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Barriera Al Vapore


Varo5

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LA BARRIERA AL VAPORE

 

Il mio capo settore mi telefona di andare da lui. Quando arrivo mi dice:

- Il colonnello F. (allora i GN non erano Capitani di Vascello) vuole parlare con lei, è disponibile?

- OK che cosa vuole?

- Non lo so - prende il telefono e chiama il colonnello F. e gli dice Varo5 è quì ...... va bene lo

mando da lei.

Arrivo a Navalgenarmi Monfalcone e vado dal colonnello F. che mi accoglie con la solilta cordialità.

- Ho letto la sua specifica dellle isolazioni del TOTI e mi sono fermato alla barriera al vapore: "se

magna o se bevi"? L'ho chiesto al suo capo settore e mi ha risposto che non lo sa (anche se ha firmato

il documento).

 

Allora io spiego che si tratta di una pellicola che si applica sulla superficie delle isolazioni

verso l'interno dello scafo, ed ha lo scopo di evitare un fenomeno fisico dell'aria, che col tempo può

riempire d'acqua lo strato isolante (ad alto contenuto d'aria) come una spugna.

- Ferma, ferma, interviene il colonnello F. - quì si tratta di una cosa importante e me la deve

spiegare bene, perché devo fare una relazione a Roma. Drinnnnnn ....... arriva il piantone - fammi due

caffé di quelli buoni - leva la seggiola dietro la scrivania e si siede di fronte a me.

- Sono tutto orecchi!

 

Quando il battello si immerge in profondità trova il mare più freddo. Per ragioni fisiche lo scafo

d'acciaio assume la tessa temperatura del mare, perché il contatto diretto acciaio-acqua non ha alcun

ritardante al passaggio di calore dall'uno all'altra (l'aria invece è un fattore ritardante).

L'aria dentro alle isolazioni ha la temperatura e l'umidità uguale a quella dentro nave.E'inevitabile

che sulla superficie interna dello scafo si formi un velo di condensa. L'aria dentro ai sommergibili è

sempre vicino alla saturazione (95%) per situazioni oggettive, la condensa è inevitabile.

I sottomarini TOTI sono i primi battelli che hanno un piccolo impianto di condizionamento dell'aria

ma efficientissimo che riduce la temperatura interna, ma soprattutto riduce l'umidità interna

portandola al 50% di u.r. Il fenomeno suddetto della condensazione sui Toti è meno immediato ma esiste

con il mare più freddo.

 

Se l'isolazione ha una copertura impermeabile verso l'interno nave che non permetesse il passaggio

né di aria né di umidità (la barriera al vapore), la condensa sullo scafo provoca uno stato di

depressione dentro all'isolazione. Il vapore acqueo (cioè l'umidità sospesa nell'aria) se condensato

occupa meno spazio quando è allo stato liquido.

Con la barriera alvapore. al ritorno a quota periscopio, la depressione interna e la temperatura più

alta, fa rievaporare la condensa conservando le funzioni dell'isolamento.

Basta un buco sulla barriera detta e la depressine succhia aria umida dall'interno nave e la condensa

non evapora più. Piano piano l'isolazione come una spugna conterrà la condensa ma perderà gli effetti

per i quali è stata posta. Per evitare lacerazioni ho coperto la pellicola con una protezione di lega

leggera.

 

Dopo un mese mi chiama il capo settore e mi dice che la Marina Militare dopo aver letto la mia

specifica e la relazione del colonnello F. ha inviato un ufficiale superiore all'Ambasciata italiana

in USA, dove l'addetto navale aveva già fissato una visita presso i cantieri navali che costruiscono

i sottomarini nucleari, per sottoporre il problema e vedere cosa fanno loro.

 

Io avevo descritto la barriera al vapore come segue:

Tela di vetro come base di supporto

pellicola A

pellicola B

pellicola C

pellicola D

copertura con lamine di lega leggera lucida.

 

I cantieri statunitensi conoscono la barriera al vapore e la applicano sulle isolazioni dei

sottomarini nucleari. La cosa è riservata ma alla Marina Militare Italiana viene descritta in dettaglio.

