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F-35 - Il Punto Sulla Situazione


serservel

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Il progetto del F-35 Lightning II è cominciato alla fine degli anni '90 con l'obiettivo di sostituire diverse tipologie di piattaforme aeree nel ruolo di supporto aereo ravvicinato, bombardamento tattico e missioni di superiorità aerea. La piattaforma è resa disponibile in 3 varianti:

 

F-35A - Decollo ed atterraggio convenzionale (CTOL)
F-35B - Decollo corto e atterraggio verticale (STOVL)
F-35C - Versione per portaerei (CATOBAR)
Secondo il progetto originale, le 3 varianti condivideranno circa l'80% della struttura.

 

F-35-double-break-820x450.jpg

 

Il nostro Paese ha aderito al progetto nel 1998 con la firma del Memorandum of Agreement; successivamente è stato definito un numero di velivoli da acquistare pari a 131 (69 F-35A e 62 F-35B), poi ridotti a 90 (60 F-35A e 30 F-35B).

 

I passi avanti sono stati molti, ma non sono mancati i problemi e le critiche al progetto. Proprio oggi è arrivata l'ennesima tegola sulla testa, anche se non c'è stata alcuna sorpresa: le tre varianti non condivideranno più del 25% della struttura, tanto che il Senato degli Stati Uniti li vuole considerare tre velivoli diversi con un'identificazione a parte, ovvero

 

F-35A --> F-35

F-35B --> F-36

F-35C --> F-37

 

Non è solo una questione di numeri, ma di necessità: le tre versione devono rispondere ad esigenze così diverse tra loro che il sogno di una piattaforma quasi unica è tramontata. Persino i costi, stando ai dati del 2014, sono totalmente diversi:

 

F-35A --> 150 milioni di dollari ad esemplare

F-35B --> 250 milioni di dollari ad esemplare

F-35C --> 330 milioni di dollari ad esemplare

 

Le versioni, o modelli a questo punto, a cui le nostre FFAA sono interessati sono le prime due, ovvero F-35A(F-35) e F-35B(F-36); quest'ultima versione ha richiesto anche che Nave Cavour C-550 venisse sottoposta nel 2014 a lavori di aggiornamento che hanno portato all'allungamento del ponte di volo, per consentire il decollo degli dei nuovi aerei, ed il suo rivestimento, così che possa resistere al calore emesso dall'apparato propulsivo in fase di atterraggio.

 

Anche se l'F-35 promette di essere davvero un buon aereo, non sarà il "non plus ultra" originalmente immaginato né il re incontrastato dei cieli.

Negli ultimi mesi la Difesa USA ha richiesto uno studio per la riattivazione della linea del F-22 Raptor, a distanza di 5 anni dallo stop della sua produzione. L'F-22 era stato chiuso con la produzione di 187 esemplari in quanto si riteneva che nessun'altra potenza mondiale sarebbe stata in grado di ideare e costruire un aereo di nuova generazione fino all'entrata in servizio degli F-35, una scelta che si è rivelata sbagliata. Non solo: l'F-22 potrebbe essere l'unico in grado di stabilire il dominio aereo, cosa che nemmeno l'F-35 sembra poter fare. La faccenda è tanto seria da prevedere un aggiornamento della piattaforma e la produzione di almeno 382 Raptor.

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Ma nemmeno nel ruolo CAS (Close Air Support, supporto aereo ravvicinato) l'F-35 potrebbe essere incontrastato, infatti anche qui gli USA stanno rivalutando il pensionamento dello storico Fairchild-Republic A-10 Thunderbolt II, costruito proprio per queste operazioni ed entrato in servizio nel 1977. Esiste infatti una solida diatriba tra Congresso e Pentagono (con sostenitori e detrattori da ambo le parti) sulla capacità effettiva dell'F-35, tecnologicamente avanzato e in grado di attaccare un avversario ben oltre il raggio visivo, di svolgere missioni CAS per cui l'A-10 è stato specificatamente progettato e costruito, forte dalla sua corazza e della sua capacità di subire pesanti danni e mantenersi in volo. A questo va aggiunto il fatto che la tecnologia stealth dell'F-35 sarebbe inutile in operazioni di attacco al suolo o, comunque, vicine al nemico.

