Vai al contenuto

La Marina Militare Italiana Dal 1971 Al 1980


BUFFOLUTO

Messaggi raccomandati

Armi navali periodo 1971-1980

 

Missile superficie-aria RIM-7 Sea Sparrow

 

Il RIM-7 Sea Sparrow nasce nella seconda metà degli anni ’60 come versione navalizzata dell’ AIM-7E.

Sviluppato, su richiesta e specifiche NATO e con la partecipazione dell’industria italiana, avvenuta prima

della creazione del consorzio MBDA, costituito da Matra, Bae, Dynamics ed Alenia, che contemporaneamente

era impegnata nello sviluppo dell’analogo sistema superficie-aria Albatros.

Il risultato di questa situazione piuttosto anomala fu che la Marina Militare Italiana scelse per la classe “Lupo”

il sistema Sea Sparrow, mentre le omologhe unità destinate al mercato estero furono dotate del sistema Albatros.

 

Caratteristiche tecniche principali:

 

Impiego: superficie-aria

Stato di origine: U.S.A.

Costruttore: Raytheon/General Dynamics

Inizio produzione: 1976

Peso: 231 Kg

Lunghezza: 3,64 m

Diametro: 20,3 cm

Testata: da 40,5 Kg a frammentazione con esplosione ad espansione anulare

Motore: Hercules Mk. 58 con propellente solido

Raggio operativo: 19.000 m

Velocità: 4.256 Km/h

Sistema di guida: radar Homing con guida semiattiva

 

Fonte consultata: http://it.wikipedia.org

 

6058aviere19518c1.jpg

 

6059rim7seasparrow4h2.jpg

 

6060rim7seasparrow4g7ri.jpg

Modificato da BUFFOLUTO
Link al commento
Condividi su altri siti

  • Risposte 124
  • Created
  • Ultima Risposta

Top Posters In This Topic

Armi navali periodo 1971-1980

 

Missile superficie-superficie OTOMAT Teseo

 

L’OTOMAT Teseo è un missile superficie-superficie a lunga portata, realizzato dal consorzio italo-francese OTO Melara-Matra,

che successivamente è confluito nel gruppo MBDA (Matra-Bae-Dynamics-Alenia).

L’avvio della progettazione del missile fu naturale conseguenza dell’affondamento del cacciatorpediniere israeliano Eilat

il 21 ottobre del 1967 ad opera di due motomissilistiche egiziane della classe “Komar”, armate di missili superficie-supeficie

SS-N-2 Styx di costruzione sovietica; lo sviluppo ufficiale del missile fu avviato nel 1969; tra il 1971 ed il 1972 fu

sperimentato e nel1974 fu pronto per la produzione.

 

La prima versione Mk 1 entrò in servizio nel 1976; si trattava comunque di un missile di ridotte capacità con portata massima

di 60.000, che non poteva essere controllato dopo il lancio; pur essendo leggermente superiore all’ Exocet, fu quest’ultimo di

progettazione completamente francese più compatto e leggero, ad essere adottato dalla Marine Nazionale; l’OTOMAT fu invece

prodotto per le urgenti necessità della M.M.I. e per il mercato estero; in definitiva questa versione fu utilizzata esclusivamente

dall’aliscafo Sparviero nella prima e lunga fase di valutazione.

 

A partire dal 1973 venne sviluppata la versione Mk 2; il completamento avvenne nel 1976, allorché le unità della classe “Lupo”

erano ormai in avanzato stato di costruzione; solamente però tra il 1978 ed il 1979 furono eseguiti i test di lancio ed il 23 novembre 1979

fu eseguita una prova di lancio da parte della fregata Lupo, coordinata dal poligono di tiro sardo di Salto di Quirra.

Il principale vantaggio della versione Mk 2 consiste nella capacità del missile di poter essere controllato e corretto in volo

fino all’impatto sul bersaglio.

 

Ci sono due modalità diverse per ottenere questo tipo di prestazione; per le unità della Marina italiana il datalink è sistemato

su di un elicottero, il quale volando in quota guida il missile, che può volare a bassa quota fino al bersaglio, ma si espone però alla

reazione nemica; per le unità costruite per l’Arabia Saudita il datalink è sistemato a bordo; in questo caso è il missile che

è costretto a volare ad una quota di almeno 900 metri, esponendosi all’iniziativa dell’avversario.

