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L'Attacco della Xa Flottiglia MAS Contro New York


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L'Attacco della

Xa Flottiglia MAS

Contro

New York

 

 

di Cristiano D'Adamo

Per gran parte degli storici, le attività della Xa Flottiglia MAS si limitarono al Mediterraneo. Effettivamente, nei primi mesi della guerra, l'unità si concentrò solamente su obiettivi britannici entro il bacino del Mediterraneo. Sfortunatamente, il poco saggio ma audace attacco contro l’isola di Malta del 25 luglio 1941 distrusse un grande numero di ufficiali e sottufficiali altamente addestrati ed anche la maggior parte della struttura di comando dell'unità. La responsabilità di continuare l’attività della Xa Flottiglia MAS cadde sul comandante di una delle sue due divisioni: Junio Valerio Borghese. Questo ufficiale, che si era già distinto per la sua abilità di portare incursori e “maiali” in prossimità delle basi nemiche di Gibilterra e Alessandria, diventò il cuore e l’anima della Xa Flottiglia MAS. Dopo la guerra, il comandante Borghese narrò le gesta della Xa MAS nel suo ben noto libro. Dopo la capitolazione dell’8 settembre, il Comandante Borghese decise di continuare a lottare a fianco dei tedeschi nell’Italia Settentrionale, modificando la Xa Flottiglia MAS in una formazione in gran parte di terra e con funzioni anti-partigiane. Alla fine del conflitto, quando appariva sicuro il suo imprigionamento, nonostante la Medaglia di Oro al Valore Militare ricevuta durante il conflitto, Borghese decise di trasferirsi in Spagna in un esilio volontario che durò fino alla sua morte.

 

Il ruolo di Borghese nella Xa Flottiglia MAS fu di grande importanza. Quest’uomo non solo era un ufficiale in comando, ma anche un leader. Borghese, come più tardi scrisse, intuì perfettamente il valore dell’ “effetto psicologico sugli americani che non avevano ancora subito guerra offensiva su loro proprio suolo”. Dal suo punto di vista, condurre un attacco fuori del Mediterraneo era di grande importanza. L'idea era audace, ma realistica. I tedeschi avevano preparato piani simili che contavano su sabotatori da infiltrare negli Stati Uniti per poi danneggiare la produzione industriale, ma il loro piano non ebbe successo. Questi attacchi furono resi vani dal sistema d’informazioni americano, che era già molto sviluppato, e dalla natura insulare del continente americano stesso. Dopo l'attacco di Pearl Harbor, I giapponesi inviarono un sommergibile a bombardare la costa della California provocando solamente danni di minima entità e tanta confusione.

 

new_york.jpg

Una fotografia di New York del 1928.

"l'azione avrebbe avuto un limitato valore militare in termine di danni inflitti, ma un enorme valore in termine di effetti psicologici"

 

Borghese intendeva portare la guerra sul continente americano conducendo un'azione che sarebbe stata dimostrativa, che avrebbe avuto un limitato valore militare in termine di danni inflitti, ma un enorme valore in termine di effetti psicologici. Il piano, di cui oggi abbiamo solamente limitata documentazione, contemplava il trasporto di un'arma insidiosa nei pressi di “Fort Hamilton”, New York, per poi far si che questi navigasse con i suoi propri mezzi sul fiume Hudson, raggiungendo il porto di New York per istallare cariche esplosive sotto alcune delle navi ormeggiate lungo il pontile Ovest. A causa della natura del porto in questione, e la distanza di New York dall’oceano, l'uso di un S.L.C. (maiale) non era ne adatto ne pratico. Nel Mediterraneo, la Xa Flottiglia MAS aveva usato sommergibili vettore dotati di tre contenitori cilindrici montati sul ponte. In seguito, i cilindri divennero quattro e furono istallati sulle fiancate della carena. I cilindri furono usati per proteggere i S.L.C. dalle intemperie, ma rendevano la navigazione più difficile e, a causa delle loro dimensioni, estendevano il profilo del battello, aumentando, così, il rischio di essere localizzati. La Xa Flottiglia MAS avrebbe dovuto cercare un sistema diverso per l'attacco contro New York; un mezzo elaborato per missioni più lunghe che proteggesse il suo equipaggio dalle intemperie, piccolo di dimensioni e poco visibile. La soluzione sarebbe trovata in un deposito nel porto militare di La Spezia.

