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Sommergibili In Collisione


Corto Maltese

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Egregi Comandanti su suggerimento del Dir chiedo il vostro prezioso aiuto per identificare i battelli ritratti in questa immagine. Le unità sono 3 (la quarta, quella da cui è stata scattata la fotografia, non viene conteggiata) 2 delle quali stanno affondando. Grazie Corto

 

 

 

sommmegibileinaffondame.jpg

Modificato da Totiano
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Comandante sono molto preoccupato...le ho mandato 2 mail e 1 post tuttora inevasi...comincio a pensare che sia un chiaro invito a non turbare la sua quiete :s03: :s03: :s03:

Dalla metà di aprile sino ad oggi, la questione del convegno di Savona mi ha tenuto veramente parecchio impegnato... Nel caos generale può benissimo essere che abbia "saltato" le tue e-mail, dato che - purtroppo - so per certo che la cosa è successa anche con altri.

Ti pregherei quindi, se possibile, di reinviarmele così provvederò subito a risponderti!

Dovrò pensare ad assumere una segretaria... :s03:

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penso che sia la parola affondamento che ci sta traendo in inganno. Ho sicuramente notizia (e se ne è parlato anche sul forum) di una collisione tra 2 battelli durante una esercitazione. in effetti si intravede un battello riverso su un fianco, e uno fortemente appruato, che potrebbe essere la causa del forte sbandamento del primo.

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penso che sia la parola affondamento che ci sta traendo in inganno. Ho sicuramente notizia (e se ne è parlato anche sul forum) di una collisione tra 2 battelli durante una esercitazione. in effetti si intravede un battello riverso su un fianco, e uno fortemente appruato, che potrebbe essere la causa del forte sbandamento del primo.

 

In effetti il sospetto che l'estensore della scritta sul verso si stato quantomeno un po' impreciso mi è passata per la mente...

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  • 3 weeks later...

Il mio "Pusher" di fiducia è riuscito a procurarmi una nuova fotografia che si dovrebbe riferire allo stesso episodio.

 

proprietprivatanr3.jpg

 

Dovrebbero quindi essere il Bragadin (già Marcantonio Bragadin) e il Tito Speri nelle acque di Taranto il 7.12.1935. Se qualcuno può confermare gliene sarei grato

 

In merito al sommergibile Bragadin vale la pena di compiere una breve digressione in quanto si rese più volte protagonista, nel corso della sua permanenza in servizio, di singolari episodi. Oltre a quello sopra documentato fotograficamente, ed in aggiunta ai suoi gravi difetti costruttivi (scarsa stabilità trasversale in superfice e tendenza ad appruarsi Link alla fonte) che lo costrinsero peraltro alla rimodulazione della prora nella forma bombata attualmente visibile (immagine del sottomarino prima dei lavori di ammodernamento), è stato recentemente "accusato" dell'abbattimento a Tobruk dell'aereo che trasportava Italo Balbo:

"RIVELAZIONI Dal regista una nuova ricostruzione dell' incidente in cui morì anche suo padre

Un sommergibile abbatté l' aereo di Balbo

Quilici: «Dalla torretta del Bragadin partì la raffica fatale». Perché si pensò a un attentato.

 

