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L'arroganza Inglese...


sidescanner

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mi spiego: mia moglie ha assistito ad uno sproloquio del suo insegnante di inglese il quale ha affermato tutta la solita solfa di luoghi comuni sul comportamento dell'Italia durante la seconda guerra mondiale e mi è venuto in mente di fargli avere qualche immagine delle 2 corazzate affondate dai nostri maiali, ma non ho trovato niente...qualcuno può aiutarmi'

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:s13: ti mando un pò di versetti ok :s10:

tutta la bibbia non posso mandartela

iniziamo

 

Alessandria d'Egitto

 

Il primo attacco alla fortezza navale di Alessandria fù pianificato per il 25 e 26 Agosto 1940 ad opera del sommergibile Iride e cinque S.L.C. (Teseo - Pedretti, Toschi - Lazzari, Pacagnini - Birindelli, De La Penne - Lazzaroni,) con l'ultimo equipaggio di riserva.

 

La cacciatorpediniera Calipso trasportò gli equipaggi della Xa Mas da Messina fino al golfo di Bomba dove il sottomarino era in attesa con gli S.L.C. (mailali) già a bordo. Fortunatamente per gli inglesi, un attacco aereo al porto di Tobruk colse l'Iride ormeggiato in una posizione vulnerabile dove fu colpito, insieme alla nave appoggio Monte Gargano, da alcune bombe aeree. L'Iride affondò velocemente e equipaggi della Xa aiutarono, dopo ore di tentativi disperati, a salvare 7 marinai dell'Iride. Finì così, in tragedia, il primo tentativo di violare Alessandria.

 

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R.S. Iride.

 

Il secondo tentativo fu intrapreso il 29 settembre in parallelo con una simile missione contro Gibilterra. Il sottomarino Gondar trasporto gli equipaggi vicino l'entrata del porto di Alessandria, ma a causa dell'assenza di naviglio di rilievo, Supermarina cancellò l'operazione. Purtroppo, una pattuglia antisommergibile inglese intercettò il sommergibile che, dopo molte ore di bombardamenti violenti e vicino all'affondamento, venne in superficie dove l'equipaggio autoaffondò l'unità. L'equipaggio che includeva Elio Toschi, fu fatto prigioniero e trascorse il resto del conflitto in un campo di concentramento inglese. Gli inglesi erano stati avvisati, così pensò il Comandante Valerio Borghese che era al comando della similarmente fallita missione contro Gibilterra.

 

Una domanda importante fu generata da queste disfatte: erano gli inglesi al corrente? Albeto Santoni, l'autore di "Il Vero Traditore", un libro su ULTRA non chiarisce la questione.

 

gondar.jpg

Il Gondar a La Spezia.

 

Un nuovo attacco, e questa volta di molto successo, fu condotto la notte del 18 dicembre 1941 quando tre maiali con equippai di due uomini penetrarono le fortificazioni del porto di Alessandria e depositarono mine a tempo sotto le chiglie delle corrazzate Queen Elizabeth, Valiant e la petroliera Saragona. Il sommergibile Scirè, comandato dal Tenente Borghese, depositò I maiali con precisione cronometrica vicino all'etrata del porto e rientrò a la Spezia. I tre mailai, prendendosi vantaggio di una temporanea apertura delle difere portuali, entrò in porto e si diressero verso I bersagli, con la sola eccezzione del terzo maiale che, non avendo trovato la portaerei Eagle che aveva lasciato porto, si diresse contro una grande petroliera.

 

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Durad De la Penne.

 

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Antonio Marceglia.

 

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Vincenzo Martellotta.

 

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Emilio Bianchi.

 

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Spartaco Schergat.

 

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Mario Marino.

 

Malgrado la loro cattura e l'imprigionamento a bordo della nave che avevano appena minato, il Tenente De La Penne e il marò Bianchi rifiutarono di dare informazioni di natura militare. Solo a pochi minuti dall'esposione il Tenente De La Penne chiese di parlare con il comandante e lo impregò di salvare l'equipaggio. Dopodiche', De La Penne fu ricondotto in cella da cui scappo immediatamente dopo la terribile l'esposione.

 

maiale2.jpg

Un'ottima fotografia di un maiale.

 

Alle 6:00 della mattina la prima detonazione scuotette la petroliera Sagona ed la cacciatorpediniera Jervis che era affincata ed in corso di rifornimento. La mina sotto la Valiant esplodette atte 6:20 e quella sotto la Queen Elizabeth alle 6:24. Le cariche erano tra 5 e 16 metri dalle chiglie e pesavano circa 300 Kg.

