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L'affondamento Del Laconia


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L'affondamento del Laconia

 

Tra il 16 e il 17 agosto, cinque sommergibili tedeschi lasciarono le loro basi francesi dell'Atlantico, e una volta in alto mare, fecero rotta verso sud, nel quadro della «Operazione Eisbar» (orso bianco), un'azione ideata dall'ammiraglio Doenitz volta a colpire il traffico mercantile alleato nell'area del Capo di Buona Speranza.

I sommergibili scelti erano: U-68 (cap.corv. Merten), U-504 (cap.corv. Poske), U-172 (ten.vasc. Emmermann), U-156 (ten.vasc. Hartenstein) e il sommergibile da rifornimento U-459 (ten.vasc. Wilamowitz-Moellendorf)

 

Al B.d.U si seguiva sulla carta la navigazione del gruppo.

 

Nella notte tra il 12 e il 13 settembre, pervenne un messaggio che, decifrato immediatamente, inquieto l'intero Comando:

 

13,9 - ATLANTICO VERSO FREETOWN - QU. E.T. 5775 SI - 2 MEER I,7,110 0. 400 - COPERTO VISIBILITA' 4 MIGLIA - AFFONDATO INGLESE LACONIA QU. F.F. 7721 - 310 - PURTROPPO CON 1500 PRIGIONIERI ITALIANI - SINO AD ORA 90 SALVATI - COMBUSTIBILE 157 M3 - SILURI 19 - ALISEI FORZA 3 - CHIEDO ORDINI - HARTENSTEIN.

 

Il Laconia, un vecchio transatlantico del 1922 della Cunard White Star Line, di 19.695 tonnellate, al comando del cap. Rudolf Sharp e con 463 ufficiali e uomini di equipaggio, trasportava 286 passeggeri militari inglesi, 1800 prigionieri di guerra italiani, 103 guardie polacche e 80 tra donne e bambini, familiari di militari di stanza in Egitto e a Malta che rientravano in Inghilterra.

 

Secondo gli ordini del B.d.U., l'U-156 si era avvicinato alla nave in affondamento per fare prigionieri il comandante ed il direttore di macchina. Navigando tra i naufraghi ed i relitti, dal sommergibile si erano udite delle invocazioni di soccorso in italiano: "Aiuto! Aiuto!"

 

Fatti ripescare due uomini, dal loro racconto, il comandante Werner Hartenstein apprese la composizione dei passeggeri del Laconia.

 

Inviato il messaggio al B.d.U., inizio senza indugio le operazioni di salvataggio, issando sul battello i naufraghi che si dibattevano in mare, rimorchiando le scialuppe di salvataggio stracolme, curando i feriti e rifocillando un po tutti, con particolare riguardo alle donne ed ai bambini.

 

Il Laconia non disponeva in numero sufficiente per tutti i passeggeri di scialuppe e zattere di salvataggio ed inoltre, l'esplosione del primo siluro aveva danneggiato irreparabilmente alcune scialuppe (due siluri erano infatti stati usati da Hartenstein per affondare il Laconia).

 

Se a tutto cio uniamo l'ovvia confusione dei momenti successivi al siluramento e della affannosa ricerca della salvezza da parte dei passeggeri, possiamo solo immaginare la situazione di sovraffollamento che dovevano sopportare le lance in mare.

 

Il messaggio ricevuto al B.d.U. fece riflettere lo Stato Maggiore: come sua abitudine, l'ammiraglio Doenitz si consulto con i suoi collaboratori, che piu o meno esplicitamente suggerirono ordinare all'U-156 di procedere per la sua rotta ignorando i naufraghi per non compromettere l'operazione in corso

 

Doenitz non era pero d'accordo e decise di proseguire l'operazione di salvataggio dei naufraghi; richiese quindi all'U-156 maggiori dettagli sul naufragio e dispose che gli altri sommergibili del gruppo Eisbar facessero rotta per aiutare Hartenstein nelle operazioni di salvataggio.

 

Pressappoco alla stessa ora, esterefatto Hartenstein, scrisse nel suo giornale di bordo:

 

Alle h 7722 - SO. 3. 4. Visibilita media. Mare calmo. Cielo molto nuvoloso. Secondo le informazioni degli italiani, gli inglesi, dopo esser stati silurati, hanno chiuso le stive dove si trovavano i prigionieri. Hanno respinto con armi coloro che tentavano di raggiungere le lance di salvataggio...

 

Gli italiani interrogati, avevano fatto un racconto tragico del siluramento: chiusi nelle stive, le sentinelle non avevano aperto le sbarre; avevano quindi dovuto gettarvisi contro, sfondandole, ostacolati dalle guardie che non avevano esitato a sparare e ad usare la baionetta per trattenerli. Giunti sui ponti avevano dovuto lottare per ottenere un salvagente ed il posto sulle lance di salvataggio (da una stima circa 1400 prigionieri italiani perirono direttamente nelle stive del Laconia senza aver oltrepassato i cancelli).

 

Le ferite da taglio di alcuni prigionieri ed il ripetersi del racconto pressoche uguale dei prigionieri suffragavano tale barbaria e tutto cio complicava la situazione tenuto conto della vicinanza nel battello e sulle lance tra italiani ed inglesi e polacchi.

 

Hartenstein penso soprattutto alle donne ed ai bambini che aveva visto nelle imbarcazioni.