 

Il mezzo in questione, noto come il CA, era l'invenzione della Caproni, ditta originalmente fondata da Giovanni Caproni noto per la costruzione di moderni aeroplani, vincitori di molte gare nel mondo. Durante la crisi del 1935, quando l’Italia era sull'orlo di una guerra con la Gran Bretagna e la Marina militare italiana istituì quello che più tardi diverrà la Xa Flottiglia MAS, alla Caproni fu chiesto di collaborare con la Regia Marina nella costruzione di una nuova arma d'assalto. Questa collaborazione tra la ditta aeronautica e la Marina militare era strana, ma permise l'introduzione di idee ingegneristiche nuove ed uniche nel campo tradizionale dell'ingegneria navale. Caproni cercò la collaborazione di un ingegnere navale e selezionò Vincenzo Goeta, un consulente navale indipendente con uffici a Genova. Il progetto Goeta-Caproni, come sarà conosciuto più tardi, fu presentato dopo alcuni mesi al Comitato del Disegno Navi della Marina militare, una comitato presieduto dal Generale del Genio Navale Umberto Pugliese, ufficiale di grande ingegno e ben conosciuto per l'invenzione di un sistema di protezione subacqueo che porta ancora il suo nome. Il progetto fu presentato alla Marina militare all’inizio del 1936 che fu approvato tre mesi più tardi; questa rapidità d’approvazione fu un grande incoraggiamento, specialmente considerando che le idee proposte dalla ditta Caproni erano insolite e molto innovative.

 

 

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Caproni CB, un altro prodotto frutto della creatività della ditta Caproni.

 

Caproni chiamò questo mezzo “motoscafo sommergibile”, ma era in realtà un sommergibile. Nei piani della Caproni, questo piccolo mezzo era l'equivalente di un aereo da caccia; l’esperienza della ditta nel campo aeronautico era un fattore importante nel progettare il mezzo e la sua possibile utilizzazione tattica. Sfortunatamente, la Marina militare non era pronta ad abbracciare queste idee nuove e piuttosto originali, ma allo stesso tempo c’era abbastanza interesse nel proseguire con “il Progetto G.” La costruzione iniziò in un capannone alla fabbrica di Caproni di Taliedo, vicino a Milano. Questo minuscolo sommergibile aveva uno scafo resistente con cappelli semisferici ai due estremi. Casse di zavorra, lanciasiluri e altra componentistica furono istallati esternamente allo scafo resistente. Il progetto prevedeva un equipaggio di due uomini: l'ufficiale al comando avrebbe occupato un posto speciale dal quale aveva accesso al periscopio ed i controlli, soprattutto alla leva di controllo (cloche), come su un aeroplano ed anche alla strumentazione di navigazione che assomigliava più ad un caccia che ad una camera di manovra. L’altro uomo dell’equipaggio sarebbe invece stato nelle vicinanze del motore in posizione supina dato che non c’era abbastanza spazio per alzarsi in piedi.

 

I primi prototipi furono consegnati alla Marina nel 1938 in segretezza totale. Caricati su speciali vagoni ferroviari e mimetizzati, questi strani battelli vennero trasportati sul Lago d’Iseo, vicino Brescia e Bergamo. Questo lago di modeste dimensioni raggiunge una profondità massima di circa 250 metri ed ha un perimetro di 60 chilometri.Il lago ha la forma di una esse con un’isola di piccole dimensioni al centro. I primi collaudi confermarono le buone qualità dei mezzi e consentirono la correzione di alcuni difetti e il miglioramento della componentistica. Naturalmente, a causa della mancanza di salinità, la riserva di spinta era differente dal mare, così i collaudi continuarono a Venezia. All’arsenale di Venezia, cantieri navali questi con una lunga ed illustre storia, tre giovani ufficiali iniziarono le prove ufficiali. Questi erano i Tenenti di Vascello Totti, Gatti e Meneghini. Gli ulteriori collaudi confermarono la presenza di problemi già noti, in gran parte aventi a che fare con la sensibilità dei controlli. Il sommergibile era in grado di navigare in superficie alla velocità di 7 nodi e sommerso alla velocità di 5 nodi. Inoltre, i due siluri da 450 mm furono lanciati molteplici volte senza alcun inconveniente.

