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Intervista Al Capo Di Stato Maggiore Esercito


Visitatore Andreas

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Sul Corriere della Sera di oggi, intervista al Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, Gen. Fraticelli:

 

«Troppi soldi per navi e aerei. Ma chi dobbiamo attaccare?»

 

ROMA - «Ma a chi dobbiamo fare la guerra?».

 

Il generale Giulio Fraticelli, capo di Stato Maggiore dell’Esercito, trova assurdo comprare un alto numero di navi e aerei.

 

«Si spende troppo per questi mezzi costosissimi. Al massimo serviranno per esibizioni e qualche crociera».

 

Perché si preoccupa di quello che fanno Aeronautica e Marina?

 

«Perché noi dell’Esercito forniamo l’80 per cento degli uomini nelle missioni di pace. E adesso ci viene chiesto di ridurre le spese e tagliare il personale. Il bilancio della Difesa è striminzito. Disponiamo solo dell’1 per cento del prodotto interno lordo. Siccome non basta, il primo rimedio che viene in mente è: comprimiamo il numero del personale, facciamo un modello più piccolo, e coi soldi risparmiati ci dotiamo di tanta tecnologia. Niente di più falso e di più sbagliato per l’Esercito».

 

Qual è, numericamente, il vostro assetto ideale?

 

«Nel 1991 eravamo 260 mila. Il nuovo schema di Esercito professionale ci ha fatto scendere a 112 mila. Qui dobbiamo fermarci. Siamo 11 brigate, gli altri Paesi possono contare su reparti di riserva, noi nemmeno quelli. Ora sentiamo dire che vanno sacrificati altri uomini per dirottare i fondi verso sistemi di arma costosissimi. Noi esprimiamo grande preoccupazione. Siamo assolutamente contrari. Vogliamo dirlo molto forte e invitare i responsabili politici a una riflessione. Dicano se per i compiti a noi affidati servono tutti questi mezzi tecnologici».

 

Le ricordo che il capo di Stato Maggiore della Difesa Di Paola parla di qualità più che di quantità.

 

«Io non voglio creare contrasti. Dico che il nostro capitale è l’uomo. Grazie all’uomo, al soldato, noi vediamo le missioni coronate da successo. I nostri militari lavorano bene, lo riconoscono gli altri eserciti, la gente sul posto li apprezza, e gli italiani ne sono orgogliosi. Un recente sondaggio dice che il consenso per l’Esercito è salito al 73 per cento. Ma io, per consentire ad altri di comprare navi e aerei, non posso avviare la costruzione degli alloggi destinati ai volontari, e devo rinviare l’acquisto di nuovi veicoli da trasporto sicuri per le squadre di fucilieri. Tutti mezzi che l’Esercito compra in Italia, i soldi rimangono qui, mentre navi e aerei comportano spese all’estero».

 

Però non si può cancellare Marina e Aeronautica.

 

«Ci mancherebbe. Io dico solo che in tempi di vacche magre bisogna realisticamente decidere cosa ci possiamo permettere. Le autorità che vigilano sul bilancio dello Stato dovrebbero essere consapevoli di come vengono spesi i soldi ed esprimere il loro punto di vista sulle priorità. Ci servono più di 100 aerei? Ci servono una portaerei e 10 fregate? Sono numeri che andavano bene per fronteggiare il Patto di Varsavia, non per lo scenario odierno. Non possiamo pensare di andare in giro per il mondo a fare la guerra a chissà quale Paese. Quello che ci viene chiesto dalla Nato e dalle Nazioni Unite è portare la pace. Avremo sempre più missioni da compiere. E servono uomini. Adesso ne mandiamo 200 in Sudan. Ci cominciamo ad affacciare in Africa, dove nei prossimi anni le operazioni di pace aumenteranno».

 

E quasi 2 mila uomini si preparano a partire per l’Afghanistan.

