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CLASSE OSCAR


Visitatore Marco U-571

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CLASSE OSCAR - PROJECT 949.A

LE MAGGIORI PIATTAFORME ANTINAVE

SOTTOMARINE DELLA FLOTTA DEL NORD

di Marco Soggetto.

 

E' indubbiamente difficile immaginarsi, al giorno d'oggi, le reali dimensioni dei grandi sottomarini balistici a propulsione nucleare, che all'epoca del confronto tra le due superpotenze incrociavano ininterrottamente nelle profondità marine, in lunghe ed interminabili crociere senza sole.

Pensando a questi enormi vascelli, ci sovvengono alla mente le immagini dei grandi SSBN americani classe Ohio, dei sovietici Delta e Typhoon, dei Vanguard britannici, dei Le Redoutable francesi basati a Brest, ed infine del Type 094 cinese, meglio noto come Xia.

La funzione di questi enormi battelli è di trasportare missili balistici in grado di immettere in orbita carichi paganti (testate nucleari, quindi), sfruttando inoltre la relativa invisibilità garantita dall'operare in ambito sottomarino. Al tempo della Guerra Fredda, simili battelli trascorrevano molto tempo in mare, in modo da permettere ai rispettivi Paesi di poter rispondere ad un eventuale attacco nucleare a sorpresa che ne avesse neutralizzato le forze basate a terra; oggi, invece, se escludiamo la PLAN cinese (Popular Liberation Army' Navy), che sembra essere esente da qualunque limitazione riguardante la proliferazione nucleare, questi battelli si trovano a dover combattere la loro battaglia più importante, ovvero quella contro i trattati START per lo smaltimento del deterrente nucleare in eccesso.

Ma non tutti i grandi battelli lanciamissili avevano il compito di scatenare le temute offensive balistiche sugli eserciti NATO o sul Patto di Varsavia; specialmente dalla parte sovietica, vennero sviluppati alcuni progetti destinati alla distruzione dei gruppi da battaglia delle portaerei della NATO, e tra queste classi, una delle più importanti fu indubbiamente la classe Oscar.

 

Come già anticipato nell'introduzione, il compito primario di queste unità era la distruzione delle portaerei americane, inglesi e francesi, che in caso di guerra avrebbero duramente impegnato gli stormi di bombardieri sovietici ed i sottomarini nucleari d'assalto del Patto di Varsavia, che sarebbero dovuti calare in massa attraverso il GIUK Gap (la strozzatura continentale formata dall'Islanda, dalla Norvegia e dal Regno Unito) per eliminare i convogli da e per l'Europa assediata.

Adatte anche alle operazioni in acque polari, queste unità erano caratterizzate da una struttura estremamente robusta, grazie alle particolari attenzioni che vennero loro rivolte durante la progettazione presso il Rubin Design Bureau di Mosca, responsabile anche dell'ideazione dei vari Echo I e II.

Lo scafo era doppio, e diviso in dieci compartimenti stagni; lo scafo interno, pressurizzato, era separato da quello esterno ed idrodinamico da un'intercapedine di 3.5 metri di larghezza, stipata di batterie e casse d'acqua per resistere anche ad un colpo diretto. Questo spazio interno allo scafo esteriore garantiva anche una buona capacità di galleggiamento, ovviamente.

Lo scafo superiore, ovvero la parte destinata ad emergere, era addirittura blindato, per poter sfondare il ghiaccio della banchisa; la torre di vela, poi, ospitava una struttura rinforzata che conteneva le delicate antenne radio per comunicazioni HF/UHF, oltre a due periscopi (uno di ricerca ed uno d'attacco), un radar di navigazione, ed un ricevitore satellitare per le comunicazioni cifrate e per il sistema di navigazione inerziale. Era anche disponibile un'antenna galleggiante, nel caso non fosse consigliabile riemergere per contattare la base.

Sempre per emergere in acque ghiacciate, i timoni orizzontali anteriori erano particolarmente spessi, e retrattili nello scafo, integrati in una struttura antishock che probabilmente avrebbe sopportato anche un siluro in pieno scafo.

