dieblaureiter Posted February 11, 2010 Report Share Posted February 11, 2010 (edited) Titolo: I Nisei in guerra La partecipazione dei nippoamericani alla campagna d’Italia (1944-1945)[/b] Autore: Andrea Giannasi Casa editrice: Prospettiva Editrice Anno di edizione: 2010 Pagine: 229 Dimensioni: 20 X 13 Prezzo: Euro 15 (reperimento nel comune circuito librario) INDICE Introduzione pag. 7 La storia dei Nisei pag. 11 8 dicembre 1941: l’inizio della persecuzione pag. 15 L’internamento dei Nisei pag. 20 Si rafforza il desiderio di combattere pag. 26 Nascono i MIS pag. 29 Si forma il 100° battaglione pag. 35 La partenza del 100° per l’Europa pag. 40 Il 100° battaglione a Monte Cassino pag. 53 Il 100° arriva ad Anzio pag. 60 La presa di Roma e la corsa in Toscana pag. 64 Breve tratto della campagna di Francia pag. 75 La guerra in Europa del 522° Artiglieria pag. 79 Il 100°/442° RCT in Italia sulla Linea Gotica pag.85 Lo schieramento sul campo di battaglia pag. 89 L’attacco alla Linea Gotica pag. 92 232° Genio militare Nisei pag. 102 Rapporti mensile del 100°/442° (giugno 1944 – maggio 1945) pag. 115 Appendice pag. 212 Bibliografia pag. 226 Il 7 dicembre 1941 l’attacco giapponese a Pearl Harbor segna l’entrata degli USA nella II guerra mondiale. Quel giorno segna però anche l’inizio dell’odissea di segregazione ed internamento di 120.000 americani d’origine nipponica. Il governo americano infatti istituisce 10 campi di ricollocazione per “stranieri nemici”. Tra quei reticolati nasce lo spirito di combattimento dei giovani Nisei (parola dal significato letterale di “seconda generazione”). Inquadrati il 100° Battaglione e il 442° reggimento di fanteria composti da soldati di origine giapponese. Giunti in Italia nel 1944 combatterono a Cassino, Anzio, Livorno, Firenze. A ottobre furono spostati in Francia a Biffontaine e quindi nel marzo 1945 tornano in Italia per lo sfondamento nel settore tirrenico della Linea Gotica. Con 18.143 decorazioni individuali di cui 9.486 Purple Heart (decorazione Usa attribuita ai feriti in combattimento), quella dei Nisei è stata l’unità più decorata della seconda guerra mondiale che non ebbe nessun caso di diserzione o rifiuto d’obbedienza. Hagi (vergogna)era la parola più temuta da un soldato Nisei. La vergogna che sarebbe ricaduta, per la tradizione nipponica, sulle famiglie. I Nisei combatterono dunque sotto la bandiera a stelle e strisce forti delle loro radici e del loro onore. Alcuni soldati, feriti tre o quattro volte tornarono a combattere, altri fuggirono dagli ospedali per raggiungere i loro reparti. Un libro dunque su una pagina poco conosciuta della seconda guerra mondiale. Edited February 11, 2010 by dieblaureiter Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
malaparte* Posted February 12, 2010 Report Share Posted February 12, 2010 (edited) Sto leggendo in questi giorni "Kamikaze" di L.V. Arena, Oscar Mondadori, 2004. Secondo l'autore (che è un filosofo orientalista, non uno storico) la parole Kamikaze si diffuse per errore: gli ideogrammi giapponesi possono essere letti in vari modi. Kamikaze è la lettura più "popolare" e sembra dovuta appunto ai giapponesi di leva nell'esrecito USA, i Nisei, che "non sapevano leggere correntemente il giapponese, e pronunciavano i due caratteri (sino)giapponesi che STanno per "vento divino" in maniera più familiare." In effetti, secondo Arena, la lettura solenne e più corretta sarebbe "shimpu". Ma siccome rimembro che qua ci sono esperti di giapponese, oviamete mi limito a riportare le cose. Edited February 12, 2010 by malaparte Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Boomer 1 Posted February 13, 2010 Report Share Posted February 13, 2010 (edited) Già caratteri sino giapponesi è un errore, 漢字, si legge kanji, significa "segno cinese", essendo 漢 l'antico nome della Cina, e provenendo da quel Paese la scrittura che erroneamente chiamiamo ideogrammatica (il giapponese non aveva scrittura, e comunque i caratteri cinesi dovettero essere adattati alla grammatica giapponese, che flette i verbi a differenza di quella cinese, con la creazione di due sillabari da aggiungere ai 漢字). In realtà ogni 漢字 ha almeno due pronunce, quella originale cinese usata spesso in tono formale o ufficiale, e quella giapponese usata più informalmente (che è la ragione per cui diciamo Giappone e usiamo l'aggettivo nipponico, Gia-hon è la pronuncia cinese dei due 漢字 che indicano il Paese, e che i giapponesi pronunciano Ni-hon: 日本, letteralmente la radice del sole, il punto in cui il sole sorge): Shinpū (attenzione ai toni), è la pronuncia cinese, per così dire ufficiale, kamikaze quella giapponese, in Giappone usata in maniera informale durante la guerra, successivamente reimportata. Edited February 13, 2010 by Boomer 1 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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