La formazione della loro barriera al vapore è praticamente uguale con diversa solo l'ultima

pellicola, come segue:

 

Tela di vetro come base di supporto

pellicola A

pellicola B

pellicola c

pellicola E

la copertura non la conosco, ci deve essere perché l'integrità della barriera al vapore

è fondamentale.

 

Le pellicole D ed E sono simili e fanno lo stesso servizio.

La M.M.I. approva la barriera al vapore (inesistente sul contratto di costruzione) con la

sostituzione dell'ultima pellicola.

 

Immaginiamo la sorpresa al Ministero della Marina a Roma. Se Varo5 avesse copiato metteva la E

al posto della D. I sottomarini nucleari li costruiscono in USA, tutte le notizie sono riservate

e passano attraverso il Ministero dove il fatto è sconosciuto. Varo5 non ha alcuna possibilità di

sapere cosa fanno in USA.

 

A Monfalcone c'è un personaggio che ipotizza coi numeri fenomeni che non ha mai visto. Io non

ho inventato la barriera al vapore ci sono arrivato quando dai miei calcoli l'isolazione, dello

spessore di 30 centimetri, succhiava per depressione l'aria umida dal locale apparato motore per

poi andare a condensarsi sopra la condensa già esistente. Negli USA hanno fatto i miei stessi

calcoli ed hanno incontrato la necessità di applicare la barriera detta, certamente con maggiore

abbondanza di condensa.

 

 

 

Mi farebbe piacere se qualcuno di Voi ha avuto l'occasione di verificare il fenomeno suddetto

su vecchi smg anche USA in demolizione. La demolizione delle isolazioni mostra certamente se c'è

stata la presenza di acqua. In Atlantico e Nord Europa il fenomeno deve essere noto, ma nel

Mediterraneo? Il fenomeno esiste ma più limitato. Con la presenza del condizionamento dell'aria

il fenomeno si riduce ulteriormente. Purtroppo i Toti sono gli ultimi battelli a risentire di

questo fenomeno per la protezione dell'impianto di condizionamento che riduce fortemente

l'umidità interna e la barriera detta che protegge il coibente.

 

Ciao a Tutti, Varo5.

P.S. Il colonnello F. è stato l'ufficiale più preparato che sia passato per Navalgenarmi

Monfalcone, non è un caso se è andato da ammiraglio a dirigere MARIPERMAN, l'Istituto scientifico

della Marina Militare.

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in genere le persone intelligenti stanno ad ascoltare quando non conoscono un argomento, pertanto non esito a credere che fosse una persona competente il colonnello che hai citato.

 

mi ha lasciato perplesso una cosa, ma forse hon ho ben compreso qualche punto: quanto sarebbe spesso questa serie di film e in quali lamiere sarebbe stato applicato? lo chiedo perche non ricordo di averlo visto, ne sui Toti ne sui Sauro.

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...

mi ha lasciato perplesso una cosa, ma forse hon ho ben compreso qualche punto: quanto sarebbe spesso questa serie di film e in quali lamiere sarebbe stato applicato? lo chiedo perche non ricordo di averlo visto, ne sui Toti ne sui Sauro.

 

Anch'io ho la stessa curiosità di Totiano.

Quando abbiamo, ahimè, "ucciso" il Sauro praticandogli i tagli a scafo necessari all'inserimento delle scale di accesso ed uscita, non ho visto barriere o pannellature del genere.

Ecco la situazione appena iniziato il taglio di poppa:

dscn4897600x450.jpg

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mi ha lasciato perplesso una cosa, ma forse hon ho ben compreso qualche punto: quanto sarebbe spesso questa serie di film e in quali lamiere sarebbe stato applicato? lo chiedo perche non ricordo di averlo visto, ne sui Toti ne sui Sauro.

 

BOB NAPP

Anch'io ho la stessa curiosità di Totiano.

Quando abbiamo "ucciso" il Sauro praticandogli i tagli a scafo necessari per l'inserimento delle scale di accesso ed uscita. Non ho visto barriere o pannellature del genere.