 

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Junio Valerio Borghese in uniforme della R.S.I.

 

Completati i collaudi a Venezia, i due sommergibili vennero mandati a La Spezia, la più grande base navale italiana. L’esperienza acquisita durante le prove del CA 1 e del CA 2 indussero gli ingegneri ad aumentare il dislocamento di 4 tonnellate, raggiungendo così le 20 t.s.l. Successivamente i due prototipi furono abbandonati in un deposito, lo stesso deposito dove verranno trovati dalla Xa Flottiglia MAS. Dato che erano stati abbandonati da più di due anni, i due sommergibili non erano in buone condizioni e fu deciso di rimandarli in fabbrica per la revisione ed anche per apportare alcune modifiche. Una volta modificati, i due battelli sarebbero stati adatti per la Xa MAS; i due siluri furono rimossi e sostituiti da otto cariche esplosive da 100 Kg ciascuna. Queste cariche sarebbero state posizionate manualmente sotto la chiglia delle navi nemiche da incursori. Il motore diesel fu rimosso dato che questi battelli avrebbero dovuto operare come i maiali e, quindi, entro il raggio d’azione dei motori elettrici. Altre modifiche inclusero la rimozione della falsa torre e del periscopio. Con i motori termici rimossi, il secondo membro dell’equipaggio diventò l’operatore alle cariche esplosive. L’equipaggiamento per gli incursori fu lo stesso usato dagli operatori dei maiali; consisteva in una muta di gomma ed un respiratore a circuito chiuso ad ossigeno puro.

 

Alla fine di questi lavori, i CA erano da considerarsi nuovi mezzi. Il raggio d’azione era limitato a 70 miglia, ma la velocità in immersione fu aumentata a 6 nodi, mentre la profondità massima fu collaudata a 47 metri; ottime prestazioni per un battello di così piccole dimensioni!. Ulteriori collaudi evidenziarono altri difetti, alcuni di grande importanza. Le cariche esplosive sistemate nelle cavità lasciate dalla rimozione dei tubi lanciasiluri nella parte inferiore dello scafo facevano si che il rilascio degli ordigni fosse alquanto macchinoso. Di conseguenza, le due cavità furono eliminate e le cariche esplosive furono poste quasi al livello con il ponte. La pompa Calzoni fu considerata troppo rumorosa (questo era un problema su tutti i sommergibili italiani) e, pertanto, fu rimossa per essere sostituita con una azionata manualmente da uno dei due membri dell’equipaggio. Durante i collaudi del CA 1 sul Lago D’Iseo, il battello ebbe una piccola avaria ed affondò per poi essere recuperato, ma il battello non sarebbe stato in grado di essere usato per un considerevole periodo di tempo. Quindi, alla Xa MAS non rimase che un battello pronto per l’uso: il CA 2.

 

 

scuba_gear.jpg

Uno dei respiratori in uso presso la Xa MAS

 

Prevedendo il ricondizionamento del CA 1 in un breve periodo di tempo, il Comandante Borghese prese in considerazione due attacchi in Atlantico: uno contro la base britannica di Freetown, ed uno contro New York. Per trasportate i mini sommergibili in loco, Borghese aveva bisogno di sommergibili vettori, ma quelli assegnati alla Xa MAS erano troppo piccoli per le operazioni oceaniche. Quindi, a detta del suo memoriale, Borghese cercò di ottenere sommergibili in prestito dalla Kriesgmarine, ma pare che l’Ammiraglio Doenitz, comandante delle forze sottomarine tedesche, non poteva farne a meno di nessuno. Se un sommergibile tedesco fosse stato disponibile, le probabilità di successo sarebbero state in gran parte superiori perché gli U-boot erano più nuovi, più manovrabili e meno soggetti ad avarie degli oramai vecchiotti battelli nazionali.