Da questa classe "base" vennero poi sviluppate altre versioni, nel corso degli anni, tra cui la Improved Oscar II, con una lunghezza di dieci metri superiore alle precedenti realizzazioni e con nuovi timoni; tuttavia, il problema di fondo di questa classe era la manovrabilità (a causa delle sue dimensioni, un Oscar sarebbe stato lento ad immergersi, ed ancora più lento a risalire in superficie), e non sarebbe stato mai risolto, nonostante tutte le innovazioni applicate sugli Oscar.

Questi battelli vennero progettati parallelamente alle loro armi, al fine di garantire una perfetta compatibilità delle stesse con i sistemi lanciatori di bordo.

Il compartimento delle armi era posto a prua, ed univa la camera di lancio vera e propria (quella per i siluri, cioè) ai sistemi missilistici; i missili erano degli SS-N-19 Shipwreck (armi convenzionali con un raggio operativo di 550 Km.), utilizzati tutt'oggi sulle unità superstiti ai tagli di bilancio delle Marina sovietica, posti in due file di dodici elementi e racchiusi in ventiquattro tubi di lancio inclinati di 40°. I tubi di lancio erano posti tra i due scafi, ed ognuno di essi era monitorato da svariati sistemi elettronici di controllo.

Tutt'oggi, sugli Oscar più recenti vengono anche imbarcate due dozzine di siluri, oltre a i missili.

Pur tra i continui tagli al bilancio, la Marina sovietica è riuscita ad ottenere una ventina di unità di questa classe, prodotte a partire dal 1985 fino al 1999 e realizzate tutte presso il Sevmash Yard di Severodvinsk. Qui si sta costruendo anche il ventesimo Oscar, la cui consegna però è continuamente rimandata a casa delle continue crisi finanziarie che si riflettono sul precario bilancio della Marina; si deve anche ricordare che il quarto Oscar II, il numerale K137 (Krasnoyarsk) venne deattivato nel 1998 per problemi interni. Nonostante tutti questi problemi, però, la Marina sovietica continua ad indicare per questa classe un numero superiore alle venti unità, sperando forse sull'intervento di capitali esteri che forniscano un po' di fondi, o magari sulla vendita dei Kilo diesel elettrici, al giorno d'oggi l'unità sottomarina maggiormente esportata al mondo.

Ma non è possibile parlare della classe Oscar senza ricordare quanto successo recentemente ad una delle più moderne unità di questa classe, il Kursk.

Chiamato così in riferimento alla maggiore battaglia della Grande Guerra Patriottica (la Seconda Guerra Mondiale, come la definiscono i russi etnici), il Kursk era un sottomarino grande e robusto, che univa alle caratteristiche già citate in precedenza, robustezza, potenza e doppio scafo, molte modifiche all'avanguardia.

Quest'unità era definita un Oscar II, ed era lunga 154 metri per 18.3 di larghezza, con un pescaggio di 11; era stata varata nel maggio del 1994, ed apparteneva al ristretto gruppo di sottomarini nucleari mantenuti ancora efficienti dai decrepiti arsenali sovietici. Con un equipaggio di 118 uomini, ufficiali compresi, il Kursk era comandato da un ufficiale esperto, insignito di numerose onorificenze, il capitano Gennadij Lyachin di quarantacinque anni.

Nell'agosto del Duemila, l'unità in questione si trovò impegnata in una grande operazione navale sovietica, un'esercitazione simile alle famose Tempeste Cremisi della Guerra Fredda, durante la quale doveva probabilmente recitare la parte dell'unità nemica. All'esercitazione, che si svolgeva nel Mar di Barents, presero parte numerose unità di superficie, incrociatori, fregate, corvette etc., oltre ad alcuni pontoni che avrebbero dovuto simulare i bersagli da affondare.

Subito dopo l'inizio dell'esercitazione, però, due distinte esplosioni vennero captate da un battello americano occupato a monitorare acusticamente l'esercitazione sovietica; due esplosioni sullo stesso rilevamento immerso, la seconda delle quali fu talmente forte da farsi captare da un centro sismico norvegese.

