Spark Inviato 27 Febbraio, 2016 Segnala Share Inviato 27 Febbraio, 2016 (modificato) http://www.combinedfleet.com/baddest.htm Ho scovato l'articolo ieri su combinedfleet.com (e mi pare che sul forum non ci sia nulla a riguardo), che ne pensate? Questo genere di paragoni mi lascia solitamente molto indifferente, tuttavia l'autore in questo caso non è alla sua prima esperienza e considerando l'affidabilità del sito ho voluto dargli una possibilità e leggere fino alla fine. Comunque sia, il basso punteggio della Vittorio Veneto sotto alcuni aspetti mi perplime non poco, specie se rapportato a quello della Bismarck. In particolare: http://www.combinedfleet.com/b_guns.htm Sebbene sia precisato che The Italian 15"/50 was an enormously potent weapon from a raw power perspective, but it sacrificed a lot in order to achieve that performance, and had decidedly inferior shells. I should note, though, that I am still investigating this particular gun and her shells in more detail; the information available on her shells is rather spotty. (ma la questione relativa al munizionamento non mi pare sia precisato quanto influisca) Anche altrove sorgono perplessità, scrollando le varie schede. Credo che francamente il "punteggio" finale non renda giustizia all'unità italiana. A mio avviso, inoltre, le varie specifiche avrebbero dovuto essere rese proporzionali al dislocamento, che necessariamente influisce direttamente su molti altri aspetti (mentre al dislocamento è semplicemente assegnato un valore in una delle tante schede, valore discutibile tra l'altro). Modificato 27 Febbraio, 2016 da Spark Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Secondo Marchetti Inviato 28 Febbraio, 2016 Segnala Share Inviato 28 Febbraio, 2016 Si tratta di un articolo redatto a partire da alcuni dati e da molta supposizione, per non dire suggestione; non bisogna attribuirgli alcun valore documentale. Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
PELLICANO Inviato 28 Febbraio, 2016 Segnala Share Inviato 28 Febbraio, 2016 Al di la delle valutazioni meccaniche e costruttive del cannone (non valgono solo il ritmo di fuoco e/o le caratteristiche balistiche ma anche dati quali l' usura della canna ecc ecc) è innegabile che il grande problema delle artiglierie navali italiane, di tutti i calibri, esasperatamente sui grosso calibri, fosse il munizionamento. La critica maggiore e più conosciuta riguarda la mancanza di munizionamento a vampa ridotta per il tiro notturno, ma la scarsa qualità ed omogeneità delle cariche (causate da uno scarso controllo di qualità a monte) portava a notevoli dispersioni del tiro, e quindi alla poca efficacia delle salve E' un argomento su cui si "sorvola" molto ma le pressioni dei gruppi industriali (e non solo in questo campo) portarono a far accettare lotti di munizionamento che non avrebbero dovuto neppure essere presentati alla prove di accettazione Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
PELLICANO Inviato 29 Febbraio, 2016 Segnala Share Inviato 29 Febbraio, 2016 ieri non ho avuto tempo di entrare in una considerazione, molto nota - almeno fino ad una certa epoca, in Marina. Tanto il Regio Esercito come la Regia Marina alla fine della 1^ Gm incorporarono molti mezzi (o navi) come preda bellica . Per quanto riguarda le navi (ma credo valga anche per l' Esercito) insieme alle artiglierie si acquisirono notevoli quantità di munizionamento originale: fino a che si continuò ad utilizzare il munizionamento originale il tiro navale risultò molto centrato ed efficace; come si sa il munizionamento ha scadenza, e quando non fu più possibile usare quello originale nei depositi ripassò alla produzione nazionale: la situazione muto radicalmente, e fu il primo sintomo per la regia Marina delle deficienze delle forniture navali. La dispersione delle salve, dispersione che ovviamente comprende anche la gittata, fu la piaga di ogni azione navale, ed anche del tiro contraereo. Era praticamente impossibile, per le dispersioni delle salve, aggiustare il tiro, soprattutto quello navale per la produzione nazionale si adottarono standards (specifiche) di accettazione molto più blande (o più compiacenti) di quelle in uso all' estero, sia per le cariche sia per le tolleranze sui proiettili, i risultati sono noti .. La qualità dei mezzi dipendente dalla rigidità di applicazione delle norme (e specifiche di fornitura). La piaga del munizionamento non permise mai di valutare a fondo la qualità delle artiglierie italiane ( per le quali si ricercava una velocità elevata alla bocca, spesso maggiore di quella che vigeva in altre marine, ulteriore fattore di instabilità oltre che di maggior usura). Si valuta in generale che la "meccanica" delle nostre artiglierie fosse buona, ma esistevano fortissimi problemi sui materiali, per cui un elemento da prendere in considerazione è l' usura e la durata massima (n. dei colpi separabili a carica completa). E' ovvio che l' usura delle canne produce dispersione, che si sommava nel caso in esame, all' inaffidabilità del munizionamento. Un problema collaterale sulla precisione del tiro navale, e del tiro antiaereo in particolare, riguardava poi la totale assenza di centraline girostabilizzate come erano invece già in uso presso i nostri avversari. Altro problema per i nostri cannoni in affusti multipli fu la scelta, soprattutto per ragioni di peso, della culla unica, binata ed anche trinata, scelta che veniva altamente penalizzata dalla' inaffidabilità del munizionamento e dalla difficoltosa selezione per l' aggiustamento del tiro). Ultimo cenno: il tiro antiaereo: esistevano grosse limitazioni di alzo delle nostre artiglierie, anche per medi piccoli calibri: questo era noto ai nostri avversari che potevano essere in zona sicura (esplorazione, ricognizione e bombardamento in quota) mantenendosi sopra i 5000 mt di quota: questa deficienza fu sicuramente sfruttata nell' attacco alla Roma Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
R.N. Roma Inviato 14 Maggio, 2016 Segnala Share Inviato 14 Maggio, 2016 E' vero quanto detto fin'ora... ma oserei dire una cosa, prima dell'affondamento del Roma i bombardieri attaccavano da quote pù basse e con un angolo di 45°, mentre la bomba fritz (che fù testata per la prima volta appunto sul Roma e sul Littorio) veniva sganciata ad un angolo di quasi 90° (impossibile brandeggiare le AA a quelle angolazioni) esopratutto, essendo radio guidata non necessitava di regolazioni di quota, spolette, ecc, quindi il bombariere poteva sganciare anche da 5000mt di quota (sapendo che l'antiaerea li non c'arrivava).Difatti all'epoca la maggior parte dei bombardamenti aereo navali venivano effettuati con bombe tradizionali e incendiarie, e fino ad allora il peggior nemico delle corazzate non veniva dal cielo ma da sotto la linea di galleggiamento.Diciamoci la verità, la fritz, i V2, i ME262... i tedeschi hanno rivoluzionato il mondo, gli armamenti ed il modo di fare le guerre.Per quanto rigurda la tabella: Specialmente quello navale ed aereo erano campi che durante la 2GM hanno visto il loro più rapido sviluppo (pensiamo che negli anni 20 c'erano aerei di legno\tela che raggiungevano i 100km\h per arrivare 20 anni dopo al Carponi o i ME262 a reazione che raggiungevano gli 8-900km\h); paragonare una corazzata impostata nel 1934 ad una di diec'anni dopo, a mio modesto parere, è come paragonare un mercedes anni 90 con un moderno classe A.Poi, sti esperti di corazzate stranieri.... facciano loro.... Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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