Ecco la situazione appena iniziato il taglio di poppa.

 

Prima di tutto ringrazio Bob Napp per aver risposto al mio richiamo. Per il resto sono cauto.

L'isolazione spessa è stata applicata nel locale propulsore e nel locale motori termici, mi pare anche nel locale ausiliari di centro. Sempre sullo scafo resistente. Oltre ai tre locali menzionati non c'erano isolazioni da 32 cm. di spessore. Applicazioni anticondensa sono negli altri locali di cui parleremo in seguito.

Per il momento penso che la foto ritrae una zona non isolata. E' troppo pulita, forse l'isolazione di lana di vetro è facile ad asportare, ma i 20 mm. di antirombo dovevano lasciare tracce.

Attendiamo altre notizie ed altre foto se BOB può darcele.

Rispondo a Totiano sullo spessore della barriera che va applicata sull'isolazione non su lamiere.

Sullo scafo resistente devono essere 2 cm. di antirombo verso l'interno. Poi 30 cm di fibra di vetro.

La base di tela di vetro incollata sui pannelli di fibra di vetro omologata M.M.I. può avere uno spessore di 2 mm. Le applicazioni della pellicola data a pennello come la pittura può avere uno spessore di 1 - 1,5 mm per ciascuna mano. Spessore totale da 6 a 8 mm.

Condizione fondamentale superficie omogenea ed ininterrotta.

 

Il mio ufficio ha acquistato in USA i vasi dei componenti per le pellicole, ma non ricordo a chi è stato dato il lavoro.

Se non mi arrivavano segnalazioni, voleva dire che il lavoro era stato fatto a soddisfazione della M.M.I. Se qualche cosa non andava bene, venivo chiamato in causa per verificare le anomalie e decidere sul da farsi per superare i rilievi della M.M.I.

 

Fino a prova contraria siamo fuori dai locali isolati.

Varo5

Modificato da Varo5
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Prima di tutto ringrazio Bob Napp per aver risposto al mio richiamo. Per il resto sono cauto.

L'isolazione spessa è stata applicata nel locale propulsore e nel locale motori termici, mi pare anche nel locale ausiliari di centro. Sempre sullo scafo resistente. Oltre ai tre locali menzionati non c'erano isolazioni da 32 cm. di spessore. Applicazioni anticondensa sono negli altri locali di cui parleremo in seguito.

Per il momento penso che la foto ritrae una zona non isolata. E' troppo pulita, forse l'isolazione di lana di vetro è facile ad asportare, ma i 20 mm. di antirombo dovevano lasciare tracce.

Attendiamo altre notizie ed altre foto se BOB può darcele.

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Rispondo a Totiano sullo spessore della barriera che va applicata sull'isolazione non su lamiere.

Sullo scafo resistente devono essere 2 cm. di antirombo verso l'interno. Poi 30 cm di fibra di vetro.

La base di tela di vetro incollata sui pannelli di fibra di vetro omologata M.M.I. può avere uno spessore di 2 mm. Le applicazioni della pellicola data a pennello come la pittura può avere uno spessore di 1 - 1,5 mm per ciascuna mano. Spessore totale da 6 a 8 mm.

Condizione fondamentale superficie omogenea ed ininterrotta.

 

ok adesso i conti tornano meglio. ti confermo che ci sono ancora tracce di questa coibentazione nei locali da te citati (MM.TT. e Ausiliari x i Toti, MM.TT. per i Sauro). su tutto lo scafo resistente dei Toti ricordo uno strato di pittura (sembra uno stucco in realtà) anticondensa mentre nei locali citati c'era effettivamente uno strato di lana di vetro ricoperta da pannelli di alluminio. vedo se trovo qualche foto sul www.delfinidacciaio.it

 

 

Nel caso gravissimo citato per ultimo fosse vero, sono disposto a venire a Genova a vedere assieme a Totiano e BOB, come stanno le cose, anche se non ho la facoltà di sputtanare il cantiere e la M.M.I. entrambe per inadempienza.

poso chiederti di limitare i toni?

