Zailan Inviato 23 Novembre, 2015 Segnala Share Inviato 23 Novembre, 2015 Volevo avere maggiori informazioni sul “super-mas” Stefano Turr e sul Mas 437. Non ho trovato nulla sul sito e solo cenni alle due unita' nei libri che possiedo. Allora, so già che la Stefano Turr fu costruita in “Aclad” uno speciale alluminio fornito dal Canada, nel 1936. Era lunga 32 metri per 62-68 tonnellate di stazza. Disponeva di 4 motori Fiat v1616, 16 cilindri diesel, per 3000cv complessivi (ergo 750cv l'uno). Non raggiunse mai i 34/35 nodi previsti, ma solo 31,6 in prova e 30 nell'uso normale. Era armata con 2 mitragliatrici Breda da 13,2 e una da 6,5, più 4 siluri da 450. Entrò in servizio nel 1939, dopo che i motori diesel erano stati rimandati in fabbrica a causa dei continui guasti. Il 27 luglio 1941, visto il perdurare dei guasti, uniti a problemi di corrosione dello scafo, l'unità venne radiata. Secondo il libro di Fraccaroli (Italian warships of WWII), nel 1939 si era parlato di sostituire i motori diesel coi più affidabili Isotta Fraschini. Qualcuno sa qualcosa di più della sua vita operativa? E in particolare, com'erano le sue qualità nautiche, specie in confronto con le ottime Schnellboote ex-jugoslave? Collegato a questo argomento, è quello del Mas 437, primo prototipo di Mas diesel, che montava lo stesso motore della Stefano Turr. Costruito nel 1934, fu catturato dai tedeschi e rinominato S625, finendo distrutto nel 1944 da un bombardamento aereo. Di questa unità non ho trovato nient'altro, che velocità aveva? Autonomia? Possibile che fosse ancora attiva nel 1943 dopo tutti i problemi che aveva avuto il Stefano Turr? O, com'è più probabile, il motore era stato sostituito con un Isotta-Fraschini? Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
danilo43* Inviato 23 Novembre, 2015 Segnala Share Inviato 23 Novembre, 2015 (modificato) Nel testo di E. Bagnasco M.A.S. e mezzi d'assalto di superficie italiani, USMM 2002, lo Stefano Turr viene definito mototorpediniera e vi è solo qualche accenno; non è trattato nemmeno nel tomo dell'amm. Pollina Le torpediniere italiane, USMM 1992. Ben diverso per quanto riguarda la serie di MAS velocissimi antisommergibile tipo S.V.A.N. ed in particolare il 437 che nel testo sopraindicato sono accuratamente descritti, caratteristiche tecniche e operatività. Per motivi di copyright preferirei inviarti le pagine relative per mail, se mi vuoi contattare. Ti anticipo che il 437 raggiunse alle prove la velocità massima di 41,7 nodi, con dislocamento di 19 t. a 1800 giri dei motori. L'autonomia alla massima velocità fu calcolata nell'ordine delle 100 miglia. Ben presto i motori V 1616 rivelarono notevoli deficienze di funzionamento, per cui dovettero venir sbarcati e sottoposti ad importanti modifiche. In seguito l'esercizio di tali motori migliorò sensibilmente, tanto che ne fu tentato l'impiego anche su altre unità come la mototorpediniera Stefano Turr. Tuttavia i risultati ottenuti col MAS 437 non poterono più essere ottenuti per varie cause e l'uso di tali motori non ebbe seguito, nonostante tutti i tentativi per assicurarne un affidabile funzionamento. Nell'ottobre 1940, presso l'Arsenale di Messina, il MAS 437 venne sottoposto ad importanti lavori di ripristino durante i quali furono revisionati i motori .... Alle prove in mare effettuate dopo i lavori la velocità massima si aggirò sui 30 nodi e la massima autonomia risultò di 160 miglia a 27 nodi (consumo orario 225 Kg di gasolio) ...... Il MAS 437 alle proe a Venezia nel novembre 1934 Modificato 23 Novembre, 2015 da danilo43 Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
MAS 16 Inviato 24 Novembre, 2015 Segnala Share Inviato 24 Novembre, 2015 Ecco la mototorpediniera Stefano Turr: Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