Gli equipaggi italiani furono presi prigionieri, alcuni pochi giorni dopo l'attaco, e furuno condotti in prigionia per il resto del conflitto. Indubbiamente questa azione non e1 più storia, ma è diventata una legenda

 

maiale.jpg

Il maiale in azione.

 

 

I danni.

 

La carica sotto la Valiant esplose a sinistra della torretta A ed implose la carena per una area di circa 20 metri per 10 metri. Danni interni si estesero dalla linea di centro fino ai vari compartimenti intorno alla carena, il magazzino munizioni A ed I vari compartimenti addiacenti fino al ponte superiore. Le turbine principali e secondarie non furono danneggiate, ma gli ingranaggi della torretta A furono distrorti in aggiunta a danni minori all'impianto elettrico. La nave tocco fondo, ma in caso di necessità, avrebbe potuto navigare. Riparazioni di emergenza furuno fatte in uno dei bacini di Alessandria, e riparazioni successive vennero effettuate a Durban tra il 15 aprile ed il 7 di luglio.

 

Fine prima puntata :s14:

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:s12: seconda puntata.

 

valiant.jpg

valiant.

 

330px-HMS_Queen_Elizabeth_(Queen_Elizabeth-class_battleship).jpg

Queen Elizabeth.

 

 

L'esposione sotto la Queen Elizabeth avvenne sotto le caldaie B e raggiunse le torrette A e X. Danni alla carena si estero per un area di 65 metri per 30 metri ed incluse entrambi le carene di dritta e sinistra. Le caldaie A, B e X e I magazzini munizione per le salve da 4.5 pollici si allagarono immediatamente ed altri compartimenti seguirono. Le caldaie, gli impianti elettrici furono dannegiati seriamente, ma gli armamenti furono lasciati intatti. Gli impianti idraulici alle torrette furono dannegiati e queste potettero essere mosse solamente manualmente ed an un tasso di efficienza molto minore. La nave affondò, ma fu temporaneamente portata a galla per riparazioni. Successivamante, fu trasferita negli Stati Uniti alla base navale di Norfolk dove riparazioni cominciarono il 6 settembre 1942 e furono terminate il 1 giugno 1943. La Queen Elizabeth fu messa fuori servizio per un totale di 17 mesi e mezzo.

 

alexandria.jpg

Il Porto di Alessandria.

 

camerata spero che ti possa andare bene :s15:

 

voglio tingraziare il sito di www.regiamarina.net per la gentile concessione.

:s15:

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Von postagli anche la vicenda del Laconia, da far leggere all'insegnante della moglie di sidescanner, in modo che possa vergognarsi come un verme, anche se dubito che uno con quella mentalità alla Montgomery, possa riconoscere i propri torti, e vergognarsi.

Mi stupisco che sia un insegnante, si presuppone che chi è proposto all'insegnamento, debba essere quantomeno obbiettivo e documentato altrimenti meglio che cambi mestiere.

 

Ciao

Luciano

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:s13: signorsi signore, mi metto subito al lavoro,

 

L'affondamento del Laconia.

 

 

 

Tra il 16 e il 17 agosto, cinque sommergibili tedeschi lasciarono le loro basi francesi dell'Atlantico, e una volta in alto mare, fecero rotta verso sud, nel quadro della «Operazione Eisbär» (orso bianco), un’azione ideata dall'ammiraglio Dönitz volta a colpire il traffico mercantile alleato nell’area del Capo di Buona Speranza.

 

I sommergibili scelti erano: U-68 (cap.corv. Merten), U-504 (cap.corv. Poske), U-172 (ten.vasc. Emmermann), U-156 (ten.vasc. Hartenstein) e il sommergibile da rifornimento U-459 (ten.vasc. Wilamowitz-Möllendorf).

 

simbolo_U156.jpg

Insegna dell'U-156.

 

Al B.d.U si seguiva sulla carta la navigazione del gruppo.

 

Nella notte tra il 12 e il 13 settembre, pervenne un messaggio che, decifrato immediatamente, inquietò l’intero Comando:

 

 

 

13,9 - ATLANTICO VERSO FREETOWN - QU. E.T. 5775 SI - 2 MEER I,7,110 0. 400 - COPERTO VISIBILITA' 4 MIGLIA - AFFONDATO INGLESE LACONIA QU. F.F. 7721 - 310 - PURTROPPO CON 1500 PRIGIONIERI ITALIANI - SINO AD ORA 90 SALVATI - COMBUSTIBILE 157 M3 - SILURI 19 - ALISEI FORZA 3 - CHIEDO ORDINI - HARTENSTEIN.