 

«Ci resteranno 9 mesi. All’Italia tocca il comando della missione Nato chiamata Isaf. Sempre più ci dovremo concentrare su questo tipo di operazioni che richiedono truppe motivate e ben equipaggiate. La tecnologia individuale serve. Ma tutto il resto, il modello che prevede maggiori capacità offensive a quale scenario dovrebbe adattarsi? A chi dobbiamo andare a fare la guerra? Quale minaccia dobbiamo fronteggiare? Qual è allora la giustificazione politica? E dove prendiamo le risorse economiche? Non si possono fare grossi mutamenti tecnologici con l’1 per cento del pil».

 

Qual è allora il suo suggerimento?

 

«Ci troveremo inevitabilmente a stabilire delle priorità. Una fregata costa 300 milioni di euro. Con quella cifra io mantengo una brigata per tre anni. Ci servono più gli uomini o la nave? Se scegliamo i mezzi e i sistemi d’arma costosissimi, ci dovremo chiedere quando li utilizzeremo. Terremo le navi negli arsenali e gli aerei negli hangar. Per l’orgoglio di avere una bella flotta aerea e navale di quanti uomini l’Esercito dovrà fare a meno?».

 

Qual è il bilancio dell’Esercito?

 

«Nel 2005 ci toccano circa 3900 milioni di euro. L’ideale sarebbe ripartirli così: 40 per cento di spese per il personale, 30 per le attività in corso e 30 per gli investimenti futuri. Ma col modello professionale le spese per il personale sono cresciute, siamo intorno al 58 per cento. Vengono penalizzati gli investimenti».

 

Lei vorrebbe maggiori risorse a scapito degli altri due rami delle forze armate?

 

«Il mio ragionamento è questo. Se puntiamo a costruire forze armate in grado di fare la guerra, di imporre la pace, allora servono tanti mezzi. Ma non ne abbiamo le capacità. Non possiamo fare gli americani. Ammesso pure che vogliamo compiere veramente un salto tecnologico e portarci a livello degli Stati Uniti, di quanto personale dobbiamo fare a meno? Noi siamo più sull’uomo, gli altri più sulla tecnologia. Bisogna trovare un punto d’incontro. Se occupiamo il bilancio della Difesa totalmente per l’acquisizione dei sistemi d’arma e ci vincoliamo per i prossimi anni, dove andremo a finire? Questi vincoli diventano debito, ma siccome non abbiamo un bilancio sicuro, assumere debiti a fronte di un’incertezza di pagamento, rischiamo domani di trovarci senza fondi, e non ci sarà più spazio per niente, nemmeno per quel minimo di aggiornamento tecnologico di cui veramente abbiamo bisogno».

 

Marco Nese

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Mi pare un deja vue...

Siamo alle solite polemiche Esercito-Marina che hanno costellato la storia dell'Italia dal Regno di Sardegna sino agli anni '70...

 

Ma quando la capiranno, lassù, che il modo migliore per massimizzare il risultato è cooperare e non scavarsi la fossa reciprocamente?

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E' triste riscontrare ancora queste gelosie interne...

 

La varie Scuole di guerra dovevano servire proprio a cementare i legami nelle Forze Armate e capire le esigenze reciproche.

 

E poi, il Capo di Stato Maggiore della Difesa è a rotazione tra le FF.AA. anche per poter approfondire le problematiche della propria F.A.

 

potrebbe essere interessante scoprire come l'intervista è stata guidata, se è stato frainteso qualcosa, se è stata riportata integralmente. A volte la voglia di fare sensazionalismo da parte dei giornalisti sembra diventare eccessiva.

 

La polemica la ometto, non perchè mi senta superiore ma semplicemente perchè in tempi di vacche magre ci deve esser unità di intenti e non gelosie e affermazioni + o - gratuite

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Da una prima lettura dell'intervista mi pare di percepire questo messaggio: l'impiego attuale delle forze armate è da considerarsi prevalentemente nell'ambito di missioni di peace-keeping (o peace-forcing, come qualcuno le potrebbe definire).

 

In tali contesti, l'intervento Italiano può vedersi come azione di supporto e di presidio del territorio.

 

Le utime missioni ci mostrano come il ruolo maggiormente visibile è stato ricoperto dai soldati dell'Esercito.

