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Domanda Sui Siluri Filoguidati


gilbyit

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Ciao

 

Sopratutto sui battelli odierni sento sempre parlare di siluri "filoguidati".

Se non ho capito male si tratta di siluri che restano "in contatto" con il SMG che li ha lanciati in modo che il SMG riceva i loro dati sui bersagli inquadrati e li possa indirizzare sul bersaglio o sulla direzione da prendere.

 

Ora la mai domanda da profano in materia è sul "come" avviene tale collegamento.

Il termine Filoguidato mi fa pensare ad un cavo fisico che leghi il siluro al smg e nel quale transitino le comunicazioni.

Funziona davverò così?

Mi sembra strano un lancio del genere, il cavo potrebbe spezzarsi o essere troppo corto o altro. :s12:

 

Qualcuno può illuminarmi su come funziona quest'arma?

 

Grazie

Gil

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Invece è proprio così, il siluro rimane in contatto con il sommergibile lanciante mediante un cavo molto sottile. In determinate condizioni il cavo potrebbe spezzarsi ma ovviamente viene progettato opportunamente .

 

Nei siluri moderni il dialogo avviene nelle due direzioni, è quindi possibile guidare il siluro sul bersaglio rilevato coi sistemi di bordo (periscopio, idrofono, sonar, radar....) con la centrale di lancio oppure impiegare il suo sensore e guidarlo sul bersaglio.

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Invece è proprio così, il siluro rimane in contatto con il sommergibile lanciante mediante un cavo molto sottile. In determinate condizioni il cavo potrebbe spezzarsi ma ovviamente viene progettato opportunamente .

 

 

Ho capito, ma quindi quanto è lungo questo "filo"?

Immagino che nel tubo lanciasiluri vi sia un rocchetto che si svolge a mano a mano che il siluro avanza.

Dopo lo sgancio servirà del tempo per recuperare il cavo svoltosi o si preferisce tagliarlo e via?

 

Ciao e grazie

Un curioso Gil :s01:

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la soluzione che ha trovato maggiore sviluppo mette il rocchetto all'interno del siluro oppure un misto, la cesoia che taglia il rocchetto è a bordo senno si perderebbe troppo tempo per il recupero...

 

quanto è lungo il filo? nessuna ditta o Marina ti darà questo dato, sicuramente sarà di una lunghezza pari all'autonomia del siluro... :s02:

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una curiosità che mi ha fatto venire in mente canarb quando ha detto "interferenze esterne"...esistono veramente sistemi a bordo di un sommergibile che permettono di inviare al siluro nemico dei "PING" leggermente distorti per disorientarlo sulla vera posizione del bersaglio?

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Piccolo inciso storico, chi sà qualcosa dell'ingegnere Crocco e dei suoi esperimenti sulla filoguidaguida dei siluri?

Spero che a nessuno venga un attacco di mal di fegato, ma si tratto della solita storia italiana ...sigh...

Inizio anni 30, l'ing. Crocco, uno dei nostri primi ing. elettrotecnici e uno dei geni della nascente industria aeronautica immaginò di applicare, ad un siluro aviolanciabile, una boa contenente un radioricevitore e una bobina di filo conduttore. Era nato (concettualmente) il primo siluro filoguidato. Gli esperimenti si protrassero fino al 1943 e all'inizio di tale anno i risultati ottenuti erano questi:

I problemi della radioguida del siluro da velivolo erano stati completamente risolti, tramite il lancio del complesso con paracadute. Al momento dell'ingresso in acqua il siluro si sganciava dalla boa contenente il ricevitore e da un apposito serbatoio iniziava ad uscire un liquido fluorescente, che avrebbe fatto da marcatore e indicatore del movimento del siluro. L'ndividuazione della scia fluorescente lasciata dal siluro avrebbe permesso all'operatore imbarcato sul velivolo lanciatore le opportune correzioni di rotta al fine di centrare la nave nemica. Un lancio di prova effettuato nel 1943 contro la nave bersaglio radiocomandata S. Marco (gemella dell'i.c. S. Giorgio affondata a Tobruk nel 1940) diede risultati sensazionali. Il siluro, settato per una profondità maggiore al pescaggio del bersaglio, fu fatto passare per ben tre volte sotto la nave. Ciò voleva dire che anche in caso di errore il sistema era in grado di riguidare l'arma di nuovo contro il bersaglio. Il grosso vantaggio del sisteme era che, oltre al fatto di poter correggere la rotta del siluro per dare la garanzia 1 colpo = 1 CENTRO, IL LANCIO E LA GUIDA VENIVANO FATTI DA 3000 METRI, AL DI FUORI DELLA PORTATA DELLA MAGGIOR PARTE DELLE ARMI CONTRAEREE INBARCATE. Purtroppo il crollo industriale dell'Italia e la perdita della parità aerea con gli alleati resero impossibile l'utilizzo di quest'arma in guerra. Alla fine della guerra parte dei documenti e dei prototipi furono catturati dagli yugoslavi (la Whitehead, fabbrica produttrice del siluro filoguidato era situata a Fiume) e inviati a Mosca, dove furono utilizzati come base di partenza per lo sviluppo dei primi siluri filoguidati russi........