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Anch'io ora credo di capire meglio.

 

Si tratta forse di questa roba?

dscf1408d.jpg

 

dscf1417q.jpg

 

Questi rivestimenti sono nel locale MEP

Non è stato molto difficile togliere la lamina di alluminio, ma il materassino interposto fra essa e lo S.R. è stato noiosissimo.

 

Per poter praticare i tagli a scafo con la fiamma ea doveroso togliere qualunque cosa non fosse acciaio in prossimità della linea di taglio.

Dài e dài, raschia e spazzola, buona parte di quella roba non voleva proprio saperne di andarsene. Tanto che si è deciso di provvedere egualmente al taglio.

Mi è stato raccontato che, fra antirombo e residui dei materassini è venuto fuori un fumo che si poteva tagliare col coltello.

Qualcuno a LaSpezia ha creduto che fosse improvvisamente sorto un vulcano in Arsenale!!! :s03:

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ok adesso i conti tornano meglio. ti confermo che ci sono ancora tracce di questa coibentazione nei locali da te citati (MM.TT. e Ausiliari x i Toti, MM.TT. per i Sauro). su tutto lo scafo resistente dei Toti ricordo uno strato di pittura (sembra uno stucco in realtà) anticondensa mentre nei locali citati c'era effettivamente uno strato di lana di vetro ricoperta da pannelli di alluminio. vedo se trovo qualche foto sul www.delfinidacciaio.it

Poiché la condensa è inevitabile se il mare è più freddo, per evitare che la condensa scorrendo sullo scafo si raggrumi in gocce, per poi cadere sotto forma di pioggia, ho fatto inserire grani di plastica poi dipinti con solita pittura. La superficie risulta granulosa per fare ostruzione allo scorrere della condensa. Pare che abbia funzionato.

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Anch'io ora credo di capire meglio.

Si tratta forse di questa roba?

Questi rivestimenti sono nel locale MEP

Non è stato molto difficile togliere la lamina di alluminio, ma il materassino interposto fra essa e lo S.R. è stato noiosissimo.

Per poter praticare i tagli a scafo con la fiamma ea doveroso togliere qualunque cosa non fosse acciaio in prossimità della linea di taglio.

Dài e dài, raschia e spazzola, buona parte di quella roba non voleva proprio saperne di andarsene. Tanto che si è deciso di provvedere egualmente al taglio.

Mi è stato raccontato che, fra antirombo e residui dei materassini è venuto fuori un fumo che si poteva tagliare col coltello.

Qualcuno a LaSpezia ha creduto che fosse improvvisamente sorto un vulcano in Arsenale!!! :s03:

 

Si. Credo si tratti proprio dei rivestimenti in parola.

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La barriera al vapore esiste e si usa anche in edilizia da diversi anni, in particolare sui tetti, giusto per conoscenza. :s01:

 

Più calda è l'aria e più vapore acqueo può contenere, quindi può avere sempre maggiore umidità specifica. E per quanto possa sembrare strano, l'aria e il vapore passano anche attraverso muri di laterizio e cemento (nel mio caso che sono ingegnere civile) o attraverso paratie (nel vostro caso), e attraverso gli isolanti termici. Quando questa aria umida è passata oltre l'isolante trova un ambiente molto più freddo (ovviamente in una parete di abitazione o di sommergibile il salto termico maggiore si ha nell'isolante), e se la temperatura scende sotto quella di rugiada (cioè a quella temperatura la quantità di acqua che può rimanere nell'aria è inferiore di quella che effettivamente c'è) il vapore condesa.

Per questo si mettono le cosiddette barriere al vapore solitamente sulla faccia interna (e quindi calda) dell'isolante. Che non sono altro che guaine sottili in teli o un appiccicume maleodorante e nauseabondo (un po scherzo ma se lo usate in un ambiente chiuso areate bene) che viene applicato con pennelli e una volta asciugato diventa una guaina impermeabile al vapore. Il secondo ha il vantaggio che può essere applicato più facilmente in superfici irregolari e si evita il problema di realizzare bene i giunti tra teli.