 

Alla richiesta di maggiori informazioni di Doenitz, Hartenstein rispose:

 

FONOGRAMMA 0437:13 - LA NAVE HA TELEGRAFATO IL PUNTO ESATTO. HO A BORDO 193 UOMINI, TRA CUI 21 INGLESI. CENTINAIA DI NAUFRAGHI GALLEGGIANO CON CINTURE DI SALVATAGGIO.

 

PROPONGO NEUTRALIZZAZIONE DIPLOMATICA DEL LUOGO AFFONDAMENTO. STANDO ASCOLTO RADIO, UNA NAVE SCONOSCIUTA ERA VICINISSIMA AL LUOGO DEL NAUFRAGIO. HARTENSTEIN.

 

Intanto gli altri battelli del gruppo Eisbar avevano modificato la rotta per convergere sul luogo del naufragio: ci avrebbero pero impiegato almeno quarantott'ore ad arrivare!

 

Il messaggio di risposta di Hartenstein indusse Doenitz a mettersi in comunicazione telefonica con l'ammiraglio Fricke, addetto allo Stato Maggiore del Comando Supremo della Marina. Gli espose la situazione, le decisioni prese. Come se l'aspettava, il grandammiraglio Raeder gli fece sapere la sua approvazione dell'invio dei tre sommergibili in aiuto dell'U-156 ma il Fuhrer, appreso la notizia del Laconia, fu malcontento, pregando insistentemente, se le operazioni di salvataggio continuassero, di non far correre alcun rischio agli U-Boote.

 

Doenitz chiese inoltre all'ammiraglio Romolo Polacchini, comandante della base italiana Betasom di Bordeaux, l'invio d'uno dei suoi sommergibili in aiuto a Hartenstein. Polacchini accetto immediatamente e spedi il seguente radiomessaggio urgente al ten.vasc. Marco Revedin, comandante del sommergibile Cappellini:

 

BETASOM A CAPPELLINI: DIRIGERE CON MASSIMA URGENZA QUADRATINO 0971 - STOP - ALTRE UNITA' ALLEATE SI DIRIGONO STESSA ZONA.

 

Pressato dal Furer e dallo Stato Maggiore di non correre nessun rischio durante le operazioni di salvataggio, il B.d.U. trasmise il seguente radiomessaggio:

 

HARTENSTEIN, RIMANETE SUL POSTO DEL SINISTRO, PRONTO A IMMERGERVI. I SOMMERGIBILI CHE PARTECIPANO NON DEBBONO PRENDERE A BORDO CHE UN NUMERO DI NAUFRAGHI TALE CHE CONSENTA LORO, IN IMMERSIONE, DI ESSERE PRONTI AD AGIRE. SEGUE NEUTRALIZZAZIONE.

 

Alle 06.00 del mattino del 13 settembre, Hartenstein, depresso e condizionato dai drammatici avvenimenti che accadevano sul mare attorno al sommergibile, trasmise un'invocazione di soccorso in inglese sulle lunghezze d'onda di 25 e di 60 metri:

 

IF ANY SHIP WILL ASSIST THE WRECKED LACONIA CREW. I WILL NOT ATTACK HER, PROVIDED I AM NOT BE ATTACKED BY SHIP OR AIRFORCE. I PICKED UP 193 MEN 4° 52 SOUTH, 11° WEST. GERMAN SUBMARINE.

 

Hartenstein spero ricevere un aiuto inglese. Nulla!

 

Intanto, tedeschi e italiani insistettero presso la Commissione d'Armistizio affinche i francesi facessero partire da Dakar qualche grande nave di superficie; i tedeschi promisero addirittura di restituire la nafta adoperata e di liberare qualche centinaio di prigionieri. I francesi inviarono quindi nella zona dell'affondamento l'incrociatore Gloire (cap.vasc. Graziani) e gli avvisi coloniali Annamite (cap.corv. Quamard) e Dumont d'Urville (cap.freg. Madelin).

 

Sull'U-156 i naufraghi passavano qualche ora a bordo del battello: il tempo di somministrare una minestra calda e del caffe, poi tornavano nelle imbarcazioni, solo i feriti, le donne ed i bambini rimanevano a bordo del sommergibile. Nel mare antistante erano da tempo comparsi gli squali ed i naufraghi in acqua erano spesso attaccati con morsi alle parte del corpo sommersa. Le grida strazianti dei feriti riecheggiavano attorno al battello. Passo un'altra notte. Il 14, alle 07.40 del mattino, il comandante dell'U-156 ricevette un altro messaggio del B.d.U. che riportava l'attenzione sulla sicurezza e l'efficienza del battello.

 

Hartenstein fece subito una prova d'immersione con 193 naufraghi a bordo che riusci ma fu sicuramente un'impresa tecnica eccezionale.

 

Nella mattinata del 15 l'U-506 fu il primo a comparire. Hartenstein pote scambiare due parole con il megafono con Werdemann. Essi si divisero i naufraghi: 132 italiani furono trasbordati sull'U-506. Hartenstein conservo 131 superstiti tra cui molti inglesi. L'U-507 arrivo nel pomeriggio. Schacht aveva gia raccolto italiani, inglesi e polacchi incontrati sulla sua rotta e, alle 17.55, aveva a bordo 153 superstiti.

 

In altro settore, il Cappellini, dopo aver rifornito d'acqua e di viveri diverse lance, aveva raccolto italiani e inglesi.

