Totiano* Inviato 23 Giugno, 2016 Segnala Share Inviato 23 Giugno, 2016 La notizia, riportata da defencetalk al link http://www.defencetalk.com/worlds-fastest-supercomputer-entirely-made-in-china-survey-67700/ potrebbe, ad occhi superficiali, interessare solo gli amanti dei giochi. Ma un computer cosi potente può analizzare il clima (che già ha un valore strategico in ogni scenario), come valutare sistemi di accesso internet e scardinarli, piuttosto che analizzare le prestazioni di uno scafo o (fose) valutare la posizione di un sottomarino analizzando il moto ondoso di una ampia zona di oceano. E tutto questo con tecnologia made in China... World’s fastest supercomputer entirely made in China: survey China has built the world’s fastest supercomputer using locally made microchips, a survey said Monday, the first time the country has taken the top spot without using US technology. The Sunway TaihuLight machine is twice as fast as the previous number one, which was built in China with chips from US firm Intel, the Top500 survey of supercomputers said on its website www.top500.org. China also has more top-ranked supercomputers than the US for the first time since the survey began, with 167 compared to 165. Located at China’s national supercomputer centre in the eastern city of Wuxi, the Sunway TaihuLight will be used for climate modelling and life science research. Its performance ends “speculation that China would have to rely on Western technology to compete effectively in the upper echelons of supercomputing,” the survey’s website said. The supercomputers on the Top500 list, which is produced twice a year, are rated based on speed in a benchmark test by experts from Germany and the US. Of the top ten fastest computers, two are in China, with four in the US, the ranking said. Others are in Japan, Germany, Switzerland and Saudi Arabia. China has poured money into big-ticket science and technology projects as it seeks to become a high-tech leader. It plans to open the world’s largest radio telescope in southeastern China this year, state-media reported. But despite some gains the country’s scientific output still lags behind, and its universities generally fare poorly in global rankings. Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
sertore Inviato 25 Giugno, 2016 Segnala Share Inviato 25 Giugno, 2016 (modificato) Concordo con le considerazioni di Marco riguardo la disponibilità di un sistema di elaborazione dati talmente potente: operazioni che fino a pochi anni fa sembravano possibili solo nei film di fantascienza sono ora non solo realizzabili, ma talvolta appaiono superate. Desideravo però aggiungere che una tale disponibilità di calcolo è inutile in assenza di sistemi di rilevazione e trasmissione dati efficienti e sicuri: non serve infatti a nulla avere la potenzialità di analisi ed elaborazione senza che questa sia o presente nel sito dove serve o raggiungibile in modo continuo e affidabile dalle informazioni che deve trattare. Non per nulla nelle strategie sia belliche sia di analisi dei fenomeni fisici, siano essi meteorologici (tempo), marini (analisi moto ondoso) o terrestri (orografia e aggiornamento topomastico), stanno comparendo sempre più frequentemente mezzi e strumenti di raccolta dati e, specialmente in campo bellico, di disturbo delle trasmissioni della controparte: per esempio nei gruppi di proiezione aerea americani ora la prima linea è sempre composta da velivoli di raccolta dati e interdizione dei mezzi di rilevamento e controllo avversari, accompagnati da quelli dedicati alla difesa aerea e seguiti da quelli di attacco terrestre. In medicina, ma non solo, la tendenza è quella delle micro e nanotecnologie (utilizzate per lo più negli MDC, mezzi di contrasto tipici della diagnostica per immagini), dedicate sia alla diagnostica sia alla terapia: anche in questo caso la chiave di volta è la rilevazione dei dati, al fine di permettere interventi mirati, improponibili se non adeguatamente pianificati e individuati nel loro perimetro. Insomma, quello che conta è il sistema nel suo complesso e, per quel che mi risulta, lo stato attuale dell'arte è tale da permettere l'installazione di elaboratori di sufficiente potenza direttamente sui mezzi che ne fanno uso, al fine di massimizzare le prestazioni 'in situ', senza il pericolo che le interferenze elettroniche possano mettere in difficoltà unità collegate e controllate da sistemi remoti. Discorso diverso è invece quello della progettazione e dello studio: basti pensare alla ricostruzione della mappa del DNA, che è stato completato nella sua eccezione matematica ma che necessiterà comunque di decenni per la decodifica dei misteri che ancora lo avvolgono e che sono nascosti nei risultati degli algoritmi matematici utilizzati. In questo caso la disponibilità di mezzi di calcolo sempre più potenti è determinante per la riuscita di qualsiasi iniziativa: l'augurio sarebbe quello di una condivisione di tali elaboratori, almeno nei campi in cui il beneficio di tali studi potesse essere di comune utilità (medicina, fisica, matematica), ma ho paura che l'umanità non sia ancora pronta (Brexit docet!). Modificato 25 Giugno, 2016 da sertore Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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