 

Fonti consultate:

http://it.wikipedia.org

http://digilander.libero.it

http://www.danieleranocchia.it/naval_histo...guerra.htm#1967

 

6061missilednst8403922r.jpg

 

6062missileotomatteseom.jpg

 

6063otomatmk2mgp2007rid.jpg

Modificato da BUFFOLUTO
Link al commento
Condividi su altri siti

Armi navali periodo 1971-1980

 

Cannone da 127/54 mm Compatto OTO Melara

 

Il cannone da 127/54 mm Compatto è costruito dalla società italiana OTO Melara, la cui produzione iniziò nel 1971, dopo essere stato a lungo valutato a bordo della nave esperienze Aviere. È un’arma idonea al tiro antinave per bersagli di piccole e medie dimensioni; può essere impiegato nel tiro contro costa in operazioni d’appoggio o interdizione e soprattutto possiede la peculiarità di poter essere utilizzato contro aerei e missili di medie prestazioni.

Delle sue caratteristiche sono fondamentali:

- la sua leggerezza con peso totale di 34 t senza munizioni;

- il ritmo di fuoco massimo pari a 45 colpi al minuto;

- la velocità iniziale del proietto di circa 800 m/sec;

- raffreddamento della canna con acqua dolce;

- gittata massima circa 24.000 m;

- brandeggio in un arco di 330°;

- elevazione da -15° a + 85°;

- il personale impiegato è composto dal Capo Impianto;

- più un numero variabile da 4 ad 8 addetti in funzione del ritmo di fuoco.

 

I requisiti di progettazione hanno previsto per il 127/54 Compatto:

- una struttura leggera in alluminio, con lo scopo di poter permettere il suo imbarco su unità di medio e piccolo tonnellaggio;

- un elevato ritmo di fuoco selezionabile in funzione dell’impiego;

- un ragguardevole volume di fuoco iniziale, utilizzando le munizioni di pronto impiego, costituite da 44 colpi di due tamburi, seguiti dopo pochi secondi da altri 22 colpi del terzo tamburo;

- elevata elasticità nell’utilizzare vario tipo di munizionamento.

 

6058cannone127544f2rid.jpg

 

6060audace1972dyn2wzrid.jpg

 

6059cannone127547h4rid.jpg

 

6066blupo1977classe3s5r.jpg

Modificato da BUFFOLUTO
Link al commento
Condividi su altri siti

  • 2 weeks later...

Armi navali periodo 1971-1980

 

Cannone da 76/62 mm Compatto OTO Melara

 

 

Il cannone da 76/62 mm Compatto è nato nel 1964 dallo sviluppo del precedente modello MMI e solamente nel 1969,

al termine del periodo di valutazione a bordo della motocannoniera Fulmine, la OTO Melara ne avviò la produzione.

Siamo alla fine degli anni ’60 e basta dare una semplice occhiata alle caratteristiche dell’impianto per comprendere

il successo e la diffusione in ambito mondiale dell’arma, valida sia per il contrasto antiaereo che antinave; è stato

perfino adottato negli U.S.A., che lo produce su licenza dal 1975.

 

Le prime unità della Marina italiana ad adottarlo sono stati i cacciatorpediniere Ardito ed Audace e l’aliscafo P 420.

 

Le principali caratteristiche sono:

- Peso complessivo dell’affusto con tutte le munizioni 8,5 t;

- 80 colpi di pronto impiego;

- Ritmo massimo di fuoco 85 colpi al minuto;

- Velocità iniziale del proietto 925 m/sec;

- Raffreddamento ad acqua dolce 40 litri al minuto;

- Massima gittata 16.400 metri;

- Arco di brandeggio di 360°;

- Massima velocità di brandeggio 60° per secondo;

- Elevazione da -15° a +85°;

- Tipo di proietto dirompente, preframmentato, perforante, inerte;

- Spoletta (di ogiva) ad urto di prossimità combinata;

- 1 operatore alla consolle, ma solo per motivi di sicurezza.

 

Progettato per essere idoneo soprattutto al contrasto ravvicinato di bersagli aerei e missilistici e stato realizzato secondo i seguenti requisiti:

- affusto di peso ridotto ed ingombro limitato, per poter permettere l’imbarco su unità di piccolo tonnellaggio;

- elevato ritmo di fuoco con buona dotazione di colpi di pronto impiego;

- elevata velocità di brandeggio ed elevazione per ottimizzare la prontezza d’intervento;

- massimo grado di automazione.