 

Durante questo periodo, la Marina Italiana operava ancora in Atlantico dalla base navale di Bordeaux, e i battelli italiani erano adatti per la missione a causa del loro notevole dislocamento, ma purtroppo c’era pochissima disponibilità. Il comandante della base era il Contrammiraglio Romolo Polacchini, più tardi sostituito dal Comandante Enzo Grossi, famoso per aver sostenuto di aver affondato ben due navi da battaglia americane. Polacchini, si dice, mise i battelli all’immediata disposizione di Borghese, mentre più tardi Grossi incoraggiò e diede assistenza alla missione. Il sommergibile vettore selezionato fu il Leonardo Da Vinci, un battello oceanico della classe Marconi al comando del Tenente di Vascello Gianfranco Bazzana Priaroggia (il battello era in precedenza al comando del Comandante Luigi Longanesi-Cattani , un sommergibilista di grande talento le qui qualità furono certamente apprezzate dal Comandante Borghese. A detta degli autori Schofield e Carisella, durante le prove a mare Borghese stesso fu al comando del sommergibile. Anche se possibile, questo fatto sembra poco realistico dato che Borghese non aveva mai comandato un battello di queste dimensioni e complessità.

 

 

da_vinci.jpg

Il Leonardo da Vinci con il CA alloggiato nell'apposita culla

 

Il Leonardo Da Vinci era uno dei battelli più attivi della flotta italiana. Il 1 luglio 1942, rientrò a Bordeaux dopo una lunga missione nella quale furono affondate ben 20.000 t.s.l. di naviglio nemico. Al suo arrivo a Bordeaux, il battello fu mandato in arsenale per essere trasformato in sommergibile vettore per il CA 2. Sotto la direzione del Maggiore Giulio Feno, capo del Servizio Genio Navale, il cannone prodiero fu rimosso e alla sua base fu costruita una culla tra la struttura resistente dello scafo e il ponte. Il mini sommergibile sarebbe stato alloggiato nella culla con circa un quarto dello scafo sotto il ponte ed il resto sporgente, ma senza ostruire la vista dal ponte comando della falsa torre. Due grandi ganci metallici a forma di tenaglia avrebbe assicurato il CA al battello. Anche se non si sa per certo, pare che il sommergibile vettore fosse in grado di erogare energia elettrica per la ricarica delle batterie a bordo del mini sommergibile.

 

Le prove a mare cominciarono nel settembre del 1942. Il 9 settembre, il Da Vinci uscì in mare con il suo carico dorsale per prove di rilascio e riattracco. La stessa difficile e noiosa manovra fu ripetuta varie volte fino al 15 dello stesso mese quando fu accertato che tutto era in ordine. Il Da Vinci avrebbe potuto partire in pochi giorni, ma era ancora troppo presto. La missione era programmata per dicembre, quando la luce diurna è breve e le tenebre della notte danno agli operatori più tempo possibile per penetrare nel porto nemico e posizionare le cariche esplosive. In aggiunta, la Xa aveva poche informazioni circa la situazione in New York e si stava cercando di ottenere ulteriori notizie. Per ragioni che ci sfuggono, la missione fu spostata al dicembre del 1943, ma ciò non avvenne mai. Alcune fonti secondarie asseriscono che Borghese era in attesa della consegna dei CA 3 e CA 4, due mini sommergibili più nuovi ed avanzati. Nel frattempo, il 6 maggio il T.V. Bazzana Priaroggia fu promosso “per servizi in guerra” al grado di Capitano di Corvetta, ma pochi giorni dopo, il 22 maggio, il Da Vinci lanciò l’ultimo messaggio radio informando la base che stava iniziando la navigazione silenziosa. Il battello era atteso a Bordeaux entro una settimana, ma non arrivò mai. Nel 1945, l’Ammiragliato britannico confermò che il 23 maggio alle 11.35 (T.M.G.) il cacciatorpediniere “Active” e la fegata “Ness” avevano condotto un attacco al largo di Capo Finestrelle. Non ci furono sopravvissuti e la Xa Flottiglia MAS aveva perso l’unico sommergibile vettore e l’unico comandate addestrato al rilascio e riattracco del CA.

 

 

bordeaux.jpg

Il CA2 così come fu trovato a Bordeaux dopo la guerra.