 

 

Il Laconia, un vecchio transatlantico del 1922 della Cunard White Star Line, di 19.695 tonnellate, al comando del cap. Rudolf Sharp e con 463 ufficiali e uomini di equipaggio, trasportava 286 passeggeri militari inglesi, 1800 prigionieri di guerra italiani, 103 guardie polacche e 80 tra donne e bambini, familiari di militari di stanza in Egitto e a Malta che rientravano in Inghilterra.

 

Nave_Laconia_1.jpg

Cunard R.M.S. Laconia in una cartolina anteguerra.

 

Secondo gli ordini del B.d.U., l’U-156 si era avvicinato alla nave in affondamento per fare prigionieri il comandante ed il direttore di macchina. Navigando tra i naufraghi ed i relitti, dal sommergibile si erano udite delle invocazioni di soccorso in italiano: “Aiuto! Aiuto!â€Â

 

Fatti ripescare due uomini, dal loro racconto, il comandante Werner Hartenstein apprese la composizione dei passeggeri del Laconia.

 

Inviato il messaggio al B.d.U., iniziò senza indugio le operazioni di salvataggio, issando sul battello i naufraghi che si dibattevano in mare, rimorchiando le scialuppe di salvataggio stracolme, curando i feriti e rifocillando un po’ tutti, con particolare riguardo alle donne ed ai bambini.

 

Il Laconia non disponeva in numero sufficiente per tutti i passeggeri di scialuppe e zattere di salvataggio ed inoltre, l’esplosione del primo siluro aveva danneggiato irreparabilmente alcune scialuppe (due siluri erano infatti stati usati da Hartenstein per affondare il Laconia).

 

Se a tutto ciò uniamo l’ovvia confusione dei momenti successivi al siluramento e della affannosa ricerca della salvezza da parte dei passeggeri, possiamo solo immaginare la situazione di sovraffollamento che dovevano sopportare le lance in mare.

 

Il messaggio ricevuto al B.d.U. fece riflettere lo Stato Maggiore: come sua abitudine, l'ammiraglio Dönitz si consultò con i suoi collaboratori, che più o meno esplicitamente suggerirono ordinare all’U-156 di procedere per la sua rotta ignorando i naufraghi per non compromettere l’operazione in corso

 

L’Ammiraglio Dönitz non era però d’accordo e decise di proseguire l’operazione di salvataggio dei naufraghi; richiese quindi all’U-156 maggiori dettagli sul naufragio e dispose che gli altri sommergibili del gruppo Eisbär facessero rotta per aiutare Hartenstein nelle operazioni di salvataggio.

 

Pressappoco alla stessa ora, esterefatto Hartenstein, scrisse nel suo giornale di bordo:

 

 

 

“00 h 7722 - SO. 3. 4. Visibilità media. Mare calmo. Cielo molto nuvoloso. Secondo le informazioni degli italiani, gli inglesi, dopo esser stati silurati, hanno chiuso le stive dove si trovavano i prigionieri. Hanno respinto con armi coloro che tentavano di raggiungere le lance di salvataggio...â€Â

 

 

 

Gli italiani interrogati, avevano fatto un racconto tragico del siluramento: chiusi nelle stive, le sentinelle non avevano aperto le sbarre; avevano quindi dovuto gettarvisi contro, sfondandole, ostacolati dalle guardie che non avevano esitato a sparare e ad usare la baionetta per trattenerli. Giunti sui ponti avevano dovuto lottare per ottenere un salvagente ed il posto sulle lance di salvataggio (da una stima circa 1400 prigionieri italiani perirono direttamente nelle stive del Laconia senza aver oltrepassato i cancelli).

 

Le ferite da taglio di alcuni prigionieri ed il ripetersi del racconto pressoché uguale dei prigionieri suffragavano tale barbaria e tutto ciò complicava la situazione tenuto conto della vicinanza nel battello e sulle lance tra italiani ed inglesi e polacchi.

 

Hartenstein pensò soprattutto alle donne ed ai bambini che aveva visto nelle imbarcazioni.

 

Alla richiesta di maggiori informazioni di Dönitz, Hartenstein rispose:

 

 

 

FONOGRAMMA 0437:13 - LA NAVE HA TELEGRAFATO IL PUNTO ESATTO. HO A BORDO 193 UOMINI, TRA CUI 21 INGLESI. CENTINAIA DI NAUFRAGHI GALLEGGIANO CON CINTURE DI SALVATAGGIO.