 

Uno dei benefici del partecipare a tali missioni è appunto la visibilità politica sul piano delle alleanze internazionali, che svuotata di ogni trovata masmedianica, viene a tradursi in vantaggi politici/economici per le nazioni impegnate, leggasi contratti di ricostruzione per le nostre imprese, contratti di fornitura etc etc.

 

Sotto questo punto di vista l'Esercito in Iraq sta facendo bene, dando un buon ritorno d'immagine al nostro Paese.

 

E' dunque basandosi su questa catena di osservazioni che credo il Gen. Fraticelli abbia espresso il suo parere in merito all'amministrazione dei pochi fondi disponibili.

 

Quello che mi pare di capire della sua idea è che all'atto pratico una Brigata "rende" maggiormente di una Fregata da 300 milioni agli effetti del ritorno "politico" dell'impiego di risorse in missioni all'estero.

 

Ragionando obbiettivamente alcune "arance" sono da spezzare a sostegno di tale affermazione, se non altro in termine di immaginario collettivo e di popolarità. Se viene detto all'uomo della strada "Missioni delle Forze Armate" l'immagine da questo assiciata è di sicuro quella del bersagliere con le piume sull'elmetto, dietro la mitragliatrice del veicolo telonato verde.

 

Mi piacerebbe sentire come ribatterebbe un esponente delle "parti opposte" a quelle del Gen. Fraticelli, naturalmente al di fuori di ogni inutile polemica.

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  • 2 weeks later...

Proseguo la discussione su questo Thread e non su quello aperto più di recente, non per mancanza di rispetto ma perchè contiene tutti gli elementi per una riflessione.

 

Credo che dal punto di vista tecnico, il contenuto delle dichiarazioni sia ineccepibile.

 

Come sono ineccepibli le considerazioni fatte da Beta: ormai siamo alla gestione manageriale delle Forze Armate e bisogna tenere in considerazione i "ricavi" (politici e contrattuali) che si possono ottenere con il loro impiego.

 

A costo di apparire provinciale, mi pongo però un quesito: che senso ha sviluppare le 11 brigate dell'Esercito da impiegare all'estero, se poi la Repubblica Italiana (al servizio della quale esse sono) non è in condizione di proteggere i propri confini nazionali via mare? Il giorno in cui dovessimo avere la necessità di controllare seriamente le nostre coste cosa faremo, metteremo un salvagente alle 11 brigate e le disporremo in acqua? Oppure "fermeremo sul bagnasciuga" le eventuali minacce terroristiche in arrivo via mare? (Sono stato provinciale, lo so)

 

Credo che in ogni caso, per un giudizio più serio, sia indispensabile conoscere anche i pareri dei vertici delle altre due forze armate e le previsioni strategiche Nato sui futuri teatri di operazione.

 

QM

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Aggiungo un particolare che potrebbe aiutarci a comprendere il motivo per cui la MMI ha ottenuto nuove navi, nonostante l'inevitabile "peso" sul bilancio della Difesa.

 

L'Italia, nella persona del Capo di Stato Maggiore della Marina Amm. Biraghi, si è fatta promotrice nel 2004 di un sistema di monitoraggio del traffico navale (mercantile) del Mediterraneo, simile a quello in vigore per il traffico aereo (LINK).

 

Esserne i promotori comporta sicuramente la necessità di tracciare una rotta che altri 27 paesi dovranno seguire. Se i nostri uomini sono in grado di farlo, i nostri mezzi (alcuni un po' vecchiotti) necessitano di un po' di "supporto".

 

In questa chiave di lettura non vedo assolutamente scandalosa la richiesta di nuove navi.

 

Come già detto sopra ritengo vacuo e improduttivo che un CSM si perda in simili polemiche (abboccando al tranello teso da qualche giornalista scaltro e in vena di sensazionalismi). Il primo e più concreto risparmio in termini di soldi e mezzi è la piena cooperazione tra le tre Forze Armate e le polemiche a mezzo stampa vanno in tutt'altra direzione...