 

6061cannone7662crid.jpg

 

6062cannone7662c5t2rid.jpg

 

6063cannone7662c5m1rid.jpg

 

6064cannone7662c0c3rid.jpg

Modificato da BUFFOLUTO
Link al commento
Condividi su altri siti

Armi navali periodo 1971-1980

 

Mitragliera da 40/70 mm Compatto Breda

 

La mitragliera binata da 40/70 mm Compatto della Breda è un impianto completamente automatico integrato

nel Sistema di Difesa CIWS Dardo, che possiede i seguenti requisiti tecnico-operativi:

 

- comando e controllo operativo a distanza;

- compattezza della struttura e peso ed ingombro ridotti;

- elevata cadenza di tiro

- elevata dotazione di cartucce di pronto impiego

- elevata affidabilità e manutenibilità

 

L’arma è stata progettata per il contrasto ravvicinato di bersagli aerei di alta prestazione e missilistici, in particolare i Sea Skimmer,

in grado di volare a quote molto basse; può utilizzare anche proiettili prefragmentati, i più idonei in funzione antimissile;

la deflagrazione per prossimità viene assicurata da una radiospoletta, che utilizza l’effetto Doppler (nota 1) con regolazione

della soglia di sensibilità per impedire l’attivazione prematura, per falsi echi del mare, contro bersagli a bassissima quota.

 

Le caratteristiche principali dell’impianto sono:

 

- Peso complessivo con tutte le munizioni 7,3 t;

- Peso totale senza munizioni 5,5 t;

- Munizioni di pronto impiego 736 colpi;

- Cadenza di tiro massimo 300 colpi al minuto per canna;

- Velocità iniziale del proietto 1.050 metri al secondo;

- Raffreddamento ad acqua pressurizzata;

- Gittata massima 12.500 metri

- Arco di brandeggio di 360°;

- Arco di elevazione da -13° a +85°;

- Nessun operatore previsto.

 

 

Nota 1: L’utilità dell’effetto Doppler, ormai impiegato nel campo dell’elettronica da moltissimi anni, consiste nel rendere visibile

solamente i bersagli in movimento e poter calcolare la loro velocità.

 

Glossario

 

Sea Skimmer (termine britannico che indica la capacità di sfiorare molto velocemente una superficie)

 

6065breda4070rid.jpg

 

6066lupo1977a940rid.jpg

Modificato da BUFFOLUTO
Link al commento
Condividi su altri siti

Elettronica di bordo periodo 1971-1980

 

La determinazione con cui la Marina italiana proseguiva il cammino verso l'indipendenza dal mercato U.S.A.,

soprattutto quello relativo alle sempre più sofisticate apparecchiature elettroniche, induce nel 1968 la Selenia

a sottoscrivere un contratto per lo sviluppo di un radar nazionale in grado di sostituire sia l'R.C.A. AN/SPS-12,

imbarcato su tutte le unità di grandi e medie dimensioni, ormai diventato obsoleto, sia il Lockheed Electronics

AN/SPS-40, imbarcato fin dal 1969 sull'incrociatore Vittorio Veneto ed adottato nel corso degli anni '70 dagli

incrociatori Doria e Duilio, in conseguenza d'importanti lavori di ammodernamento.

 

In questo contesto nasce il RAN-3L, MM/SPS-768 per la nuova designazione ufficiale militare nazionale (nota 1),

i cui test sono completati nel 1975; naturalmente le prime unità ad adottare il nuovo sistema radar sono i cacciatorpediniere

classe "Audace", e i due incrociatori classe "Doria", che nel frattempo, in relazione ai lavori di adeguamento sopra accennati,

sono stati dotati di un’apparecchiatura di transizione l'AN/SPS-40.

 

Il Selenia MM/SPS-768 è una radar di scoperta aeronavale, dotato di IFF Mk. XII, operante nella gamma di frequenza da 1 a 2 GHz,

posto quindi nel canale D, secondo la suddivisione NATO, e canale L, secondo la designazione IEEE (nota 2); con una potenza

di picco di 135 Kw circa e una portata fino a 200 Km.

 

A causa dell'ingombro e del peso dell'antenna, installata in posizione piuttosto bassa, sul mack prodiero sulle unità della classe

"Audace" e su di un robusto supporto in acciaio sui "Doria", il sistema non può essere imbarcato su unità di medie dimensioni;

è essenziale quindi da parte della Selenia sviluppare un nuovo radar denominato RAN-10S e per designazione militare MM/SPS-774,

che entra in servizio solamente nel 1980; a questo proposito occorre mettere in evidenza che durante le prove di valutazione

della fregata Lupo, l'antenna radar (probabilmente il prototipo) è montata sull'unico albero in dotazione all'unità; solamente in seguito si

adottata la soluzione di trasferire l'antenna su di un altro albero, eretto immediatamente a proravia del fumaiolo, che per diverso

tempo, almeno per quanto risulta da alcune immagini del Perseo, rimane privo dell' apparecchiatura.