(Foto Rastelli)

 

Pochi mesi dopo, l’8 settembre 1943, l’Italia annunciò l’armistizio con gli alleati. La maggior parte della Marina aderì alle clausole dell’armistizio e, anche se ufficialmente ancora operante, Betasom cessò di esistere. Il CA rimase a Bordeaux sotto il controllo tedesco e quando la città fu evacuata nel 1944, questi fu abbandonato. Nel 1945, il CA 2 fu ritrovato a Bordeaux su un vagone ferroviario adagiato su blocchi di legno e incatenato. Lo scafo era quasi intatto, inclusa l’elica, ma i piani di controllo erano stati rimossi. Non si sa quando, ma il piccolo sommergibile fu demolito. Gli altri sommergibili della classe CA andarono anche loro persi, alcuni in circostanze ancora misteriose, e tutto quello che rimane sono alcune fotografie sbiadite. Dopo l’armistizio, sia la Royal Navy che la U.S. Navy si interessarono molto alla Xa MAS e ne studiarono le tattiche con grande scrupolosità. Le tradizioni di questo piccolo gruppo sono ancora vive nelle forze speciali di molte marine.

Edizione in italiano a cura di Francesco Cestra

 

regiamarina.net

 

:s11: :s10: :s08:

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Documento stupendo, mitico C.te Scirè!

aggiungo solo che alla mostra del museo di La Spezia sul "centenario dei sommergibili" c'è un favoloso modellino del DaVinci col CA sopra...

 

P.S. la correzione automatica ha creato qlc errore:

C.te "Bazzana"Priaroggia :s07:

maggiore Feno (in realtà è Fenu,uno dei miei miti!)

C° Finestrelle (C° Finisterre)

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  • 3 weeks later...

A parziale completamento ecco un articolo preso integralmente dal quotidiano La Nazione del 9 aprile 2002

 

Personaggi/Il comandante Eugenio Massano aveva l’incarico di rendere operativo il sommergibile tascabile CA

Lo spezzino che in guerra doveva forzare New York.

 

Nell’estate del 1943 il comandante Eugenio Massano avrebbe dovuto forzare il porto di New York ed affondare due navi, per poi riguadagnare il mare aperti. I mezzi per condurre l’attacco erano due sommergibili tascabili, che avrebbero dovuto essere trasportati dal R.Smg oceanico Da Vinci.

Il comandante Massano nasce a La Spezia il 17 febbraio 1917 ma viene registrato dal padre due giorni dopo, appena rientrato con la Regina Elena su cui era imbarcato.

Di padre piemontese, ligure da parte della madre Maria Luigia Parodi, figlia di Eugenio Parodi, presidente dell’Unione Industriali e costruttore di congegni di precisione per la Regia Marina. Sono della famiglia Parodi la prima automobile e la prima linea telefonica della Spezia. Dal nonno materno eredita la passione per l’ingegneria meccanica e realizza alcuni brevetti.

Ottenuta la maturità classica, nel 1936 entra in Accademia Navale (Corso Rostri). Viene destinato ai mezzi d’assalto e gli viene affidato l’incarico di sviluppare e rendere operativo il sommergibile tascabile CA. Le prime prove vengono svolte nella più assoluta segretezza nel 1941 sul lago d’Iseo, dove Eugenio Massano conosce Alba Ghirardi, che sposerà nel 43. Dopo vari collaudi, a cui hanno preso parte anche il comandante Borghese e il Duca d’Aosta, Eugenio Massano si trasferisce con i mezzi ed i suoi uomini a Betasom, per l’addestramento finale e per l’adattamento al trasporto del R.Smg Da Vinci. Questi parte per una missione al cui ritorno avrebbe dovuto imbarcare i mezzi e dirigere su New York, ma il sommergibile scompare con tutto l’equipaggio e la missione viene rinviata a dicembre per approntare un altro sommergibile.

L’8 settembre 43 trova Eugenio Massano a La Spezia al QG della X flotmas, San Bartolomeo, con i comandanti Borghese e Arillo. L’armistizio pose fine all’idea del forzamento di New York.

Nel dopoguerra la sua esperienza di operazioni e di mezzi subacquei fu messa a frutto con lo sminamento del porto di Palermo e con la partercipazione alla bonifica di quello di La Spezia. Durante un’operazione perse la vita suo fratello Felice, che durante uno sminamento si trovava con lui sulla barca e si era appena tolto l’elmo da palombaro. Una esplosione fece capovolgere la barca e Felice Massano, che aveva ancora indosso gli scarponi zavorrati, fu trascinato a fondo.

Nel 1953 venne richiamato in servizio per aiutare la ricostruzione dei Reparti Subacquei (Comsubin). Ha lavorato a Parigi per la Nato ed è stato capo dell’ufficio “E” della marina con l’organizzazione della rete di controllo delle unità oltre cortina in mediterraneo. E’ stato un assertore della necessità per l’Italia di avere una marina leggera, lasciando le navi maggiori alla VI flotta USA già presente sul nostro territorio. Ha una sorella, Ada, che vive nella nostra città.

