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Cannoniera Austriaca Bodrog Ww1 Ritrovata Galleggiante


bussolino

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DA BASE ARTICA, MARCO

 

da un articolo tutto pagina con foto del giornle di vicenza del 28.07.2014 e altri giornali italiani:

scoperta a belgrado il relitto del Bodrog, cannoniera della flottiglia austro-ungarica sul danubio. Sparò dal fiume sulla serbia i primi colpi della guerra.

 

http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/ricerca?tags=cannoniere

 

http://notizie2.it/notizie/relitto-nave-bodrog-nessun-recupero

 

se qualcuno mi spiega come mettere le foto sul topik .....sarebbe grand cosa !!!!

 

saluti marco

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Lo aveva segnalato qualche mese fa proprio "Il Piccolo" di Trieste. Avevo inviato l'articolo ed una decina di foto, attuali e storiche, agli amici della Marine Verband di Vienna. Il presidente col. Karl Skrivanek sta preparando un servizio per il giornale dell'associazione Die Flagge.

Controllerò se il link è ancora attivo, eventualmente posso girare qualche foto, se mancante.

EDIT: scusami Marco, ho visto che hai già citato il link del Piccolo del 20 e 21 marzo, è ancora agibile e completo delle foto.

Modificato da danilo43
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E' interessante l'articolo del Piccolo, corredato da ben 16 foto. La cannoniera non è stata ritrovata, era ben conosciuta e da tempo trasformata in draga aspirante: operativa fino a poco tempo fa. Non presenta quasi traccia di corrosione. Lamiere d'altri tempi e potenza dell'acqua dolce !!!

Spero di fare cosa gradita e di non occupare troppo spazio, riportando l'articolo in chiaro.

 

Il Piccolo di Trieste 21 marzo 2014

Dimenticata sotto un ponte la cannoniera

Bodrog Inaugurò la Grande guerra

In Serbia, vicino a Pancevo, galleggia in rovina sul Danubio la nave che nella notte tra il 28 e il 29

luglio 1914 fece fuoco su Belgrado: furono i primi colpi del conflitto mondiale

di Stefano Giantin

• Il relitto arrugginito e le immagini d'epoca

Alla tetra kavana “Radak”, sulla penisola all’estrema periferia di Belgrado chiamata Ada Huja,

desolata landa tra fabbriche dismesse e discariche popolata da branchi di rabbiosi cani randagi, la

richiesta d’aiuto è accolta con sorrisi ironici e diffidenza. «Ne sapete qualcosa? L’ultima volta è

stata avvistata qui attorno, ci sono le foto satellitari», si chiede mostrando le immagini da Google

Maps sul telefonino al pugno di avventori che alle dieci di mattina sono alle prese con il loro primo

mezzo litro di “Jelen pivo”. La risposta è a sua volta una domanda, farfugliata. «Non è che sei una

spia?», controbattono dopo aver isolato le parole «nave» e «satellite».

No, non ne sanno nulla i clienti del Radak, non ne sanno nulla come mezza Serbia. Solo uno dei

cinque, Milovan, pensionato-pescatore a tempo pieno, la tuta blu impregnata dell’odore del “fis

paprikas”, la zuppa di pesce di fiume, assicura di averne sentito parlare, di averla forse vista tempo

prima lì vicino, ma non ne è certo.

Non sono un’eccezione, gli habitué della piccola osteria sul “Dunav”. A Belgrado, malgrado

qualche giornale e tv ne abbia parlato nel corso degli anni senza scatenare chissà quale curiosità,

sono ancora in pochi a sapere che sul grande fiume, sul Danubio, c’è un tesoro raro e inestimabile.

Un tesoro abbandonato all’incuria. Sul Danubio, da qualche parte ma non più ad Ada Huja, è infatti

attraccata la nave che ha sparato i primissimi colpi della Grande Guerra, il “Bodrog”, cannoniera

fluviale austroungarica, punta di diamante della “Donau Flottille”, temutissima flottiglia imperiale

che monitorava il Danubio durante il conflitto.