F21 Inviato 24 Novembre, 2015 Segnala Share Inviato 24 Novembre, 2015 A Napoli pronta per una rivista navale. Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Zailan Inviato 23 Marzo, 2016 Autore Segnala Share Inviato 23 Marzo, 2016 (modificato) Visto che nessuno sapeva nulla su questa unità, ho cominciato a fare delle ricerche. Sono così incappato su un articolo russo, pubblicato dalla rivista “Морская кампания”. Per poterlo leggere, l'ho dovuto dapprima passare sull'OCR, con i suoi inevitabili errori, e poi sul traduttore di Google. La traduzione in Italiano era incomprensibile, quella inglese era accettabile, ma sfortunatamente contiene degli errori proprio in alcune parti cruciali (quelle più tecniche) con alcune parole non tradotte o di diverso contesto. A tutto ciò dovete aggiungere i miei errori, visto che non sono pratico di termini navali. Ovviamente, si tratta solo di un sunto/traduzione libera. Il nome dell'autore non era identificabile tramite l'OCR, usando la tabella dei caratteri cirillici ho tradotto S.V. Patyanin o Patianin: Negli anni '30, l'Italia è uno dei pochi paesi che conserva una flotta Mas. Questa flotta è però composta da imbarcazioni di piccolo dislocamento, veloci, ma di corto raggio, con poca propensione a tenere il mare e scarsa stabilità in combattimento. Nel 1934 la Regia Marina sentì pertanto l'esigenza di naviglio di dislocamento maggiore, circa 50t per 30m, che poteva essere usato sia per il siluramento, sia per compiti antisommergibili che per la posa delle mine. Questo naviglio avrebbe potuto operare a notevole distanza dalle basi, indipendentemente dalle condizioni meteo, pur costando meno del relativo naviglio specializzato, sia per la costruzione che per il mantenimento, oltre ad essere riproducibile in larga scala. Il progetto venne affidato alla Baglietto: l'unità venne identificata come Mototorpediniera e non come MAS, evidenziando ulteriormente la differenza di compiti tra queste classi. Il progetto prevedeva un'unità di 51,5 t standard, 68 a pieno carico, con una lunghezza di 32 m, larghezza di 5,25, pescaggio di 0,667. L'armamento previsto era di 4 siluri da 450m, 2 mitragliatrici Breda da 13,2, una da 6,5, due lanciatori per 6 bombe di profondità da 50kg, due ricevitori sonar tipo C (!!! forse voleva dire IDROFONI, ndr). L'unità era mossa da 4 motori diesel Fiat V1616 da 3000 cv complessivi, più un motore ausiliario a benzina Fiat J-108 da 13cv. La riserva di carburante era di 10t normale, 16t max, più 500kg di lubrificante o 1500kg al massimo carico. L'autonomia stimata era di non meno di 2000 miglia a 15 nodi e velocità max non inferiore a 35 nodi. Il progetto di Baglietto prevedeva uno scafo a V, che si apriva fino a 110º nel fondo. Per garantire robustezza strutturale e al contempo leggerezza, lo scafo sarebbe stato costruito in alluminio. Altra grande innovazione sarebbe stato l'uso di motori diesel. Va notato che, prima degli Italiani, a quell'epoca nessuno (tranne forse la Germania) aveva esperienza sulla costruzione di imbarcazioni veloci con motori Diesel. L'unica unità, il Mas 437, dotato di due diesel Fiat v1616, alla fine del 1934 stava ancora completando le prove a mare. Purtroppo, non c'era altra scelta, poiché i normali motori a benzina non avrebbero permesso l'autonomia richiesta. Il progetto Baglietto venne così approvato e, il 27 maggio 1935, venne iscritto nelle liste della Regia Marina come “Stefano Turr”. A giugno, cominciò la costruzione presso la C.M.A. «Costruzioni Meccaniche Aeronautiche S.A. a Marina di Pisa. Il materiale per la costruzione fu fornito dalla "Canadian Aluminum Corporation". La costruzione fu abbastanza spedita e il 9 maggio 1936 la “Stefano Turr” discese in mare pronta per le prime prove. La particolare costruzione permetteva un doppio fondo lungo tutta