Per questi motivi è stato stabilito che i due velivoli dovranno affrontare dei test per porre fine all'annosa lotta accademica ma, se l'A-10 dovesse risultarne vincitore, la sua operatività potrebbe prolungarsi fino al 2040, rendendolo il primo aereo a volare (con i fari aggiornamenti) per 50 anni e più.

a10_2.jpg

 

A prescindere da tutto questo, il progetto procede per la sua strada, e non potrebbe essere diversamente per molteplici ragioni: una piattaforma così complessa necessità di anni di messe a punto e modifiche, ma onestamente c'è da dire che non ci sono alternative possibili, a meno di non mandare a monte le alleanze e rivolgersi ai mercati asiatici, e la nostra flotta di AV-8B Harrier II Plus, in servizio dalla fine della anni '80, necessità di essere sostituita, insieme alla flotta di Tornado Panavia e AMX.

 

Nel dicembre 2015 l'impianto FACO di Cameri (Final Assembly and Check Out) ha consegnato il primo F-35, utile per i test e l'addestramento. L'impianto è stato appositamente concepito per le attività di produzione, di manutenzione, riparazione, revisione e aggiornamento (MRO&U-Maintenance Repair Overhaul & Upgrade) del velivolo. Un mese prima la Gran Bretagna confermava l'intenzione di portare l'ordine di F-35B a 138 esemplari entro il 2030, così da poter dotare le due nuove portaerei classe Queen Elizabeth della loro componente aerea.

 

Ma quali le principali problematiche del JSF F-35?

Il più importante è il software, totalmente diverso da quanto visto fin'ora.

Il fulcro di tutto è ALIS, il punto focale che consente quotidianamente la pianificare delle missioni e la manutenzione del velivolo. ALIS è costituito da un server unico (ALOU, Autonomic Logistics Operating Unit), si suppone fisicamente installato negli USA, ogni nazione disporrà poi di un proprio server centrale chiamato CPE (Central Point of Entry); gli squadroni utilizzeranno dei server chiamati SOU (Standard Operating Unit). Tutti questi server saranno tra loro collegati grazie alle reti militari terrestri o via satellite.

 

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Ogni aereo è pensato per rimanere collegato alla rete di ALIS in modo continuo, così da aggiornare e sincronizzare i dati raccolti. Teoricamente, ogni velivolo non dovrebbe rimanere in volo se la connessione dovesse essere assente per più di 30 giorni, cosa che nel 22° secolo non dovrebbe accadere. ALIS non è dotato di backup, ma in caso di condizioni estreme i velivoli non sarebbero inabili al volo, semplicemente le squadre a terra dovrebbero gestire briefing, debriefing e manutenzioni alla vecchia maniera.

 

Non è quindi ALIS il problema vero problema, ma il software che gira a bordo dei velivoli: nonostante i vari upgrade, esiste ancora un alto tasso di falsi positivi riguardo l'identificazione dei target, inoltre sono presenti bugs che, in casi estremi, costringono al riavvio dei sistemi radar. Oltre a tutto questo, c'è il reale rischio che in futuro vedremo F-35 qualitativamente diversi in quanto ad aggiornamenti software ed hardware che non tutti i Paesi potrebbero permettersi.

 

 

Strutturalmente, invece, l'F-35 ha richiesto la riprogettazione del serbatoio del carburante, ancora non complete che porteranno a nuove revisioni strutturali e del software. Anche i fulmini e manovre di volo estreme sono un punto di domanda, in quanto hanno evidenziato come possano portare a danni ai controlli di volo.

Il casco è poi un capitolo a parte: progettato per consentire al pilota di gestire il caccia, è risultato essere troppo pesante per i piloti, che potrebbero riportare danni fisici. Le manovre di estreme hanno anche mostrato anomalie strutturali e software che vanno ancora corrette.

Infine, sempre genericamente parlando, sono stati espressi dubbi sull'enorme quantità di parti di cui è composto l'aereo che necessitano, ovviamente di manutenzione, pena il rischio di vedere un velivolo tanto costoso degradarsi velocemente ed essere inefficiente in volo.