 

PROPONGO NEUTRALIZZAZIONE DIPLOMATICA DEL LUOGO AFFONDAMENTO. STANDO ASCOLTO RADIO, UNA NAVE SCONOSCIUTA ERA VICINISSIMA AL LUOGO DEL NAUFRAGIO. HARTENSTEIN.

 

 

 

Intanto gli altri battelli del gruppo Eisbär avevano modificato la rotta per convergere sul luogo del naufragio: ci avrebbero però impiegato almeno quarantott'ore ad arrivare!

 

Il messaggio di risposta di Hartenstein indusse l’ammiraglio Dönitz a mettersi in comunicazione telefonica con l'ammiraglio Fricke, addetto allo Stato Maggiore del Comando Supremo della Marina. Gli espose la situazione, le decisioni prese. Come se l'aspettava, il grandammiraglio Raeder gli fece sapere la sua approvazione dell'invio dei tre sommergibili in aiuto dell'U-156 ma il Führer, appreso la notizia del Laconia, fu malcontento, pregando insistentemente, se le operazioni di salvataggio continuassero, di non far correre alcun rischio agli U-Boote.

 

Dönitz chiese inoltre all'ammiraglio Romolo Polacchini, comandante della base italiana Betasom di Bordeaux, l'invio d'uno dei suoi sommergibili in aiuto a Hartenstein. Polacchini accettò immediatamente e spedì il seguente radiomessaggio urgente al ten.vasc. Marco Revedin, comandante del sommergibile Cappellini:

 

 

 

BETASOM A CAPPELLINI: DIRIGERE CON MASSIMA URGENZA QUADRATINO 0971 - STOP - ALTRE UNITA' ALLEATE SI DIRIGONO STESSA ZONA.

 

 

 

Pressato dal Führer e dallo Stato Maggiore di non correre nessun rischio durante le operazioni di salvataggio, il B.d.U. trasmise il seguente radiomessaggio:

 

 

 

HARTENSTEIN, RIMANETE SUL POSTO DEL SINISTRO, PRONTO A IMMERGERVI. I SOMMERGIBILI CHE PARTECIPANO NON DEBBONO PRENDERE A BORDO CHE UN NUMERO DI NAUFRAGHI TALE CHE CONSENTA LORO, IN IMMERSIONE, DI ESSERE PRONTI AD AGIRE. SEGUE NEUTRALIZZAZIONE.

 

 

 

Alle 06.00 del mattino del 13 settembre, Hartenstein, depresso e condizionato dai drammatici avvenimenti che accadevano sul mare attorno al sommergibile, trasmise un'invocazione di soccorso in inglese sulle lunghezze d'onda di 25 e di 60 metri:

 

 

 

IF ANY SHIP WILL ASSIST THE WRECKED LACONIA CREW. I WILL NOT ATTACK HER, PROVIDED I AM NOT BE ATTACKED BY SHIP OR AIRFORCE. I PICKED UP 193 MEN – 4° 52 SOUTH, 11° WEST. GERMAN SUBMARINE.

 

 

 

Hartenstein sperò ricevere un aiuto inglese. Nulla!

 

Intanto, tedeschi e italiani insistettero presso la Commissione d'Armistizio affinché i francesi facessero partire da Dakar qualche grande nave di superficie; i tedeschi promisero addirittura di restituire la nafta adoperata e di liberare qualche centinaio di prigionieri. I francesi inviarono quindi nella zona dell’affondamento l’incrociatore Gloire (cap.vasc. Graziani) e gli avvisi coloniali Annamite (cap.corv. Quémard) e Dumont d’Urville (cap.freg. Madelin).

 

Sull’U-156 i naufraghi passavano qualche ora a bordo del battello: il tempo di somministrare una minestra calda e del caffè, poi tornavano nelle imbarcazioni, solo i feriti, le donne ed i bambini rimanevano a bordo del sommergibile. Nel mare antistante erano da tempo comparsi gli squali ed i naufraghi in acqua erano spesso attaccati con morsi alle parte del corpo sommersa. Le grida strazianti dei feriti riecheggiavano attorno al battello. Passò un'altra notte. Il 14, alle 07.40 del mattino, il comandante dell'U-156 ricevette un altro messaggio del B.d.U. che riportava l’attenzione sulla sicurezza e l’efficienza del battello.

 

Hartenstein fece subito una prova d'immersione con 193 naufraghi a bordo che riuscì, ma fu sicuramente un’impresa tecnica eccezionale.