la lunghezza della scafo. Il materiale usato era l'Aclad, con una forza tensionale di 38-40kg al cm² e un relativo allungamento del 15-20%. I fogli avevano una superficie pressoché piatta, al fine di facilitarne la costruzione, in caso di guerra, da parte di cantieri minori, ed erano uniti con rivetti di duralluminio aeronautico. I compartimenti stagni erano collocati nelle sezioni 8, 11, 15, 29, 40, 48 e 57, e condividevano la divisione dello scafo in 8 compartimenti. Il primo era costituito dalla prua e dal pozzo dell'ancora. Il secondo era il deposito delle munizioni, il terzo il magazzino. Il quarto, il più grande, comprendeva il quadrato ufficiali, quello sottufficiali, la cabina del comandante e del secondo, quella ufficiali e sottufficiali. Nel quinto e sesto erano collocati i quattro motori diesel e il deposito del carburante ausiliario. Nel settimo c'erano gli alloggi dell'equipaggio che, a differenza degli ufficiali, dormiva su semplici amache. Nell'ottavo c'erano i depositi di carburante e acqua. Per diminuire la forza d'impatto dell'onda, a metà scafo c'era un gradino di 0,5 m. Gli Italiani rimasero fedeli a se stessi, creando una plancia chiusa, al contrario degli altri paesi che preferivano una plancia aperta per le motosiluranti. L'armamento definitivo vedeva 2 mitragliatrici da 13,2 su affusto fisso, una da 6,5 mobile, 12 bombe da 50kg e 4 siluri da 450mm, pesanti 860kg, con una testata di 200kg, capaci di 46 nodi con un raggio di 4000m. Il motore diesel Fiat V1616 aveva superato a stento i test di durata al banco. Era un 16 cilindri a V a semplice azione, con cilindri di 160mm di diametro e corsa al pistone di 180mm. Avviamento ad aria compressa. Ogni diesel raggiungeva la potenza massima di 750 cv a 1800 giri al minuto. Due dei motori, quelli più esterni, avevano la marcia reversibile. Il motore ausiliario Fiat J-108 a benzina funzionava da generatore. L'equipaggio era di 16 persone, 2 ufficiali, 4 sottufficiali e 10 marinai. La mototorpediniera era stata dipinta in grigio cenerino chiaro e grigio scuro nelle parti immerse. Codice di identificazione era “TU”. Nei test del giugno-agosto 1936, la Turr fallì nel raggiungere la velocità prevista, il miglior risultato furono 34,62 nodi con un dislocamento di 49t. A pieno carico, la velocità massima fu di soli 30-32 nodi. Visti i continui problemi ai motori, in settembre il programma di prove fu sospeso e i motori rinviati alla Fiat per una completa revisione e dei possibili miglioramenti. Nell'aprile del 1937, i motori furono reinstallati, ma le nuove prove portarono a numerosi malfunzionamenti, (in particolare le frequenti rotture provocarono delle fratture dell'albero motore). I motori furono quindi nuovamente rinviati alla Fiat. In attesa del loro ritorno, furono effettuati dei miglioramenti all'imbarcazione, specie nella prua (qualcosa riguardante l'ancora e gli spruzzi, ma non è chiaro). I motori tornarono solo nell'aprile del 1938. La Turr fu quindi inviata a La Spezia per delle prove che continuarono sino a novembre. Fu quindi accertata la reale autonomia dell'unità. Con 10t, a 25 nodi, la Turr passava le 750 miglia con tutti e quattro i motori accesi, con un consumo di 13,33 kg per miglio. A pieno carico di nafta (16t), superava le 1145 miglia con 17,9 nodi e quattro motori, o 1582 miglia a 13,6 nodi e due motori o 3800 nodi a 6,6 nodi e un solo motore. Il 9 gennaio 1939 la vedetta “Stefano Turr” fu ufficialmente inclusa nella Regia Marina e unita alla 1ª flottiglia MAS, distretto navale del Tirreno settentrionale. La Spezia divenne la sede dell'unità. Nel corso del 1939, la Turr partecipò a numerosi esperimenti sull'uso dei siluri e sulla posa delle mine, durante i quali furono numerosi i guasti ai motori. Inoltre, si accertarono dei seri problemi di corrosione