Nonostante parecchie ore di ritardo, vennero avviati i soccorsi, senza però che nessun altro all'infuori dei russi confermassero l'intercettazione dello sbandierato traffico in uscita dall'unità danneggiata, come venne subito riferito dall'agenzia Interfax, ed il resto è storia, compresi tutti i tentativi di aggancio alla garitta principale del sommergibile resi vani dalla corrente e dall'inclinazione dello stesso; numerose furono le critiche internazionali al Governo russo, colpevole di aver rifiutato l'aiuto norvegese e soprattutto americano quando forse questi interventi, effettuati con apparecchiature subacquee moderne, avrebbero anche potuto salvare qualcuno.

Sul fronte interno, poi, Mosca scatenò la peggiore disinformacija possibile, illudendo i parenti delle vittime fino all'ultimo con una serie interminabile di contraddizioni ed arrivando pure a sedare con metodi assolutamente irrispettosi la protesta della madre di una delle vittime, immortalata dalle telecamere mentre viene narcotizzata da un'agente della sicurezza.

Quasi a rispondere in anticipo alle critiche che, prevedibilmente, le sarebbero piovute addosso, la Marina sovietica ha anche sostenuto (e tuttora sostiene) che le cause dell'affondamento sarebbero da imputarsi ad uno sconosciuto sottomarino spia della NATO, che avrebbe speronato il Kursk facendolo affondare; ma se ciò si fosse avverato, non è probabile che il sottomarino disperso sarebbe riuscito a cavarsela, perché i nucleari hunter-killer della NATO stazzano al massimo settemila tonnellate, nemmeno la metà del tonnellaggio effettivo di un Oscar immerso.

Se poi il sottomarino NATO fosse sopravvissuto alla tremenda collisione, riuscendo in qualche modo a tornare alla sua base (?), i danni prodotti dallo schianto sarebbero stati sicuramente notati da qualcuno; un sottomarino danneggiato deve essere alato in un bacino galleggiante, per essere riparato, e nascondere due oggetti di dimensioni così grandi equivale ad occultare un paio di isolati a Manhattan nell'ora di punta. Come se non bastasse, se proprio una collisione si fosse verificata, i danni sarebbero stati localizzati a poppa, in quanto i silenziosi sottomarini NATO seguono i loro bersagli… E allora, come mai i danni sono tutti a prua?

Le immagini norvegesi hanno mostrato squarci di quasi cinquanta metri che si dipartono dalla prua dell'Oscar, fin oltre la torre di vela, quasi. L'analisi dei tracciati sonar mostra due distinte esplosioni, la prima delle quali ha presumibilmente innescato una detonazione apocalittica in un compartimento stipato di tonnellate di propellente solido per missili, testate e batterie, che ha distrutto la prua ed allagato il battello; una volta sul fondo, mentre i loro compagni erano già morti da tempo (e così pure gli ufficiali, visto che nove dei dieci compartimenti sono stati subito allagati, compresa la camera di manovra), ventitrè marinai si sono barricati a poppa, senza tuttavia poter utilizzare la camera stagna, il cui portello bloccato li ha inesorabilmente condannati a morte.

Cosa può essere successo, a bordo del Kursk? Chi o che cosa ha innescato la prima detonazione?

Sono state contemplate molte ipotesi, che vanno dallo speronamento da parte di un grande cargo di superficie (che però non era nella zona dell'esercitazione, ovviamente), all'impatto con il fondale, all'esplosione di una batteria o di un serbatoio dell'aria… ma qualunque cosa sia successa, è avvenuta a prua, ed è stata sufficientemente potente da far conflagrare anche il resto dei combustibili presenti a bordo.

Personalmente, in un primo momento ho pensato ad un'esplosione di un siluro entrato in hot run, come forse successe decenni fa all'USS Scorpion; il siluro si arma da solo, e prima che qualcuno se ne possa accorgere, salta in aria… ma recentemente, soprattutto grazie ad alcune fonti internet, ho potuto cambiare parere a favore di una nuova ipotesi parallela alla precedente.