La restante perte dei documenti pare sia finita negli USA o venne distrutta, ma altro non si sà anche a causa delle incertezze e dei casini del primo dopoguerra.....

 

Ultimo inciso, ne venne sviluppata una variante per sommergibili. Non potendo utilizzare la vernice fluorescente , visibile bene solo dall'alto e non da un periscopio, la guida avveniva tramite un primitivo "plotter" situato in camera di manovra, che riportatava (ma non sò come), il percorso del siluro. le correzioni di rotto dovevano avvenire tramite un traguardo ottico aplicato al periscopio, che riportava sullo stesso plotter una linea indicante la linea di mira del periscopio stesso. Correggendo la rotta del siluro in maniera tale che il percorso del siluro indicato sul plotter coincidesse con la linea di mira riportata dal periscopio si otteneva di indirizzare l'arma sul bersaglio. questa modalità di guida aveva lo svantaggio di costringere il sottomarino a puntare il periscopio sul bersaglio per tutto il tempo di corsa del siluro, ma con la garanzia di un centro sicuro. Tuttavia, poichè Crocco era un ing. aeronautico e gli studi erano stati finanziati dall'aeronautica venne privilegiato lo sviluppo del siluro aviolanciabile (che però dava anche migliori garanzie di un rapido sviluppo, e in guerra anche questo conta). Dopo i primissimi esperimenti (e dopo che venne risolto il problema della resistenza meccanica del filo di guida, problema tecnico fondamentale per il funzionamento dell'arma) anche la marina si interesso del sistema di filoguida e venne progettato il sistema che ho sopra descritto. Tuttavia non mi risulta tale sistema sia stato imbarcato (neanche a livello di prototipo) prima dell'8 settembre 1943, mentre il siluro aviolanciabile era ormai testato, collaudato e pronto per essere prodotto in serie.

 

Ciao a tutti

 

Ursus Atlanticus

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In effetti la storia di questi esperimenti è narrata nel libro del Generale Carlo Unia "Storia degli aerosiluranti italiani" , uno dei creatori della specialità e comandante del 1° nucleo aerosiluranti di Gorizia, il primo reparto aerosilurante italiano. Oltre alle varie azioni dei piloti (descritte in maniera molto dettagliata) sono indicati e illustrati tutti i mezzi i prototipi e gli studi relativi all'impiego degli aerosiluranti, compreso il siluro filoguidato "Crocco".

Non sò se è possibile trovarlo in libreria, io l'ho comprato 23 anni fa in un mercatino delle pulci (c'è gente che non sa cosa butta via.....)

 

Ciao a tutti

 

Ursus Atlanticus

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  • 2 weeks later...

Ecco un immagine del sistema di filoguida dei siluri A184 del Dandolo (Classe Toti), fotografati dal nostro Ryan durante il raduno "Enrico Dandolo" a venezia.

 

Puoi vedere chiaramente il rocchetto in color verde. Questo veniva alloggiato all'interno del tubo lanciasiluri assieme al siluro stesso, ed in seguito veniva chiuso il cappello ed allagato il tubo.

 

DSC_0175.JPG

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Grazie Ursus!!!!

:s15: :s15: :s15:

Un altra perla da aggiungere al lunghissimo elenco delle invenzioni

Italiane, dopo le spolette ritardate per i siluri degli aereosiluranti

anche i siluri filoguidati.

La cosa che mi lascia spesso sgomento è il fatto che sempre nel passato

la classe politico/dirigente non ha tenuto in alcum conto la genialità

dei nostri scienziati.

Invece Gli Inglesi ed Americani, più lungimiranti, se li sono sempre

accaparrati.