 

Il 15 settembre, alle 03.40, Doenitz inviava finalmente un messaggio ai suoi sommergibili

 

PER IL GRUPPO LACONIA. AVVISI COLONIALI DUMONT-D'URVILLE - ANNAMITE - ARRIVERANNO PROBABILMENTE MATTINATA DEL 17.9. INCROCIATORE CLASSE GLOIRE VIENE A GRANDE VELOCITA' DA DAKAR. QUI APPRESSO ISTRUZIONI PER CONTATTO: 1- INCONTRO SOLTANTO DURANTE IL GIORNO. ALZARE BANDIERA NAZIONALE IN TESTA D'ALBERO, PROIETTORE E.S. 2- UN'ORA PRIMA DI GIUNGERE SUL LUOGO, EMETTERE UN RADIOGRAMMA SU 60 METRI CHE COMINCIA CON "PP" QUINDI 4 GRUPPI DI 5 LETTERE TRA IL QUINTO GRUPPO CON LETTERE "N R C H".

 

Il salvataggio dei naufraghi del Laconia prendeva piu ampie proporzioni.

 

Alle 11.25 del 16 settembre Hartenstein e l'equipaggio sulla coperta dell'U-156 udirono un rombo di motori e subito dopo apparve un aereo.

 

Venne stesa sul cannone prodiero una bandiera con la croce rossa; in quel momento erano rimorchiate quattro imbarcazioni stracariche di naufraghi italiani ed inglesi.

 

L'aereo - un Liberator americano di cui si distinguevano chiaramente le stelle sotto le ali - volò in cerchio a 80 metri d'altezza sopra il sommergibile.

 

Dall'U-156 si trasmise in Morse:

 

QUI SOMMERGIBILE TEDESCO CON NAUFRAGHI INGLESI. C'E' UN AEREO DI SOCCORSO IN VISTA?

 

Il pilota americano non rispose. Un ufficiale della RAF si arrampico sulla torretta e chiese ad Hartenstein di trasmette lui un messaggio all'aereo:

 

QUI UFFICIALE RAF A BORDO SOMMERGIBILE TEDESCO. CI SONO I NAUFRAGHI DEL LACONIA, SOLDATI, CIVILI, DONNE, BAMBINI.

 

Il pilota non rispose nuovamente e il Liberator s'allontano a sud-ovest.

 

Per ogni evenienza, Hartenstein ordino a uno dei suoi uomini di tenersi a poppa con una scure, pronto a recidere il cavo di rimorchio delle scialuppe.

 

Alle 12.32 l'apparecchio americano ritorno sempre a circa 80 metri d'altezza.

 

Una prima bomba si stacco dalla fusoliera del quadrimotore.

 

Il quadrimotore B-24, pilotato dal tenente James D. Harden, bombardiere il tenente Edgar W. Keller, ufficiale di rotta il tenente Jerome PerIman, sorvolava il settore nord‑occidentale dell'isola di Ascensione. L'isola britannica era passata da un mese appena sotto il controllo americano.

 

La base di Wadeawake serviva di collegamento agli aerei appena costruiti nelle fabbriche americane. Essi toccavano Natal e Ascensione, per raggiungere le coste africane e da la , i settori operativi orientali, specialmente il Medio Oriente. La base doveva restare segreta e nessuna nave nemica o neutrale doveva avvicinarla.

 

Quando J.D. Harden avvisto il sommergibile in emersione circondato dai canotti dei naufraghi, chiese istruzioni precise al colonnello James A. Ronin che comandava la base a Wideawake, la AA Composite Force 8012. Questi ne discusse con il capitano Robert C. Richardson III; quindi chiesero istruzioni a Washington. Nessuna risposta.

 

Il quadrimotore aveva perduto molto tempo in attesa di risposta e quando ricevette l'ordine: «SINK SUB» aveva carburante appena sufficiente per rientrare alla base.

 

Senza attendere l'ordine, il marinaio a poppa taglio la corda di rimorchio. La bomba esplose a 200 metri dal battello.

 

Hartenstein con prontezza ordino di evacuare i naufraghi e prepararsi all'immersione; nel mentre quattro altre bombe caddero ed esplosero: una centro una scialuppa e una causo avarie agli accumulatori ed al periscopio. L'U-156 s'immerse e, alle 16.00, alla profondita di 60 metri, i danni piu importanti furono stati riparati con i mezzi di bordo.

 

Il sommergibile riemerse alle 21.42 ed alle 23.04 trasmise:

 

HARTENSTEIN - STOP - LIBERATOR AMERICANO CI HA BOMBARDATO CINQUE VOLTE CON QUATTRO LANCE CARICHE NONOSTANTE BANDIERA CON CROCE ROSSA DI 4 METRI QUADRATI - STOP - ALTEZZA ERA DI SESSANTA METRI - STOP - I DUE PERISCOPI DANNEGGIATI - STOP - INTERRUZIONE SALVATAGGIO - STOP - TUTTI SGOMBRATI DAL PONTE - STOP - VADO A OVEST PER RIPARARE - HARTENSTEIN.

 

Questo messaggio veniva registrato al B.d.U. alle 00.40 del 17 settembre. Nel ricevere questa stupefacente notizia, l'ammiraglio Doenitz diramo subito il seguente messaggio per l'U-156:

 

INTERROMPETE SALVATAGGIO. CONTROLLATE CARBURANTE, SILURI, APPROVVIGIONAMENTI ED EQUIPAGGIO; POI RENDETE CONTO.