Da alcune di queste fonti, infatti, emergevano notizie riguardanti la sperimentazione di nuove armi a bordo del Kursk, e di alcuni alti ufficiali della Flotta Settentrionale che ne avrebbero presenziato il lancio; in altre, invece, si parlava del fatto che il Kursk stesse per lanciare qualcosa contro un pontone-bersaglio, proprio prima che si captassero le due esplosioni sottomarine… Così, sono arrivato a quanto segue.

Qualche tempo fa, a Mosca, la Divisione Missili ASW di Andrej Zarubin ha presentato alcuni esemplari di Sc'Kval, definito come un siluro "rivoluzionario", ed in grado di raggiungere velocità assolutamente impossibili per un normale siluro (dalla conversione in Km, ne risultava una velocità nominale di più di 360 Km/h!). In realtà, si tratta di un'arma aviolanciabile a razzo, definita ufficialmente APR3E, mossa da uno statoreattore Merkulov-Rakov a propellente solido/metallico, destinata principalmente ad essere testata a bordo di unità per la difesa costiera; ma è anche noto che ne sia stata sviluppata una versione da lancio sottomarino, che è stata distribuita alla Flotta Settentrionale già da parecchio tempo. Ora, benché a razzo non sia necessariamente sinonimo di Esplode!, appare logico che tutti gli elementi favoriscano quest'ipotesi, in quanto, tra l'altro, l'esplosione di un siluro a razzo sarebbe più che mai sufficiente ad innescare una reazione a catena in una camera di lancio… Comunque sia, è probabile che non sapremo mai cos'è realmente accaduto a bordo del Kursk in quell'estate del Duemila; la Marina sovietica sorveglia attentamente il relitto, ora immobile a cento metri di profondità, e nemmeno per il recupero delle salme è stato consentito l'accesso dei sub occidentali ai compartimenti di prua, dove è cominciato il disastro.

Riusciremo mai a saperne di più, o l'affondamento del Kursk resterà un mistero come quello dell'USS Tresher?

Possiamo solo congetturare, per il momento, in attesa delle risposte alle tante domande che sono state formulate riguardo alle cause di una simile disgrazia.

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i dati + recenti parlano di perdita di combustibile da un siluro da eseritazione troppe volte revisionato, il primo incendio avrebbe fatto detonare la carica del primo siluro, il successivo incendio avrebbe fatto detonare gli altri siluri in camera lancio.

 

Per il recupero la camera lancio è stata "segata" dal resto del battello e solo quest'ultima parte è stata recuperata; i segreti del kursk sono ancora in fondo a quel mare gelido...

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  • 4 months later...

Da quello che ho saputo io....

 

Secondo gli esperti, si dovrebbe essere scatenata una prima esplosione nel comparti siluri di prua, la causa imputabile sarebbe la cattiva manutenzione dei siluri che in quel periodo erano imbarcati sui som della Russia.

 

Infatti a causa del propellente, cioe' perossido di idrogeno, cioe' acqua ossigenata, che reagendo, ac ausa di una perdita da una tubazione all'interno del siluro, provoca' un aumento di pressione che porta all'esplosione.

 

Se le condutture sono in rame o bronzo, queste tendono a reagire con il perossido di idrogeno.

 

Ecco perche' nelle marine occidentali nn si utilizzano piu' questi tipi di siluri, infatti se ben ricordo, ci fu un incidente dovuto a una causa simile, mi pare un som. inglese.

 

Per quanto riguarda al recupero e' gia avvenuto da un annetto, e cmq. i russi hanno obbligato il taglio della parte anteriore del som, quella imputata, che farebbe luce sull'avvenuto....

 

Come al solito andiamo avanti a congeture!!!

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Visitatore Max "Quarnaro"

Secondo me era un siluro di quelli da 600mm (il nome mi sfugge)......la tecnologia di quei siluri è da risalirsi ai Long Lance giapponesi che, fra l'altro, utilizzavano lo stesso sistema propulsivo se non erro.........

