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Premiate Il Soldato In Mutande Rosa


malaparte

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Su QN di oggi 27 maggio 09, articolo di Fernando Mezzetti, titolato: "Premiate il soldato in mutande rosa". Lo riassumo:

 

Il New York Times ha recentemente pubblicato una foto che ha suscitato l'entusiasmo degli americani: un avamposto di militari USA in Afghanistan che, attaccati dai talebani, reagiscono al fuoco da dietro uno sbarramento. Uno di loro spicca per il giubbotto antiproiettile accostato a un paio di boxer rosa

mutander.jpg

 

Si tratta di Zachary Boyd, 19 anni, Texas, che probabilmente alla pubblicazione della foto ha tremato, temendo il congedo con disonore. Invece il Segretario della Difesa Robert Gates lo ha pubblicamente elogiato, dicendo di volerlo incontrare: "Un militare che va in battaglia in mutande rosa contro i talebani ha un coraggio speciale. Posso solo immaginare l'impatto su di loro di un tipo con mitragliatore, capelli scarmigliati e mutande rosa. Incredibile innovazione di guerra psicologica".

 

Il fatto, dice Mezzetti, ne ricorda uno simile, ricordato da Enrico Emannuelli in "Curriculum Mortis", 1968, che accadde il 19 novembre 1940 in Marmarica. Un nostro carro , comandato dal ten. Locati, resta bloccato durante uno scontro. Il sottoten. Brandini, col suo, va in soccorso per rimorchiarlo, sotto il fuoco. Brandini strepita: "Bisogna andar via di qua! Non posso farmi ammazzare o prender prigioniero oggi, con queste mutande!" Finalmente Brandini riesce a rimorchiare Locati e a riportarlo nelle retrovie. Si spiega a questo punto il mistero dell'ossessione delle mutande. Dopo tre mesi di deserto, il sottoten. era arrivato a Derna senza più biancheria. Impossibile trovarne nelle poche botteghe. Al casino una generosa ragazza, saputo il problema, era andata a comprare per lui mutande da donna, le uniche ancora rintracciabili, di seta rosa "con tre bottoncini sotto e l'elastico alla vita". Scrive Emanuelli: " A Brandini seccava molto quanto era capitato. In quei momenti di mitragliatrici e granate, non alla vita aveva pensato. Per virile pudore e rispetto di se stesso, aveva avuto altre preoccupazioni".

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forse è per la testa "con le stellette" che faccio questo ragionamento, se volete anche discutibile....

 

il soldato coi boxer rosa ha fato il suo dovere. a prescindere dal colore della biancheria intima ha indossato la parte "bellica" della dotazione ed è andato subito a combattere.

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Perché "discutibile"? Io non ho le stellette, ma è parso evidente anche a me (come, credo, a chiunque) che ciabatte e pigiama indicano semplicemente che in quel momento era in branda ed è schizzato fuori a dar man forte....

Diciamo che l' "entusiasmo" con cui la foto è stata accolta indica probabilmente una voglia di "tirare un attimo il fiato" con un mezzo sorriso su questa guerra...

In effetti, occorre ammettere che come "foto di guerra" è abbastanza particolare".

 

Abbastanza curioso è anche il ricordo di Emanuelli.

 

PS.: da esperta di bucati, ci giurerei comunque che il rosa è dovuto semplicemente alla maglietta arancione che ha stinto quando è stata lavata coi boxer :s02:

Modificato da malaparte
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PS.: da esperta di bucati, ci giurerei comunque che il rosa è dovuto semplicemente alla maglietta arancione che ha stinto quando è stata lavata coi boxer :s02:

temo proprio di conoscere il problema!

 

 

per quanto riguarda l'aneddoto di Emanuelli ha quasi dell'incrdibile... credo sia un'ottimo modo per declamare l'assurdità della guerra! :s03:

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Però... oggi pomeriggio pensavo che è una gran bella foto, perché, come tutte le gran belle foto, racconta una storia. Non credo potrebbe concorrere al “Premio Robert Capa per la Fotografia del Dramma della Guerra Tragica”, o roba del genere, ma racconta in uno scatto una storia. Come fanno le gran belle fotografie. Anche se raccontano storie quotidiane.

Allora, c’è questo diciannovenne del Texas. Si potrebbe ricamare sul fatto che è del Texas, ma restiamo ai fatti. Mentre i suoi coetanei italiani adesso giustamente sono alle prese con l’esame di maturità (maturità? Si vabbé, meglio quello che altro….) il nostro texanino è invece in Afghanistan. Che, conoscendo personalmente le coordinate geografico-mentali degli adolescenti USA, fino a un paio di anni fa per lui poteva essere l’equivalente, per la nostra generazione, di un misto tra Shangri-Là , l’Isola Che non C’è e Andromeda . E magari lo è ancora.

 

E , detto fra noi, mi compiaccio del fatto che la media di età dei nostri militari in missione all’estero è decisamente superiore a quella del nostro soldatino, ma questo ha poco a fare con la faccenda. Non ricamiamo.

 

Dunque, il ragazzino si è infilato il pigiamino e se ne sta tranquillo in branda a riposare, quando i talebani attaccano. E anche su questo si potrebbe ricamare, ma lasciamo perdere.

Fatto sta che si fionda sull’elmetto e sul giubbotto che tiene a portata, perché cos’ì gli hanno insegnato, si scaraventa all’esterno con l’adrenalina a fiotti, un fotoreporter gli immortala le mutande che aveva lavato qualche giorno prima con quel cavolo di maglietta arancione, senza forse sapere che non c’è niente di peggio dell’arancione (e del rosso, e del nero, e del blu, e del verde e…) per rovinare quel che lavi. Ma se anche l’avesse saputo, comunque, ha fatto bene a lavarle, no? O magari a farle lavare, data l’idea che le FFAA USA abbiano stuoli di lavandaie cuochi facchini e portabagagli al seguito.

I suoi compagni mica fanno caso al suo pigiama, son solo contenti di avere uno che gli dà una mano (per caso, vedete uno di loro occupato a guardargli le mutande, o invece guardano tutti e tre sullo stesso obiettivo?). Sono sotto attacco, ed evidentemente la cosa si risolve, perché il fotoreporter se la cava…sennò ….

Però poi il fotoreporter vende la foto al NYT, e il Segretario di Stato si rende simpatico facendo alcune battute sulle sue mutande…ma tra qualche mese, dove sarà il texanino? Se se la cava, verrà invitato alla trasmissione di Ofrah Winney. E poi?

 

Questa è la storia che A ME viene raccontata da quella foto.

 

 

 

Ps.: magari la faccenda è più da Quadrato che da Storia , anche se...bè, fate voi moderatori.

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Premesso che da quel teatro arrivano foto di ogni genere il povero GI oltre a rischiare la vita con i talebani davanti è stato anche incredibilmente jellato a trovarsi un allegro fotografo alle spalle. E' però sempre notevole il sense of humour pubblico degli americani che non abbonda alla stessa maniera a tutte le latitudini.

Modificato da Charlie Bravo
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forse è per la testa "con le stellette" che faccio questo ragionamento, se volete anche discutibile....

 

il soldato coi boxer rosa ha fato il suo dovere. a prescindere dal colore della biancheria intima ha indossato la parte "bellica" della dotazione ed è andato subito a combattere.

 

 

Quoto il pensiero di Totiano. Quando c'è un emergenza non si va tanto per il sottili, l'importante è raggiungeri il fine: in questo caso rispondere ad un attacco.

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