che costrinsero la Turr a ritornare alla base senza compiti operativi. La Turr non partecipò a operazioni di guerra, evidenziando il totale fallimento del progetto. Nell'aprile del 1941, gli Italiani catturarono in Yugoslavia 6 motosiluranti tedesche, subito incluse nella flotta. Benché simili in dislocamento, questi trofei di guerra superavano l'analoga unità italiana in tutti i parametri, velocità, armamento, autonomia e tenuta del mare, tanto da essere riprodotte dai cantieri italiani. Di conseguenza, nel luglio del 1941 la Turr fu radiata. Rimase abbandonata nell'arsenale di La Spezia, fino a quando fu demolita nel 1947-48. L'esperienza della IIGM dimostrò che questo tipo di unità era superiore alle più leggere Mas. Il progetto della Turr fu un passo nella direzione giusta, ma fallì a causa dei materiali di costruzione, soggetti ad una eccessiva corrosione dell'acqua marina e dei motori inaffidabili. Per la stessa ragione, non andò avanti un altro progetto, proposto nel 1938, di una imbarcazioni di 50 t, dotato di motori Isotta Fraschini Asso 1000. Il progetto, proposto alla marina Spagnola nel 1940, fallì poco prima della firma del contratto. Modificato 23 Marzo, 2016 da Zailan Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Totiano* Inviato 23 Marzo, 2016 Segnala Share Inviato 23 Marzo, 2016 Grazie Zailan, eccellente contributo! non credevo che anche i russi si interessassero a questa imbarcazione Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
F21 Inviato 23 Marzo, 2016 Segnala Share Inviato 23 Marzo, 2016 Sui siti russi ho trovato sempre articoli e foto interessanti. Le tabelle ed i database (specialmente delle unità minori ed ausiliari) presenti in lingua russa sono insuperabili. Generalmente il traduttore di Google restituisce buoni risultati in lingua italiana. Ciao Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Zailan Inviato 23 Marzo, 2016 Autore Segnala Share Inviato 23 Marzo, 2016 Questo se il testo e' gia' disponibile in un formato di videoscrittura, non in foto. Come ho detto ho dovuto usare dapprima un OCR (cioe' un programma che riconosce i caratteri). Questa operazione comporta sempre qualche errore (esempio 0 per o, I o L ecc... piu' gli accenti). Quando si passa un testo italiano o inglese, la correzione e' semplice (poiche' conosco bene entrambe le lingue), ma non capendo nulla di russo mi sono dovuto affidare solo ad una comparazione ottica, alcuni errori poi, non era possibile correggerli con la tastiera (es. a e o) perche' venivano individuati come caratteri occidentali e non russi (quindi, copia e incolla). Google poi fa errori a sua volta. Posto qui le due traduzioni: Allo stesso tempo, rispettoNIJ con distruttori o specializzatigovernativa barca navi anti -sommergibileSi rimarrebbe sostanzialmente più conveniente incostruzione e funzionamento , e potrebbecostruita in grandi quantità .Secondo la guida rilasciata dalla Marina spe-ficazione famose costruzioni italianetoro Vittorio Bapetto sviluppato un progettobarche novogodlya classi di tipo Reggia Marinariclassificato come At the same time , compared NIJ with destroyers or specialized governmental anti-submarine ships boat It would remain substantially cheaper in construction and operation, and could built in large quantities . According to the guidance issued by the Navy spe- fication famous Italian constructions torus Vittorio Bapetto developed a draft boats novogodlya Reggia Marina type classes reclassified as Mi pare che la traduzione inglese sia piu' comprensibile. Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
mircomar Inviato 15 Ottobre, 2019 Segnala Share Inviato 15 Ottobre, 2019 Secondo voi dove è stata scattata? Citare Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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