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:s20: ottima spiegazione!

A conclusione dell'argomento "edilizio" eccovi una applicazione per un tetto: un bellissimo Bed & Breakfast che ho fatto recentemente qui a Genova (non sono solo l'"architetto dei sommergibili" come molti ormai mi chiamano qui!!)

sezionetettobb.jpg

In sostanza il sandwich è composto da Aria-Polistirolo-Pellicola frenovapore, con la duplice funzione di isolante termico e al vapore.

:s02:

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Complimenti a tutti gli intervenuti per l'interessante argomentazione che conferma ulteriormente la "forza" di questo forum e dei suoi iscritti, ognuno dei quali interviene e supporta il topic secondo competenza specifica, con l'integrazione di "parallelismi" che meglio fanno comprendere la trattazione... :s20:

 

Ma tornando all'argomento, vorrei chiedere: come si interpone nella discussione, la "protezione passiva contro gli incendi" normalmente prevista per tutte le navi ?

 

Tale requisito risulta indispensabile a garantire l'integrità dello scafo e dei suoi elementi strutturali, nonchè evitare la propagazione dell'incendio derivante dalle zone soggette a pericolo d'incendio (es. nei locali motori), che di norma devono essere isolate da quelle limitrofe mediante paratie resistenti al fuoco, capaci di impedire il passaggio del fumo e delle fiamme e coibentate in modo da soddisfare i limiti di temperatura che si ritiene non debbano essere superati.

Cosa era (è) previsto per ottemperare a tale requisito che prevede la presenza di una coibentazione specifica (e la verifica attraverso una prova standard), per rendere in "classe al fuoco" murate e paratie in considerazione della presenza della "Barriera al Vapore" ?

 

Sniper

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Per questo si mettono le cosiddette barriere al vapore solitamente sulla faccia interna (e quindi calda) dell'isolante. Che non sono altro che guaine sottili in teli o un appiccicume maleodorante e nauseabondo (un po scherzo ma se lo usate in un ambiente chiuso areate bene) che viene applicato con pennelli e una volta asciugato diventa una guaina impermeabile al vapore. Il secondo ha il vantaggio che può essere applicato più facilmente in superfici irregolari e si evita il problema di realizzare bene i giunti tra teli.

 

Il Tuo intervento mi ha fatto molto piacere. Pensa che il mio colloquio con il colonnello F. per la barriera al vapore è avvenuto nel 1963. Allora questi problemi erano sconosciuti.

Gli impianti di condizionamento dell'aria navali sono nati con la nave del Lloyd Triestino "Australia". Condizionate solo quattro sale (sale pranzo e soggiorno di due classi passeggeri)(1949).

Subito dopo le prime due navi completamente condizionate (anche per l'equipaggio) "Andrea Doria" e "Cristoforo Colombo" (1951). Io ho incominciato con queste tre navi.

Storicamente parlando nel 1932 è stato sistemato un impianto sperimentale sulla prima nave "Victoria", affondata per eventi bellici il 23 gennaio 1942.

Varo5

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Scopro con stupore che è stato (anche) l'ideatore del rivestimento anticondensa sui battelli!!!

 

Diamo spazio anche al Com.te Briggi, che nel farmi la corte per avere un letto in più per Lui, :s10:

mi ha raccontato che a bordo dei sommergibili pioveva. Ad un vecchio direttore che era stato sommergibilista ho chiesto cosa s'intendeva per "apprestamenti anti condensa" scritto sul contratto

di costruzione dei TOTI. Mi ha proposto di acquistare una serie di ombrelle, una per ciascun membro dell'equipaggio. :s03: :s03: :s03:

A parte gli scherzi, ho creduto che a bordo piovesse davvero. Ero già a metà dell'opera. :s68:

Al ritorno a Monfalcone per i lavori di fine garanzia del TOTI, sono andato ad ascoltare le impressioni del Com.te Briggi. Quando mi ha visto in fondo al corridoio che stavo arrivando,

Mi ha gridato: "Varo5 a bordo non piove più!!!" :s20:

Varo5.

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