Il comandante Massano è morto a Roma l’11 settembre 1997.

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  • 7 years later...

Ringrazio i promotori di questa discussione che mi ha fatto molto piacere poter leggere. Sono il figlio del Comandante Eugenio Massano e la ricostruzione di quegli eventi è stata fedelmente riportata. Aggiungo solo che durante le prove effettuate sul lago d'Iseo, mio padre, grande appassionato di cinema, ha girato un film a documento di quanto realizzato. L'originale in 8 mm è attualmente da me custodito ed è mia intenzione pubblicarlo su internet per renderlo fruibile a tutti gli appassionati. Cordiali saluti.

Massimo Massano

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Bellissime foto!

Ho potuto verificare/correggere alcuni dettagli sul mio disegno (al prossimo momento di follia disegnerò una locomotiva BR52 tedesca)

 

TrenoCABetasom-1.png

 

Lazer_ :s20: ne

Modificato da lazer_one
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dato che apprezzi ne allego altre foto e la storia dei CB ;)

 

Nella previsione dell’entrata in guerra venne elaborato il progetto di un nuovo tipo di sommergibile tascabile, il Costiero Tipo B (C.B.) che introduceva significativi miglioramenti rispetto ai C.A. Pur di limitatissimo tonnellaggio, i CB erano dei veri gioielli. Erano dotati di tutte le apparecchiature dei fratelli maggiori. Lo scafo resistente con controcarene esterne permetteva 50 metri di profondità (si raggiunsero anche i 65 metri) mentre la propulsione subacquea consentiva spunti di 12 nodi. L'apparato motore era costituito da un piccolo motore diesel e da un motore elettrico che azionavano un solo asse di elica. Nella navigazione in superficie si utilizzava un diesel di derivazione stradale. I timoni orizzontali e verticali erano movimentati idraulicamente così come allagamenti e sfoghi aria. Dentro allo scafo non era possibile stare in piedi se non al periscopio quindi si navigava seduti o sdraiati (a prora si trovava un materasso per il riposo, a turno, dei 4 uomini di equipaggio). I tubi di lancio da 450 mm erano esterni allo scafo.

Per l’”ascolto” esisteva un idrofono inizialmente posto in coperta ma in seguito spostato in chiglia.

Alle prove dettero buone prove e furono ordinati 72 esemplari, ma soltanto 22 battelli furono costruiti. Gli altri 50 vennero ordinati dalla RSI per l’utilizzo in Adriatico ma le ridotte capacità industriali consentirono la realizzazione di soli 10 esemplari nel periodo 1944-45. I primi sei furono consegnati fra il gennaio e il maggio del 1941 e successivamente impiegati in Mar Nero ben comportandosi (quelli che furono requisiti dall’URSS rimasero in servizio fino al 1955). Poi il programma subì un lungo periodo di stasi e altre 6 unità furono consegnate solo nel tardo 1943, infatti quando ci si rese conto che gli alleati prima o poi avrebbero attaccato il "suolo patrio" i piccoli sommergibili classe CB sarebbero stati molto utili dato che per le sue dimensioni si sarebbe facilmente portare nelle zone di sbarco. In realtà nessun sommergibile di questa classe fu usato per tale compito. La situazione bellica disperata portò ad un uso improprio dei CB che vennero impiegati come veri sommergibili causandone gravi perdite.

Di seguito la storia dei 22 CB.

CB 1, consegnato il 27.1.1941, fu inviato in Mar Nero dove giunse il 2 maggio 1942. All'armistizio fu ceduto alla Romania; sabotato nell'agosto del 1944

CB 2, consegnato il 27.1.1941, fu inviato in Mar Nero dove giunse il 2 maggio 1942. Il 18 giugno 1942, al comando del sottotenente Attilio Russo attaccò e affondò il sommergibile russo Sc-208. All'armistizio fu ceduto alla Romania; sabotato nell'agosto del 1944

CB 3, consegnato il 10.5.1941, fu inviato in Mar Nero dove giunse il 2 maggio 1942. All'armistizio fu ceduto alla Romania; sabotato nell'agosto del 1944