 

Nella mattinata del 15 l'U-506 fu il primo a comparire. Hartenstein poté scambiare due parole con il megafono con Wúrdemann. Essi si divisero i naufraghi: 132 italiani furono trasbordati sull'U-506. Hartenstein conservò 131 superstiti tra cui molti inglesi. L'U-507 arrivò nel pomeriggio. Schacht aveva già raccolto italiani, inglesi e polacchi incontrati sulla sua rotta e, alle 17.55, aveva a bordo 153 superstiti.

 

Laconia_somm.jpg

L'U-156 carico di naufraghi.

 

In altro settore, il Cappellini, dopo aver rifornito d'acqua e di viveri diverse lance, aveva raccolto italiani e inglesi.

 

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Regio sommergibile Cappellini.

 

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Capitano del Regio sommergibile Cappellini Salvatore Todaro.

 

PER IL GRUPPO LACONIA. AVVISI COLONIALI DUMONT-D'URVILLE - ANNAMITE - ARRIVERANNO PROBABILMENTE MATTINATA DEL 17.9. INCROCIATORE CLASSE GLOIRE VIENE A GRANDE VELOCITA' DA DAKAR. QUI APPRESSO ISTRUZIONI PER CONTATTO: 1- INCONTRO SOLTANTO DURANTE IL GIORNO. ALZARE BANDIERA NAZIONALE IN TESTA D’ALBERO, PROIETTORE E.S. 2- UN’ORA PRIMA DI GIUNGERE SUL LUOGO, EMETTERE UN RADIOGRAMMA SU 60 METRI CHE COMINCIA CON “PP†QUINDI 4 GRUPPI DI 5 LETTERE TRA IL QUINTO GRUPPO CON LETTERE “N R C Hâ€Â.

 

 

 

Il salvataggio dei naufraghi del Laconia prendeva più ampie proporzioni.

 

Alle 11.25 del 16 settembre Hartenstein e l’equipaggio sulla coperta dell’U-156 udirono un rombo di motori e subito dopo apparve un aereo.

 

Venne stesa sul cannone prodiero una bandiera con la croce rossa; in quel momento erano rimorchiate quattro imbarcazioni stracariche di naufraghi italiani ed inglesi.

 

L’aereo - un Liberator americano di cui si distinguevano chiaramente le stelle sotto le ali - volò in cerchio a 80 metri d'altezza sopra il sommergibile.

 

Dall'U-156 si trasmise in Morse:

 

 

 

QUI SOMMERGIBILE TEDESCO CON NAUFRAGHI INGLESI. C’E' UN AEREO DI SOCCORSO IN VISTA?

 

 

 

Il pilota americano non rispose. Un ufficiale della RAF si arrampicò sulla torretta e chiese ad Hartenstein di trasmette lui un messaggio all’aereo:

 

 

 

QUI UFFICIALE RAF A BORDO SOMMERGIBILE TEDESCO. CI SONO I NAUFRAGHI DEL LACONIA, SOLDATI, CIVILI, DONNE, BAMBINI.

 

 

 

Il pilota non rispose nuovamente e il Liberator s'allontanò a sud-ovest.

 

Per ogni evenienza, Hartenstein ordinò a uno dei suoi uomini di tenersi a poppa con una scure, pronto a recidere il cavo di rimorchio delle scialuppe.

 

Alle 12.32 l'apparecchio americano ritornò sempre a circa 80 metri d'altezza.

 

Una prima bomba si staccò dalla fusoliera del quadrimotore.

 

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Quadrimotore Liberator B-24 in volo.

 

Il quadrimotore B-24, pilotato dal tenente James D. Harden, bombardiere il tenente Edgar W. Keller, ufficiale di rotta il tenente Jerome PerIman, sorvolava il settore nord‑occidentale dell'isola di Ascensione. L'isola britannica era passata da un mese appena sotto il controllo americano.

 

La base di Wídeawake serviva di collegamento agli aerei appena costruiti nelle fabbriche americane. Essi toccavano Natal e Ascensione, per raggiungere le coste africane e da là, i settori operativi orientali, specialmente il Medio Oriente. La base doveva restare segreta e nessuna nave nemica o neutrale doveva avvicinarla.

 

Quando J.D. Harden avvistò il sommergibile in emersione circondato dai canotti dei naufraghi, chiese istruzioni precise al colonnello James A. Ronin che comandava la base a Wideawake, la AA Composite Force 8012. Questi ne discusse con il capitano Robert C. Richardson III; quindi chiesero istruzioni a Washington. Nessuna risposta.

 

Il quadrimotore aveva perduto molto tempo in attesa di risposta e quando ricevette l'ordine: «SINK SUB» aveva carburante appena sufficiente per rientrare alla base.