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Comunque in questa pagina dello stesso sito dice che dall'inchiesta è emerso che è stato il carburante di uno di questi ad esplodere dentro in Kursk, causando poi un esplosione a catena di tutti i siluri imbarcati a prora:

 

http://www.periscope.ucg.com/mdb-smpl/weap.../w0003751.shtml

 

Ciao

Luciano

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Carissimi,

 

purtroppo ... ancora per molto tempo non sapremo esattamente cosa sia successo. La doverosa informazione divulgata dai russi .... oltre ad essere arrivata con tanto inspiegabile ritardo ... lascia aperte un sacco di ipotesi.

 

Credo anche io che molte risposte siano ancora in fondo al mare .... insieme al compartimento prodiero ... tagliato e lasciato li.

 

Vi siete domandati ... per quale motivo siano ricorsi a quella complicatissima e costosissima operazione di taglio ???

La nave da recupero avrebbe potuto recuperare l'intero battello .... ma i russi .... non volevano che la parte prodiera venisse fuori.

 

Tutto ciò ... è molto strano .... e lascia perplessi.

 

Gli squarci prodieri ... potrebbero spiegare bene la cosa:

 

se avessero i lembi rivolti verso l'esterno ... la tesi dell'esplosione interna sarebbe confermata;

 

.... ma se i lembi fossero verso l'interno ???

 

La tesi di un siluro .... esterno ... potrebbe tornare attendibile ???

 

Questo è il dubbio !

 

A questo punto solo una cosa è certa ...

tanti ragazzi sono morti, e nessuno poteva salvarli.

 

Onore a loro !

 

CIAO

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io però sta cosa della prora lasciata laggiù non l'ho capita... ???

 

nel senso: se lasci una parte così importante laggiù come fai a ricostruire la vicenda...se non gli interessa forse è perchè hanno già un idea chiarissima dell'accaduto e avevano paura che una volta recuperata e esaminata qualcuno potesse diffondere la verità sull' accaduto....mah

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Ricordo di avere osservato lungamente i filmati che trasmettevano i TV e di averne discusso con il Comandante della Scuola Sommergibili:

ammesso che i filmati si riferissero veramente al Kursk, i lembi dell'esplosione erano rivolti verso l'esterno e pensammo subito ad una esplosione di un siluro o di un missile...

Forse a Roma c'è qlc di +?

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Scusate ma il recupero non lo hanno fatto i sub norvegesi?

Se cosi' fosse ecco spiegato il motivo per cui hanno preferito lasciare laggiù la prora.

Probabilmente non volevano far sapere in Patria il vero motivo del disastro, se avessero completato il recupero, addio segretezza, in occidente si sarebbe saputo, e di conseguenza anche in Russia.

Chissà

Ciao

Luciano

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Vero che la linea ufficiale parla di siluro "vecchio", ma era da esercitazione!

Nessuna marina spreca soldi e i siluri da esercitazione solo riutilizzabili svariate volte, sia per risparmio sia perchè all'interno hanno apparechiature che rilevano dati per migliorare l'arma. Il Kursk di stava proprio accingendo al lancio di un siluro da esercitazione. Ho postato da qualche parte che c'è un libro inglese (Kursk di Peter Truscott se ben ricordo) che ne racconta la storia.

 

Ho dei dubbi sull'impiego dello Shkval invece, non credo all'arma di difesa perchè contro il "lanciante" dovresti mandare qlc con una tesata acustica in grado di cercarlo mentre questo siluro è un "chiodo". E' un'arma offensiva da usare in estrema prossimità di piccoli bersagli o in prossimità di grandi, secondo me....

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Capito lo Shkval, ha il solo vantaggio della grande velocità, allora un arma ideale da usare in un agguato, mi sembra ideale a scopo difensivo.

Se in agguato lanci quel siluro a breve distanza dal bersaglio, riesci ad evitare la reazione, per mancanza di tempo da parte del nemico.

Arma ideale per un SSK in agguato a difesa di una base.

Ciao

Luciano

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Leon ti faccio una confidenza, se lanci un siluro convenzionale, autocercante, da un sommergibile, anche se questo è nascosto, riveli la tua presenza, o almeno la direzione di provenienza del siluro.