 

e, alle ore 1.40, per tutti i sommergibili nel settore del Laconia:

 

 

IL TOMMY E' UN MAIALE, LA SICUREZZA DEL SOMMERGIBILE NON DEVE IN NESSUNA CIRCOSTANZA ESSERE ARRISCHIATA. NESSUN RISCHIO DA PRENDERE, SENZA RIGUARDI, ANCHE QUELLO DI INTERROMPERE IL SALVATAGGIO. PENSARE CHE UNA PROTEZIONE DEI SOMMERGIBILI DA PARTE DEL NEMICO - COMPLETAMENTE FUORI CAUSA. SCHACHT E WURDEMANN DATE VOSTRA POSIZIONE.

 

Alle 3.06 Schacht (U-507) rispondeva:

 

QU. F.E. Q3 9697. 129 ITALIANI, 1 UFFICIALE INGLESE, 16 BAMBINI, 15 DONNE A BORDO, 7 LANCE CON 330 SUPERSTITI FRA CUI 35 ITALIANI. SIAMO PRONTI A SBARCARLI O TRASBORDARLI. SCHACHT.

 

Lancia di salvataggio carica di naufraghi

 

E Wurdemann (U-506):

 

ORE 03.30 FONOGRAMMA 0151/A, MI TROVO CON LANCE QU. 9690. A BORDO 142 ITALIANI, 9 DONNE E BAMBINI. NESSUN AEREO IN VISTA. WURDEMANN.

 

Infine Doenitz trasmise:

 

PER SCHACHT E WURDEMANN: LE NAVI DEVONO ESSERE IN OGNI MOMENTO IN CONDIZIONE DI IMMERGERSI E DI MANOVRARE IMMEDIATAMENTE IN IMMERSIONE. NAUFRAGHI CHE SONO A BORDO DEVONO ESSERE MESSI NELLE LANCE. CONSERVATE A BORDO GLI ITALIANI, ANDATE SUL LUOGO DELL'APPUNTAMENTO, QU F.E. 9695, E LAGGIU' CONSEGNATELI AI FRANCESI. FARE ATTENZIONE ALL'AZIONE DEI SOMMERGIBILI E DEGLI AEREI NEMICI.

 

Anche Wurdemann era attaccato il 17 settembre, alle 12.22, da un grosso idrovolante che sgancio tre bombe quando gia l'U-506, con i suoi 142 passeggeri a bordo, si era immerso e si trovava a 60 metri di profondita, avendolo scorto in tempo.

 

Finalmente, gli U-Boote incontrarono le navi francesi giunte da Dakar e poterono effettuare il trasbordo dei naufraghi.

 

La Gloire aveva intanto imbarcato la maggior parte dei naufraghi incontrati sulle scialuppe e sui canotti. A bordo, si distribuivano abiti a quelli e a quelle che ne avevano bisogno. Si curavano i feriti. Si separavano i gruppi italiani e inglesi, donne e bambini assieme. Gli U-Boote avevano trattenuto prigioniero qualche ufficiale inglese.

 

Il Cappellini s'incontro con il Dumont d'Urville il 18 settembre alle 11.30 e gli consegno² tutti i suoi naufraghi, ad eccezione di due ufficiali inglesi e sei italiani.

 

Due canotti avevano tentato di raggiungere da se la costa dell'Africa. Vi giunsero dopo parecchie settimane. In partenza, ogni canotto conteneva una cinquantina di naufraghi. Non vi furono che sei superstiti.

 

Circa 1600 persone avevano trovato la morte nel naufragio del Laconia.

Modificato da Totiano
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A norma della convenzione di ginevra, sparare su una nave che espone la croce rossa, impegnata nel salvataggio di naufraghi è definito come crimine di guerra.

Dal libro di Herbert Werner, Le bare d'acciaio, libro autobiografico di uno dei pochi comm.ti di sub tedeschi sopravvissuto alla WWII, i somm. tedeschi avevano la consuetudine di NON ATTACCARE navi militari o mercantili che fossero intente nel salvataggio dei naufraghi delle navi silurate in affondamento, pur essendo un bersaglio ideale.

Tanto per chiarire poi, i bombardamenti di Roma (1943), Amburgo e Dresda furono effettuati a soli scopi terrotistici, come ammettono gli stessi comandi angloamericani, PER FIACCARE IL MORALE DELLE POPOLAZIONI NEMICHE. Operativamente i bombardieri Inglesi bombardavano con mix di bombe dirompenti e incendiari, "poiche cosi sarebbero andate distrutte per incendio un numero elevatissimo di abitazioni", spezzando il morale delle popolazioni, e in via indiretta quello delle truppe nemiche al fronte.

Tutto cio faceva parte della strategia aerea INGLESE, gli americani preferivano i bombardamenti diurni per colpire effettivamente i bersagli strategici, non la popolazione, gli inglesi quelli notturni, la caccia tedesca era quasi impossibilitata a intervenire, e poi ..... comunque avrebbero ammazzato dei crucchi.....

Pero la guerra l'hanno vinta loro, tant'e.

Per il bombardamento di Rotterdam (1940-10000 morti) Goering è stato condannato a morte (beh, non solo per quello) Bomber Harris per quello di Amburgo (1944 - 50000 morti) una bella statua.

Krieg ist scheisse

 

Ursus Atlanticus

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Ma che scuse hanno trovato gli americani per legittimare il loro attacco agli u-boot che soccorrevano i naufraghi?