 

 

 

Senza attendere l'ordine, il marinaio a poppa tagliò la corda di rimorchio. La bomba esplose a 200 metri dal battello.

 

Hartenstein con prontezza ordinò di evacuare i naufraghi e prepararsi all’immersione; nel mentre quattro altre bombe caddero ed esplosero: una centrò una scialuppa e una causò avarie agli accumulatori ed al periscopio. L'U-156 s'immerse e, alle 16.00, alla profondità di 60 metri, i danni più importanti furono stati riparati con i mezzi di bordo.

 

Il sommergibile riemerse alle 21.42 ed alle 23.04 trasmise:

 

 

 

HARTENSTEIN - STOP - LIBERATOR AMERICANO CI HA BOMBARDATO CINQUE VOLTE CON QUATTRO LANCE CARICHE NONOSTANTE BANDIERA CON CROCE ROSSA DI 4 METRI QUADRATI - STOP - ALTEZZA ERA DI SESSANTA METRI - STOP - I DUE PERISCOPI DANNEGGIATI - STOP - INTERRUZIONE SALVATAGGIO - STOP - TUTTI SGOMBRATI DAL PONTE - STOP - VADO A OVEST PER RIPARARE - HARTENSTEIN.

 

 

 

Questo messaggio veniva registrato al B.d.U. alle 00.40 del 17 settembre. Nel ricevere questa stupefacente notizia, l'ammiraglio Dönitz diramò subito il seguente messaggio per l’U-156:

 

 

 

INTERROMPETE SALVATAGGIO. CONTROLLATE CARBURANTE, SILURI, APPROVVIGIONAMENTI ED EQUIPAGGIO; POI RENDETE CONTO.

 

 

 

e, alle ore 1.40, per tutti i sommergibili nel settore del Laconia:

 

 

 

IL TOMMY E' UN MAIALE, LA SICUREZZA DEL SOMMERGIBILE NON DEVE IN NESSUNA CIRCOSTANZA ESSERE ARRISCHIATA. NESSUN RISCHIO DA PRENDERE, SENZA RIGUARDI, ANCHE QUELLO D’INTERROMPERE IL SALVATAGGIO. PENSARE CHE UNA PROTEZIONE DEI SOMMERGIBILI DA PARTE DEL NEMICO - COMPLETAMENTE FUORI CAUSA. SCHACHT E WURDEMANN DATE VOSTRA POSIZIONE.

 

 

 

Alle 3.06 Schacht (U-507) rispondeva:

 

 

 

QU. F.E. Q3 9697. 129 ITALIANI, 1 UFFICIALE INGLESE, 16 BAMBINI, 15 DONNE A BORDO, 7 LANCE CON 330 SUPERSTITI FRA CUI 35 ITALIANI. SIAMO PRONTI A SBARCARLI O TRASBORDARLI. SCHACHT.

 

Laconia_lancia_1.JPG

Lancia di salvataggio carica di naufraghi.

 

E Wurdemann (U-506):

 

 

 

ORE 03.30 FONOGRAMMA 0151/A, MI TROVO CON LANCE QU. 9690. A BORDO 142 ITALIANI, 9 DONNE E BAMBINI. NESSUN AEREO IN VISTA. WURDEMANN.

 

 

 

Infine Dönitz trasmise:

 

 

 

PER SCHACHT E WURDEMANN: LE NAVI DEVONO ESSERE IN OGNI MOMENTO IN CONDIZIONE DI IMMERGERSI E DI MANOVRARE IMMEDIATAMENTE IN IMMERSIONE. NAUFRAGHI CHE SONO A BORDO DEVONO ESSERE MESSI NELLE LANCE. CONSERVATE A BORDO GLI ITALIANI, ANDATE SUL LUOGO DELL’APPUNTAMENTO, QU F.E. 9695, E LAGGIU' CONSEGNATELI AI FRANCESI. FARE ATTENZIONE ALL’AZIONE DEI SOMMERGIBILI E DEGLI AEREI NEMICI.

 

 

 

Anche Wurdemann era attaccato il 17 settembre, alle 12.22, da un grosso idrovolante che sganciò tre bombe quando già l'U-506, con i suoi 142 passeggeri a bordo, si era immerso e si trovava a 60 metri di profondità, avendolo scorto in tempo.

 

Finalmente, gli U-Boote incontrarono le navi francesi giunte da Dakar e poterono effettuare il trasbordo dei naufraghi.

 

La Gloire aveva intanto imbarcato la maggior parte dei naufraghi incontrati sulle scialuppe e sui canotti. A bordo, si distribuivano abiti a quelli e a quelle che ne avevano bisogno. Si curavano i feriti. Si separavano i gruppi italiani e inglesi, donne e bambini assieme. Gli U-Boote avevano trattenuto prigioniero qualche ufficiale inglese.