Per ritrovarla, bisogna armarsi di pazienza e sperare nella fortuna. Da qualche altra parte, in un’altra

nazione con più risorse e maggior attenzione alla propria storia, sarebbe tutto più semplice.

Probabilmente la nave sarebbe già da decenni un museo galleggiante, attrazione di prim’ordine per

storici e turisti. Qui in Serbia bisogna invece contare sul destino. E incontrare per caso, sempre a

ridosso del fiume, Mladjo, originario di Raska, cittadina a un tiro di schioppo dal Kosovo, emigrato

nella metropoli per lavorare per poche migliaia di dinari come guardiano notturno, ex veterano «di

due guerre».

«Ero imbarcato su una nave militare davanti alle coste del Montenegro» quando la Jugoslavia stava

implodendo, racconta. «Ho combattuto anche dalle parti di Drenica», in Kosovo, e tronca lì il

discorso. Di guerre e vascelli, dunque, se ne deve intendere. Il Bodrog? Mladjo sa cos’è, s’informa

con un paio di amici, scopre dove si trova. «L’hanno spostato», conferma poi, «sta dopo il ponte di

Pancevo, ti ci porto io».

E allora via, in auto, si va veloci per raggiungere la cannoniera che la notte tra il 28 e il 29 luglio

1914 fece fuoco su Belgrado assieme alle gemelle “Szamos” e “Temes”, ma che secondo alcuni

storici già il 26 era entrata in azione catturando tre natanti militari serbi nei pressi di Kostolac. Si

taglia per l’estesa bidonville dove sopravvivono i rom sfollati dal Kosovo dopo la guerra del 1999,

tra pozzanghere, fango, baracche, tonnellate di immondizia e sacchetti di plastica. Si prende poi il

“Pancevacki”, malandato ponte stradale e ferroviario in ferro che porta verso i fumi delle raffinerie

e delle industrie di Pancevo. Si passa poi per Borca, cent’anni fa villaggio in Austria-Ungheria, oggi

una città dispersa oltre il grande fiume, 50mila abitanti e più che guardano dall’altra riva del

Danubio l’estesa Belgrado. E alla fine il «Monitorschiff der K.u.K. Marine Bodrog» è proprio lì,

sulla riva sinistra dietro le ultime case, mal assicurata con un cavo di ferro a un albero che spunta tra

le distese di ghiaia in una cava, dove marinai e braccianti la usano come pontile per le operazioni di

carico e scarico.

Che fine ingloriosa, per il monitore Bodrog, ordinato da Vienna nel 1903 e consegnato l’anno dopo

dai cantieri “Danubius-Schoenichen-Hartmann vereinigte Schiff und Maschinenbau A.G.” di

Budapest. Nessuna segnalazione, nessun cippo o lapide, niente che racconti la storia del natante,

solo l’obbligatoria targa con i numeri d’identificazione, NS-P-925A, dipinti a mano sulle pareti di

quella che fu la tuga, cabina dai muri scrostati, ragnatele attaccate agli oblò senza vetri. Lo scafo

però ancora regge bene, anche se tutto il resto o quasi si è perso in cent’anni.

Sul lungo ponte nulla è rimasto di quello che ancora si può osservare nelle foto d’epoca. Mancano il

fumaiolo, le torri cilindriche da cui uscivano i cannoncini Skoda, di cui però rimangono ancora

visibili le basi, il mortaio, la postazione per la mitragliatrice, la torre di vedetta da cui i marinai di

Francesco Giuseppe la notte prima della guerra, ultima notte di pace in Europa, osservavano la

Belgrado da castigare. E finite chissà dove anche le caldaie. Rimane invece a prua la vecchia

àncora, riprodotta nelle foto in bianco e nero. Una delle sue marre punta verso la città, un’altra

osserva il Danubio che fu assieme alla Drina il primo vero fronte della Grande Guerra. E l’occhio

più attento, sulle fiancate, potrà individuare anche i sei oblò, sigillati con metallo saldato.

Fine disonorevole per il Bodrog? Forse no, visto che tuttora galleggia dopo una vita densa

d’avventure, ossidato ma con la chiglia d’acciaio al nickel ancora integra. Bodrog che, dopo aver

dato il “la” alla Grande Guerra, venne danneggiato nel 1915, riparato e rimesso in servizio nel 1916.