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Secondo me il problema è tutto nel sistema economico di questo paese, abbiamo una economia ferma da diversi anni e che sta rasentando lo 0. Non siamo in grado di garantire l'opportuna copertura economica che le tre armi richiedono (secondo me giustamente). Solo per fare un esempio, nel 2005 abbiamo tolto dalla linea operativa gli F104, che risalgono agli anni 60, sostituiti con i più moderni F16 presi in affitto dagli USA., questo perchè ancora non sono stati consegnati gli Eurofigter (con la commessa diminuita nel quantitativo dato il risicato badget). Ho fatto questo esempio solo per ribadire che in tutte le cose ci si muove all'italiana.

 

ciao

 

Max

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Secondo me il problema è tutto nel sistema economico di questo paese, abbiamo una economia ferma da diversi anni e che sta rasentando lo 0. Non siamo in grado di garantire l'opportuna copertura economica che le tre armi richiedono (secondo me giustamente). Solo per fare un esempio, nel 2005 abbiamo tolto dalla linea operativa gli F104, che risalgono agli anni  60, sostituiti con i più moderni F16 presi in affitto dagli USA., questo perchè ancora non sono stati consegnati gli Eurofigter (con la commessa diminuita nel quantitativo dato il risicato badget). Ho fatto questo esempio solo per ribadire che in tutte le cose ci si muove all'italiana.

 

ciao

 

Max

Chiedendo scusa per aver aperto un doppione senza avere prima fatto la necessaria ricerca dell'argomento, non posso far altro che essere d'accordo con quasi tutto quello che e' stato detto piu' su. Il bilancio della Difesa(causa l'economia in grave crisi) e' ridotto ai minimi termini (ed era scarso anche prima della crisi, ma allora per motivi politici). Ma avere rilasciato una simile intervista,lo ribadisco, fa venire in mente la storia dei polli di Renzo, che si beccavano tra di loro nonostante fossero destinati alla...cottura.

Saluti a tutti.

Modificato da Mizar X
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per quanto il mio punto di vista sia assolutamente insignificante, non sono d'accordo con le affermazioni del generale Giulio Fraticelli.

Il discorso del generale secondo me si può tranquillamente invertire....che senso ha investire in un esercito composto da 100.000 unità quando probabilmente non ne impiegheremmo neppure 10000 in missioni di pace?

La mentalità militare continua a premere verso la quantità piuttosto che la qualità ma

se ci trovassimo in situazioni delicate non avremmo alcuna possibilità di far fronte a nessun tipo di minaccia, che questa venga dal mare o via terra.

E' vero , le fregate possono costare quanto una brigata per 3 anni, ma sarebbe un investimento destinato a durare parecchi anni (pur con i costi di gestione che immagino non siano pochi) e verrebbero usate in modo attivo per pattugliamenti, missioni ecc.

Lo stesso si può dire per una brigata?

Il generale si lamenta del calo degli effettivi da 260 mila a 112 mila, ma dimentica che questo numero comprendeva anche tutti i soldati di leva obbligati per legge al servizio militare e che ora non esistono più; francamente non penso che il nostro esercito abbia subito una menomazione con questi tagli visto che tutti sappiamo quali "importantissime mansioni" svolge un militare di leva.

Io non so se la decisione di acquistare nuove navi alla lunga sarà un vantaggio oppure no, ma occorre forse decidere prima in che direzione intendiamo muoverci per il futuro.

L'italia è al 90% circondata dal mare e il restante 10 % confina con paesi che allo stato attuale non hanno nessuna possibilità di diventare ostili.

L'esercito viene utilizzato prevalentemente in missioni di pace, ed in questo sta facendo un ottimo lavoro, ma è sottoutilizzato a mio avviso.