 

Il Cappellini s'incontrò con il Dumont d'Urville il 18 settembre alle 11.30 e gli consegnò tutti i suoi naufraghi, ad eccezione di due ufficiali inglesi e sei italiani.

 

Due canotti avevano tentato di raggiungere da sé la costa dell'Africa. Vi giunsero dopo parecchie settimane. In partenza, ogni canotto conteneva una cinquantina di naufraghi. Non vi furono che sei superstiti.

 

 

 

Circa 1600 persone avevano trovato la morte nel naufragio del Laconia.

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uno dei miei temi preferiti.... questa non è facile trovarla... "il buco" lasciato dai nostri sulla Valiant ad alessandria:

 

poi prendi il Giorgerini e fagli vedere la lista delle perdite dell royal Navy nel Mediterraneo (un pò scorretto, lo so, ci sono anche le navi affondate dai tedeschi, ma a la guerre...)

Valiant.png

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E consigliagli di leggere qualche riga su Salvatore Todaro, chiedendogli poi per quale eroica suprema ragione gli inglesi vietarono - nel settembre '43 - alle navi italiane che si erano appena consegnate (ed in quel momento eravamo a tutti gli effetti alleati) di salpare per salvare i nostri soldati rimasti a Cefalonia, condannadoli a farsi passare per le armi dai tedeschi piuttosto che venire meno ad un ordine del re e perdere l'onore.

 

"Siamo sicuri, capitano, che questa lattrina funzioni bene?"

""Si ricordi, maggiore Richardson , che quando i suoi avi ancora si dipingevano la faccia di nero, i miei costruivano già gli acquedotti" (A.Sordi in I due Nemici - 1962)

 

QM

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ringrazio tutti i Comandanti per la collaborazione, raccoglierò i documenti e li farò avere all'inglese accompagnati da tutto il nostro disprezzo per chi si nutre di luoghi comuni e non si informa prima di parlare...

 

@ QM citazione assolutamente meravigliosa!!

 

@ Von Moraht grazie per l'ottimo lavoro di sintesi sulle 2 vicende

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Operazione Agreement, ovvero: gli inglesi erano dei criminali di guerra:

 

L'operrazione agreement fu una grossa incursione di commandos e Royal Marines

a Tobruk. Tale operazione venne sventata, con un migliaio di perdite da parte inglese, dai marò del San Marco, dal Novara Cavalleria (se ricordo bene), dalle batterie costiere italiane, che affondarono il cacciatorpediniere Sikh.

Ad un ufficiale inglese venne trovato addosso l'ordine di eliminare i prigionieri.

Ordine eseguito nei confronti del personale di una batteria di cannoni da 105/28 italiana e dei degenti di un piccolo ospedale da campo tedesco.

Lascio a voi ogni commento.

Per mè sono dei maiali.....

 

Fà pure sapere la mia opinione a quell'inglese.......

 

Ciao a tutti

Ursus Atlanticus

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vediamo un pò...

 

se eravamo "la marina del bel tempo" come mai ci sono voluti 3 anni e l'aiuto degli States per annullarci?

come mai le loro favolose forze subacquee (in realtà pari alle nostre) non sono riuscite a vincere la guerra dei convogli nel mediterraneo nonostante i nostri periteri fossero largamente inferiori ai loro sonar e fossimo sprovvisti di radar?

come mai Cunningham a punta stilo si è ritirato nonostante fosse in superiorità di forze? per puntualizzare, un simile fatto ne avrebbe comportato corte marziale e possibile impiccagione solo il secolo precedente...

 

faccia la sua scelta l'insegnante, ne ho altre, tante altre....

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A proposito delle sistematiche falsificazioni storiche inglesi:

 

Il generale O'Connor, comandante della Western desert force,assieme ai generali Neame e Coombe, mentre si ritiravano di notte in automobile, da Maraua verso Ain el Tmimi, venne catturato dai nostri bersaglieri.

 

nelle pubblicazioni inglesi i bersaglieri magicamente diventano dei granatieri tedeschi......

 

Bella balla, non è vero?

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E' poi ovvio che gli Inglesi non siano tutti uguali, certo che allora, tra i loro Generali c'erano delle grandi teste di C***o.

Ricordo di aver letto quando ero bambino, che il Generale Montgomery, ormai in pensione, e diventato politico, in pieno parlamento parlando delle sue campagne di Guerra aveva definito i soldati Italiani, soldati da poco, straccioni e vigliacchi.