Furono in centinaia, nel porto libico di Tobruk, a sparare per errore sull' aereo di Italo Balbo, il 28 giugno 1940. E Folco Quilici, il cui padre Nello era sul velivolo e perì con gli altri passeggeri, non si stupisce delle testimonianze che affiorano ancora oggi. Come quella del mitragliere Antonio Percovich, apparsa sul Corriere il 29 gennaio. Ma su chi colpì il velivolo, Quilici si è fatto ormai un' idea abbastanza precisa, di cui scriverà nella seconda edizione del suo libro Tobruk 1940 (Mondadori). «Diverse persone nel corso degli anni - racconta - hanno sostenuto di aver centrato l' aereo. Credo che siano perlopiù in buona fede, perché tutto durò pochi secondi: la baia di Tobruk è piccola e in volo si fa presto ad attraversarla. Di certo però il trimotore S79 fu colpito quando era ormai vicino al suolo, in fase di atterraggio, con il carrello abbassato. Proprio lì, davanti all' aeroporto c' è un costone che cade a picco sul mare: l' aereo stava per passarvi sopra quando precipitò in fiamme». Per questo lo storico Gregory Alegi, in un saggio incluso nel libro di Quilici, ha sostenuto che probabilmente il velivolo fu raggiunto da una raffica sparata da una mitragliatrice piazzata nell' aeroporto. Ma poi si è fatta strada un' altra ipotesi. «Più volte avevo sentito dire - riferisce Quilici - che ad abbattere l' S79 era stato un sommergibile. Ma nei rapporti ufficiali non ve n' era traccia. Poi, dopo l' uscita del mio libro, si è fatto avanti il novantenne Aldo Massa, un guardiamarina che era di vedetta nell' unico edificio in cemento armato del porto, un bunker dotato di ampia feritoia. Da quella posizione ideale, Massa vide l' aereo scendere verso la pista ancora indenne e passare proprio sulla verticale di un sottomarino, il cui fuoco lo colpì all' ultimo momento. La testimonianza è confermata dai ricordi lasciati al figlio da un altro reduce, Gino Ganz. Allora ho deciso di fare una verifica presso gli uffici storici della Marina e l' associazione dei sommergibilisti». Così il mistero si è chiarito: «Effettivamente in porto c' era il "Bragadin", un sommergibile posamine partito da Napoli il 24 giugno e giunto a Tobruk poche ore prima, che si era spostato presso una boa sotto il costone per mettersi al riparo dai bombardieri inglesi, la cui incursione era appena finita. La raffica fatale partì dalla torretta di quel sottomarino, che nella gran confusione salpò dal porto libico la sera stessa: perciò le relazioni ufficiali non ne parlano». Sono circostanze che tolgono ogni residua credibilità all' ipotesi di un agguato voluto da Mussolini, che era in contrasto con Balbo: «Nessuna mente, per quanto diabolica, poteva predisporre l' arrivo del sommergibile a Tobruk proprio quel giorno e addirittura il suo spostamento sul tratto di mare davanti all' aeroporto mezz' ora prima che arrivasse Balbo. È comprensibile che un caso così clamoroso di fuoco amico abbia destato scalpore e sospetti, ma non c' è dubbio che fu un incidente». Semmai, continua Quilici, è un altro il punto su cui indagare: «Resta incomprensibile come mai quella sera Balbo volesse recarsi nello sperduto presidio di Sidi Azeis, al confine tra Libia ed Egitto. Era una zona desertica infestata dalle autoblindo britanniche, un pericolo che lo stesso Balbo aveva segnalato. Possibile che corresse un rischio tanto grave solo per portare un premio in denaro alla guarnigione libica di Sidi Azeis? E poi perché sull' aereo non c' era la sua scorta militare, ma il suo entourage politico, con persone come mio padre, direttore del quotidiano ferrarese Corriere Padano?». Viene da pensare che Balbo avesse in programma un incontro riservato: «Si è detto - ricorda Quilici - che forse doveva vedersi con emissari inglesi. Ma io lo escludo e neanche Renzo De Felice ci credeva. Anche se contrario alla guerra, Balbo non avrebbe mai tradito. Ritengo più probabile che avesse un appuntamento con ufficiali egiziani ostili al dominio britannico: ce n' erano parecchi all' epoca, tra cui anche il futuro presidente Nasser. Attualmente in Egitto c' è un risveglio d' interesse, con nuove pubblicazioni, verso i tentativi compiuti all' epoca dai militari nazionalisti per accordarsi con italiani e tedeschi. Qualche storico dovrebbe indagare in proposito negli archivi arabi e britannici. Potrebbero emergere novità rilevanti sulle mosse compiute da Balbo alla vigilia della sua morte». IL DISSIDIO Perché si pensò a un attentato «Il solo che sarebbe stato capace di uccidermi»: così Benito Mussolini, nei giorni di Salò, definiva Italo Balbo. Parole eloquenti per quanto riguarda sia la stima reciproca tra i due sia il duro contrasto politico che li oppose e fece ritenere a molti che la morte del gerarca ferrarese non fosse stata un incidente. Balbo era un fascista dalla fede granitica: capo tra i più temibili dello squadrismo emiliano, poi ministro a soli 33 anni e quindi, come trasvolatore dell' Atlantico, eroe di regime dalla fama internazionale. Ma la sua popolarità faceva ombra al Duce, che preferì relegarlo nel 1934 in un ruolo periferico come quello di governatore della Libia. L' alleanza con il Terzo Reich e le leggi razziali videro Balbo in posizione critica. All' entrata dell' Italia in guerra era nettamente contrario, tanto che nell' autunno 1939 si diffuse la voce di una «congiura delle barbette» contro Mussolini, di cui il ferrarese sarebbe stato promotore insieme a Dino Grandi ed Emilio De Bono. Non c' è da stupirsi che i maligni, quando l' aereo di Balbo fu abbattuto dalla contraerea italiana, abbiano intravisto lo zampino del Duce. LA CONFERMA Anche la testimonianza di Percovich dimostra che non ci fu complotto L' INTERROGATIVO Ma perché il gerarca era diretto a Sidi Azeis, un presidio sperduto? Carioti Antonio" (Articolo pubblicato sul Corriere della Sera del 13.02.2006 Link alla notizia )

 

Ultima nota di colore: nel proseguo del conflitto questo battello ospitò anche un corrispondente di guerra che sarebbe passato alla storia (letteraria) con il nome di Dino Buzzati (Link alla fonte).

