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I 36 Stratagemmi L'arte Segreta Dela Strategia Cinese...


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Titolo: I 36 stratagemmi l’arte segreta della strategia cinese per trionfare in ogni campo della vita quotidiana

Autore: Gianluca Maggi (a cura), presentazione di Franco Battiato

Casa editrice: Edizioni il Punto d’Incontro

Anno di edizione: 2004 (II edizione riveduta e corretta)

Pagine: 288

Dimensioni: 17 X 12 (°)

Prezzo: € 9,90

Reperibilità: comune

Sinossi: affermare la centralità del pensiero militare di Karl von Clausewitz come paradigma della guerra moderna è affermare un’ovvietà. Uomini politici, filosofi, rivoluzionari, militari hanno nei decenni ribadito l’eccellenza del pensiero del generale prussiano tanto da far dire ad André Glucksmann: “il rapporto guerra-politica è identico in Clausewitz e in Mao; la guerra non può essere superata ‘un solo momento’ dalla politica”. Affermazione che, seppur corretta, ignora che le scaturigini del pensiero militare maoista risiede una teoria antichissima e ben articolata, che afferma la guerra innanzi tutto come evento metafisico.

Ora se per quasi due secoli si è potuto ignorare il pensiero militare orientale farlo dopo l’undici settembre non è solo impossibile, ma addirittura esiziale.

È quindi avvenuta una generale messa in valore degli antichi testi orientali sull’arte della guerra, a partire da quelli sinici. Per parte nostra vogliamo aprire questo discorso ragionando intorno “i 36 stratagemmi”, ovvero la base portante del pensiero militare del Celeste Impero. Origine e data della compilazione sono sconosciuti, ugualmente ignoti i compilatori, laddove appare estremamente probabile che essi non siano opera individuale, ma piuttosto l’elaborazione di concezioni filosofiche avvenuta in un lunghissimo arco temporale e la cui forma attuale si può far risalire al periodo Ming (1368 – 1644). Persino il Go può aver influito sulla loro stesura; su tale gioco, da considerarsi in assoluto il più antico gioco da tavolo del mondo, avremo modo di tornare nei riguardi di una battaglia combattuta nel sud-est asiatico e clamorosamente vinta da esercito indigeno a danno di quello occidentale: Dien Bien Phu.

Il testo circolò in ambiti assai ristretti di strateghi sino al 1941 quando una copia (versione a stampa databile fine 1600 composta da 28 pagine di piccolo formato venne scoperta in un mercatino di libri usati di Binzhou, città della provincia dello Shanxi. Si tratta dell’unico esemplare originale noto.

Nel 1962 un’edizione ciclostilata venne redatta per uso interno dell’Esercito Popolare Cinese e solo nel 1979, tre anni dopo la morte di Mao che ne aveva vietata la pubblicazione, ebbe un’edizione pubblica che divenne base delle attuali traduzioni avvenute in tutto il mondo.

Il testo originale dei 36 stratagemmi è coinciso. Ciascuna massima consta di quattro, talvolta tre ideogrammi per un totale di 138. Ciascun stratagemma è una formula ermetica, evocativa, alludente, metaforica, il cui significato varia a seconda della capacità di comprensione del lettore. La formula dello stratagemma è corredata da un commento, anch’esso breve e ermetico, che rimanda agli esagrammi che compongono il Libro dei Mutamenti.

Enumeriamoli di seguito:

 

Stratagemmi delle battaglie vincenti

I Attraversare il mare per ingannare il cielo

II Assediare Wei per salvare Zhao

III Uccidere con una spada presa a prestito

IV Attendere riposati l’avversario affaticato

V Approfittare dell’incendio per darsi al saccheggio

VI Clamore a Oriente, attacco a Occidente

 

Stratagemmi delle battaglie di contrattacco

VII Creare qualcosa dal nulla

VIII Avanzare di nascosto verso Chenchang

IX Osservare l’incendio sulla riva opposta

X Celare un pugnale dietro un sorriso

XI Far appassire il prugno al posto del pesco

XII Portar via la pecora che capita sotto mano

 

Stratagemmi delle battaglie d’attacco

XIII Battere l’erba per spaventare i serpenti

XIV Prendere a prestito un cadavere per rifondervi lo spirito

XV Snidare la tigre dalla montagna

XVI Allentare la presa per serrarla

XVII Lanciare un mattone per ottenere una giada

XVIII Catturare i banditi agguantandone il leader

 