Una marina più efficace forse potrebbe essere utilizzata in modo migliore, ma magari mi sbaglio

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A costo di apparire provinciale, mi pongo però un quesito: che senso ha sviluppare le 11 brigate dell'Esercito da impiegare all'estero, se poi la Repubblica Italiana (al servizio della quale esse sono) non è in condizione di proteggere i propri confini nazionali via mare? Il giorno in cui dovessimo avere la necessità di controllare seriamente le nostre coste cosa faremo, metteremo un salvagente alle 11 brigate e le disporremo in acqua? Oppure "fermeremo sul bagnasciuga" le eventuali minacce terroristiche in arrivo via mare?  (Sono stato provinciale, lo so)

 

Sarò provinciale anche io, ma come le inviamo all'estero le 11 brigate??? Gli mettiamo il solito salvagente e gli diciamo di nuotare veloci???? :s04:

 

G.

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Concordo con te C.te Boomer, anche se non dobbiamo dimenticare, che facciamo tutti parte della NATO, che ha le sue esigenze, e penso provveda a dare le linee di massima di sviluppo, per le singole Nazioni componenti.

Magari sbaglio ma mi rimane il sospetto che nell'intervista, molte frasi dette siano state travisate, o mal interpretate.

Ciao

Luciano

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Una marina più efficace forse potrebbe essere utilizzata in modo migliore, ma magari mi sbaglio

 

Credo che uno dei compiti cui è sempre più chiamata la nostra mairina è il presidio delle nostre acque territoriali ed il pattugliamento di quelle internazionali con scopi di interdizione ai traffici illegali, sia di persone che di materiali.

 

Tale considerazione potrebbe influire sul tipo di costruzioni navali da mettere in cantiere e quindi in bilancio nei prossimi anni.

Purtroppo secondo questa chiave di lettura la componente sommergibilistica ricoprirebbe un ruolo secondario nel piano delle nuove costruzioni, che credo sarebbero orientate verso naviglio sottile avente la possibilità di fungere da piattaforma di volo per elicotteri.

Credo inoltre che questo tipo di navi richiedano minori costi di esercizio e di manutenzione rispetto ad un sommergibile. Penso ad esempio a quanto possa costare un "pieno" di Idrogeno per un Todaro, tenendo conto di quanto poco diffusa sia la produzione di idrogeno nel nostro paese.

 

Sarebbe interessante capire quale sarà il profilo operativo previsto per la nostra marina negli anni a venire, e mi piacerebbe capire se esiste una visone unitaria a livello di Stato Maggiore oppure se esistono diverse filosofie e diversi scenari in contrapposizione tra loro.

 

Mi piacerebbe poi riuscire a comprendere il ruolo di un sottomarino in una flotta impontata fortemente al controllo delle proprie acque inteso come interdizione al traffico clandestino. Non vorrei che alla luce di questa filosofia di impiego la componente sommergibilistica della Marina debba patire ulteriori tagli di unità.

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Concordo con le vostre analisi della situazione, e vorrei ricordare ai detrattori della Marina, intendo quelli che auspicano una riduzione, degli

stanziamenti, verso la Marina Militare, che nel nostro paese i confini sono prevalentamente composti da Coste. Per impedire l'ingresso in Italia via Terra, bastano poche divisioni, per presidiare i Passi di montagna.

Invece è quasi impossibile fermare un invasione via mare, basta vedere i Km di costa che abbiamo. Senza una Marina Militare adeguata, ci ritroveremmo alla mercè di chiunque.

Tenendo presente che dal mio punto di vista, l'attuale flotta della Marina, anche se di altissimo livello tecnologico, è comunque insufficente.

Ciao

Luciano

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senza contare che per pattugliare così tanti chilometri di costa è irrilevante il livello tecnologico dell'unita impegnata nel pattugliamento.

Servirebbero molte più unità coadiuvate da sistemi di rilevamente aereo tipo awacs o simile.

Le navi da sole non possono pattugliare l'intero perimetro.

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Io ho i miei dubbi che un generale così abbia preso i gradi per meriti.

 

Quando dice che 100 aerei erano necessari per fronteggiare il patto di Varsavia forse dimentica che oggi per portare i nostri militari in afganistan in missione di pace abbiamo dovuto affittare degli aerei russi perchè i nostri aerei da trasporto non bastavano (da piangere..sigh! ).

E se, anzichè una missione umanitaria i nostri uomini dovessero essere trasportati per difendere il territorio italiano che facciamo chiediamo in giro chi ci presta un aereo???