Modificato da Corto Maltese
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A questo punto chiederei ai moderatori se possibile di rettificare il titolo del post considerato che i due battelli coinvolti nel "sinistro" non sono affondati in quella circostanza. Grazie Corto

 

 

da "sommergibili in affondamento" a "sommergibili in collisione": che ne dici? se hai un'idea migliore fischia!

 

Ricordavo della collisione ma non i nomi dei battelli, peraltro non ho con me la mia bibbia ma sul Turrini Miozzi mi sembra che l'incidente fosse riportato...

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da "sommergibili in affondamento" a "sommergibili in collisione": che ne dici? se hai un'idea migliore fischia!

 

Ricordavo della collisione ma non i nomi dei battelli, peraltro non ho con me la mia bibbia ma sul Turrini Miozzi mi sembra che l'incidente fosse riportato...

Sono molto curioso di scoprire se le fotografie sono riproduzioni o inediti...mi piace pensare di avere regalato alla base un'esclusiva :s03: ...

 

P.s. Nessuna idea migliore. La tua è ottima.

Modificato da Corto Maltese
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mentre della econda ho trovato diverse riprooduzioni ed era anche stata postata sul forum diversi anni fa...

 

Quando farai rientro alla base potresti farmi sapere dove hai già visto la seconda foto? Ho consumato le mani nel tentativo di trovarla sul forum ma ho miseramente fallito la mia missione :s03: Ne approffitto anche per segnalare questa notizia apparsa oggi sul Corriere della Sera:

 

"Folco Quilici e i misteri di Balbo

Il 28 giugno 1940 l’aereo di Italo Balbo, comandante del fronte libico, fu colpito e abbattuto. L’Italia pianse il suo eroe. Ma testimoni sostennero di aver visto un sommergibile italiano sparare sull’aereo di Balbo: incidente o deliberato fuoco amico? Sull’aereo viaggiava anche il giornalista Nello Quilici, direttore del Corriere Padano, al seguito di Balbo in veste di diarista. Nel 70˚ anniversario della controversa scomparsa, il figlio di Nello, riapre la questione: il comandante fu colpito in azione di guerra dagli inglesi, come vuole la storiografia ufficiale, o fu invece abbattuto dal fuoco amico? Con il prezioso materiale dell’Istituto Luce (per paradosso, una delle più benemerite istituzioni del fascismo), Folco Quilici cerca proprio di far luce su questo mistero: l’aereo di Balbo sarebbe partito per una missione segreta (un incontro con gli inglesi?) e non verso l’avamposto di Sidi Azeis, a poche miglia dal confine egiziano.

Mussolini pativa il carisma di Balbo (i suoi leggendari voli, i suoi rapporti internazionali, la sua cultura, persino il lodevole lavoro fatto in favore dei libici e dei coloni italiani) e temeva fortemente possibili collusioni con il nemico. Del resto, Balbo non faceva mistero della sua avversione nei confronti di Hitler e della sua amicizia con molti ebrei.

«L’ultimo volo» ricostruisce minuziosamente questo caso clamoroso di fuoco amico e nasce proprio con l’intento di chiarire alcuni punti oscuri della vicenda, una sorta di invito pubblico agli storici della materia perché continuino ad indagare (Retequattro, lunedì, ore 23.15). Nasce anche dall’amore filiale: Folco Quilici vuole «riscattare» la memoria del padre Nello, incaricato da Balbo di scrivere il diario di guerra. Il fuoco amico versus la storiografia parentale: un caso interessantissimo per gli studiosi della Seconda guerra mondiale. Aldo Grasso" Link alla notizia

Modificato da Corto Maltese
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dal "Turrini Miozzi"

Bragadin

il 7 dicembre 1935, per errata manovra, entro in collisione con il sommergibile Speri , nessun danno agli equipaggi, danni lievi alle due unità

 

sotto lo Speri, invece, non dice nulla.

 

 

la foto non riesco a trovarla neanche io ma, con tutti gli attacchi che la base a ricevuto, temo sia andata persa...

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