de domenico Posted June 9, 2010 Report Share Posted June 9, 2010 (edited) Titolo: Stalin's Slave Ships. Kolyma, the Gulag Fleet, and the Role of the West Autore: Martin J. Bollinger Anno: 2003 editore: Naval Institute Press pagine: 220 prezzo: 13£ (da Foyle's a Londra) Vorrei segnalare il libro di Martin J. Bollinger "Stalin's Slave Ships. Kolyma, the Gulag Fleet, and the Role of the West", Naval Institute Press, 2008. Parla di una flotta di navi da carico sovietiche utilizzate tra il 1933 e il 1953 (anno della morte di Stalin) per portare complessivamente circa un milione di persone ai lavori forzati nel gulag di Kolyma, sul Circolo Polare Artico nella Siberia nordorientale, che era accessibile solo via mare. Gran parte delle navi utilizzate era di costruzione americana, navi standard tra le tantissime costruite in USA nelle due guerre mondiali, in parte cedute e in parte fornite all'URSS in conto Lend-Lease. L'autore affronta anche il problema di quanto ne sapevano gli americani di questo impiego un po' particolare delle loro navi. Il campo di concentramento di Kolyma si trovava sul fiume al centro della zona ombreggiata, che sbocca nell'Oceano Artico a Nizhne-Kolymsk. Si capisce bene perché era raggiungibile solo via mare, e non certo con la Transiberiana. Ho deciso di lasciar parlare le didascalie. E non ho scelto le più scioccanti. Edited June 9, 2010 by Totiano Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Totiano* Posted June 9, 2010 Report Share Posted June 9, 2010 grazie della recensione. è raccapricciante l'uso che ne facevano, ma mi stupisce (tra i tanti) il fatto che nn impiegassero dei rompighiaccio Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Corto Maltese Posted June 9, 2010 Report Share Posted June 9, 2010 ma mi stupisce (tra i tanti) il fatto che nn impiegassero dei rompighiaccio Considerata la disumana bestialità del "baffo" si potrebbe pensare che per lui una nave (e molti dissidenti) in meno non fosse certo un problema sotto il profilo etico e/o logistico. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
de domenico Posted June 9, 2010 Author Report Share Posted June 9, 2010 grazie della recensione. è raccapricciante l'uso che ne facevano, ma mi stupisce (tra i tanti) il fatto che nn impiegassero dei rompighiaccio Il porto principale utilizzato era quello di Magadan, nel Mare di Okhotsk, per lo più libero dai ghiacci (tragitto da Vladivostok o da Sovietskaja Gavan). Comunque c'era anche il famoso, e tanto amato, KRASIN. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
lazer_one* Posted June 12, 2010 Report Share Posted June 12, 2010 Non ho parole! A parte quelle di stima per De Domenico che ci segnala documenti così interessanti. Lazer_ :s07: ne Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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