Per concludere, la tecnologia stealth del JSF è ancora acerba, tanto che Cina e Russia hanno dimostrato di essere riusciti a rilevare l'aereo su bande radio in cui l'F-35 ancora non riesce ad operare disturbi.

 

 

I test sul nuovo velivolo di 5a generazione procedono, così come la ricerca di soluzione ai vari problemi e gli aggiornamenti del caso. I nostri piloti stanno affrontando i necessari addestramenti e presto potremmo vedere i primi test operativi in Italia.

 

 

*** AGGIORNAMENTO DEL 28/07/2016 ***

Secondo un articolo di Difesa On Line, entro poche ore il primo squadrone di F-35A negli USA (specifico per Aeronautica Militare) riceverà la certificazione di "capacità operativa iniziale" la certificazione IOC (Initial Operational Capability). Il primo squadrone sarà formato da dodici caccia F-35A e da 21 i piloti del 34 ° Fighter Squadron abilitati per la versione A operativa con sede nella Hill Air Force Base.

 

Parte fondamentale per l'ottenimento della certificazione è il superamento di quasi 90 test sul campo (sortite) senza riscontrare alcun bug della nuova versione del software, la 3ib6.21. Nonostante tutto, si parla ancora di una versione non completa e, da quello che è dato sapere, sprovvisto del sistema ALIS (vedere sopra): questo non limita le operazioni di volo, ma rende ciechi le squadre a terra sul reale stato del velivolo. Quando ALIS è offline, le squadre a terra sono costrette a procedere fisicamente nella gestione dell’intera catena di rifornimento del caccia, così come la configurazione, la diagnostica degli errori, la pianificazione di missione ed il debriefing (che ALIS invece dovrebbe gestire autonomamente).

 

 

 

 

---

Ho voluto raccogliere tutto questo materiale per cercare di mantenere viva e aggiornata la situazione su quella che sarà la componente aerea di spicco delle nostre FFAA, ma non sono un esperto né particolarmente aggiornato: sarebbe bello e interessante che, chi può, desse il suo contributo. Di contro mi impegno a mantenere aggiornato il post iniziale, così che un visitatore possa trovare le informazioni corrette e aggiornate qui, senza dove sfogliare tutta la discussione.

Modificato da serservel
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Effettivamente sono stato sintetico, ma conto sul fatto che i più esperti sapranno darci dettagli succulenti e, soprattutto, le varie opinioni!

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Come sempre accade, ci sono tante opinioni diverse quanti gli attori in gioco: gli USA hanno puntato ad un aereo che sostituisse la flotta così diversificata, ma è un sogno che va tramontando dall'interno, con l'ammissione del capo progetto del JSF riguardo l'effettiva condivisione delle parti del velivolo nelle tre versioni, e poi dall'esterno, con i test che comparano gli attuali aerei costruiti allo scopo con l'F-35, che invece è pensato per essere "di tutto un po'"

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L'F-35 in origine era stato scelto rispetto anche al concorrente della boeing (l'X-32 che sarebbe dovuto diventare l'F-32) perchè aveva similitudini tecniche teoriche con il fratello maggiore F-22 dal quale doveva prendere le tecnologie stealth gia precedentemente sviluppate per esso.

In pratica l'F-35 doveva essere un F-22 più economico.

 

Tutto questo si è rivelato errato con i fatti e ora si stanno purtroppo rivelando errate anche le teorie sulla intercambiabilità dell'80% dei componenti tra le 3 versioni.

 

Comunque secondo me erano stati troppo ottimisti all'inizio, quando si progetta qualcosa di quasi completamente nuovo come in questo caso è normale avere una gestazione lunga e uno sforamento dei costi inizialmente previsti come è normale avere problemi di funzionamento dei primi esemplari prodotti e utilizzati come laboratori volanti.

Rientra tutto nel ciclo di vita di un progetto, un po' come quando io nel mio lavoro progetto un software nuovo dove non ho codice esistente da cui prendere parti gia funzionanti e testate a regime, solo che questo è su scala più grande e con valori economici e strategici ben diversi.