Si è alzato dal suo banco l'allora colonnello comandante della divisione corazzata che attaccò l'AmbaAlagi. lo raggiunse, e gli disse che Lui non poteva sapere come fossero i soldati Italiani, visto che la Guerra l'aveva fatta nelle retrovie, si sfilò un guanto, e con quello lo schiaffeggio pubblicamente, dicendogli, io c' ero, sò di che coraggio sono capaci i soldati Italiani, e per questo motivo ti sfido a duello all'Ultimo sangue, voglio vedere se tu che parli tanto hai in te lo stesso coraggio.

Naturalmente la cosa fece scalpore in quanto Montgomery si incasso lo schiaffo, e liquido' la cosa con una battuta di spirito, dimostrando però apertamente a tutti chi in effetti era.

Non so se la cosa sia vera, sono passati tantissimi anni, da quando ho letto quell'articolo, ma se fosse vera è la dimostrazione che molti Inglesi, come quel professore, sono persone molto superficiali, come lo fù Montgomery che si permise di fare osservazioni su cose(visto che non si era mai interessato) che non conosceva.

Ciao

Luciano

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Un aspetto fondamentale degli inglesi è che non perdono l'occasione per esaltare le loro vittorie (vere o presunte) e per farlo non perdono l'occasione di sfruttare quel masochistico senso dei nostri media e pensatori impiegano per esaltare le nostre sconfitte anche quando queste non esistono.

 

Da questo punto di vista li ammiro....

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Comandante Sidescanner, visto che la miglior vendetta è il perdono, consiglio di REGALARE al britannico ignorante il seguente libro: Paul Kemp, "I guerrieri degli abissi", col consiglio di leggere attentamente i primi capitoli.......... bada bene, I PRIMI...... :s02: Si tratta di un autore INGLESE, (evidentemente meglio documentato del soggetto in questione)

 

Oltretutto, potendo NOI ITALIANI vantarci di essere i discendenti dei due popoli (i Romani e i Greci) che hanno inventato la civiltà occidentale......potremo pure invitare quel signore a visitare i nostri musei, le nostre citta, rammentandogli che a loro, prima del passaggio nelle loro terre, del nostro antenato Giulio Cesare, la pietra al massimo gli serviva per darsi delle cappocciate, e che se devo essere orgoglioso della storia della mia patria, beh, allora mi basta ricordare ciò che gli Italiani di tutti i tempi hanno DONATO e INSEGNATO al resto del mondo......

1) Il miglio dipinto, La Gioconda di Leonardo

2) La miglior scultura, Il David di Michelangelo.....

3) L'alfabeto, se quel signore sa leggere e scrivere.....

4) Qualche milione di altre opere d'arte......

 

Loro invece si possono vantare di ciò che hanno RUBATO, a cominciare dalla metope del Partenone... e per finire ai gioielli della corona della loro regina, RUBATI in India......

 

P.S. in lingua inglese il libro che ho citato e il seguente:

Kemp, Paul: Underwater Warriors. The Fighting History of Midget Submarines (London 1996), ISBN 0-304-35454-6. This title describes the development and operation of human torpedoes and midget subs by various nations in WW2. It has a lot of photos and drawings, even some of SLCs. This book makes fine complimentary reading to Frogmen

 

Ciao a tutti

Ursus Atlanticus

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C.te Ursus, ci penserò su...è un ottima idea.

 

Condivido quanto detto dal C.te Totiano sul nostro inutile masochismo

 

@ Luciano: "Siamo riusciti a vincere la guerra NONOSTANTE gli Inglesi" Generale George Patton di cui sono noti i burrascosi rapporti con Montgomery.

 

Sempre sul generale Cappotto chi possiede El Alamein di Caccia Dominioni può leggere una lettera a lui indirizzata che chiarisce un paio di "cosette" sulla battaglia e sull'eroico comportamento degli italiani in quella ed altre circostranze

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Monty.... un neanche tanto raro caso di coniglio bagnato.

Se ad El Alamein non avesse avuto una superiorità schiacciante di 10 a 1, col quasi che avrebbe vinto...

Altro che soldati italiani codardi !

In molti casi i pochi automezzi italiani ci venivano fregati dai "coraggiosi" tedeschi per scappare più velocemente !!

E gli inglesi avrebbero fatto altrettanto.

D'altronde la famosa frase di Rommel "il soldato tedesco ha stupito il mondo, il soldato italiano ha stupito il soldato tedesco" non era stata detta a caso.

Ancora che parlano 'sti inglesi !

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