 

Ogni volta che sento la storia del Laconia mi sale il sangue alla testa...degli inglesi posso avere stima...ma degli americani no! :s05:

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La scusa piu ipocrita che ci possa essere "abbiamo attaccato quel sommergibile perche altrimenti esso avrebbe attaccato altre navi, provocando la morte di altri uomini"......... sti bastardi riescono anche a trovarci pure delle scuse umanitarie alle loro porcherie.

 

Quanto agli inglesi, che ammiri tanto, lo sai cosa fecero durante una grossa incursione di S.A.S, L.R.D.G. e commandos contro Tobruk (nel 1942, se la memoria non mi tradisce)?. Durante l'incursione catturano alcuni artiglieri italiani di una batteria da 105mm impiegata come difesa costiera e i degenti di un piccolo ospedale da campo tedesco e li FUCILARONO, ERANO PRIGIONIERI E MALATI. Nel codice militare di guerra e di pace è un crimine che si punisce con la ficilazione.

Ah epilogo. Poiche l'incursione falli responsabili furono catturati. I tedeschi li volevano processare immediatamente (come previsto dalla convenzione di Ginevra), gli Italiani preferirono mandarli in Italia. Guarda caso la nave fu silurata da un sub inglese e affondo, con tutti i prigionieri. (Fu evitato agli inglesi un imbarazzante processo pubblico).

Quindi, com.te Simone, ammira pure gli inglesi per le loro tante virtu, ma non per la loro umanita  in guerra, perche non ne hanno.

Ciao Ursus Atlanticus.

P.S. Sai cosa fecevano ai Sepoys (truppe coloniali indiane che nel 1857 si ribellarono) che catturavano? Li legavano alle bocche dei cannoni e poi sparavano contro quelli contro cui ancora combattevano.

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Ah, una ultima cosa.

Ricordati cosa fecero ai naufraghi della Bismarck.

L'incrociatore riparti, nonostante fosse circondato da marinai in acqua, per un ordine superiore dell'ammiragliato.

Quanti marinai tedeschi sarebbero stati salvati?

Pensa al comportamento dei com.ti di sub italiani (e anche di molti tedeschi)

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perche i cattivi devono sempre essere i tedeschi? :s05: :s05:

per quanto riguarda gli inglesi.......questi comportamenti non li fanno certo onore.

 

Penso che i tedeschi in piu occasioni si siano dimostrati piu umani dei loro nemici (parlo a livello di battaglia...lasciando fuori gli orrori dei campi di sterminio)

 

Ricordo un episodio citato in un libro sulla campagna d'Africa...........i tedeschi fecero prigionieri dei soldati inglesi e delle truppe coloniali sempre al servizio degli inglesi (non ricordo se erano australiani o altro) gli inglesi chiesero di essere messi in gabbie diverse da quelle degli altri, ma Rommel gli rispose che sarebbero stati messi in cella insieme ai loro soldati coloniali, in quanto essi avevano combattuto accanto a loro........questo era detto da un soldato al servizio della nazione piu razzista del mondo.

 

Lascio a voi ogni eventuale commento.............

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  • 9 months later...

Ci sono tanti racconti che ci fanno commuovere ma quella della tragedia del piroscafo LACONIA affondato dal sommergibile tedesco U-156 e dalla missione di recupero dei superstiti organizzata dal comandante del somemrgibile stesso e supporta sia dal B.d.U. sia della regia marina con l'invio del smg COMANDANTE CAPPELLINI, è veramente toccante, per la drammaticita  degli eventi e per l'alto numero di vittime inglesi, polacchi e di 1400 prigionieri italiani.

 

L'intera vicenda è ben raccontata in doveroso articolo nella sezione storica della rivista RID.

 

Un breve resonto della tragedia lo si puo trovare qui:

 

C.ti un doveroso saluto ai caduti del LACONIA

 

 

http://wernerhartenstein.tripod.com/italiano01.htm

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Laconia - laconico

Il nome di questa nave che come dice il dizionario si riferisce all'inica regione della Grecia, il suo significato letterario di "laconico" e la tragedia che lega questi due nomi... mi fanno spesso pensare... il dizionario dice:

 

 

laconico [la-co-ni-co] agg. [pl.m. -ci] 1 della Laconia, antica regione della Grecia in cui si trovava Sparta; per estens., di Sparta: dialetto laconico 2 si dice di persona che si esprime concisamente, che è di poche parole (in quanto si attribuiva agli spartani tale caratteristica) | riferito a cio che viene detto o scritto, breve, conciso: una risposta laconica; stile laconico [] laconicamente avv. in breve, con poche parole Dal lat. Laconicu (m), che è dal gr. Lakonikos, deriv. di La¡kon -onos 'lacedemone, spartano'.

 

Sin. conciso, stringato, breve, succinto, sintetico, compendioso Contr. prolisso, ridondante, verboso, lungo.

 

se pensiamo alla rapidita di questa tragedia, qusta parola "laconia-laconico" sembra fatta apposta...

ma non sono state e non saranno mai "laconiche" le frasi, le parole, le ricerche sul soggetto e il ricordo del dramma....

 

scusatemi, ma a me piace perder tempo a riflettere sulle parole...e volevo condividere con voi, qusti miei pensieri che si affacciano alla ia mente ogni volta che si parla del "Laconia"....