 

La cosa che mi sorprende dal resoconto esaustivo di Simone è i costi del progetto versione per versione, era mia convinzione che la versione B (la nostra) fosse costata di più della versione C (decollo imbarcato convenzionale) proprio perchè la versione C non ha tutta la tecnologia necessaria al decollo verticale ma è "solo" almeno in teorica una versione imbarcata della 'A'. Dal rapporto invece si evince il contrario.

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Quello che invece ha colpito me è la totale assenza di backup al progetto F-35: gli americani possono contare sui fondi per rimettere in produzione l'F-22 (che noi non abbiamo) oppure aggiornare l'A-10 a oltranza, ma noi cosa abbiamo? L'Aeronautica può comunque contare sugli Eurofighter Typoon, ma la componente aerea della Marina per le portaerei è affidata agli AV-8B Harrier II Plus!

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Quello che invece ha colpito me è la totale assenza di backup al progetto F-35: gli americani possono contare sui fondi per rimettere in produzione l'F-22 (che noi non abbiamo) oppure aggiornare l'A-10 a oltranza, ma noi cosa abbiamo? L'Aeronautica può comunque contare sugli Eurofighter Typoon, ma la componente aerea della Marina per le portaerei è affidata agli AV-8B Harrier II Plus!

 

Si è vero, hai perfettamente ragione, purtroppo la tecnologia degli Harrier (e varianti) e del F-35 ovvero l'essere V/STOL è unica al mondo in questi due velivoli (ovviamente se si vuole escludere lo Yak-38 Forger appartenente agli anni 70/80) e non si sono più avuti sviluppi in tal senso, un vero e proprio vicolo cieco.

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Si Riccardo ma quello non ha mai visto la produzione in serie, io parlavo di velivoli che hanno raggiunto la maturità per la produzione in serie e al momento se ne contano solo 3 volendo considerare anche l'F-35B tra quelli pronti per la serie, ovvero l'Harrier e le sue varianti, lo Yak-38 Forger e l'F35B.

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Questa settimana ha visto la Danimarca al centro della questione "F-35": martedì 17 il sito istituzionale del Ministero della Difesa danese pubblicava quanto segue

 

“Dopo aver valutato l'Eurofighter Typhoon, il Boeing F/A-18 Super Hornet ed il Lockheed Martin F-35 come prossimo caccia primario per la Danimarca, il governo del paese raccomanda l'F-35 in modo inequivocabile, poiché superiore sotto svariati aspetti: strategici, militari, economici e per l’impatto industriale”.

 

La valutazione ha visto quindi un testa a testa tra Lockheed Martin e Boeing, dove quest'ultima ha perso il confronto perché “[...]La ridotta firma radar del velivolo, così come i sistemi ed i sensori avanzati, migliorano la panoramica tattica del pilota, garantendo la sopravvivenza del velivolo e notevoli prestazioni[...]“, e ancora "[...]la cellula dell’F-35 è stata progettata per essere in grado di volare 8.000 ore, mentre l'Eurofighter ed il Super Hornet non possono volare per più di seimila ore[...]”.

 

Quindi sembra tutto a posto, giochi conclusi e avanti tutta...ma anche no! Poco fa la stessa testata rende noto che Boeing ha ribattuto colpo su colpo a quelli che sembrano essere i punti salienti che hanno portato alla perdita della commessa:

 

 

Informazioni non esatte, i danesi hanno incluso per il Super Hornet anche i costi di sostentamento e di formazione per i primi cinque anni. Questa valutazione dei costi di approvvigionamento in anticipo non è stata calcolata per l’F-35.

“I danesi hanno delle stime nettamente diverse da quelle del Pentagono per i costi unitari. Secondo la richiesta di bilancio dell'esercizio 2017, un F-35A costa circa 99 milioni di dollari e circa 101,5 milioni di dollari nell’anno fiscale 2018. Gli stessi documenti di bilancio confermano il costo del Super Hornet fissato a 77,8 milioni di dollari nel FY17 e 78 milioni nel FY18”.
La vita media della cellula di un Super Hornet, secondo il governo danese, è di seimila ore. Errato, è fissata a 9500 ore. Abbiamo proposto entrambe le versioni del nostro caccia, ma nella valutazione finale è stato inserito soltanto il costo operativo del Super Hornet biposto”.