Dato il tempo occorrente al siluro per raggiungere il bersaglio, questo non deve fare altro che lanciare una salva di autocercanti nella direzione di provenienza del siluro.

A te' le conclusioni.

Invece quel shkval è cosi' veloce da non lasciare tempo di reazione.

Ciao

Luciano

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Sono daccordo con tè, certo più il bersaglio è lontano più lo shkival è inutile, se non addirittura controproducente.

Stavo parlando di intrusioni da parte di un singolo sommergibile in una zona vietata, quindi, nell'ottica dello spionaggio militare.

In caso di scontro di tipo navale, anche a mè sembra inutile, e controproducente.

Prima di tutto perchè troppo rumoroso, e finirebbe per identificarti come bersaglio, e poi perchè come dice giustamente Totiano "è un chiodo" oppure se vuoi una singola palla di fucile che devi praticamente dirigere prima sul bersaglio, basta che questo si sposti di poco, e finisce la sua efficacia.

Non credo siano riusciti a renderli autocercanti, secondo mè sono troppo veloci per questo, o se lo hanno fatto. l'unico risultato che possono aver ottenuto, è un controllo della direttrice, con spostamenti minimi dalla retta.

Ciao

Luciano

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Forse potrebbero impiegarlo da basi fisse a terra.

Come facevano durante la IIGM i Norvegesi con i siluri per proteggere i loro fiordi.

Da basi fisse a terra a scopo difensivo potrebbe avere un senso, lanciati in sequenza da lanciatori multipli subacqei(per intenderci tipo Kathjusha)

Ciao

Luciano

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Visitatore Gotrek
Lo Shkval II è guidato, con capacità di decelerazione e accelerazione per acquisire il bersaglio.

 

Velocità presunta sopra 400/450 Mph e autonomia per 60 km.

 

E mo so caz**

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Lo Shkval II è guidato, con capacità di decelerazione e accelerazione per acquisire il bersaglio.

 

Velocità presunta sopra 400/450 Mph e autonomia per 60 km.

 

E mo so caz**

 

bah.. se non ho capito male, la considerano come un eccelente arma OFFENSIVA.

 

Vedi Akula in agguato, diciamo a 50miglia, contro un Gruppo da battaglia. Lancia il suo bel Shkval II con testata atomica.

 

alla velicità di 400+ Miglia/h arriva in zona in pochi secondi ...

 

Cosa accade ? Quali possibili contromisure ?!?! :s13:

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Ricordo che da qualche parte avevo postato un link sui superconduttori a temperatura ambiente.

Uno(di cui adesso non ricordo il nome) in particolare, era molto interessante, è allo studio all'Università di Cagliari e in Giappone.

Sembra che la molecola se viene drogata, con una certa quantita di ossigeno, abbia tendenza a mantenere la superconduttività anche in presenza di grossi campi elettromagnetici.

Comunque e' ancora tutto allo studio.

Lo scienziato che ha realizzato per primo detta molecola, mi sembra sia Croato dell'Università di Zagabria. Lui dice di aver realizzato la superconduttività a temperatura ambiente, però di questo per ora non c'è il minimo riscontro, se non una dichiarazione da parte di Scienziati Giapponesi, che dicono, di esserci riusciti, variando leggermente i dati da Lui forniti.

Se tutto ciò dovesse diventare realtà, allora penso che i problemi energetici, finirebbero, e con il petrolio qualcuno, al limite ci potrebbe fare il bagno.

Magari!!!

Ciao

Luciano

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Leon ma Gotrek non credo si riferisse alla propulsione elettromagnetica per un sommergibile, quanto a quella che potrebbe essere applicata ad un siluto molto veloce , tipo lo shkval , e di più.

Tanto veloce da rendere inutile anche il rilevamento con il MAD, per mancanza di tempo di reazione.

Invece l'eventuale scoperta di un elemento superconduttivo a temperatura ambiente, porterebbe sicuramente ad una riduzione drastica dei consumi energetici, in tutti i campi.

Non credo che i Typhoon abbiano mai avuto un simile sistema propulsivo.