 

onori a loro

 

fly37

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  • 4 years later...

da base artica, marco

nei giornali tedeschi e alla loro televisione si da grande risalto che una cooperazione tra la tv di stato inglese BBC e quella tedesca, si stanno facendo le riprese in sud africa x un film sul caso LACONIA (la nave inglese silurata dai tedeschi al largo del sud africa che tra altro trasportava 1800 prigionieri italiani, cui il personale di bordo inglese polacco impedi x la maggiore parte dei Ns. di salvarsi-cosa scandalosa e sempre taciuto in giro)-

 

http://www.lagazzettadelsudafrica.net/Arti...t_021009_1.html

 

!!!!!!!!!!!! VEDREMO CHE FILM SARA; COME SOLITO TUTTI, fanno e parlano, tranne noi.

possibile che storicamente tra il 1940 e il 1943, tutto quello che ci riguarda , sia sepolto ai piu????

 

 

4119282603d39ecc2l.jpg

 

inoltre i ns. in parte salvati (ma 1400 perirono nella nave) con quasi tutti i naufraghi alleati da vari sommergibili tedeschi e uno italiano, successivamente in tale operazione vennero anche bombardati da aereo americano nonostante sapessero opera di soccorso, cui conseguenza capo u-boot tedeschi , doenitz pose x resto guerra suo ordine LACONIA cui diceva assoluto divieto d´aiuto x naufraghi x evitare pericoli ai propri battelli, ordine fortunatamente sovente disobbedito, sopratutto dai ns sommmergibili italiani famosi x opera di umanita nella tragedia della guerra)

 

x saperne di + vedere http://cronologia.leonardo.it/battaglie/batta108.htm

 

4119286e8c5bc5d96l.jpg

 

da quanto letto su recensione film o commenti tv (qui in germania o paesi inglesi) sembra quasi che i ns facevano crociera di piacere x trattamento riservato :s14: :s12: !!!

POVERA NS. STORIA!!!!!

SALUTI MARCO

 

ps articolo di veccio giornale italiano-----------

 

Nella notte tra il 12 e il 13

settembre 1942 la nave inglese "Laconia",

un transatlantico di 20.000 tonnellate adibito

a mercantile ed armato per il trasporto truppe,

navigava al largo della costa africana. La

nave aveva a bordo un equipaggio di 463

uomini oltre a 103 guardie polacche agli

ordini degli ufficiali inglesi. C'erano poi familiari

dei militari ed altri ospiti, per un totale di

circa 900 persone. Quindi la nave trasportava,

stivati, 1.800 progionieri di guerra italiani:

si trattava di soldati superstiti della prima

battaglia di El Alamein del luglio 1942.

Destinazione del viaggio era un campo di

prigionia in Gran Bretagna.

Improvvisamente però il Laconia finì nel

periscopio del capitano Werner Hartenstein,

che comandava il sommergibile tedesco UBoot

156. La nave si presentava come un

obiettivo militare, batteva bandiera inglese,

zigzagava a luci spente, era armata con due

cannoni da sette pollici e sei antiaeree.

Hartenstein diede quindi l'ordine di fuoco e

la nave, colpita, rollò su sé stessa e, dopo

un'ora e mezza, si inabissò.

I primi a impossessarsi delle scialuppe di

salvataggio furono i militari inglesi, le loro

famiglie e gli ospiti. A partire da qui, tuttavia,

la vicenda comincia a farsi piuttosto oscura.

Lo storico americano Clay Blair jr., che

descrisse l'avvenimento nel suo libro

"Hitler's U-Boot War", dice esplicitamente

che il Laconia aveva a bordo sufficienti scialuppe

di salvataggio per tutte le 2700 persone

imbarcate, prigionieri compresi. Ciò

nonostante, le guardie polacche ricevettero

l'ordine dagli ufficiali di sbarrare i cancelli

delle stive, quindi, mentre militari ed ospiti si

imbarcavano, la guardia si schierò con i fucili

puntati davanti alle cancellate chiuse. La

scena fu descritta da alcuni sopravvissuti, le

cui testimonianze sono raccolte nel libro di

Antonio Trizzino, "Sopra di noi l'oceano".

Appena ebbero compreso che erano

stati condannati all'annegamento, i prigionieri

si lanciarono contro i cancelli, mentre le

guardie li respingevano a colpi di baionette

o sparando a bruciapelo.Acoloro che riuscirono

ad arrivare alle scialuppe e ad aggrapparvisi

venivano tagliate le mani.

Il capitano Hartenstein caricò a bordo

quanti naufraghi poteva e, soprattutto quando

si accorse che sul Laconia c'erano prigionieri

italiani, allora alleati, chiese aiuto al

comando. L'allora viceammiraglio Karl

Dönitz, che guidava la guerra sottomarina

tedesca, dispose quindi che altri due sommergibili

in zona, l'U-506 e l'U-507, si dirigessero

sul luogo, e in più fece avvisare il

comando italiano. Il quale inviò a sua volta il

sommergibile Cappellini, al comando del

tenente di vascello Marco Revedin.

Questa, che si presenta come una delle

tante tragedie taciute della seconda guerra

mondiale, manca ancora oggi di prese di

posizione ufficiali. Le autorità inglesi non

l'hanno mai citata. In un documentario del

Dipartimento Storico della Bbc, dedicato

all'affondamento del Laconia e trasmesso il

21 luglio 2002, non si fa cenno dei prigionieri

italiani, se si esclude la seguente frase.

"La nave Laconia si era allontanata da Cape

Town con 2700 persone a bordo, di cui 1800

erano italiani". E, più avanti, a proposito die

naufraghi. "Centinaia di uomini, in gran parte

italiani, erano sparsi nel mare alla ricerca

disperata di un posto nelle scialuppe".

