parte dell'opinione pubblica araba, e potrebbe armare più di qualche mano da quelle parti (Pakistan in testa). In sostanza se il partito degli arancioni assumesse l'iniziativa potrebbe solo andarci a guadagnare, in quanto utilizzerebbe il proprio potenziale bellico prima che questo venga menomato.

 

A questo punto tutti i ragionamenti di strike preventivi verrebbero meno. L'Iran tramite un'appropriata Maskirovka potrebbe sferrare un colpo a sorpresa godendo di tutte le luci della ribalta.

 

Le conseguenze politiche sarebbero, a mio avviso, non peggiori di quelle che nel caso del consueto attacco blu. L'opinione pubblica occidentale sarebbe a favore della guerra, quella araba sarebbe a favore degli arancioni ed in più i governi arabi si troverebbero di fronte ad una situazione interna instabile...

 

In definitiva la vittima sacrificale di turno riuscirebbe ad ingarbugliare un pò le carte ai blu, almeno per il momento,....

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Ciao Reinhard e Totiano! Mi dispiace di aver poco tempo per riflettere in maniera approfondita sui vari aspetti di questa interessantissima discussione. Sono assolutamente d'accordo che il punto chiave della faccenda sia l'elemento sorpresa dell' iniziativa. Concordo sulla analisi ed ipotesi operative di Reinhard tranne che per la variabile Pakistan almeno con la attuale dirigenza. Soppesando le conseguenze certamente una serie di operazioni come quelle delineate da parte del partito arancione (o lo chiamiamo verde ? :s02: ) richiederebbe un approntamento che difficilmente passerebbe inosservato ai numerosi occhi ed orecchie puntati su quelle zone, tuttavia la dirigenza politica del partito blu si troverebbe ad assistere ai preparativi senza poter prendere facilmente la decisione di attaccare per primo, evitando così il blocco, senza incorrere in seri problemi con le opposizioni e le opinioni pubbliche interne e mondiali restie ad accettare un attacco che a loro apparirebbe a freddo nei confronti di un paese non belligerante. Senza contare gli strascichi sui fronti Iraq ed Afghanistan. Per quanto rischioso economicamente sarebbe politicamente più accettabile per il partito blu l'azzardo (o la certezza) di incassare il primo colpo per poi dare il via a una campagna aerea e navale senza alcuna restrizione e, sperabilmente senza impegolarsi a terra.

A questo punto anche l'eventuale vantaggio politico e propagandistico acquisito con un first strike dal partito arancione sarebbe vanificato e il suddetto partito arancione si troverebe in un mare di guai anche interni. Ho detto eventuale perchè i vari paesi dell'area (v. situazione interna irachena con le divisioni tra sciti e sunniti) non hanno tutti la stessa visione; senza contare l'eterno fattore del vile denaro.

Relativamente ai barchini che avevamo trascurato e che giustamente Totiano ha ricordato, nell'attacco a sorpresa ipotizzato potrebbero fare certamente danni anche seri in particolare se indirizzati contro il traffico mercantile mentre contro le forze navali, che presumibilmente hanno fatto tesoro dell'esperienza del Cole, sarebbero più controllabili e meno temibili.

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Una caratteristica , credo unica al mondo, è costituita proprio da quell'esercito parallelo costituito dai Guardiani della Rivoluzione. Essi dispongono di proprie componenti terrestri, aeree e navali che rispondono non al Ministro della Difesa ma direttamente alle più alte cariche religiose.

Spesso sono di notevole entità numerica e godono di migliore preparazione tecnica ed operativa. Senza parlare poi della componente psicologica che li vede estremamente motivati fino al martirio.

Questa componente militare, tra l'altro, detiene il controllo dei sistemi nevralgici della difesa, come le batterie missilistiche costiere e quelle della difesa della capitale, nonchè dell'arsenale missilistico startegico. La loro capacità di attivarsi rapidamente in caso di conflitto è molto forte.

L'Iran sta studiando attentamente ciò che avviene in Iraq, per rivedere le proprie dottrine militari. In particolare si sta orientando per un tipo di difesa costiera simile a quella pensata da Tito per difendere le coste della Yugoslavia.

Se pensiamo che le forze statunitensi ed alleate , in sostanza, non riescono a mettere sotto completo controllo un territorio meno esteso come quello irakeno, credo che ci sarebbero molte difficoltà a mettere sotto controllo un territorio come quello iraniano. Perchè, ormai è assodato, il semplice strike missilistico e/o aereo non basta più e , forse , non è mai bastato. Alla fin fine, resta sempre il problema del controllo del territorio altrimenti, lentamente , l'avversario si riorganizza.

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Ciao Schaitan, grazie per le interessanti informazioni su queste forze paramilitari. In effetti se sono gli stessi che hanno appoggiato e preparato Hez in Libano è un elemento da non sottovalutare. Sono d'accordo sulla difficoltà se non impossibilità del controllo del territorio che comporterebbe una stabile presenza terrestre con tutte le implicazioni che abbiamo visto in Iraq.

Oltrettuto, almeno in questo momento, anche gli USA non potrebbero permettersi (politica a parte) l'apertura di un altro teatro di quel genere. Tuttavia nel più limitato e circoscritto scenario "Hormuz" che avevamo preso in considerazione si potrebbero sviluppare anche solo operazioni aeree e navali col limitato e temporaneo intervento di incursori terrestri finalizzate alla libertà di transito, senza alcuna presenza di grandi unità sul suolo nemico. In questo ultimo quadro le varie milizie non sarebbero determinanti. Il tuo commento introduce poi la variabile "armi missilistiche strategiche" (per inciso non sapevo che quelle iraniane fossero affidate alle milizie invece che alle FFAA) che probabilmente verrebbero utilizzate in maniera analoga agli Scud iracheni.

In sintesi ritengo che l'occupazione terrestre porterebbe a uno scenario estremamente problematico mentre la conduzione di operazioni navali, aeree e delle forze speciali anche protratte esporrebbe il partito blu a bassi rischi militari (tralascio quelli politici) portando comunque nel medio periodo al collasso l'avversario.

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