Nel film Caccia ad Ottobre Rosso è solo un invenzione dell'autore del libro.

Non hai idea delle dimensioni dei magneti superconduttori a bassissima temperatura, non credo si possano montare tranquillamente su un sommergibile, se pur gigantesco come il Typhoon.

Ciao

Luciano

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Penso di che sia fattibile con superconduttori a temperatura ambiente, per via delle dimensioni dei magneti, anche se dell'acqua di mare la parte influnzabile magneticamente, non è molto grande.

In acqua dolce sarebbe forse un po' più difficile, anche se non impossibile, si dovrebbe aumentare ancora di più il campo magnetico.

 

Ciao

Luciano

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Visitatore Gotrek
Leon ma Gotrek non credo si riferisse alla propulsione elettromagnetica per un sommergibile, quanto a quella che potrebbe essere applicata ad un siluto molto veloce , tipo lo shkval , e di più.

 

Ti sbagli. Mi riferisco proprio a un sottomarino. E ricorda che il campo magnetico potrebbe essere schermato con dei METAMATERIALS in studio presso il CISAM in collaborazione con UNIPI. Una cosa del genere non è per nulla impossibile. Aspettate una decina d'anni e ne riparliamo

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Và bene Gotrek, che la propulsione Idromagnetica, (ovviamente, quando saranno disponibili, magneti superconduttori a temperatuta ambiente) sia applicabile ad un sommergibile, non ci sono dubbi.

Il problema nasce dal fatto che poi questo sarebbe facilmente identificabile, per via del campo magnetico generato, mentre procede.

A questo punto addio invisibilità sommergibilistica, a meno che non si inventi un qualche tipo di schermo magnetico.

 

Ciao

Luciano

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Leon grazie per il Post sul Magnagas del Prof. Santilli.

A questo punto capisco il drastico aumento del petrolio grezzo da parte dei paesi produttori, nonostante, le riserve di petrolio siano ancora notevoli.

Cercano di realizzare il più possibile in questo momento, immaginando di avere un mercato valido, solo per pochi anni.

Se i Link da tè postati dicono la verità, il petrolio è come si dice alla frutta.

Tra pochi anni per venderlo dovranno portare il prezzo a 1 dollaro barile pur di venderlo, sempre che si trovi qualcuno che lo compri!!!

Ciao

Luciano

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Visitatore Gotrek
Và bene Gotrek, che la propulsione Idromagnetica, (ovviamente, quando saranno disponibili, magneti superconduttori a temperatuta ambiente) sia applicabile ad un sommergibile, non ci sono dubbi.

Il problema nasce dal fatto che poi questo sarebbe facilmente identificabile, per via del campo magnetico generato, mentre procede.

A questo punto addio invisibilità sommergibilistica, a meno che non si inventi un qualche tipo di schermo magnetico.

 

Ciao

Luciano

Lo schermo magnetico non è così lontano dall'esistere. Esistono infatti i Metamaterials, costruiti con un algoritmo genetico che ci riescono. Pensa che è stato fatto perfino uno schermo per aerei che quando colpito da Radar, fa credere che ti stai allontanando, invece ti avvicini... :s02:

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Non credo sia necessario drogare con metalli l'acqua marina, in quanto il suo contenuto di atomi magneticamente influenzabili è abbastanza elevato, tant'è vero che l'acqua di mare è un discreto conduttore elettrico, migliore dell'acqua dolce, che è comunque un conduttore, entrambi diversi dall'acqua perfettamente pura (difficile da realizzare) che tenderebbe ad essere isolante.

E poi l'acqua non deve levitare, ma solo scorrere velocemente attraverso i magneti, quindi se questi fossero superconduttori a temperatura ambiente, non si creerebbero grossi problemi di potenza impiegata.

Comunque niente che non si potrebbe risolvere, senza doverla drogare, penso,

Ciao

Luciano

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Visitatore Gotrek

Questo è vero, ma le tecnologie le troveremo noi. E costeranno un sacco di soldi. Quindi il mambrucco con l'orecchio in acqua non ci riesce a sentire e gli facciamo il "sedere". :s04:

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