Il documentario della Bbc non fa alcun

riferimento all'ordine di chiudere i prigionieri

nelle stive. Clay Blair jr., invece, nel volume

citato, descrive così la scena: "I polacchi cui

era assegnata la guardia dei prigionieri di

guerra rifiutarono di aprire i cancelli e di conseguenza

centinaia di italiani che erano

sopravvissuti ai siluri colarono a picco con la

nave. Diverse centinaia sfondarono uno dei

cancelli e si riversarono sul ponte, ma ad

essi vennero negati i posti sulle scialuppe a

colpi di fucile e di baionetta".

Nel frattempo, visto il grande numero di

naufraghi, il viceammiraglio Dönitz aveva

sottoposto la questione del 'che fare' personalmente

ad Hitler, il quale 'consigliò' (non

ordinò) di lasciare i superstiti al loro destino

e di ritirare i sommergibili. Il fatto che quello

di Hitler non fosse un ordine esplicito, consentì

al comandante Hartenstein di salvare

sul suo U- Boot 193 uomini, di cui 21 inglesi.

Altrettanti ne caricarono gli altri sommergibili.

La tragedia sembrava giunta così alla

fine, in realtà le sorprese non erano finite.

I quattro sommergibili si trovavano carichi

di prigionieri, sia all'interno che sul ponte

di coperta; in più trainavano molte scialuppe

di salvataggio. Erano quindi nella impossibilità

di immergersi. In quelle condizioni, il 16

settembre, alle ore 11,25, fu avvistato un

bombardiere americano del modello B-24

Liberator. A bordo c'erano il tenente pilota

James D. Harden, il tenente Edgar W.

Keller, l'ufficiale di rotta Jerome Perimar.

Costoro osservaroo i sommergibili con visibili

a coperta, come da convenzione internazionale,

i teli bianchi con la croce rossa, indicanti

prigionieri a bordo. Di più: Hartenstein

chiese ad uno degli ufficiali inglesi che si trovavano

sul suo U-Boot di trasmettere -in

inglese- all'aereo il seguente messaggio:

"Qui ufficiale Raf a bordo del sommergibile

tedesco. Ci sono i naufraghi del Laconia,

soldati, civili, donne e bambini". Il Liberator

non rispose e si allontanò. Il tenente pilota

Harden telegrafò però al punto di appoggio

che si trovava sull'isola diAsuncion, da dove

il comandante in capo, il colonnello Robert

C. Richardson III, impartì l'ordine chiaro

'Sink sub'. Quindi il Liberator tornò alle 12,

32 per bombardare i sommergibili.

Hartestein a quel punto fece tagliare le cime

con le scialuppe e si immerse.

Dönitz diventò ammiraglio alla fine di

quell'estate e dispose che i sommergibili

non avrebbero più raccolto naufraghi delle

navi affondate. Questo fu uno dei capi di

imputazione sulla sua testa al processo di

Norimberga, avvenuto il 9 maggio 1946.

Dönitz, che fu poi condannato a 10 anni di

prigione, si difese proprio citando il bombardamento

dei sommergibili dopo l'affondamento

del Laconia.

Dei 1800 italiani, circa 1400 morirono

annegati, in gran parte intrappolati nella

stiva della nave. Di loro, ufficialmente, non si

è mai occupato nessuno. Nessuna indagine

della nostra Amministrazione, nessuna

richiesta di informazioni, nessuna denuncia.

Non un discorso ufficiale di un'autorità, non

una via intitolata, non uno straccio di targa

da qualche parte, non un minuto di silenzio

in una classe scolastica, non una citazione

in un sussidiario di storia, Niente! Per gli

annegati del Laconia solo il dolore privato

delle famiglie.

Dimenticati gli annegati del Laconia

Modificato da bussolino
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Anni fa, lessi un libro che trattava dell'affondamento (non ricordo il titolo), dove lessi tutto quello che è stato riportato. Mi ricordo che il Comandante Hartenstein, si accorse di aver affondato una nave di prigionieri, per aver sentito invocazioni di aiuto in italiano.

Purtroppo chi perde la guerra, è sempre colpevole di tutto (per chi vince e deve nascondere le proprie nefandezze)

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Dai miei dati, il Laconia portava 464 ufficiali ed uomini d'equipaggio, 286 militari inglesi, 103 polacchi, 1800 POW, ma anche 80 donne e bambini che cercavano di rientrare in Inghilterra da Malta ed Egitto. La vittima più piccola aveva un anno e due mesi, si chiamava Sally.

Quando hartenestein comandante di U56 si accorse di ciò che era successo, avvertì Doenitz (al processo di Norimberga da questo suo comportamento fu fondamentale, dato che si oppose ai consigli dei Hessler e Godt che gli suggerivano di far proseguire l'U56 per non compromettere l'operazione in corso) e recuperò quanti più naugraghi possibile. Non solo, ma fece una cosa a mio parere grandiosa: inviò un fonogramma a D. di questo tenore "Propongo neutralizzazione diplomatica di luogo affondamento. Stando ascolto radio, una nave sconosciuta era vicinissima l luogo del naufragio. Hartenstein" Poi lanciò un appello in inglese dando la propria posizione: 4°53' sud, 11°26' ovest.

E a quel punto arrivò un B24 ; un naufrago ufficiale RAF trasmise questo messaggio "Qui ufficiale RAF a bordo . Ci sono naufraghi Laconia, soldati civili donne bambini" Il b24 bombardò. Da 60 metri di altezza non aveva visto nè l'enorme telone (4 metri quadri)con croce rossa che H. aveva messo, nè i naufraghi che affollavano il ponte. Strano.