 

Lasciamo stare poi la Marina che ha così poche unità che è sotto i minimi standard per la necessaria protezione del territorio costiero.

 

Il generale dimentica che le forze armate hanno il compito principale di difendere la nazione da qualsiasi evento avverso con i migliori mezzi ed i migliori uomini e quindi deve prepararsi proprio per questo mentre le operazioni di pace, che sanno ben fare i nostri uomini, sono compiti secondari anche se di alto valore morale e purtroppo sono compiti che ci vengono affibbiati da un alleato che va sparacchiando qua e la senza tanto senso e noi purtroppo seguiamo l'alleato come una pecora segue il gregge spendendo ingenti somme e molte vite umane in queste missioni di pace che di pace non sono.

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Io ho i miei dubbi che un generale così abbia preso i gradi per meriti.

 

Quando dice che 100 aerei erano necessari per fronteggiare il patto di Varsavia forse dimentica che oggi  per portare i nostri militari in afganistan in missione di pace abbiamo dovuto affittare degli aerei russi perchè i nostri aerei da trasporto non bastavano (da piangere..sigh! ).

E se, anzichè una missione umanitaria i nostri uomini dovessero essere trasportati per difendere il territorio italiano che facciamo chiediamo in giro chi ci presta un aereo???

 

Lasciamo stare poi la  Marina che ha così poche unità che è sotto i minimi standard per la necessaria  protezione del territorio costiero.

 

Il generale dimentica che le forze armate hanno il compito principale di difendere la nazione da qualsiasi evento avverso con i migliori mezzi ed i migliori uomini e quindi deve prepararsi proprio per questo  mentre le operazioni di pace, che sanno ben fare i nostri uomini, sono compiti secondari anche se di alto valore morale e purtroppo sono compiti che ci vengono affibbiati da un alleato che va sparacchiando qua e la senza tanto senso e noi purtroppo seguiamo l'alleato  come una pecora segue il gregge spendendo ingenti somme e molte vite umane in queste missioni di pace che di pace non sono.

 

A meno che il Generale Fraticelli non pensi davvero di mandare la sua Brigata a "marce forzate" per tre-quattromila chilometri, sul tipo dei mercenari greci dell'Anabasi. A parte gli scherzi sono d'accordo con gli ultimi sette-otto interventi( mi scuso se non cito i nomi) aggiungendo questo. Spesso leggo su Rivista Marittima che siamo una Marina di media grandezza ben equilibrata: ancora si, lo siamo, ma la tendenza e' verso una piccola Marina insufficiente non solo per adempiere gli obblighi Nato, ma ancora di piu' per la mera difesa delle sue coste.

Saluti a tutti.

Modificato da Mizar X
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A meno che il Generale Fraticelli non pensi davvero di mandare la sua Brigata a "marce forzate" per tre-quattromila chilometri, sul tipo dei mercenari greci dell'Anabasi. A parte gli scherzi sono d'accordo con gli ultimi sette-otto interventi( mi scuso se non cito i nomi) aggiungendo questo.  Spesso leggo su Rivista Marittima che siamo una Marina di media grandezza ben equilibrata: ancora si, lo siamo, ma la tendenza e' verso una piccola Marina insufficiente non solo per adempiere gli obblighi Nato, ma ancora di piu' per la mera difesa delle sue coste.

Saluti a tutti.

 

ci sono troppe coste da pattugliare, servirebbero troppi mezzi navali per avere un pattugliamento efficace.

In realtà non sono molto sicuro di quanto siano utili le nuove modernissime fregate ordinate, forse sarebbero più utili delle imbarcazioni più piccole e veloci, in gran numero, piuttosto che un numero molto limitato di navi di grande impatto

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Meditando con le parole del generale in una mano e i dati di fatto dall'altra mi è venuto il forte dubbio che sia stata una provocazione...

 

Tutte le FF.AA soffrono problemi di alloggi ma, per fare un paragone di massima vediamo qlc dato:

 

per il personale MM la disponibilità di alloggi è 1 a 11 (1 appartamento ogni 11 persone)

 

per l'Esercito è 1 a 5, per l'Aereonautica 1 a 7.