 

Il Selenia MM/SPS-774 è un radar di scoperta aeronavale, dotato di IFF Mk. XIII, adatto ad acquisire i dati dei bersagli per il sistema

CIWS Dardo ed è operante nella gamma di frequenza da 2 a 4 GHz, posto quindi nei canali E ed F secondo la suddivisione NATO,

e canale S, secondo la designazione IEEE (nota 2); in virtù delle dimensioni più ridotte e del minor peso l'antenna S.M.A. OA.3,

è stata collocata in testa all'albero; al momento opportuno i dati acquisiti sono trasferiti alla nuova Direzione di Tiro Selenia SPG-74

con centrale Argo NA 20 e radar Orion RTN 20X, utilizzato sia per il cannone da 127/54 mm sia per il sistema CIWS Breda Dardo.

 

Di acquisizione U.S.A. è invece il radar Raytheon Mk. 95, imbarcato sulla classe "Lupo", per la guida dei missili Sea-Sparrow.

 

Nota 1

La nuova designazione attribuita a tutte le apparecchiature elettroniche di costruzione nazionale prevede la sostituzione

delle lettere AN con MM, adottata da Gem, Elettronica, SMA, Selenia poi Alenia, quindi Selenia-Elsag

(conosciuta come AESN) ed infine AMS (Alenia Marconi Systems)

 

Nota 2Le due tabelle di suddivisione della banda di frequenza riservata alle apparecchiature radar non sono corrispondenti:

 

Suddivisione IEEEL: 1-2 GHz

S: 2-4 Ghz

C: 4-8 GHz

X: 8-12 GHz

Ku: 12-18 GHz

K: 18-26 GHz

Ka: 26-40 GHz

V: 40-75 GHz

W: 75-111 Ghz

 

Suddivisione NATO

 

D: 1-2 GHz

E: 2-3 GHz

F: 3-4 GHz

G: 4-6 GHz

H: 6-8 GHz

I: 8-10 GHz

J: 10-20 Ghz

L: 40-60 Ghz

M: 60-100 GHz

 

Glossario

 

CIWS (Close In Weapon System) in italiano difesa del punto rappresenta un sistema per la difesa antiaerea ed antimissile in grado di assicurare l'ingaggio e la distruzione del missile nei suoi ultimi secondi di volo, nel caso abbia superato il sistema di difesa a grande distanza.

IEEE (Institute of Electrical and Electronic Engineers istituito il 1° gennaio 1963)

IFF (Identification Friend or Foe) Identificazione Amico o Nemico

mack (mast albero più stack gruppo di camini)

NATO (North Atlantic Treaty Organization)

R.C.A. (Radio Corporation of America)

S.M.A. (Segnalamento Marittimo Aereo)

Modificato da BUFFOLUTO
Link al commento
Condividi su altri siti

ANALISI CONCLUSIVA PERIODO 1971-1980

 

00grafici19511980new01r.jpg

 

 

L'analisi dei grafici allegati mostra la dissoluzione dei gruppi A, B, e C, costituiti prevalentemente da unità prebelliche

o costruite nel corso dell’ultimo conflitto mondiale, per questo motivo inesorabilmente destinate a completa estinzione.

 

Il gruppo D, appartenente alle unità di provenienza U.S.A., nel periodo 1971÷1980 subisce un lieve incremento con

evidente dimostrazione che la Marina italiana non ha ancora raggiunto una completa indipendenza nei riguardi della

componente subacquea e di quella anfibia; non è ancora spiegabile l’acquisizione dei tre cacciatorpediniere della classe “

"Fletcher": Fante, Lanciere e Geniere, assolutamente inadeguati ad assolvere compiti di squadra e con servizio attivo molto limitato.

 

Il gruppo E, costituito dalle unità di costruzione nazionale del periodo postbellico, raccoglie invece il massimo interesse:

il notevole incremento del dislocamento subìto, rispetto ai periodi precedenti, è solo apparente, in quanto molte unità si

trovano in evidente stato d’invecchiamento; la prima ad essere radiata nel 1970, dopo 14 anni di servizio, è la

motocannoniera Fulmine; ma la preoccupazione dei vertici militari dell’epoca è rivolta soprattutto alle unità delle classi “

"Impetuoso", "Centauro", "Albatros" e "Rizzo", che negli anni '50 e '60, rappresentavano il nerbo della squadra navale,

per le quali occorre trovare immediatamente validi sostituti.