 

Non avendo i dati alla mano possiamo solo fidarci del fatto che quanto riportato nella nota sia esatto, portando alla conclusione che o vi sia stata disattenzione da parte degli esperti, oppure ad una netta malafede per portare avanti il progetto F-35 anche in Danimarca.

 

Da una parte un aereo dai costi dubbi e che ha promesso molto, forse troppo, senza trovare adeguati riscontri nella realtà, dall'altra piattaforme più tradizionali, non meno performanti, ma che ha alle spalle un background e comprovata affidabilità, oltre a costi chiari e precisi.

 

Vedremo come andrà avanti la storia, infatti il parlamento danese deve ancora prendere una decisione chiara e definitiva. Da parte mia, ed è un'opinione, trovo che sia quantomeno sospetto questa volontà di portare avanti un progetto su cui senza dubbio molti Paesi hanno investito, ma il cui risultato è incerto, motivo per cui i vari ministeri della Difesa dovrebbero quantomeno valutare alternative per non rimanere "a piedi".

 

Ricordo che in questo caso si parla di F-35 "convenzionali", per il quale ci sono valide e moderne alternative, come l'Eurofighter Typhoon, e non le versioni STOVL.

 

 

 

Fonte: Difesa On Line, "F-35, UFFICIALE: ECCO LE MOTIVAZIONI DEL GOVERNO DANESE PER L'ACQUISIZIONE DI 27 JSF"

Difesa On Line, "F-35, DANIMARCA: SCOPPIA LA POLEMICA DEI COSTI GONFIATI, BOEING "VICENDA SCONCERTANTE""

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:ohmy: Un bel pò di problemi per l' F 35, mi par di capire :sad: ! Il sogno di un aereo tuttofare non è una novità. Mi par di ricordare che negli anni "70" gli U.S.A. fallirono un simile tentativo con l' F 111 VIGILANTE che avrebbe dovuto svolgere missioni di bombardamento, caccia e ricognizione.

Il mezzo si rivelò "solo" un ottimo ricognitore.

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:ohmy: Un bel pò di problemi per l' F 35, mi par di capire :sad: ! Il sogno di un aereo tuttofare non è una novità. Mi par di ricordare che negli anni "70" gli U.S.A. fallirono un simile tentativo con l' F 111 VIGILANTE che avrebbe dovuto svolgere missioni di bombardamento, caccia e ricognizione.

Il mezzo si rivelò "solo" un ottimo ricognitore.

 

L'F111 e il Vigilante sono 2 aerei distinti, l'F-111 è denominato Aardvark ed è stato un bombardiere tattico supersonico in servizio presso l'USAF fino al 96, inizialmente pensato anche per l'impiego imbarcato ma quella versione fu subito scartata per via dell'eccessivo peso del velivolo (da qui poi fù avviato il progetto per l'F-14 che sarebbe poi diventato la spina dorsale dell'aviazione di marina imbarcata negli anni a venire).

 

Il progetto "fallito" che intendi tu è l'RC-5 Vigilante, sviluppato negli stessi anni e avente caratteristiche molto molto simili all'F-111 che poi ebbe un futuro solo come ricognitore.

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Grazie, REGIA MARINA! Essendo piuttosto ignorante in materia aereonautica è facile che prenda simili abbagli. Speriamo che gli organi tecnici preposti riescano a risolvere i molti problemi dell' F 35.

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  • 3 weeks later...

Ancora brutte notizie per il programma JSF: secondo le parole del Primo Ministro canadese, riportate da DifesaOnline, "l'F35 non funziona" e, per questo motivo, il Governo intende congelare -almeno fino al 2020- l'acquisto dei previsti 65 caccia in favore di 3 squadriglie di F/A-18 Super Hornet (stimo circa una quarantina di aerei).