 

I conti non comprendono le necessità che prossimamente deriveranno dal dover dare case anche a sottocapi in SPE (che non sono pochi). Ovviamento non si può pretendere che il personale ammogliato viva a Bordo della propria Unità, come non lo si può pretendere per lo scapolo anche se per motivi differenti.

 

La mobilità del personale MM si può valutare in un trasferimento ogni 3 anni altrenati in una base di preferenza e in una base lontana (es. per un "nordico":La Spezia, Augusta, Genova, Taranto, La Maddalena, La Spezia) mentre la divisione in 3 parti dell'Italia consente alle altre 2 FF.AA. di rimanere in prossimità di una data Regione.

 

 

 

La vetustà degli alloggi è cosa comune in tutte le forze armate.

 

Allora, visto che non credo che un generale possa essere tanto ingenuo, perchè una tale dichiarazione?

evidentemente ci sono un certo numero di problemi, anche a livello politico, sulla gestione degli alloggi....

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Aggiungo qualche considerazione anch'io. Il Gen.le Fraticelli si è chiesto che risorse aveva l'Italia per partecipare alla prima fase di Enduring Freedom nell'immediatezza dell' 11 settembre? La risposta è una sola: Il "braccio lungo" della Marina (infatti è partito il Garibaldi con il suo gruppo di scorta); non avremmo semplicemente avuto altro in quel momento, da inviare. E' stato inutile? Non abbiamo avuto ritorni "politici"?Anche ammesso di rispondere posistivamente a queste domande questo è tutt'altro discorso, spetta ai politici capitalizzare il lavoro dei militari; dal punto di vista strettamente tecnico si può solo dire che lo strumento,grazie a scelte lungimiranti compiute più di vent'anni fa! esisteva, era impiegabile ed ha risposto ottimamente.

Inoltre; non vorrei che l'attuale, MOMENTANEA, assenza di minacce tipo Patto di Varsavia portasse alla superficiale ed imprudente conclusione che ci servano solo barchette per pattugliare le coste; gli strumenti navali richiedono anni per il concepimento e la realizzazione e la situazione strategica cambia, non è detto in meglio...

Mi sento però di condividere una cosiderazione fatta dal Generale e che secondo me è un equivoco di fondo che va risolto; a che servirà nell'immediato futuro disporre di gruppi navali incentrati su portaerei se poi la volontà politica per impiegarli per quello a cui realmente servono e per il quale sono giustificati gli elevati costi di gestione ed acquisizione è tutt'altro che scontata? a che servirà disporre di sofisticatissimi aerei come i Typhoon o i Tornado se poi per giustificare la retorica delle "operazioni di pace" non li inviamo in teatro (dove i Comandanti sarebbero lietissimi di averli...)? Questo secondo me è un argomento che meriterebbe una riflessione.

Per il resto mi sembra la solita guerra tra poveri...

 

GFGPriaroggia

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Di sicuro l'AM non può rinunciare agli Eurofighter per garantire la difesa aerea e allo stesso tempo mandare gli F104 Star fighter 'bare-volanti' a riposo.

 

Allo stesso tempo la MM ITALIANA non può rinunciare al controllo sui mari. E l'Italia si estende per tutto il suo confine sul mare..

 

Anche la componente dell'EI non può rinunciare ai suoi ammodernamenti, e vi assicuro da esperienza personale che molto materiale o molti armenti sono davvero scadenti e antiquati..

 

Il prob. è che Aerei e Navi costano.. con i soldi che spendo per 1 eurofighter ( 60 milioni di euro cad. ) mi ci compro 1 o 2 plotoni di Centauro. ( 2,5/3,5 milioni di euro cad. ). Insomma con 3 Eurofighter mi ci faccio un rgt e lo mantengo per un bel pezzo :s04:

 

dal punto di vista quantitativo in effetti siamo messi male... facendo conto che Francia conta 259 mila uomini, Germania 284 mila , UK 515 mila etc.. etc.. , sicuramente non figuriamo tra i primi 30 paesi in quanto a numero di uomini.. Senza contare che non possediamo delle riserve!!