 

Un valido contributo all'ammodernamento della flotta sono l'ingresso in servizio delle due unità della classe "Audace"”

e delle quattro fregate della classe "Lupo"”; seguono i due primi sommergibile della classe "Sauro", lo Sparviero,

prototipo degli aliscafi lanciamissili, due rifornitori di squadra classe "Stromboli", la nave idrografica Ammiraglio Magnaghi,

la nave salvataggio Anteo, una serie di: navi trasporto acqua, rimorchiatori d'altura e rimorchiatori portuali; in questo periodo

entrano in servizio solo due delle unità costruite con la legge navale del 22 marzo 1975: Vesuvio nel 1978 ed Anteo nel 1980.

Occorre aggiungere che contribuiscono al processo di rinnovamento della componente aerea per la Marina l’acquisizione

dei BR-1150 Atlantic, degli SH-3 Sea King e degli AB-212ASW.

Modificato da BUFFOLUTO
Link al commento
Condividi su altri siti

  • 3 weeks later...

Missione soccorso profughi vietnamiti

 

Recentemente mi è stata donata da un amico una medaglia commemorativa in bronzo,

coniata in occasione della missione di soccorso dei profughi vietnamiti condotta,

sotto il comando dell’VIII Gruppo Navale, dalle unità: Andrea Doria, Stromboli e Vittorio Veneto

tra luglio ed agosto del 1979; mi sembra opportuno cogliere l'occasione per porre in rilievo

il contributo che da sempre il personale della marina italiana, costituito da forze di leva, sottufficiali e ufficiali,

ha offerto e continua ad offrire sia in guerra che in periodi di pace, rendendo onore al nostro tricolore.

 

Nella primavera del 1979 si verificò un esodo di circa 40.000 vietnamiti, che intrapresero come una fuga

via mare a bordo di mezzi di fortuna denominati dalla stampa “boat-people”, per sottrarsi alla durezza del

regime comunista al potere nel Vietnam del Sud.

Il Governo italiano, anticipando la comunità internazionale, che tergiversava sul tema delle modalità d’intervento,

prese l’iniziativa di costituire l8° Gruppo Navale composto dalle unità della Marina Militare Vittorio Veneto,

Andrea Doria e Stromboli, che appositamente attrezzate, partite da La Spezia e Taranto si congiunsero a

Sud della Grecia il 6 luglio 1979 e procedendo attraverso il canale di Suez entrarono nell’oceano Indiano e

giunsero a Singapore il 21 luglio, dopo una percorrenza di 6.100 miglia senza scalo.

Le operazioni di recupero e soccorso ai profughi, grazie anche all’impiego degli elicotteri imbarcati,

furono condotte in una vasta zona del mar Cinese meridionale.

Al termine del recupero di 902 profughi di ogni età ed una breve sosta a Singapore, il Gruppo Navale

rientrò in Italia con navigazione senza scalo il 21 agosto con 891 vietnamiti a bordo.

 

Fonte consultata:

Michele Casentino DALLA LEGGE NAVALE AL TERZO MILLENNIO La Marina Militare dal 1975 al 2000

Supplemento alla Rivista Marittima N. 10 – Ottobre 2000

Modificato da BUFFOLUTO
Link al commento
Condividi su altri siti

  • 3 weeks later...
  • 5 years later...

È da molto tempo che frequento betasom ma non mi ero mai aggirato troppo al di fuori dei forum di mio interesse. Devo dire che questa discussione è un vero tesoro di informazioni e di immagini. I miei complimenti Buffoluto

Link al commento
Condividi su altri siti

Join the conversation

You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.

Visitatore
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovi formattazione

  Sono ammessi al massimo solo 75 emoticon.

×   Il tuo link è stato automaticamente aggiunto.   Mostrare solo il link di collegamento?

×   Il tuo precedente contenuto è stato ripristinato.   Pulisci l'editor

×   Non è possibile incollare direttamente le immagini. Caricare o inserire immagini da URL.

Caricamento...

  • Statistiche forum

    • Discussioni Totali
      45,1k
    • Messaggi Totali
      523k
×
×
  • Crea Nuovo...