CB 4, consegnato il 10.5.1941, fu inviato in Mar Nero dove giunse il 2 maggio 1942. All'armistizio fu ceduto alla Romania; sabotato nell'agosto del 1944

CB 5, consegnato il 10.5.1941, fu inviato in Mar Nero dove giunse il 2 maggio 1942. Fu affondato durante un'incursione aerea su Yalta il 13.6.1942

CB 6, consegnato il 10.5.1941, fu inviato in Mar Nero dove giunse il 2 maggio 1942. All'armistizio fu ceduto alla Romania; sabotato nell'agosto del 1944

CB 7, consegnato il 1° settembre 1943, fu catturato dai tedeschi a Pola il 9.9.1943; successivamente smontato e usato per pezzi di ricambio.

CB 8, consegnato il 1° settembre 1943, all'armistizio raggiunse Taranto, dove rimase per tutta la durata della guerra; smantellato per trattato di pace nel 1948.

CB 9, consegnato il 1° settembre 1943, all'armistizio raggiunse Taranto, dove rimase per tutta la durata della guerra; smantellato per trattato di pace nel 1948.

CB 10, consegnato il 1° settembre 1943, all'armistizio si trovava a Taranto, dove rimase per tutta la durata della guerra; smantellato nel 1948.

CB 11, consegnato il 1° settembre 1943, all'armistizio raggiunse a Taranto, dove rimase per tutta la durata della guerra; smantellato per trattato di pace nel 1948.

CB 12, consegnato il 1° settembre 1943, all'armistizio raggiunse Taranto, dove rimase per tutta la durata della guerra; smantellato per trattato di pace nel 1948.

CB 13, caduto in mano ai tedeschi a Pola l'11.9.1943 mentre era in allestimento, assegnato alla RSI e completato con pezzi del CB 7; fu affondato a Pola durante un incursione aerea alleata il 23.3.1945

CB 14, caduto in mano ai tedeschi a Pola l'11.9.1943 mentre era in allestimento, assegnato alla RSI; fu affondato a Pola durante un incursione aerea alleata il 23.3.1945

CB 15, caduto in mano ai tedeschi a Pola l'11.9.1943 mentre era in allestimento, assegnato alla RSI; fu affondato a Pola durante un incursione aerea alleata in data non precisata.

CB 16, caduto in mano ai tedeschi a Pola l'11.9.1943 mentre era in allestimento, assegnato alla RSI; in secca presso Senigallia l'1.10.1944, caduto in mani britanniche; destino sconosciuto.

CB 17, caduto in mano ai tedeschi a Trieste il 10.9.1943 mentre era in allestimento, assegnato alla RSI e rinumerato CB 6; fu affondato da aerei alleati il 3.4.1945 davanti a Cattolica.

CB 18, caduto in mano ai tedeschi a Trieste il 10.9.1943 mentre era in allestimento, assegnato alla RSI; affondato il 31.3.1945 davanti a Pesaro, ripescato nel 1946 e in seguito smantellato a Venezia.

CB 19,caduto in mano ai tedeschi a Trieste il 10.9.1943 mentre era in allestimento, assegnato alla RSI; smantellato a fine guerra.

CB 20, caduto in mano ai tedeschi a Trieste il 10.9.1943 mentre era in allestimento, assegnato alla RSI. Catturato dai partigiani di Tito a Pola alla fine dell'aprile del 1945 e incluso nella propria marina con il nome di P901 Malisan.

CB 21, caduto in mano ai tedeschi nel settembre del 1943 a Milano mentre era in allestimento; trasportato a Pola e ultimato, fu speronato e affondato da un trasporto tedesco il 29.4.1945 mentre si dirigeva ad Ancona per arrendersi.

CB 22, caduto in mano ai tedeschi nel settembre del 1943 a Milano mentre era in allestimento; trasportato a Pola non fu mai completato a fine guerra fu acquistato da il museo della guerra di Trieste, dove si trova tutt'ora.

 

 

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Sono molto curioso circa gli aspetti logistici relativi ai CB: erano infatti costruiti a Milano e, secondo me, sin dalla fase di progetto dovevano aver previsto il trasporto verso il mare. Da quanto scrivi sarebbe stato previsto un "ripiazzamento" veloce in funzione anti-sbarco.

Hai qualche notizia in piu'? Grazie

Lazer_one

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