 

C'è da dire che il caos in Canda per l'acquisizione degli F-35 è stato tanto, passando anche per una sorta di insabbiamento dei costi, quando Il Dipartimento della difesa nazionale canadese sostenne che il programma sarebbe costato complessivamente 14,7 miliardi di dollari, salvo poi essere smentito dalla cifra reale di 29 miliardi di dollari per tutti i 65 caccia. Ora il partito liberale cavalca anche l'onda della figuraccia degli avversari (non hanno tutti i torti).

 

Potremmo dire che a noi importa poco, ma non è così: l’uscita del Canada, o congelamento dell'acquisto fino al 2020, comporterà un aumento di circa 1 milione di dollari per ogni esemplare acquistato dai rimanenti partner (tra i quali anche l'Italia, chiaramente).

 

Lo sviluppo dell'F-35 si dovrebbe concludere nel 2017, ma è solo un primo passo in quanto i partner in gioco dovranno assorbire anche la quota del Canada (2,1%) per i costi di sostentamento e di modernizzazione (e serviranno tutti, a giudicare dalle mancanze attuali del caccia).

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Un vero buco nero di costi questo aereo

 

Ancora brutte notizie per il programma JSF: secondo le parole del Primo Ministro canadese, riportate da DifesaOnline, "l'F35 non funziona" e, per questo motivo, il Governo intende congelare -almeno fino al 2020- l'acquisto dei previsti 65 caccia in favore di 3 squadriglie di F/A-18 Super Hornet (stimo circa una quarantina di aerei).

 

C'è da dire che il caos in Canda per l'acquisizione degli F-35 è stato tanto, passando anche per una sorta di insabbiamento dei costi, quando Il Dipartimento della difesa nazionale canadese sostenne che il programma sarebbe costato complessivamente 14,7 miliardi di dollari, salvo poi essere smentito dalla cifra reale di 29 miliardi di dollari per tutti i 65 caccia. Ora il partito liberale cavalca anche l'onda della figuraccia degli avversari (non hanno tutti i torti).

 

Potremmo dire che a noi importa poco, ma non è così: l’uscita del Canada, o congelamento dell'acquisto fino al 2020, comporterà un aumento di circa 1 milione di dollari per ogni esemplare acquistato dai rimanenti partner (tra i quali anche l'Italia, chiaramente).

 

Lo sviluppo dell'F-35 si dovrebbe concludere nel 2017, ma è solo un primo passo in quanto i partner in gioco dovranno assorbire anche la quota del Canada (2,1%) per i costi di sostentamento e di modernizzazione (e serviranno tutti, a giudicare dalle mancanze attuali del caccia).

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  • 1 month later...
  • 6 months later...

Arriva un nuovo lotto e il costo si riduce ancora (-60% rispetto al primo).

http://www.occhidellaguerra.it/21112-2/

 

In realtà la cosa è un po' più complessa e nebulosa, l'articolo è (volutamente o meno) generico e poco specifico: tanto per cominciare, non viene specificato se il costo ridotto è inteso solo per gli USA o anche per i partner internazionali....anzi, l'impressione è che le cifre siano riferite solo agli Stati Uniti.

In secondo luogo non è chiaro se nel costo ridotto sono compresi tutti gli aggiornamenti, indispensabili per avere degli aerei competitivi con le minacce incombenti cinesi e russe. L'alternativa è di avere F35 di serie A e B (quand'anche non C).

 

Insomma, articoli come quelli di Occhi Della Guerra trovano un po' il tempo che trovano.

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Sul progetto F-35 (in tutte le sue varianti) sembra che al momento stia pesando un certo giudizio negativo da parte della nuova amministrazione Trump.

Staremo a vedere se questa nuova spada di damocle sulla testa del progetto causi ancora degli ennesimi ritardi sul suo completamento.

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Sul progetto F-35 (in tutte le sue varianti) sembra che al momento stia pesando un certo giudizio negativo da parte della nuova amministrazione Trump.

Staremo a vedere se questa nuova spada di damocle sulla testa del progetto causi ancora degli ennesimi ritardi sul suo completamento.

 

Dubito che il Presidente USA andrà a tagliare una commessa Made in USA, più probabile che minacci per ricavare una scontistica di qualche genere

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