Nel 1918, dopo la sconfitta degli Imperi centrali, fu assegnato nel 1920 alla marina della neonata

Jugoslavia, che ne mutò il nome in “Sava”. Ma le guerre, per l’ex Bodrog, non erano finite. Nel

1941, dopo la trasformazione in nave anti-aerea, venne affondato dal suo equipaggio perché non

cadesse nelle mani dell’invasore nazista. Riportato a galla, fu poi usato dagli ustascia croati fino al

nuovo affondamento del 1944, a Slavonski Brod. Poi, il ritorno della pace, altri due decenni di

servizio nella Jugoslavia socialista, la “pensione” nel 1962, la vendita a un privato che utilizzò la

nave come magazzino.

Infine, decenni di oblio, scanditi dalle tante promesse mai mantenute di un rapido restauro con soldi

pubblici per rimettere in sesto la suggestiva nave. Un relitto, carico di storia, che merita molto di più

di un posto sotto il Pancevacki most.

Modificato da danilo43
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da base artica, marco

 

 

modello RC 1:35 della cannoniera :

http://www.u-boot-net.de/phpBB/viewtopic.php?f=11&t=1274

 

non vorrei essere troppo di parte, ma:

 

la Serbia ha avuto e in parte continua ad avere una storia molto travagliata.

è difficile per un paese che non riesce a trovare pace e un po di proprerità sociale

si occuparsi di questioni legate al passato, magari anche non proprio direttamente sue.

 

Le necessità della gente di strada sono troppo lontane dai ricordi di ideali o di storia.

Quando un popolo si sente messo da parte magari ingiustamente,

da una comunità straniera che dice di essere rappresente di giustizia e libertà (nato e usa),

allora non ci si può assolutamente aspettare che abbia tempo o risorse per questioni

non legate alla propria soppravivenza.

 

il "mondo Civile ???" deve smettere di porsi come garante dei diritti e doveri degli altri

se a sua volta il tutto è solo una copertura di falsità x scopi di lucro e potere propri.

 

quale diritto hanno certi a giudicare altri ?? sono essi veramente estranei alle disgrazie in merito??

prendendo in argomento i voli civili su zone di guerra, chi veramente punta il fucile sui civili o loro mezzi?

sparare non è mai stato il problema, ma il portare gli altri a farlo; Li risiede la colpa dei "paesi democratici civili".

Libia, ora che vi è il caos, chi è veramnte è colpevole "per aver portato a tale situazione?"

e che si intende fare da parte dei paesi civili, dopo che loro hanno portato con armi e pressioni ecconomiche la forma democratica attuale?

 

chiudo discussione x non uscire dal tema del topik.

tristemente marco

Modificato da bussolino
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beh, caro Bussolino, un topiC in cui discutere di massimi sistemi geopolitici ci sta già... ed è fermo per tua latitanza :wink:

 

Saluti,

dott. Piergiorgio.

 

da base artica, marco

ma qui in veneto lo sanno cosa sia il sole e il bel tempo.

con le bombe d'acqua che ci sono di continuo, altro che la laguna veneta, stiamo diivenendo un mare veneto.

 

be... tornando a topiC geopolitico, caro Dott Piergiorgio,

al momento viaggi a parte,

debbo prima rientrare in un ordine di meglio equilibrio emozionale,

poiche al momento tra ciò che vedo nel nostro paese e ciò che viene "spinto" dai nostri "alleati",

avrei una gran voglia di far domanda per la prima missione sulla ...luna.

 

percio carissimo, abbi pazienza, e dammi l'ago della bilancia.

 

salutoni marco

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Avrò pazienza, ma ti invito a tenere fermo in mente che è almeno dai giorni di Guadalajara che all' estero sfruttano e abusano della tendenza nazionale al disfattismo e facile demoralizzazione per tenere sotto l' Italia, o meglio, Roma, quindi ti invito cortesemente ma fermamente a non cadere in queste trappole.

 

Saluti, e a leggerci presto,

dott. Piergiorgio.

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