 

Ciao

Luciano

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Per Luciano46

 

Quando si parla di molte nostre invenzioni (Radar, periteri, o anche il siluro radioguidato) bisogna tener conto di un fattore fondamentale: lo sviluppo industriale e tecnologico MEDIO dell'Italia negli anni trenta. Infatti non basta che qualche geniale ingegnere o ufficiale abbia una folgorante idea, bisogna anche tradurla in pratica, e quando in tutto il paese esistono 30-40 ingegneri elettrotecnici e una diecina di fabbriche che possono produrre impianti elettrotecnici, e già sono oberate di lavoro per produrre le apparecchiature base (radio, soprattutto) che pure non bastano a soddisfare le richieste di un paese in guerra, come fai a disperdere risorse in altri campi? Quello che voglio dire e che le dimensioni industriali dell'Italia non erano assolutamente comparabili con quelle di Stati Uniti e Inghilterra. Inoltre quelle nazioni erano tecnologicamente più avanzate dell'ITALIA, con un tasso di sviluppo industriale di gran lunga maggiore, e con una popolazione MEDIAMENTE più scolarizzata, ovvero più ingegneri, più operai specializzati, più tecnici, più risorse economiche, più materie prime. E' chiaro che in una guerra di logoramento, come sono le guerre totali tra nazioni industrializzate, il fattore alla fine determinante è la produzione industriale. L'Italia, la Germania, il Giappone sono stati sconfitti dal numero, non certo dalle virtù militari degli alleati.

 

Per Von Morath, si, a mio avviso l'Italia, nata dall'annessione degli stati preunitari al Piemonte ha sempre avuto una tradizione e una visione dei rapporti tra stati più incentrata sull'alleanza con stati forti che nell'essere uno stato forte.

Tradizionalmente il Piemonte, stato cuscinetto tra la Francia e i dominatori del resto dell'Italia (prima gli spagnoli, nel 1600, poi dal 1700 al 1860 gli austriaci), è stato costretto a barcamenarsi tra i due potenti vicini (tra loro nemici), alleandosi o con uno o con l'altro, e molto spesso cambiando alleanza a guerra in corso, (altra cattiva abitudine italiana), vendendosi letteralmente al miglior offerente. Politica senz'alto efficacie per il piccolo stato sabaudo, che peraltro possedeva un piccolo ma solido esercito, e che permise alla dinastia sabauda di sopravvivere, restare indipendente e ingrandire il regno e arrivare, quando l'occasione si presentò ad unificare l'Italia. Non dimentichiamo che nella seconda guerra d'indipendenza, quella decisiva, morirono per l'Italia più soldati Francesi che Italiani..... Proprio la genesi e la relativa "facilità" con cui nacque l'Italia, i relativi pochi caduti per l'indipendenza, non hanno infuso nella nostra nazione quello spirito militare che invece hanno dimostrato, nel passato, le altre grandi nazioni europee. I nostri politici hanno sempre preferito essere alleati di nazioni forti che essere una nazione forte. Fino alla prima guerra mondiale ci è andata bene, ma il disastro della seconda lo stiamo pagando, a livello morale, ancora adesso.... Ci sono voluti sessanta anni e un grande presidente (Ciampi) perchè gli italiani a tornassero riscoprire il tricolore e a stringersi attorno alle forze armate, uno sviluppo culturale peraltro ancora agli inizi e ancora molto fragile, comnque un grande passo avanti rispetto alla cultura degli anni settanta.

 

Ciao a tutti

Ursus

 

per

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Sono pienamente daccordo con Te Ursus, e oltretutto all'epoca eravamo anche oberati dalle sanzioni, e dalla cronica carenza di fondi.

Il mio ha voluto essere solo un commento, e' chiaro che non si può scaricare

tutto, su un gruppo di persone, ma bisogna prendere atto del fatto che L'Italia, era una Nazione Giovanissima, nata da poco, e tendenzialmente agricola.

Alla fine possiamo dire che per fare le guerre ci vogliono i soldi, e noi ne avevamo

davvero pochi.

Grazie per le precisazioni!!!

 

:s15: :s15: :s15:

 

Ciao

Luciano

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:s15: già è vero, cmq l'unico politico che riconosco in Italia è Ciampi, tutti gli altri sono cialtroni e pensano solo ase stessi, mica all'italia, io c'erta gente non riesco a sopportarla.

Ciampi mi infonde grande sicurezza e coerenza, ci aiuta a andare avanti in questi giorno cosi bui e cattivi di politica...

e Ciampi, voglio ricordare ha fatto il militare nella seconda guerra mondiale, invece oggi i politici non anno fatto neanche quello.

ok basta sennò non finisco piùù

 

:s15:

 

:s28: :s28: :s28: tre brindisi per il nostro presidente della Repubblica Ciampi

urrà

 

urrà

 

urrà

:s10:

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