Stratagemmi delle battaglie per confondere

XIX Togliere la legna da sotto il pentolone

XX Intorbidare l’acqua per catturare i pesci

XXI La cicala dorata abbandona il guscio

XXII Chiudere le porte per catturare il ladro

XXIII Allearsi ai lontani per attaccare i vicini

XXIV Fingersi di passaggio per occupare Guo

 

Stratagemmi delle battaglie d’avanzamento

XXV Rubare la trave, sostituire la colonna

XXVI Additare il gelso per maledire la sofora

XXVII Fingersi stolti ma non pazzi

XXVIII Far salire sul tetto e portar via la scala

XXIX Far spuntare i fiori sull’albero

XXX Mutarsi da ospite in padrone di casa

 

Stratagemmi delle battaglie perse

XXXI Stratagemma della bellezza femminile

XXXII Stratagemma della città vuota

XXXII Stratagemma della spia che torna sui suoi passi

XXXIV Stratagemma dell’autolesionismo

XXXV Concatenamento degli stratagemmi

XXXVI La fuga è la strategia migliore

 

Che siano espressione di una filosofia altra è evidente; se appena si arriva a comprendere lo stratagemma: “Catturare i banditi agguantandone il leader”, buio completo quando si afferma: “Additare il gelso per maledire la sofora”. Se non aperta riprovazione quando l’ultimo stratagemma enuncia: “La fuga è la strategia migliore”, addirittura definito “lo stratagemma migliore”. Nel pensiero cinese c'è una totale interconnessione tra le forze che modellano la filosofia, la spi¬ritualità, l'arte del combattimento, l'arte del van¬taggio nella politica e nell'economia. Così i principi che muovono il comandante in battaglia sono gli stessi che guidano l'uomo d'affari nel mondo del business, il politico nell'esercizio del potere, l'uomo comune nella vita sociale. Le intuizioni filosofiche, psicologiche e strate¬giche della tradizione del Taoismo sono l'impalca¬tura del successo dei 36 stratagemmi. Vari assunti denunciano nell'opera l'influsso di questa corrente del pensiero cinese. Lo stratega ideale è colui che non combatte e che, se costretto a farlo dalle circostanze, terrà un comportamento simile a quello dell'acqua, che ottiene la vittoria senza lottare.

Per condensare la divaricazione per l’oriente la guerra è un’arte per l’occidente tempeste d’acciaio, ho detto tutto.

Modificato da dieblaureiter
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Per condensare la divaricazione per l’oriente la guerra è un’arte per l’occidente tempeste d’acciaio, ho detto tutto.

Forse non bisognerebbe confondere gli slogan a stelle e strisce (di opportunità massmediologica) con l'arte militare occidentale, che è ugualmente vecchia di millenni.

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Interessante..

Non è la prima volta che un testo del genere viene impiegato nell'addestramento manageriale, ricordo che in un corso che ho seguito era consigliata la lettura di Sun Tzu Bing Fa (che avevo comunque già letto..)

Immagino che questo libro si rifaccia all' "Arte dell guerra", corretto?

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Forse non bisognerebbe confondere gli slogan a stelle e strisce (di opportunità massmediologica) con l'arte militare occidentale, che è ugualmente vecchia di millenni.

 

Ho ripreso il termine "tempeste d'acciaio" dal celebre libro di memorie di Ernest Junger per me ben espressivo della realtà della guerra moderna, erompere incontrollabile di forze distruttive.

 

Interessante..

Non è la prima volta che un testo del genere viene impiegato nell'addestramento manageriale, ricordo che in un corso che ho seguito era consigliata la lettura di Sun Tzu Bing Fa (che avevo comunque già letto..)

Immagino che questo libro si rifaccia all' "Arte dell guerra", corretto?

 

Infatti l'edizione del testo curata presso le Edizioni Mediterranee ricollega direttamente le "36 strategie" con sistemi commerciali e di vendita. Posseggo entrambe le edizioni ma ho preferito recensire questa, più attenta alle origini culturali degli stratagemmi.

Credo che tra i due testi, e gli altri della tradizione militare cinese, esista un rapporto di simbiosi. Nel corso dei secoli debbono aver subito un costante processo di elaborazione.

Ritornerò prossimamente su questi argomenti.

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