La conseguenza fu l'ordine Triton Null di Doenitz, o "ordine Laconia": mai fermarsi a salvare nessuno, per nessuna ragione. Che era poi lo stesso ordine che aveva dato l'amm. Nimitz ai suoi.

 

 

Sull'argomento v. anche il libro di L. Péillard "Il caso Laconia"

 

https://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=26833

 

e D. Bellomo, Prigionieri dell'oceano

 

https://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=26834

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Dai miei dati, ........

E a quel punto arrivò un B24 ; un naufrago ufficiale RAF trasmise questo messaggio "Qui ufficiale RAF a bordo . Ci sono naufraghi Laconia, soldati civili donne bambini" Il b24 bombardò. Da 60 metri di altezza non aveva visto nè l'enorme telone (4 metri quadri)con croce rossa che H. aveva messo, nè i naufraghi che affollavano il ponte. Strano.

La conseguenza fu l'ordine Triton Null di Doenitz, o "ordine Laconia": mai fermarsi a salvare nessuno, per nessuna ragione. Che era poi lo stesso ordine che aveva dato l'amm. Nimitz ai suoi.

 

 

Sull'argomento v. anche il libro di L. Péillard "Il caso Laconia"

 

https://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=26833

 

e D. Bellomo, Prigionieri dell'oceano

 

https://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=26834

 

 

da base artica, marco

strano?????:s12:

.........Di più: Hartenstein

chiese ad uno degli ufficiali inglesi che si trovavano

sul suo U-Boot di trasmettere -in

inglese- all'aereo il seguente messaggio:

"Qui ufficiale Raf a bordo del sommergibile

tedesco. Ci sono i naufraghi del Laconia,

soldati, civili, donne e bambini". Il Liberator

non rispose e si allontanò. Il tenente pilota

Harden telegrafò però al punto di appoggio

che si trovava sull'isola diAsuncion, da dove

il comandante in capo, il colonnello Robert

C. Richardson III, impartì l'ordine chiaro

'Sink sub'. Quindi il Liberator tornò alle 12,

32 per bombardare i sommergibili.

Hartestein a quel punto fece tagliare le cime

con le scialuppe e si immerse.

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eiste un docuemtario del national geografic (produzione inglese) sul caso Laconia che nn è mai stato tradotto in italiano. traducendo, nonostante il mio inglese scolastico, americani e polacchi non ne escono bene e anche dai libri citati da Malaparte sembra che la maggior parte delle nefandezze fosse opera loro. Peraltro sono la nostra base mi ha donato la fortuna di conoscere uno degli ultimi reduci del cappellini che, vi ricordo, fu mandato in soccorso di Hartenstein per salvare i prigionieri italiani. Lui ha ascoltato in prima persone i racconti dei prigionieri italiani.

 

spero di potervi dare occasione di conoscerlo molto presto...

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la nostra base mi ha donato la fortuna di conoscere uno degli ultimi reduci del cappellini che, vi ricordo, fu mandato in soccorso di Hartenstein per salvare i prigionieri italiani. Lui ha ascoltato in prima persone i racconti dei prigionieri italiani.

 

spero di potervi dare occasione di conoscerlo molto presto...

 

Anni fa, Donatello Bellomo mi disse che il suo libro era nato proprio dal casuale incontro con un reduce del Cappellini (zio di un suo amico, se ben ricordo) che nel libro costiiuisce la "Voce narrante". Sarà mica la stessa persona???(non credo che i reduci del smg fossero molti....) Nel libro, il personaggio abita dalle parti di Santa Maria di Leuca (ma non so se questo sia finzione o meno)

...

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  • 2 months later...
...Peraltro la nostra base mi ha donato la fortuna di conoscere uno degli ultimi reduci del cappellini che, vi ricordo, fu mandato in soccorso di Hartenstein per salvare i prigionieri italiani. Lui ha ascoltato in prima persone i racconti dei prigionieri italiani.

 

spero di potervi dare occasione di conoscerlo molto presto...

 

L'occasione è arrivata, il sgt. sil Ghezzi ha fatto ingresso a Betasom regalandoci forse l'onore piu grande che la basa ha avuto ad oggi: un reduce di Betasom a betasom!

Il Ghezzi viene intervistato in quel filmato e, spero, potra magari raccontare anche a noi qualcosa di quei tragici momenti in cui, di vedetta sulla torretta del Cappellini avvistò i naufraghi e udi urla in italiano...

 

(nota a parte: ho riunito in una 3 differenti discussioni sull'argmento)

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da base artica, marco

magnifico totiano :s20: :s20: , COME SEMPRE LA BASE OPERA EFFICACEMENTE:

 

ONORE AI REDUCI DI betasom:

 

QUI AL :::NORD DEL NORD; TUTTE LE RICEZZIONI :s41: :s20: SONO IN FUNZIONE X ASCOLTO QUALSIASI NOTIZIA.

 

ma perche non si fa un qualcosa di solo betasom-francia??

saluti marco

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da base artica, marco

anche se qua con -1 gradi la neve e sopratutto il ghiaccio cominciano a sciogliersi.

 

pensavo a un voce stotto cui si riunisca tutto quello che in ns betasom ee stato detto e si dira sulla famosa base francese, x avere radunate tutte li i vari topic in merito e facilitare eventuali ricerche.

saluti senza voler appioppare ad altri altro lavoro :s02: , marco

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