 

Ora se non si capisce male , hanno proposto un'altra riduzione di personale ?!?!

 

Di contro...: Il Gen. parla di un ritorno investendo in patria. Mah dal mio punto di vista non è un gran cosa. Vedi cosa è uscito fuori con l'Ariete e i tempi di consegna/sviluppo. Meglio un'altra cooperazione con la germania ( Leopard 2A6)..

 

Credo che tutto il prob. sia molto legato al budget ristretto che lo stato concede alle FF.AA. .

Modificato da kaos^rbs
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Il prob. è che Aerei e Navi costano.. con i soldi che spendo per 1 eurofighter ( 60 milioni di euro cad. ) mi ci compro 1 o 2 plotoni di Centauro. ( 2,5/3,5 milioni di euro cad. ). Insomma con 3 Eurofighter mi ci faccio un rgt e lo mantengo per un bel pezzo smiley03.gif

 

questo è vero, ma dopo che ci siamo fatti un rgt che ce ne facciamo?

Certo, potremmo farci la stessa domanda anche riguardo a 3 eurofighter :s11:

Comunque il punto è un altro: devono decidere che impronta dare alle forze armate.

Come uomini, è vero , sono pochi rispetto ad altri paesi, ma anche se avessimo 1 milioni di militari, non sapremmo che farcene.

Non abbiamo bisogno di un grosso esercito, a nord confiniamo con stati alleati che difficilmente costituiranno una minaccia per noi, inoltre i confini sono protetti da montagne e passi facilmente controllabili.

Quello che non possiamo controllare sono le coste, e questo anche se avessimo una marina tre volte più numerosa.

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questo è vero, ma dopo che ci siamo fatti un rgt che ce ne facciamo?

Certo, potremmo farci la stessa domanda anche riguardo a 3 eurofighter :s11:

Peacekeeping ?

 

Comunque il punto è un altro: devono decidere che impronta dare alle forze armate.

Come uomini, è vero , sono pochi rispetto ad altri paesi, ma anche se avessimo 1 milioni di militari, non sapremmo che farcene.

 

Giusto. Serve un numero adeguato e militari professionisti.

 

Non abbiamo bisogno di un grosso esercito, a nord confiniamo con stati alleati che difficilmente costituiranno una minaccia per noi, inoltre i confini sono protetti da montagne e passi facilmente controllabili.

Quello che non possiamo controllare sono le coste, e questo anche se avessimo una marina tre volte più numerosa.

 

Bah... 2 osservazioni

 

1) Confini protetti da montagne... beh.. Annibale è passato con gli elefanti :s04: la seconda guerra mondiale si è svolta anche se staticamente per un bel pezzo sulle montagne.. Non so fino a che punto sono una garanzia le montagne.. Molte brigate corazzate ( + alpini + bersaglieri ) si trovano su quei versanti, contro il blocco comunista ( guerra fredda.. )

 

2) Posso anche sbagliarmi qui.... però mi domando... se la marina non necessiti di biccoli e veloci battelli da intercettazione anzicchè grossi mezzi . Vedi interdizione di Clandestini e Trafficanti vari.. .

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  • 5 years later...
A meno che il Generale Fraticelli non pensi davvero di mandare la sua Brigata a "marce forzate" per tre-quattromila chilometri, sul tipo dei mercenari greci dell'Anabasi. A parte gli scherzi sono d'accordo con gli ultimi sette-otto interventi( mi scuso se non cito i nomi) aggiungendo questo. Spesso leggo su Rivista Marittima che siamo una Marina di media grandezza ben equilibrata: ancora si, lo siamo, ma la tendenza e' verso una piccola Marina insufficiente non solo per adempiere gli obblighi Nato, ma ancora di piu' per la mera difesa delle sue coste.

Saluti a tutti.

Ho letto, in merito, "L'armata perduta" di Valerio Massimo Manfredi: bello, lo consiglio sicuramente. Scusate l'OT ma la citazione mi aveva colpito!

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